ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 383

L’origine in etichetta per salumi e prosciutti

Confagricoltura Piemonte: “premierà le nostre produzioni”

 

È entrato in vigore il 15 novembre l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti che impiegano quali ingredienti carne suina: salumi, prosciutti e altri preparati.

Il decreto interministeriale (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Ministero dello Sviluppo economico e Ministero della Salute) che stabilisce l’obbligo è del 6 agosto 2020 ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale  del 16 settembre scorso; si applicherà, in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2021.

In etichetta dovranno essere indicati i Paesi di nascita, allevamento e macellazione dei capi: solo quando tutte le tre fasi saranno avvenute nel nostro Paese di potrà apporre l’indicazione di prodotti “100% italiani”, informa Confagricoltura.

Salumi, prosciutti e preparati (hamburger, carni impanate, arrosti e salsicce fresche) potranno continuare a essere commercializzati con imballaggi ed etichette non conformi fino all’esaurimento delle scorte e comunque non oltre il 31 gennaio 2021.

In Piemonte – fa rilevare Confagricoltura – sono attivi 2.750 allevamenti suinicoli, per un totale di circa 1.290.000 capi: la provincia che conta il maggior numero di animali è Cuneo, con circa 913.000 suini allevati in 844 stalle.

Si tratta di un doveroso atto di chiarezza nei confronti del consumatore – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – ed è anche un valore aggiunto per il settore agroalimentare. I consumatori d’ora in poi potranno scegliere in modo informato e consapevole, privilegiando, se lo riterranno, i prodotti a base di carne suina totalmente made in Italy, premiando così il gioco di squadra delle nostre filiere”.

Le disposizioni del decreto non si applicano ai prodotti Dop, Igp, Stg e a quelli protetti in virtù di accordi internazionali. “In ogni caso auspichiamo, nell’ottica della piena trasparenza e della corretta informazione al consumatore – aggiunge Allasia –  che venga eliminata l’esenzione attualmente prevista per le denominazioni d’origine e invitiamo tutti gli operatori delle filiere interessate a una piena valorizzazione delle materie prime nazionali”.

In Italia il consumo di carne suina è di 38 chili pro-capite.

Il comparto suinicolo oggi è in difficoltà per quanto riguarda i prezzi all’origine. Le industrie di trasformazione – fa rilevare Confagricoltura – hanno fortemente rallentato la preparazione  dei prodotti in vista delle feste natalizie, per il timore che le chiusure imposte dall’emergenza Covid deprimano ulteriormente i consumi.

In questo contesto Confagricoltura valuta positivamente il provvedimento dell’etichettatura. “Quest’anno praticamente non c’è stata la possibilità d organizzare eventi, fiere, sagre  e altre occasioni favorevoli per promuovere il consumo di carne suina del nostro territorio – commenta Enrico Allasia – :l’augurio è che con l’etichettatura, che permetterà ai consumatori di riconoscere con certezza i suini italiani, il prodotto nazionale assuma il ruolo di protagonista, valorizzando salumi e prosciutti nostrani”.

 

Tecnologia V2X di ENGIE EPS illumina Visionary Days 2020

ENGIE EPS con l’innovativa soluzione Vehicle-to-Everything (V2X) alimenterà la quarta edizione
di Visionary Days utilizzando esclusivamente veicoli elettrici.

 L’evento in programma in forma digitale sabato 21 novembre è organizzato
dall’associazione Visionary con il supporto del Politecnico di Torino e di partner d’eccezione come FCA,
Snam e Nestlé.

Visionary Days riunisce ogni anno migliaia di giovani talenti con estrazioni differenti portandoli a dialogare
e modellare insieme nuove idee di futuro. Quest’anno si affronterà il tema dei confini, declinandoli a tutto
tondo: dallo Stato, alla società fino all’individuo, e alle nuove prospettive di mobilità, con una sessione
dedicata ai veicoli elettrici (EV) e alla sfida della mobilità sostenibile. In questo contesto si inserisce la
partecipazione di ENGIE EPS che, in partnership con FCA, presenterà la sua innovativa soluzione V2X.
La tecnologia V2X di ENGIE EPS permette di utilizzare i veicoli elettrici per alimentare ogni dispositivo,
dagli elettrodomestici di uso quotidiano (Vehicle-to-Home) fino all’illuminazione di un intero edificio
(Vehicle-to-Building) rendendo gli EV a tutti gli effetti parte integrante del sistema elettrico del futuro.
Il V2X di ENGIE EPS garantisce inoltre il funzionamento di ogni dispositivo anche in caso di anomalie o
assenza di rete, utilizzando i veicoli elettrici per trasformare anche le reti domestiche in vere e proprie
microreti autonome, dove ENGIE EPS ha storicamente integrato fonti rinnovabili con sistemi di accumulo
a batteria e idrogeno.
Durante Visionary Days il V2X è stato previsto per gestire il fabbisogno energetico dell’evento con due
Nuova 500 elettriche, ed in particolare l’illuminazione scenografica e dispositivi digitali, strumenti in questa
edizione più che mai fondamentali per un evento – necessariamente – in formato digitale.
La soluzione realizzata consiste in una stazione di ricarica rapida sino 100 kW e soprattutto bidirezionale,
che permette alla Nuova 500 di gestire grazie alla tecnologia proprietaria di ENGIE EPS l’integralità dei
flussi energetici anche in caso di assenza di rete.
Per seguire la diretta il 21 novembre: http://visionarydays.com/live

Ritorna “Polis Policy- Accademia di Alta Formazione”

La prima delle tre sessioni, il 21 novembre, su Zoom, sul tema “Ripartire dalla persona: solo il lavoro salverà l’Italia”

Polis Policy Accademia di Alta Formazioneè giunta quest’anno alla sua quarta edizione, ha conservato il suo contenuto attento alle tematiche sociali e ai cambiamenti presenti nel nostro Paese; hasemplicemente adeguato la sua forma all‘emergenza Covid in corso, svolgendosi online sulla piattaforma Zoom sabato 21 novembre, per il primo dei tre appuntamenti previsti.

La prima delle tre sessioni ( il 30 novembre e 20 marzo le altre due ) sarà dedicata al tema “Ripartire dalla persona: solo il lavoro salverà l’Italia”. Ne parleranno il professor Paolo Benanti  della Pontificia Università Gregoriana, il Presidente e CEO Ford Authos Francesco Di Ciommo, il Presidente di Assolavoro Alessandro Ramazza, la portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, Claudia Fiaschi, e Guido Capetti, Professore di Storia dell’Arte.

Iniziamo questa quarta edizione di Polis Policy, la nostra Accademia di Alta Formazione -spiega il Presidente dell’Associazione Difendiamo il futuro”, Andrea Donna – con la convinzione che il tema che affronteremo sia di particolare attualità e di sicuro interesse. L’uomo e il lavoro costituiscono, infatti, un binomio inscindibile che, in questa sessione di lavori, verràanalizzato con la messa in campo di strumenti critici, in grado di fornire ai partecipanti la chiave per approcciare il tema in maniera lucida e documentata.

Il format scelto da Polis Policy per queste sessioni di lavoro, come per quelle degli anni precedenti, è da sempre molto agile, pensato per ampliare al massimo la possibilità di interazione tra partecipanti e relatori. La prima parte della sessione si intitola Vision  e rappresenta l’introduzione all’argomento; la seconda, dal titolo Agorà ne costituisce il momento di discussione e di confronto tra punti di vista diversi inerenti la tematica trattata; la terza, Another Vision“, costituisce, infine, un approccio alternativo sul focus della sessione attraverso la visuale artistica.

Polis Policy è il percorso creato dall’Associazione Difendiamo il futuro” e proposto in una fase di grande cambiamento, a livello storico e sociale. Si tratta di una Accademia di Alta formazione,dedicata a quei cittadini che vogliano impegnarsi a vantaggio delbene della “res publica”, intesa come cosa pubblica, attraverso la riscoperta dei valori fondamentali dell’approfondimento e dell’analisi, capaci di renderli maggiormente consapevoli nella loro vita civile e comunitaria.

Oggi l’emergenza sanitaria rappresenta la priorità assoluta, ma appare anche fondamentale adottare una visione prospettica capace di tracciare la strada per la ricostruzione, in modo equo, del nostro Paese, fatto che non può non prescindere dal tema del lavoro.


Mara Martellotta

La Valle Ghenza promuove il tartufo bianco

Nasce la collaborazione tra Confcommercio-Unicom e l’Associazione Tartufai della Valle Ghenza per la promozione del ‘diamante grigio’: “Il miglior tartufo bianco si mangia qui”.

Il 21 settembre scorso è iniziata la stagione tartufigena, momento importante per la terra di Monferrato della quale il ‘diamante grigio’ è un ambasciatore in tutto il mondo.

Il Monferrato Casalese ne è coinvolto e la raccolta dei preziosi tuberi non viene interrotta dalle attuali disposizioni dell’emergenza sanitaria

Partendo da questo presupposto Confcommercio Unicom, sempre attenta alla valorizzazione delle peculiarità del territorio anche come veicolo di sviluppo del settore commercio, e l’Associazione Tartufai della Valle Ghenza (che interessa particolarmente i comuni di Rosignano Monferrato, Cella Monte, Frasinello Monferrato), hanno dato vita ad una collaborazione che si svilupperà in una serie di iniziative che verranno via via messe in campo per fare di questo prezioso prodotto della Terra di Monferrato un veicolo per la promozione dell’intero territorio.

“Il Monferrato e non solo nei suoi confini geografici – dice il presidente di Confcommercio-Uincom, Costantino Mossano – il tartufo bianco è ‘regale’. Noi come imprenditori abbiamo il dovere di lavorare su questa importante risorsa per farne un elemento di crescita del nostro territorio. Per questo Confcommercio-Uinco, vuole farlo sapere a tutti che il miglior tarfufo è quello raccolto sulle nostre colline ed è quello che si mangia nei nostri ristoranti”.

Nelle prossime settimane l’associazione di categoria, di concerto con i trifulau della Valle Ghenza e la loro associazione renderà note le diverse iniziative che verranno messe in campo per fare conoscere questo prezioso prodotto e diffonderlo, nonostante il particolare momento che si sta attraversando. Perché il commercio e gli imprenditori non si fermano mai, nonostante le difficoltà oggettive cui possono trovarsi davanti

Massimo Iaretti

25 anni di lotta alle zanzare

LOTTA ALLE ZANZARE: A 25 ANNI DALLA APPROVAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE 75/95 IPLA E REGIONE PIEMONTE PRESENTANO I RISULTATI OTTENUTI E POSSIBILI MIGLIORAMENTI FUTURI
Il 24 ottobre 1995 il Consiglio Regionale del Piemonte approvava all’unanimità una Legge Regionale, la numero 75 di quell’anno, intitolata «Contributi agli Enti locali per il finanziamento di interventi di lotta alle zanzare».
Per celebrare l’evento e discutere sull’attualità di quella legge, l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (IPLA SpA), in qualità di soggetto attuatore dal 2007 dei progetti di lotta alle zanzare in Piemonte su mandato della Regione, ha organizzato per venerdì prossimo, 20 novembre un webinar dal titolo 25 ANNI DI LOTTA INTEGRATA ALLE ZANZARE IN PIEMONTE dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 14,00 alle 17,00
Interverranno in apertura dei lavori il Vice-Presidente della Regione Piemonte Fabio Carosso e l’Assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi, oltre all’Amministratore Unico dell’IPLA Andrea Morando.
Negli ultimi anni l’espansione della zanzara tigre ha reso concreta la possibilità della diffusione di virosi di origine tropicale sporadicamente ma costantemente introdotte da viaggiatori di ritorno da aree endemiche. Poi, la diffusione del virus del Nilo occidentale ha reso indispensabile affrontare la questione in termini di contrasto ai vettori, le zanzare comuni del genere Culex. Cosa si è fatto finora? Cosa si deve fare oggi? La Legge 75/95 è ancora al passo con i tempi?
I tecnici e gli esperti, nonché i Referenti Tecnici territoriali, illustreranno tutti gli aspetti del progetto fornendo i dati a consuntivo di 25 anni di lotta con i successi ottenuti e le criticità ancora aperte.
L’evento potrà essere seguito sul canale Youtube dell’Ipla al seguente indirizzo: https://www.youtube.com/user/iplaspa/

 

“La cultura e il processo di cambiamento. Siamo tutti multiculturali”

MotivAzione Ciclo di lezioni/incontri, online in modalità webinar, promossi dalla Fondazione CRC con il patrocinio del Comune di Cuneo

 

Venerdì 20 novembre, ore 18

Marco Aime

“La cultura e il processo di cambiamento.
Siamo tutti multiculturali”

 

Prenotazione obbligatoria su www.fondazionecrc.it

 

 

16 novembre 2020. Dopo le anteprime in diretta streaming che si sono tenute la scorsa primavera sui canali social di Fondazione CRC e i primi due incontri con Stefano Bartezzaghi e Andrea Zorzi, continua, in diretta on-line in modalità webinar, il ciclo di lezioni/incontri della seconda edizione del progetto MotivAzione, promosso dalla Fondazione CRC e realizzato con il patrocinio del Comune di Cuneo, volto a sensibilizzare sulle tematiche educative tutti gli attori che compongono la comunità.

 

Il terzo incontro dal titolo “La cultura e il processo di cambiamento. Siamo tutti multiculturali” si terrà venerdì 20 novembre alle ore 18 e avrà come protagonista Marco Aime.

 

Che la cultura sia un elemento imprescindibile del nostro stare nel mondo è un dato acquisito. Attraverso la diversità dei saperi il mondo è diventato meno estraneo, vivibile; l’uomo nella sua incompletezza crea il mondo in cui abita, lo modifica, lo adatta, lo interpreta: è la sua libertà e la cultura è il contenitore delle sue relazioni con il mondo. Relazioni fatte di scambi, di ibridazioni, spostamenti, circolazione delle idee, contraddizioni e scontri che richiedono un continuo ripensamento della categoria dell’umano.

Marco Aime affronta la complessità di questi temi all’interno della contraddittoria realtà presente e di un futuro segnato da grandi trasformazioni culturali piegate alla globalizzazione e alla superficiale rapidità delle informazioni.

 

Marco Aime insegna Antropologia culturale all’Università di Genova. Ha condotto ricerche sulle Alpi e in Africa Occidentale (Benin, Burkina Faso, Mali). Ha pubblicato favole per ragazzi, testi di narrativa e saggi, tra cui: Le radici nella sabbia (EDT, 1999); Il primo libro di antropologia (2008); L’altro e l’altrove (con D. Papotti, 2012); La fatica di diventare grandi (con G. P. Charmet, 2014) per Einaudi; Verdi tribù del Nord (Laterza, 2012); African graffiti (Stampa Alternativa, 2012); Gli specchi di Gulliver (2006); Timbuctu (2008); Il diverso come icona del male (con E. Severino, 2009); Gli uccelli della solitudine (2010); Cultura (2013); L’isola del non arrivo (2018) per Bollati Boringhieri; La macchia della razza (2013); Etnografia del quotidiano (2014) per elèuthera; Tra i castagni dell’Appennino. Conversazione con Francesco Guccini (2014); Senza sponda (2015) per UTET; Comunità (il Mulino, 2019). Ha curato Atlante delle frontiere (2018, Add editore). Nel 2020 è uscito il suo ultimo libro Classificare, separare, escludere. Razzismi e identità, edito da Einaudi.

 

Le iscrizioni all’evento sono attive sul sito della Fondazione CRC www.fondazionecrc.it.

 

Il prossimo appuntamento

4 dicembre

Taxi1729, Scegli cosa voglio. L’economia per capire il mondo in cui viviamo

L’economia è determinante nel mondo e nel modo in cui viviamo. Nella vita di tutti i giorni il timone delle nostre decisioni, anche economiche, è nelle mani dell’intuito, prezioso risultato di milioni di anni di evoluzione. Da una parte questo ha il pregio di farci scegliere in modo rapido anche in situazioni complesse, dall’altra capita che ci faccia fare errori grossolani. Scegli cosa voglio mette a confronto ciò che sarebbe ragionevole scegliere e ciò che realmente scegliamo per mostrare che le due cose spesso non coincidono. Nella nostra mente, infatti, si mettono in moto una gran quantità di scorciatoie istintive condotte dall’esterno che spesso ci portano fuori strada, anche quando ci sentiamo completamente liberi.

Taxi1729 indaga e divulga il funzionamento delle scelte economiche con la convinzione che per essere consapevoli e razionali nelle decisioni sia fondamentale conoscere i meccanismi che guidano le nostre scelte, talvolta senza che ne siamo realmente consci. Talk organizzato in collaborazione con FeduF.

 

Il progetto MotivAzione

Il nucleo portante attorno a cui è stato costruito MotivAzione è il tema del benessere a scuola come elemento essenziale per la buona riuscita scolastica, a cui si legano la scoperta del talento e delle intelligenze multiple, l’innovazione tecnologica e didattica, le scelte future consapevoli e le tematiche multiculturali. Gli eventi sono rivolti al grande pubblico per sensibilizzare su temi educativi, con la finalità di responsabilizzare, animare e rendere attiva e motivata la comunità educante.

In parallelo agli incontri pubblici, MotivAzione promuove seminari dedicati specificamente agli insegnati, e finalizzati a rafforzare il loro ruolo e a farne il cardine del processo educativo.

 

La registrazione del primo incontro, che ha avuto per protagonista Stefano Bartezzaghi, è disponibile sul sito della Fondazione CRC, al link www.fondazionecrc.it/index.php/blog/130-news/blog/823-torna-il-ciclo-di-incontri-di-motivazione

 

Per informazioni e prenotazione: www.fondazionecrc.it

Il mercato nero e la carenza delle bombole di ossigeno: “Ecco la soluzione”

Ai tempi del Covid-19

Leggo esterrefatto che si stanno rivivendo nuovamente le situazioni di emergenza ossigeno per i malati, cioè per quelle persone che, colpite da carenza respiratoria, hanno bisogno di ausili meccanici per respirare, tipo le bombole di ossigeno. Non sono un medico, ci tengo a dirlo, ma conosco abbastanza il fattore tecnico da poter esplorare e condividere, con chi mi legge, il problema dei gas tecnici respirabili, in particolare dell’ossigeno.

Al di là della cultura scientifica che, con reminiscenza scolastica, ci permette di associare l’ossigeno alla molecola biatomica O2, che tutti conosciamo, bisogna specificare che esso rappresenta l’elemento essenziale per i processi respiratori nella maggior parte delle cellule viventi e nei processi di combustione. Oltre alla molecola biatomica appena richiamata, in natura questo gas esiste anche in forma triatomica, O3, ovvero l’ozono.

Precisazioni tecniche a parte, sono rimasto stupito quado ho letto e ascoltato, in questi giorni, oltre alla notizia della carenza di ossigeno per i malati domiciliari, anche alcuni casi di mercato nero delle bombole di questo gas fondamentale per la vita delle persone. Avevo affrontato l’argomento già in precedenza, durante il primo lockdown, seppure da un punto di vista più logistico, fornendo i presupposti per una analisi costi-benefici tra l’autoproduzione e i contratti in essere nella maggior parte degli ospedali nazionali.

Oggi, come ieri, i soliti problemi.

Da ingegnere, e non da politico, sono abituato a risolvere i problemi, a scorporarli, a studiarli fino in fondo per arrivare ad una o più soluzioni reali il più presto possibile.

La mia considerazione primaria è che mi brucia, come italiano e come persona, con una forte fede nelle istituzioni pubbliche (che finora non hanno certo brillato per lungimiranza e perspicacia), assistere a queste situazioni imbarazzanti e pericolose ma soprattutto che mettono a nudo la sofferenza di persone che non riescono ad ottenerecure adeguate per un problema di così agevolerisoluzione.

Per far meglio intuire il pensiero provo a fare un paragone molto semplice quanto efficace.

Avete presente, quando siete in vacanza al mare, i diving center, quelle strutture dove tutti abbiamo imparato ad immergerci con tanto di respiratore e bombole di ossigeno? Bene, adesso la domanda:qualche volta nei periodi di agosto, il più affollato, avete mai visto un diving center rimanere senza bombole per l’ossigeno? Io mai. Come fanno? Semplice. Utilizzano un macchinario appositamente progettato che serve a riempire le bombole con il gas o miscela di gas necessario, alla opportuna pressione e umidità relativa. Lo so, forse è un po’ semplicistico questo paragone, ma mi è servito per dimostrare tre cose:

che, volendo, non si rimane senza scorta di ossigeno
che è possibile autoprodurre l’ossigeno respirabile in totale sicurezza
che, con opportuna logistica e organizzazione, il gas tecnico è producibile direttamente in loco senza grandi investimenti anche per il privato.

Per il primo punto non servono spiegazioni: la condizione necessaria e sufficiente è avere conoscenza del problema (nel caso specifico si hanno già esperienze pregresse del primo lockdown che permettono di metter in atto le dovute attività di contromisura) e volontà di affrontarlo nel giusto modo.

Il secondo punto è risolto con la tecnologia. Pur essendo un’attività che prevede precise prerogative di produzione, i gas tecnici, tra cui l’ossigeno, sonoormai d’uso comune in molti settori industriali(aziende alimentari, farmaceutiche, e poi l’industria alimentare, chimica). Nulla di nuovo sotto il sole, quindi.

In merito al terzo punto infine, probabilmente il più critico, si può proporre una soluzione semplice ma di sicuro risultato.

Cercate su Internet i principali installatori di aria compressa e troverete, con stupore, che molti di queste aziende offrono anche la produzione di gas tecnici e quindi di ossigeno respirabile.

Ora che abbiamo risolto e spiegato le criticità inesistenti di un sistema disorganizzato mi chiedo e vi chiedo: ma quale è, nella catena di comandodella Pubblica Amministrazione, l’ente preposto chedovrebbe assicurare le più elementari regole per far fronte alla lotta contro la pandemia a favore della salute ai cittadini?

Da chi si fa consigliare il responsabile dell’ente se non è in grado neppure di risolvere un problema di per sé già risolto?

Lancio quindi un appello: sappiate che almeno il problema dell’ossigenoterapia si può affrontare senza troppi ostacoli e per questo sono a disposizione di ogni cittadino per offrire la soluzione. Non è più possibile, ad oggi, leggere di certe situazioni solo per incompetenza e impreparazione di un sistema che non è mai pronto. La soluzione esiste ed è semplice ma forse non la si vuole affrontare nel modo giusto. O non si è in grado, forse, per ignoranza.

Da presidente di A.N.I.M.A.C., una associazione che ha tra gli scopi quello della divulgazione della cultura dell’aria compressa, non posso accettare, oggi, una tale disorganizzazione quando esistono risorse e capacità realmente in grado di fare la differenza.

Sarebbe ora di smettere di ignorare la realtà e di prendere con coraggio l’esperienza e la capacità di fare per risolvere anche questi problemi finora malamente o del tutto non gestiti.

Noi ci siamo. Per risolvere i problemi. La politica la lasciamo a chi è più capace.

Ing. Massimo Rivalta

Consulente del Giudice

Presidente Associazione Nazionale Installatori e Manutentori Aria Compressa A.N.I.M.A.C.

Ceas in campo a Torino per Green Pea

Un  nuovo approccio per l’ingegneria del futuro / Etica, formazione, visione e innovazione sono i pilastri su cui poggia la storia attuale di CEAS – società di ingegneria presente sul territorio milanese da 40 anni, attore di progetti autorevoli come Fondazione Prada, Eataly Milano e Green Pea Torino, Torre Intesa Sanpaolo, quartiere Porta Nuova Garibaldi e molti altri.

 

Integrazione delle competenze, multidisciplinarietà, tutela dell’interesse comune sono i driver di una strategia che vede CEAS in campo con una squadra di 41 persone  – 75% ingegneri, 17% architetti e personale di staff  – in operazioni che vanno dalla progettazione al collaudo, dalla consulenza alla direzione lavori. La gamma di servizi offerta da CEAS è ampia e peculiare, in grado di rispondere e soddisfare attese ed esigenze di committenti pubblici e privati.

 

Valori come la sostenibilità sono da sempre insiti nel core value dell’azienda stante l’importanza da sempre attribuita all’etica del servizio offerto, al coinvolgimento del committente nella condivisione dei valori, alla necessità di fare “bene per tutti” e non solo per se stessi.

 

Dal 1980, anno di fondazione della società, il team di CEAS ha rafforzato la propria esperienza professionale grazie allo sviluppo di competenze specialistiche: la storia ci informa che ai professionisti del calcolo strutturale, sono stati affiancati esperti dei differenti ambiti dell’ingegneria, con l’obiettivo di creare una squadra che garantisca l’adozione di un approccio multidisciplinare al settore.

 

In CEAS facciamo ciò che ci piace fare: forse è questo il motivo – sostiene Patrizia Polenghi, Presidente CdA – per cui la nostra offerta e il nostro output, oltre che essere di qualità da un punto di vista tecnico, ha un plus frutto del coinvolgimento nostro e del committente su un patrimonio valoriale declinato in etica, trasparenza e soddisfazione degli stakeholders di riferimento”.

 

Con oltre 1.100 progetti realizzati nel terzo millennio, CEAS è oggi un partner altamente specializzato che ha saputo rispondere alle sfide dell’ingegneria, grazie ad una visione strategica e lungimirante. Tra le tipologie di destinazione d’uso dei progetti realizzati tra il 2017 e il 2019, l’84% è rappresentato dall’edilizia e l’urbanistica, seguite dalle infrastrutture di trasporto (9%) e dall’industriale (7%). La progettazione invece, è certamente l’asset principale dell’azienda con un income che si attesta al 60% rispetto al valore della produzione complessiva, che ha avuto un incremento pari al 136% tra il 2017 e il 2020, con un valore che nel 2020 si è attestato a 2.28 milioni di euro. Il fatturato globale dell’azienda invece, ha avuto un incremento totale pari al 28% negli ultimi 7 anni.

 

La presenza di committenti diversificati tra cui investitori, società immobiliari, privati (78%), società di ingegneria pura (8,9%), general contractor (7,2%), pubblica amministrazione (6,3%) ha incentivato l’ampliamento dell’offerta dei servizi. Infatti, dal 2016, oltre ai tradizionali servizi di ingegneria (strutturale, edile, geotecnica, sicurezza) e di project management, CEAS offre ai propri clienti anche la progettazione BIM (Building Information Modeling): metodo che consente la gestione digitalizzata e integrata di tutte le caratteristiche geometriche e informative della costruzione, ottimizzando costi e tempi di realizzazione dell’opera.

 

Un approccio che assicura dunque qualità, efficienza e perfetta integrazione dell’opera nello spazio: creare un’opera in perfetta sintonia con l’ambiente circostante, oltre che nel rispetto di elevati standard di qualità e sicurezza, è per le risorse di CEAS una priorità e, allo stesso tempo, rappresenta garanzia di una visione futuristica dell’ingegneria, in perfetta sintonia con la rapida trasformazione del settore.

 

Inps, invalidità: nuovi medici e tecnologie

Intervenire con urgenza sulla carenza di medici legali dell’Istituto e mettere a sistema innovazioni che permettano di accelerare, semplificandoli, tempi e modi della gestione delle pratiche di invalidità, che a causa della pandemia hanno subito ritardi critici e pesano su cittadini già fragili e in attesa.

Sono questi alcuni degli obiettivi che l’Inps sta perseguendo con la massima attenzione, sia sul fronte delle risorse umane che delle tecnologie e della collaborazione istituzionale.

La complessità di iter, la pluralità di soggetti coinvolti, di cui l’Inps è ultima parte dopo Regioni e aziende sanitarie, e l’articolata, spesso non lineare, regolamentazione normativa, non rendono il processo agile. Ma, soprattutto, la sospensione degli accertamenti sanitari in periodo di lockdown ha avuto inevitabilmente un impatto critico per gli utenti in attesa, che l’Inps ha costantemente monitorato e cercato di risolvere.

Nel periodo gennaio ottobre 2020 sono pervenute 2.183.893 domande complessive, di cui 531.730 revisioni, caricate automaticamente sul sistema Inps. Nello stesso periodo sono stati definiti 1.544.082 verbali, di cui 976.393 provenienti dalle ASL, 279.289 definiti nei CML delle regioni dove l’Istituto opera in convenzione e 288.400 definiti per revisioni ex lege 114/2014. Nel 2019, i tempi medi di conclusione dell’iter sanitario per le domande di prima visita erano di circa 3 mesi, con tempi notevolmente inferiori nei casi di accentramento delle visite in Inps. Nello 2020 le restrizioni sanitarie a tutela di utenti e operatori stanno aggiungendo allo stesso processo in media ulteriori 15-20 giorni.

Per evitare eccessive dilatazioni delle attese e sbloccare la situazione, sin da settembre l’Inps ha convertito l’accertamento da visita in presenza a riscontro solo documentale, innanzitutto per i pazienti oncologici, ed ora per tutte le categorie di utenti. Inoltre, l’Istituto sta lavorando per standardizzare il processo di acquisizione della documentazione sanitaria attraverso la domanda di  invalidità civile: a breve metterà a disposizione la possibilità per il cittadino di visualizzare il verbale sanitario attraverso soluzioni digitali (ad esempio con il QR code, supportati dalle associazioni di categoria degli invalidi), oppure la possibilità per i Patronati di consultare autonomamente lo stato delle domande, mentre è stato avviato il progetto che mira a rendere possibile il caricamento della documentazione sin dal momento iniziale della domanda, al fine di fornire immediatamente alla Commissione tutte le informazioni per la definizione, laddove possibile, del verbale agli atti.

Per sollecitare la risoluzione degli iter, tenendo presente che l’Istituto non può intervenire sulle autorità sanitarie regionali, l’Inps sta infine promuovendo nelle regioni iniziative per sensibilizzare le Asl e accelerare la calendarizzazione delle visite.

L’urgente necessità per l’Inps di assumere medici interni per l’accertamento dell’invalidità è stata ulteriormente sottolineata dal Presidente Tridico con un appello esplicito agli organi di governo e al Parlamento in occasione della presentazione della Relazione annuale dell’Istituto, il 29 ottobre presso la Camera dei Deputati. Inoltre, sta per essere emanato un Atto di Indirizzo ministeriale per la stipula dell’Accordo Collettivo Nazionale tra Inps e Organizzazioni Sindacali per il personale medico addetto alle attività medico- legali in materia previdenziale e assistenziale Inps.

Una particolare attenzione all’incremento del numero dei medici sarà necessaria anche per far fronte al contenzioso che è concentrato in specifiche aree geografiche, in particolare nelle grandi aree metropolitane. In questo senso, è stato già avviato il reclutamento di 93 medici legali e, a breve, sarà aperta una selezione per un ulteriore contingente di medici specialisti in aree di specifica attività dell’Istituto.

L’assessore regionale:”Assurdo un blocco del traffico in mezzo al lockdown”

“Da un mese sollecitiamo una deroga al Ministro Costa”

Da martedì 17 novembre e fino a giovedì compreso, quando ci sarà la nuova valutazione, semaforo arancione a Torino e altri 26 comuni del Piemonte. La misura straordinaria, che scatta dopo 4 giorni di superamento del valore di Pm10 (polveri sottili), fissato a 50 microgrammi per metro cubo, riguarderà, per la provincia di Torino, oltre al capoluogo, i comuni di Beinasco, Borgaro Torinese, Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Rivoli, San Mauro Torinese, Settimo Torinese, Venaria, Caselle Torinese, Chivasso, Leinì, Mappano, Pianezza, Volpiano e  Chieri. Semaforo arancione anche per Alessandria e, in provincia, Casale Monferrato, Novi Ligure e Tortona. Misura straordinaria da domani anche per Asti, Novara, Trecate (No) e Vercelli. Da domani dunque fermi, tutti i giorni, festivi compresi, dalle 8.30 alle 18.30, gli autoveicoli per trasporto persone, fino ad Euro 5 diesel (e veicoli a benzina euro 1 solo per i comuni della Città Metropolitana di Torino, come stabilito dalle rispettive ordinanze) e tutti i veicoli adibiti al trasporto merci, fino ad Euro 4 diesel. Le limitazioni alla circolazione si applicano solamente nei territori comunali indicati nelle rispettive ordinanze sindacali che possono contenere anche modifiche di orario. Si ricorda, infine, il divieto di utilizzare generatori di calore domestici, alimentati a biomassa legnosa, quando è disponibile un impianto di riscaldamento alternativo e il divieto assoluto di combustioni all’aperto anche in presenza di deroghe.

“La Regione Piemonte segue le direttive sanitarie di blocco emergenziale ma noi, insieme alle altre tre regioni dell’accordo di Bacino Padano – dice l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – sollecitiamo da circa un mese un incontro al Ministro Costa. Al momento non è ancora stata fissata la data per trovare una soluzione alla situazione, ovvero per la deroga del blocco che riguarda euro 4 e 5 diesel per le misure emergenziali. In un periodo di lockdown e con i trasporti al 50% una misura di questo tipo non solo è assurda, ma rischia di generare nuovamente un sovraccarico del trasporto pubblico, che è uno degli ambiti più a rischio di generare contagio. Perché è ovvio che non potendo usare la macchina per andare a lavorare, i cittadini soprattutto nelle grandi città si riverseranno sui mezzi pubblici. Si crea ulteriore disagio in una situazione già difficile ed emergenziale”.

“Il fatto che in un momento in cui il traffico si è ridotto il valore del Pm10, a causa dell’assenza di precipitazioni e di vento, anziché diminuire, cresce – rimarca l’assessore – è la dimostrazione concreta come ho sempre dichiarato che il traffico incide veramente poco e lo vogliamo dimostrare scientificamente. Ma da sola la Regione Piemonte non può derogare”