CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 813

Pianeta Minori: l'intervento dell'avv. Bocciolini

boccioliniIl “Torinese” ha intervistato l’ Avv. Daniele Bocciolini, membro della Commissione famiglia e minori del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma

 

1)      Avvocato, è di sempre maggiore attualità il fenomeno del cyberbullismo.  Il fenomeno è responsabile di abbandoni scolastici,  di malesseri fisici e psicologici, oltre che di difficoltà relazionali e sociali da parte di pre adolescenti e adolescenti che vengono a trovarsi in situazioni di dileggio da parte dei coetanei. Come può essere combattuto nella società e nella scuola?

Con la Commissione e con la Polizia Postale stiamo portando avanti un progetto per I licei della Capitale proprio per sensibilizzare i ragazzi a questo fenomeno molto diffuso. Nella maggior parte dei casi, riscontriamo la mancanza di consapevolezza: i ragazzi non si rendono conto che commettere atti di bullismo è un reato e che, una volta superati a 14 anni di età si è pienamente imputabili, rischiando così anche il carcere. I ragazzi sono molto curiosi, spesso ci spiazzano con le loro domande e ho la sensazione che non siano ascoltati: inizialmente fanno difficoltà a raccontare episodi che li riguardano, ma alla fine si aprono. Ho notato anche, con mio sommo dispiacere, una mancanza di interesse da parte dei genitori e degli insegnanti: come se a loro non riguardasse. Addirittura ricordo una preside che mi confidò di aver raccolto le prove di un gravissimo episodio di bullismo ai danni di un ragazzo con un ritardo cognitivo. Mi chiese cosa avrebbe dovuto fare con le registrazioni perché i genitori del “bullo”, pur essendo stati debitamente informati, non avevano preso alcun provvedimento. 

 

2)       Di chi è, secondo lei, la colpa?

Questo giustificare a tutti i costi le condotte dei propri figli è la prova che la famiglia ha oramai abdicato alla funzione normativa: non è più in grado di dare regole. E i professori si sentono lasciati soli e senza adeguati strumenti. I minori sembra che vivano in un mondo senza adulti, come ne “Il signore delle mosche”. Probabilmente la colpa è quella di averli “adultizzati” in maniera eccessiva. La situazione è preoccupante perché anche se il bullismo è sempre esistito, le conseguenze oggi, con la diffusione virale dei contenuti attraverso i social network, possono essere devastanti. Pensiamo anche ai recenti casi di cronaca. Prima del gesto estremo, i ragazzi inevitabilmente mandano dei segnali, attraverso i propri comportamenti: lo fanno in famiglia, in classe. Dobbiamo essere in grado di coglierli prima che sia troppo tardi. 

 

3)      Esistono disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto di questo fenomeno?  Sono già in vigore e si stanno dimostrando efficaci?

A maggio è stato approvato con voto unanime in Senato, su iniziativa della sen. Elena Ferrara, un disegno di legge in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Attualmente, però,  è fermo, all’esame della Camera.  Il decreto, tra le altre cose, regola la rimozione dei contenuti offensivi dalla rete, stabilisce quando debba intervenire il Garante della privacy e, soprattutto, introduce una misura di ammonimento nel caso di reati commessi da minorenni ma con età superiore ai 14 anni (il questore convoca il ragazzo insieme ai genitori e lo ammonisce sulla sua condotta). La finalità è quella di “responsabilizzare” tutti i soggetti coinvolti (minori, famiglie e scuola).

 

4)       Sono in aumento i reati contro i minori? 

Sono in aumento alcune tipologie di reati. Purtroppo sono in crescita i maltrattamenti e gli abusi di tipo sessuale. Sempre più frequenti sono poi i casi di adescamento on line (il cd. “grooming”) che consiste nel tentativo, da parte di una persona malintenzionata o di un pedofilo, di avvicinare un bambino o un adolescente per scopi sessuali, conquistandone la fiducia attraverso l’utilizzo della rete Internet, in particolare tramite chat, blog, forum e social networks. Il reato di adescamento di minorenni, recentemente introdotto nel nostro codice penale all’art. 609 undecies c.p. consiste nel compimento di qualsiasi atto volto a carpire la fiducia di un minore di età inferiore a sedici anni per scopi sessuali, attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante Internet o altre reti o mezzi di comunicazione. Nel nostro progetto per le scuole cerchiamo anche di informare i ragazzi proprio sui pericoli che si nascondono in rete.  

 

5)       Cosa ne pensa delle maestre recentemente arrestate a Pisa e a Pavullo, nel modenese, per maltrattamenti ?

C’è un inquietante tratto comune nelle indagini in qualche modo parallele delle maestre arrestate per aver picchiato i bimbi all’asilo: ovvero l’indifferenza, se non addirittura l’omertà, di alcune colleghe. E’ molto difficile che nessuno degli altri operatori si sia accorto di quello che realmente accadeva lì dentro. Le immagini riprese dalle telecamere che sono state sistemate successivamente dagli inquirenti sono agghiaccianti. Mi auguro che le pene siano esemplari. Un genitore, quando lascia un bambino a scuola, deve essere sicuro che sarà protetto e tutelato: non possiamo riempire gli istituti scolastici di telecamere perché vengono assunte persone totalmente incapaci e violente.

 

 Mara Martellotta

La scelta di Barbara: aiutare gli altri con il sorriso e fare della bellezza interiore il proprio mantra

silli3silli1silli2Incontriamo Barbara Silli a Ciriè. Ci sta attendendo con il più piccolo dei tre figli, Giulio che gioca con un trattore nuovo. Finalmente ci presentiamo. Ci colpisce naturalmente il suo sorriso, che è una delle chiavi per capire cosa pensa la dottoressa Silli, di professione medico all’ospedale di Lanzo e modella per amore della vita. Bionda, occhi verdi, alta. Un fisico da modella, appunto. Ma la sua vocazione è fare il medico e farlo con il sorriso

 

Dottoressa Silli, ci spieghi come è nata questa passione per i servizi fotografici?

Nel mio lavoro di medico ospedaliero ogni giorno mi prendo cura dei pazienti; sovente ti trovi a fare i conti con malattie gravi e sei chiamata giustamente a spiegare a chi ti sta davanti o ai loro parenti ciò che non vorresti dire in quel momento ed allora ecco che entra l’energia pura della vita che mi aiuta ad affrontare la giornata e dire la verità con dolcezza e con la massima comprensione e compassione per il prossimo. Le emozioni della vita che ritrovo nella bellezza della natura, in un bel tramonto o in un angolo del paesaggio delle miei valli di Lanzo . Analogamente accade nello spazio che mi riservo nel tempo libero a posare come modella; l’obiettivo fotografico immortala la mia immagine e in un certo senso coglie il mio stato d’animo per quello che sto facendo e mi aiuta a ricaricarmi e a ripartire.

 

Essere modella, per Lei, è quindi un modo per trovare le energie dentro se stessa ed è come fare il pieno di luce… quando ha iniziato?

Si, è come se mi rigenerassi, dice sorridendo Barbara Silli. Una notte mentre il più piccolo dei miei figli non dormiva ho trovato su internet la possibilità di un servizio fotografico con un buono sconto. Ho deciso di provare, mi ha dato una grande emozione positiva e da allora coltivo l’hobby di fotomodella e passo dopo passo partecipo a sfilate e organizzo eventi. L’attività organizzativa è no-profit. Per “Stare Insieme” (pagina facebook) che nasce dall’amore e dalla volontà di stare insieme appunto nelle diverse occasioni, in qualsiasi evento e condividere lavori, interessi e passioni. Un modo per fare squadra in questo momento così difficile; aiutarci reciprocamente. E così proviamo a migliorare noi stessi e il mondo. Almeno ci proviamo!

 

Quindi possiamo dire madre, moglie, medico, modella e promotrice di eventi…

Si è proprio così. Cerco di conciliare tutto! Mi organizzo: il tempo per la famiglia, per il lavoro , e per i servizi fotografici e gli eventi come le sfilate. In primis mi occupo dei miei figli, naturalmente, come tutte le mamme. Giulio ha tre anni, Alessandro nove e Federica undici. Federica mi segue attivamente e partecipa anche lei con passione. Mi piace ricordare tra i tanti eventi che organizziamo quello avvenuto a San Carlo Canavese a cui hanno partecipato almeno 450 persone. Una presentazione di abbigliamento donna, uomo, bimbo e intimo con quattro negozi diversi. Ad fine agosto dello scorso anno a Cafasse una grande emozione collettiva ha pervaso la sfilata vintage di abiti da sposa in collaborazione con la pro-loco: più di cinquanta abiti sono stati reindossati e cosa dire delll’abito nero ( tempo di guerra) del 1944 di mia nonna che ho indossato per l’occasione: una felicità immensa!

 

Quali sono i sogni nel cassetto della dottoressa Barbara Silli?

Continuare ad impegnarmi in quello che sto facendo… E se possibile fare ancora di più! Vorrei viaggiare, conoscere tutte le culture, leggere un milione di libri e vedere mille spettacoli teatrali. Insomma… voglio continuare ad emozionarmi per la vita…che è meravigliosa.

 

Frambo

AL POLI 2,6 MILIONI DI EURO L'ANNO PER I DOTTORATI

politecnicoSi naugurerà l’anno accademico il 25 gennaio con il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini

 

Il Politecnico avvia  un nuovo bando per dottorati di ricerca, definendo 1.300 euro netti mensili per l’importo delle borse, il più alto tra le Università pubbliche in Italia: l’investimento complessivo è di 2,6 milioni di euro l’anno. Il budget per i dottorati è aumentato del 50% rispetto all’anno scorso. Il Poli h inaugurato l’anno accademico il 25 gennaio con il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.

 

(Foto: il Torinese)

Islamic è fashion

islam moda2Nell’industria della moda islamica, esiste un’ assenza dei produttori occidentali: a lanciare collezioni per il Ramadan – il mese sacro di digiuno – sono state nel tempo griffe come DKNY, seguita da case che alla donna musulmana hanno dedicato parte delle loro linee, come Valentino, Dolce & Gabbana, Prada, Victoria Beckham, Yohji Yamamoto. Anche marchi più popolari come Zara, Mango, H&M hanno lanciato una collezione per il mercato islamico. Ma non basta

 

di Paolo Pietro Biancone *

 

Il mercato islamico si apre alle aziende che operano nel campo della moda e abbigliamento per collezioni ad hoc o per opportunità di investimento nel settore. La richiesta è di una moda semplice e sobria rispettosa dei valori cui si ispirano le donne e gli uomini musulmani. Le cifre sono considerevoli: nel 2015 la moda islamica ha generato un giro d’affari di oltre 300 miliardi di dollari e la spesa globale in abbigliamento islamico e calzature dovrebbe raggiungere 327miliardi di dollari entro il 2020.

 

Per dare un ordine di grandezza, se questo mercato fosse un Paese, sarebbe al terzo posto dopo i più grandi due mercati del mondo: la spesa globale degli Stati Uniti si aggira sui 400 miliardi di dollari; mentre, quella della Cina è di circa 310 miliardi di dollari.Tra i Paesi con il più alto numero di consumatori musulmani la Turchia si attesta al primo posto con un giro d’affari di 39,3 miliardi di dollari; secondo gli Emirati Arabi Uniti con 22,5 miliardi di dollari. La platea europea di fedeli ha superato i 25 miliardi di dollari di consumi”, conclude Montanari.

 

Nell’industria della moda islamica, esiste un’ assenza dei produttori occidentali: a lanciare collezioni per il Ramadan – il mese sacro di digiuno – sono state nel tempo griffe come DKNY, seguita da case che alla donna musulmana hanno dedicato parte delle loro linee, come Valentino, Dolce & Gabbana, Prada, Victoria Beckham, Yohji Yamamoto.

 

Anche marchi più popolari come Zara, Mango, H&M hanno lanciato una collezione per il mercato islamico. Ma non basta: è necessario che le aziende della moda italiane, piemontesi, si impegnino in uno studio più attento dei consumatori musulmani che consenta ai brand intenzionati a investire nella moda islamica di ottemperare ad alcuni requisiti e fare in modo che i potenziali clienti sappiano dove rivolgersi per i loro acquisti. Per esempio, è opportuno tenere presente che gli abiti alla maniera ‘islamica’ sono ricchi, pieni di stile e design e la domanda di questi è in continua ascesa: puntare al mercato islamico è un’opportunità da cogliere in ottica strategica e di sviluppo del business.

 

I punti nevralgici per affrontare questo tipo di mercato sono legati alla caratterizzazione religiosa di questo tipo di settore moda: lo sforzo da parte delle aziende del settore è adottare una prospettiva più ampia nel recepire i valori islamici in tutta l’intera catena di valore, dalle materie prime ai vendita al dettaglio.Adattarsi al rapido mutamento di tendenze e tecnologie della moda è chiave di successo.Occorre, inoltre, puntare sulla commercializzazione dei prodotti moda islamica online: sono la piattaforma ideale per le parti interessate in un mercato frammentato come l’Islamic.

 

I consumatori musulmani rappresentano un mercato molto eterogeneo, in termini di reddito, area geografica, e ciò richiede vari adattamenti dell’offerta di prodotti esistenti e dei processi di business, che deve essere valutata dalle aziende di settore.Con l’implementazione di valori islamici in tutta la catena del valore dell’industria della moda musulmana

 

gli operatori del settore hanno l’opportunità – e la responsabilità – di essere leader in materia di moda etica per riflettere veramente il termine ” islamico moda”. Andando oltre discussioni sulla estetica della modesta della moda, la moda musulmana industria dà la possibilità di trascendere gli standard e le pratiche del settore moda attuali per riflettere altri valori islamici come la giustizia, l’umanità, e la cura per l’ambiente. Per questo un’area di opportunità da tenere in considerazione è l’abbigliamento ecologico.

 

* Director of the European Research Center for Islamic Finance

Editor in Chief European Journal of Islamic Finance

Department of Management

University of Turin

Per gli anziani arriva l'infermiere di famiglia e comunità

medico sanitaL’infermiere effettuerà una valutazione complessiva dei bisogni di ogni singolo assistito, mediante una check-list standard, in collaborazione con il medico di famiglia e, se presenti, uno o più famigliari. La periodicità delle visite a domicilio sarà stabilita in base alle necessità

 

Inizierà nella seconda metà di febbraio in Val Maira e in Val Grana, nel Cuneese, la sperimentazione dell’infermiere di famiglia e dii comunità, che dovrà aiutare gli anziani a vivere autonomamente nel proprio domicilio il più a lungo possibile offrendo loro supporto nelle attività della vita quotidiana, nella promozione dell’inclusione sociale, nella prevenzione degli incidenti domestici, nell’assistenza nelle terapie, nel monitoraggio dei vari indicatori di salute, come ad esempio la glicemia. Il budget complessivo disponibile è di 2 milioni di euro.

 

Come annuncia l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, “la Regione Piemonte, come capofila in collaborazione con istituzioni pubbliche sanitarie e accademiche di Francia, Croazia e Austria, ha vinto questo importante progetto europeo all’interno del programma Spazio Alpino proponendo proprio il tema dell’infermiere di famiglia e comunità come supporto agli anziani in una società che cambia”-

Tutti gli anziani over 65 anni residenti, sia quelli con patologie o non autonomi, sia quelli in salute, vengono assegnati ad un infermiere di famiglia e comunità. Il numero verrà concordato in base alle peculiarità del territorio (dispersione, isolamento, viabilità) e alle attività che si deciderà di effettuare ma non sarà superiore a 500. L’infermiere effettuerà una valutazione complessiva dei bisogni di ogni singolo assistito, mediante una check-list standard, in collaborazione con il medico di famiglia e, se presenti, uno o più famigliari. La periodicità delle visite a domicilio sarà stabilita in base alle necessità.

 

“Mi aspetto che la sperimentazione funzioni e si dimostri utile per tutto il Piemonte – commenta Saitta – Un modello che da un lato produca riduzione della spesa sanitaria, grazie alla diminuzione dei ricoveri ospedalieri evitabili, e in generale al ricorso ai servizi sanitari, ma soprattutto il miglioramento della qualità della vita degli anziani. Per questo fin dall’inizio svilupperemo un modello di studio di popolazione impostato alla valutazione di efficacia. Il territorio delle valli cuneesi verrà confrontato con altre zone limitrofe in base a diversi indicatori di risultato: mortalità, ricoveri ospedalieri, istituzionalizzazioni, indicatori di qualità della vita, e verrà effettuata un’analisi economica del risparmio in termini di costi diretti e indiretti”.

 

Piero Mora

piero.mora@regione.piemonte.it

E' tempo di “Cinema in Verticale”

cine montagnaI 15 appuntamenti di questa edizione, come sempre ad ingresso gratuito, si svolgeranno nei Comuni di Caprie, Condove, Gravere, San Giorio di Susa, Salbertrand, Sant’Antonino di Susa e Villar Dora in Valle di Susa e nei Comuni di Giaveno e Orbassano nella limitrofa Val Sangone

 

Tra l’11 febbraio ed il 2 aprile 2016 si svolge la diciottesima edizione di “Cinema in Verticale”, rassegna sul cinema e la cultura di montagna che viene organizzata dall’associazione Gruppo 33 di Condove come anteprima del Valsusa Filmfest, festival sul recupero della memoria storica e sulla difesa dell’ambiente la cui XX edizione si svolgerà nel mese di aprile.La rassegna affronta varie tematiche legate alla montagna come l’alpinismo e altri sport legati alla verticalità, l’esplorazione, la salvaguardia dell’ambiente e delle specie animali, la cultura, la vita e le abitudini di piccole e grandi comunità montane. In ogni appuntamento, oltre alla proiezione di filmati, sono presenti ospiti quali autori e protagonisti delle immagini, alpinisti, guide alpine, scrittori ed esperti per dibattere ed attualizzare i temi. La rassegna è stata ideata come anteprima del Valsusa Filmfest nel 1999 per riservare attenzioni e riflessioni specifiche alla montagna che per gli abitanti della Valle di Susa riveste significati importanti. Nel corso degli anni è diventato un appuntamento molto atteso che richiama un numeroso pubblico e svolge anche un’importante funzione di aggregazione e divulgazione culturale.

 

I 15 appuntamenti di questa edizione, come sempre ad ingresso gratuito, si svolgeranno nei Comuni di Caprie, Condove, Gravere, San Giorio di Susa, Salbertrand, Sant’Antonino di Susa e Villar Dora in Valle di Susa e nei Comuni di Giaveno e Orbassano nella limitrofa Val Sangone.Gli ospiti sono Nico Valsesia, Marzio Nardi, Stefano Cordola, Roberto Mantovani, Linda Cottino, Carlo Alberto “Cala” Cimenti, Stefano Rogliatti, Dante Alpe, Alberto Bolognesi, Il gruppo 71° Parallelo e Luigi Cantore.La rassegna si aprirà giovedì 11 febbraio con Nico Valsesia, che presenta al Cinema Comunale di Condove, con supporto di fotografie e filmati,  le sue imprese “Salar” e “Aconcagua 7000” con le quali ha stabilito record mondiali e alle quali ha partecipato Giovanni Storti del celebre trio Aldo Giovanni e Giacomo, che da anni lo segue  con il fondamentale ruolo di “motivatore speciale”. Nico Valsesia, maestro di sci, runner, trailer, ciclista, ideatore e organizzatore di gare, è il più noto rappresentante italiano di trail running, uno sport che si differenzia dal ciclismo su pista e su strada in quanto si effettua su sentieri che sono abitualmente usati per l’escursionismo e perciò molto faticoso.

 

Massimo Iaretti

 

Palla e nascondino, ecco come giocare con i cuccioli

coscarelli cane2

“TU PORTI LU O LUI PORTA TE !?”

 Consigli cinofili di Enrico Coscarelli

 

Il gioco è il momento più importante per instaurare un legame unico; dedichiamogli del tempo, ma sappiate che quando lo fate non dovete avere distrazioni, tu e lui; bastano piccole sessioni da qualche minuto

 

Buongiorno carissimi lettori, il cucciolo è entrato nelle nostre case e la nostra vita prende un’altra piega.Il piccolo si è ambientato, le prime notti sono passate, e già ha incominciato ad amarci, la cosa più bella che possiamo fare è non tradire la sua fiducia e garantirgli una vita divertente, appagante e salutare; sembra un compito arduo e complicato, ma con le giuste nozioni è semplice, pare brutto detto così, però al cane basta poco.cane gioco

 

La cosa fondamentale a questo punto è il gioco, momento più importante per instaurare un legame unico; dedichiamogli del tempo, ma sappiate che quando lo fate non dovete avere distrazioni, tu e lui; bastano piccole sessioni da qualche minuto, in questo periodo il cucciolo si stanca velocemente quindi sarebbe inutile sfiancarlo, giochiamo e lo si fa riposare un po’.

 

Una cosa molto carina da proporre è il nascondino, quando è distratto andiamo a nasconderci e chiamiamolo, si cimenterà a cercarci, ad iniziare ad usare il fiuto, che è vero, è sviluppatissimo, ma dobbiamo incentivarlo ad usare, altrimenti rimarrà una dote potenziale non sfruttata, ed una volta averci trovato tante coccole e bocconcini; così facendo capirà anche il suo nome più velocemente.

 

I giochi più semplici che posso consigliarvi, ma credo che anche per le persone alle prime armi non sia una scoperta, sono: la pallina, a me piace averne a disposizione due uguali, non necessariamente dello stesso colore, due perché il cane può avere nel sangue l’indole al riporto, magari ci sarà anche colui che la riporta sin da subito, tanto meglio, però non per tutti è cosi, quindi gliene si tira una, il cucciolo la rincorre e la afferra, a quel punto aspettate che la molli per tirare l’altra in direzione opposta e così via, inizialmente l’autonomia del cane è di qualche lancio, fate in modo che siate voi a decidere quando smettere, in maniera tale che abbia sempre voglia quando glielo proponete; e poi lo straccio, molti ci vedono del male in questo gioco, io non sono d’accordo, gli insegniamo ad afferrare e lasciare, più che alzare l’aggressività gli apriamo la mente, certo è fondamentale rispettare le regole, quindi, glielo proponiamo, lo muoviamo, come se fosse una preda, il piccolo si incuriosisce, lo afferra, lo agitiamo un po’ e gliela diamo vinta per fargli prendere sicurezza, la volta successiva lo afferra, lo agitiamo un po’ e ci cane gioco 2fermiamo finché non molla e lo premiamo con un bocconcino, alterniamo queste due fasi, ma solo in questo periodo iniziale per far crescere l’autostima al cucciolo.

 

Un errore che commettono in molti è quello di lasciare i giochi a sua disposizione, evitate, teniamoli da parte, facciamogli capire che si gioca quando e quanto lo decidiamo noi, solo in questa maniera il cucciolo non vedrà l’ora che vi avviciniate a quel cassetto favoloso pieno di tante cose belle, tutte da condividere; vi sembrerà una sciocchezza ma questa è la base per avere un cane equilibrato e sereno.

Un cane che si diverte col proprio padrone non ha motivo di vagare in giro come se voi non esistesse.

 

Alla prossima puntata con l’inizio dell’uscita senza il cucciolo, come evitare l’ansia da separazione.

 

Enrico Coscarelli

 

DogLand Camp

349 65 58 270

enrico.coscarelli87@gmail.com

VENARIA REALE: “LA CIVILTÀ DI UN POPOLO SI MISURA DAL MODO IN CUI TRATTA GLI ANIMALI” (M. GANDHI)

venariaL’Amministrazione ha confermato quanto definito nel proprio programma elettorale “il divieto su tutto il territorio comunale di qualsiasi forma di spettacolo o di intrattenimento pubblico che contempli in maniera totale oppure parziale, l’utilizzo di animali sia appartenenti a specie domestiche sia selvatiche”

 

L’Amministrazione comunale di Venaria Reale ha incontrato alcuni rappresentanti del “Comitato Festeggiamenti di Maria Bambina”, che aveva sollecitato un incontro per avere riscontro in merito alla richiesta di poter effettuare per l’anno 2016, il consueto “Palio dei Borghi”, che prevede il coinvolgimento di asinelli.

 

L’Amministrazione ha confermato quanto definito nel proprio programma elettorale “il divieto su tutto il territorio comunale di qualsiasi forma di spettacolo o di intrattenimento pubblico che contempli in maniera totale oppure parziale, l’utilizzo di animali sia appartenenti a specie domestiche sia selvatiche”.

 

Per tale motivo, pur consci delle particolari attenzioni e precauzioni adottate dal Comitato a tutela degli animali coinvolti, il “Palio dei Borghi” non potrà più svolgersi per quanto attiene unicamente all’utilizzo degli animali.

 

L’Amministrazione auspica che questa decisione possa essere motivo di rinnovamento della manifestazione, affinché possa evolversi attraverso un maggiore coinvolgimento delle persone dei quartieri, nuove contrade contemporanee.

 

Sempre in merito alla tutela degli animali  verrà inoltre regolamentato, attraverso i procedimenti del caso, anche il  divieto di utilizzo su tutto il territorio comunale di fuochi d’artificio esplodenti con botto, causa di stress per gli animali domestici e liberi, mentre potranno essere impiegati per manifestazioni pirotecniche  fuochi d’artificio silenziati.

Baciava e abbracciava gli anziani per derubarli

ANZIANI 25A Luserna San Giovanni

 

Baciava e abbracciava affettuosamente gli anziani, ma era una scusa per rubare il loro portafoglio. Una donna italiana di 48 anni è stata scoperta e arrestata dai carabinieri a Luserna San Giovanni. L’accusa è di avere effettuato perlomeno tre furti, ed è sospettata di altre decine di colpi, Tra le vittime un 70enne che camminava per strada. E’ stata condannata ai domiciliari per sette mesi.

 

(Foto: il Torinese)
   

In un libro il mondo fantastico delle leggende delle Alpi

Crosa alpiAlpi CrosaStreghe e folletti, uomini selvatici, peccati e peccatori

 

La fiamma scoppietta per legna odorosa. “Su,cara vecchietta,non dici qualcosa? Sei stanca? Coraggio…io voglio leggende soavi o tremende”. Paolo Crosa Lenz non poteva scegliere testo migliore di questa frase del poeta don Remigio Biancossi, sacerdote bognanchese, per  aprire il suo libro “Leggende delle Alpi. Il mondo fantastico in Val d’Ossola”. Il volume, edito dal domese Grossi, raccoglie duecento fiabe e leggende delle valli ossolane, frutto di trent’anni di ricerca da parte dell’autore. Un lavoro, come ricorda lo scrittore-alpinista “di ricerche d’archivio e di peregrinazioni sui monti, parlando con la gente e leggendo antiche carte”.La ricerca, utilizzando la metodologia della “storia orale”, è avvenuta tra il 1979 e il 1981. “ Tutti gli informatori non ci sono più, ma il loro contributo (fissato su nastro magnetico e trascritto dal dialetto) rimane nel tempo”, sottolinea Crosa Lenz. “Erano tutti gente di montagna, che non aveva visto il ‘grande mondo’ (al massimo Roma per il Giubileo del 1950 con il pellegrinaggio parrocchiale), ma pure, ad un giovane ricercatore, quel loro mondo interiore pareva ‘grande’. La raccolta è continuata per tre decenni, scrivendo la memoria di uomini e donne incontrati in peregrinazioni per boschi ed valli, chiedendo conferme a dicerie di paese o storie di alpeggi, di boschi e di animali, mettendo sempre da parte, come un bene prezioso, un vecchio articolo di giornale, una fotocopia di rivista o una nota bibliografica”. Così la ricerca so è trasformata in un atto d’amore verso questa terra di confine, di alte montagne, boschi e alpeggi, valli profonde e villaggi di legno e pietra. Portando in se un segno, una dichiarazione di rispetto profondo per le Alpi e la sua gente, che per secoli ha modellato la montagna e costruito un paesaggio rurale che oggi sta sbiadendo. In questo catalogo del mondo fantastico della montagna la memoria storica degli alpigiani, di pastori e boscaioli, costruisce l’identità di un territorio. “Niente è inventato, è la cultura tradizionale degli uomini delle Alpi che parla con la voce dei narratori”, afferma Paolo Crosa Lenz. Così, letti attraverso la lente della fantasia e dell’immaginario popolare, prendono corpo i sogni e le paure dei montanari, le diffidenze e un antico senso di solidarietà comunitaria, ma anche lo sguardo divertito verso la vita, l’accettazione di fatiche e sofferenze che  comporta il vivere nelle “terre alte”, seguendo i ritmi delle stagioni. Un elemento comune alle fiabe popolari – ricordano autore ed editore – è il “senso del meraviglioso”, proprio della cultura contadina (la “magia” sempre nuova di un seme che diventa frutto), che appare chiaramente nelle fiabe sui folletti e gli “uomini selvatici” dove la natura misteriosa dei boschi e delle montagne si anima e si personifica per entrare in contatto di incontro e di scambio con i protagonisti reali di questo ambiente, i montanari nei loro vari mestieri e attività. Così, attraverso il filtro della memoria, si sente l’eco profondo che viene da secoli di vita in montagna, di eventi realmente accaduti che – attraverso le memorie e la trasmissione orale dei racconti – si sono trasformati in leggende. Un patrimonio da non  disperdere e che può “aiutare a dare un senso e uno scopo al nostro vivere turbinoso”.

 

Marco Travaglini