 Giovedì 19 gennaio alle ore 17,30 nell’Aula Magna dell’Università di Torino (Via Verdi, 8), Dino COFRANCESCO, Sara LAGI e Francesco TUCCARI presenteranno, in dialogo con l’autore, il libro di Pier Franco QUAGLIENI “FIGURE DELL’ITALIA CIVILE”, Golem Edizioni. Coordinerà Giuseppe PICCOLI.
Giovedì 19 gennaio alle ore 17,30 nell’Aula Magna dell’Università di Torino (Via Verdi, 8), Dino COFRANCESCO, Sara LAGI e Francesco TUCCARI presenteranno, in dialogo con l’autore, il libro di Pier Franco QUAGLIENI “FIGURE DELL’ITALIA CIVILE”, Golem Edizioni. Coordinerà Giuseppe PICCOLI.
Il libro di Quaglieni tratteggia le figure di personalità importanti della cultura e della politica italiana del ’900, da Einaudi a Giovanni  Amendola, da Marchesi a Soleri, da Calamandrei a
Amendola, da Marchesi a Soleri, da Calamandrei a  Chabod, da Burzio ad Adriano Olivetti, da Ernesto Rossi a Balbo di Vinadio. La parte più consistente del libro riguarda gli “amici e maestri” che l’autore ha conosciuto e frequentato: Jemolo, Bobbio, Galante Garrone,
Chabod, da Burzio ad Adriano Olivetti, da Ernesto Rossi a Balbo di Vinadio. La parte più consistente del libro riguarda gli “amici e maestri” che l’autore ha conosciuto e frequentato: Jemolo, Bobbio, Galante Garrone,  Montanelli, Valiani, Venturi, Casalegno, Alda Croce, Primo Levi, Ciampi, Luraghi, Romeo, Spadolini, Pininfarina, Ronchey, Tortora, Pannella. Due capitoli molto densi concludono il libro, quelli dedicati a Soldati e Pannunzio. Si tratta di scritti che Quaglieni arricchisce ricostruendo la
Montanelli, Valiani, Venturi, Casalegno, Alda Croce, Primo Levi, Ciampi, Luraghi, Romeo, Spadolini, Pininfarina, Ronchey, Tortora, Pannella. Due capitoli molto densi concludono il libro, quelli dedicati a Soldati e Pannunzio. Si tratta di scritti che Quaglieni arricchisce ricostruendo la  storia dei rapporti tra il Centro “Pannunzio” e le
storia dei rapporti tra il Centro “Pannunzio” e le  diverse personalità che animano il libro. Le figure delineate sono spesso ricordate con episodi del tutto inediti e poco convenzionali, in alcuni casi persino politicamente “poco corretti”, ma sempre equilibrati sotto il profilo storico. Ne viene fuori un ritratto a tutto tondo dell’Italia civile, che l’autore ritiene vada riscoperta e valorizzata come patrimonio culturale irrinunciabile anche per il futuro delle nuove generazioni.
diverse personalità che animano il libro. Le figure delineate sono spesso ricordate con episodi del tutto inediti e poco convenzionali, in alcuni casi persino politicamente “poco corretti”, ma sempre equilibrati sotto il profilo storico. Ne viene fuori un ritratto a tutto tondo dell’Italia civile, che l’autore ritiene vada riscoperta e valorizzata come patrimonio culturale irrinunciabile anche per il futuro delle nuove generazioni.
 
                    






 sostituiscono quelle di Cristo): soprattutto quei dialoghi che costruiscono la debolezza di un individuo, e se la parte di avvio del film appare di minore spessore, messa lì ad avviare una storia, proprio quei dialoghi danno allo spettatore tutta la forza di Scorsese e del film.
sostituiscono quelle di Cristo): soprattutto quei dialoghi che costruiscono la debolezza di un individuo, e se la parte di avvio del film appare di minore spessore, messa lì ad avviare una storia, proprio quei dialoghi danno allo spettatore tutta la forza di Scorsese e del film. 
 Per la 75a Storica Conversazione presso il Museo Pietro Micca GUSTAVO MOLA DI NOMAGLIO su I Savoia, Torino e il Piemonte: passato, presente e futuro, nel 600° anniversario della nascita del Ducato.
Per la 75a Storica Conversazione presso il Museo Pietro Micca GUSTAVO MOLA DI NOMAGLIO su I Savoia, Torino e il Piemonte: passato, presente e futuro, nel 600° anniversario della nascita del Ducato. fra questi: Feudi e nobiltà degli Stati dei Savoia (2006), Bibliografia delle famiglie subalpine (2008), Un primato piemontese in Europa. Venaria e la Cavalleria sabauda alla vigilia del Risorgimento (2009); La cessione di Nizza e Savoia alla Francia (2011); Bibliografia critica e antologica della Convenzione di Settembre. Dai lutti di Torino Capitale all’insediamento fiorentino (2015). suoi scritti compaiono in numerose opere miscellanee ad Atti di Convegni. È Vice Presidente del Centro Studi Piemontesi, consigliere dell’ABNUT (Associazione Amici della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino) e di altri sodalizi che studiano, tutelano, valorizzano e promuovono, con molteplici iniziative, il patrimonio culturale, ambientale ed identitario del Piemonte, della Valle d’Aosta e, in generale, degli antichi Stati sabaudi. È uno dei curatori, con Franca Porticelli e Andrea Merlotti, della Mostra Piemonte Bonnes Nouvelles presso la Biblioteca Nazionale di Torino, appena conclusa con grande successo di pubblico, realizzata dalla Biblioteca con la collaborazione del Consiglio regionale del Piemonte e del Centro Studi Piemontesi – per celebrare i 600° anni del Ducato di Savoia.
fra questi: Feudi e nobiltà degli Stati dei Savoia (2006), Bibliografia delle famiglie subalpine (2008), Un primato piemontese in Europa. Venaria e la Cavalleria sabauda alla vigilia del Risorgimento (2009); La cessione di Nizza e Savoia alla Francia (2011); Bibliografia critica e antologica della Convenzione di Settembre. Dai lutti di Torino Capitale all’insediamento fiorentino (2015). suoi scritti compaiono in numerose opere miscellanee ad Atti di Convegni. È Vice Presidente del Centro Studi Piemontesi, consigliere dell’ABNUT (Associazione Amici della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino) e di altri sodalizi che studiano, tutelano, valorizzano e promuovono, con molteplici iniziative, il patrimonio culturale, ambientale ed identitario del Piemonte, della Valle d’Aosta e, in generale, degli antichi Stati sabaudi. È uno dei curatori, con Franca Porticelli e Andrea Merlotti, della Mostra Piemonte Bonnes Nouvelles presso la Biblioteca Nazionale di Torino, appena conclusa con grande successo di pubblico, realizzata dalla Biblioteca con la collaborazione del Consiglio regionale del Piemonte e del Centro Studi Piemontesi – per celebrare i 600° anni del Ducato di Savoia.
 collezioni di Carlo Emanuele I aperta al pubblico lo scorso 16 dicembre con oltre 250 opere e 80 tavole acquerellate degli album naturalistici conservati alla Biblioteca Reale (fino al 2 aprile 2017 in Galleria Sabauda e Biblioteca Reale). Sempre nel 2016 sono stati riaperti i Giardini Reali, chiusi per lungo tempo; ora sono accessibili solo parzialmente, ma è stato da poco ultimato il progetto per il completamento del verde e presto riprenderanno i lavori per perfezionare i percorsi e i servizi. A tutto questo si aggiunge la creazione di aree dedicate a mini-mostre e mostre speciali come lo “Spazio Confronti” e lo “Spazio Scoperte” della Galleria Sabauda, le aperture serali nel periodo estivo e quelle speciali degli appartamenti minori promosse in collaborazione con l’Associazione Amici di Palazzo Reale, il fitto calendario di attività per il pubblico e altro ancora: in sintesi, i Musei Reali si sono aperti, cercando di coinvolgere un pubblico sempre più ampio e più trasversale nella scoperta di un patrimonio tra i più ricchi, interessanti e variegati d’Europa.
collezioni di Carlo Emanuele I aperta al pubblico lo scorso 16 dicembre con oltre 250 opere e 80 tavole acquerellate degli album naturalistici conservati alla Biblioteca Reale (fino al 2 aprile 2017 in Galleria Sabauda e Biblioteca Reale). Sempre nel 2016 sono stati riaperti i Giardini Reali, chiusi per lungo tempo; ora sono accessibili solo parzialmente, ma è stato da poco ultimato il progetto per il completamento del verde e presto riprenderanno i lavori per perfezionare i percorsi e i servizi. A tutto questo si aggiunge la creazione di aree dedicate a mini-mostre e mostre speciali come lo “Spazio Confronti” e lo “Spazio Scoperte” della Galleria Sabauda, le aperture serali nel periodo estivo e quelle speciali degli appartamenti minori promosse in collaborazione con l’Associazione Amici di Palazzo Reale, il fitto calendario di attività per il pubblico e altro ancora: in sintesi, i Musei Reali si sono aperti, cercando di coinvolgere un pubblico sempre più ampio e più trasversale nella scoperta di un patrimonio tra i più ricchi, interessanti e variegati d’Europa.  LE ATTIVITÀ DEL 2017. Spina dorsale delle attività saranno i progetti di miglioramento dell’offerta museale, con novità che vanno dalla comunicazione ai percorsi, oltre alle mostre, grandi e piccole, che punteggiano tutto il calendario. Tra i progetti più impegnativi ci sarà il completamento dei lavori di restauro della Cappella della Sindone, che sarà riaperta al pubblico a venti anni dal disastroso incendio che ne determinò la chiusura. Un recupero lungo e complesso, curato nel tempo dalla Soprintendenza di Torino con il contributo della Compagnia di San Paolo, che porterà di nuovo il gioiello di Guarini al centro dell’attenzione internazionale (novembre). Un altro importante obiettivo riguarda il riallestimento di una parte del Museo di Antichità, con la creazione di un nuovo percorso dedicato alle antiche civiltà del Mediterraneo (assiro-babilonese, cipriota, greca, etrusca e italica) che accoglierà i visitatori negli spazi della manica nuova. Proseguiranno anche i lavori di valorizzazione dei Giardini Reali con la risistemazione del verde e il collocamento dei vasi, la nuova illuminazione, la segnaletica e i servizi. Terminati i lavori, i Giardini saranno il vero cuore verde di collegamento tra tutte le aree dei Musei (da giugno a settembre). Alla Galleria Sabauda sarà aperto il nuovo spazio dedicato ai maestri piemontesi dal Trecento al Cinquecento: Un’altra armonia. Il Rinascimento in Piemonte, con le tavole e i polittici di Martino Spanzotti, Dedendente Ferrari, Gaudenzio Ferrari e altri ancora (giugno). A
LE ATTIVITÀ DEL 2017. Spina dorsale delle attività saranno i progetti di miglioramento dell’offerta museale, con novità che vanno dalla comunicazione ai percorsi, oltre alle mostre, grandi e piccole, che punteggiano tutto il calendario. Tra i progetti più impegnativi ci sarà il completamento dei lavori di restauro della Cappella della Sindone, che sarà riaperta al pubblico a venti anni dal disastroso incendio che ne determinò la chiusura. Un recupero lungo e complesso, curato nel tempo dalla Soprintendenza di Torino con il contributo della Compagnia di San Paolo, che porterà di nuovo il gioiello di Guarini al centro dell’attenzione internazionale (novembre). Un altro importante obiettivo riguarda il riallestimento di una parte del Museo di Antichità, con la creazione di un nuovo percorso dedicato alle antiche civiltà del Mediterraneo (assiro-babilonese, cipriota, greca, etrusca e italica) che accoglierà i visitatori negli spazi della manica nuova. Proseguiranno anche i lavori di valorizzazione dei Giardini Reali con la risistemazione del verde e il collocamento dei vasi, la nuova illuminazione, la segnaletica e i servizi. Terminati i lavori, i Giardini saranno il vero cuore verde di collegamento tra tutte le aree dei Musei (da giugno a settembre). Alla Galleria Sabauda sarà aperto il nuovo spazio dedicato ai maestri piemontesi dal Trecento al Cinquecento: Un’altra armonia. Il Rinascimento in Piemonte, con le tavole e i polittici di Martino Spanzotti, Dedendente Ferrari, Gaudenzio Ferrari e altri ancora (giugno). A  fine anno, negli ambienti al piano terra, la mostra dedicata a Giovanni Battista Piranesi (ottobre). Negli spazi espositivi di Palazzo Chiablese, proseguirà fino a marzo l’esposizione di disegni e stampe di Henri Toulouse-Lautrec, coprodotta con Arthemisia Group, a cui seguirà Il bello senza tempo. La collezione di Gian Enzo Sperone da Roma antica a Ai Weiwei, la grande mostra incentrata sulle raccolte di uno dei più importanti collezionisti d’arte internazionali, con gallerie che portano il suo nome a Torino, Roma e New York (da aprile a settembre). In autunno protagonista sarà il pittore surrealista catalano Joan Mirò, di cui saranno esposte un centinaio di opere in arrivo dalla Fundaciò Pilar i Joan Mirò di Mallorca, la fondazione creata da Mirò e dalla moglie Pilar nel marzo 1981. Le attività di Confronti proseguiranno con A spasso con un drago, che presenterà un lavoro di Carlo Mollino recentemente acquisito dal Ministero per le collezioni della Galleria Sabauda (da febbraio), a cui seguiranno confronti dedicati a Daniele da Volterra (da maggio) e a Bellotto (da ottobre). Anche lo spazio Scoperte proseguirà la propria attività: al termine della mosta dedicata agli incisori olandesi, le sale saranno occupate dalle opere di Grechetto (aprile-agosto) a cui seguiranno quelle di Dürer e Luca di Leida (da settembre). Nuove attività per l’affascinante Museo di Antichità, con appuntamenti dedicati alla storia del restauro (da gennaio a marzo), a tutto quello che nell’abbigliamento ha preceduto il bottone (da aprile a settembre) e alla storia dei militari romani a Torino (da settembre). All’Armeria Reale, a gennaio, appuntamento con un’opera restaurata grazie al programma “Restituzioni” di Intesa San Paolo e ora di nuovo accessibili al pubblico: un’armatura giapponese nello stile delle dō-maru del secondo periodo Chusei (XIIIXVI secolo), donata dall’imperatore del Giappone Meiji a Vittorio Emanuele II nel 1869, a tre anni dalla firma del trattato di amicizia e commercio tra il Regno d’Italia e l’Impero giapponese, ratificato a Edo (l’odierna Tokyo) il 25 agosto 1866. A tutto questo si aggiunge l’intenso programma di attività (calendario
fine anno, negli ambienti al piano terra, la mostra dedicata a Giovanni Battista Piranesi (ottobre). Negli spazi espositivi di Palazzo Chiablese, proseguirà fino a marzo l’esposizione di disegni e stampe di Henri Toulouse-Lautrec, coprodotta con Arthemisia Group, a cui seguirà Il bello senza tempo. La collezione di Gian Enzo Sperone da Roma antica a Ai Weiwei, la grande mostra incentrata sulle raccolte di uno dei più importanti collezionisti d’arte internazionali, con gallerie che portano il suo nome a Torino, Roma e New York (da aprile a settembre). In autunno protagonista sarà il pittore surrealista catalano Joan Mirò, di cui saranno esposte un centinaio di opere in arrivo dalla Fundaciò Pilar i Joan Mirò di Mallorca, la fondazione creata da Mirò e dalla moglie Pilar nel marzo 1981. Le attività di Confronti proseguiranno con A spasso con un drago, che presenterà un lavoro di Carlo Mollino recentemente acquisito dal Ministero per le collezioni della Galleria Sabauda (da febbraio), a cui seguiranno confronti dedicati a Daniele da Volterra (da maggio) e a Bellotto (da ottobre). Anche lo spazio Scoperte proseguirà la propria attività: al termine della mosta dedicata agli incisori olandesi, le sale saranno occupate dalle opere di Grechetto (aprile-agosto) a cui seguiranno quelle di Dürer e Luca di Leida (da settembre). Nuove attività per l’affascinante Museo di Antichità, con appuntamenti dedicati alla storia del restauro (da gennaio a marzo), a tutto quello che nell’abbigliamento ha preceduto il bottone (da aprile a settembre) e alla storia dei militari romani a Torino (da settembre). All’Armeria Reale, a gennaio, appuntamento con un’opera restaurata grazie al programma “Restituzioni” di Intesa San Paolo e ora di nuovo accessibili al pubblico: un’armatura giapponese nello stile delle dō-maru del secondo periodo Chusei (XIIIXVI secolo), donata dall’imperatore del Giappone Meiji a Vittorio Emanuele II nel 1869, a tre anni dalla firma del trattato di amicizia e commercio tra il Regno d’Italia e l’Impero giapponese, ratificato a Edo (l’odierna Tokyo) il 25 agosto 1866. A tutto questo si aggiunge l’intenso programma di attività (calendario  aggiornato sul sito museireali.beniculturali.it) dai laboratori didattici alle visite di una sola opera del ciclo Ogni opera è un mondo, dagli spazi aperti dagli Amici di Palazzo Reale come le cucine e gli appartamenti della Regina Maria Teresa fino alle visite di approfondimento delle mostre e delle diverse sezioni dei Musei Reali. “Il 2017 sarà l’anno decisivo per la costruzione dell’identità dei Musei Reali” sottolinea Pagella, “Lavoreremo sul piano della comunicazione, ma soprattutto su quello del miglioramento dell’accoglienza; a rappresentarci avremo un nuovo logo, dei nuovi uffici nel torrione Frutteria di Palazzo Reale, e l’avvio di importanti progetti che segneranno il futuro dei Musei e anche, ci auguriamo, quello della città. La mostra su Carlo Emanuele I che abbiamo appena inaugurato dimostra quanto sia grande il potenziale dei nostri musei anche come capacità di produrre idee, ricerca, occasioni di conoscenza e di scoperta. Per questo il 2017 dovrà essere anche l’anno destinato alla creazione di una nuova rete di rapporti, sia con le realtà locali, sia con quelle nazionali e internazionali. Tutto questo è necessario anche in vista del 2019, cinquecentenario di Leonardo che ci vedrà assolutamente protagonisti”.
aggiornato sul sito museireali.beniculturali.it) dai laboratori didattici alle visite di una sola opera del ciclo Ogni opera è un mondo, dagli spazi aperti dagli Amici di Palazzo Reale come le cucine e gli appartamenti della Regina Maria Teresa fino alle visite di approfondimento delle mostre e delle diverse sezioni dei Musei Reali. “Il 2017 sarà l’anno decisivo per la costruzione dell’identità dei Musei Reali” sottolinea Pagella, “Lavoreremo sul piano della comunicazione, ma soprattutto su quello del miglioramento dell’accoglienza; a rappresentarci avremo un nuovo logo, dei nuovi uffici nel torrione Frutteria di Palazzo Reale, e l’avvio di importanti progetti che segneranno il futuro dei Musei e anche, ci auguriamo, quello della città. La mostra su Carlo Emanuele I che abbiamo appena inaugurato dimostra quanto sia grande il potenziale dei nostri musei anche come capacità di produrre idee, ricerca, occasioni di conoscenza e di scoperta. Per questo il 2017 dovrà essere anche l’anno destinato alla creazione di una nuova rete di rapporti, sia con le realtà locali, sia con quelle nazionali e internazionali. Tutto questo è necessario anche in vista del 2019, cinquecentenario di Leonardo che ci vedrà assolutamente protagonisti”. Martedì 17 gennaio 2017 ore 20.30 • Sala Cinquecento, via Nizza 280, Torino
Martedì 17 gennaio 2017 ore 20.30 • Sala Cinquecento, via Nizza 280, Torino originariamente a clarinetto o violoncello con accompagnamento di pianoforte e qui eseguiti in una insolita versione per flauto. Ispirata all’omonimo racconto di Friedrich de la Motte Fouqué, la Sonata op. 167 «Undine» (1882) di Carl Reinecke narra la tragica storia di una Ondina, spirito acquatico del folclore germanico, mentre Le merle noir (1951) è una breve pagina che rispecchia gli interessi di Olivier Messiaen nell’ambito ornitologico, scritta per testare le abilità dei flautisti candidati all’ammissione presso il Conservatorio di Parigi. Chiude la serata la Fantaisie brillante sur l’opéra Carmen de Georges Bizet di François Borne, unica opera dell’autore ancora oggi in repertorio e paradigmatico esempio di quella fioritura ottocentesca di trascrizioni, parafrasi e fantasie basate su temi celebri delle più note opere del teatro musicale.
originariamente a clarinetto o violoncello con accompagnamento di pianoforte e qui eseguiti in una insolita versione per flauto. Ispirata all’omonimo racconto di Friedrich de la Motte Fouqué, la Sonata op. 167 «Undine» (1882) di Carl Reinecke narra la tragica storia di una Ondina, spirito acquatico del folclore germanico, mentre Le merle noir (1951) è una breve pagina che rispecchia gli interessi di Olivier Messiaen nell’ambito ornitologico, scritta per testare le abilità dei flautisti candidati all’ammissione presso il Conservatorio di Parigi. Chiude la serata la Fantaisie brillante sur l’opéra Carmen de Georges Bizet di François Borne, unica opera dell’autore ancora oggi in repertorio e paradigmatico esempio di quella fioritura ottocentesca di trascrizioni, parafrasi e fantasie basate su temi celebri delle più note opere del teatro musicale.
 fortuna e avventura, si mise al servizio della potenza ottomana. Poco conosciuto in Italia e sicuramente più noto all’estero, Giovanni Calosso influenzò con le sue idee libertarie e innovatrici alcune scelte politiche del sultano convincendolo ad aprire l’Impero alle riforme europee, ispirate a principi democratici e liberali. Amò l’Impero sul Bosforo, già al tramonto ma ancora forte e tenace, e fu intimo del sultano. Fu quasi uno di loro, ma non si convertì mai all’Islam. Nato a Chivasso nel 1789, divenne ufficiale con Napoleone e partecipò a diverse campagne militari, tra cui quelle di Prussia nel 1807 e di Russia nel 1812, e alla fine dell’Impero prestò servizio nell’esercito del Regno di Sardegna. Cadde in disgrazia per aver preso parte ai moti rivoluzionari del 182021 in Piemonte e fu esiliato. Non si perse d’animo e, pur costretto a lasciare la moglie, la Contessa Secondina Tarini Imperiale e il suo Piemonte, continuò a viaggiare in vari Paesi europei e si fermò soprattutto in Grecia, dove combattè per la causa dell’indipendenza ellenica contro il dominio turco. Ma il suo avvicinamento all’Oriente e all’Impero Ottomano non tardò.
fortuna e avventura, si mise al servizio della potenza ottomana. Poco conosciuto in Italia e sicuramente più noto all’estero, Giovanni Calosso influenzò con le sue idee libertarie e innovatrici alcune scelte politiche del sultano convincendolo ad aprire l’Impero alle riforme europee, ispirate a principi democratici e liberali. Amò l’Impero sul Bosforo, già al tramonto ma ancora forte e tenace, e fu intimo del sultano. Fu quasi uno di loro, ma non si convertì mai all’Islam. Nato a Chivasso nel 1789, divenne ufficiale con Napoleone e partecipò a diverse campagne militari, tra cui quelle di Prussia nel 1807 e di Russia nel 1812, e alla fine dell’Impero prestò servizio nell’esercito del Regno di Sardegna. Cadde in disgrazia per aver preso parte ai moti rivoluzionari del 182021 in Piemonte e fu esiliato. Non si perse d’animo e, pur costretto a lasciare la moglie, la Contessa Secondina Tarini Imperiale e il suo Piemonte, continuò a viaggiare in vari Paesi europei e si fermò soprattutto in Grecia, dove combattè per la causa dell’indipendenza ellenica contro il dominio turco. Ma il suo avvicinamento all’Oriente e all’Impero Ottomano non tardò. 





 distintivo fu infatti la volontà di perseguire una pittura “intuizionistica” (a mezza strada fra Fauvismo ed Espressionismo) e proiettata verso l’Europa –in primis Scuola di Parigi e Modigliani, secondo Venturi – in antitesi al nazionalismo retorico del regime: pittori “dissidenti” insomma rispetto all’arte ufficiale del Novecento e, per questo, non poco “sospetti” in un periodo in cui anche le divergenze artistiche assumevano un significato pericoloso di contrasto ideologico e politico. Sciacquati “i panni in Senna” (ma la “lezione impressionista” non sempre appare così preminente nei quadri dei Sei) la vita del Gruppo si esaurì nel giro di pochi anni, con la mostra a Parigi del dicembre 1931, quando venne a perdersi l’appoggio dei due veri “creatori” del Sestetto: il finanziere Riccardo Gualino, confinato a Lipari per bancarotta fraudolenta, e Lionello Venturi, che proprio nel ’31 espatria a Parigi aderendo a “Giustizia e Libertà”.
distintivo fu infatti la volontà di perseguire una pittura “intuizionistica” (a mezza strada fra Fauvismo ed Espressionismo) e proiettata verso l’Europa –in primis Scuola di Parigi e Modigliani, secondo Venturi – in antitesi al nazionalismo retorico del regime: pittori “dissidenti” insomma rispetto all’arte ufficiale del Novecento e, per questo, non poco “sospetti” in un periodo in cui anche le divergenze artistiche assumevano un significato pericoloso di contrasto ideologico e politico. Sciacquati “i panni in Senna” (ma la “lezione impressionista” non sempre appare così preminente nei quadri dei Sei) la vita del Gruppo si esaurì nel giro di pochi anni, con la mostra a Parigi del dicembre 1931, quando venne a perdersi l’appoggio dei due veri “creatori” del Sestetto: il finanziere Riccardo Gualino, confinato a Lipari per bancarotta fraudolenta, e Lionello Venturi, che proprio nel ’31 espatria a Parigi aderendo a “Giustizia e Libertà”. 
 graffiante immediato essenziale, come elemento portante di un’opera con caratteri similari alla briosa “Passeggiata a Nervi”, guazzo su tela del ’33 di Enrico Paulucci e al carboncino su carta del ’46 “Torre Pellice (Castelluzzo)” dell’abruzzese Nicola Galante apprezzato xilografo oltreché pittore. Di Gigi Chessa, che al Gruppo aderì vantando già al suo attivo innumerevoli mostre nonché la partecipazione alla XVI Biennale di Venezia del ’28, la rassegna sottolinea quanto egli sia stato volutamente il meno “casoratiano” dei Sei, quale “pittore di luce” più che di rigidi “spazi” compositivi. Sua “La zuppiera” del ’24, incantevole con quel “bianco illuminato dal raggio di luce come un caravaggesco della Scuola di Utrecht, che emerge da grigi, bruni, sfondi afoni”. Più fedele, invece, alla lezione del Maestro (pregevoli i numerosi “Interni” dalla tipica “griglia geometrica casoratiana”) fu l’inglese Jessie Boswell, la più “anziana” del Gruppo e a Torino dama di compagnia di Cesarina Gualino. Suo il rigoroso e severo “Autoritratto” del ’41, composto forse per i suoi sessant’anni. Immagine intensa, di pensierosa fissità.
graffiante immediato essenziale, come elemento portante di un’opera con caratteri similari alla briosa “Passeggiata a Nervi”, guazzo su tela del ’33 di Enrico Paulucci e al carboncino su carta del ’46 “Torre Pellice (Castelluzzo)” dell’abruzzese Nicola Galante apprezzato xilografo oltreché pittore. Di Gigi Chessa, che al Gruppo aderì vantando già al suo attivo innumerevoli mostre nonché la partecipazione alla XVI Biennale di Venezia del ’28, la rassegna sottolinea quanto egli sia stato volutamente il meno “casoratiano” dei Sei, quale “pittore di luce” più che di rigidi “spazi” compositivi. Sua “La zuppiera” del ’24, incantevole con quel “bianco illuminato dal raggio di luce come un caravaggesco della Scuola di Utrecht, che emerge da grigi, bruni, sfondi afoni”. Più fedele, invece, alla lezione del Maestro (pregevoli i numerosi “Interni” dalla tipica “griglia geometrica casoratiana”) fu l’inglese Jessie Boswell, la più “anziana” del Gruppo e a Torino dama di compagnia di Cesarina Gualino. Suo il rigoroso e severo “Autoritratto” del ’41, composto forse per i suoi sessant’anni. Immagine intensa, di pensierosa fissità.
 Siniscalco ,parlando del saggio di Zanone ,lo ha contestualizzato negli Anni 70
Siniscalco ,parlando del saggio di Zanone ,lo ha contestualizzato negli Anni 70  impossibile. Chi lo ha conosciuto da vicino lo sa bene. Mi resta un dubbio: perché Siniscalco non abbia citato il gruppo formatosi nel 1967/68 del Centro “Pannunzio”. C’erano persone importanti: Arrigo  Olivetti, Mario Soldati, Gaetano Zini Lamberti, Alessandro Passerin d’Entrèves, Paolo Greco,Piero Pieri, Alda Croce, Mario Fubini… Non c’era solo chi scrive in compagnia di  alcuni compagni di università. Io non sono certo un giudice imparziale, ma credo che il Centro “Pannunzio”abbia pur contato qualcosa -come hanno riconosciuto in molti –  nella storia della cultura non solo torinese (basterebbe citare la sua coraggiosa posizione sul terrorismo a fianco di Carlo Casalegno) ma per l’economista Siniscalco quel mondo  liberale si identificava nel giovane Zanone che sicuramente seppe fare moltissimo e assai bene e che io considero comunque un amico-maestro.
impossibile. Chi lo ha conosciuto da vicino lo sa bene. Mi resta un dubbio: perché Siniscalco non abbia citato il gruppo formatosi nel 1967/68 del Centro “Pannunzio”. C’erano persone importanti: Arrigo  Olivetti, Mario Soldati, Gaetano Zini Lamberti, Alessandro Passerin d’Entrèves, Paolo Greco,Piero Pieri, Alda Croce, Mario Fubini… Non c’era solo chi scrive in compagnia di  alcuni compagni di università. Io non sono certo un giudice imparziale, ma credo che il Centro “Pannunzio”abbia pur contato qualcosa -come hanno riconosciuto in molti –  nella storia della cultura non solo torinese (basterebbe citare la sua coraggiosa posizione sul terrorismo a fianco di Carlo Casalegno) ma per l’economista Siniscalco quel mondo  liberale si identificava nel giovane Zanone che sicuramente seppe fare moltissimo e assai bene e che io considero comunque un amico-maestro.