Dall Italia e dal Mondo

Il fashion a Torino prima di Natale: eleganza, vetrine-spettacolo e nuovi rituali d’acquisto

Informazione promozionale 

Tra vie illuminate e vetrine scenografiche di Torino, l’avvicinarsi delle feste accende il ritmo del retail:

nelle principali arterie commerciali, i maxischermi pubblicitari a LED incorniciano campagne ad alto impatto e accompagnano il pubblico verso un’esperienza di shopping sempre più immersiva, dove immagine, servizio e prodotto dialogano con armonia.

Una capitale dello stile discreto

Torino ha un modo tutto suo di intendere la moda: essenziale, colta, mai urlata. Nel periodo pre-natalizio questa cifra stilistica emerge con forza.

 Le boutique tra via Roma, via Lagrange e piazza San Carlo propongono capsule dedicate alle festività e reinterpretazioni contemporanee dei classici invernali: lane pettinate, velluti compatti, paillettes dosate con rigore, maglieria fine abbinata a outerwear tecnico e sofisticato.

Accanto ai brand internazionali, gli atelier indipendenti confermano la vitalità del tessuto creativo locale, con micro-collezioni prodotte in piccole serie e un’attenzione sartoriale che valorizza proporzioni e materiali.

Vetrine come palcoscenici

Nel countdown verso Natale, il visual merchandising diventa un linguaggio vero e proprio. Le vetrine si trasformano in set narrativi: palette calde, luci puntuali, texture naturali e richiami all’artigianato convivono con installazioni metalliche e superfici specchiate.

 L’obiettivo è duplice: emozionare e guidare. Le scenografie invitano a un percorso fluido all’interno del punto vendita, dove i corner “gift ready” rendono immediata la scelta dei regali, dagli accessori alle piccole pelletterie, fino alla gioielleria contemporanea e alla profumeria di nicchia.

Omnicanalità che semplifica

Lo shopping pre-festivo richiede velocità e chiarezza.

Le insegne torinesi hanno affinato modelli omnicanale che integrano e-commerce e punto vendita: prenotazione online con ritiro in boutique, disponibilità in tempo reale delle taglie, resi semplificati e assistenza via chat. Crescono i servizi su misura — appuntamenti privati, personal shopper, confezioni regalo personalizzate — e si diffonde un clienteling elegante: messaggi puntuali, inviti a preview, proposte coerenti con lo stile della persona, senza ridondanze. Il digitale non sostituisce l’esperienza, la rende più intelligente.

Sostenibilità concreta, oltre lo slogan

Il tema ambientale non è più accessorio: molti negozi investono in packaging riciclabile, tracciabilità dei materiali e manutenzione dei capi (riparazioni, rimessa a modello, cura della maglieria).

Si affermano selezioni di marchi che lavorano su filiere corte e tessuti responsabili: lane rigenerate, cotoni certificati, imbottiture alternative.

Anche il vintage di qualità entra nel perimetro del “regalo consapevole”, con curatele attente e capi riportati allo stato dell’arte. Il risultato è un’offerta più matura, che incontra un pubblico informato e sensibile.

Il calendario non scritto dello shopping

Nelle settimane che precedono le feste, il flusso si intensifica secondo rituali ormai riconoscibili. Prima fase: mappatura dei desideri e prova taglie; seconda: acquisti strategici (outfit per cene, accessori essenziali, capispalla); terza: il regalo “statement”, spesso un pezzo iconico o un articolo personalizzato.

La domanda si polarizza su tre linee: maglieria fine (per praticità e tattilità), evening wear misurato (abiti midi, completi fluidi, tuxedo femminili) e accessori a firma forte (scarpe, borse mini, bijoux scultorei). Per l’uomo, vincono blazer destrutturati, dolcevita in filati nobili e derby lucidissime.

Retail experience: accoglienza e ritmo

Il punto vendita di successo in questo periodo non è solo bello: è leggibile. Layout chiari, isole tematiche e segnaletica minimale aiutano il cliente a orientarsi velocemente.

La musica lavora sul ritmo, le luci sulla profondità, i camerini sulla comfort zone: specchi corretti, ganci comodi, servizio discreto ma presente. Fondamentale il training del personale su tempi e priorità: saluto immediato, domande giuste, check-out snello. Lo scontrino cresce quando l’esperienza è senza attriti.

Torino, città che invita a fermarsi

Lo shopping natalizio a Torino si intreccia con la dimensione urbana: passeggiate sotto i portici, caffè storici, luci artistiche diffuse.

L’idea di “giornata intera” in centro funziona: colazione, prime vetrine, pranzo rapido e rientro pomeridiano per finalizzare gli acquisti con calma. Ne beneficia anche il tessuto delle vie secondarie — Quadrilatero, Crocetta, Vanchiglia — dove si scoprono progetti indipendenti, accessori d’autore, piccole tirature di gioielli e design. La città premia chi sa intrecciare retail e qualità della vita.

Comunicazione: pochi messaggi, molto chiari

Nel mare di stimoli tipico del periodo, vince la chiarezza.

Le campagne più efficaci non moltiplicano i claim: scelgono un’idea forte, un’immagine precisa, una call-to-action semplice. L’identità visiva resta coerente fra vetrina, social e sito; le promozioni sono intellegibili e puntuali; gli appuntamenti speciali (aperture serali, shopping night, styling session) hanno inviti dedicati e liste ristrette. La coerenza, più che la quantità, costruisce memorabilità.

Prospettive e responsabilità

Per il fashion torinese, il pre-Natale è un banco di prova e un’occasione di fidelizzazione.

La sfida non è vendere di più “nonostante tutto”, ma vendere meglio “insieme a tutto”: insieme alla cultura del prodotto, alla cura del servizio, alla bellezza della città. Chi saprà unire progettualità, misura e visione si troverà avvantaggiato anche nei mesi successivi, quando l’attenzione tornerà su collezioni continue e riordini ragionati.

Le Donne nell’arte alla galleria Malinpensa by La Telaccia

Informazione promozionale

Fino al 31 ottobre prossimo

È tutta al femminile la mostra che si inaugura martedì 21 ottobre presso la galleria Malinpensa by La Telaccia, curata dall’art director Monia Malinpensa. Le artiste presenti in mostra sono Federica Caprioglio, Licia Martini, Daniela Rosso Prin e Serenella Sossi. La mostra, che prevede un incontro con le artiste nella giornata d’inaugurazione, sarà visitabile fino al 31 ottobre prossimo.


Federica Caprioglio nasce a Torino nel 1973. Laureata in Scienze Naturali, tra il 1994 e il 2000 studia presso l’atelier di Valeria Tomasi, a Rivoli, disegno e pittura acrilica. Nel 2012 studia a Torino acquarello naturalistico, per sei anni, con l’illustratrice torinese Cristina Girard. Nel 2016 frequenta uno stage con Roberto Andreoli, e nel 2019 con Andrea Gammino. È protagonista di diverse esposizioni presso la galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia e l’Expo Arte Internazionale di Innsbruck. Nel 2022 “Vite preziose” è una collettiva artistica naturalistica di cui è ideatrice insieme a Marco De Maria e Franco Correggia. Il progetto mette in luce la meraviglia della biodiversità boschiva, soffermandosi su quegli organismi che risultano brutti o pericolosi nell’immaginario dell’uomo contemporaneo. “Fuoco alle altre”, del 2017, è una mostra artistica sugli incendi boschivi, realizzata con Marco De Maria e con l’associazione naturalistica pinerolese e il civico museo didattico “Mario Strani” di Pinerolo.

Licia Martini, nata nel 1948 a Boves, in provincia di Cuneo, è un’insegnate laureata in filosofia che esercitava nelle scuole italiane del Cairo, è una figura poliedrica le cui vita e carriera sono state profondamente influenzate dall’Egitto. Dopo gli studi universitari si è  trasferita al Cairo, ha dedicato anni all’insegnamento. La sua attività si è estesa a molteplici iniziative culturali e sociali, sia italiane sia egiziane. La Martini è infatti membro attivo del Comitato Gestore dell’ospedale Umberto I della società di beneficenza del Cairo, oltre a essere organizzatrice di una corale egiziana e responsabile di due importanti biblioteche cairote. Vive tra l’Italia e l’Egitto, ha esposto in più di 40 collettive tra Il Cairo e Cuneo, e in personali ad Abu Dhabi. Ha esposto inoltre ad Alessandria d’Egitto e al Festival della Donna, ad Assuan. Le sue opere sono esposte all’Opera del Cairo, al Ministero dell’Ambiente Egiziano e all’Ospedale Italiano del Cairo. Alcuni suoi lavori sono esposti in varie biblioteche del progetto Mustakbal (Futuro). In Italia ha esposto ad Assisi, Mestre e Palermo, oltre che nella collezione permanente di Rittana (CN).

Daniela Rosso Prin, nata a Torino nel 1962, è una pittrice torinese cresciuta sotto la guida del maestro Dino Pasquero. Iniziato come un gioco, il percorso di questa artista è proseguito con un’incessante sperimentazione, fatta di osservazione, lavorazione e reinterpretazione degli interessi e dei momenti di vita vissuta, abbracciando la natura, la musica e il teatro. Il mondo di Daniela Rosso Prin emana freschezza e calore allo stesso tempo, e la capacità di utilizzo delle diverse tecniche pittoriche esalta la profondità dei colori usati per dar vita a soggetti mai banali o ripetitivi.
L’artista predilige la tecnica ad olio, aderendo alla pittura figurativa. Affronta indifferentemente la paesaggistica e la sfida del ritratto, riversando sulla tela le proprie intuizioni ispirative ed emozioni attraverso attente esposizioni tonali, plasmate con il pennello e, talvolta, con la spatola. Ama anche cimentarsi con le sfumature cromatiche tipiche dei gessetti. Vincitrice di diversi premi e riconoscimenti, tra cui il concorso AUPI di Milano, classificatasi al primo posto con l’opera “Omaggio a Paolo Fresu” al XLI Premio Firenze 2024, a Palazzo Vecchio – Centro culturale Firenze Europa “Mario Conti” con inserimento nella relativa mostra, le sue opere sono state esposte alla chiesa di Santa Croce di Ivrea, alla galleria d’arte San Michele di Guarene, al Mausoleo della Bela Rosin, alla Casa Olimpia di Sestriere, all’Accademia Europea delle Essenze di Savigliano, a Palazzo Chiabrera di Acqui Terme, alla Sala Civica di piazza Antenna in Soave, alla Fiera d’Arte Internazionale di Innsbruck, alla Biennale d’Arte Internazionale di Montecarlo e in diverse sale espositive, tra cui quella di Monia Malinpensa.

La pittrice e scultrice Serenella Sossi, originaria di Imperia, si è diplomata al liceo artistico di Genova, allieva dello scultore Lorenzo Garaventa. Vive da quasi trent’anni a Nizza, e a contatto con lo stimolante ambiente artistico francese ha affinato il suo personale stile attingendo da entrambe le culture. Le sue realizzazioni, riflesso di un personale percorso interiore filosofico e spirituale, sono caratterizzate da una ricerca di verticalità e dalla dualità tra astrazione e figurazione. Predomina nella sua pittura una raffinata ricerca di luci e colori.
Artista eclettica, si esprime sia in pittura sia in scultura con carattere e forte personalità. Nonostante la consolidata maturità artistica, non teme di cambiare e sperimentare con l’intento di esprimere la propria sensibilità e creare il contatto empatico e di comunicazione privilegiata con chi sappia entrare in sintonia con la sua arte e il suo messaggio. Dal 1995 si dedica esclusivamente all’attività artistica. Espone abitualmente in Italia, in Francia ed altre città europee. Ha partecipato a mostre e eventi artistici e a prestigiosi saloni d’arte contemporanea in tutta Europa. Da anni fa parte del Collettivo Artisti stArt di Nizza. Ha conseguito prestigiosi premi a importanti concorsi d’arte contemporanea e ha insegnato scultura e pittura al Centro Culturale St. Laurent du Var dal 2005 al 2025. È la realizzatrice della scultura in bronzo “Forma Sirena”, alta circa 2,50 metri, installata nel 2021 sul molo di Imperia Oneglia, commissionatale dalla Città di Imperia e finanziata dalla Fondazione Carige di Genova.

Galleria Malinpensa by La Telaccia, corso Inghilterra 51, Torino

Info: info@latelaccia.it – www.latelaccia.it

Mara Martellotta

Possibili opportunità per far crescere un’impresa

Informazione promozionale

Far crescere un’impresa non significa soltanto aumentare il fatturato: è un processo più ampio, che riguarda la capacità di leggere i mercati, attrarre capitali e trasformare l’innovazione in valore concreto. In un contesto segnato da volatilità economica, rialzo dei tassi e nuove sfide globali, le aziende italiane hanno davanti a sé uno scenario complesso ma ricco di possibilità. Dalla diversificazione delle fonti di finanziamento alla digitalizzazione dei processi, fino all’apertura a partnership strategiche e mercati internazionali, ogni scelta può diventare un moltiplicatore di crescita.

La domanda non è più se espandersi, ma come farlo in modo sostenibile e competitivo, bilanciando rischi e opportunità con la giusta strategia finanziaria.

La crescita come scelta strategica

Per un’impresa, crescere non è mai un processo lineare né scontato. Si tratta di una scelta che implica visione, capacità di leggere i trend di mercato e volontà di destinare risorse a progetti che spesso danno frutti nel medio-lungo termine. In un contesto come quello odierno, caratterizzato da cicli economici instabili e da una competizione sempre più globale, la crescita non significa soltanto aumentare le dimensioni aziendali, ma rafforzare la competitività, consolidare la propria identità e prepararsi a cogliere nuove opportunità. Pianificare questo percorso con lucidità e metodo è il primo passo per trasformare un’aspirazione in un risultato concreto.

Innovazione come motore di sviluppo

La capacità di innovare è oggi la leva principale per differenziarsi e restare rilevanti. L’innovazione si traduce non solo in nuovi prodotti o servizi, ma anche in processi più efficienti, modelli organizzativi agili e strategie di digitalizzazione che consentono di sfruttare i dati come asset competitivo. Settori come l’intelligenza artificiale, l’automazione industriale o le tecnologie green stanno ridisegnando interi comparti e le imprese che vi investono acquisiscono un vantaggio significativo. Naturalmente, l’innovazione richiede investimenti consistenti in ricerca e sviluppo e spesso si accompagna a una richiesta di capitali destinati a progetti ad alto contenuto tecnologico, che necessitano di tempo per esprimere pienamente il loro potenziale.

Internazionalizzazione e apertura a nuovi mercati

L’internazionalizzazione rappresenta un passaggio cruciale per le imprese che vogliono crescere non solo in termini di fatturato, ma anche di resilienza. L’accesso a mercati esteri consente di diversificare i ricavi, ridurre i rischi legati al ciclo economico nazionale e confrontarsi con standard più elevati. Tuttavia, aprirsi a nuovi mercati significa affrontare barriere normative, logistiche e culturali: richiede quindi analisi approfondite, reti di distribuzione adeguate e competenze manageriali specifiche. Il sostegno finanziario può arrivare da strumenti come i finanziamenti agevolati per l’export, i programmi europei per l’internazionalizzazione o le partnership con operatori locali, che riducono il rischio d’ingresso e accelerano la penetrazione commerciale.

Acquisizioni mirate per accelerare la crescita

Le operazioni di acquisizione sono una strategia spesso utilizzata dalle imprese che desiderano crescere rapidamente. Rilevare un concorrente diretto permette di consolidare la propria quota di mercato, mentre acquisire un’azienda in un settore complementare può ampliare l’offerta e aprire nuovi canali di ricavo. Le acquisizioni offrono vantaggi immediati in termini di competenze, clienti e infrastrutture, ma vanno pianificate con estrema attenzione. La valutazione del target, l’analisi dei flussi di cassa e la sostenibilità finanziaria dell’operazione sono elementi determinanti per evitare che un’operazione potenzialmente strategica si trasformi in un peso sul bilancio.

Le opzioni finanziarie a supporto della crescita

Per sostenere strategie ambiziose, le imprese possono contare su diverse forme di finanziamento. L’ingresso di nuovi soci non porta soltanto capitali freschi, ma anche competenze e relazioni utili allo sviluppo del business. I finanziamenti alternativi, come il direct lending o i minibond, garantiscono maggiore flessibilità rispetto al credito bancario tradizionale e permettono di diversificare le fonti di raccolta. Un ruolo crescente è giocato dai fondi di private equity e venture capital, che investono in aziende con elevato potenziale di crescita, spesso affiancando al capitale un supporto manageriale e strategico. La scelta della struttura finanziaria più adatta dipende dal grado di rischio che l’impresa è disposta a sostenere e dalla velocità con cui vuole realizzare i propri obiettivi.

Visione e pianificazione di lungo periodo

Qualunque strada venga intrapresa, resta fondamentale la pianificazione di lungo periodo. La crescita non può essere interpretata come un obiettivo a sé stante, ma deve inserirsi in un disegno coerente con l’identità aziendale, la disponibilità di risorse e l’impatto desiderato sul posizionamento competitivo. Significa stabilire priorità, definire tempistiche realistiche e misurare i ritorni attesi con strumenti di analisi rigorosi. Solo così la crescita diventa sostenibile, evitando mosse dettate dall’urgenza o dall’emotività. Un’impresa che cresce con visione non accumula soltanto fatturato, ma costruisce valore duraturo, rafforzando la propria reputazione e assicurandosi una posizione di solidità nel mercato del futuro.

Torino e le imprese più proficue dell’anno

Informazione promozionale

Nel corso del 2025, Torino ha dimostrato una sorprendente capacità di adattamento e crescita, consolidando il proprio ruolo di protagonista nell’economia italiana. 

In un contesto nazionale ancora segnato da incertezze globali, il capoluogo piemontese ha saputo distinguersi per dinamismo, innovazione e resilienza.

Le imprese locali hanno beneficiato di un ecosistema favorevole, alimentato da politiche territoriali lungimiranti, investimenti mirati e una rete di servizi digitali sempre più efficiente.

In particolare, l’adozione sempre più diffusa di strumenti web ha contribuito a rafforzare la visibilità delle aziende, facilitando l’accesso ai mercati e la costruzione di relazioni commerciali solide.

Sette settori si sono rivelati decisivi per la crescita economica della città, ciascuno con caratteristiche e traiettorie specifiche, ma accomunati da una forte spinta all’innovazione e alla sostenibilità.

Automotive e mobilità sostenibile

Torino continua a essere un punto di riferimento per l’industria automobilistica, pur in una fase di profonda trasformazione. Il gruppo Stellantis ha investito ingenti risorse nella riconversione degli impianti di Mirafiori e Grugliasco, orientandoli verso la produzione di veicoli elettrici e ibridi. La filiera locale ha risposto con prontezza, sviluppando componenti ad alta efficienza, batterie di nuova generazione e software per la guida autonoma. L’indotto ha beneficiato di un rilancio significativo, con nuove assunzioni e collaborazioni tra imprese, centri di ricerca e università.

Tecnologie verdi e transizione ecologica

Il 2025 ha segnato un’accelerazione nella transizione ecologica, e Torino si è distinta per la capacità di integrare sostenibilità e competitività. Le imprese attive nel settore delle tecnologie verdi — dall’efficienza energetica alla gestione intelligente dei rifiuti — hanno registrato tassi di crescita superiori alla media nazionale. Il Comune ha promosso bandi per la riqualificazione energetica degli edifici, incentivando l’adozione di pannelli solari, pompe di calore e sistemi di monitoraggio ambientale. Anche le startup green hanno trovato terreno fertile, grazie a incubatori specializzati e fondi di investimento dedicati.

Digitale e innovazione tecnologica

L’ecosistema digitale torinese è tra i più vivaci d’Italia. Con oltre trenta incubatori e acceleratori attivi, la città ha visto nascere e consolidarsi numerose realtà nel campo dell’intelligenza artificiale, della blockchain, della robotica e della cybersecurity. Le imprese tech hanno beneficiato di una forte domanda di soluzioni digitali, sia da parte del settore pubblico che privato. La collaborazione tra Politecnico, Università degli Studi e imprese ha generato brevetti, spin-off e progetti di ricerca applicata. Torino si è affermata come hub dell’innovazione, attirando talenti e investitori da tutta Europa.

Turismo e ospitalità

Il comparto turistico ha vissuto un anno di grande rilancio. Torino ha saputo valorizzare il proprio patrimonio culturale, architettonico e gastronomico, attirando visitatori da ogni parte del continente. Il Museo Egizio, la Reggia di Venaria, il MAUTO e il circuito delle residenze sabaude hanno registrato numeri record. Le strutture ricettive hanno ampliato l’offerta, puntando su esperienze personalizzate, sostenibilità e digitalizzazione. Anche il turismo congressuale ha ripreso vigore, con eventi internazionali ospitati presso il Lingotto e il Centro Congressi Torino Incontra.

Salute, benessere e life sciences

Il settore della salute ha mostrato una crescita solida, trainata da investimenti in ricerca, innovazione e servizi personalizzati. Le aziende farmaceutiche e biotecnologiche torinesi hanno rafforzato la propria presenza sui mercati internazionali, grazie a prodotti innovativi e collaborazioni con centri clinici di eccellenza. Parallelamente, il benessere ha conquistato nuove fasce di pubblico: palestre, centri yoga, spa e cliniche private hanno ampliato la propria offerta, rispondendo a una crescente domanda di servizi orientati alla salute mentale e fisica.

Logistica e movimentazione industriale

La posizione strategica di Torino, crocevia tra Italia, Francia e Svizzera, ha favorito lo sviluppo del settore logistico. Le imprese specializzate nella movimentazione industriale, come Cieffe Carrelli, hanno registrato un incremento della domanda, grazie all’espansione dell’e-commerce e alla necessità di soluzioni flessibili per la gestione delle merci. I poli logistici di Orbassano e Settimo Torinese sono stati potenziati, con l’introduzione di tecnologie smart per il tracciamento e l’ottimizzazione dei flussi. La logistica si è confermata un asset strategico per la competitività del territorio.

Agroalimentare e eccellenze gastronomiche

Il comparto agroalimentare ha continuato a rappresentare un pilastro dell’economia torinese, con una forte vocazione all’export e alla valorizzazione delle tradizioni locali. I produttori di vino, cioccolato, formaggi e salumi hanno consolidato la propria presenza sui mercati internazionali, puntando su qualità, tracciabilità e storytelling. Le fiere gastronomiche, i mercati contadini e le collaborazioni con chef stellati hanno rafforzato l’identità culinaria della città, contribuendo anche al turismo enogastronomico. Torino si è confermata capitale del gusto, capace di coniugare innovazione e tradizione.

Uno sguardo al futuro

Questi sette settori hanno rappresentato il motore della crescita torinese nel 2025, dimostrando come la diversificazione economica sia una strategia vincente. La città ha saputo coniugare tradizione e innovazione, puntando su sostenibilità, digitalizzazione e valorizzazione del territorio.

Le imprese hanno mostrato una notevole capacità di adattamento, investendo in formazione, ricerca e internazionalizzazione.

Con l’arrivo dell’inverno 2025 e l’avvicinarsi delle festività dicembrine, sarà interessante osservare come queste dinamiche evolveranno. Le imprese torinesi, forti dei risultati ottenuti, si preparano a chiudere l’anno con slancio e a pianificare nuove sfide per il 2026. Il futuro, a Torino, è già iniziato.

 

Malinpensa by La Telaccia: Gorini e Passera, “Oltre il confine dell’orizzonte”

Informazione promozionale

“Oltre il confine dell’orizzonte” è la mostra che inaugura la stagione autunnale della galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia con opere di due artisti: Cinzia Gorini e Fabrizio Passera. La mostra si aprirà il 2 ottobre per concludersi il 15 ottobre prossimo.

“Cinzia Gorini – afferma l’art director Monia Malinpensa – crea una linea pittorica importante su cui sviluppare diversi aspetti di rilievo naturalistico e di essenza umana, facendo risaltare il soggetto grazie a un’energia interiore costante. Il preciso studio del colore, luminoso e ben sfumato, prende corpo grazie a una conoscenza tecnica solida e matura, che rende l’opera intrisa di una propria identità stilistica. Sono opere pittoriche che stupiscono e che emergono da una suggestione unica attraverso un’espressione dinamica del colore e del segno sorprendente. Il progetto è dedicato all’amore per la natura, da cui se ne trae una energia di grande forza contenutistica e propria identità artistica. Il fruitore viene travolto da effetti cromatici straordinari, e da trasparenze uniche, nei giochi chiaroscurali, che sprigionano messaggi contemplativi e poesia visiva ispirata dal rispetto verso la natura”

Nata in Italia nel 1965, Cinzia Gorini ha debuttato a Stoccolma nel 1996 con la sua prima personale “Il Silenzio, l’Anima” con una collezione delle sue prime opere raffiguranti fari e soggetti marini. Nei decenni successivi ha sviluppato il suo stile ormai distintivo, in cui l’idea di navigare verso isole remote aggiunge un elemento di meraviglia, invitando l’osservatore a esplorare l’ignoto attraverso le sue opere astratte. Negli ultimi anni le opere di Cinzia Gorini sono state premiate alla Biennale di Montecarlo del 2021 e del 2023, e i suoi lavori inclusi in prestigiose pubblicazioni d’arte, oltre ad aver preso parte a mostre collettive in Italia e in Francia.

“La fotografia di Fabrizio Passera – ha dichiarato l’art director Monia Malinpensa – è impegnata a valorizzare luoghi abbandonati e feriti che rinascono grazie alla forza espressiva e alla profonda umanità che l’artista ci invita a riscoprire. Attraverso la sua arte egli restituisce valore all’immagine, ricordando le sue radici e trasformandole in un nuovo scenario. La serie fotografica ‘OW’ documenta uno studio di notevole preparazione tecnica, di un lungo lavoro di analisi, sia della luce sia della conoscenza strutturale. L’artista coglie dall’ex fabbrica di elettrodomestici una nuova visione del luogo dove ferma e cattura l’attimo dello scatto con gli occhi e l’animo dell’artista. La bellezza della luce, filtrata con occhio attento e mano sicura, attraversa l’immagine di quello che era una volta”.

Fabrizio Passera è nato in provincia di Bergamo, dove risiede dal 1974. Dopo aver fatto il fotografo di Still Life per circa 10 anni, nel 2022 gli è stato proposto di esporre presso un circolo culturale di Bergamo, in una mostra personale che ha riscosso buon successo tra critici e addetti ai lavori. Una delle fotografie di questa esposizione è stata riproposta a Livorno, in quanto finalista del concorso Combat Prize 2022. Nelle sue opere ricerca l’interpretazione degli spazi urbani e la relazione tra l’architettura e le persone che le vivono, tra l’artificiale e il paesaggio. Gli piace indagare, attraverso la fotografia, l’urbanizzazione e gli effetti che questa produce sulla società è sul paesaggio. È stato premiato col primo premio per la fotografia “La natura del domani” alla decima Biennale d’Arte Internazionale di Montecarlo, organizzato dalla galleria Malinpensa by La Telaccia.

Mara Martellotta

Avathor One apre un nuovo capitolo nella mobilità sostenibile e inclusiva

Torino, settembre 2025 – Dopo la sua presentazione ufficiale al MAUTO di Torino, Avathor One – il primo dispositivo medico elettrico pensato per garantire autonomia e sicurezza alle persone con mobilità ridotta – continua a evolversi, portando con sé innovazioni che uniscono tecnologia, sostenibilità e impatto sociale.

Progettato e sviluppato da Avathor, il veicolo rappresenta una vera e propria rivoluzione alla libertà di movimento indoor e outdoor. L’azienda, nata con la missione di contribuire fattivamente a ridurre le barriere alla mobilità, sta lavorando per rendere Avathor One disponibile attraverso il Servizio Sanitario Nazionale, offrendo così un’opportunità concreta a chi, oggi, affronta ostacoli quotidiani negli spostamenti.

Accessibilità, innovazione e impatto ambientale: Avathor al centro dell’evoluzione

Avathor One è ora alimentato da batterie Second Life, provenienti dalla divisione SUSTAINera Circular Economy di Stellantis, riconfigurate e reimpiegate dal system integrator torinese INTENT. Una scelta sostenibile che valorizza il riuso, riduce l’impatto ambientale e garantisce prestazioni elevate, con pacchi batteria ottimizzati da 1.4 kWh o 2.8 kWh a seconda dell’autonomia richiesta.

Il cuore del progetto è la persona: per questo Avathor collabora con l’Associazione di Promozione Sociale NEW ABILITJ e un centro clinico di rilievo nazionale per valutare con metodo scientifico il miglioramento della qualità della vita offerto dal dispositivo. Una ricerca clinica che valuta l’impatto sociale.

Un ecosistema di eccellenze per costruire un futuro accessibile

L’evoluzione di Avathor One è il risultato di un approccio multidisciplinare e multiprofessionale che coinvolge istituzioni, imprese e realtà del territorio, in linea con la visione condivisa all’interno dell’associazione Vehicle Valley Piemonte. In questo contesto si inserisce anche la collaborazione con Italdesign, che ha affiancato Avathor nello sviluppo tecnologico e nell’ottimizzazione funzionale del veicolo.

Dal concept alla realtà: Avathor One protagonista nei grandi eventi internazionali

Dopo essere stato protagonista tra gli Ambasciatori del Made in Italy all’interno del Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka, Avathor One sarà presente anche al Salone Auto Torino, dal 26 al 28 settembre, nell’area Italdesign, con una nuova ondata di innovazioni. Un ritorno che segna la chiusura simbolica di un cerchio iniziato con il concept WheeM-i – ideato da Italdesign – e oggi divenuto realtà grazie all’impegno, alla visione e alla determinazione di Avathor.

Avathor One: dove l’indipendenza incontra il design

Con il suo design compatto ed elegante, le tecnologie intelligenti (come i sensori anticollisione, le ruote omnidirezionali e il sistema di guida con joystick) e la totale accessibilità senza bisogno di patente, Avathor One si impone come una soluzione concreta, iconica e profondamente umana.

Perché la vera innovazione non è solo tecnologica, ma sociale.

Caro scuola: il peso dei libri di testo e l’oligopolio editoriale che ostacola l’equità

Informazione promozionale

La tematica affrontata in questo articolo si inserisce nel più ampio dibattito che da tempo anima il mondo dell’istruzione italiana: quello dell’inclusione e integrazione scolastica.

Garantire pari opportunità di accesso alla formazione non significa solo promuovere ambienti accoglienti e rispettosi delle diversità, ma anche rimuovere gli ostacoli economici che impediscono a molte famiglie di sostenere i costi dell’educazione.

Tra questi, il caro libri rappresenta una delle barriere più insidiose e persistenti.

Un costo che pesa sulle famiglie

Ogni nuovo anno scolastico porta con sé un fardello economico sempre più gravoso per le famiglie italiane. Secondo i dati diffusi dal Codacons, nel 2024 il prezzo dei libri di testo ha registrato un aumento del 18% rispetto all’anno precedente, con un ulteriore incremento del 2,8% nel 2025. In vent’anni, il rincaro complessivo ha raggiunto il 25%, ben oltre il tasso di inflazione programmata.

La spesa media per gli studenti delle scuole superiori si aggira oggi intorno ai 500 euro annui, mentre per quelli delle medie si parla di circa 350 euro. Una cifra che, per molte famiglie, equivale a metà di uno stipendio mensile. Eppure, il numero degli studenti è in calo: dagli 8,7 milioni del 2004/05 ai 7,9 milioni attuali.

Meno studenti, ma libri sempre più costosi.

Un mercato dominato da pochi

Gli editori attribuiscono l’aumento dei prezzi al rincaro della carta da macero, che ha registrato un +52% dal 2023. Tuttavia, questa spiegazione appare parziale. Il vero nodo è l’assetto del mercato editoriale scolastico, dominato da un oligopolio: quattro gruppi editoriali – Mondadori, Zanichelli, La Scuola e Sanoma – controllano l’80% del settore, che vale circa 800 milioni di euro l’anno.

Il Gruppo Mondadori, in particolare, detiene una quota di mercato del 32% ed è controllato per oltre metà dalla Fininvest, presieduta da Marina Berlusconi.

Questo assetto monopolistico limita la concorrenza e perpetua pratiche  come le “nuove edizioni” annuali, che spesso si riducono a semplici rimpaginazioni o cambi di copertina.

Il risultato? L’impossibilità di riutilizzare i libri da un anno all’altro, aggravando ulteriormente la spesa per le famiglie.

Modelli alternativi e soluzioni possibili

A fronte di questa situazione, l’Italia si distingue negativamente tra i grandi Paesi europei per la spesa pro-capite in libri scolastici. Eppure, esistono modelli alternativi già adottati con successo all’estero. In Germania, alcuni Länder offrono gratuitamente tutto il materiale didattico, mentre a Berlino le famiglie versano una quota forfettaria di 100 euro l’anno, con esenzioni per i redditi più bassi. In Francia, le scuole forniscono direttamente dispense e libri, riducendo drasticamente i costi. In Olanda, Belgio e Svezia, le spese scolastiche per l’età dell’obbligo sono coperte dallo Stato, salvo piccoli contributi per fotocopie o danni ai materiali.

Anche in Italia esistono esperienze virtuose, come la cosiddetta “autoproduzione” didattica, in cui i docenti preparano direttamente le dispense per gli studenti. Tuttavia, queste pratiche restano marginali e non sufficientemente sostenute dalle istituzioni.

Investire in istruzione significa anche garantire un accesso equo ai materiali didattici.

Secondo Eurostat, nel 2020 l’Italia ha destinato solo lo 0,65% del PIL all’istruzione secondaria, contro l’1,31% della Germania e l’1,26% della Francia. Invece di aumentare la spesa militare – come richiesto da Usa e Nato – sarebbe più utile raddoppiare gli investimenti nell’istruzione pubblica.

Una questione di equità e inclusione

Questa battaglia non riguarda solo la scuola, ma anche il salario indiretto: quel sistema di welfare che dovrebbe garantire gratuitamente i servizi essenziali come salute, trasporti e istruzione. Ridurre il costo dei libri di testo non è solo una questione economica, ma un passo fondamentale verso una scuola più inclusiva, equa e capace di integrare davvero tutti gli studenti, indipendentemente dal loro background socioeconomico.

Vuoti a Rendere: “La nostra campagna uno spartiacque. Ora approvare la delibera”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

 

La campagna Vuoti A Rendere (www.vuotiarendere.org) prende la parola in vista del voto del Consiglio Comunale sulla delibera di iniziativa popolare “Nuove tutele per il diritto alla casa”, previsto – dopo molti rinvii – per lunedì 22 settembre.

“Il Consiglio Comunale è finalmente chiamato – dicono le/gli attiviste/i – a esprimersi sulle nostre proposte. In vista del voto di lunedì, rinnoviamo a consigliere e consiglieri la richiesta di fare una cosa ragionevole e giusta, decidendo di avviare una stagione nuova nelle politiche cittadine per la casa e aprendo la strada verso strumenti innovativi e urgenti per garantire e promuovere il diritto fondamentale all’abitare”.

 

Già nel mese di luglio, sottolineano da Vuoti A Rendere, si è andati molto vicino all’approvazione della proposta di delibera di iniziativa popolare. “Vogliamo ribadire quanto già detto due mesi fa. Se è vero che la nostra campagna è stata annoverata a più riprese tra le principali ispirazioni del “Piano dell’abitare per lo sviluppo della Città di Torino”, è il momento di essere conseguenti. Mostriamo alle e ai torinesi che le proposte di Vuoti A Rendere possono e devono diventare un primo passo verso l’attuazione del Piano dell’abitare”.

 

Poi, sempre a luglio, i rinvii della votazione, dovuti agli emendamenti ostruzionistici di alcuni gruppi di minoranza e alle prese di posizione allarmate delle associazioni rappresentative della proprietà edilizia. Da Vuoti A Rendere tornano su quanto successo per esprimere alcune valutazioni più ampie: “Vogliamo rivendicare che la nostra campagna, ispirata ai migliori standard europei, è stata uno spartiacque nei dibattiti cittadini e nazionali sulla casa. Grazie alle nostre proposte nessuno può più ignorare la necessità di intervenire sulle troppe case vuote nelle nostre città, e sui costi intollerabili (abitativi, sociali, urbanistici e ambientali) che l’abbandono scarica sulla collettività. I nostri obiettivi sono chiari: censire gli alloggi inutilizzati; potenziare gli strumenti di dialogo tra proprietari e bisogni abitativi; introdurre, accanto ai consueti incentivi, disincentivi graduali e crescenti per i soli grandi proprietari pubblici e privati di alloggi in stato di ingiustificato abbandono. Tutto per restituire alla disponibilità collettiva il maggior numero di case possibile”.

 

Proprio i disincentivi sono stati al centro delle recriminazioni di alcune forze politiche e associazioni della proprietà edilizia. “Che un principio di buon senso come quello da noi proposto per i soli grandi proprietari sia stato attaccato in modo così violento – dicono da Vuoti A Rendere – è qualcosa di significativo e inquietante. A volte per ignoranza e pregiudizio, più spesso con inaccettabili intenti diffamatori, la nostra campagna è stata descritta come una minaccia per qualsiasi forma di proprietà, proveniente da gruppuscoli eversivi. Ad accuse così modeste rispondiamo con la serenità che ci viene dalla serietà del nostro percorso. Chi ha a cuore il diritto all’abitare non si faccia distrarre da quella parte di società e di politica che è disposta a tutto, pur di servire e difendere gli interessi antisociali della grande rendita speculativa. Questi, sì, sono i veri estremisti da cui prendere le distanze”.

 

E, a conclusione del ragionamento, un ultimo appello: “La necessità di promuovere il diritto all’abitare di tutte/i e di ciascuna/o  impone la ricerca di nuovi equilibri tra questo diritto fondamentale e la grande proprietà edilizia. Lunedì 22 settembre, l’approvazione della delibera potrà essere un primo passo in questa direzione: fare di Torino un laboratorio di innovazione per le politiche abitative italiane è un obiettivo a portata di mano. Si tratterà poi di andare in tempi brevi verso un’attuazione concreta ed effettiva di quanto deciso dal Consiglio Comunale. Noi – concludono le/gli attiviste/i di Vuoti A Rendere – siamo pronte/i a fare la nostra parte: non faremo mancare le nostre proposte e non faremo spegnere i riflettori sulla questione abitativa torinese. Perché è tempo di posizionare la nostra città accanto alle migliori esperienze europee e così aprire una stagione finalmente nuova per il diritto all’abitare”.

Bartoli (Presidente Commissione Ambiente): “La Fiera di Rivara è identità, tradizione e futuro del nostro territorio”

La 156ª Fiera Autunnale di Rivara, ospitata nel suggestivo Parco di Villa Ogliani e nelle piazze del paese, si conferma anche quest’anno un appuntamento di straordinaria rilevanza per il Canavese e per l’intero Piemonte.

“Questa manifestazione – dichiara il Consigliere regionale e Presidente della V Commissione Ambiente, Sergio Bartoli – è molto più di un evento fieristico: è un momento di incontro tra cittadini, espositori e istituzioni, capace di valorizzare il patrimonio agricolo, enogastronomico e culturale delle nostre comunità. La Fiera rappresenta un ponte tra passato e futuro, mantenendo vive le radici della tradizione e al tempo stesso offrendo spunti di crescita e innovazione.”

La giornata ha visto la partecipazione di amministratori locali, associazioni, volontari ed espositori, con un programma ricco di iniziative: dalla tradizionale gara a baronda alla premiazione degli espositori, fino agli spettacoli e ai momenti conviviali che hanno animato la piazza.

“Il merito – prosegue Bartoli – va riconosciuto al Sindaco Maurizio Giacoletto, al Presidente della Fiera Ales Troglia-Gamba, all’Assessore Marisa Basolo, a tutte le associazioni e ai volontari che con impegno e dedizione rendono possibile il successo di questa manifestazione. Rivara dimostra ancora una volta di saper coniugare la forza della tradizione con la capacità di guardare avanti.”

La Fiera Autunnale si conferma così un simbolo di identità e coesione, capace di raccontare il territorio attraverso le sue eccellenze, con uno sguardo sempre più attento all’ambiente e alla sostenibilità.