Lungo le rive del Po al tramonto della Belle Époque
Per sei mesi, dal 29 Aprile al 31 Ottobre del 1911, Torino conobbe il più grande evento della sua storia, prima che il capoluogo subalpino ospitasse la grande Expo di “Italia ‘61” ed i XX° Giochi olimpici invernali del 2006. Quella del cinquantenario dell’Unità d’Italia fu un’occasione straordinaria per celebrare lo sviluppo sociale, economico e culturale compiuto dall’intera nazione. Torino, prima capitale d’Italia, insieme alle altre “capitali” – Firenze e, ovviamente,Roma – ospitò una delle tre esposizioni internazionali che ottennero un grande successo e segnarono un’epoca. Se quelle all’ombra del Colosseo e della piazza della Signoria, rispettivamente, furono incentrate sulla storia delle regioni e sul ritratto italiano, quella lungo il Po fu imperniata sul progresso industriale e manifatturiero. L’ Esposizione internazionale dell’Industria e del Lavoro (Expo Torino,1911) venne organizzata nel Parco del Valentino, confermando il luogo dove si erano già svolte tutte le esposizioni internazionali ospitate dalla città sabauda, nel 1884 (di cui c’è traccia nel Borgo Medievale), nel 1898, nel 1902 e in quella successiva del 1928. L’occasione di celebrare il quinto decennio dalla proclamazione del Regno d’Italia, venne sfruttata a dovere, a partire dall’inaugurazione dell’evento alla presenza di Vittorio Emanuele III e dei rappresentanti dei 31 paesi ospiti.
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Le nazioni partecipanti coprivano i vari continenti: dagli Usa del presidente William Howard Taft all’impero Austro-ungarico di Francesco Giuseppe, dalla Cina – dove era prossimo il tramonto della dinastia Manciù – ai turchi dell’impero Ottomano passando per il Regno Unito di Giorgio V ( che era anche l’imperatore d’India) e la Francia repubblicana di Raymond Poincaré. Le strutture dell’area espositiva, realizzate in modo da poter essere facilmente smontate, così che alla fine della manifestazione tutto tornasse allo stato originario, ospitarono una quantità impressionante di eventi. Altrettanto numerosi furono quelli, per così dire, “collegati” all’esposizione come le mostre, le rassegne musicali ( cinque concerti dell’orchestra del Teatro Regio furono diretti da Arturo Toscanini),i congressi (come quello Interparlamentare della Pace, tenutosi in ottobre),concorsi come quello cinematografico, dimostrazioni di nuove apparecchiature elettriche e meccaniche ed anche gare sportive. Tra queste merita d’essere ricordata la “Gara d’aviazione Roma-Torino“, tenuta tra il 4 ed il 10 giugno con un premio in denaro al vincitore consistente in ben duecentocinquantamila lire (una somma tutt’altro che disprezzabile per l’epoca), che coincise con l’inaugurazione del campo volo di Mirafiori.
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L’Esposizione torinese, la più importante e la più ambiziosa di tutte, puntò le sue carte sulle tecnologie che s’affacciavano in quell’epoca dove la Belle Époque s’avviava al tramonto: dal lavoro manifatturiero alla nascente industria automobilistica, dalla potenza dell’energia elettrica ai trasporti che – con i nuovi tram e i nuovi treni – riducevano distanze e tempi di percorrenza. Le stesse ferrovie, in occasione dell’esposizione, fecero delle offerte a prezzo ridotto per i biglietti da e per Torino. Sulle rive del “grande fiume”si diede appuntamento quel mondo che solo qualche anno dopo sarebbe stato incendiato dalla prima, grande guerra mondiale. Le cartoline d’epoca rimandano l’immagine di questa grandiosità, quasi che Torino volesse riflettere nelle acque del Po la sua vocazione alla ricerca, all’innovazione, al coraggio di spingersi oltre i confini della scienza e della tecnica.
Marco Travaglini