Dall Italia e dal Mondo- Pagina 38

HOTELS.COM ANNUNCIA I VINCITORI DEL PREMIO “LOVED BY GUESTS” 2019

Hotels.com annuncia gli hotel vincitori del premio “Loved by Guest 2019”, assegnati sulla base delle recensioni dei clienti, che sembrano fungere da vera bussola per orientarsi tra le proposte con in media il 47% degli italiani che si affida alle recensioni di altri utenti per la scelta del proprio viaggio. La media sale a ben il 91% per i Millennial del nostro Paese ·

Italia is “loved by guest”: Tanti i premi “Loved by Guest 2019” di Hotels.com assegnati al Bel Paese. A livello globale la top 5 delle città in cui sono stati assegnati più premi “Loved by Guest 2019” di Hotels.com vede il podio conquistato dall’Italia con Roma, Venezia e Firenze rispettivamente al 1°, 2° e 3° posto; seguono Santorini e Hanoi al 4° e 5° posto.

In Piemonte  premiate 3 strutture, due nel capoluogo e una a Fossano: 

  • Palazzo Righini  Fossano (CN) 9,8
  • Piemonte Hotel Turin Palace Torino 9,7
  • Piemonte Loger Confort Residence & Apartments Torino 9,5 Piemonte

L’Italia si aggiudica anche la “medaglia d’argento” per Paese con il numero maggiore di unità di strutture a cui è stato assegnato il premio “Loved by Guest” – in totale 252, ci precedono gli USA con 1131 unità e ci segue invece il Regno Unito con 190 strutture. febbraio 2019: Hotels.com svela i vincitori del premio “Loved by Guest” edizione 2019 – ossia di tutte quelle strutture che vengono premiate in base alle recensioni dei clienti. I premi “Loved by Guest” assegnati quest’anno da Hotels.com a livello globale sono stati in totale 3.035. Con 252 premi assegnati nel nostro Paese, l’Italia si aggiudica il 2° posto. Ci precedono al primo posto gli USA con 1.131 unità, e ci segue invece il Regno Unito con 190 strutture. ROMA,VENEZIA E FIRENZE, le 3 città top al mondo in cui sono stati assegnati più premi “Loved by Guest 2019” Le 5 città top nel mondo in cui i viaggiatori hanno maggiori probabilità di entrare in un hotel Loved by Guest sono: Roma (46), Venezia (34), Firenze (33), Santorini (31) e Hanoi (27). Il podio delle migliori città “Loved by Guests” è dunque tutto italiano. IN ITALIA 252 STRUTTURE PREMIATE – La competizione è stata dura: 3035 strutture in quasi 100 paesi, identificati come veramente eccezionali. Gli hotel vincitori dovevano ottenere un punteggio minimo di 9,5 su 10 per classificarsi tra gli hotel più preferiti al mondo dagli ospiti: in Italia in 252 hanno tagliato il traguardo. A livello globale, gli USA, che hanno sbaragliato le altre nazioni con 1.131 strutture, sono il Paese che vede la maggiore presenza di premiati ‘Loved by Guests’ nel proprio territorio, e con l’Italia (252), la Gran Bretagna (190), l’Australia (122) e il Canada (118) vanno a definire la top 5 dei Paesi che hanno fatto incetta di premi. I TOP DEI TOP – Punteggio massimo 10/10 – Sono 116 gli hotel nel mondo ad aver ricevuto l’eccezionale punteggio di 10 su 10 nelle recensioni effettuate dagli ospiti durante tutto il 2018. Nella top 5 dei Paesi con strutture che hanno ottenuto il punteggio 10, gli USA rubano la scena con 45 hotel, segue l’Australia con 17, il Canada con 13, l’Italia con 8 e chiude il Regno Unito con 5 hotel. RECENSIONI MOLTO IMPORTANTI PER QUASI 1 ITALIANO SU 2, MENTRE IL RAPPORTO SALE A BEN 9 SU 10 PER I MILLENIAL DEL NOSTRO PAESE – Hotels.com crede che la modalità più efficace per comprendere quali siano i migliori hotel sulla propria piattaforma sia chiedere agli stessi clienti. In Italia un recente studio di Hotels.com* ha rilevato che in media il 47% degli italiani si affida alle recensioni di altri utenti per la scelta del proprio viaggio. La media sale a ben il 91% per la fascia dei 18-35enni, i Millennial del nostro Paese. Le recensioni dunque rivestono un ruolo fondamentale per la transizione da ricerca a prenotazione e Hotels.com ha analizzato oltre 25 milioni di recensioni scritte dai suoi clienti sul proprio sito per decretare i vincitori del premio “Loved by Guest”. La Regione Italiana che nel suo territorio ha più strutture preferite dagli ospiti di Hotels.com è il Veneto con 51 tra alberghi e altre tipologie di strutture di ospitalità a cui è andato il premio “Loved by Guest”. La lista completa dei vincitori del premio Loved by Guest 2019 per categoria è disponibile QUI mentre in allegato è consultabile il comunicato integrale con alcune statistiche sui premi “Loved by Guest” assegnati da Hotels.com, compreso l’elenco delle strutture in Italia che si sono aggiudicate il riconoscimento. * ricerca “Net Lag” commissionata da Hotels.com all’istituto One Poll nel corso del mese di febbraio 2019 in territorio EMEA con la partecipazione di 7.800 soggetti di età 18+ in 26 Paesi, Italia compresa. La classifica delle strutture premiate “Loved by Guest” per Regione d’Italia

Veneto

50

Lazio

47

Toscana

44

Campania

38

Lombardia

24

Sicilia

12

Liguria

10

Emilia R.

5

Marche

3

Piemonte

3

Trentino AA

4

Umbria

3

Basilicata

2

Puglia

2

Sardegna

2

Valle d’Aosta

2

Friuli VG

1

Scontro tra auto: due morti

DAL LAZIO
Un altro grave incidente sulle strade italiane, questa mattina sull’arteria Migliara a Pontinia, vicino Latina. Due le vittime mentre  una terza è rimasta gravemente ferita. Dalle prime informazioni pare che nello scontro siano rimaste coinvolte tre auto. Sono sul posto carabinieri, personale 118 e vigili del fuoco.
 
(foto archivio)

Investito da moto impazzita muore durante una gara

Un  commissario di pista in una gara  di motocross per amatori è morto nel motodromo di Chiusdino (Siena).  L’uomo, 55 anni,  è stato investito da una delle moto in gara improvvisamente fuori controllo. Il motociclista e’  rimasto illeso, dopo che la sua moto è  partita verso il 55enne che era a bordo pista investendolo e uccidendolo sul colpo. La pista del motodromo è sotto sequestro.

"ANALISI DEI DATI FONDAMENTALE NEL RAPPORTO CON LE BANCHE"

Un fenomeno dalle dimensioni importanti e dalle sfaccettature complesse, che riguarda non poche persone aventi in essere rapporti bancari continuativi con lo stesso istituto da dieci anni a salire.

Conosciamo tutti l’evidente complessità di un contratto bancario, dove solo per avere un semplice bancomat, si viene sottoposti a un giro di vite di firme e altrettante clausole scritte in piccole, la cui lettura, spesso, non solo non viene fatta per ovvi motivi di tempo da parte delle persone allo sportello, ma anche perché risulta evidentemente di difficile comprensione per via dei meri tecnicismi giuridico-formali in essi contenuti. Le banche italiane, considerate comunque tra le più solide storicamente in Europa, da dieci e più anni a questa parte sono state oggetto di rovinose vicende e altrettanti avvicendamenti al vertice che le hanno sprofondate in un baratro di perdizione e fallimenti, sanati tutti per lo più con fusioni continue, giri di poltrone tra gli stessi incapaci e ricapitalizzazioni pesanti pagate duramente dai clienti, con l’aiuto esterno di fondi pubblici erogati dallo Stato. Si comprende, dunque, come la geniale intuizione di Serafino Di Loreto, già famoso e stimato Avvocato bresciano con un passato importante nel mondo dei recuperi assicurativi anche di ingente portata, sia stata quella di capire per primo che le banche vanno combattute e sconfitte, laddove giuridicamente e oggettivamente in fatto e in diritto ne sussistono i presupposti reali per ottenere tale risultato, attraverso un’attenta indagine peritale analitica tesa a spostare l’asse della partita sullo stesso terreno di gioco sul quale, spesso, i cittadini rappresentano la squadra più debole. Questo spiega il perché l’azienda ‘SDL Centrostudi Spa’ da lui fondata a Brescia nel 2010, attiva anche sul fronte del recupero delle somme ingiustamente sottratte dal Fisco impazzito e iniquo, abbia assistito e tuttora assista, nel corso della propria quasi decennale storia, altre 155mila italiani in crisi, restituendo loro dignità, giustizia e futuro. E questo motiva e documenta bene altresì perché chi ha il coraggio di andare contro i poteri forti precostituiti in nome delle fasce più indifese della collettività e dei loro sacrosanti interessi, spesso subisca attacchi di natura strumentale: tesi a cercare più di ostacolare una buona e giusta battaglia che a documentare realtà di fatto che lasciano il tempo che trovano. D’altra parte, quando per la straordinaria intuizione di un imprenditore e anche già stimato legale, che prima di scendere in campo analizza le strutture portanti di un fenomeno così vasto e difficile, si riescono in soli otto anni di attività a bloccare pignoramenti, salvare case e patrimoni fatti di beni mobili e immobili (frutto del lavoro di generazioni di famiglie che, magari, si sono trovati in difficoltà per colpa di clienti insolventi), a far annullare completamente o in parte cartelle esattoriali più frutto di fantasia ed errore più che di oggettiva consistenza documentale, e il tutto per un controvalore complessivo recuperato e restituito alle tasche degli italiani che supera i 250 milioni di euro, è facile comprendere bene, alla luce di quanto sinora esposto, che a qualcuno di suddetti poteri forti, spesso collusi in maniera più o meno velata con organi di stampa e relativi gruppi editoriali a essi facenti capo, possano anche girare le scatole. Ma c’è di più. A Serafino Di Loreto e al suo Team di validissimi esperti si deve anche la buona informazione e l’altrettanto efficace applicazione della cosiddetta Legge 3/2012: quella che consente a chi si trova sommerso da montagne di debiti, attraverso opportune procedure giuridiche ben determinate, di avere ancora una concreta, legislativa, speranza di poter esdebitarsi. Rinascendo a nuova vita, mettendo una pietra sul passato e guardando finalmente in faccia al futuro con occhi, mani e piedi liberi di costruire una nuova esistenza sia privata che professionale.

 

Oltre la Grande Muraglia. La Cina che non ti aspetti

Sala Consultazione della Biblioteca Centrale di Ingegneria, C.so Duca degli Abruzzi, 24 – Torino

Alberto Bologna (DAD) e Angelo Bonfitto (DIMEAS) discutono con l’autore Alberto Bradanini del libro Oltre la Grande Muraglia – Uno sguardo sulla Cina che non ti aspetti.
Introduce Michele Bonino, Delegato del Rettore per le Relazioni con la Cina
Interviene Filippo Fasulo, Coordinatore Scientifico del Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia Cina (CeSIF)

La Cina odierna genera allarme, persino paura, ma allo stesso tempo attrae fortemente.
Come mai? Forse perché è antica, ma anche la Grecia è antica; forse perché è vasta, ma anche la Russia è vasta; forse perché è popolosa, ma l’India lo è altrettanto; forse perché la Cina è le tre cose insieme, o perché nei riguardi della Cina è viva ancor oggi una sorta di mitologia del mistero, una mitologia del resto in parte giustificata, poiché nell’inconscio occidentale quel paese conserva un’immagine di estraneità e di difficile accesso, quasi si trattasse di una creazione onirica. Eppure oggi più che mai è necessario compiere uno sforzo per comprendere meglio e più a fondo questo gigante che ha saputo conquistarsi un posto di primo piano sulla scena mondiale, coniugando assenza di libertà e vertiginoso sviluppo economico in un modo che non finisce di stupire l’Occidente, ed esercitando sullo scacchiere geopolitico un sapientissimo soft power che, se oggi lo vede misurarsi quasi alla pari con gli Stati Uniti, partner e rivale a un tempo, configura per il futuro scenari inattesi e sorprendenti.

Sarajevo, le olimpiadi invernali del "magico febbraio" 1984

 

In Bosnia, dice lo scrittore Giacomo Scotti, quando si vuol dire raccontare “si usa la parola divaniti, dalla radice del turco divan, cioè sofà, canapè, ottomana. Per alludere a un raccontare disteso, lento, da fare (e ascoltare) in compagnia, come un rito. Chi racconta bene è tenuto in grande considerazione qui, come una sorta di eroe nazionale”. Sarajevo è una città dove tutti hanno una storia da raccontare, che sia simile a tante o nuova e diversa, poco importa. Ciò che davvero conta è il racconto in sè. Meglio se lo si ascolta seduti davanti ad una tazza di tè verde, magari fumando la Šiša o bevendo rákija, la grappa. L’uomo che racconta, seduto davanti a me nel piccolo locale, ha un’età indefinibile. Può essere un vecchio di settant’anni o averne molti di meno e portare in volto e sulle mani le rughe di una vita intensa, difficile. Il timbro della voce,malgrado sia flebile, quasi inciampasse tra i denti, denota un certa sicurezza e un piglio orgoglioso. Racconta in un italiano fluente del tempo in cui la città era imbandierata a festa e nei locali si bevevano birra e Zilavka bianco della valle della Neretva (considerato dagli esperti il migliore vino della ex Jugoslavia) per salutare il resto del mondo che guardava, sul finire dell’inverno del 1984, alle montagne innevate attorno a Sarajevo. Il Trebević , bello come il sole, l’Igman severo e impettito, la Bjelašnica – immensa, bianca principessa delle nevi – e la Jahorina, con le sue piste da sci. Sui monti e in città, allo Stadio Olimpico Koševo e nel Palaghiaccio Zetra, andavano in scena le gare dei XIV° Giochi Olimpici Invernali. Per ospitare l’evento a cinque cerchi erano stati scelti un paese e una città del tutto nuovi nel panorama degli sport invernali: la Jugoslavia, orfana di Josip Broz Tito, e una delle sue città simbolo, Sarajevo. “Eravamo un paese senza grande storia, sotto il profilo degli sport sulla neve e sul ghiaccio. Nessuna medaglia conquistata ai Giochi invernali, pochi risultati nelle varie discipline. Ma avevamo dalla nostra l’entusiasmo contagioso e un grande senso dell’ospitalità. Un entusiasmo che esplose con l’impresa del nostro slalomista Jure Franko. Fu lui, il portabandiera della Jugoslavia, a rompere il tabù portandoci per la prima volta sul podio con l’argento conquistato nello slalom gigante”. S’illumina, parlando di questa medaglia e della ‘prima volta’ di un figlio del paese degli slavi del sud che saliva sul podio, dell’emozione per la bandiera della Federazione che sale sul pennone e dell’inno nazionale cantato, in piedi e con la mano sul cuore, da tutto lo stadio. Si sente ancora jugoslavo, anche se non c’è più quel paese che veniva descritto come un’entità fatta da “sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Tito“. Franko diventò molto popolare e in città, come racconta questo amico, si diffuse un motto che diceva più o meno così: “Volimo Jureta više od bureka”, cioè “amiamo Jure più del burek”, la torta salata ripiena di carne e cotta sotto le braci ardenti. S’intuisce che il ricordo è ancora vivido, potente. Il narratore dimostra di avere una certa cultura in fatto di sport. “Il programma prevedeva 39 gare, a contendersi le medaglie furono 1.272 atleti divisi in 49 rappresentative”. E per compiacermi aggiunge: “Gli italiani erano 76, 15 dei quali donne”. Lo guardo meravigliato: ha immagazzinato tutto nella sua memoria, come un computer. Parlando prende colore, si anima. “La sfilata delle delegazioni dei Paesi del mondo, con bandiere e cartelli. Che spettacolo! Le telecamere delle televisioni di cento e cento paesi che scrutavano tutto e tutti con i loro occhi magici, riflettendo in ogni angolo del pianeta le immagini della mia città, così bella e intelligente e capace di stupire il mondo!”. L’uomo ci sta raccontando dell’impossibile sogno della pace, della felicità, dell’orgoglio e della nostalgia. Purtroppo, archiviate le Olimpiadi, il futuro per Sarajevo e per la Bosnia portò i segni, negli anni Novanta, delle atrocità e della devastazione delle guerre seguite alla disgregazione della Jugoslavia, dell’assedio e del tiro a segno dei cecchini, fino al lento e faticoso ritorno alla normalità dopo tanta morte e

distruzione. Ma il suo racconto è sospeso nel tempo e si ferma a quei giorni di metà febbraio del 1984 quando per fortuna si parlava solo di sport. Con invidiabile precisione narrativa ci rimanda indietro a quel tempo. “Nello sci alpino, a parte il nostro Jure, furono i fratelli Phil e Steve Mahre ad imporsi con l’oro e l’argento dello slalom. Americani come William Johnson, vincitore della discesa. Iniziava così la scalata delle Alpi da parte degli sciatori a stelle e strisce”. Storce un po’ la bocca. Si vede che, sportività a parte, figli e nipoti dello Zio Sam non gli stanno tanto simpatici. S’infervora nuovamente, viceversa, parlando della coppia di pattinatori inglesi di Nottingham, Jane Torvill e Christopher Dean, che raccolsero un incredibile successo nella danza su ghiaccio contro i rappresentanti dell’allora Unione Sovietica Natalja Bestemianova e Andreij Bukin, allenati dalla leggendaria Tatjana Tarasova. Fu una gara che passò alla storia del pattinaggio e che nessuno riuscirà mai a dimenticare. Era il 14 febbraio, giorno di San Valentino. La coppia dell’URSS presentò nella danza libera, ultima prova della disciplina, la Carmen di Bizet, ma Torvill e Dean trionfarono letteralmente sulle note del Bolero di Ravel, un’interpretazione che mise i brividi agli spettatori. “Un sogno. Qualcosa di irripetibile. Sembravano appartenere ad un altro mondo. Un

Jane Torvill & Christopher Dean perform Ravel’s Bolero during their gold medal routine

programma perfetto il loro, che meritò dodici 6.0, il massimo punteggio raggiungibile allora. Mai visto niente di simile. Li guardavamo e ci scendevano le lacrime per l’emozione”. Ci confida anche a voce bassa il ricordo di Katarina Witt, stella tedesca dell’Est, molto brava nell’aggiudicarsi l’oro del pattinaggio artistico individuale, ma soprattutto indimenticabile per la sua bellezza. “La sua avvenenza lasciava senza fiato ed era molto forte, come tutti i tedeschi. Non a caso, in quell’edizione e per la prima volta, il medagliere lo vinsero gli atleti della Germania Est (9 ori, 9 argenti 74 e 6 bronzi) davanti all’Unione Sovietica e agli Stati Uniti che pure vinsero la gara di pattinaggio singolo maschile con Scott Hamilton”. Lo metto alla prova. Gli chiedo, a bruciapelo,dell’Italia. Sorride, senza scomporsi e risponde subito: “Siete arrivati decimi, con due medaglie, entrambe d’oro: Paul Hildgartner nello slittino singolo e Paola Magoni nello slalom, dopo una strepitosa seconda manche, appuntandosi sul petto la medaglia d’oro, impresa mai riuscita prima a nessuna sciatrice italiana. Ti dico di più: era il 17 febbraio del 1984. Un venerdì”. Come non detto, l’enciclopedica memoria di quest’uomo è davvero a prova di bomba. È tardi. Non ci siamo quasi accorti che il tempo passava e che si è fatto scuro. Pago io le consumazioni e mi sembra il minimo. Marchi convertibili ben spesi in compagnia di un amico. Dopo i saluti usciamo e veniamo sferzati da un’aria gelida. Comprendo adesso il significato dei bollettini meteo quando, in Italia, annunciano “venti freddi dai Balcani”.

 

Marco Travaglini

Scappa dall'incendio e si cala dal terzo piano. Muore ragazza di 21 anni

DALLA VALLE D’AOSTA
Mihaela Cheli, la 21 enne di Chiavari che nella notte tra venerdì e sabato si è lanciata dal terzo piano di un edificio  in Valle d’Aosta per salvarsi da  un incendio è morta in ospedale a seguito della caduta. La giovane aveva riportato infatti  un grave politrauma. Dopo l’autorizzazione dei genitori i medici  hanno effettuato l’espianto degli organi. L’incidente è avvenuto ad Antey Saint Andrè verso le 5:15. I tre ragazzi erano in camera da letto. La vittima e il fidanzato si sono calati dalla finestra precipitando per una decina di metri. Il ragazzo e un amico sono rimasti leggermente feriti.

Israele alla conquista della luna

E’ partita  alle 3.45 della notte, ora israeliana, la navicella  Bereshit (traduzione: in principio) che si è staccata dal suolo di Cap Caneveral per cominciare il suo viaggio verso la luna. Si tratta della più piccola – con i suoi 60 chili con il propellente – e meno costosa capsula che atterrerà, salvo imprevisti,  sul satellite della terra, annoverando  Israele, che l’ha realizzata,  tra le quattro superpotenze lunari insieme a Usa, Russia e Cina. A  bordo c’è una copia della Torah, il Vecchio Testamento ebraico.

Ragazzina sedicenne suicida con la pistola tenuta in casa

DALLA LOMBARDIA

Ieri sera una ragazzina di 16 anni si è suicidata nella sua casa di Tromello, in Lomellina, sparandosi con una pistola presente in casa, arma che  era regolarmente detenuta.  Non si conoscono  ancora le motivazioni del suicidio e  la minorenne non avrebbe lasciato biglietti  per motivare la sua tragica decisione. Quando si è sparata si trovava da  sola in casa. I genitori hanno dato  subito l’allarme, ma  ogni soccorso è risultato inutile.

Con Bancoposta buoni e libretti postali anche in mobilità

Una nuova funzionalità dell’App

 

I prodotti del risparmio postale entrano a pieno titolo nell’era digitale: da oggi, infatti, la App Bancoposta, disponibile per dispositivi iOS e Android e scaricabile gratuitamente da App Store o Google Play, aggiunge alle sue numerose funzionalità quelle dedicate ai buoni e ai libretti postali. Grazie alle nuove funzionalità dell’App Bancoposta è possibile non solo controllare il saldo e la lista movimenti dei libretti postali, ma, per il Libretto Smart sottoscrivere e gestire i buoni fruttiferi postali, associare l’IBAN del proprio conto corrente bancario al libretto per trasferire denaro sullo stesso, attivare le offerte “Supersmart” che rendono ancora più convenienti i libretti postali e ricaricare la propria Postepay . Anche nell’era di Internet e dei social, i prodotti del risparmio postale mantengono le caratteristiche di semplicità e trasparenza che hanno consentito loro di conquistare e mantenere nel corso degli anni la fiducia dei risparmiatori italiani: l’ammontare complessivo del risparmio postale è di circa 323 miliardi di euro, e sono oltre 26 milioni gli italiani che possiedono Buoni o Libretti Postali. I prodotti del risparmio postale sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, garantiti dallo Stato Italiano e collocati in esclusiva da Poste Italiane. I Buoni Fruttiferi Postali consentono di investire anche piccole somme, non hanno spese di emissione, gestione o rimborso ad eccezione degli oneri di natura fiscale, sono esenti da imposta di successione e sono soggetti ad una tassazione agevolata del 12,50%. I Libretti di risparmio postale sono disponibili in diverse versioni, comprese quelle dedicate ai minori e quella denominata “Smart”, che consente una gestione anche on-line e di accantonare in tutto o in parte le somme depositate godendo di una remunerazione maggiore rispetto al tasso base, il tutto, anche in questo caso, in assenza costi ad eccezione degli oneri di natura fiscale.