Dall Italia e dal Mondo- Pagina 27

Biennale di Venezia: i temi “sociali” dell’America

Presentati  da Brooke Kamin Rapaport, Daniele Radini Tedeschi, Margarita Sanchez Prieto

Ottantasette sono i paesi partecipanti alla 58.Esposizione Internazionale d’Arte- La Biennale di Venezia, tra cui quattordici i paesi relativi all’America Meridionale, Centrale e Settentrionale.
Stati Uniti, Canada, Messico, Guatemala, Uruguay, Cuba, Grenada, Haiti, Repubblica Dominicana, Antigua e Barbuda, fino a scendere in Brasile, Argentina, Perù e Cile, questi sono i protagonisti in Laguna del continente americano.  Il caso forse più emblematico che interpreta e riflette sulla mostra May You Live In Interesting Times è quello del Venezuala con il suo padiglione chiuso all’interno dei Giardini dal titolo Metáfora de las tres ventanas Venezuela: identidad en tiempo y espacio. I problemi politici del Venezuela sono amaramente noti a tutti, con la repressiva dittatura di Maduro combattuta dalla popolazione bisognosa di libertà e diritti, supportata in questa lotta da Juan Guaidò e da Leopoldo López. Un Venezuela in piena guerra civile, con il popolo sfinito, senza farmaci e supporti umanitari, che avrebbe portato in Laguna una mostra diretta da Oscar Sottillo Meneses con lavori di Natalie Rocha Capiello, Ricardo García, Gabriel López e Nelson Rangelosky. Per l’America Centrale sicuramente degni di nota sono il Padiglione Cuba, presso l’Isola di San Servolo, diretto da Margarita Sanchez Prieto con gli artisti Alejandro Campins, Alex Hérnandez, Ariamna Contino e Eugenio Tibaldi laddove ognuno di essi riflette sulla relazione uomo ambiente. Entorno aleccionador (A Cautionary Environment), questo il titolo della mostra, condivide l’idea che le azioni dei singoli siano rilevanti per tutti noi e abbiano ricadute su luoghi e ambiti diversi. Al contrario lo scenografico padiglione del Guatemala, curato da Stefania Pieralice, dal titolo Interesting State, è dedicato alla violenza sulle donne ponendo a confronto il raffinato omaggio a Frida Kahlo, vittima ed eroina, con i volti sfigurati di Elsie Wunderlich fino a giungere alle mani tatuate maschili e femminili di Marco Manzo colte in contrapposizione tra loro. Sempre per il Centro America un posto di massima importanza è riservato al lavoro del curatore Daniele Radini Tedeschi che ha portato il Grenada, con la mostra Epic Memory, a conseguire un notevole successo di pubblico e critica. Il Padiglione riflette sull’identità culturale dei paesi caraibici con risvolti riguardanti integrazione e immigrazione trattati dagli artisti Dave Lewis, Billy Gerard Frank, Shervone Neckles, Amy Cannestra, Franco Rota Candiani, Roberto Miniati e dal collettivo CRS avant-garde. Guatemala e Grenada sono entrambi presso il Palazzo Albrizzi Capello in Cannaregio assieme alla Repubblica Dominicana che per la prima volta fa ingresso in Biennale con un proprio padiglione. Per l’America Settentrionale non si può non apprezzare ai Giardini il Padiglione Stati Uniti con la mostra Liberty/Libertà diretta da Brooke Kamin Rapaport con opere di Martin Puryear che riflette sul rapporto artista cittadino attraverso i valori democratici alla base della civiltà.
 
Nella foto i curatori: Brooke Kamin Rapaport, Daniele Radini Tedeschi, Margarita Sanchez Prieto

Disabile muore nell'incendio scoppiato in casa

DALLA LIGURIA
Un 75enne disabile è morto ieri sera nell’incendio  nel suo appartamento a Genova. L’anziano era in casa con la moglie e il figlio che si sono invece  salvati e hanno chiamato i soccorsi. L’uomo avrebbe lasciato una sigaretta accesa nella camera dove era coricato a letto. La moglie e il figlio si trovavano in un’altra stanza quando si sono accorti del fumo, ma a causa delle fiamme non sono riusciti a salvarlo.
 
(foto archivio – il Torinese)

BIMBA DI DUE MESI TROVATA MORTA IN CASA

DALLA LIGURIA
Una bambina di due mesi è stata trovata morta stamane nella sua abitazione nel centro storico di Genova. Dovrebbe trattarsi di una morte naturale. Sul posto sono accorsi i medici del 118 e la polizia, dopo che i genitori, una coppia di cittadini ecuadoriani, hanno chiamato i soccorsi. I sanitari hanno contattato l’ospedale Gaslini per il protocollo sulle morti in culla.

CONI e MOIGE da oggi insieme per combattere il bullismo e il cyberbullismo nello sport

Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò e la Presidente del MOIGE, Maria Rita Munizzi, hanno sottoscritto  a Roma un Protocollo d’intesa finalizzato a contrastare ogni forma di bullismo o cyberbullismo, coinvolgendo il mondo scolastico e l’associazionismo sportivo per favorire una conoscenza aggiornata del fenomeno e fornire alcuni pratici strumenti di contrasto, per una corretta educazione e formazione dei ragazzi, anche all’uso delle nuove tecnologie.

In particolare, obiettivi concreti del protocollo saranno: favorire la diffusione nel mondo dello sport di progetti educativi per i minori ma anche per dirigenti, insegnanti, allenatori e genitori, con l’obiettivo di prevenire le varie problematiche inerenti il disagio minorile e favorire un corretto stile di vita; promuovere i principi del gioco corretto e del fair play, anche in rete, per sensibilizzare e formare i ragazzi e le ragazze sull’uso corretto delle nuove tecnologie e diffondere la cultura della “navigazione” consapevole in rete, fornendo sostegno, aiuto e consigli ai minori e alle loro famiglie; promuovere le azioni del “Centro mobile di sostegno e supporto per le vittime del cyberbullismo”, nato con l’obiettivo di voler assicurare un aiuto e sostegno concreto ed immediato alle vittime, alle famiglie e alla comunità locale, dando supporto su questo tema anche alle società sportive.

“Lo sport è un baluardo della nostra società insieme alla famiglia e alla scuola ed occupa un ruolo molto importante nella formazione dei giovani. È quindi indispensabile dare il nostro contributo”, afferma il Presidente del CONI, Giovanni Malagò. “Sono orgoglioso di questa intesa che ci consentirà di lavorare a fianco del MOIGE e di proseguire nella nostra opera di formazione e di sensibilizzazione dei nostri dirigenti, tecnici e, in particolare, dei nostri ragazzi e dei loro genitori, tutelando quei valori di inclusione e rispetto che contraddistinguono da sempre il nostro mondo. Insieme, facendo squadra, possiamo vincere una partita così importante per la crescita e il benessere dei nostri giovani”, conclude Malagò.

“La collaborazione con il CONI ci consente di essere ancora più vicini ai minori e alle famiglie che, praticando attività sportive si trovano coinvolti in atti di bullismo o cyberbullismo” – dichiara Maria Rita Munizzi, Presidente nazionale del MOIGE. “Vogliamo sensibilizzare i presidenti delle società sportive, i tecnici, gli operatori, ma anche i genitori per coinvolgerli in questa battaglia per il futuro e il benessere dei nostri figli. Il nostro compito, anche come genitori, è essere presenti e raggiungibili, incontrare tutti coloro che hanno bisogno di aiuto e sostegno. È molto importante continuare a parlare di bullismo e cyberbullismo ai nostri ragazzi e ai loro genitori per prevenire il verificarsi di nuovi episodi. Solo accrescendo le conoscenze sul fenomeno in ottica di prevenzione, si contribuisce a combatterlo”, conclude Maria Rita Munizzi.

Dai dati rilevati da una recente ricerca dell’Università Europea di Roma per il MOIGE su 2.778 ragazzi dagli 8 ai 18 anni emerge che circa il 21% del campione abitualmente gira video e li diffonde tramite i social. Il 31% ammette di essere stato un “bullo”, facendo girare video imbarazzanti per prendere in giro i compagni e 1 su 2 condivide immagini personali. Un dato allarmante soprattutto se pensiamo al fenomeno del sexsting. Emerge, infine, un basso controllo sulla vita online dei ragazzi: il 63% del campione esplora il web in solitudine, nella propria stanzetta o in giro per casa con un pc portatile.

Con questa campagna, da oggi, MOIGE e CONI agiranno coinvolgendo le società sportive e le scuole con azioni concrete, attraverso le proprie strutture.

Travolta mentre attraversa la strada, donna gravissima

DALLE MARCHE
Purtroppo non solo nelle autostrade e nelle strade statali, ma anche nei centri urbani  gli incidenti stradali sono numerosi e dalle conseguenze spesso gravi. E’ ricoverata in gravissime condizioni ad Ancona una 52enne  investita da un’auto sulla via Flaminia La malcapitata stava attraversando la strada per andare alla fermata dell’autobus quando è stata travolta dall’auto il cui conducente è rimasto ferito non gravemente.

Scontro fra auto: studente 19enne muore sul colpo. Ferito uomo e ragazzina di 14 anni

DALL’EMILIA ROMAGNA
Nuovo incidente mortale questa notte sulle strade italiane. E’ avvenuto  sulla  provinciale 15 a Lagosanto, in provincia di Ferrara. La vittima è uno  studente 19enne di Comacchio deceduto sul colpo nello scontro fra due auto .  Sull’altra auto c’erano due persone, padre e figlia di 14 anni che sono stati soccorsi e poi trasportati all’ospedale.

Dora Mittelbau, il lager “dimenticato” delle V2

In Turingia, presso Nordhausen, a sud dell’Harz, la più settentrionale delle catene montuose tedesche, dove si dice che in una grotta riposi Federico Barbarossa, si trova Dora Mittelbau, un lager nazista “dimenticato” per decenni. Ciò che appare a prima vista  – “Dora”- come un bel nome di donna, non deve trarre d’inganno:  in realtà, sono le iniziali dell’organizzazione del lavoro tedesca (Deutsche Organisation Reichs Arbeit). E corrispondono “fisicamente”, ad uno dei luoghi più terribili del sistema concentrazionario nazista.

La sua costruzione, nell’estate del 1943, fu voluta da Hitler in persona allo scopo di produrvi le Wunderwaffen tedesche, le armi segrete del Terzo Reich, dopo che la base usata prima di allora, quella di Peenemünde, era stata distrutta tra il 17 e il 18 agosto 1943 dai bombardieri della Royal Air Force britannica. Secondo varie testimonianze, Dora doveva essere l’estremo tentativo di cambiare le sorti della guerra, grazie ai missili che vi venivano costruiti come le micidiali V1 e V2. Le V2  – grandi razzi, alti 14 metri e larghi quasi due, pesanti circa 11 tonnellate ( 9 delle quali erano di combustibile), con un carico di una tonnellata d’esplosivo – venivano costruite nei due grandi tunnel sotterranei, lunghi circa tre chilometri e collegati fra loro da una quarantina di gallerie, al riparo dalle incursioni alleate. La sigla V2 stava per Veegeltungswaffe 2( traducibile in “arma di rappresaglia n. 2“, da un’idea del ministro della propaganda del Reich, Joseph Goebbels). All’interno del campo lavorarono anche importanti scienziati nazisti, tra i quali Wernher von Braun, il “padre” della V2, al quale, secondo molti, si deve in parte il progresso scientifico aerospaziale che ha permesso all’uomo di andare sulla Luna. Da quei lunghi tunnel uscirono 5.789 micidiali V2 che, in gran parte furono lanciate su Londra e Anversa. Un lavoro massacrante per i deportati, costretti a vivere in condizioni disumane nelle caverne, senza vedere la luce per mesi. Spesso perivano nelle gallerie per il troppo lavoro, per la cattiva alimentazione e per le percosse. Tra la fine dell’agosto 1943 e l’aprile del 1945 transitarono

da Dora 60 mila deportati, dei quali circa 20 mila vi persero la vita. Tra di essi vi furono 1.500 italiani, deportati politici e anche militari e quasi un terzo di loro vi  trovò la morte. Dopo la guerra, fatte saltare le gallerie e trasferiti negli Usa e nell’Urss  centinaia di scienziati, su Dora cadde il silenzio.I primi ad arrivare furono gli americani ai quali Von Braunl si consegnò con i suoi piani di costruzione delle V2 e con tutti i suoi ingegneri,  passando al servizio degli Usa, con la garanzia dell’ asilo e la cancellazione dei crimini di guerra. Di Mittelbau Dora si “dimenticarono” anche i processi di Norimberga, unico lager che non venne citato. Un oblio durato  fino a pcoh anni dalla caduta del muro di Berlino e della riunificazione tedesca. Ora le gallerie sono in parte visitabili e accanto c’è un memoriale. Il lungo silenzio, però, pesa come un macigno. Molte testimonianze sostengono che sia stata la conseguenza dell’invenzione delle V2 , antesignane dei missili balistici (nel 1969 l’uomo arrivò sulla Luna spinto dal razzo Saturno 5, progettato sotto la direzione di Wernher von Braun: di fatto, l’evoluzione della V2 ) . Questa tecnologia favorirà la conquista dello spazio da parte di americani e russi, ed entrambi non avevano nessun interesse a ricordare ciò che aveva tragicamente  preceduto le loro imprese. In quell’inferno sotterraneo, nel freddo umido di quelle gallerie fiocamente illuminate, tra i rottami dei razzi, si percepisce ancora l’enormità del dolore e della sofferenza di chi non vide più la luce nel più duro campo di lavoro forzato del regime delal svastica. Ed è questa la memoria che resta e che non può essere dimenticata.

Marco Travaglini

 

GLI IMAGINE DRAGONS PER LA CERIMONIA DI APERTURA DELLA FINALE UEFA CHAMPIONS LEAGUE

 #FORTHELOVEOFIT– UEFA and Pepsi® hanno annunciato che saranno gli Imagine Dragons ad esibirsi come artisti musicali durante l’edizione 2019 della Cerimonia di Apertura della Finale UEFA Champions League presentata da Pepsi. La rock band vincitrice di un Grammy Award, conosciuta per i grandi successi come ‘Radioactive’ e ‘Thunder’ salirà sul palco qualche minuto prima del calcio d’inizio, sabato 1 Giugno presso lo stadio Wanda Metropolitano di Madrid.

Nominati il gruppo più ascoltato in streaming su Spotify per il 2018 che vanta una fanbase di seguaci in tutto il mondo, gli Imagine Dragons, animeranno lo stadio con il loro sound imprimendo la loro firma e costruendo un’atmosfera elettrica che scalderà gli animi dei tifosi prima dell’inizio.
 
Ormai al quarto anno, la Cerimonia di Apertura della Finale UEFA Champions League presentata da Pepsi punta ad unire il mondo della musica, dell’intrattenimento e dello sport coinvolgendo i più importanti musicisti in una performance indimenticabile. Reduci dall’esibizione mozzafiato dello scorso anno della pop star Dua Lipa, l’attesissima Cerimonia di Apertura del 2019 riserverà agli spettatori un livello di produzione mai visto prima in una finale della UEFA Champions League. Con incredibili giochi pirotecnici ed effetti speciali, i fan saranno proiettati in una performance musicale visivamente spettacolare e coinvolgente.
 
Dan Reynolds, frontman degli Imagine Dragons, ha dichiarato: “Siamo onorati di prendere parte alla Cerimonia di Apertura della Finale UEFA Champions League insieme a Pepsi per alcuni dei fan sportivi più appassionati al mondo. Sarà uno spettacolo sensazionale quello a Madrid!”
 
Quest’anno la finale verrà disputata sabato 1 Giugno presso lo stadio Metropolitano di Madrid e verrà trasmessa in più di 220 Paesi nel mondo, mentre la Cerimonia di Apertura della Finale UEFA Champions League presentata da Pepsi si svolgerà poco più di 10 minuti prima che inizi la più grande partita del calcio europeo per club.
 
“Come marchio con una storia leggendaria sia nella musica che nel calcio, non c’è nulla di più importante o di più grande della cerimonia di apertura per la Finale di UEFA Champions League. Collaborare con la UEFA per portare l’intrattenimento dal vivo alla Finale è un modo epico per puntare tutto sulle passioni che noi – e i nostri fan – amiamo “, ha dichiarato Natalia Filippociants, Vice Presidente, Marketing, Global Beverages, PepsiCo. “Ogni anno, abbiamo alzato la barra delle prestazioni e incrementato l’energia nello stadio nei minuti prima del calcio d’inizio. E portando sul palco con noi l’ultima rock band di oggi, gli Imagine Dragons, la cosa certa è che sarà una Finale elettrizzante, una vera celebrazione dei risultati ottenuti da questa partnership – e di quelli che verranno”.
 
Guy-Laurent Epstein, UEFA Events SA Marketing Director, ha commentato: “Siamo entusiasti di collaborare con Pepsi alla realizzazione dell’edizione del 2019 della Cerimonia di Apertura della Finale UEFA Champions League. Per il quarto anno consecutivo, la Cerimonia di Apertura metterà insieme musica, intrattenimento e sport per un’esperienza epica per i tifosi– e Pepsi è il partner perfetto per collaborare in questo. La performance senza precedenti dell’anno scorso di Dua Lipa è stato un grande successo, diventando il nostro contenuto social più visto di sempre. Sappiamo che durante la perfomance della Cerimonia di Apertura gli Imagine Dragons faranno di tutto per innalzare l’emozione dei nostri fan con un rockshow che i tifosi non potranno mai dimenticare”.
 
Di fianco al continuo sostegno della UEFA Champions League, Pepsi all’inizio di quest’anno ha lanciato la sua nuova piattaforma e lo slogan internazionale FOR THE LOVE OF IT ™, con una campagna globale con protagonisti Leo Messi e Mohamed Salah che portano in scena la passione del marchio per il calcio e dimostrano quanto le persone apprezzino il delizioso gusto di Pepsi.
 
Inoltre, Pepsi ospiterà i tifosi al UEFA Champions Festival di Madrid e offrirà loro grandi emozioni prima della partita. Il festival è aperto al pubblico e presenterà una serie di eventi musicali durante quattro giorni: venerdì 31 maggio si esibirà il celebre duo di musica Dimitri Vegas & Like Mike, mentre sabato 1o giugno sarà la volta dei Now United, gruppo pop internazionale che ha ideato il nuovo jingle Pepsi di quest’anno.

APERTE LE CANDIDATURE PER GLI INNOVATION IN POLITICS AWARDS 2019

Il 2017 ha visto un vincitore italiano e, nel 2018, ben 10 progetti locali in finale

Ogni anno, gli Innovation in Politics Awards rendono merito ai progetti politici più coraggiosi e di impatto realizzati nei Paesi membri del Consiglio d’Europa. Una giuria di più di 1.000 cittadini europei provenienti da 40 Paesi seleziona gli 80 finalisti e nomina i vincitori nelle 8 categorie, fra tutte le candidature ricevute. Chiunque può candidare un progetto: nel 2017 sono stati più di 600 le iniziative presentate. La Cerimonia di Premiazione si svolgerà il 4 dicembre 2019 a Berlino.

 La nuova edizione del premio internazionale per la buona politica prende il via: tutti i politici eletti, a qualunque livello, e i comuni cittadini dei 47 paesi membri del Concilio d’Europa, sono invitati a candidare iniziative politiche e progetti che esplorano nuovi territori per la democrazia liberale. L’Italia ha già raggiunto la vittoria nel 2017 grazie al progetto Tariffa Puntuale, Verso Rifiuti Zero del comune di Capannori (LU), e nel 2018 ha visto in finale ben 10 esempi di eccellenza e innovazione provenienti da tutta Italia: Adotta un Nonno (Milano), Borgoalbergo (Ferla), Crowdfunding civico (Milano), Hopeificio (Chieuti, Serracapriola), La Banca del Riciclo (Latronico), Laboratori di Comunità (Bologna), Officine ON/OFF (Parma), Ragazzi Harraga (Palermo), Reddito di Cittadinanza Locale (Livorno), Torino City Lab (Torino). Gli Innovation in Politics Awards raccolgono ogni anno modelli di governo e amministrazione pubblica di alto valore, che cambiano in meglio la vita dei cittadini e pongono le basi per un futuro migliore, basato sui valori europei di Dignità della persona, Libertà, Democrazia, Uguaglianza, Diritti umani. Fra i recenti vincitori degli Innovation in Politics Awards ci sono state, ad esempio, iniziative ambiziose e di forte impatto come European Solidarity Corps del Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, che permette ai giovani di prendere parte ad attività di volontariato in tutta Europa, o Gdansk Immigrant Integration Model, che promuove progetti speciali per l’integrazione dei migranti e dei rom, presentata da Pawel Adamowicz, il sindaco di Danzica tragicamente scomparso lo scorso gennaio. “In una fase storica particolare per l’Italia e per l’Europa, è stata una grande soddisfazione nella scorsa edizione vedere ben dieci iniziative in finale, molte delle quali provenienti da piccoli borghi che con creatività ed energia hanno dimostrato che un cambiamento è possibile”, dichiara Martin Slater, Presidente di Noesis Group, rappresentante di The Innovation in Politics in Italia. “L’Italia è ricca di progetti politici straordinari, che mostrano l’impegno delle istituzioni locali per la comunità. Incoraggiamo dunque i cittadini del nostro Paese a partecipare, aiutandoci ad identificare queste iniziative per portarle oltre i nostri confini come esempi virtuosi di buona politica”. Questa iniziativa è dedicata allo sviluppo e al rafforzamento della politica democratica e della amministrazione pubblica innovativa in Europa. A questo fine, superando i confini geografici, si cercano e si riconoscono progetti politici esemplari in 8 categorie: Civiltà, Comunità, Democrazia, Ecologia, Diritti Umani, Lavoro, Prosperità, Qualità della Vita. Il know-how che viene condiviso da queste best practice può essere fatto proprio da altri attori della politica e dalla società civile, indipendentemente dal partito di appartenenza, dal livello di servizio o dalla regione. Tutti i progetti candidati saranno valutati da una giuria di più di 1.000 cittadini da tutta Europa il prossimo autunno. Chiunque, al di sopra dei 16 anni, può candidarsi per diventare un membro di questa giuria. Tutti i finalisti saranno invitati alla cerimonia di premiazione a Berlino, il 4 dicembre 2019: 500 ospiti da tutta Europa sono attesi alla serata di gala, che si svolgerà al TIPI, presso la Cancelleria Federale.

Candida un progetto suhttps://innovationinpolitics.eu/it/project-nominate

Diventa un membro della giuria suhttps://innovationinpolitics.eu/it/juror-submit

Gli Awards sono organizzati dall’Innovation in Politics Institute con sede a Vienna, assieme ai sui partner europei: Act.Now (Vienna), Arenaldé (Stoccolma), Dreamocracy (Bruxelles), Bulgarian School of Politics, EuropaNova (Parigi), European Forum Alpbach, assieme a Szkola Liderów e THINKTANK in Polonia.

Qui Alessandro Magno sconfisse Dario

FOCUS INTERNAZIONALE / STORIA di Filippo Re

Un team di archeologi italiani ha scoperto il mitico luogo in cui oltre 2300 anni fa Alessandro Magno sconfisse Dario, il re persiano. Chi ha visto anni fa il film kolossal “Alexander” di Oliver Stone ricorda certamente Colin Farrell nei panni di Alessandro Magno e Raz Degan in quelli di Dario III di Persia mentre si affrontano nella battaglia decisiva di Gaugamela, il 1 ottobre del 331 avanti Cristo. La potente cavalleria del re persiano con i famosi e veloci carri da combattimento si scontrò duramente contro le Falangi del Macedone, numericamente molto inferiori, mentre 15 elefanti da combattimento furono schierati a protezione di Dario e dei suoi generali da eventuali incursioni nemiche. Quel giorno il re persiano, sconfitto, perse l’Impero mentre Alessandro divenne Magno. Per secoli si è cercato il luogo della battaglia senza trovarlo con precisione. Oggi invece si sa che quella vasta area desertica, pianeggiante e terribilmente polverosa in cui avvenne il leggendario scontro tra 40.000 fanti macedoni e 400.000 persiani si trova tra il fiume Tigri e i monti Zagros, nell’Iraq nord-orientale. È stata identificata da un’equipe di archeologi dell’Università di Udine con il sostegno del Ministero degli Esteri il cui lavoro è stato assai complicato, reso difficile non solo dalle scarse fonti storiche disponibili ma dalla presenza dei miliziani dell’Isis. L’area in questione infatti si trova a poca distanza dalle rovine dell’antica Ninive, l’odierna Mosul, che fino a due anni fa era la “capitale” irachena del sedicente Stato islamico. Ora gli studiosi italiani hanno scoperto che il villaggio agricolo di Tel Gomel era chiamato dagli assiri Gammagara o Gamgamara, poi ribattezzato Gaugamela dagli storici greci. Non solo ma in paese sono stati trovati alcuni rilievi rocciosi in onore di Alessandro. Pertanto, non ad Erbil nel Kurdistan iracheno come si pensava inizialmente ma nella piana attorno al villaggio di Gaugamela avvenne il gigantesco urto tra l’esercito macedone e la cavalleria persiana. La terra di Ninive si trasformò in un immenso cimitero con 1200 morti macedoni e oltre 50.000 persiani. In questo angolo del Medio Oriente i soldati greci videro per la prima volta enormi elefanti corazzati, pronti a battersi contro cavalli e giavellotti, rimanendo impressionati e stupefatti del loro impiego in guerra. Alessandro li incontrò per la prima volta proprio a Gaugamela ma si trattava solo di 15 pachidermi. Ne vide molti di più alcuni anni dopo nella battaglia del fiume Idaspe (326 a. C). Nel tentativo di invadere l’India il conquistatore macedone si scontrò con il re indiano Poro che schierò ben 200 elefanti in prima linea e questa volta, diversamente da quel che accadde a Gaugamela, i macedoni subirono una spaventosa carica di elefanti, alti come torri d’assedio, che terrorizzarono i soldati di Alessandro schiacciandone un gran numero. Nonostante le alte perdite di combattenti e del suo amato cavallo Bucefalo colpito da una lancia scagliata dalla sommità di un elefante, lo scontro fu vinto da Alessandro che risparmiò la vita all’eroico re Poro e ai suoi 200 poderosi animali, tutti sopravvissuti alla battaglia.