LIFESTYLE- Pagina 10

Canone Occidentale, Vermouth di Torino Superiore piemontese

Quest’anno alla seconda edizione del Salone del Vermouth di Torino, in programma dal 22 al 23 febbraio al Museo Nazionale del Risorgimento, approderà anche Canone Occidentale, Vermouth di Torino Superiore, piemontese, realizzato con il 100% di vino prodotto sul territorio e con erbe coltivate e raccolte localmente, lanciato da poco sul mercato dal team di Rodia, azienda familiare torinese di spirits.

Canone Occidentale farà il suo debutto alla più importante fiera di settore, raccontando il suo prodotto e partecipando attivamente al calendario del Fuori Salone del Vermouth, la programmazione di eventi Off dedicata alla diffusione della cultura di questa eccellenza italiana.

Da lunedì 17 a venerdì 21 febbraio in tutta la città di Torino ci saranno cene con menù degustazione, masterclass, guest e visite tematiche per la città per raccontare lo spirito del miglior vermouth. In questo contesto si inserisce perfettamente Canone Occidentale, approfittando dell’occasione anche per raccontarsi come prodotto perfetto per una mixology di qualità.

Oltre alla presenza tra gli stand del Museo del Risorgimento, Canone Occidentale introdurrà uno speciale Negroni Mezcal per valorizzare l’associazione di Canone Occidentale con gli Spirit Sudamericani e presenterà i suoi prodotti di punta grazie a tre momenti di condivisione con altre realtà di eccellenza gastronomica del territorio.

Gli eventi principali saranno tre :

  • Il 20 febbraio dalle 18 da Kiné Cocktail ( via Reggio 14) ci sarà un bar pairing cocktail food con ospite speciale Michele Marzella, bartender che, dopo anni di specializzazione nel settore della miscelazione, ha avviato l’attività di liquorista e ha guidato la realizzazione della ricetta di Canone Occidentale.

  • Il 19, 20, 21 febbraio dalle 18 sarà la volta dell’appuntamento con il Vermouth di Canone Occidentale da ‘Paltò. Vini e cucine’ in via della Rocca 17.

  • Tre serate speciali dove la cucina di Paltò incontra l’arte della miscelazione di Canone Occidentale, in un esclusivo menù in pairing tra piatti ricercati (tapas) e cocktail d’autore. Un’esperienza gastronomica unica dove ogni abbinamento è studiato per esaltare sapori e contrasti, creando un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione.

  • Il 21 febbraio dalle 19 Pout Pourri Vintage Café ospiterà una serata esperienziale guidata da Michele Marzella ( corso Tazzoli 88).

Mara Martellotta

Comunque vada sarà un successo

Dopo il rapper Piotta, fu Piero Chiambretti a usare questa frase durante il Festival di Sanremo del 2011.

Come ad ogni edizione molti, anche tra chi non guarda mai la televisione, si trasformano in critici televisivi o musicali realizzando una propria classifica, decretando l’insuccesso di questo o quel cantante, prevedendo addirittura quando arriverà il primo disco di platino e a chi.

La tecnologia da un lato, che ci permette di rimanere sintonizzati sul pianeta Sanremo (ma non solo) ventiquattr’ore su ventiquattro e la rinuncia volontaria ad azioni differenti (leggere un libro, meditazione, uscite con amici, cinema, ecc.) fanno sì che oltre 11 milioni di spettatori (pari a oltre il 64% di chi stava guardando la TV) si sia sintonizzato sul festival.

Al di là su ogni considerazione sul diritto di svagarsi, rilassarsi, stare in casa (soprattutto nelle regioni dove si sono verificati eventi atmosferici devastanti), è palese che moltissimi utenti tv amino ancora un festival giunto quest’anno alla 75° edizione.

Molte le critiche su questo o quel cantante, su canzoni che non ricordi cinque minuti dopo averle ascoltate, ma soprattutto non ne ricordi né il contenuto né l’autore, su abbigliamento di dubbia coerenza con il luogo, sul fatto che ormai non si canta ma si parla o si sbadiglia sottovoce.

Se Faber fosse ancora tra noi sicuramente direbbe che “non è vero che i giovani non abbiano valori, siamo noi ancora molto attaccati ai nostri a non riconoscere i loro. Occorre attendere di storicizzarli.”

Occorre però analizzare un altro aspetto della questione: mai come negli ultimi anni la discografia è stata orientata all’aspetto economico; non dico che Guccini, Battisti, Bertoli, Lauzi o altri abbiano lavorato per la gloria, sicuramente essendo il loro mestiere rendeva loro guadagni in linea con le loro aspettative; ma, mentre, nel loro caso, dietro al guadagno c’era un lavoro di creazione, di composizione del testo e della musica, ore di sessione in studio, ora si massimizza l’utile minimizzando i tempi.

Con la tecnologia attuale chiunque può creare musica, incidere il brano in casa, inviarlo all’editore e cinque minuti dopo teoricamente essere in classifica. L’importante è fare, non importa se il giorno dopo nessuno si ricorderà di te, se nessuno ti chiederà l’autografo per strada, se nessuno riuscirà a cantare la canzone perché con una metrica impossibile: hai guadagnato, ti pagano per qualche comparsata qua e là, ti illudi di essere qualcuno ma faresti bene a ricordare le parole del Marchese del Grillo.

Dress code inesistente, rispetto degli spettatori neppure, esagerazioni dovute in alcuni casi a stimoli sintetici hanno trasformato una passerella dei migliori artisti della canzone italiana in un coacervo di personaggi che di italiano hanno solo il testo della canzone e, spesso, neppure il nome d’arte.

Quando poi qualche vecchia gloria si riaffaccia alla ribalta, anche in compagnia di nuove leve, ecco che il suo brano diventa un tormentone dell’estate e lo si riascolta volentieri anche qualche anno dopo. Forse sarebbe il caso di analizzare, extra festival, come si siano modificati i gusti degli italiani (e non solo, visto che la trasmissione è in Eurovision) e capire se quegli artisti siano antesignani di un’epoca o solo schegge impazzite di un mondo che attira molti ma ne scontenta altrettanti.

Personalmente, questa è la mia forma mentis, non giudico e non critico non possedendo gli strumenti culturali per farlo: analizzo il fenomeno, soprattutto quello di chi critica, e osservo ma mi piacerebbe capire: è l’artista che si rivolge al produttore o il produttore che crea l’artista? E’ il cantante che propone il suo lavoro o l’editore che glielo commissiona?

Forse così riuscirei a capire meglio cosa accada prima, durante e dopo.

Sergio Motta

L’ultima coda dell’Orsa Minore

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Giacinto, maestro elementare in un paese del Canavese, raggiunta la meritata pensione, si è dedicato anima e corpo alla sua grande passione: osservare il cielo.

Impegnando il denaro della liquidazione e buona parte dei risparmi ha ristrutturato la cascina ereditata da una vecchia zia aprendo sul tetto del casale un lucernario dal quale poteva guardare la volta celeste con il telescopio che aveva acquistato.  Giacinto, rapito dai misteri del cosmo, trascorreva  intere nottate con l’occhio incollato a quel potente cannocchiale scrutando stelle, pianeti e galassie. Alle lamentele della moglie prestava poca attenzione. La povera donna, sconsolata, lo rimproverava:“Dovevi sposarti con quell’affare lì, testa dura. Sei quasi sempre con lo sguardo perso in cielo, appollaiato in solaio come un vecchio gufo”. Da quell’angolo del sottotetto, trasformato in ufficio con una vecchia scrivania sulla quale accatastava alla rinfusa mappe e carte di ogni genere, puntava il suo potente terzo occhio e navigava, con sguardo e fantasia, disegnando orbite e viaggi interstellari. Chi andava a fargli visita veniva immediatamente accompagnato nel suo rifugio dove Giacinto, con l’entusiasmo di un bambino, tentava di  introdurlo nel mondo dell’astronomia. Aprendo un quaderno zeppo di appunti, schizzi, calcoli e considerazioni, iniziava la lezione con lo stesso impegno e l’egual passione degli anni passati dietro alla cattedra alle elementari. “Vediamo un poco”, esordiva. “L’Orsa Maggiore la conoscono tutti. E’ la costellazione più famosa, nota anche come Grande Carro per la forma caratteristica della sua parte principale, che ricorda appunto un carro. Se stai attento, non fai fatica a riconoscere quattro stelle, disposte agli angoli di un rettangolo, che ne costituiscono il corpo e altre tre disposte in curva che formano il timone”. Infatti, le sette stelle sono abbastanza visibili da risaltare anche nelle notti meno indicate per osservare il cielo. Dalla collina più alta del paese, tra i filari delle vigne che producevano il miglior Erbaluce, una sera verso mezzanotte, usciti dall’osteria in compagnia di Giacinto, nonostante la vista un po’ appannata per le libagioni intravvedemmo quelle stelle disegnare l’inconfondibile quadrilatero con la barra: il Gran Carro celeste.

Il maestro fece notare come, partendo  da quel punto, si potevano rintracciare tutte le altre unendo con una linea immaginaria le due stelle posteriori e prolungandola per cinque volte fino a raggiungere la stella Polare, l’ultima della coda dell’Orsa Minorecioè del Piccolo Carro, che indica la direzione del nord. “Vedete, vi sarà sufficiente il suo riconoscimento e l’osservazione diretta per individuare il punto cardinale. Siccome le stelle che formano l’Orsa Minore non sono molto luminose, quella Polare di fatica a  identificarla  direttamente. Ecco perché il suo riconoscimento è possibile grazie agli allineamenti di due costellazioni facili da individuare in cielo: l’Orsa Maggiore e Cassiopea. Anche la costellazione di Orione ci può dare un allineamento verso la Polare, però alle nostre latitudini s’intravvede solo dall’autunno all’inizio della primavera”. Appassionato della materia, Giacinto punta l’indice verso stelle e costellazioni, come se il cielo fosse una grande lavagna d’ardesia. “Guardate lì. Seguendo la diagonale del carro nella direzione opposta al timone, arriviamo ai Gemelli. Viceversa dal bordo da cui parte il timone e proseguendo sempre allontanandoci da quest’ultimo, raggiungiamo l’Auriga. Opposta all’Orsa Maggiore, rispetto alla Polare, troviamo Cassiopea, le cui stelle disegnano una doppia “v” un po’ irregolare. E quella linea curva che prolunga il timone? Ci conduce dritti ad Arturo, la stella più brillante del Bifolco”. Il suo più grande amore dopo Rosalinda, la moglie, è sempre stata la luna. La guarda con occhi languidi, seguendone rapito tutte le fasi, sospirando. “Sapete che la luna non ha luce propria ma la riceve dal sole? A seconda della posizione che assume rispetto al sole e alla terra, ci appare completamente o parzialmente in cielo. Come il sole anche lei sorge a oriente e tramonta a occidente. Le fasi lunari sono uno spettacolo. Lo sapevate che la luna sorge e tramonta in orari differenti a seconda della fase?” No, non lo sapevamo. “ Ebbene, è proprio così. Ogni fase dura poco più di sette giorni e tutte le fasi costituiscono il mese lunare che dura ventinove giorni, dodici ore, quarantaquattro minuti e tre secondi ed è il tempo che impiega la luna a ruotare intorno alla terra”. Si agitava, saltellando felice come un bambino di fronte a una nuova scoperta. Si infervorava, dettagliandoci i più piccoli e sconosciuti  particolari. “L’ ultimo quarto si ha quando la luna ha percorso duecentosettanta gradi della sua orbita, per cui si presenta di nuovo come un semicerchio ma con la convessità rivolta verso oriente, lasciando vedere la sua forma a “C”, come la “ci” di casa”. Ride contento e recita proverbi: “Gobba a levante, luna calante”. Giunti davanti a casa sua lo salutiamo, prima che salga in fretta le scale per rifugiarsi nel sottotetto, aprendo il lucernario e rimirando la cupola dell’universo.  Rosalinda ci saluta dalla finestra e parlando del marito che ha avviato il suo dialogo con la luna alta in cielo, punta un dito alla tempia e, rigirandolo, sospira: “Abbiate pazienza con il mio Giacinto. E’ un po’ lunatico ma è buono come il pane”. Ci saluta così, la moglie del maestro che intanto, dal solaio, declama con voce ispirata le rime leopardiane del Canto notturno di un pastore errante dell’Asia:”Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, contemplando i deserti; indi ti posi…”.

Marco Travaglini

Rotolini di salmone e rucola

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La nostra  proposta e’ un antipasto goloso, un mix di sapori equilibrati ed originali dall’elegante presentazione. Un’idea perfetta e stuzzicante di semplice e veloce realizzazione che si presta a essere preparato in anticipo, ideale per un buffet o un aperitivo.

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Ingredienti

200gr. di salmone affumicato a fette

80gr. di robiola morbida o Philadelphia

Rucola, zeste di limone, radice di zenzero q.b.

Sesamo, sale, pepe q.b.

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Formare un rettangolo sovrapponendo le fette di salmone affumicato su di un foglio di pellicola per alimenti. In una ciotola amalgamare il formaggio con lo zenzero e la buccia di limone grattugiati, aggiustare di pepe. Spalmare la crema di formaggio sul salmone, coprire con la rucola precedentemente lavata ed asciugata poi, aiutandosi con la pellicola, avvolgere il salmone dal lato piu’ lungo, formare un rotolo ben stretto, riporre in frigo per qualche ora. Tagliare il rotolo in tanti cilindretti e farli rotolare da tutti i lati nei semi di sesamo. Conservare in frigo, servire fresco.

Paperita Patty

Tashi a San Valentino esce dalla tana al bioparco Zoom

È il terzo San Valentino per Haiku e Suki, ma il è il primo trascorso come genitori.

La coppia di panda rosso del bioparco Zoom Torino sta vivendo un momento speciale con il loro cucciolo Tashi, che dopo mesi di vita tranquilla e protetta nella tana, ha fatto il suo debutto ufficiale all’esterno della tana.

Il piccolo, curioso e intraprendente, sta imparando a esplorare il mondo esterno insieme ai suoi genitori, che non lo lasciano mai solo, nemmeno nel giorno degli innamorati.

Tashi ha finalmente fatto il suo debutto fuori dalla tana – racconta Marco Ugo, keeper del bioparco – Ora segue la mamma in ogni suo spostamento, specialmente quando si tratta di apprendere le tecniche di arrampicata. E, anche se il piccolo ora li tiene occupati, la relazione di coppia tra Haiku e Suki rimane forte e, quando ne hanno la possibilità, ancora si vedono mangiare insieme o dormire vicini su un ramo.”

La nascita di un cucciolo di panda rosso ha rappresentato un evento significativo non solo per il parco e i suoi genitori, ma anche per la conservazione della specie che, in natura, è drasticamente diminuita del 50% negli ultimi 20 anni a causa della deforestazione e della frammentazione delle foreste temperate himalayane, situate tra la Cina e il Nepal, che impedisce l’accesso al bambù, la loro principale fonte di nutrimento.

Ed è proprio il bambù, una vera e propria leccornia per i panda rosso, il protagonista di un arricchimento speciale preparato dai keeper in occasione del San Valentino: cuori rossi guarniti con foglie di bambù e frutta appesi ai rami degli alberi, per celebrare, anche nel regno animale questo giorno speciale dedicato all’amore.

Un piccolo gesto che, tuttavia, nasconde una curiosa verità: pur essendo una specie carnivora, i panda rosso si comportano come se fossero “vegetariani”, nutrendosi quasi esclusivamente di bambù e frutta.

Gli arricchimenti – prosegue Marco – sono sempre pensati per stimolare i comportamenti naturali degli animali, migliorando il loro benessere fisico e mentale, oltre ad offrire stimoli che replicano l’ambiente nel quale le specie vivono. In questo caso, infatti, sono utili per permettere ai panda rosso di utilizzare il ‘falso pollice’, un’estensione dell’osso del polso che consente loro di afferrare il cibo appeso agli alberi”.

Il “Pannunzio” indaga sulle potenti radici dell’amore

San Valentino

VENERDÌ 14 FEBBRAIO ALLE ORE 17.30 al Centro  Pannunzio in via Maria Vittoria 35h Patrizia VALPIANI, medico scrittore-poeta Presidente Onoraria di A.M.S.I. (Associazione Medici Scrittori Italiani), dialogherà con Luca ARTURI psicologo e psicoterapeuta, scrittore, poeta, sul tema AMORE, SENTIMENTO, IMPULSO, MISTERO, DESIDERIO, SESSUALITA’.

Un incontro in cui poesia, arte , eros, psicologia si intrecciano in una proposta di grande valore culturale ideata da Patrizia Valpiani medico- scrittrice di talento e donna di raro fascino intellettuale.

San Valentino sotto lo sguardo di Venere a Stupinigi

Venerdì 14 febbraio, ore 18.30

La sera di San Valentino, il cielo, con la vista di Venere, insieme a Giove, Marte e Orione, diventa protagonista a Stupinigi in un evento eccezionale in programma al tramonto, sulla terrazza della Palazzina di Caccia, verso il parco storico.

La serata dedicata a Venere prevede un percorso nelle sale alla scoperta di storie, aneddoti e personaggi legati al tema dell’astronomia, come la principessa di Carignano, Giuseppina di Lorena Armagnac (1753-1797), moglie di Vittorio Amedeo di Carignano e nonna di Carlo Alberto: una donna straordinaria per i suoi molteplici interessi, tra cui l’astronomia, di cui la Palazzina conserva un ritratto nell’appartamento di Levante. Al termine della visita guidata, una “lezione di cielo” nel Salone d’Onore e infine, dalla terrazza, l’osservazione guidata di Venere e degli altri pianeti dai telescopi dello staff del Planetarioaccompagnata da un calice di vino e una friandise salata, a cura dell’associazione Tutela Baratuciat e Vitigni storici.

 

L’evento è organizzato dai Servizi Educativi della Palazzina di Caccia di Stupinigi in collaborazione con Infini.to-Planetario di Torino.

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Venerdì 14 febbraio 2025, ore 18.30

San Valentino sotto lo sguardo di Venere

Costo: 30 euro

Prenotazione obbligatoria

Info e prenotazioni: 011 6200601 stupinigi@biglietteria.ordinemauriziano.it

Dal martedì al venerdì, ore 10-17.30, entro il giovedì precedente la visita

www.ordinemauriziano.it