CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 86

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Stiamo andando verso il disastro? – Meloni neo nazista? – Lettere


Stiamo andando verso il disastro?

L’economia italiana, certo nel contesto di quella europea, sta andando verso il disastro? I prezzi sono sempre più alti , le merci nei magazzini scarseggiano, nelle nostre strade molti negozi hanno tirato giù le saracinesche e i prezzi vertiginosi non ci danno neppure più la garanzia della qualità .I supermercati hanno di fatto il monopolio del commercio. Un’economia cinese fondata sul disconoscimento della qualità imperversa dappertutto. Lo stesso euro non ha svolto la funzione prevista ottimisticamente da Ciampi. Questa è una verità su cui riflettere. Le grandi aziende licenziano e delocalizzano. La grande industria italiana è ormai in mano straniera. Si parla di nuovi poveri, mentre parte di chi studia pensa alla Palestina invece che ai libri e alle lezioni. Il Governo attuale non si sta purtroppo rivelando all’altezza, formato da donne e uomini spesso non in grado di governare neppure un Comune, se si eccettuano pochissimi ministri/e .  L’eredità nefasta dei Governi Conte, Renzi, Gentiloni, Letta appare oggi in tutta la sua drammatica realtà. Anche i conati di violenza che si stanno manifestando in modo preoccupante sono indice di un clima allarmante per la democrazia. Pasqua, al di là del tempo meteorologico, rivela la perdita della serenità di molte famiglie che hanno dovuto rinunciare a qualche giorno di vacanza per ragioni economiche. Il pranzo in un ristorante ha raggiunto prezzi proibitivi con menù spesso banali. La politica in vista del voto si rivela particolarmente cieca e induce con i suoi comportamenti a disertare in giugno le urne. L’Italia sta precipitando? Forse si’ e risulta difficile reagire, anche perché impelagati da due guerre in atto e dal ritorno del pericolo terroristico di matrice islamica. Parola di storico: sono molto pessimista su un presente sempre più squallido e pericoloso anche per mancanza di lungimiranza e per un eccesso di faziosità. Le condizioni difficili comporterebbero una coesione nazionale oggi davvero impossibile.

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Meloni neo nazista?
Il prof. Luciano Canfora, dell’Università di Bari, che si auto-definisce con orgoglio uno “stalinista”,  ha il coraggio (si fa per dire) di lamentarsi che la Meloni lo abbia querelato per l’insulto rivoltole di essere una “neo nazista nell’animo”. Si tratta di un insulto oggettivo, se poi prodotto dalla cultura raffinata del filologo della scuola “barisienne”, esso appare il massimo degli insulti possibili perché intende offendere anche nell’animo  non solo nella polemica politica contingente a cui un accademico dovrebbe restare estraneo.  Dovrebbe infatti essere il professore a scusarsi per aver detto qualcosa di privo di senno, ma vedremo come si esprimerà un giudice in merito. Sono curioso di sapere come andrà a finire e attendo qualche battuta infelice del solito Emiliano.  Uno che si sente “contentissimo”  di essere definito “stalinista” dovrebbe lasciare ad altri il compito di difendere la democrazia repubblicana.  Non ho mai stimato il professore di Bari, adesso lo ritengo un semplice e invecchiato propagandista. La faziosità politica non salva nessuno e devasta anche le menti degli studiosi fino a renderli ridicoli.

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Ritorna il ‘68?

Cosa pensa di chi ha detto che la striscia di Gaza sarà il nuovo Viet – nam e che le proteste studentesche contro Israele saranno un nuovo ’68? A me sembrano farneticazioni di vecchi nostalgici sessantottini.   Vittorio Risiero

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Anch’io lo considero un uso strumentale di una vicenda drammatica cominciata il 7 ottobre con una strage di israeliani. Io sono e sarò sempre al fianco di Israele e della comunità ebraica. Una pace che significasse la fine di Israele avrebbe conseguenze politiche immense che quattro ragazzini non sanno neppure pensare . Condivido molto l’operato della ministra Bernini, una donna colta e capace. Anche Anna Foa è stata chiara nel condannare la rinascita di un movimento studentesco succubo dei centri sociali. Ha fatto bene il rettore dell’”Alma Mater” bolognese a staccare gentilmente il microfono alla studentessa fanatica che vomitava insulti in aula magna. Il ’68 non deve tornare! La protesta civile e democratica è sempre bene accetta, ma la violenza infarcita di insulti va colpita. I cattivi maestri alla Canfora vanno smascherati per quello che sono: agitatori stalinisti orgogliosi di esserlo anche oggi!

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

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A cura di Elio Rabbione

Another end – Drammatico. Regia di Piero Messina, con Gael Garcìa Bernal, Renate Reinsve e Bérénice Bejo. Sal, che ha perso la propria compagna, Zoe, in un incidente, non riesce a superare il dolore. Un dolore che lo spinge anche a tentare il suicidio. Davanti a questo, Ebe, sua sorella, fa di tutto perché tenti una nuova vita grazie a una nuova tecnologia, “Another end” appunto, che avrà lo scopo di portare non soltanto la personalità ma altresì i ricordi di una persona scomparsa dentro il corpo di qualcun altro, di una persona qualunque. Sal ritrova in un altro individuo Zoe ma nello stesso tempo non è così facile sostenere la nuova situazione. Durata 130 minuti. (Massimo, Reposi, Uci Moncalieri)

Dune – Parte 2 – Avventura/Fantascienza. Regia di Denis Villeneuve, con Timothée Chalamet, Zendaya, Josh Brolin, Charlotte Rampling e Christopher Walken. Il mitico viaggio di Paul Atreides quando si unisce a Chani e ai Fremen: è sul sentiero di guerra per vendicarsi dei cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia. Di fronte a una scelta tra lamore della sua vita e il destino delluniverso conosciuto, Paul si sforza di prevenire un terribile futuro che soltanto lui può prevedere. Durata 166 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi sala 5, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Estranei – Fantasy/Drammatico. Regia di Andrew Haigh, con Andrew Scott, Paul Mescal, Claire Foy e Jamie Bell. Una notte, nel suo condominio quasi vuoto nella Londra contemporanea, Adam ha un incontro casuale con un misterioso vicino di casa, Harry, che spezza il ritmo della sua vita quotidiana. Mentre si sviluppa una relazione tra i due, Adam è ossessionato dai ricordi del passato e si ritrova attratto nella città di periferia in cui è cresciuto e nella casa dinfanzia in cui i suoi genitori sembrano vivere, proprio come il giorno della loro morte, trentanni prima. Estranei” è stato designato Film della Critica dal SNCCI con la seguente motivazione: Raccontando il tormento interiore per la perdita dei genitori e la scoperta della propria omosessualità, Adam cerca una riappacificazione con se stesso, la famiglia e il mondo, attraverso la conoscenza di Harry. Haigh si conferma eccelso narratore contemporaneo dei sentimenti, grazie a una ricognizione spettrale dei protagonisti e un senso smisurato di perdizione tra sensi di colpa e amori tragici. Un film impalpabile sul dolore inconsolabile, dove la realtà perde i propri confini e il pensiero si fa immagine. Durata 106 minuti. (Ambrosio sala 2 V.O.)

Green Border – Drammatico. Regia di Agnieszka Holland. Nelle insidiose foreste paludose che costituiscono il cosiddetto confine verdetra Bielorussia e Polonia, i rifugiati provenienti dal Medio Oriente e dallAfrica che cercano di raggiungere lUnione Europea si trovano intrappolati in una crisi geopolitica cinicamente architettata dal dittatore bielorusso Lukašenko. Nel tentativo di provocare lEuropa, i rifugiati sono attirati al confine dalla propaganda che promette un facile passaggio verso la UE. Pedine di questa guerra sommersa, le vite di Julia, unattivista di recente formazione che ha rinunciato a una confortevole esistenza, di Jan, una giovane guardia di frontiera, e di una famiglia siriana si intrecciano. A distanza di trentanni da Europa Europa, il nuovo toccante lungometraggio della Holland ci apre gli occhi, parla al cuore e ci sfida a riflettere sulle scelte morali che ogni giorno persone comuni di trovano ad affrontare. Il film è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI con la seguente motivazione: Con un approccio duro e sconvolgente, in un bianco e nero che rende ancora più drammatica la situazione, la regista polacca descrive il trattamento violento e crudele subìto dai migranti al confine tra Polonia e Bielorussia, mettendo in luce, oltre allovvio aspetto disumano, la volontà di ogni Stato di usare a scopo politico il flusso di gente disperata che ha perso tutto.Durata 147 minuti. (Greenwich Village sala 3)

May December – Drammatico. Regia di Todd Haynes, con Natalie Portman, Julienne Moore e Charles Melton. Elizabeth è un’attrice di successo che si trasferisce temporaneamente a casa di Grace Atherton-Yoo, la donna che dovrà interpretare in un biopic. Anni prima Grace si era trovata al centro di uno scandalo di cui avevano parlato tutti i mass media: moglie e madre esemplare in una cittadina del sud degli Stati Uniti, a 36 anni aveva iniziato una relazione extraconiugale con Joe Yoo, un tredicenne di origine coreana. La relazione era uscita allo scoperto e Grace aveva lasciato marito e figlio per vivere alla luce del sole la sua storia con Joe, sfidando la disapprovazione dell’ex marito e del figlio, nonché della comunità di Savannah. Joe e Gracie si erano sposati, avevano avuto tre figli e avevano continuato a vivere nella loro cittadina proclamando il loro amore. L’arrivo di Elizabeth però farà da cartina di tornasole di tutti i problemi rimossi da Grace, che sfoggia un sorriso costante e un’inesauribile capacità di apparire indenne da quello scandalo. Il film è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani con la seguente motivazione: “Tra segreti e bugie, realtà e finzione, amori e tradimenti, passati ingombranti e presenti instabili, Todd Haynes traccia una sfida tutta al femminile, che riflette un gramma intenso e ambiguo, in un gioco morbosamente intrigante di specchi e sovrapposizioni, tra una donna dal passato ritenuto scandaloso e una famosa attrice che deve interpretarla in un prossimo film. Moore e Portman al meglio in una tensione sospesa, dove il meccanismo dell’immedesimazione mostra il suo ruolo perverso.” Durata 113 minuti. (Massaua, Classico, Eliseo, Nazionale sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)

Past Lives – Commedia. Regia di Celine Song, con Greta Lee, Teo Yoo e John Magaro. Na-young e Hang-seo sono fidanzatini ai tempi della scuola ma i genitori di Na-young devono trasferirsi da Seoul a New York. Da questa dolorosa separazione trascorrono dodici anni, dopo i quali Na-young, che ora si chiama Nora, e Hang-seo riescono a ritrovarsi e a comunicare via Skype. Di fronte allimpossibilità di incontrarsi nello stesso luogo, Nora sceglie di interrompere la relazione a distanza e concentrarsi sulla propria carriera di scrittrice nella metropoli americana. Dopo altri dodici anni, Hang-seo vola a New York per vedere Nora. Durata 93 minuti. (Nazionale sala 4)

Povere creature! – Commedia fantastica. Regia di Yorgos Lanthimos, con Emma Stone, Mark Ruffalo e Willem Defoe. Tratto dal romanzo dello scrittore Alasdair Gray, il film – candidato con undici candidature ai prossimi Oscar e Leone doro a Venezia – è la storia dello scienziato God, deformato nel fisico e sfigurato nel volto, inviso a tutti e considerato pazzo per gli esperimenti che conduce, e di Bella, morta suicida, che lui riporta in vita, immettendole il cervello del feto che la ragazza aveva dentro di sé. Bella un giorno imparerà a leggere e a scrivere come pure una propria vita sessuale che la spingerà a seguire un giovane avvocato in un lungo viaggio: mentre costui avrà la peggio da quella convivenza, Bella la userà per ribadire a tutti la propria libertà e quella totale emancipazione che altri hanno cercato di cancellarle. Vincitore di quattro premi Oscar, tra cui migliore attrice protagonista a Emma Stone. Durata 141 minuti. (Greenwich Village sala 2, Reposi sala 5)

Priscilla – Drammatico. Regia di Sofia Coppola, con Cailee Spaeny e Jacob Elordi. Quando l’adolescente Priscilla Beaulieu incontra a una festa Elvis Presley, l’uomo, che è già una superstar del rock’n’roll, nel privato le si rivela come qualcuno di completamente diverso: un amore travolgente, un alleato nella solitudine e un amico vulnerabile. Attraverso gli occhi di Priscilla, Sofia Coppola ci racconta il lato nascosto di un grande mito americano, nel lungo corteggiamento e nel matrimonio turbolento con Elvis. Una storia iniziata in una base dell’esercito tedesco e proseguita nella sua tenuta da sogno a Graceland. Una storia fatta di amore, sogni e fama. Durata 113 minuti. (Eliseo, Ideal anche V.O., Massimo sala Cabiria anche V.O., Nazionale sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Race for Glory – Audi vs Lancia – Azione. Regia di Stefano Mordini, con Riccardo Scamarcio e Daniel Brükl. La lotta automobilistica tra Cesare Florio, che non ha altra aspirazione se non vincere il campionato del mondo di rally, e la tedesca Audi, superiore per risorse finanziare e materiale tecnico e umano. Lidea vincente di Florio è la creazione della Lancia 037, un modello centrale di grande potenza e due ruote motrici: una prova di forzacontro la casa dautomobili tedesca e contro il suo direttore sportivo, emblema di tecnica e precisione. Sarà necessario rispondere con quelle stesse armi. Durata 104 minuti. (Massaua, Reposi sala 4, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri).

La sala professori – Drammatico. Regia di Ilker Çatak, con Leonie Benesch. Quando uno dei suoi studenti viene sospettato di furto, linsegnante Carla Nowak decide di andare in fondo alla questione. Stretta tra i suoi ideali e il sistema scolastico, le conseguenze delle sue azioni minacciano di distruggerla. La sala professori” è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani con la seguente motivazione: Nel microcosmo di una scuola tedesca a tolleranza zero, il regista mostra come la democrazia, nellillusorio tentativo di risolvere un banale caso, finisca con lo stravolgere privacy, libertà, dignità delle persone e soprattutto la ricerca della verità. Lo sguardo accusatorio di una webcam finisce col destabilizzare una situazione sotterraneamente già nervosa, mettendo in crisi indagini e relazioni, dove tutti, insegnanti, studenti e genitori, escono sconfitti. Durata 90 minuti. (Romano sala 1)

Il teorema di Margherita – Drammatico. Regia di Anna Novion, con Ella Rumpf e Julien Frison. Margherita è una brillante studentessa di matematica, a detta di tutti con uno splendido futuro davanti a sé. Sta preparando con soddisfazione una tesi che dovrà presentare ad un gruppo di studio: ma nel giorno della presentazione, un errore rimette in forse tutte le sue certezze e soprattutto quel futuro. Accanto a lei c’è il suo professore, che la considera come un punto fermo della sua vita, abbastanza scialba, ma che forse dalla sua studentessa avrà l’ennesima delusione. Durata 112 minuti. (Fratelli Marx sala Harpo)

La terra promessa – Drammatico. Regia di Nikolaj Arcel, con Mads Mikkelsen e Amanda Collin. 1775, Il capitano Ludvig von Kahlen, dopo aver combattuto per molti anni nellesercito, una volta in congedo dopo la fine della guerra, decide di realizzare un progetto che sembra una pura e semplice utopia. Lidea è quella di rendere coltivabile la brulla e arida brughiera che copre una vasta area del Paese. Gli viene concessa la possibilità solo perché non chiede finanziamenti immediati ma solo un titolo nobiliare e dei diritti di proprietà qualora limpresa avesse buon esito. Non sa che ad attenderlo c’è un nobile latifondista privo di qualsiasi senso morale che si ritiene, senza averne alcun diritto, proprietario del terreno. Durata 120 minuti. (Greewich Village sala 1)

The Holdovers – Commedia drammatica. Regia di Alexander Payne, con Paul Giamatti, Dominic Sessa e DaVine Joy Randolph. Natale 1970. Un solitario quanto bisbetico insegnante di una scuola del New England è costretto a rimanere nellistituto, durante le vacanze natalizie, con uno studente la cui madre ha deciso allultimo di partire per le vacanze con il suo nuovo marito e con la capocuoca che ha perso da poco tempo il figlio, caduto in Vietnam. I primi tempi di convivenza sono tuttaltro che facili; ma a poco a poco, affrontando sentimenti e dolori, ricordi del passato fino a quellistante messi da parte, i tre sapranno riconciliarsi con le proprie esistenze. Oscar migliore attrice non protagonista, meritatissimo, a DaVine Joy Randolph. Durata 90 minuti. (Greenwich Village sala 2)

Un altro ferragosto – Commedia. Regia di Paolo Virzì, con Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante e Vinicio Marchioni. In una sera dagosto del 1996, nella casa di Ventotene dove il giornalista Sandro Molino trascorreva le vacanze, la sua compagna Cecilia gli rivelò di essere incinta. Oggi Altiero Molino è un ventiseienne imprenditore digitale e torna a Ventotene col marito fotomodello per radunare i vecchi amici intorno al padre malato, per regalargli unultima vacanza in quel luogo per lui così caro. Non si aspettava di trovare lisola in fermento per il matrimonio di Sabry Mazzalupi con il suo fidanzato Cesare: la ragazzina goffa figlia del bottegaio romano Ruggero, è diventata una celebrità del web e le sue nozze sono un evento mondano che attira i media e anche misteriosi emissari del nuovo potere politico. Due tribù di villeggianti, due Italie apparentemente inconciliabili, destinate ad incontrarsi di nuovo a Ferragosto, per una sfida stavolta definitiva. Durata 115 minuti. (Romano sala 3)

Un mondo a parte – Commedia. Regia di Riccardo Milani, con Antonnio Albanese e Virginia Raffaele. Per il maestro elementare Michele Cortese sembra aprirsi una nuova vita. Dopo 40 anni di insegnamento nella giungla romana, riesce a farsi assegnare all’Istituro Cesidio Gentile detto Jurico: una scuola composta da un’unica pluriclasse, con bambini dai 7 ai 10 anni, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Grazie all’aiuto della vicepreside Agnese e dei bambini, supera la sua inadeguatezza metropolitana e diventa uno di loro. Quando tutto sembraandare per il meglio però, arriva la notizia che la scuola, per mancanza di iscrizioni, a giugno chiuderà. Inizia così una corsa contro il tempo per evitarne la chiusura in qualsiasi modo. Durata 90 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, Due Giardini sala Nirvana, Eliseo Grande, Fratelli Marx sala Groucho, Ideal, Lux sala 1, Reposi sala 3, Romano sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

La zona d’interesse – Drammatico. Regia di Jonathan Glazer, con Christian Friedel e Sandra Hüller. Una casa confortevole, un ampio giardino in cui invitare gli amici per un rinfresco, i bambini a cui accudire, i pettegolezzi con le amiche, le gite al lago: ma anche un alto muro grigio che divide quella confortevole casa e quella famiglia dal campo di concentramento di Auschwitz. Lui e lei sono Rudolf Höss e la moglie, lui integerrimo impiegato di stato, pronto a fare carriera, anche a lasciare il campo se qualcuno dallalto glielo richiede; lei che segue più dappresso la vita di casalinga, di padrona di casa, per nulla daccordo se dallalto arrivano ordini simili. Una lunga quotidianità che accompagna indifferente quella normalità del male che in modo tranquillo si viene a instaurare tra le stanze, tra le persone, tra quegli esseri che continuano a considerarsi umani. Le aiuole dei fiori, la piscina, lallegria e la spensieratezza in contrapposizione al limitare dello spazio, alle ciminiere che spuntano verso lalto, il puzzo che incredibile inonda ogni cosa, le ceneri che sono utili a concimare lorto di casa. Film crudo e crudele ma necessario, avverso a certi rigurgiti delloggi, un documento rappresentatodal regista, una ricchezza di fotografia, le grandi interpretazioni degli attori principali. Oscar come miglior film straniero. Durata 105 minuti. (Ambrosio sala 3 anche V.O., Centrale anche V.O., Due Giardini sala Ombrerosse, Fratelli Marx sala Chico, The Space Torino, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)

“K2”. Settant’anni fa, a luglio, la conquista italiana

E a Torino il “Museo Nazionale della Montagna” dedica alla spedizione italiana una sezione espositiva permanente

E’ il 31 luglio del 1954. E’ un sabato. Mancano pochi minuti alle 18. Un ultimo sforzo e il valtellinese, da Santa Caterina Valfurva, Achille Compagnoni (1914 – 2009) insieme al bellunese, da Cortina d’Ampezzo, Lino Lacedelli (1925 – 2009) arrivano sulla vetta del “K2” (abbreviazione di “Karakorum 2”, al confine fra Cina e Pakistan, conosciuto anche come “Monte Godwin-Austen”, o, in lingua “balti”, come “ChogoRi” o “Dapsang”): sono loro i primi italiani a toccare la cima di un “Ottomila”.  In occasione del 70° anniversario dell’impresa, il “Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi” di Torino ha annunciato nei giorni scorsi l’apertura di una nuova sezione permanente dedicata proprio alla spedizione del “Club Alpino Italiano”L’iniziativa, promossa anche in concomitanza con il 150° anniversario della fondazione del “Museo”, nato nel 1874 da un’idea dei primi soci del “CAI”, propone una narrazione dell’impresa attraverso una vasta ed eterogenea esposizione di attrezzature, documenti, fotografie e iconografie che rappresentano, nel loro insieme, la “più ricca documentazione esistente sul tema”.

Concretizzatasi con il sostegno della “Regione Piemonte” , della “Città di Torino”, della torinese “Camera di Commercio” (e con il contributo di “Vibram”, tra le aziende che hanno supportato la spedizione del 1954, e la partnership tecnica di “Leroy Merlin”), la nuova sezione permanente – frutto del riallestimento di una parte dell’area dedicata all’alpinismo extraeuropeo del “Museo” – spalanca una finestra sul passato e propone il racconto di un’impresa ancora oggi ritenuta mitica, che costituisce il fondamento dell’himalaysmo italiano moderno”, ovvero di quell’approccio alla montagna in gruppi numerosi, mediante l’utilizzo di portatori e con l’uso di mezzi pesanti.

Inutile ricordare quante e quali emozioni e reazioni (ma anche polemiche!) ebbe a suscitare in Italia, e non solo, la scalata alla cima del “K2” da parte di Compagnoni e Lacedelli. Scalata immortalata in sequenze catturate dalla cinepresa (le prime mai realizzate sulla cima di un 8.000), segnando un episodio sportivo e di coraggio umano degno di passare alla storia per i due alpinisti arrivati in vetta, ma anche per i membri della spedizione (compresi i “portatori” del Baltistan) che, guidati da Ardito Desio, resero possibile l’impresa finale. Il successo della spedizione è un “trionfo” per il “Club Alpino Italiano” e per quanti l’hanno sostenuta e il ritorno degli alpinisti in Italia è accolto con un forte interesse mediatico. Ad occuparsene fu anche il cinema, con il docufilm “Italia K2” (1955) del regista Mario Baldi, che portò l’epopea dell’alpinismo Anni ’50 sul grande schermo, mentre la “sigla K2” diventò subito un “motivo di vanto” per numerosi esercizi commerciali e per le aziende che fornirono i loro prodotti alla spedizione.

Sviluppata con il supporto scientifico del giornalista e storico dell’alpinismo, Roberto Mantovani, l’esposizione al Monte dei Cappuccini offre l’opportunità di conoscere l’“equipaggiamento” utilizzato dagli alpinisti e di comprendere le sfide affrontate nell’ascensione del mastodonte del “Karakorum” che, con i suoi 8.611 metri, è la seconda cima più alta della Terra, dopo l’“Everest” (8,848,85 metrie una delle più difficili. La spedizione, forte di un’organizzazione di stampo militare, disponeva di “prodotti d’avanguardia” capaci di resistere alle condizioni estreme delle altissime quote, in un periodo che solo da pochi anni vantava la presenza di attrezzature in nylon e di tessuti sintetici.

Senza trascurare il racconto delle fasi salienti della scalata e la sua tempistica, l’iter espositivo include anche la descrizione della via di salita lungo lo “Sperone Abruzzi” (la cresta Sud-Est), l’improvvisa morte del valdostano Mario Puchoz, il drammatico bivacco all’addiaccio di Walter Bonatti e del portatore “hunza” Amir Mahdi, e infine l’arrivo in vetta.

Per quanto riguarda le “attrezzature” usate nella spedizione, in parte erano già giunte al “Museo” nel 1956, per poi essere integrate nel 1981 dal “CAI” con la donazione del “Fondo Spedizione Italiana al Karakorum – 1954”. A queste si sono aggiunti, negli anni Ottanta, i fondi fotografici e filmici di Mario Fantin, alpinista e operatore ufficiale della spedizione, e nel 2016 l’“Archivio Walter Bonatti”, in cui si trova ampia documentazione sulla salita. La selezione è, infine, arricchita con alcuni beni di recente acquisizione, tra cui le attrezzature di Pino Gallotti e le diapositive di Ugo Angelino (entrambi alpinisti della squadra), insieme alle fotografie di Umberto Balestreri della precedente spedizione del 1929.

Per info: “Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi”, piazzale Monte dei Cappuccini 7, Torino; tel. 011/6604104 o www.museomontagna.org

Gianni Milani

Nelle foto: I componenti della spedizione sul ghiacciaio Baltoro, Fondo “Mario Fantin”; Lino Lacedelli sulla cima del K2, ph. Achille Compagnoni; Al campo base sono giunte 230 bombole di ossigeno a 200 atmosfere, ph. Ugo Angelino

La passione secondo Jaquerio

Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso

Domenica 31 marzo, ore 15

Visita guidata agli affreschi del più grande esponente torinese del gotico internazionale

 

La Salita di Cristo al Calvario è il capolavoro del pittore torinese Giacomo Jaquerio, maggior esponente del gotico internazionale, realizzata nella cappella adibita a sacrestia della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso nel primo quarto del XV secolo.

Ciò che contraddistingue questa raffigurazione rispetto agli altri affreschi della cappella è la resa dei personaggi che appare più realistica all’interno di una scena drammatica. Per accrescere nei devoti la meditazione e la partecipazione alla sofferenza della Passione di Cristo, Jaquerio ha infatti accentuato i caratteri patetici e drammatici della scena. Lo spazio non è reso con una visione prospettica corretta, ma il senso di profondità è ottenuto disponendo i personaggi ad arco e collocando il volto dei soggetti più arretrati in una posizione più elevata rispetto a quella dei personaggi che sono in primo piano.

Nella folla è evidente la contrapposizione tra il Bene il Male nella scelta di colori e in un certo tipo di gestualità. I personaggi che trattengono la croce o quello che tira Gesù con una corda presentano lineamenti talmente alterati e deformati che sembra abbiano quasi connotazioni non umane. Tra la folla, si riconoscono il fabbro, a cui i giudei si rivolgono per fabbricare i chiodi della croce di Cristo, nell’uomo che tiene in mano tre chiodi e un martello (la sua partecipazione agli eventi della Passione si trova in alcune rappresentazione teatrali popolari diffuse in Francia e Inghilterra) e Giuda con la barba e i capelli rossi (colore che richiama la violenza e le fiamme dell’inferno) e il vestito giallo per evocare il tradimento.

 

INFO

Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso

Località Sant’Antonio di Ranverso, Buttigliera Alta (TO)

Domenica 31 marzo, ore 15

La passione secondo Jaquerio

Costo attività: 5 euro, oltre il prezzo del biglietto

Biglietto di ingresso: intero 5 euro, ridotto 4 euro

Hanno diritto alla riduzione: minori di 18 anni, over 65, gruppi min. 15 persone

Fino a 6 anni e possessori di Abbonamento Musei: biglietto ingresso gratuito

Prenotazione obbligatoria

Info e prenotazioni (dal mercoledì alla domenica):

011 6200603ranverso@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Ri-connessioni, alla Sandretto memoria e ricordi dei paesi d’origine

Fino al 14 aprile la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ospita la mostra Ri-connessioni, che nasce dalla collaborazione tra il Comitato regionale per Diritti i Umani e Civili e la Fondazione stessa. La mostra presenta le opere di Arvin Golrokh (Teheran, 1992), Bahar Heidarzade (Teheran, 1981) e Ahmad Nejad (Lahyjan, 1968), artisti e artiste nati in Iran e residenti a Torino.

È accompagnata da un programma artistico ed educativo, da studio visit, visite laboratorio ed è documentata da una pubblicazione. Si propone dunque come una piattaforma, pensata per promuovere azioni volte a offrire occasioni di visibilità, promozione e approfondimento delle ricerche degli artisti e delle artiste, favorendo il coinvolgimento del pubblico torinese e delle comunità di riferimento in città.
“Con questa iniziativa ci poniamo l’obiettivo di ampliare e consolidare l’impegno del Comitato nella promozione e nella tutela dei diritti umani e civili – ha spiegato il presidente del Consiglio regionale e del Comitato, Stefano Allasia –  in particolar modo anche in considerazione dell’attuale periodo storico e dei cambiamenti nel quadro geopolitico internazionale, in cui è sempre più sentita la necessità di far conoscere, rendere effettivi e garantire con maggior forza tali diritti sia in tempo di pace che in tempo di guerra”.
“Da cinque anni il Comitato coinvolge numerosi attori del territorio e ha promosso iniziative con al centro il tema dei diritti negati da regimi illiberali o coinvolti in conflitti e dell’oppressione della condizione femminile. Abbiamo inoltre valorizzato artisti che riscontrano difficoltà a esercitare nei loro paesi d’origine, in cui i diritti umani, il mondo dell’arte e della cultura sono fortemente compromessi”, hanno aggiunto i vicepresidenti del Comitato Sara Zambaia e Giampiero Leo.
La mostra è concepita come uno spazio polifonico, nel quale riflettere sui meccanismi di conservazione e di trasmissione della memoria. Attraverso la pittura e la fotografia, le opere esposte offrono alla sguardo stratificazioni di tempi, luoghi ed esperienze e fanno luce sulla natura del ricordare e sulle sue implicazioni nella vita di tutti i giorni. Tema che accomuna le pratiche artistiche di Arvin Golrokh, Bahar Heidarzade e Ahmad Nejad, è la memoria dei ricordi del paese d’origine, specchio del passato e patrimonio inalienabile di immagini che contribuiscono a connotare l’identità di ciascun artista.
Durante il processo di estrazione del ricordo, le immagini esposte risalgono in superficie e diventano frame nei quali il passato si innesta all’esperienza soggettiva del presente per costruire nuove narrazioni.
Coinvolti in vari di processi elaborazione, manipolazione, sovrapposizione e cesura, i ricordi sono rimodellati alla luce del presente. La nuova città, Torino, diventa un terreno d’incontro tra esperienze quotidiane e passate; ed è proprio in questo scambio che emergono opere che racchiudono vissuto, realtà e nuovi immaginari che raccontano storie intime e al tempo stesso condivisibili da tuttə.

Nel ricucire i passaggi della propria storia, ciascun artista declina quest’intreccio tra memoria e vita quotidiana secondo logiche diverse. Ahmad Nejad predilige un approccio processuale e astratto. Attraverso il suo lavoro rielabora storie, leggende e tradizioni della cultura del suo Paese, trasmettendo emozioni e atmosfere senza rivelare esplicitamente la fonte. Alcune opere di Nejad, come la serie Prime tracce (2023-2024), svelano la lenta preparazione del supporto pittorico con la stratificazione del colore come metafora del processo di emersione mnemonica. In altri lavori, come Una porta sull’Altrove (2023), una trama intricata di forme, materiali e colori ha il potere di richiamare ricordi e visioni oniriche.
Bahar Heidarzade alterna la dimensione pittorica astratta all’intervento su materiale fotografico. Le tele della serie Dieci Anni (2019-2021), realizzate con acrilici e smalti, ripercorrono emozioni associate a traumi ed eventi taciuti, depositate negli strati più profondi della memoria e resi secondo un codice cromatico. Nella serie Memoria (2018- in corso), sviluppata a partire da fotografie di persone sconosciute reperite in vari angoli della città, l’artista rinviene tracce della propria infanzia all’interno di immagini di altre persone. Le fotografie sono così in grado di risvegliare nell’artista sensazioni assopite e di ricostruire un passato nostalgico.
Arvin Golrokh produce immagini ancorate alla memoria sociale dell’Iran. Evitando rappresentazioni dirette e didascaliche, le sue tele di grande formato Gli arroganti (2023) e Profeti Svergognati (2023) scompongono e frammentano le forme in immagini vivide e non immediatamente riconoscibili. Così elaborata, la figurazione appare svincolata da specifici contesti politico-sociali che tuttavia rappresentano la fonte di ispirazione dei lavori.

In dialogo tra passato e presente, Ri-connessioni si presenta come un’occasione per avviare una riflessione critica. I lavori esposti sono punti di snodo tra memoria individuale e memoria pubblica, e invitano chi guarda a esplorare e riconsiderare il proprio rapporto con il passato e con le narrazioni storiche.

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo / Bookshop via Modane 16, Torino www.fsrr.org Ingresso gratuito Giovedì: 20-23, da venerdì a domenica 12-19

Dal seno al “ventre” per amarsi di più: una serata a teatro per le donne operate alla mammella

Appuntamento con GADOS e la Silvan School Dance

Sabato 30 marzo andrà in scena a Torino Dal seno al “ventre” per amarsi di più, spettacolo di danza del ventre, a supporto dell’Associazione GADOS – Gruppo Assistenza Donne Operate al Seno.

«La danza del ventre può aiutare le donne ad amare il proprio corpo anche quando non è perfetto. Supportare le donne nel raggiungimento di questo obiettivo è anche ciò che vuole fare l’Associazione GADOS, affiancando le pazienti operate alla mammella e sostenendo il loro reinserimento familiare e sociale in un momento in cui, molto probabilmente, non amano più il loro corpo», dice Maddalena Bellissimo, insegnante di danze orientali alla Silvan School Dance di Nichelino.
Il ricavato è destinato al “Fondo Aiuta Donne”, un progetto di GADOS che sostiene le donne in difficoltà economica che devono affrontare una serie di spese richieste dalle terapie oncologiche. Non è scontato che chiunque possa permettersi l’acquisto di un reggiseno post intervento, una parrucca, un turbante, interventi di estetica oncologica, tatuaggi al capezzolo o creme adatte a radioterapia e cicatrizzazione; eppure, sono ausili necessari. GADOS con questo progetto si impegna a renderli più accessibili.


Qualche anticipazione sulla serata? «Con questo spettacolo si potranno percorrere le strade dell’Egitto, passando attraverso le sue regioni e conoscendo i vari stili che le caratterizzano, dal folklore alla danza orientale più classica. Sul palco ci saranno ballerine giovanissime (bambine delle elementari, adolescenti e teen), mamme giovani che balleranno con le loro bambine e danzatrici adulte, che grazie alla danza del ventre hanno riscoperto il loro corpo in età matura e si sono innamorate del palco», racconta Maddalena Bellissimo.
«È un luogo comune che la danza del ventre sia per donne belle, vestite in modo succinto che ancheggiano; questa idea è tipica di coloro che non la conoscono e, purtroppo, rischia di allontanare da questo stile di danza le donne che hanno poca autostima», spiega ancora l’insegnante.

La danza del ventre può diventare uno strumento importante per tutte le donne, perché aiuta a riscoprire e “sentire” la propria femminilità, condizione fondamentale per il benessere emotivo di chi affronta un’operazione al seno.
«Questo tipo di danza offre alle donne uno spazio per esprimersi, connettersi sia fisicamente che emotivamente e riscoprirsi. Può essere utilizzata come una forma di terapia ed essere un completamento prezioso alle terapie tradizionali per migliorare il benessere psico-fisico delle donne, come forma di rilassamento e conseguente benessere generale, tonificazione e flessibilità, espressione emotiva e senso di comunità. Ecco perché questa forma di danzaterapia e la lotta contro il tumore al seno possono congiungersi in modo significativo per offrire supporto alle donne che affrontano questa sfida», dice Rossella Noto, Presidente dell’Associazione GADOS.

La serata permetterà di supportare la causa di GADOS e riscoprire una cultura intrisa di significati, messaggi e valori che decostruiscono i pregiudizi su una forma d’arte che non è unicamente bellezza e apparenza.

Dove: Teatro Provvidenza – Via Vittorio Asinari di Bernezzo, 34/A, 10146 Torino TO
• Quando: sabato 30 marzo, ore 21
• Biglietti: costo a partire da 18 euro. È possibile acquistare i biglietti con bonifico bancario oppure direttamente a teatro presso la biglietteria.
• Per informazioni e prenotazioni: maddy1988@gmail.com / 340 – 8403264

GADOS è un’associazione no profit che opera dal 1984 presso l’ospedale Sant’Anna e da due anni anche presso il Presidio del Mauriziano. Fino ad oggi ha aiutato 25.000 donne e le loro famiglie prima, durante e dopo le terapie oncologiche. Lavora per portare un’informazione chiara e semplice sulla malattia, grazie agli interventi di personale medico e non. Sostiene la donna operata al seno o in attesa di un intervento chirurgico, supporta le pazienti nel decorso della malattia e sensibilizza gli operatori socio-sanitari, le autorità e l’opinione pubblica. Promuove un sano stile di vita e il valore della prevenzione. GADOS è associata a Europa Donna Italia e ha contribuito alla recente formazione della Delegazione Europa Donna Piemonte.

La Asd New Silvan School Dance è un’associazione di ballo e danza nata con una marcata impronta verso i Balli Caraibici; oggi è un centro per la danza a 360°. Insegna dall’Hip Hop alla Danza Classica, dalla Danza Moderna alla Danza del Ventre per passare da Reggaeton, Caraibico e finire al Liscio Tradizionale e Balli da Sala, questa scuola è tra le più conosciute e rinomate del Piemonte per professionalità, eventi e divertimento. Iscritta al CONI, l’ASD New Silvan School Dance appartiene alla Federazione Italiana Danza Sportiva (FIDS).

 

 

Una Pasqua culturale a Sauze d’Oulx

SAUZE D’OULX – Una Pasqua all’insegna della cultura a Sauze d’Oulx. Due gli appuntamenti proposti dall’Associazione “Chambra d’OC”. La domenica di Pasqua 31 marzo, alle ore 18 presso la sala conferenze dell’Ufficio del Turismo in viale Genevris 7 verrà presentato e proiettato il docufilm: “Ambin la roccia e la piuma“ con la regia di Fredo Valla. Un film prodotto da Ines Cavalcanti per Chambra d’Oc, dall’Unione Montana Alta Valle Susa e dalla Regione Piemonte all’interno del progetto “AMB.ENIS – Interreg V-A Italia Francia ALCOTRA”.

Il regista Fredo Valla introduce alla visione del suo docufilm: “Il Massiccio d’Ambin: un acrocoro, un deserto d’alta quota sul confine fra l’Italia e la Francia che l’aridità del mutare del clima colora nei toni dell’ocra. Quindici cime oltre i tremila metri. E laghi e roccia e ghiacciai. Persino di incontro (e scontro) di lingue: d’oc, francoprovenzale, italiano, francese… piemontese”.

L‘Associazione Chambra d’Oc organizza poi per il Lunedì di Pasquetta 1° aprile la presentazione del libro “Riti alpini – Feste patronali in Alta Valle Susa“ di Pierangelo Chiolero. L’appuntamento è per le ore 21 al bar “Scacco Matto” di piazzale Miramonti 9.

Un viaggio all’interno della cultura e delle tradizioni dell’alta Val di Susa, è quello racchiuso in “Riti Alpini”, il nuovo libro di Pierangelo Chiolero. Adatto al pubblico più variegato, dal turista incuriosito fino al ricercatore in cerca di approfondimenti, il libro ripercorre il viaggio del protagonista attraverso nove comuni dell’Unione Montana Alta Valle di Susa. Durante il suo percorso, il protagonista annota su di un taccuino le osservazioni effettuate su questo mondo, fatto di feste patronali, storia, cultura, curiosità e lingue. Il lettore si ritrova così catapultato in una dimensione senza tempo, basata su persone, gesti e ritualità che scandiscono il ritmo delle giornate dell’Unione Montana. La storia inizia proprio con una di queste feste, la festa Patronale di Bardonecchia, in cui tra costumi, simbolismo e tradizioni, collettività e sacro si fondono e prosegue toccando i Comuni di Oulx, Salbertrand, Exilles, Chiomonte, Gravere, Meana, Giaglione e Moncenisio. Ed è proprio grazie alle vicissitudini del protagonista viaggiatore che veniamo a conoscenza di molteplici aspetti culturali dell’Unione Montana, compreso quello linguistico: una Valle che ospita al suo interno ben tre varianti linguistiche (francese, occitano e francoprovenzale).

Intanto prosegue sino a domenica 5 maggio la mostra “Arti e costumi dell’alta Valle di Susa”: Mostra di costumi tradizionali ed oggetti allestita dal “Groupe ‘d Tradisioun Populer Aoute Doueire“ e visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 presso l’Ufficio del Turismo in viale Genevris 7.

Ritorno a casa. Il cofano ritrova smalto

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino attiva dal 28 marzo al 31 dicembre 2024 un’importante campagna di crowdfunding per acquisire cinque smalti di Limoges provenienti dal cofano di Guala Bicchieri, capolavoro identitario del museo.

 

Le cinque staffe – elementi metallici con decoro floreale in smalto champlevé – originariamente decoravano il coperchio o il retro del celebre cofano del cardinale Guala Bicchieri (1160-1227), fondatore dell’abbazia di Sant’Andrea di Vercelli, legato di papa Innocenzo III, diplomatico, bibliofilo e collezionista.

Palazzo Madama conserva il capolavoro delle raccolte artistiche di Guala, il cofano ligneo decorato da medaglioni in oreficeria e smalto, con animali fantastici e scene profane.

Quest’opera, donata dal cardinale per legato testamentario alla sua abbazia, rimase a Vercelli fino al 1824, quindi entrò in una collezione privata e venne infine acquistata da Città di Torino e Regione Piemonte nel 2004.

Tuttavia, alcuni degli elementi in rame e smalto che lo impreziosivano in origine risultano oggi mancanti: verosimilmente trafugati durante la permanenza dell’opera nella chiesa di Sant’Andrea di Vercelli, tra il XIII e il XVIII secolo. In particolare sono andati perduti i dieci medaglioni del coperchio, i dieci che ornavano il retro, oltre a diverse staffe e cantonali (elementi in rame e smalto champlevé, anch’essi con decoro floreale, che rivestivano gli spigoli del cofano).

 

Nel 2019 un antiquario di Parigi contatta il Museo del Louvre per sottoporgli i cinque smalti in questione, e subito dopo Palazzo Madama, cui propone in vendita le cinque staffe: uguali per dimensioni, decoro e colori a quelle che decorano il fronte e i fianchi del cofano di Guala Bicchieri e quindi verosimilmente provenienti da quest’opera. Per poter verificare tale ipotesi, il conservatore di arti decorative Simonetta Castronovo si reca in sopralluogo presso la galleria francese per esaminare le opere, e quindi organizza con il Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino una campagna di indagini diagnostiche (analisi XRF), per approfondire lo studio scientifico delle staffe: l’indagine XRF, non invasiva, permette infatti di leggere con precisione la composizione chimica dello smalto e le tecniche di lavorazione del vetro.

Le verifiche e le analisi compiute hanno rilevato che le staffe ora in possesso della galleria parigina coincidono esattamente per dimensioni e disegno degli elementi floreali con quelle ancora presenti sul cofano di Palazzo Madama; e che la loro composizione chimica è identica a quella degli smalti del cofano Bicchieri; la quale, a sua volta, è assai particolare e costituisce un unicum nell’ambito della produzione di Limoges. Un insieme di dati che permettono quindi di confermare la provenienza di questi frammenti dal cofano di Palazzo Madama. La loro acquisizione consentirebbe così di ricollocarli sul retro del cofano, oggi spoglio, e di andare a ricomporre il decoro originario dell’opera. Un’operazione di restituzione filologica.

Riprese a questo punto le trattative con Parigi, a fine del 2023, Palazzo Madama ha ritenuto di procedere, per quest’importante acquisizione, con una campagna di crowdfunding, su modello di quella compiuta nel 2013 sul servizio da tè, da caffè e da cioccolata con stemma Taparelli detto“Servizio d’Azeglio”, campagna che ebbe un particolare successo permettendo al museo di raggiungere la cifra richiesta e di acquisire l’opera nell’arco di pochi mesi.

In questa occasione Palazzo Madama si appoggerà alla piattaforma Rete del Dono, attraverso la quale sarà possibile fare le donazioni online.

Oggi, giovedì 28 marzo 2024, viene lanciata la campagna, che si articolerà in conferenze, video,storytelling. La cifra richiesta dall’antiquario è 50.000 € e la scadenza per arrivare a tale importo è fissata a fine dicembre 2024.

 

Dal sito di Palazzo Madama, a partire da oggi, è possibile accedere, tramite apposito link, alla pagina dedicata sulla Rete del Dono. Qui sono assicurate tutte le tipologie di pagamento: carte di credito, bonifici bancari, Pay Pal, Satispay. Rete del Dono emetterà automaticamente le ricevute ai donatori, inviandole via mail. Le donazioni possono inoltre beneficiare dell’Art Bonus: un incentivo fiscale che consente una detrazione, fino al 65%, per chi effettua donazioni a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano.

 

Sono naturalmente previsti reward specifici per tutti i donatori: che vanno dall’iscrizione del nome del donatore sul donor wall del sito di Palazzo Madama, all’emissione di ingressi omaggio in museo, fino alla visita guidata delle collezioni e del palazzo, fuori orario, con il Direttore.

“Ciau Masino”. Capolavori ritrovati della Letteratura

Prende avvio, con la “prima opera compiuta” di Cesare Pavese, la Collana del “Capricorno” tesa a riscoprire i “Classici della letteratura”

“Opera sperimentale”, nasce come ciclo di racconti e poesie che Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo – Cuneo, 1908 – Torino, 1950) scrisse fra il settembre del 1931 ed il febbraio del 1932. Storia non facile, quella di “Ciau Masino” rimasto per lungo tempo inedito e pubblicato, per la prima volta, solo nel 1968 (diciotto anni dopo la tragica scomparsa del grande “cantore di Langa”) da “Einaudi” nel volume dei “Racconti”. Dopo di allora, il silenzio. “Ciau Masino”, come libro autonomo, non venne mai più riproposto. Solo oggi, dopo più di cinquant’anni di assenza dalle librerie, “Capricorno” (nel suo nuovo brand – non più “Edizioni del Capricorno” – più essenziale, moderno ed immediatamente riconoscibile) ripropone la prima affascinante prova narrativa del “giovane” Pavese” nella sua originaria integrità.

Il libro pavesiano, come molti sapranno, si  articola in brevi racconti divisi, due alla volta, da una poesia che “serve ad intercalare e a dare la scansione del racconto”. I protagonisti della narrazione sono Masino, giovane giornalista, e Masin, operaio che arriva a Torino dalle colline della “Granda”. Testo “sperimentale” – si è detto – non solo per quell’insolito alternarsi di racconto e poesia, ma anche per l’utilizzo del dialetto, di un dialetto che non va mai ad intaccare, tuttavia, lo scorrere narrativo e che, invece, fa la sua comparsa solo nelle parti dialogate.

In “Ciau Masino” Pavese traccia “racconti paralleli” in cui già si individuano tematiche che saranno, anni dopo, al centro dei capolavori della maturità: il contrasto fra campagna e città, il desiderio di appartenere a un ambiente sociale cui si è incapaci di aderire e quello di evadere in un altrove mitico. E ancora, la  straordinaria, sobria Torino degli anni Trenta e quelle sue colline di Langa, radicate per tutta la vita nel cuore, nei pensieri e nell’anima dello scrittore. Insomma, con “Ciau Masino” si entra in presa diretta nel “laboratorio fondativo” delle tematiche pavesiane, trovandosi di fronte a un suggestivo “ritratto dell’artista da giovane”.

L’opera “ è la più sfaccettata e sfacciata mai scritta da Pavese – scrive Massimo Tallone nella prefazione – ardita nella struttura che allude al caleidoscopio di racconti, tutti autoconclusi e pur concatenati; libera nel palleggio fra prosa e stacchi in versi; sfrontata nell’uso dei dialetti.

“Ciau Masino” è il primo titolo della nuova collana “Capolavori ritrovati della letteratura”, pensata da “Capricorno” per rendere nuovamente disponibili ai lettori scrittori fondamentali e outsider di genio, romanzi imperdibili ma da tempo non più disponibili sugli scaffali delle librerie oppure ingiustamente dimenticati dalla vulgata letteraria. Temi e autori storici della letteratura fra Ottocento e Novecento. In una “Collana” che mette insieme grandi classici, riproposti con lo sguardo degli scrittori di oggi, e gustose (ri)scoperte capaci di stupire il lettore. Libri che da troppo tempo non vengono letti, riportati nel posto che loro compete: il “Gotha” della grande letteratura senza tempo.

Dopo Pavese, seguiranno Guido Gozzano (“L’altare del passato”), Edmondo De Amicis (“Amore e ginnastica”) e Carolina Invernizio (“Nina la poliziotta dilettante”).

Per info: “Capricorno”, via Borgone 57, Torino; tel. 011/3853656 o www.edizionidelcapricorno.com

g.m.

Nelle foto:

–       Cover “Ciau Masino”, “Capricorno – Capolavori ritrovati”

–       Nuovo logo “Capricorno”

–       Massimo Tallone