LIFESTYLE

Con un sacco di fieno in fabbrica

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Da vent’anni, riposta nel solaio la bricolla da contrabbandiere, varcava puntualmente alle sette del mattino i cancelli dell’acciaieria di Villadossola. Alto e secco, con l’andatura un poco ciondolante, Ugo aveva alle spalle una vita a dir poco avventurosa.

Già in tenera età boscaiolo, addetto al palorcio della teleferica e all’accatastamento del legname; poi partigiano con Superti in Val d’Ossola e, dopo la Liberazione, contrabbandiere per necessità, arrancando sui sentieri degli spalloni per racimolare qualche misero guadagno per poter mettere insieme il pranzo con la cena e dare una mano alla vecchia madre. Alla morte della genitrice lasciò ad altri i rischi dell’andar di frodo scegliendo di lavorare in fabbrica dove aveva trovato impiego come operaio addetto al laminatoio. La sua era diventata, da quel giorno, una vita più regolare, scandita dai turni in azienda. Aveva così anche il tempo  per dedicarsi alla passione per la lettura, soddisfacendo la sua curiosità di sapere le cose nel mondo. Comprava regolarmente due giornali ( uno era il quotidiano più diffuso, dove trovava anche la cronaca locale; l’altro era L’Unità), divorava libri di ogni genere, andava al cinema appena poteva e frequentava anche gli spettacoli della filodrammatica amatoriale che di tanto in tanto metteva in scena opere classiche e senza tempo sul palcoscenico del teatro comunale.

Era conosciuto e rispettato perché sapeva fare bene il proprio mestiere, sempre attento e puntuale sul lavoro, ben voluto dai compagni del reparto. Ugo era tra quelli che, fieri della propria rettitudine, potevano andare a testa alta. Comunista convinto anche se non aveva mai avuto in tasca la tessera di quel partito perché il suo spirito ribelle non gli consentiva di soggiacere alle regole e alle liturgie della vita di partito. Il suo punto di vista, formatosi nel vivo della lotta partigiana, si era fatto più saldo nell’inferno di calore, polvere e rumore dell’acciaieria. Era lì che era maturata la presa di coscienza di tutta una condizione lavorativa, umana, politica. Era lì che aveva fatto l’amara scoperta che di lavoro si muore perché la vita degli operai valeva meno del profitto. Dopo i bagliori delle lotte sul finire degli anni sessanta era iniziato un periodo opaco. Soffriva molto nell’assistere al tramonto della centralità operaia nell’immaginario della società italiana e nell’orizzonte politico delle stesse forze di sinistra. I segnali che attestavano l’arretramento del movimento dei lavoratori, sottoposto a ripetuti attacchi, l’avevano reso più nervoso e meno accomodante. La figura e il ruolo dell’operaio si erano fatti sempre più complicati e le ultime generazioni erano andate a scuola, avevano studiato maturando la convinzione che la fabbrica non rappresentasse più un’occasione di riscatto sociale, perdendo parte del senso di appartenenza a una ben precisa classe sociale. Tutto era diventato più fluido e la compattezza e l’orgoglio di un tempo erano un ricordo sfocato. Eppure Ugo avvertiva che fra i vecchi e  i giovani c’era ancora uno scambio di saperi e che il nocciolo duro della militanza sindacale e l’etica del lavoro e delle cose ben fatte non erano spariti del tutto. Forse era per via di quelle radici che affondavano nella tenacia di quella cultura contadina di montagna che da quelle parti era cosa seria, dove  l’universo dell’acciaieria con l’altoforno, le colate e i laminatoi era condiviso dai tanti che mantenevano un legame con i campi e gli alpeggi, la fienagione e qualche animale nella stalla. Aveva maturato una consapevolezza che il tempo aveva levigato rendendola disincantata, lucida, a volte venata da una malinconia che veniva ben presto scacciata da quel suo carattere deciso, incline alla battuta arguta, al commento salace. Non perse nemmeno l’abitudine di andare a votare, come amava dire, “in zona Cesarini”. I seggi chiudevano alle quattordici del lunedì e cinque minuti prima del termine ultimo varcava la soglia del seggio, soffermandosi davanti ai tabelloni con le liste. Si prendeva un paio di minuti per far scorrere lo sguardo sui simboli e candidati e poi, ritirata la scheda, entrava nella cabina commentando ad alta voce: “ Vediamo un poco.. Toh, ecco il simbolo di quelli che fanno portare la croce agli altri e quello dei padroni. E l’altro dove sarà mai?? Ah, eccolo qui, Quello che piace a me. Il simbolo degli operai, anche se un poco sbiadito. Un segno qua e un segno là . E anche questa volta ho votato bene!”. Ripiegava la scheda e la infilava soddisfatto nell’urna, salutando presidente e scrutatori con un largo sorriso. Un giorno scelse di manifestare il suo disprezzo per crumiri e per i pavidi che non protestavano e non scioperavano mai presentandosi alla portineria d’entrata con un sacco di fieno in spalla. I due guardiani che sostavano davanti al cancello gli chiesero cosa intendesse fare con quel sacco e lui, serafico, rispose: “Ci sono quelli che portano in fabbrica la schiscetta con il pranzo, il panino o il quartino di vino? Bene. Io ho portato il fieno per dar da mangiare a tutti gli asini che stanno qui dentro. Non ci vedo niente di male, no? Sono una persona generosa, io”. Ugo in fondo era così e niente al mondo l’avrebbe cambiato, tant’é che quando andò in pensione in fabbrica avvertirono tutti, anche quelli ai quali non era mai stato simpatico, un vuoto, un’assenza che rese l’ambiente ancora più povero di quanto non fosse già diventato.

Marco Travaglini 

 

Insalata russa “insolita” e super-light

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La Ricetta della Cuoca Insolita

 

Chi è La Cuoca Insolita
La Cuoca Insolita (Elsa Panini) è nata e vive a Torino. E’ biologa, esperta in Igiene e Sicurezza Alimentare per la ristorazione, in cucina da sempre per passione. Qualche anno fa ha scoperto di avere il diabete insulino-dipendente e ha dovuto cambiare il suo modo di mangiare. Sentendo il desiderio di aiutare chi, come lei, vuole modificare qualche abitudine a tavola, ha creato un blog (www.lacuocainsolita.it) e organizza corsi di cucina. Il punto fermo è sempre questo: regalare la gioia di mangiare con gusto, anche quando si cerca qualcosa di più sano, si vuole perdere peso, tenere a bada glicemia e colesterolo alto o in caso di intolleranze o allergie alimentari.
Tante ricette sono pensate anche per i bambini (perché non sono buone solo le merende succulente delle pubblicità). Restando lontano dalle mode del momento e dagli estremismi, sceglie prodotti di stagione e ingredienti poco lavorati (a volte un po’ “insoliti”) che abbiano meno controindicazioni rispetto a quelli impiegati nella cucina tradizionale. Usa solo attrezzature normalmente a disposizione in tutte le case, per essere alla portata di tutti.

Calendario corsi di cucina ed eventi con La Cuoca Insolita alla pagina https://www.lacuocainsolita.it/consigli/corsi/

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Insalata russa “insolita” e super-light


L’insalata russa è un classico: si trova in tavola in mille occasioni ed è buonissima. Ma c’è un piccolo problema: ha un potere calorico e un contenuto di grassi micidiali. Se però non volete rinunciare, c’è un modo per prepararla con il 75% di calorie e il 95% di grassi in meno rispetto alla ricetta tradizionale. Ma come fa ad essere così buona? Anche se è senza uova né patate ed è super-light, è deliziosa. Non preoccupatevi di deludere i vostri ospiti: quando scopriranno il segreto della vostra ricetta non potranno più farne a meno!

Tempi: Preparazione (45 min); Cottura (10 min).
Attrezzatura necessaria: pentola per cottura a vapore con cestello, coltello a lama liscia e tagliere, minipimer, grattugia per scorza di limone, colino
Ingredienti per 4 persone:
Per le verdure:
⦁ Piselli surgelati – 100 g
⦁ Carote – 100 g
⦁ Topinambur (o patate) – 100 g
Per la maionese super-light:
⦁ Fagioli bianchi di Spagna – 200 g
⦁ Latte di soia o di canapa – 50 g
⦁ Succo di limone – 25 g
⦁ Scorza di ½ limone – 2,5 g
⦁ Olio e.v.o. –2 cucchiaini
⦁ Sale fino integrale di Sicilia – 6 pizzichi (1,5 g)
⦁ Curcuma in polvere – 1 punta di cucchiaino
⦁ (per chi vuole: Filetti di sgombro al naturale – 50 g)

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link: https://www.lacuocainsolita.it/ingredienti/

Difficoltà (da 1 a 3): 1 Costo totale: 3 €
Perché vi consiglio questa ricetta?
⦁ Il vostro medico vi ha detto di eliminare le Solanaceae (es. patate, melanzane, pomodori e peperoni) dalla dieta, ma voi ne andate pazzi? Nessun problema! Qui userete i topinambur al posto delle patate! Il risultato è sorprendente e fa bene anche a chi vuole tenere a bada la glicemia.
⦁ Se non volete usare il latte di soia, potete usare il latte di canapa: è uno dei pochi alimenti di origine vegetale che contiene tutti gli aminoacidi essenziali (quelli che il nostro organismo non sa produrre da solo) che servono per formare le proteine. In alternativa anche il latte vaccino può andare benissimo.
⦁ In una porzione da 200 g, solo 125 Kcal al posto di 535 Kcal circa della ricetta tradizionale (il 75% in meno! Si, avete letto bene…).
⦁ Pochissimi grassi: meno di un cucchiaino di olio a porzione… Il 95% in meno di grassi rispetto alla ricetta tradizionale. Ideale quindi anche per chi ha problemi con il colesterolo e a chi vuole perdere qualche chilo.

Preparazione
LE VERDURE
Pelate e tagliate le carote e i topinambour a dadini piccoli, di massimo 1 cm di lato. Cuocete a vapore le verdure separatamente. Se usate la pentola a pressione i tempi sono questi: piselli surgelati (5 min), carote (5 min), topinambur (3 min). Se avete una pentola normale il tempo è il doppio. Se usate le patate il tempo in pentola a pressione è di 2 min.
LA MAIONESE SUPER LIGHT
Spremete il limone e filtrate il succo su un colino. Grattate la scorza del limone e mescolatela al succo e a tutti gli altri ingredienti nel bicchiere del minipimer, per frullate fino ad ottenere un composto cremoso e senza pezzi.
LA PREPARAZIONE DELL’INSALATA RUSSA “INSOLITA”
Mescolate le verdure e la maionese super-light. Mettete tutto nel contenitore che sceglierete per dare la forma al vostro antipasto. Schiacciate bene, livellate e capovolgete il contenitore su un piatto di portata. Potete decorare a piacere.

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A chi è adatta questa ricetta?
Senza uova. In più, usando il latte di canapa, anche chi è allergico a soia o latte può mangiare questa insalata russa “insolita”.

 

 

 

 

 

 

 

Valori nutrizionali
Una porzione della ricetta della Cuoca Insolita a confronto con la stessa porzione della ricetta tradizionale con maionese, uova e tonno sott’olio:

Io Barolo

Io, Barolo 2025: un viaggio enologico nel cuore delle Langhe
Sabato 13 settembre 2025, dalle 16.00 alle 21.3036 produttori di Barolo guideranno i partecipanti in un affascinante percorso enologico nel suggestivo borgo di Roddi (CN).

La degustazione itinerante prenderà il via da Piazza Umberto I e culminerà nel suggestivo giardino del castello, da cui si gode un panorama mozzafiato sui vigneti e le colline, patrimonio UNESCO, che circondano il cuore dell’area di produzione del Barolo. Qui, appassionati e intenditori avranno l’opportunità di assaggiare una vasta gamma di cru e annate differenti di Barolo, oltre ad altri pregiati vini del territorio.
Come partecipare all’evento
L’accesso a Io, Barolo è libero e aperto a tutti. Per assaggiare i vini si potrà acquistare un pass degustazione al costo di 35,00 € in prevendita online, oppure 38,00 € in loco (soggetta a disponibilità), che consente di degustare i vini di tutti i produttori presenti. Ogni partecipante riceverà un calice da portare a casa come ricordo della serata e un coupon che gli consentirà di effettuare la visita a una delle cantine presenti all’evento con uno sconto del 10% su eventuali acquisti.

Ai cittadini residenti a Roddi è riservato uno sconto speciale di 15,00  sul costo del pass degustazione.
ACQUISTA IL PASS DEGUSTAZIONE
Esperienze esclusive e approfondimenti
La giornata sarà arricchita da appuntamenti speciali:
• Salotto-degustazione “Intrecci. Donne, Vite, Barolo” (15.00 – 16.00): imperdibile anteprima all’interno del Castello di Roddirecentemente restaurato. Un incontro tra racconto e degustazione. Un breve interludio teatrale a cura di Chiara Buratti, che introduce il suo dialogo con due giovani produttrici di BaroloFrancesca Argamante, cantina Podere Ruggeri Corsini e Sara Moscone, cantina Moscone.
Storie di passione, visione e radici da ascoltare e da assaporare nel calice con la degustazione di due vini non presenti in evento: Barolo Docg Bricco San Pietro 2021, Podere Ruggeri Corsini e Barolo Docg Bussia 2017, Moscone.
L’incontro avrà un taglio originale, grazie alla conduzione dell’attrice Chiara Buratti, volto noto del teatro e della televisione, con una lunga esperienza tra palcoscenico e media, che ha spesso portato in scena format che fondono narrazione e racconto del territorio. Il costo extra è di 12,00 € a persona.
• Visite guidate al Castello di Roddi (17.00 – 20.00): saranno organizzati 4 turni di visita per ammirare le sale restaurate, le storiche cucine cinquecentesche e il nucleo medievale del castello. Il costo extra è di 6,00 € a persona.
Sapori e tradizioni locali
Non mancherà l’offerta gastronomica, con stand dei produttori associati alla Strada del Barolo.
Per informazioni scrivere a comunicazione@stradadelbarolo.it
PRODUTTORI DI BAROLO PRESENTI:
Bosco Pierangelo, La Morra (CN)
Bric Cenciurio, Barolo (CN)
Casa Baricalino, Novello (CN)
Casa E. di Mirafiore, Serralunga d’Alba (CN)
Cascina Mucci, Roddino (CN)
Costa di Bussia – Tenuta Arnulfo, Monforte d’Alba (CN)
Diego Morra, Verduno (CN)
Dosio Vigneti, La Morra (CN)
Fontanafredda, Serralunga d’Alba (CN)
10 Franco Conterno, Monforte d’Alba (CN)
11 Gigi Rosso, Castiglione Falletto (CN)
12 I Brè, Verduno (CN)
13 Josetta Saffirio, Monforte d’Alba (CN)
14 La Biòca, Serralunga d’Alba (CN)
15 L”Astemia, Barolo (CN)
16 Le Strette, Novello (CN)
17 Marrone, La Morra (CN)
18 Moscone, La Morra (CN)
19 Olivero Mario, Roddi (CN)
20 Podere Gagliassi, Monforte d’Alba (CN)
21 Podere Ruggeri Corsini, Monforte d’Alba (CN)
22 Rizieri, Diano d’Alba (CN)
23 Rocche Costamagna, La Morra (CN)
24 Savigliano Fratelli, Diano d’Alba (CN)
25 Terre del Barolo, Castiglione Falletto (CN)
26 Vietti, Castiglione Falletto (CN)
BANCO D’ASSAGGIO DEL BAROLO:
Amalia Cascina in Langa, Monforte d’Alba (CN)
Aurelio Settimo, La Morra (CN)
Borgogno Francesco, Barolo (CN)
Broccardo, Monforte d’Alba (CN)
Cadia, Roddi (CN)
Cascina Sòt, Monforte d’Alba (CN)
Famiglia Anselma, Barolo (CN)
Fratelli Serio & Battista Borgogno, Barolo (CN)
Giovanni Rosso, Serralunga d’Alba (CN)
10 Negretti, La Morra (CN)
STREET FOOD:
Beppino Occelli, Farigliano (CN)
Cascina Buschea, Rodello (CN)
Ciabot del Cua, Bosia (CN)
Fork in Travel, Acqui Terme (AL)
Golosalba, Diano d’Alba (CN)
L’Ora Giusta – Bistrot in Langa, Roddi (CN)
Mencos Brothers, Santo Stefano Belbo (CN)
Mosto Ardente, Castellino Tanaro (CN)
Salumificio Benese, Bene Vagienna (CN)
Alla prossima !
LUCA GANDIN

Dantès e l’Olivetti

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All’inizio degli anni ’50 un vivace yorkshire terrier di nome Dantès viveva a Ivrea, capoluogo del canavese. La “città delle rosse torri” era conosciuta in ogni angolo del mondo grazie all’Olivetti, la prima fabbrica nazionale di macchine da scrivere, fondata nel 1908 e destinata a diventare leader nel settore dei materiali per ufficio e poi in strumenti elettronici all’avanguardia, dalle telescriventi alle prime macchine da calcolo meccaniche. Dantès era il compagno inseparabile di un giovane ingegnere che lavorava alle Officine ICO, uno dei luoghi produttivi della Olivetti più innovativi e all’avanguardia, esempio unico per lo spirito imprenditoriale che l’animava grazie alla visione illuminata di Adriano Olivetti.

Dantès era un cane molto intelligente, tanto curioso e intraprendente quanto dotato di uno spirito avventuroso. Ogni giorno accompagnava il suo padrone in ufficio dove l’ingegnere e i suoi collaboratori erano impegnati a progettare e costruire macchine da scrivere e calcolatrici. La fabbrica in quegli anni era un luogo vibrante e pieno di idee innovative, e Dantès guardava quel fermento accoccolato sulla sedia vicino alla scrivania ricevendo coccole dagli operai che passavano di lì e anche qualche bocconcino che dimostrava di gradire molto. Una mattina, mentre il suo padrone era immerso nei progetti, Dantès decise di esplorare il vasto complesso dell’Olivetti. Si allontanò dalla scrivania e si avventurò nei corridoi tra le macchine e i tavoli da lavoro. La sua curiosità lo portò in una grande sala dove si stava stavano discutendo animatamente su un nuovo modello di macchina da scrivere. Dantès attratto dalle voci si avvicinò silenziosamente. Stavano parlando della Lettera 22, macchina da scrivere portatile che avrebbe rivoluzionato il modo di scrivere diventando la preferita dei più grandi giornalisti italiani. Ormai era pronta per essere messa in produzione nello stabilimento di Aglié. Progettata da Giuseppe Beccio e disegnata da Marcello Nizzoli, rappresentava al meglio l’estetica olivettiana. I suoi pregi erano la leggerezza (tre chili di peso) e la maneggevolezza ma anche le caratteristiche tecniche erano destinate a renderla unica e amatissima fino al punto di diventare un’icona, un oggetto di culto. Con grande sorpresa il piccolo terrier notò che Adriano Olivetti era presente. L’uomo, con il suo carisma e la sua visione lungimirante, stava parlando di come la tecnologia dovesse essere al servizio dell’umanità, migliorando la vita delle persone. Dantès, colpito da quelle parole, si accucciò ai piedi di Adriano, ascoltando attentamente. Il proprietario dell’Olivetti, notando il piccolo cane, sorrise e si chinò per accarezzarlo. “Ecco un piccolo compagno che sembra capire l’importanza del nostro lavoro” disse, suscitando le risate dei presenti.

Dantès scodinzolò felice, sentendosi parte di quel mondo straordinario. Da quel giorno divenne una vera e propria mascotte per l’azienda eporediese.  Ogni volta che Adriano Olivetti visitava il reparto il piccolo yorkshire era sempre lì, pronto a ricevere coccole e a portare un sorriso sul volto di tutti. La sua presenza non solo era gradita ma offriva quasi un senso di leggerezza e di gioia rammentando che, oltre ai progetti e ai macchinari, c’era spazio per l’amore e l’amicizia. La fabbrica a misura d’uomo era il sogno di Olivetti che la immaginava non solo come un luogo di produzione da cui trarre il maggior profitto possibile, ma il centro dello sviluppo della società e dell’economia. Un luogo di socializzazione in cui si dovevano produrre oltre che beni, anche idee e sviluppo della persona seguendo la logica che attribuiva all’attività lavorativa il compito di garantire la realizzazione dell’individuo. Con il massimo rispetto per tutti gli esseri viventi. E questo piaceva molto a Dantès. Un giorno, mentre l’azienda preparava il lancio di un nuovo prodotto, il piccolo cane si accorse che il suo padrone era particolarmente stressato. E non solo lui. Decise allora di fare qualcosa. Con una mossa astuta rubò un pezzo di carta da un tavolo e, correndo nei corridoi, attirò l’attenzione di tutti. Gli operai, divertiti dalla vista del piccolo terrier che si muoveva velocemente, iniziarono a seguirlo, lasciando per qualche istante le postazioni di lavoro. Dantès guidò il gruppo verso il giardino della fabbrica, inondato dal sole che brillava alto in cielo. Anche Adriano Olivetti li aveva raggiunti e vedendo la gioia che aveva portato, ben consapevole di quanto fosse importante prendersi una pausa e condividere momenti di felicità, decise di lasciare a tutti il pomeriggio libero. Fu così che Dantès diventò anch’esso uno dei simboli viventi di quell’azienda che credeva nel benessere dei suoi dipendenti. Adriano Olivetti, riconoscendo l’importanza di un ambiente di lavoro sereno e stimolante, incoraggiò l’idea di momenti di svago e socializzazione creando i presupposti di una vera e propria comunità. Dantès continuò a correre tra le scrivanie, piccolo eroe a quattro zampe in un’epoca di grandi cambiamenti, portando gioia e ispirazione in un mondo che stava evolvendo. La sua storia divenne parte della leggenda dell’Olivetti, piccolo ma non secondario simbolo di come anche l’entusiasmo di un animaletto potesse avere una grande importanza nella vita delle persone e nei successi di un’impresa così importante.

Marco Travaglini

Psicologia e salute mentale: nuove sfide per i torinesi

SCOPRI – TO    ALLA SCOPERTA DI TORINO

Negli ultimi anni, la salute mentale è diventata un tema sempre più centrale anche a Torino. La pandemia prima, la crisi economica e sociale poi, hanno contribuito a modificare profondamente il modo in cui i torinesi percepiscono il proprio benessere psicologico. Se un tempo rivolgersi a uno psicologo era spesso considerato un tabù, oggi la situazione sta cambiando: sempre più persone scelgono di chiedere aiuto, riconoscendo l’importanza di prendersi cura della propria mente così come del proprio corpo.
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Ordine degli Psicologi del Piemonte, negli ultimi tre anni le richieste di colloqui psicologici nella provincia di Torino sono aumentate di circa il 35%. In particolare, sono cresciute le domande di sostegno legate a stress lavorativo, ansia e difficoltà relazionali. A incidere sono anche fattori come la precarietà economica, l’incertezza sul futuro e l’isolamento sociale che, in alcuni casi, hanno lasciato segni profondi.
Una città che cambia, nuove necessità
Torino è una città dinamica e in continua trasformazione. L’intensificazione dei ritmi di vita, la pressione legata alle performance professionali e scolastiche, unita alle difficoltà nel conciliare vita privata e lavoro, hanno portato molti torinesi a sperimentare sintomi di burnout e disagio emotivo.
Sempre più giovani tra i 20 e i 30 anni, ma anche adulti in età lavorativa, si avvicinano a percorsi di supporto psicologico per gestire ansia, bassa autostima e difficoltà decisionali.
“Non è un segno di debolezza, ma di consapevolezza” spiegano diversi professionisti torinesi. “Chiedere aiuto permette di trovare strumenti per affrontare i momenti difficili e prevenire il peggioramento del disagio”.
Il ruolo delle scuole e delle famiglie
Un altro fenomeno che emerge con forza riguarda gli adolescenti. Secondo alcune stime locali, negli istituti superiori torinesi circa un ragazzo su cinque manifesta segnali di ansia da prestazione, difficoltà relazionali o sintomi depressivi.
Per questo motivo, molte scuole della città stanno introducendo sportelli di ascolto psicologico, offrendo agli studenti un punto di riferimento sicuro dove esprimere le proprie paure e imparare a gestire meglio le emozioni.
Anche le famiglie torinesi stanno iniziando a guardare alla psicologia con occhi diversi. La generazione dei genitori di oggi, rispetto al passato, tende a essere più aperta nel considerare il supporto psicologico come un’opportunità, non come un marchio di fragilità.
Verso una nuova consapevolezza
L’attenzione crescente verso la salute mentale sta spingendo Torino a sviluppare una rete sempre più ampia di servizi di prevenzione e progetti di sensibilizzazione. Dalle iniziative promosse dall’ASL cittadina agli incontri organizzati nei quartieri, fino alle attività delle associazioni locali, l’obiettivo è comune: abbattere lo stigma e diffondere una cultura del benessere psicologico accessibile a tutti.
Gli esperti sottolineano però che la strada è ancora lunga. Nonostante la maggiore apertura, persistono barriere culturali e, soprattutto, economiche: il costo delle sedute resta spesso un ostacolo per molte famiglie. Per questo, si moltiplicano le richieste di percorsi agevolati e sportelli gratuiti, con il supporto delle istituzioni locali.
Un cambiamento in atto
Se c’è un messaggio che Torino sta lanciando, è che occuparsi della propria mente non è un lusso, ma una necessità. La psicologia sta uscendo dal silenzio e diventando una risorsa concreta per affrontare le sfide quotidiane, migliorare la qualità della vita e costruire una comunità più consapevole.
In un periodo storico complesso, la salute mentale non può più essere considerata un tema di nicchia: riguarda tutti. E Torino, con le sue iniziative e la crescente sensibilità dei cittadini, sembra pronta ad accettare la sfida.
Noemi Gariano

Succulenti cannelloni al gorgonzola in crosticina dorata

Una ricetta gustosa adatta ad ogni occasione. Crosticina dorata, ripieno morbido e vellutato, un primo piatto delicato, facile da realizzare e super veloce.

Ingredienti

Pasta fresca per lasagne (tipo Rana) 12 sfoglie
300gr.di ricotta morbida
300gr.di gorgonzola dolce e cremoso
1 uovo intero
Latte fresco q.b.
50gr. di grana grattugiato
Sale, pepe, noce moscata q.b.
Granella pistacchi  (facoltativo)

Mescolare la ricotta con il gorgonzola, 30gr.di formaggio grana grattugiato, sale, pepe e noce moscata, aggiungere l’uovo intero e diluire con poco latte sino ad ottenere una crema densa.
Ungere una pirofila da forno.
Stendere l’impasto su ogni sfoglia di pasta e arrotolare a ” cannellone”, sistemare nella teglia, versare sulla superficie la crema rimasta, diluita con altro latte, cospargere con il rimanente grana e infornare a 200 gradi per 20 minuti coperto con un foglio di alluminio poi, 5 minuti sotto il grill. Servire a piacere con granella di pistacchi

Paperita Patty

Zucchine allo zenzero fresco

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In questo periodo i nostri orti producono una quantità incredibile di zucchine. Molto versatili in cucina, si possono consumare in tantissimi modi sia cotte che crude, hanno pochissime calorie, sono una fonte di vitamine e sono ricche di potassio. Eccovi la ricetta, un contorno aromatico e stuzzicante.

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Ingredienti

Piccole zucchine fresche

1 cipolla

1 spicchio di aglio

1 rizoma di zenzero fresco

1 limone

½ bicchiere di vino vianco secco

Basilico, salvia, rosmarino

Sale, olio di oliva q.b.

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Lavare le zucchine, tagliarle a tocchetti e saltarle in padella con poco olio sino a rosolatura. Asciugare su carta assorbente, salare. In una padella soffriggere in abbondante olio la cipolla e l’aglio affettati, aggiungere le erbe aromatiche e sfumare con il vino bianco. Versare il soffritto sulle zucchine, aggiustare di sale, aggiungere lo zenzero pelato ed affettato sottilmente e la scorza del limone. Lasciare insaporire per almeno un giorno. Conservare in frigo e servire fresco.

Paperita Patty

Consegna della spesa con Cortilia per i clienti Amazon di Torino

A partire dalla giornata di giovedì 4 settembre i clienti Amazon  di Torino e aree limitrofe potranno scoprire e acquistare tutto il necessario per la propria spesa giornaliera all’interno del  nuovo store Cortilia su amazon.it/cortilia. Già  disponibile a Milano, Monza e in oltre 80 Comuni limitrofi, il servizio è da oggi attivo anche per i clienti Amazon di Genova, Bologna, Reggio Emilia, Modena e aree limitrofe, con l’obiettivo di estenderlo progressivamente ad altre città italiane.

“Siamo felici di poter espandere la nostra offerta per la spesa a Torino  dove i clienti Amazon potranno acquistare presso  Amazon Fresh e portare il servizio Cortilia nell’area del Torinese e in altre città  italiane – ha dichiarato Christophe Benoist, a capo della Grocery Partnership di Amazon Italia e Francia.” La possibilità di ricevere la spesa comodamente a casa, con rapidità,  attenzione alla qualità  e prezzi competitivi, è ciò che i nostri clienti ricercano ogni giorno.
La collaborazione con Cortilia, partner riconosciuto per l’eccellenza dell’offerta e la cura nel dettaglio, consente di arricchire ulteriormente il nostro servizio e rispondere con efficacia alle esigenze di chi sceglie Amazon per la spesa quotidiana”.

Molto ricco l’assortimento di Cortilia per i clienti Amazon, comprende 4 mila prodotti, tra cui prodotti freschi, riconosciuti per la loro elevata qualità,  prodotti da dispensa, vini pregiati, articoli per la casa, prodotti per la cura della persona e degli animali.
I clienti Amazon residenti a Torino e nei venti comuni limitrofi ( compresi San Mauro Torinese, Settimo Torinese, Venaria Reale, Chieri, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Beinasco, Rivoli, Collegno, Orbassano, Grugliasco, Alpignano,  Volpiano) possono ricevere la loro spesa in un giorno per ordini effettuati entro le ore 23 del giorno precedente, sette giorni su sette. I clienti possono selezionare l’orario desiderato in finestre di consegna di due ore, senza costi aggiuntivi per spese superiori a 109 euro e al costo di 0,99 euro per ordini superiori a 89 euro o di 5,99 euro per ordini di importo compreso tra 39 e 89 euro.
La finestra di consegna può essere di sei ore, in questo caso senza costi aggiuntivi  per ordini minimi di 39 euro a seconda del punto scelto per la propria consegna. I clienti possono anche programmare ordini settimanali ricorrenti partendo da un carrello della spesa precompilato o pianificare le consegne fino a tre giorni prima.
I clienti iscritti a Prime possono approfittare di un’offerta di lancio che prevede la consegna in finestre di due ore senza costi aggiuntivi  per ordini di importi superiori a 90 euro.
Il nuovo servizio di consegna della spesa con Cortilia è assolutamente innovativo ed è disponibile per tutti i clienti, inclusi coloro che non sono iscritti a Prime.

Si invita, per visitare i termini di condizione dell’offerta e per maggiori informazioni  su servizio e copertura CAP a visitare il sito amazon.it/ cortilia .

Mara Martellotta

Esposizione Internazionale Felina, i gatti più belli ad Acqui Terme

Torna ad Acqui Terme (AL) la grande Esposizione Internazionale Felina, sabato 13 e domenica 14 settembre 2025 al Centro Congressi di Viale Antiche Terme.
Gatti di tutte le razze provenienti da tutta Europa sfileranno in gara per il Best in Show, con razze pregiate come Maine Coon, Bengala, Siamesi e molti altri. Sabato pomeriggio spazio speciale per i maestosi Maine Coon.
Evento organizzato da Gatti in Festa con l’ANFI, aperto al pubblico con orario 10:00–18:30.

Info pratiche:
🎟 Biglietti: €8 intero / €6 ridotto / gratis under 10
Dove: Centro Congressi, Acqui Terme
🔗 Info: gattinfesta.com – anfitalia.it

Un weekend imperdibile per chi ama i gatti e tutti gli animali!

Enzo Grassano

 

 

 

Una serata a Palazzo Barolo: balli, racconti e tour guidato in costume con Living History

Il maestoso portone di Palazzo Barolo si apre e accoglie i visitatori in un viaggio unico, sospeso tra passato e presente

Il 13 settembre, alle ore 21, le stanze del celebre edificio torinese diventeranno il palcoscenico di una serata esclusiva di living history, in cui balli, eleganza e racconti suggestivi vengono narrati in un tour in costume.

Ai partecipanti la scelta di partecipare in vesti normalissime o con abiti d’epoca.

A guidare gli ospiti saranno Giulia e Tancredi, Marchesi di Barolo, affiancati da gentiluomini e dame dell’Ottocento che, in abiti d’epoca, condurranno il pubblico attraverso le sale più iconiche del palazzo.

Un percorso che si apre con il monumentale scalone, impreziosito da stucchi e sculture che celebrano le glorie della famiglia Falletti di Barolo, per poi approdare al maestoso Salone da Ballo: spazio che ha accolto fastosi ricevimenti e personalità illustri della società piemontese ed europea.

Il tour prosegue negli ambienti privati, scrigno della quotidianità aristocratica: la Camera da Letto, con la sua alcova dorata; il Salottino, luogo di conversazione raffinata; la Sala del Consiglio, tuttora utilizzata dai membri dell’Opera Barolo.

Ogni ambiente diventa scena viva di un passato che torna a respirare, tra arredamenti originali e atmosfere ricostruite con rigore filologico.

Come in un set cinematografico, Palazzo Barolo si trasforma nel cuore pulsante della storia. Luci, musiche e costumi ricreano l’eleganza del primo Ottocento, evocando atmosfere che ricordano le celebri serie televisive in costume, da Bridgerton a Downton Abbey.

Una notte in cui il tempo sembra sospendersi e lo spettatore diventa protagonista, avvolto in una narrazione immersiva che rende tangibile la grandezza del passato.

L’evento rappresenta non solo un’occasione culturale, ma anche un invito a riscoprire il ruolo di Palazzo Barolo nella storia torinese: un luogo che ancora oggi custodisce memoria, arte e tradizione.

CRISTINA TAVERNITI

Living History a Palazzo Barolo
13 settembre, ore 21
Info e prenotazioni: somewhere.it