CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 863

“É solo la fine del mondo”, capolavoro di Xavier Dolan (contro ogni regola natalizia)

Un ritorno a casa, dopo dodici anni il ritorno a casa del trentenne Louis, uomo di teatro già fine-mondo-filmcon una qualche fama alle spalle, omosessuale, dopo una fuga dalla provincia verso Parigi per cancellare una famiglia, un paese che gli sta stretto, il rammarico, i ricordi, il disprezzo e la violenza, il sussurrato e il non detto, le piccole infelicità di ogni giorno. Un ritorno a casa per dire della propria malattia, per annunciare, per far partecipi tutti, nella speranza di colmare il tempo passato e alla ricerca di quell’aiuto di cui ognuno ha bisogno. Sgomento, silenzioso, interrogativo, annientato. Arrivare e rincontrare il chiuso di una casa, una madre persa dietro i suoi fantasmi, dietro l’abito e il trucco, una sorella sboccata e chiacchierona che quasi non conosce, un fratello che nuota nella violenza verbale e fisica, che ha sempre saputo, che non sa costruire o che disprezza un dialogo, una cognata timida, appartata, chiusa in brevi dialoghi raggrumati, in sguardi persi dentro un passato come un presente che non le è facile decifrare. Le nevrosi di ognuno che vengono a galla, il ripetersi di domande, di perché cui non c’è risposta, delle cose che si sono lasciate e che si ritrovano, intatte. Perché rimanere se tutto ritorna come prima? Perché tentare di respirare se i piccoli uccellini, in quella casa, soffocano? Perché ogni cosa ritornerà cecovianamente come prima, i giorni somiglieranno ancora ai giorni. Un’altra fuga, quindi, per andare a morire chissà dove.

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Questo il tracciato di “É solo la fine del mondo” che il francese Jean-Luc Lagarce – nel proprio paese l’autore contemporaneo messo maggiormente in scena, accolto alla Comédie-Française – scrisse poco più che trentenne (era nato nel 1957, morì colpito dall’Aids nel ’95), con una buona dose di autobiografia. Da noi il testo fu rappresentato circa sette fa dal Piccolo milanese per la regia di Luca Ronconi, con un gruppo d’attori eccellenti, con vivo interesse. Nel portarlo oggi sullo schermo, il franco-canadese Xavier Dolan (da “J’ai tua ma mere” a “Tom à la ferme” a “Mommy”), gran geniaccio contemporaneo, aspro, irriverente, avverte appieno la vicinanza con il proprio mondo, con il personale modo di sentire, tra poesia e miserrima realtà, lo stesso sguardo nei confronti della famiglia o della figura materna, ne cattura in maniera claustrofobica le sensazioni, i dialoghi, le pieghe più anaffettive e vuote di ogni personaggio (ma scriveva pure, “impersonano delle solitudini, solitudini ricche di una fortissima tensione emotiva e affettiva verso gli altri”), giocando con la macchina da presa vicinissima, incollata, quasi soffocante, sui fine-mond-filmcorpi e sui visi, sui tanti primi piani, sui corpi che si toccano ma che rimangono lontanissimi, sugli silenziosi abbracci prolungati, sulla veemenza che interrompe un attimo di serenità tentata e ricercata. C’è uno straordinario lavoro di regia (non a caso a Cannes Dolan ha ricevuto il Gran Premio della Giuria), c’è il ricordo non soltanto di Cechov ma pure Strindberg e Albee, c’è il lavoro sugli attori, che rispondono a meraviglia. Innanzitutto Vincent Cassel che pare non essere mai stato così (violentemente) efficace, c’è la sottomessa Marion Cotillard, Léa Seydoux e Nathalie Baye, stralunata madre che continua a inseguire la vita e il figlio. C’è Gaspard Ulliel che è Louis, attonito, ma che necessariamente, perduto nel vuoto che lo circonda, gioca più d’ogni altro di sguardi e di parole non pronunciate, dinanzi a quegli squinternati brandelli familiari. Film che va assolutamente contro ogni legge natalizia, ma importante, assolutamente da vedere.

Elio Rabbione

 

Montesano mattatore nella Roma papalina

Nel febbraio del 1982 Mario Monicelli, uno dei principi della commedia italiana, presentava al festival di Berlino il suo “Marchese del Grillo”, con un Alberto Sordi alle prese con una delle sue prove cinematografiche migliori, e ne tornava a casa con il premio per la miglior regia, ben poggiata sulla sceneggiatura firmata da Benvenuti, De Bernardi, il torinese Pinelli e Bernardino Zapponi. Più di trent’anni dopo, Enrico Montesano nelle vesti di interprete e di autore con l’aiuto di Gianni Clementi e Massimo Romeo Piparo quale regista, ripropone il personaggio del nobiluomo romano, Guardia nobile di papa Pio VII, scanzonato e gran confezionatore di burle.

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L’ozio è il suo credo quotidiano, i riti familiari e i parenti tutti, bigotti e legatissimi alle antiche tradizioni e nel loro odio verso gli invasori francesi del piccolo Napoleone, sono accettati lì a palazzo ma soltanto per essere scansati, insolentiti, resi ridicoli, la frequentazione di bettole e osterie è un obbligo, per incrociare e coltivare qualche liaison con popolane in cerca di quattrini, di ricconi da pelare (ma qui troveranno pane per i loro denti), il pensiero fisso è quello di ordire scherzi che vadano a colpire tutti, nobili e plebei, senza grandi distinzioni. Sia il povero falegname ebreo che oltre a non venir pagato per il lavoro fatto, indifeso Shylock ottocentesco, con le conoscenze giuste debitamente oliate, viene trascinato in tribunale e in carcere, a dimostrazione davanti alla persona di Sua Santità, se mai ce ne fosse bisogno, che la giustizia non esiste: salvo poi, in privata sede, corrispondere al pover’uomo il triplo del compenso e anche l’aggiunta di un podere. Sia il povero ubriacone Gasperino, il carbonaio suo sosia perfetto, trovato tra le rovine del Foro e, ripulito e profumato, messo nel letto con tanto di baldacchino mentre i domestici gli danno l’incomprensibile “buongiorno, signor Marchese” e mentre i papalini ricercano l’autentico Onofrio del Grillo, reo di aver abbandonato la difesa del papa e di essere corso ad abbracciare le idee della rivoluzione. In tempi in cui il potere temporale cercava tutti i mezzi per non andare a rotoli e tenersi ben saldo su questa povera terra, la ghigliottina per lui sarebbe già pronta se il marchese non mettesse in campo per la prima volta le proprie responsabilità, “ho scherzato tutta la vita, ma non sono un pupazzo e non posso far condannare un innocente al posto mio”.

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Scherzi, popolino e popolaccio e nobili, gli angoli di Roma come in una stampa di Pinelli, montesano2gli ori e tutta la polvere, i calici e il vino di osteria, le madonne e le mignotte, la certezza che niente è cambiato e ieri è eguale a oggi, ogni società è identica all’altra, con ipocrisie e scandali e tutto il resto (per cui viene abbastanza facile che “altri abbiano un Napoleone che resta un grande Sole” mentre “a noi ci sono rimasti soltanto i Raggi”), tutto quanto rientra alla perfezione nelle scene di Teresa Caruso, costruita su di un girevole che apre e dischiude interni e squarci suggestivi. É davvero uno spettacolo degno del Sistina romano, tempio della commedia musicale di casa nostra, questo “Marchese del Grillo” che chiude già domani le sue recite torinesi. Veloce, con i tempi tutti giusti la regia di Piparo, orecchiabili le musiche di Emanuele Friello, le coreografie di Roberto Croce dispongono al meglio il perfetto corpo di ballo. In un panorama di osti e prelati, di ferree Marchese Madri e di sorelle dall’alito maleodorante, di castrati e di cuginette che a tempo debito ritroveranno gli ardori perduti, tutte quante efficaci figure di un presepe imbastito nell’imperativo del divertimento, Montesano spicca in gran forma, costruisce il suo duplice personaggio tra lo sberleffo e la dabbenaggine e sigla con grande sicurezza uno spettacolo che ha tutti i numeri per essere uno dei migliori dell’annata.

Elio Rabbione

 

Ecco il super-abbonamento musei Piemonte/Lombardia

PALAZZO MADAMAEcco l’Abbonamento Musei Extra che abbina  l’offerta museale di Piemonte e Lombardia, con un paniere di 300 musei. La presentazione al Circolo dei Lettori di Torino da parte degli assessori alla Cultura di Torino, Piemonte e Lombardia, Francesca Leon, Antonella Parigi e Cristina Cappellini. Una iniziativa sorta dal successo dell’Abbonamento Torino Piemonte ideato 21 anni fa e oggi in tasca  a 130.000 persone, e da quello Lombardia Milano che in un anno ha registrato 20.000 persone. Ha detto l’assessore  Parigi che non è vero che “la carta musei faccia perdere soldi agli organizzatori delle grandi mostre: anzi, aumenta il pubblico”.

 

(foto: il Torinese)

Lezioni di Storia: “Augusto e il Califfo” al Carignano

Domenica 18 dicembre 2016, alle ore 11.00, è programmato, al Teatro Carignano di Torino, l’ultimo appuntamento di LEZIONI DI STORIA, iniziativa realizzata grazie alla collaborazione tra Editori Laterza, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, il Circolo dei lettori e La Stampa. 
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All’incontro, dal titolo AUGUSTO E IL CALIFFO, parteciperanno lo storico Andrea Giardina e il Direttore de La Stampa Maurizio Molinari.

Rigore scientifico e capacità di comunicare, appassionare, incuriosire: i migliori storici salgono sul palcoscenico per parlare al grande pubblico. Questa la formula che ha decretato il successo delle Lezioni di Storia. Per la prima volta, migliaia di persone hanno fatto la fila per assistere a un appuntamento diventato immancabile.
Incantato da un linguaggio chiaro e avvincente, in luoghi sempre speciali, il pubblico ha avuto la possibilità di conoscere in presa diretta le vicende delle nostre città, i grandi avvenimenti contemporanei dell’Italia e del mondo, gli eventi che hanno impresso svolte radicali, i personaggi che sono stati protagonisti della grande storia. Dall’Impero romano ai nostri anni, portati per mano attraverso i secoli, in tanti hanno scoperto perché un episodio anche lontano nel tempo possa spiegare il nostro presente e dia risposte al bisogno di memoria. Le Lezioni di Storia sono partite da Roma per approdare a Milano, Torino, Genova, Firenze, Trento, Rovereto, Trieste e anche Londra e Dublino. 
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Teatro Carignano
domenica 18 dicembre 2016 – ore 11.00
AUGUSTO E IL CALIFFO
Andrea Giardina, Maurizio Molinari

La storia antica può fornirci indicazioni preziose per capire il nostro mondo, percorso da conflitti al tempo stesso politici, economici e religiosi. Oriente e Occidente, Nord e Sud, rappresentazioni culturali prima ancora che geografiche nel dialogo tra uno storico dell’antica Roma e il direttore de “La Stampa”.
18 DIC 2016 – Ore 11.00
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INFO E BIGLIETTERIA
Il Circolo dei lettori, via Bogino 9, Torino
info@circololettori.it – 011.4326827

Ingresso: Intero € 7,00 – Ridotto € 5,00 (Abbonati Teatro Stabile Torino, La Stampa, Carta Plus Circolo dei lettori)

“Decrescita felice” nella Cultura? Con la ghigliottina si produce paralisi

Il convegno conclusivo degli Stati generali della cultura in Piemonte svoltosi ieri al teatro Carignano di Torino per iniziativa della Regione Piemonte e su proposta del Comitato “Emergenza Cultura”è stato un evento molto positivo. Gli Stati generali possono rappresentare davvero una svolta significativa perché hanno radiografato da vicino la multiforme realtà culturale subalpina al disopra di ogni prevedibile aspettativa.Dal saluto iniziale del presidente Sergio Chiamparino che ha ricordato come la gestione della politica culturale piemontese abbia avuto diverse gestioni politiche,citando quella di Gian Piero Leo,al saluto dell’assessore Antonella Parigi che ha affermato con vigore che “la cultura deve far soprattutto cultura”, al di là delle pur opportune ricadute turistiche, si possono infatti registrare prese di posizione interessanti.

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Chi opera nel campo della cultura, come chi scrive ,da molti decenni ed ha conosciuto tutti gli assessori alla cultura dal 1975 in poi non può non prendere atto con favore che l’evento segna una svolta rispetto ai periodi duri in cui la lesina è sembrata essere -doverosamente- la linea su cui attestarsi,in tempi di crisi. Siamo sempre stati d’accordo con Chiamparino quando ,come sindaco di Torino, diceva che tra un asilo e la cultura ,avrebbe scelto l’asilo,ma sicuramente non si può fare cultura con i fichi secchi,anche se molte realtà culturali si sono abituate a non dipendere dall’erogazione dei finanziamenti pubblici,cercando di reggersi sulle proprie gambe.

 

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Va infatti detto che c’è stata una stagione in cui certo parassitismo, poi neanche molto qualificato culturalmente ,è stato premiato in modo discutibile.Non c’è neppure bisogno di evocare un fortunato premio letterario,per rendersene conto.La relazione introduttiva di Paola Casagrande,direttore della cultura,turismo e sport della Regione è stata ricca di elementi molto concreti,primo tra i quali l’illustrazione del sito facciamoculturismo.it che mette tra l’altro in rete i bandi ,anche europei, e un indirizzario comune tra le istituzioni culturali che avranno l’opportunità di rapportarsi tra di loro. Il MATURITA STUDENTESSAdirettore ha evidenziato il supporto che la Regione può offrire alle istituzioni culturali piemontesi,un supporto che, in passato, è spesso mancato.Luca Dal Pozzolo,direttore dell’Osservatorio Culturale del Piemonte ,nella sua relazione ha offerto motivi di informazione e di riflessione molto importanti.Dal Pozzolo ha posto in evidenza un fatto quasi sottaciuto,ma assai rilevante : la difficoltà di dialogo tra istituzioni culturali e mondo scolastico.E’ una specie di incomunicabilità che,salvo le eccezioni come il liceo d’Azeglio di Torino e poche altre realtà scolastiche piemontesi,dura da molti anni. Questo fosso va colmato al più presto soprattutto nell’interesse dei giovani. Il Centro “Pannunzio” ebbe per decine di anni un rapporto talmente privilegiato con il mondo della scuola che nel suo statuto venne affermata, a partire dagli Anni 80 ,la particolare attenzione verso le istituzioni scolastiche del territorio oltre, com’è naturale,al rapporto storico con l’Università .

 

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Da parecchio tempo quel fluire di giovani per i quali venivano organizzati convegni,seminari,cicli di lezioni è molto diminuito. C’è da domandarsi il perché. Infatti solo eventi in orario di lezione riescono a attrarre, nel modo più sbagliato, l’attenzione dei giovani. Occorre invece riuscire a riprendere il dialogo al di fuori dell’orario di lezione,dimostrando che internet e la musica non comprendono tutto o quasi il possibile orizzonte giovanile.Le istituzioni culturali sono un elemento fondamentale di REGIONE PALAZZOmediazione tra scuola e territorio,come affermava tanti anni fa il sociologo Filippo Barbano. Dal Pozzolo ha inoltre evidenziato la necessità di certezze nei tempi della erogazione di eventuali contributi ad eventi importanti. Senza queste certezze le realtà più fragili economicamente sono gravemente penalizzate e le iniziative in cantiere costrette a snaturarsi rispetto ai progetti iniziali. A questo proposito potremmo citare esempi relativi al 2015 che lasciano perplessi, come un convegno su Valdo Fusi a cui venne negato un contributo regionale,dopo lo svolgimento dell’evento in ottobre, con una mail spedita nel pomeriggio del 31 dicembre. Inoltre,riprendendo il discorso dell’assessore Parigi, è stato evidenziato come non si possa pensare alla cultura solo in funzione del turismo. E’ una scelta che va oltre certe posizioni emerse,ad esempio, durante la Giunta Cota, malgrado l’apertura a tutto campo dell’assessore Coppola. Forse andrebbe anche evidenziato come le istituzioni culturali non debbano essere necessariamente delle imprese che perseguono il profitto perché l’ associazionismo fondato sul volontariato che non persegue per statuto fini di lucro, merita il rispetto che gli deriva dalla nobiltà-la parola è grossa,ma non è fuori posto – di un impegno in nome di ideali, in tempi in cui essi sembrano essersi appannati.

 

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Va altresì detto che scelte come il Polo del ‘900 vadano allargate e non possano rimanere una riserva indiana limitata a realtà con la quasi identica matrice politico-culturale. A tutt’oggi, l’associazione Venezia Giulia- Dalmazia,inserita all’ultima ora nel Polo, non vi ha trovato effettiva ospitalità.Una con reg lascarisnota poco gradevole è il fatto che tra i consiglieri regionali presenti fin dal mattino si siano notati solo il vicepresidente Nino Boeti, attento da sempre ai temi culturali e il presidente della Commissione Cultura del Consiglio Regionale Daniele Valle che ha chiuso il convegno insieme all’assessore Parigi. Forse altri consiglieri hanno preferito mischiarsi al folto pubblico che ha riempito il teatro. Il convegno ha registrato relazioni e interventi dei maggiori e più autorevoli esponenti interessati alla cultura piemontese ,ma non sempre, com’era naturale che accadesse ,c’è stata una visione d’insieme dei reali problemi del settore.Il fatto però che si sia aperto un confronto a tutto campo rappresenta invece un punto di arrivo inaspettato,ma soprattutto un punto di partenza. Da ieri ,forse, è lecita una rinata speranza. I lavori degli Stati Generali sono una risposta molto seria e concreta all’inconcludenza del Movimento 5 stelle torinese che riesce ad esprimersi solo con dei no, rivelandosi incapace di ogni proposta positiva nel campo della cultura e, più in generale, dell’amministrazione. La “decrescita felice” anche in campo culturale ? Ghigliottinando esperienze e persone non si produce altro che la paralisi e l’arretramento.

Pier Franco Quaglieni

direttore del Centro “Pannunzio

Squali di carta e altre meraviglie

LE MERAVIGLIE DEL MONDO

Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia Torino, Musei Reali Galleria Sabauda e Biblioteca Reale 16 dicembre 2016 – 2 aprile 2017

 

Squali di carta lunghi tre metri, oltre 800 dipinti, 14.000 volumi conservati in armadi, ognuno dei quali dedicato a un aspetto del sapere, busti romani, gioielli, armature, arazzi, carte geografiche: sono tutte le meraviglie del mondo raccolte dall’ambizioso e carismatico duca di Savoia Carlo Emanuele I nella seconda metà del Cinquecento. Oggi parte di questa straordinaria collezione rivive ai Musei Reali di Torino nella mostra Le meraviglie del mondo. Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia, presentata in Galleria Sabauda e alla Biblioteca Reale dal 16 dicembre al 2 aprile 2017. La mostra è meraviglieorganizzata dai Musei Reali di Torino, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino; media partner Rai TGR. Le meraviglie del mondo presenta al pubblico uno straordinario momento del collezionismo sabaudo: quando, tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, con il duca Carlo Emanuele I si forma il primo ricchissimo nucleo delle raccolte di pittura, scultura e oggetti preziosi che da subito godettero di grande fama internazionale. In mostra sono esposte 250 opere alle quali si aggiungono 80 album di acquerelli e numerosi prestiti internazionali: per la prima volta la magnifica collezione di Carlo Emanuele I viene riunita in un’unica esposizione, come forse non accadeva dai tempi del duca. Il 30 agosto 1580 moriva il duca Emanuele Filiberto e saliva al trono il figlio Carlo Emanuele I (detto Il Grande), appena diciottenne, che regnerà per ben cinquant’anni, dal 1580 al 1630.

 

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Protagonista della vita di corte, attraverso la sua straordinaria collezione di meraviglie il duca afferma l’importanza dello Stato sabaudo, mettendolo al pari delle grandi potenze dell’epoca. Ambizioso, colto, amante delle lettere, delle arti e delle scienze, il giovane duca – in continuità con le scelte del padre che nel 1563 aveva trasferito la capitale sabauda da Chambéry a Torino – si prodiga per un importante rinnovamento culturale e artistico della città. Eredita da Emanuele Filiberto la visione strategica e l’attitudine militare; dalla madre, Margherita di Valois, figlia di Francesco I re di Francia, l’attenzione per la cultura e il gusto del bello. La moglie, Caterina Michela d’Asburgo, Infanta di Spagna, contribuisce ad ampliare i suoi orizzonti portando a corte la cultura spagnola. La mostra si apre con la storia del duca, ritratto in varie opere dalla sua fanciullezza all’età adulta. Sin da piccolo immerso nell’arte (Raffaello, Mantegna, codici miniati di grande bellezza) grazie alle raccolte del padre Emanuele Filiberto, il giovane duca esprime fin da subito il suo più profondo desiderio: creare un compendio di tutte le cose straordinarie del mondo. Ed ecco che nascono così le raccolte di oggetti antichi, le preziose collezioni librarie, il compendio delle meraviglie naturali, la raccolta di armi ed armature, la straordinaria quadreria, l’arredo scultoreo moderno, i ritratti. La passione per l’arte classica è uno dei cardini della politica culturale di Carlo Emanuele I, che non risparmia energie per accaparrarsi importanti opere di antichità. Nel 1583 acquista a Roma la collezione di Girolamo Garimberti, antiquario di fiducia di Cesare Gonzaga, consulente di Alessandro Farnese, di Rodolfo Pio da Carpi e del duca di Baviera Alberto V. Arrivano così a Torino circa duecento opere: teste di marmo e statue di varie dimensioni, oltre a tavole e colonne di marmi policromi. Nel 1610 è la volta di un’altra celebre raccolta romana: quella del banchiere Bindo Altoviti. Una parte delle sculture è destinata alla Galleria, ma le statue di grandi dimensioni vanno a decorare le fontane e i giardini del nuovo Palazzo Ducale e contribuiscono a trasformare il Casino di caccia del Viboccone, ora scomparso, in un raffinato luogo di svago, con un cortile ellittico popolato di sculture antiche.

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Un favoloso patrimonio parzialmente giunto fino a noi e ora custodito in gran parte tra i tesori dei Musei Reali di Torino, oggetti che trovano un profondo significato nella unitarietà generale della raccolta del duca. La collezione, per la prima volta, verrà in parte ricomposta al primo piano della Galleria Sabauda e nei caveaux della Biblioteca Reale, grazie a importanti prestiti di Musei e Istituti non soltanto torinesi, ma anche nazionali e stranieri. A un anno esatto dall’autonomia gestionale introdotta dalla riforma dei Musei statali, Le meraviglie del mondo è la prima importante esposizione completamente curata dai Musei Reali. Una grande sfida volta a conferire un’espressione identitaria, come sottolinea Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali: “L’idea di questa mostra si fonda su una tradizione di studi e il nostro obiettivo è stato quello di mettere in contatto un più vasto pubblico con questa stagione straordinaria e poco nota della città di Torino. Una stagione che ruota intorno alla figura di un principe dalla curiosità insaziabile e dall’attivismo frenetico, tanto in politica come in guerra, così come sul progetto di dotare la sua capitale di un patrimonio artistico di grande valenza simbolica, degno delle più importanti corti europee. Fondamentale per la riuscita è stata la collaborazione dell’Archivio di Stato di Torino, della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e di Palazzo Madama, oltre al determinante sostegno della Compagnia di San Paolo e della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, che vivamente ringrazio”.

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Francesco Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo commenta “La Compagnia di San Paolo sostiene la mostra che siamo qui ad inaugurare, ritendendo che la figura di Carlo Emanuele I e il suo tempo siano fondamentali per comprendere ancora oggi molti aspetti urbanistici, architettonici e culturali della nostra città. La mostra, rappresenta inoltre il momento di avvio di una collaborazione tra la Compagnia stessa e i Musei Reali con l’obiettivo di creare un dialogo forte tra le istituzioni museali e il contesto culturale di riferimento. E’ infatti prevista la realizzazione di un nuovo percorso di visita che, attraverso un rimando tra una selezione delle opere in mostra e di quelle conservate nelle principali chiese di Via Garibaldi (Santi Martiri, Cappella dei Mercanti, SS. Trinità e Misericordia), consentirà al visitatore di scoprire un patrimonio di arte e architettura ancora poco noto ma fondamentale per comprendere la storia comune a tutta la città. Il progetto è la naturale prosecuzione del programma di valorizzazione delle architetture religiose del centro storico avviato dalla Compagnia in occasione dell’Ostensione della Sindone”. Adriana Acutis, Presidente della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, sottolinea che “La capacità dei Musei Reali di collaborare superando l’ostacolo dell’individualismo ne fa una realtà rilevante a livello internazionale. La capacità di imprese ed enti di collaborare attraverso Consulta per il bene della città fa di Consulta una realtà in grado di incidere sul rinnovamento del territorio e, con la progettualità collegata alla mostra “Le meraviglie del mondo. Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia”, di essere parte attiva nell’affermazione dell’identità dei Musei Reali. “La forza vitale dell’arte e della cultura è un bene comune sul quale da quasi 30 anni le imprese e gli enti soci di Consulta investono con senso di responsabilità e spirito di aggregazione, in stretta collaborazione fra pubblico e privato. La costanza di questo intervento ha permesso a Consulta di essere parte attiva nell’aggregazione dei Musei Reali e ora nella loro affermazione come realtà museale di rilevanza internazionale.” La mostra è a cura di Annamaria Bava ed Enrica Pagella con la collaborazione di Gabriella Pantò e Giovanni Saccani. Il percorso nella Biblioteca Reale è curato da Pietro Passerin d’Entrèves e Franca Varallo.

Tutti quanti voglion fare il jazz… anche a Natale!

Teatro Regio, lunedì 19 dicembre 2016 ore 20.30

 

regio 2«Tutti quanti voglion fare il jazz perché resister non si può al ritmo del jazz!», così attacca la celebre canzone contenuta nel film d’animazione Disney Gli Aristogatti. Chi non ricorda Romeo, Scat e la sua band trascinare Duchessa e i suoi micini nel ritmo così speciale e coinvolgente che solo il jazz possiede? Questo e molto altro, potete scommetterci, accadrà al Teatro Regio lunedì 19 dicembre alle ore 20.30 con il concerto Tutti quanti voglion fare il jazz… anche a Natale! Gli ingredienti ci sono tutti: un trio jazz, il Luigi Martinale Trio composto da Luigi Martinale al pianoforte, Mauro Battisti al contrabbasso e Paolo Franciscone alla batteria; il Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” e il pubblico, che sarà invitato a partecipare cantando. A mescolare sapientemente tutti gli ingredienti toro regio teatrosarà il direttore Claudio Fenoglio, cui si deve anche l’idea del concerto e che, insieme a Luigi Martinale, ha curato tutti gli arrangiamenti.  In programma canzoni tradizionali natalizie e celebri composizioni jazz. Il concerto si inserisce nel cartellone de Al Regio in famiglia, iniziativa che propone spettacoli, opere e concerti particolarmente adatti ai nuclei familiari e a condizioni di biglietteria eccezionalmente favorevoli: biglietto intero € 15 e under 16 € 10, in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio (tel. 011.8815.241/242, aperta da martedì a venerdì ore 10.30-18, il sabato ore 10.30-16), un’ora prima dello spettacolo e telefonicamente al n. 011.8815.270 (ore 9-12, da lunedì a venerdì). Info – Tel. 011.8815.557. Lunedì 19 dicembre alle ore 10.30 è prevista una recita dedicate alle scuole; sabato 7 gennaio il concerto sarà replicato al Palazzo delle Feste di Bardonecchia. Le attività rivolte alle scuole sono realizzate in collaborazione con la Fondazione Cosso, gli Amici del Regio e la Fondazione Banca Popolare di Novara. Per informazioni, contattare l’Ufficio Attività Scuola al numero 011.8815.209 e consultare il sito www.teatroregio.torino.it. Per ulteriori informazioni e approfondimenti è attivo il blog La Scuola all’Opera.

 

(foto: il Torinese)

Al Salone Internazionale del Libro nasce il Superfestival

salone 2016 libroSono 12 i primi aderenti, dall'”Economia” di Trento alla “Mente” di Sarzana

Il XXX Salone Internazionale del Libro di Torino sarà la vetrina dei festival culturali italiani. Un Superfestival in cui le esperienze più interessanti e creative da tutta la Penisola si incontreranno portando ciascuno il meglio dei propri autori e la peculiarità della propria formula. L’idea è nata da Marco Cassini, l’editore di Sur, e da Gianmario Pilo, libraio de La galleria del libro di Ivrea: insieme ideatori e organizzatori de La Grande Invasione, il festival della lettura che si tiene a inizio giugno nella città olivettiana. Il progetto è sviluppato assieme salone 12al Salone e sotto gli auspici del Centro per il Libro e la Lettura, che già aveva dato vita alla rete delle Città del libro di cui il Superfestival rappresenta una nuova tappa. I primi 12 festival che hanno aderito sono: Festival dell’Economia (Trento, Economia), I Boreali(Milano, Cultura nordica), Porte Aperte Festival (Cremona, Letteratura), Home Festival (Treviso, Musica rock), La Grande Invasione (Ivrea, Letteratura), Festival della Mente (Sarzana, Scienze), Bilbolbul (Bologna, Fumetto), Urbino Città del Libro (Urbino, Letteratura), Gita al faro (Ventotene, Letteratura), Un’altra galassia (Napoli, Letteratura), I Dialoghi di Trani (Trani, Bisceglie, Corato, Scienze umane), Marina Cafè Noir (Cagliari, Letteratura). E altri sono in arrivo.

Oggi al Cinema

Trame dei film nelle sale di Torino 

A cura di Elio Rabbione

 

Amore e inganni – Commedia. Regia di Whit Stillman, con Kate Beckinsale e Xavier Samuel. Tratto da”Lady Susan” di Jane Austen. La storia di una scaltra vedova che, nel desiderio di venire a conoscenza di certi pettegolezzi che giorno dopo giorno prendono a circolare nell’alta società, si reca a Churchill, in una elegante tenuta proprietà della famiglia del marito. Soggiorno che sarà pure occasione per assicurarsi un buon nuovo consorte e un altrettanto buon partito che faccia la felicità della figlia. Ospiti della casa, tra gli altri invitati, saranno due gentiluomini forse adatti alle aspettative di milady. Durata 94 minuti. (Romano sala 1)

 

animali-filmAnimali fantastici e dove trovarli – Fantastico. Regia di David Yates, con Eddie Redmayne, Colin Farrell e Katherine Waterstone. Ovvero la scrittrice miliardaria J.K. Rowling prima della nascita di Harry Potter. E ancora, primo capitolo di una saga che ne prevede altri quattro. Il maghetto Newt Scamander sbarca a New York, siamo nel 1926, volendo contattare il Magico Congresso degli Stati Uniti, con una valigetta di piccoli proporzioni da cui fuoriescono creature inimmaginabili, capaci di dar vita ad una avventura decisamente straordinaria. Durata 133 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Animali notturni – Drammatico. Regia di Tom Ford, con Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Armie Hammer e Aaron Taylor-Johnson. Opera seconda dell’autore del perfetto “A single man”, Gran Premio della Giuria a Venezia. Susan, celebre gallerista di Los Angeles, riceve un giorno dall’ex consorte le bozze di un romanzo che lui, da sempre con ambizioni di scrittore, le ha dedicato. Nelle pagine è racchiusa la vicenda di un padre e marito che in vacanza in Texas con la famiglia si imbatte in un balordo e con un gruppo di amici suoi. Letteratura e vita si mescoleranno e l’esistenza di ognuno cambierà per sempre. Durata 117 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

Aquarius – Drammatico. Regia di Kleber Mendonça Filho, con Sonia Braga. Una lunga storia aquarius-film(suddivisa in tre capitoli), dove nella Recife degli anni Ottanta, Clara vive in una casa sul mare, accudisce ai suoi capelli cortissimi frutto di una chemio che l’ha salvata da un tumore al seno, festeggia il compleanno della vecchia zia Lucia, donna del tutto libera e vittima con il carcere della dittatura. In un tempo più vicino a noi, con i suoi lunghi capelli, vive nella casa sul mare che un’impresa immobiliare vorrebbe acquistare e demolire per costruire al suo posto l’ennesimo grattacielo. Tutti gli inquilini hanno già accettato, solo Clara resiste. In quelle stanze vivono ancora i suoi ricordi, i suoi libri, la sua musica, il profumo di antichi amori. Tutti insistono perché acconsenta, anche i figli, ma lei resiste con ogni forza. Durata 140 minuti. (Nazionale sala 2)

 

fantastic-filmCaptain Fantastic – Commedia drammatica. Regia di Matt Ross, con Viggo Mortensen. La famiglia Cash è composta da padre, madre e sei figli che hanno avuto un’educazione “libera”, tra le foreste del nord America, lontano da consumismi e conformismi imperanti in ogni altrove civilizzato. Radiata ogni tecnologia “non utile”, i rampolli si affidano allo sviluppo della mente e del corpo, ad una cultura che spazia liberamente dal classico al più futuribile, dalla costituzione americana ad un linguaggio estremamente ricco: se non si celebrerà il Natale insopportabilmente consumistico, si potrà sempre celebrare il compleanno di Noam Chomsky. Una sorta di ideale paradiso che una tragedia potrebbe definitivamente cambiare. Durata 118 minuti. (Ambrosio sala 2, Massimo 1)

 

Il cittadino illustre – Commedia. Regia di Gastçn Duprat e Mariano Cohn, con Oscar Martinez. Daniel Mantovani è uno scrittore, vincitore del Nobel, in piena crisi creativa. Da Barcellona, dove da anni si è stabilito, accettando l’invito che i cittadini di Salas dove lui è nato e cresciuto gli hanno inviato, si reca in Argentina. L’accoglienza è entusiasmante, è anche l’occasione per rivedere il primo amore, tutto sembra trascorrere all’insegna della felicità: poi, poco a poco, prende piede il malumore come pure una strisciante violenza, rinfacciando tutti i cittadini di Sala i peccati giovanili, le aspre critiche che lo scrittore ha rivolto al proprio paese. Coppa Volpi veneziana al protagonista. Durata 118 minuti. (Classico, anche V.O.)

 

gandi-genitori-filmCome diventare grandi nonostante i genitori – Commedia. Regia di Luca Lucini, con Margherita Buy, Giovanna Mezzogiorno e Matthew Modine. L’arrivo in Liceo di una nuova preside che contro il parere di allievi e genitori decide di non partecipare al concorso scolastico nazionale per gruppi musicali, rincarando anzi l’attività quotidiana dei ragazzi. Ma alla fine saranno questi ad avere l’ultima parola. Durata 90 minuti. (Ideal)

 

E’ solo la fine del mondo – Drammatico. Regia di Xavier Dolan, con Marion Cotillard, Nathalie Baye, Gaspard Ulliel, Vincent Cassel e Lea Seydoux. Trasposizione cinematografica del testo (per molti versi autobiografico) di Jean-Luc Lagarce messo in scena da noi al Piccolo di Milano. Louis, autore teatrale di successo, fa il suo ritorno in famiglia per annunciare la sua morte imminente. La madre, il fratello violento, la cognata fragile e sottomessa, la sorella sono lì a riceverlo. Ma le atmosfere di nevrosi, di risentimenti, di insinuanti invidie, che il giovane aveva abbandonato anni prima, ritornano in tutto eguali. Gran Premio della Giuria a Cannes. Durata 95 minuti. (Eliseo rosso, Nazionale sala 1)

 

Fuga da Reuma Park – Commedia. Regia di Morgan Bertacca, con Aldo, Giovanni e Giacomo e fuga-reuma-filmSilvana Fallisi. La fuga dei tre comici novantenni, la notte di Natale, dalla casa di riposo dove sono stati abbandonati e dalle grinfie dell’infermiera bionda e giunonica che li sorveglia. Abbandonati dai figli, magari in sedia a rotelle e con flebo, magari con una memoria che comincia a fare un po’ di ruggine, non hanno nulla da perdere: perché non salire su una barca, imboccare i Navigli milanesi e andarsene giù già fino a Rio de Janeiro? Durata 90 minuti. (Reposi, The Space, Uci)  

 

Io, Daniel Blake – Drammatico. Regia di Ken Loach, con Dave Johnson, Hayley Squires, Natalie Ann Jamieson. Un carpentiere di Newcastle, ormai sessantenne, è costretto un giorno a chiedere un sussidio statale per una grave crisi cardiaca. Il medico gli ha proibito di lavorare e Daniel si ritrova a rivolgersi all’assistenza pubblica, ormai privatizzata, per un riconoscimento di invalidità. La macchina burocratica inglese lo costringerà a cercare lavoro, per aprirgli una lunga strada di umiliazioni e di ricorsi. Ancora un esempio del cinema politico e della rabbia di Loach, un “teorema” svolto dal regista con l’abituale metodica professionalità, la dimostrazione che c’è sempre l’occasione per trovare qualcosa nel mondo britannico, e non solo, che ti manda il sangue alla testa: ma questa volta Loach, forse per una sceneggiatura troppo “lineare” e “inevitabile”, non soddisfa come in tante altre prove del passato. Premiato a Cannes con la Palma d’oro. Durata 100 minuti. (Romano sala 3)

 

peregrineMiss Peregrine – La casa dei bambini speciali – Fantasy. Regia di Tim Burton, con Eva Green, Asa Butterfield, Samuel Jackson, Rupert Everett, Judy Dench, Terence Stamp. Il giovane Jacob, alla morte del nonno, scopre che quelle storie che aveva sempre sentito raccontare, sono vere: esiste veramente in una piccola isola lontana, nel Galles, un gruppo di bambini orfani, dal talento speciale di cui forze malvagie vorrebbero impadronirsi, che vivono nella casa della misteriosa Miss Peregrine. Jacob farà di tutto per proteggere quei bambini e sottrarli ai loro nemici. Tratto dal romanzo omonimo di Ransom Riggs, ancora l’universo fantastici del regista di “Edward mani di forbici”, “Big Fish” e Alice in Wonderland”. Durata 127 minuti. (Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana, Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci anche 3D)

 

Natale a Londra – Dio salvi la Regina – Commedia. Regia di Volfango De Biasi, con Lillo e Greg, Nino Frassica, Paolo Ruffini. Due fratelli pasticcioni nella capitale inglese con l’idea del colpo del secolo: rapire i cani della Regina e chiederne il riscatto. Al loro fianco un ristoratore che continua a portarsi la Sicilia nel cuore, una chef stellata più che apprezzabile, il suo sotto chef toscanaccio indomito, sullo sfondo la Brexit. Durata 89 minuti. (Massaua, Greenwich sala 2, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Non c’è più religione – Commedia. Regia di Luca Miniero, con Alessandro Gassman, Claudio Bisio e Angela Finocchiaro. Ovvero non è più (infelicemente) tempo di presepi, quelli per intenderci cui papà e mamma ci hanno abituati parecchi anni fa. Oggi al posto del bue c’è il lama, la Madonna è buddista, il Bambino musulmano. Il mondo cambia, è già cambiato. Poi c’è il sindaco Bisio, l’italiano Gassman convertito per amore all’Islam, la monaca Finocchiaro attaccata come l’edera alle vecchie tradizioni. Il tutto su un’isoletta persa nel mare del sud Italia. Dal regista, premiatissimo al botteghino, di “Benvenuti al Sud” e “Benvenuti al Nord”. Riuscirà a ripetere, con i temi “difficili” di integrazione, amicizia, volemose bbbene?Durata 91 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Chico, Greenwich sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

poveri-ricchi-filmPoveri ma ricchi – Commedia. Regia di   Fausto Brizzi, con Christian De Sica, Enrico Brignano, Anna Mazzamauro e Lucia Ocone. La famiglia Tucci, ovvero mozzarellari doc e volgari quel tanto che basta, capofamiglia con consorte e un paio di figli, un cognato nullafacente nel dna, la nonna che è innamorata persa di Al Bano. Una vincita da 100 milioni di euro li spingerà a trasformarsi nei nuovi ricchi con annesso desiderio di seguirne le orme: ma presto si accorgeranno che i nuovi ricchi non significano rubinetteria d’oro o chili di gioielli o ristoranti e alberghi senza risparmio di stelle. Durata 97 minuti. (Massaua, Eliseo blu, Greenwich sala 1, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Rogue One: A Star Wars Story – Fantascienza. Regia di Gareth Edwards, con Diego Luna, Forest Whitaker, Mads Mikkelsen e Felicity Jones. Un gruppo di eroi in missione per sottrarre i piani della rogue-one-filmpiù potente arma di distruzione di massa mai ideata dall’Impero Galattico, la Morte Nera. Primo film della serie “Star Wars Anthology”, una collezione di film a se stanti ambientati nell’universo di “Guerre stellari”. Durata 143 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Groucho, Ideal anche 3D, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci anche V.O. e 3D)

 

Snowden – Biografico. Regia di Oliver Stone, con Joseph Gordon-Levitt, Melissa Leo, Zachary Quinto e Tom Wilkinson. In una stanza d’albergo di Hong Kong, Snowden sta con un paio di giornalisti e una documentarista in attesa di poter rendere pubbliche le rivelazioni riguardanti i dati trafugati alla Agenzia Nazionale per la Sicurezza al fine di smascherare il sistema di intercettazioni che coinvolge il mondo intero. Come sottoracconto, Stone torna agli anni giovanili del protagonista, in un ampio flashback, dalla richiesta di arruolamento nelle forze speciali al percorso che attraversa Cia e Nsa, alle missioni in Giappone e alle Hawaii, alla condanna come spia e traditore del proprio paese: ma anche con un suo largo seguito di simpatizzanti, che vedono in lui un paladino delle libertà. Durata 134 minuti. (Lux sala 1)

 

sully-2Sully – Drammatico. Regia di Clint Eastwood, con Tom Hanks, Aaron Eckart e Laura Linney. Ovvero la storia dell’eroe Sullenberger, che il 15 gennaio 2009 portò in salvo, alla guida del suo aereo, 155 passeggeri, facendolo ammarare nelle acque del fiume Hudson. Un’opera raccontata da Eastwood con una lucidità davvero geniale, essenziale, precisa nella descrizione dei fatti e dei sentimenti contrastanti del protagonista, un Tom Hanks partecipe e immedesimato come raramente lo ricordiamo, la sua sicurezza e la sua battaglia contro chi lo riderebbe un incompetente, lo sguardo sui giudici e la replica a quelle simulazioni di volo che, nel processo cui fu sottoposto Sully con il suo copilota, non tenevano assolutamente conto del fattore umano, di una decisione che andava presa nel giro di una manciata di minuti: ad ogni inquadratura facendo partecipare lo spettatore, ad ogni attimo della vicenda – le notti nella stanza d’albergo, le telefonate a casa alla moglie, i dubbi, i timori, la felicità tutta chiusa dentro nell’apprendere che tutti quei passeggeri sono sani e salvi, nessuno escluso – che pur ha, a quasi otto anni dal suo sviluppo, un esito conosciuto. Durata 95 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale V.O., Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, Eliseo Grande, F.lli Marx sala Harpo, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

birth-nation-filmThe birth of a Nation – Drammatico. Regia di Nate Parker, con Nate Parker, Armie Hammer e Gabrielle Union. Nato schiavo in Virginia, Nat Turner impara a leggere e studia la Bibbia, divenendo un grande predicatore. Quando il suo padrone decide di sfruttarne le doti oratorie, Nat affronta consapevolmente le umiliazioni della sua gente e si pone alla guida di una sanguinosa rivolta. Durata 110 minuti. (Massimo sala 1)

 

Trolls – Animazione. Regia di Mike Mitchell e Walt Dorn. Poppy (qui con la voce di Elisa) a fianco di Branch partirà per un’avventura oltre il mondo a lei conosciuto, ovvero una missione alquanto rischiosa per salvare i suoi amici dal cattivissimo Bergen. Ancora un avventura dai creatori di Shrek per le creature animati dai coloratissimi capelli. Durata 96 minuti. (Massaua, Uci)

 

Una vita da gatto – Commedia. Regia di Barry Sonnenfeld, con Kevin Spacey e Jennifer Garner. Un miliardario, decisamente molto più interessato agli affari e ai guadagni, vede come un peso la vita familiare, le ricorrenze, la moglie e la figlia. Quando, dopo aver deciso di regalare alla piccola un felino, si ritroverà chiuso per incanto nel corpo del suddetto, comincerà a considerare l’esistenza sotto un punto di vista alquanto diverso. Durata 87 minuti. (Massaua, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

natale-sud-filmUn Natale al Sud – Commedia. Regia di Federico Marsicano, con Massimo Boldi, Anna Tatangelo, Paolo Conticini e Biagio Izzo. Primo cinepanettone natalizio, dove un carabiniere milanese, Peppino, e un fioraio napoletano, Ambrogio, festeggiano il Natale nella stessa località turistica, scoprono l’amore dei rispettivi figli per due coetanee, sino ad allora sconosciute: faranno di tutto per farli incontrare, ma anche i loro matrimoni correranno il rischio di naufragare. Durata 90 minuti. (The Space, Uci)

Il marinaio

alessia-nuovaLe poesie di Alessia Savoini

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Nella pancia del mondo dorme il pensiero che origina l’immenso. Il seme della terra riposa nell’ignoto, ma c’è. E chi ha il diritto di strappargli le radici? Le stelle esplodono nel cielo, mentre il naufrago ammira dal basso un punto indefinibile tra altri che non vede.Costui si spense in mare e fu così che ricominciò a vivere, nello stesso ambiente che in principio gli diede cuore e forma.