LIFESTYLE

La Via del Tè inaugura una nuova boutique nella suggestiva galleria Subalpina

Il 18 gennaio scorso la Via del Tè ha celebrato l’apertura della sua nuova boutique nella suggestiva galleria Subalpina. Costruita nel 1873, dall’architetto Pietro Carrera e inaugurata l’anno successivo, la galleria è un esempio raffinato di architettura ottocentesca, ispirata ai passaggi parigini. Con una lunghezza di 50 metri, una copertura in vetro e ferro battuto e un’altezza che raggiunge i 18 metri, la galleria unisce eleganza storica e modernità, creando un ambiente perfetto per una boutique. Il nuovo punto vendita sostituisce la boutique di via Carlo Alberto, inaugurata nell’ottobre del 2016, con uno spazio più ampio e una maggiore offerta di prodotti. Il negozio è un piccolo gioiello, caldo e accogliente, grazie agli elementi iconici dei negozi La Via del Tè con un delicato arredamento in verde Caledon e la carta da parati della Camellia Sinensis, la pianta del tè, oltre a raffinati mobili in stile Liberty.

Il vero protagonista, tuttavia, è il prodotto. Le varie linee di tè, presentate in eleganti confezioni che si trasformano in veri e propri oggetti d’arredo, arricchiscono l’ambiente con il loro calore e la loro personalità. Nella boutique sarà possibile acquistare una vasta gamma di tè in lattina, filtri e sacchettini, oltre a confezioni regalo, accessori per la preparazione e tè sfuso in foglia intera.

Il concept del negozio è fortemente rappresentato da un fil rouge, fare cultura sul mondo del tè e trasmettere la passione per quella che è più di una semplice bevanda, un rituale, un’esperienza sensoriale sociale e intima, un alleato prezioso per il nostro benessere quotidiano.

Un elemento distintivo è la visione laterale, arricchita da un elegante rosone in vetro realizzato da un artigiano toscano, che riproduce la pianta del tè, l’aromatica, un angolo dedicato ai profumi, con flaconi in vetro contenenti essenze di tè. Un samovar è sempre pronto a offrire un tè di benvenuto a tutti i visitatori, mentre il servizio Take away consente di sorseggiare bevande, tè e tisane passeggiando.

La Via del Tè ha creato una miscela per omaggiare la galleria che la ospita, la miscela Liberty, ispirata al dolce tradizionale piemontese, il bunet al cioccolato . Un mix ricco di tè neri provenienti da India, KKenya e Sri Lanka, arricchiti di bucce di cacao, zucchero cristallizzato, mandorle e fiordaliso bianco, che rievoca il profumo avvolgente del dessert. La miscela sarà disponibile soltanto nello store di Torino sia per l’acquisto sia per l’assaggio.

La Via del Tè è nata a Firenze nel 1961 dall’intraprendenza di Alfredo Carrai che, affascinato dal mondo del tè, ha accettato di introdurre e divulgare il consumo e la cultura di questa antica bevanda, la più bevuta al mondo dopo l’acqua.

 

Mara Martellotta

 

Alla scoperta del Friulano

Attraverso le espressioni dei Colli Orientali del Friuli

Lunedì 20 gennaio 2025 presso la sede del AIS Piemonte in via Modena 23 a Torino c’è stato un appuntamento dedicato al Friulano.
Un viaggio vero e proprio alla scoperta della profondità e bellezza del Friulano (ex Tocai) in 6 espressioni diverse dei Colli Orientali del Friuli, con il supporto dei dati e di un sistema di mappature di oltre 5000 vigne, costruito dal Consorzio Friuli Colli Orientali e Ramandolo ( circa 200 soci con 16 referenze a testa ) .
Una degustazione immersiva capace di far capire come questo grande vitigno sia il più fedele traduttore del terroir.
Un percorso intenso che ci ha fatto comprendere la storia e le espressioni enologiche specifiche dei Colli Orientali del Friuli condotto con competenza e simpatia dal brand ambassador sommelier AIS Matteo Bellotto.
In abbinamento alla degustazione sono stati serviti prosciutto San Daniele e formaggio Montasio.
Alcune note tecniche :
Oggi in tutto il Friuli ci sono circa 30.000 ettari piantati di 66 varietà vitivinicole.
Nel 1820 erano 305 . L’Età media degli impianti è per il 68% superiore ai 50 anni .
Il Friulano è il Vino dell’intimità tra amici.
Vino bandiera della regione, è un vitigno autoctono del Friuli di origini antichissime, con documenti scritti che risalgono a oltre due secoli fa. (Vino completamente diverso dal Tokay ungherese, ottenuto dall’assemblaggio di uve Furmint, Hàrzevelu e Muscat lunelu , il cui nome sta ad indicare una precisa area geografica.)
A causa di una sentenza della Corte Europea, il nome Tocai Friulano è stato perso ed è stato sostituito con il sinonimo “Friulano”.
Colore: paglierino dall’intensità variabile, presenta sfumature verdognole.
Profumo: delicato, gradevole che ricorda i fiori di campo e di mela verde.
Gusto: al gusto asciutto, intenso, vellutato, generalmente con acidità moderata. Caratteristico finale di mandorla amara.
Abbinamenti: eccellente come aperitivo, ottimo con antipasti magri come il prosciutto crudo, minestre in brodo, sul pesce e sulle carni bianche.
Temperatura di servizio: 10-12 °C. (Per Matteo Bellotto una regola da applicare per la giusta temperatura di servizio sarebbe
Per il Bianco Grado Alcolico -3
Per il Rosso Grado Alcolico +3
Colli Orientali hanno più di 2000 ettari vitati con 23 varietà e 6 sottozone.
I territorio della DOC “Friuli Colli Orientali” è costituito da tre macrotipologie di terreno con diversa origine:
  • Depositi alluvionali: trattasi di terreni autoctoni derivati da alterazione chimica (ferrettizzazione) della parte superficiale dei terreni  prevalentemente ghiaiosi, trasportati e deposti dalle correnti fluvio-glaciali durante l’ultima glaciazione wurmiana. Il substrato litologico che ha dato origine alle terre ferrettizzate è costituito per lo più da materiali calcarei e calcareo-dolomitici provenienti dagli alti bacini dei fiumi che operarono il trasporto, il deposito e il rimaneggiamento del materiale clastico.
  • Depositi detritici (eluvio-colluviali): derivano essenzialmente dai processi di disgregazione ed alterazione della facies marnoso-arenacea del flysch (variamente limoso-argillosi e sabbiosi). La composizione fisica e chimica varia in funzione delle percentuali degli elementi marnosi e arenacei costituenti la roccia d’origine. Il contenuto in calcare è compreso tra il 5 % ed il 15 % della terra fina; il calcare attivo è pressochè assente, come pure è da considerarsi nullo il potere clorosante.
  • Flysh marnoso-arenaceo: questa tipologia di terreno di origine eocenica contraddistingue tutti i profili collinari della denominazione ed è costituita da un alternanza di marne (argille) ed arenarie (sabbie). Localmente questo terreno viene chiamato “Ponca”.
In degustazione
 
La Sclusa 12 viti di Zorzettig Gino e Figli s.s.a.
Spessa di Cividale ( UD) 2023
Vigna del 2010 , 12 biotipi con dna di vigne di 100 anni . 6 mesi sui lieviti. Solo acciaio.
Al naso: fiori bianchi
In bocca: elegante, fresco sentore di sambuco sottile, finale sapido.
Zorzenone Leorino Cividale del Friuli (UD) 2022
Vigne di 85 anni, 4 ettari, situati in una conca fredda , 15% della raccolta appassita in cassette ( una sfida eroica per la buccia fine del Friulano ), Tocai giallo di collina .
Al naso: sentore di muffa, caldo
In bocca: fresco acidità laterale, mentolato elegante e sappi nel finale
Antico Broilo di Duri’ Giovanni Battista Prepotto (UD) 2023
Vigne di 70 anni , fermentazione spontanea,
1 settimana macerazione sulle bucce poi fermentazione In tini troncoconici , pressatura soft , tutto biologico .
Al naso: sentori di viola e rosa, erbe Mentolate, liquirizia
In bocca: bocca piena, data da pH basso, mentolato molto largo con un bellissimo finale
Castello Santanna di Cumini Loreta Spessa di Cividale ( UD) 2021
Vigna di oltre 100 anni , 32 giorni di macerazione in anfora, tre anni in anfora, fermentazione spontanea, zero filtrazione .
E’una zona molto fresca e ventilata.
Al naso: macerato, balsamico complesso, sentori di erbe alpine, sentori di tisana di acacia, miele, fiori gialli .
In bocca: bocca complessa, piena, alcol e sentori di mentolato nel finale .
È quello che si abbina meglio col prosciutto San Daniele.
Visintini di Visintini Oliviero Como di Rosazzo ( UD )Italia 2020
Vigne di 80 anni ,Vino biologico, zona calda, macerazione sulle bucce in anfora . Tocai giallo.
Tappo Diam 30 molto chiuso, quindi necessita di pazienza per poterlo degustare bene .
Al naso: elegante e sottile
In bocca: sentori di sambuco, alcol pronunciato, ma un fantastico equilibrio nel finale.
Stroppolatini Ante Bellum Riserva 2018 Gagliano Cividale del Friuli (UD)
Presenti dal 1868 , 2 ettari Vigna del 1899 , terrazzamenti lavorati a mano, Tocai giallo
Zona calda , ottima maturazione ha consentito di fare la Riserva
6gg macerazione sulle bucce poi solo acciaio
Alla vista : dorato quasi passito
Al naso : fiori bianchi ( acacia e tiglio ) , spezie dolci, sentori di tostato e nocciola, erbe alpine
In bocca: bella freschezza, mentolato complesso, sentori di sambuco
MONVIERT Vermouth
Vermuth da uva Verduzzo, dalla buccia durissima, vendemmia tardiva vicino al Ramandolo, terreno molto calcare.
Al naso: fantastico arancio, Assenzio dolce sentori di cacao e spezie dolci
In bocca: lineare, preciso, sentori dolci dati dall’Assenzio e nel finale amaricante. Tannico perché deriva da vino poco filtrato e mantenuto grezzo per dare un’incidenza maggiore.
Alla prossima !
LUCA GANDIN

Empatia. Sentire, comprendere e accettare gli altri senza giudicare

“Ti capiva fin dove volevi essere capito, credeva in te fin dove ti sarebbe piaciuto credere in te, e ti assicurava di avere ricevuto da te esattamente l’impressione migliore che speravi di dare” diceva Francis Scott Fitzgerald. Questa è l’empatia, l’ inestimabile capacità di accogliere e sentire l’altro, di comprendere le sue emozioni e conoscere la sua esperienza senza calarsi nel giudizio o attivare una valutazione. 

E’ una facoltà abbastanza in controtendenza con il contemporaneoin contrasto con uno scenario sociale e culturale dove l’autocelebrazione, la continua competizione e l’egocentrismo sono le nuove virtù di riferimento e dove ascoltare l’altro anteponendo i suoi bisogni ai nostri, seppur episodicamentesembra un indicatore di  antiquata debolezza. Tuttavia qualcosa si è mosso, proprio in questo ultimo periodo questa gentildonna vestita di altrui sensazioni e conoscenza si è presentata alla nostra porta. L’esperienza di questo virus vissuta in condivisione,  la chiusura, il senso di impotenza, l’incertezza e il disorientamento che questo “veleno” ha portato con sé hanno stimolato la nostra capacità di  “coinvolgimento empatico”. Eravamo tutti lì, e parzialmente lo siamo ancora, a riorganizzarci la vita, il tempo, il lavoro, praticando rinunce e aspettando pazientemente che tutto finisse. Questa avventura ci ha costretto a “sentirci” di più, ci ha messo in una inedita posizione di comprensione.

Sapevamo perfettamente cosa provavano gli altri, in che situazione fossero, quali erano le difficoltà giornaliere da affrontare, sia emotive che pratiche. Bisogni, speranze, frustrazioni e nuove strategie di sopravvivenza ci hanno unito inevitabilmente e collocato sulla stessa lunghezza d’onda.Ecco cosa è l’empatia, non solo la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, ma avere ugualmente cognizione di ciò chel’altro sta vivendo, possedere le informazioni necessarie che ci garantiscano di poter  comprendere appieno la sua condizione di vita. Non solo implicazioni di tipo emotivo o sentimentali dunque, ma anche un impegno di tipo cognitivo, come afferma Lori Gruen autrice del bellissimo libro “La terza via dell’empatia”, e un lavoro continuo di aggiustamento e “calibrazione” del nostro esercizio empatico.

Pensare infatti che l’attività percettiva di cui siamo detentori sia innata o  esclusivamente connaturata è un errore, quest’ultima necessita di un lavoro giornaliero di ricerca, di sintonizzazione e rivisitazione, questo per non cadere in una eccessiva complicità sensoriale, tipica delle persone molto sensibili, o scadere, al contrario, nella completa e mancata identificazione e immedesimazione con il prossimo. Questa “percezione morale” va alimentata dunque, nutrita e sviluppata. Una mano ce la possono dare gli animali afferma la Gruen,che, capaci molto più di noi di entrare in comunione percettiva con i loro simili, sono in grado di partecipare emotivamente alla loro vita soddisfacendo così bisogni di assistenza e vicinanza. La loro spiccata  predisposizione allosservazione del comportamento altrui e la conseguente spinta all’ identificazione li rende maggiormente empatici degli appartenenti alla categoria del genere umano.

Dalla nostra storia recente dunque, dai fatti che ci hanno reso protagonisti involontari e impauriti, si rende necessario comprendere che abbiamo bisogno di empatia, di reciprocità, di scambio emotivo e conoscitivo. Al netto di ogni retorica e lungi dal conseguimento di facili adesioni cariche di sentimentalismi, dobbiamo convincerci che viaggiare abbandonati sul nostro binario, escludendo dalla nostra vita ogni corrispondenza con l’altro da noi, non può che portaci ad una malinconica solitudine.

Maria La Barbera

La 73ª edizione del carnevale giavenese

SABATO 8 FEBBRAIO

Si svolgerà sabato 8 febbraio in orario pomeridiano-serale la 73ª edizione del carnevale giavenese.

Si comincia alle 16 in piazza Mautino con il Carnevale dei bimbi: animazione con Mago Marando, bolle di sapone, baby dance, battaglia di coriandoli.

Sempre dalle 16 in piazza Molines aprono gli stand di street food a cura della Pro loco, con pizza al padellino, panino con porchetta, patate fritte, vin brulé, birra, cioccolata calda.

La grande sfilata dei Carri allegorici, accompagnati dagli Sbandieratori di San Damiano Asti, dalle majorettes e dai gruppi mascherati e con la presenza di molte maschere ufficiali del Piemonte parte alle 18, percorre le vie del centro partendo da via Torino e arriva in piazza Molines dove la serata condotta da Mauro Neirotti prosegue con il Rogo del Titun (il pupazzo del Carnevale) e la riconsegna delle chiavi della città al Sindaco alle 20, con la musica con Beppe Dj, e poi il DJ Set di Matteo Dianti a partire dalle 20,30: fino alle 23 musica e divertimento in piazza.
Partecipano i grandi carri con gruppi al seguito di Rivoli, Scalenghe, Ponte Pietra, Reano, Bruere, Centallo, Bosconero: presenze conosciute alle più grandi sfilate per la maestosità dei carri e delle coreografie.

Il Carnevale di Giaveno come lo si conosce oggi ha origini relativamente recenti. La prima edizione della festa è dell’anno 1951, grazie all’accordo ed alla volontà di un vasto gruppo di cittadini: Giovanni Dovis, Giuseppe Rei e Piero Vai, Vigili del Fuoco, in particolare ne furono i promotori. La prima edizione conta su pochissimi fondi a disposizione, ma moltissimo entusiasmo da parte dei Giavenesi, che vogliono si interrompa la scura epoca precedente vissuta dal paese. La prima fase, che si può dire vada dal 1951 ai primi anni sessanta, accoglie carri allegorici provenienti dalle città vicine, oltre che giornalisti provenienti dalle testate locali e del capoluogo. I fondi raccolti vengono stanziati per le scuole e la casa di riposo. La maschera del Bergè, che rappresenta un pastore in abiti tradizionali e quella della Bergera, la moglie, nascono nel 1952, ma si dovrà aspettare il 1956 per veder comparire i Bergerotti, cioè i figli.

Il Carnevale, in questa prima fase, dura circa una settimana e va a concludersi con il tradizionale rogo.

Nel 1960 nasce la Pro Loco Giaveno, il cui primo presidente è il dottor Aldo Perazzini: grazie all’associazione possono essere messe a frutto diverse attività di promozione, oltre all’organizzazione delle mostre pittoriche di livello, rendendo il Carnevale Giavenese una tradizione.

Da quell’anno la manifestazione assumerà sempre maggior rilievo, sino a diventare quella che è oggi.

Aspettiamo bambini, ragazzi e adulti per una grande festa che porti allegria nei cuori di tutti – dice il Sindaco Stefano Olocco – Una manifestazione che da oltre 70 anni è un punto fermo nel nostro calendario di eventi. Ringrazio la Pro loco per l’organizzazione, l’Associazione Valsangone turismo e tutti gli uffici e i volontari che saranno impegnati per garantire lo svolgimento in sicurezza. Quest’anno ho fortemente voluto che il Carnevale si svolgesse nell’epoca giusta, e non in prossimità della Pasqua come succedeva da qualche tempo; ogni cosa ha la sua stagione e voglio che si rispettino le tradizioni, quando Carnevale era un momento gioioso prima del periodo di austerità e penitenza. La sfilata serale è una novità che speriamo sia apprezzata, così come lo era stata la versione del 2019: in questo modo mi auguro di avvicinare bambini e soprattutto giovani alla festa”.

Anche la Presidente Pro loco, Ivana Usseglio, si unisce ai ringraziamenti a tutti coloro che collaborano per la buona riuscita dell’evento: “Aspettiamo tantissime maschere dai paesi della Provincia e della Regione; sarà di sicuro un bel momento per incontrarsi tra persone che credono nella tradizione. Ringrazio tutti coloro che si sono messi a disposizione per interpretare la famiglia del Bergé, che come consuetudine farà visita nelle scuole e nelle case di riposo del territorio”.

La Famiglia del Bergé è così composta: il Bergè è impersonato da Ugo Giai Gischia, la Bela Bergera da Simona Macsim, i Bergerotti da Leonardo Bergero e Marta Cantore. Li accompagnano il Sindaco del Carnevale Mario Calcagno Tunin e il padrino e madrina della manifestazione, Parinc e Marina interpretati da Luciano Silvestri e Rosa Pappadà: saranno tutti ospitati sul carro dello Scarpone.

Da giovedì 6 a domenica 9 febbraio saranno accese in piazza San Lorenzo le proiezioni a tema carnascialesco del Festival delle Luci.

Con spinaci e ricotta la torta è speciale e stuzzicante

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Le torte salate sono apprezzate per la loro versatilità. Molto facili e veloci da preparare sono ottime servite tiepide o fredde, stuzzicanti e fantasiose

Ideali per un aperitivo con amici, una cena veloce, un antipasto o un pic nic,  le torte salate sono molto apprezzate per la loro versatilita’. Molto facili e veloci da preparare sono ottime servite tiepide o fredde, stuzzicanti e fantasiose. Un must per tutte le stagioni.

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Ingredienti:

2 rotoli di pasta sfoglia rotonda

½ kg. di spinacini freschi

1 fetta di prosciutto cotto (100gr.)

250gr. di ricotta piemontese

100gr. di taleggio

1 uovo intero, 4 tuorli

1 spicchio di aglio

50gr.di parmigiano grattugiato

sale, pepe,burro, noce moscata q.b.

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Lavare gli spinacini, saltarli in padella con una noce di burro e l’aglio, lasciar raffreddare. In una ciotola mescolare il prosciutto e il taleggio tagliati a dadini, aggiungere il parmigiano, l’uovo intero, gli spinacini, sale, pepe e un pizzico di noce moscata. Stendere la pasta sfoglia in una teglia rotonda foderata di carta forno,bucherellare il fondo, disporre il ripieno, coprire con la ricotta, fare 4 fossette in ognuna delle quali sistemare il tuorlo. Coprire con la sfoglia rimanente, saldare bene i bordi, spennellare con poco latte e cuocere in forno per 35-40 minuti a 200 gradi. Servire tiepida.

 

Paperita Patty 

La nuova proposta della caffetteria della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: Stella Café

Riparte con una proposta completamente rinnovata la caffetteria della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, situata in via Modane 20, a Torino, nell’edificio progettato dall’architetto Claudio Silvestrin, nell’area ex industriale della Fergat. La nuova proposta della Stella Café è stata affidata a POP UP location wow, agenzia di Fabrizio Bocca che gestisce gli spazi eventi più scenografici della città, e prevede un servizio di caffetteria, pranzi, aperitivi e il brunch del weekend ideale per famiglie, coppie e amici. L’idea è quella di creare una proposta continuativa che si adatti a proposte diverse, e che ora la possibilità di prendersi una pausa tra arte e relax, coniugando l’assaggio di qualcosa di buono e la visita alla preziosa collezione della Fondazione. Come tutte le location gestite da POP UP, Stella Café non sarà solo uno spazio aperto al pubblico, ma anche a disposizione per eventi privati, piccole feste, pranzi aziendali, così come sono gli altri spazi della struttura, icona della riqualificazione urbana torinese in chiave artistica. Nel menù inclusivo di Stella Café, oltre alla caffetteria e il bar, adatti a colazioni, merende, pranzi e spuntini, troviamo tra le proposte piatti vegetariani, vegani, menù baby e un ricco brunch nel fine settimana.

La scelta di materie prime, come nella filosofia degli spazi gestiti da POP UP, è già metà dell’opera, sia in termini di ricerca che di lavorazione. Tra le priorità assolute del locale vi è la valorizzazione dei prodotti del territorio. La cucina è affidata al giovane chef Flavio Cumali, con una lunga esperienza in Italia e all’estero. La carta dei vini è stata selezionata con cura per accompagnare ogni tipo d’occasione dalla responsabile del bar e barlady Giulia Giacomelli, la guida di uno staff tutto al femminile con Irina e Aurora. L’apertura è dal martedì al venerdì a pranzo, mentre sabato e domenica il brunch è il grande protagonista, accompagnato dall’offerta dell’aperitivo serale.

Oltre a gustare cibi genuini e sorseggiare drink, gli ospiti potranno prendersi tempo per visitare la collezione della Fondazione e le mostre temporanee in allestimento. Nella sede della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, impegnata dal 1995 a favore dell’arte e della cultura contemporanea, si può disporre di uno spazio polifunzionale che, insieme alla caffetteria, rappresenta un luogo ideale per eventi standing fino a 250 persone, o placée fino a 150 persone, in grado di ospitare meeting, piccoli rinfreschi, incontri riservati e piccole esposizioni. È anche disponibile un’aula auditorium strutturata per un totale di 144 posti più una sala adiacente di 56 posti collegate a circuito chiuso, con la possibilità di collegarsi in videoconferenza. La sala ristorante può ospitare eventi placée fino a 100 persone.

 

Mara Martellotta

Liquorificio Spirito Reale, un negozio esclusivo apre a Torino

Apre a Torino, nella suggestiva cornice della Galleria San Federico, il Liquorificio Spirito Reale

Nella storica e suggestiva cornice anni Trenta della Galleria San Federico, a Torino, aprirà prossimamente il Liquorificio Spirito Reale, un negozio esclusivamente dedicato alla degustazione e vendita di spirits del marchio. Due vetrine affacciate sulla storica galleria attirano l’attenzione dei passanti ed invitano a varcare l’imponete portone di ferro battuto per scoprire il mondo di Spirito Reale.

All’interno gli appassionati di spirits vengono accompagnati in un viaggio sensoriale tra amari, liquori, gin, vodka, bitter e Vermouth di Torino, che parte dalle distillerie del gruppo, con sede a Moriondo Torinese, dove vengono studiati, concepiti e realizzati tutti i prodotti del brand e che conduce in Galleria San Federico, dove campeggia la scritta “Liquorificio”, sottolineando il forte legame con il luogo in cui nasce l’offerta di Spirito Reale. L’ampio assortimento, dedicato non solo ai professionisti ma a tutti gli amanti degli spirits, è stato realizzato anche grazie alla consulenza di Fulvio Piccinino, esperto del settore, che ha supervisionato il team di lavoro con preziosi contributi storici e di gusto. Gli ingredienti di alta qualità scelti da fornitori locali, la cura e l’attenzione del laboratorio analisi interno ed il controllo puntuale e curato del processo produttivo costituiscono le solide basi su cui poggia la visione innovativa di Spirito Reale e garantiscono prodotti premium quality ispirati alla tradizione liquoristica torinese ed italiana.

“Ad ognuno il suo gusto, tutti con lo stesso Spirito”: la possibilità di degustare e la gioia di scegliere in base al proprio gusto. Questa è l’essenza del brand e l’assoluta novità del format del Liquorificio. Il brand sabaudo dal mood pop ha una forte identità visiva: un’unica bottiglia dal design riconoscibile che si differenzia in base al colore per identificare le singole referenze, tutte proposte in tre formati: 100 ml, 200 ml, 500ml. Diretto, autentico, cool e divertente Spirito Reale si propone come un brand per tutti, sempre al passo con i tempi, dove ognuno trova qualcosa di suo gusto in una comunità unita dallo stesso spirito.

Il Liquorificio Spirito Reale è un angolo tranquillo dove poter degustare, scoprire e riscoprire le fragranze all’interno dei prodotti: cannella, pompelmo rosa, caffè, menta, spezie, lampone, pesca, millefiori, agrumi, violetta, liquirizia, amarena, camomilla, passando ovviamente per i grandi classici italiani e internazionali, dal limoncello alla genziana, dal London Dry gin al Fernet. Nello spazio di Galleria San Federico, a partire dal mese di febbraio, Spirito Reale organizzerà serate dedicate guidate da esperti del settore, occasione per conoscere le referenze della gamma o assaggiare i cocktail realizzati dal brand ambassador Eric Maccario, bartender del Buddha Bar di Montecarlo che, grazie alla sua freschezza, eleganza e creatività, ha interpretato lo spirito del brand con cocktail originali o rivisitazioni di quelli tradizionali in chiave innovativa. Spirito Reale è anche un posto dove vivere l’arte. Una delle vetrine di Galleria San Federico sarà sempre dedicata ad un artista. Attualmente ospita un’opera del torinese Max Petrone che ha rappresentato in chiave pittorica i valori del brand grazie all’uso di colori energici, pennellate forti e di impatto per esprimere fantasia, colore ed energia.

Mara Martellotta

 

www.spiritoreale.it

Torna il Salone del Vino, un percorso lungo un anno

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 Un percorso lungo un anno. La terza edizione della fiera dedicata al patrimonio vitivinicolo del Piemonte torna con il grande evento del Salone del Vino di Torino dal 1° al 3 marzo 2025 alle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino dando il via a un ricco calendario di eventi diffusi che proseguiranno tutto l’anno nei territori del vino, nei mesi successivi della fiera, coinvolgendo cantine per conoscere e attraversare il DNA del Piemonte.

Il Salone del vino di Torino si amplia e cresce, raddoppiando anche i propri spazi espositivi all’interno delle OGR con oltre 500 cantine attese. Un’unica grande location dove il pubblico di appassionati, operatori e operatrici del settore, ma anche semplici curiosi, potranno conoscere, degustare e acquistare le migliori etichette.

 

La terza edizione del Salone del Vino di Torino sarà quindi una nuova occasione per incontrare da vicino i produttori e le produttrici del territorio, ascoltare storie e farsi guidare dai sommelier alla scoperta di tante diverse etichette per arricchire le proprie conoscenze sul mondo del vino con un ricco programma di talk, incontri e mostre.

 

Riconfermati anche quest’anno gli appuntamenti OFF del Salone del Vino di Torino realizzati in collaborazione con le numerose realtà del territorio, dalle Grandi Cene all’interno dei migliori ristoranti della città fino alle degustazioni e agli eventi esclusivi per avvicinarsi, con gusto, al lungo weekend della cultura e dell’arte vitivinicola piemontese.

Sfoglia caramellata alla crema, trionfo di dolcezza

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Una croccante sfoglia caramellata che racchiude una deliziosa crema pasticcera aromatizzata al limone.

Un perfetto connubio di morbidezza e friabilita’, semplice e irresistibile.

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Ingredienti

 

1 confezione di pasta sfoglia pronta quadrata

500ml. di latte fresco intero

4tuorli

100gr. di zucchero

40gr. di maizena

1 bustina di vanillina

1 limone

Zucchero a velo

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Preparare la crema pasticcera. Portare ad ebollizione il latte aromatizzato con la buccia di limone grattugiata, lasciar intiepidire e filtrare. Lavorare i tuorli con lo zucchero, unire la vanillina, versare il latte a filo sempre mescolando. Cuocere la crema a bagnomaria per circa 10 minuti. Lasciar raffreddare, aggiungere il succo di  ½ limone senza mai smettere di mescolare. Disporre una base di sfoglia su un piatto da portata, coprire con la crema pasticcera, mettere la seconda sfoglia, ricoprire con la crema. Disporre l’ultima sfoglia, spolverizzare di zucchero a velo, guarnire a piacere. Servire fresca.

 

Paperita Patty