Dal 5 al 23 aprile Torino ospiterà il Festival Antonio Vivaldi e, per circa tre settimane, sarà possibile calarsi nelle atmosfere musicali vivaldiane. Opera, concerti, cinema, mostre e incontri, per un totale di 30 eventi, si alterneranno quotidianamente grazie all’impegno artistico e organizzativo di ventun Istituzioni e Associazioni culturali torinesi.Q uesta mattina a Torino, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Madama in piazza Castello, la Sindaca di Torino, Chiara Appendino, l’Assessora alla Cultura, Francesca Leon e il coordinatore artistico del Festival, Gastón Fournier-Facio, hanno presentato questa Rassegna dedicata ad Antonio Vivaldi. L’inaugurazione mercoledì 5 aprile della mostra dedicata ai 27 volumi manoscritti in gran parte autografi del Compositore “L’approdo inaspettato” nell’Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria, a cura della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino in collaborazione con l’Associazione ABNUT e l’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, darà il via al Festival. Seguirà un concerto dell’Ensemble L’Archicembalo “Perle musicali dalle raccolte Foà e Giordano”.Il giorno successivo, nel Foyer del Toro del Teatro Regio, verrà aperta una seconda mostra, sull’allestimento dell’opera “L’incoronazione di Dario”, che sarà rappresentata per la prima volta a Torino. L’esposizione, realizzata dall’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino in collaborazione con il Teatro Regio, sarà visitabile durante le visite guidate, le repliche dell’opera e in occasione del concerto “Vivaldi-Bach: un magnifico confronto”. Alla Biblioteca Nazionale, venerdì 7 aprile, Gastón Fournier-Facio, direttore artistico del Teatro Regio, incontrerà il direttore d’orchestra Federico Maria Sardelli, autore del libro “L’affare Vivaldi” nel quale si ricostruisce la storia dei manoscritti di Vivaldi custoditi dalla Biblioteca torinese, a cura del Teatro Regio Torino con il sostegno dell’Associazione Arianna, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e l’Associazione ABNUT Al Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo, sabato 8 si terrà il concerto “Amor, hai vinto” con il gruppo cameristico dell’Academia Montis Regalis, a cura della Fondazione Cosso. All’Auditorium Vivaldi doppio appuntamento: il “Florilegio operistico” con una nutrita selezione di arie per contralto, e interludi danzati sulle note della Primavera, a cura dell’Associazione Concertante-Progetto Arte&Musica in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria e l’Associazione ABNUT e il “Concerto doppio in Vivaldi e Bach” con l’Ensemble d’Archi dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.La produzione da camera vivaldiana verrà proposta da L’Astrée, gruppo da camera dell’Academia Montis Regalis, domenica 9 alla Biblioteca Nazionale con “Amor, hai vinto”, con una serie di sonate e cantate per soprano, archi e clavicembalo, a cura della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e dell’Associazione ABNUT.All’Orchestra del Teatro Regio, con Sergey Galaktionov nella veste di maestro concertatore e violino solista, sono affidate il 10 aprile le celebri “Stagioni” messe però a confronto con “Las cuatro estaciones porteñas” di Astor Piazzolla.L’Associazione Culturale Organalia offrirà un programma monografico dedicato ai “Concerti con organo obbligato” martedì 11 al Tempio Valdese. Al Conservatorio, invece, l’Orchestra Filarmonica di Torino diretta da Federico Maria Sardelli eseguirà “Vivaldi XL”, concerti vivaldiani ad ampio organico. Nel pomeriggio all’Auditorium Vivaldi concerto-spettacolo con “L’intervista impossibile ad Antonio Vivaldi”, a cura dell’Associazione Baretti in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e l’Associazione ABNUT.Mercoledì 12 si terrà l’incontro al Piccolo Regio, in occasione dell’allestimento dell’opera “L’incoronazione di Dario”, con il direttore d’orchestra Ottavio Dantone e il regista Leo Muscato, a cura di Simone Solinas. Alla sera è invece la volta delle “Suonate a due violini” a cura dell’Unione Musicale, con Giuliano Carmignola al violino e Mario Brunello al violoncello piccolo, interpreti di brani di Vivaldi e del francese Jean-Marie Leclair.Il Teatro Regio metterà in scena, il 13, 14, 19, 22 e 23 aprile, per la prima volta nella sua storia, l’opera “L’incoronazione di Dario”, in un nuovo allestimento su progetto dell’Accademia Albertina di Belle Arti.Gli artisti coordinati dall’Accademia del Santo Spirito venerdì 14 si muoveranno “Tra Sacro e profano”, con una serata interamente vivaldiana di sinfonie, concerti e uno Stabat Mater per contralto, archi e basso continuo.Il Festival Antonio Vivaldi, sabato 15, offrirà al Cinema Massimo, a cura del Museo Nazionale del Cinema, due proiezioni cinematografiche molto
particolari. Si tratta dei film “Concierto barroco” di José Montes-Baquer con musiche di Hans Werner Henze, Antonio Vivaldi, Georg Friedrich Händel, Igor Stravinskij, Richard Wagner, Louis Armstrong, Vicente Martín y Soler e “L’Enfant sauvage” di François Truffaut con una colonna sonora su pagine vivaldiane.La sera del 18 aprile a San Filippo Neri “Vivaldi e dintorni” saranno esplorati da Organalia con musiche di Bach, Scarlatti, Albinoni, Torelli e Viviani.Si ritorna alla Biblioteca Nazionale nel pomeriggio di mercoledì 19 aprile con l’incontro di Liana Püschel dal titolo “Che pasticcio Antonio Vivaldi! Appunti per comprendere l’estetica dell’opera barocca”, a cura dell’Università degli Studi di Torino,con il sostegno dell’Associazione Arianna e in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e l’Associazione ABNUT.E ancora alla Biblioteca Nazionale, giovedì 20 aprile, si terrà il convegno “Tutte le stagioni di Vivaldi, il compositore fra studi critici e prassi esecutiva”, ideato e coordinato da Annarita Colturato e Alberto Rizzuti. L’incontro a cura dell’Università degli Studi di Torino e del Teatro Regio Torino è stato realizzato con il sostegno dell’Associazione Arianna e in collaborazione con l’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e l’Associazione ABNUT. La voce diventerà protagonista alla sera con il Coro dell’Accademia Stefano Tempia e l’Orchestra de I Musici di Santa Pelagia al Conservatorio per una selezione di brani scelti dall’oratorio “Juditha triumphans”.Al Teatro Regio, venerdì 21 aprile, sarà in programma “Vivaldi-Bach, un magnifico confronto”. Le musiche dei due grandi Compositori saranno eseguite dall’Orchestra e dal Coro del Teatro Regio, diretto dal maestro Dantone.All’Accademia Albertina di Belle Arti, sabato 22, “Concerti per archi” dell’Ensemble Giovani Archi di Torino, a cura dell’Associazione Concertante – Progetto Arte&Musica e con la guida all’ascolto di Attilio Piovano. Nella serata alla Biblioteca Nazionale l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, con il suo ensemble barocco La Mole Armonica, proporrà una selezione di “Concerti per flauto e per archi”.Domenica 23 verranno proposte sonate e cantate per soprano e basso continuo, “Tra l’erbe e i zeffiri”, a cura dell’Associazione De Sono Associazione per la Musica in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e l’Associazione ABNUT. Questo concerto chiuderà il Festival Antonio Vivaldi.
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Tutti i concerti, le mostre e gli incontri sono a ingresso gratuito tranne:
sabato 8 aprile “Amor hai vinto” al Castello di Mirandolo;
lunedì 10 aprile “Vivaldi e Piazzolla” al Teatro Regio;
martedì 11 aprile “Vivaldi XL” al Conservatorio;
mercoledì 12 aprile “Suonate a due violini” al Conservatorio;
13, 14, 19, 22 e 23 Aprile “L’incoronazione di Dario” al Teatro Regio;
sabato 15 aprile proiezioni film al Cinema Massimo;
giovedì 20 aprile “Juditha in trionfo” al Conservatorio;
venerdì 21 aprile “Vivaldi-Bach” al Teatro Regio.

Johnson, dello spagnolo
all’interno degli spazi espositivi di


Una grande pedana, circolare e nera, uno spazio infossato nel centro ricoperto da un velario rosso sangue, un luogo che può diventare una doccia o una fonte rigeneratrice, le luci che piovono dall’alto a creare un reticolato che è una gabbia
Appuntamento domenica 2 aprile alle ore 17 al Caffè Baratti & Milano di Torino con la scrittrice Lorenza Gentile che dà il via a“Il caffè delle cinque”, ciclo di incontri letterari con scrittori nazionali, in collaborazione con la Scuola Holden
(Einaudi) e risponde alle domande degli allievi della Scuola Holden e del pubblico.
finanziari.

Menchi. Un preside decide di spostare in una sezione appositamente creata alcuni studenti dell’ultimo anno di un liceo scientifico. Quelli più “problematici” vengono “rifiutati” dai propri insegnanti, soltanto il nuovo supplente di lettere, fautore dei metodi libertari del professor Keating dell’”Attimo fuggente”vorrebbe garantire per loro ma non potrà far altro che decidere di abbandonare la propria missione. Ma forse non definitivamente. Durata 92 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)
Il diritto di contare – Drammatico. Regia di Theodore Melfi, con Octavia Spencer, Janelle Monàe, Taraji P. Hanson e Kevin Kostner. Una storia vera, tre donne di colore nella Virginia degli anni Sessanta, orgogliose e determinate, pronte a tutto pur di mostrare e dimostrare le proprie competenze in un mondo dove soltanto gli uomini sembrano poter entrare e dare un’immagine vittoriosa di sé. Una valente matematica, un’altra che guida un gruppo di “colored computers”, la terza aspirante ingegnere, senza il loro definitivo apporto l’astronauta John Glenn non avrebbe potuto portare a termine la propria spedizione nello spazio e gli Stati Uniti non avrebbero visto realizzarsi il proprio primato nei confronti dei russi. Durata 127 minuti. (Ambrosio sala 2 (da venerdì), Centrale (V.O.), Due Giardini sala Nirvana, Romano sala 3, Uci)
Ghost in the shell – Fantascienza. Regia di Rupert Sanders, con Scarlett Johansson, Juliette Binoche e Michael Pitt. Tratto dal manga di Masamune Shirow del 1989, è la storia del Maggiore Kusanagi – cyber-guerriera che non riesce che a ricordare pochi tratti del suo passato di umano – in lotta contro un terrorista in lotta con il mondo. Durata 120 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)
Kong: Skull Island – Avventura. Regia di Jordan Vogt-Roberts, con Tom Hiddleston, Brie Larson, John Goodman, Samuel Jackson e John J. Reilly. Ennesima rivisitazione del mito King Kong, una spedizione ambientata nel 1973 allorché le truppe americane abbandonarono il disastrato Vietnam. Una spedizione voluta dalla scienziato Randa e diretta verso una misteriosa isola, guidata da un ex capitano inglese, con al seguito una fotografa pacifista, un pilota recluso nell’isola dai tempi della fine del conflitto mondiale, il comandante di una squadriglia di piloti di elicotteri che come tutti gli altri se la dovranno vedere con l’immenso mostro. Un budget da far tremare le vene e i polsi, un paio d’anni per preparazione e lavorazione, tra Hawai, Australia e Vietnam: per il gran divertimento degli aficionados si prevede una trilogia. Durata 118 minuti. (Uci)
due ragazzi in cerca di sogni realizzati e di successo, lui, Sebastian, è un pianista jazz, lei, Mia, un’aspirante attrice che continua a fare provini. Si incontrano nella Mecca del Cinema e si innamorano. Musica e canzoni, uno sguardo al passato, al cinema di Stanley Donen e Vincent Minnelli senza tener fuori il francese Jacques Demy, troppo presto dimenticato. E’ già stato un grande successo ai Globe, sette nomination sette premi, due canzoni indimenticabili e due attori in stato di grazia, e adesso c’è la grande corsa agli Oscar, dove la storia fortemente voluta e inseguita dall’autore di “Whiplash” rischia di sbaragliare alla grande torri gli avversari: 14 candidature. Durata128 minuti. (Reposi)
Vikander e Rachel Weisz. Il regista, già apprezzatissimo autore di “Blue Valentine” e “Come un tuono”, è rimasto folgorato dal romanzo della scrittrice australiana M.L. Stedman e ha affidato al cinema un’opera che dalla sua prima apparizione a Venezia ha diviso i critici come pochi film lo hanno fatto prima. Vedremo come reagirà il pubblico. Un uomo colpito dalle ferite che la Grande Guerra gli ha inferto s’è rifugiato in un’isola lontana, a guardia di un faro, il suo incontro con una donna che lo riporta alla vita, i figli che non possono avere, il ritrovamento in mare di una piccola creatura, l’apparire della vera madre e distrugge tutti i sogni di un destino felice. Insomma un gran mélo, innegabile, che qualcuno appunto ha accolto come un capolavoro e che qualcuno al contrario ha bocciato in modo assoluto e definitivo, accusando di ridicolo situazioni e personaggio, pollice verso per attrici che hanno al loro attivo degli Oscar e considerate qui vittime di un racconto dove nulla sarebbe credibile. Durata 132 minuti. (Greenwich sala 3)
Moonlight – Drammatico. Regia di Barry Jenkins, con Naomi Harris, Mahershala Ali e Trevante Rhodes. Miglior film secondo il parere della giuria degli Oscar, film teso, crudo, irritante. La storia di Chiron – suddivisa in tre capitoli che delimitano infanzia adolescenza ed età adulta del protagonista – nella Miami povera, tra delinquenza e droga, prima solitario e impaurito dalla propria diversità colpita dai pregiudizi, infine spacciatore che non ha paura di nulla e che sa adeguarsi al terrificante e violento panorama che lo circonda. Attorno a lui una madre tossicomane, un adulto che tenta di proteggerlo, un giovane amico. Durata 111 minuti. (Nazionale sala 2)
Valentina Bellè, Giacomo Ferrara e Claudio Amendola. Un pezzo di vita fuori dal carcere da parte di quattro reclusi. C’è l’uomo che cercherà di sottrarre il figlio ai suoi stessi errori, la ragazza viziata di buona famiglia finita dentro per problemi di droga, il ragazzo di borgata dietro le sbarre per rapina e Donato, innocente, che ha qualche debito da regolare vendicando la donna che ha amato. L’autore firma la sceneggiatura con Giancarlo Di Cataldo e Roberto Iannone. Durata 92 minuti. (Reposi, The Space, Uci)
Istanbul da una Londra culla d’esilio dello scrittore Orhan richiamato dal regista Deniz al ruolo di editor per una sua nuova opera letteraria. Ma Deniz all’improvviso scompare e Ohran viene a contatto con il mondo di lui, con i suoi amici, con il suo passato. Malinconie, la realtà del quotidiano, i cambiamenti della Turchia, il passato e il presente che si guardano e si confrontano, le “madri del sabato” alla ricerca dei figli scomparsi. Durata120 minuti. (Eliseo Grande)
Un tirchio quasi perfetto – Commedia. Regia di Fred Cavayè, con Danny Boon e Laurence Arnè. François Gautier, violinista, è noto per la sua tirchieria. Detestato da tutti, incontrerà una donna pronta ad amarlo e una figlia di cui non aveva conoscenza. Grande successo in Francia grazie alla comicità di Boon noto da noi per il suo divertente personaggio protagonista di “Giù al nord”. Durata 89 minuti. (Ambrosio sala 3 (da venerdì), F.lli Marx sala Chico, Uci)
De Sio, Carolina Crescentini e Massimo Poggio. Tratto dal romanzo di Enrica Testo. Una donna abbandonata dal marito dopo sette anni di matrimonio, le imprese sentimentali e quotidiane di una vita da portare avanti, due figli da crescere, suocera da sopportare, un baby sitter da coordinare, la migliore amica come unico rifugio sempre da ascoltare. Durata 92 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)
Vi presento Toni Erdman – Commedia. Regia di Marin Ade, con Peter Simonischek e Sandra Hüller. Un padre davvero sui generis che, abbandonando la sua vera identità di Winfried per assumere quella del titolo, compare all’improvviso a Bucarest dove la figlia, donna in carriera solitaria e senza uno straccio di relazione amorosa a farle da supporto in un’esistenza senza troppe luci e molte ombre, sta trattando un grosso affare. Un rapporto e una storia fatti di comicità e di tenerezza, un incontro che scombussola, un chiarimento di intenti e di futuro. Durata 162 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse)
suo nome, dopo poco, fallì miseramente.
Federazione era la più vecchia associazione di professori fondata da Gaetano Salvemini e Giuseppe Kirner nel 1901. Poi il fascismo la obbligò a sciogliersi e rinacque già nella Resistenza. Venne pubblicato un libro dedicato alla sua storia che si identificò per anni con la storia stessa della scuola italiana alla ricerca di una riforma che andasse oltre la legge Casati e a cui pose mano(mano felice) Giovanni Gentile che studiò la sua riforma negli anni della sua amicizia con Benedetto Croce. La sezione torinese della FNISM deragliò,quando venne presa da Carlo Ottino,( eletto presidente di strettissima misura solo perché votò per sé stesso)un socialista marxista che finì i suoi giorni politici a fare il consigliere di circoscrizione per Rifondazione comunista che fu il suo ineluttabile approdo finale. I nipotini di Ottino hanno tenuto in piedi la FNISM torinese e l’hanno dedicata a Frida Malan che non occupò mai cariche nella Federazione,invece,come sarebbe stato giusto , di dedicarla allo storico della scienza Mario Gliozzi che ne l’anima e fu il suo esponente più impegnato e più prestigioso,mancato nel 1977.
Vergnano che divenne presidente nel congresso di Rimini del 1978 dove Tramarollo, Bozzetti, Sipala,Palumbo e chi scrive segnarono chiara la linea della Federazione. Chi scrive vergò di proprio pugno le linee- guida contro una contestazione che stava travolgendo la scuola senza rinnovarla. Ottino non venne neppure al congresso. Dopo il congresso che vincemmo alla grande, finirono però di prevalere Ottino e i suoi amici e noi lasciammo. Tramarollo era indignato, io, tanto più giovane di lui, capii cheta tempo sprecato cercare di raddrizzare la gambe ai cani,per dirla con uno dei fondatori, Gaetano Salvemini. La federazione venne per anni ospitata,per l’intervento diretto di Frida Malan,dirigente del Centro Pannunzio,nella sede di quest’ultimo perché non più in condizioni di avere una propria sede. Adesso scopro che locali pubblici,quello del liceo “Alfieri” sono sede della centenaria federazione.
scolastico, non si occupato più del loro amato sindacato.I federati subalpini in marzo hanno superato sé stessi e sono riusciti anche a produrre un piccolo convegno in cui hanno dato la parola solo ai loro amici. Una grande tristezza vedere il nome di Frida sbandierato da persone che non sanno o non vogliono sapere chi davvero sia stata la socialista Malan. Socialista e non social-comunista. Ma la parola socialista oggi risulta essere impronunciabile. Forse l’hanno etichettata come democratica progressista alla maniera di Bersani,ma questa è solo una mia ipotesi maliziosa. Frida Malan donna straordinaria ,fuori dagli schemi angusti delle ideologie presuntuose novecentesche ,lontanissima dal gramsciazionismo torinese,come dice Dino Cofrancesco,meritava un ricordo a molte voci ricco di testimoni veri. Il passato distrugge la verità,ma chi è stato davvero suo amico non può tacere e non può non levare la sua protesta morale , in verità un po’ indignata,anche se la situazione è solo patetica e andrebbe ignorata come hanno giustamente fatto altri giornali che hanno la memoria storica di chi sia stata effettivamente Frida nella storia torinese.
Tutto è felicemente ovattato, tutto è ostinatamente dolciastro in questa “casa di bambola” – e Andrée Ruth Shammah, che per il milanese Teatro Parenti e la Fondazione Teatro di Toscana ha messo in scena il testo ibseniano, visto al Carignano per la stagione dello Stabile torinese, ha con coerenza introdotto quell’articolo indeterminativo, “Una casa di bambola”, che ben lascia intravedere la strada che percorrerà 
Un enorme fungo atomico squarcia un cielo dai colori innaturali. Le tinte sono quelle del porcino: bruno il cappello; più chiara la tonalità nella parte inferiore, appena sopra il gambo; bagliori rosso fuoco lo percorrono dall’alto in basso, come una ferita o una frustata
