Lunedì 29 maggio alle ore 18 nella sala di Palazzo Cisterna di Torino (Via Maria Vittoria 12), Mirella SERRI presenterà il suo ultimo libro “BAMBINI IN FUGA. I giovanissimi ebrei braccati da nazisti e fondamentalisti islamici e gli eroi italiani che li salvarono”, edito da Longanesi. Introdurrà Pier Franco QUAGLIENI. Con il Patrocinio della Comunità Ebraica di Torino, il cui Presidente, dr. Dario Disegni, interverrà alla presentazione. Amin al-Husseini, Gran Muftì di Gerusalemme tra le due guerre, leader musulmano antesignano della jihad islamica, teorizzò lo sterminio degli ebrei, dando la caccia persino ai bambini. C’è sempre qualcuno che nega con sdegno una sua diretta o anche solo convinta partecipazione all’Olocausto. Si nega, soprattutto, che abbia mai premuto sui nazisti incitandoli a uccidere senza pietà tutti i “giudei” ed i “sionisti” d’Europa allo scopo di tenerli lontani dalla Palestina. Era coinvolto, invece, e fino in fondo, come racconta nel suo ultimo libro Mirella Serri.


Per la 30^ edizione del Salone del libro risultati da record: 165.746 biglietti staccati ! Torino stravince su Milano grazie soprattutto all’accoppiata vincente Chiamparino – Appendino. Il Salone di Torino ha avuto anche un grande successo perchè è stato contraddistinto dalla sinergia con Narrazioni jazz
jazz parlava siciliano” è stato lo spettacolo che mercoledì 17 maggio all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto ha inaugurato insieme Narrazioni Jazz e il Salone Internazionale del Libro. Quest’anno ricorre il centenario dell’incisione del primo disco di musica jazz della storia, inciso da Nick La Rocca. Per celebrare questa ricorrenza, Franco Maresco ha colto l’occasione per raccontare la storia dei musicisti siculo – americani immigrati in America e del loro fondamentale apporto alla nascita del Jazz. Sempre nella stessa serata, dopo lo spettacolo all’Auditorium del Lingotto, dal balcone di Palazzo Madama è stato dato il via alla Festa Mobile di letture , ospitando Eugenio Allegri con la sua lettura de “Il nome della rosa” di Umberto Eco, romanzo che è stato portato in scena allo Stabile di Torino il 23 maggio
LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO
Waterston e Naomi Rapace. Il film è ambientato dieci anni dopo le azioni raccontate in “Prometheus” e racconta della missione di colonizzazione del pianeta Origae-6 da parte dell’astronave Convenant: raggiungerà a seguito di un’esplosione un luogo mai esplorato. Troveranno la carcassa di una nave aliena che nasconde al proprio interno il pericolo di mostruose creature. Durata 122 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)
Malkovic e Naomi Rapace. L’agente della CIA Alice Racine è stata relegata ad un lavoro di routine dopo che non è riuscita a sventare un attacco terroristico compiuto un paio di anni prima a Parigi. È durante l’interrogatorio di un terrorista che viene per caso a conoscenza di un nuovo attacco biologico che vedrà questa volta coinvolta la capitale inglese. Ha perso fiducia in se stessa, deve guardarsi da qualcuno che è pronto a eliminarla e soprattutto deve guardarsi dai colleghi che le stanno intorno per comprendere chi stia facendo il doppio gioco. Durata 98 minuti. (Lux sala 2, Uci)
Opera prima, accolta a Cannes nella Quinzaine con ottimo successo. L’amore appassionato di due ragazzi nella cornice della periferia romana, lui è Stefano che per vivere è custode di un parcheggio ai limiti di un campo rom, lei è Agnese, è intrappolata negli affetti della madre Barbora Bobulova e sta per compiere una promessa di castità sino al matrimonio. Ma il desiderio è sempre più forte e la ragazza deciderà di prendere una risoluzione estrema nella speranza di poter cancellare il peccato commesso. Durata 114 minuti. (Nazionale sala 1)
McConaughey, Edgar Ramirez e Bryce Dallas Howard. Ispirato a una storia vera, il film è la storia di un uomo, Kenny Wells, che nella giungla del Borneo in Indonesia stringe un patto con geologo, convinto costui di aver individuato una preziosa vena d’oro. Malaria e problemi con gli operai non lo distoglieranno dal suo sogno: ma dovrà ben presto accorgersi che non è certo tutto quell’oro a creare la sua nuova felicità. Durata 120 minuti. (Uci)
Carla Signoris. Costretto per problemi di salute a frequentare una palestra, lo psicanalista Elia. Qui incontra una petulante personal trainer e il di lei fidanzato piuttosto in debito con la legge, lasciata a casa la ex moglie che si è sempre presa cura di lui. Durata 102 minuti. Da saggiare Servillo, stranamente e inaspettatamente in veste divertente. (Ambrosio sala 3)
quinto episodio per Jack Sparrow e le sue avventure attraverso i mari, questa volta alle prese con la ricerca di un tridente magico che ha il potere, per chi ne viene in possesso, di assicurargli il comando dell’oceano e di fare piazza puliti di precedenti incantesimi. Se la dovrà vedere contro una squadraccia di letali marinai fantasma fuggiti dal Triangolo del Diavolo e guidati dall’orripilante Capitano Salazar e dovrà chiedere l’aiuto di un’affascinante astronoma e e di un ardimentoso quanto giovane marinaio. Durata 129 minuti. (Massaua, Eliseo Grande, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space anche in 3D, Uci anche in 3D e V.O.)
La tenerezza – Drammatico. Regia di Gianni Amelio, con Renato Carpentieri, Elio Germano, Giovanna Mezzogiorno, Greta Scacchi e Micaela Ramazzotti. Tratto dal romanzo “La tentazione di essere felici” di Lorenzo Marone, è la storia di Lorenzo, un avvocato ultrasettantenne, vedovo, e del suo non-amore nei confronti dei figli, dei loro rapporti cancellati da anni. Qualcosa di nuovo sembra nascere nell’animo dell’uomo quando fa la conoscenza dei suoi nuovi vicini di casa, una coppia in apparenza serena, e dei loro bambini. Durata 103 minuti. (Romano sala 3)
Finocchiaro e Andrea Carpenzano. Tratto liberamente dal romanzo “Poco più di niente” di Cosimo Calamini, è la storia del giovane Alessandro, romano di Trastevere, che vive le proprie giornate tra il bar, lo spaccio e l’amante che è la madre di un suo amico. Sarà l’incontro con un “non più giovane” poeta dimenticato a fargli riassaporare socialmente e culturalmente il gusto per la vita, in un bel rapporto che si va a poco a poco costruendo, senza lasciarsi alle spalle tutta la rabbia e quella speranza che i due si portano inevitabilmente appresso. Durata 106 minuti. (Eliseo Rosso, F.lli Marx sala Harpo, Reposi)

A Carmagnola, in Palazzo Lomellini, opere da una collezione privata piemontese 
grazie alla preziosa disponibilità di un importante collezionista piemontese, Roberto Rubiola, che generosamente ha messo a disposizione per l’evento parte delle opere seicentesche di sua proprietà, appartenenti a una raccolta “che non sceglie – precisa Rabbione – di accostare in principal modo nomi di primissimo piano da chiunque già frequentati nei vari musei italiani ed esteri, ma che dà spazio, in un ventaglio di proposte quanto mai ampio e ricco di confronti, a quegli artisti che qualcuno potrebbe definire troppo velocemente come minori”. La mostra di Carmagnola rappresenta dunque un viaggio emozionante attraverso l’espressività artistica di un Barocco europeo (italiano, fiammingo, olandese, ma anche tedesco, francese e spagnolo) in cui ricorrono i nomi passati un po’ più in sordina nel corso dei secoli – autori “altri” dai massimi Caravaggio o Carracci o dai Rembrandt o dai Rubens e dai van Dyck – ma non meno capaci di rendere “maravigliosa” l’arte del Seicento. Alle bianche pareti di Palazzo Lomellini sfilano così, in un percorso a tratti cronologico e a tratti
tematico, artisti come il fiammingo Peter Boel (sua una grandiosa, autentico elogio alla ridondanza, “Natura morta con strumenti musicali, cigno, pavone e frutta”), accanto al toscano – allievo di Lorenzo Lippi – Bartolomeo Bimbi, al romano Bartolomeo Castelli e al lombardo Francesco Mantovano con le loro minuziose “nature morte” dagli squillanti contrasti di colore, in cui si celebrano i più fantasiosi e improbabili connubi fra fiori, frutti d’ogni genere, strumenti musicali, armature, cacciagione e oggetti di ordinaria quotidianità. Di grande effetto anche alcune opere di “autore ignoto” riconducibili alle botteghe o alla cerchia di maestri al top quali Rubens e Rembrandt (“San Matteo” o la vicenda biblica di “Sara e Agar”, trattata pure dall’italiano Panfilo Nuvolone, in collaborazione con il figlio Giuseppe), l’orgiastico “Baccanale con Sileno” del fiammingo Jacob Jordaens e alcuni “Interni” di stupefacente e accuratissima descrizione scenica come quelli a firma degli olandesi Dirck van Delen e Jacques de Claeuw. Straordinaria, per potenza compositiva e per l’intima emozionalità che luce e colore trasmettono al dipinto, è anche la popolare “Pietà” di pittore romano ignoto attivo nella prima metà
del secolo, così come il “San Giuseppe” (con in mano il bastone fiorito) dello spagnolo Jusepe de Ribera, operante a Napoli dal 1616, fortemente attento all’opera del Caravaggio e sicuramente fra i più importanti esponenti della pittura partenopea seicentesca. Fra gli italiani, una menzione particolare meritano ancora artisti come Sebastiano Conca da Gaeta, rappresentato in mostra da una paciosa “Sacra famiglia con San Giovannino” (e che ebbe modo di lavorare anche a Torino nell’oratorio di San Filippo Neri e nella Chiesa di Santa Teresa), il siciliano Pietro Novelli (suo uno splendido “Ritratto di vecchio” che emerge dall’ombra), accanto al romano Andrea Locatelli, fra i rappresentanti di maggior interesse della “Scuola dei bamboccianti” – specializzata nel racconto della vita quotidiana romana accostata spesso alla riproposta di reperti dell’antica Roma – fino al veneziano Bernardo Canal, autore di due preziose “vedute” della città lagunare, abile scenografo teatrale, ma come pittore vissuto sempre all’ombra del figlio Giovanni Antonio, l’assai più noto Canaletto.
L’ANNIVERSARIO DEL CENTRO PANNUNZIO
con sua moglie Bruna Bertolo si è stabilita una collaborazione proficua .Per me la simpatia umana e la stima hanno sempre avuto il sopravvento, il tornaconto non mi ha mai interessato, anzi ho cercato di evitarlo. Il Centro in pochi mesi raggiunse più di un centinaio di associati, destinati negli anni ad arrivare a mille, diffusi in tutta Italia. Giunse subito un telegramma di felicitazioni del Presidente della Repubblica Saragat che ci ricevette al Quirinale.
l’impegno per i diritti civili, in primis il divorzio. Jemolo fu un altro punto di riferimento : il nostro manifesto contro il finanziamento pubblico dei partiti e la moralizzazione della vita pubblica lo rivide lui, come l’articolo 1 dello Statuto fu ispirato da Bobbio che partecipò a tanti nostri incontri come relatore e come semplice spettatore. Tra gli eventi più importanti è da
Torino, per un evento su Gabriele d’Annunzio presieduto da Giorgio Barberi Squarotti. Nel 1988 venne Indro Montanelli a commemorare Pannunzio a Palazzo Lascaris. Molto importante fu la collaborazione con il presidente Aldo Viglione. E poi i premi “ Pannunzio” dal 1982 conferiti, tra gli altri, a Spadolini, Bocca, Montanelli, Bettiza, Abbagnano, Barbara Spinelli, Galante Garrone, Ronchey, Forattini, Mila, Romano, Piero e Alberto Angela, Claudio Magris, Emma Bonino, Allegra
Agnelli… Il Premio “Valdo Fusi” assegnato ,tra gli altri, a Riotta, Botto, Gramellini,ai magistrati Silvio Pieri e Mario Garavelli, Giovanni Giovannini, Tullio Regge. Non tutti i premi assegnati si rivelarono, sulla lunga distanza, meritati. Anche molti Premi Nobel ebbero lo stesso destino… Mario Soldati che fu presidente

originario .Eravamo studenti di lettere, di legge, scienze politiche e del Politecnico. Un gruppo che è stato determinante nei primi anni e che è rimasto un elemento di forza del Centro che riesce a parlare con i giovani anche oggi. I presidenti del Centro sono stati Arrigo Olivetti, Mario Bonfantini, francesista e resistente, Luigi Firpo, Edoardo Ruffini, uno dei dodici professori che non giurarono al fascismo nel 1931, Mario Soldati, Alda Croce, Camillo Olivetti. Alda Croce, torinese di nascita e figlia del filosofo
napoletano, presidente dal 1997 al 2003 , ha promosso soprattutto l’attività editoriale del Centro con la nascita degli “Annali” e la pubblicazione del “Perché non possiamo non dirci cristiani”, il saggio scritto da suo padre nel 1942 che molti citano ,ma pochi hanno letto. A giugno eleggeremo un nuovo presidente. Io stesso lascerò la direzione. Non abbandonerò le attività del Centro, ma assumerò compiti meno impegnativi. Vorrei dedicarmi di più alla scrittura di libri programmati ,ma sempre rinviati. Molti presidenti della Repubblica hanno dedicato la loro attenzione al Centro Pannunzio. Pertini mandò un suo assegno personale di mezzo milione a sostegno del Centro, Cossiga venne ad inaugurare la mostra “Cavour nella caricatura” allestita alla biblioteca nazionale, Ciampi appoggiò tante iniziative con messaggi non formali. 


avesse più confini; ma è facile che le cose che diamo per scontate, in realtà, non lo siano affatto. Pochi mesi fa alla GAM ho visto il film-documentario “The great european disaster movie”che aveva proprio questo tema portante. Immaginava l’Europa di nuovo divisa e un aereo che, nonostante la tempesta, non poteva atterrare in nessun aeroporto perché ovunque c’era sempre qualche passeggero impossibilitato a sbarcare, a causa del suo passaporto. Un’altra scena significativa era l’intervista ad una signora tedesca che mostrava le croci di ferro ottenute in guerra dai suoi antenati –da quella franco-prussiana del 1871 alla 2° Guerra Mondiale- e si augurava che suo figlio non dovesse mai essere insignito di una medaglia al valor militare».
Al Salone di Torino c’è una parte dedicata all’America, compresa una rilettura di Steinbeck; tu che sei anche traduttore che consigli di lettura a stelle e strisce puoi darci?
Giovedì 25 maggio 2017, ore 18.00