Dal 17 al 22 novembre 2017, Hub multiculturale Cecchi Point, Torino

Torna anche quest’anno ISTANTANEO, il Festival internazionale di improvvisazione teatrale organizzato e promosso dall’Associazione culturale Quinta Tinta, da sempre attenta a creare collaborazioni con altre realtà teatrali e ad aprire i suoi confini geografici e artistici. Il Festival, giunto alla sua XX edizione, è considerato il più importante evento di improvvisazione teatrale a livello nazionale; nel 2015 è stato insignito dell’EFFE Label, riconoscimento di qualità a livello europeo.
Il Festival si sviluppa nell’arco di una settimana presso l’Hub multiculturale Cecchi Point a Torino, dove ha sede dal 2011. Dal 17 al 19 novembre 2017 si mettono in scena spettacoli serali aperti a tutto il pubblico e pomeridiani per le famiglie; si prosegue dal 20 al 22 novembre 2017 con mattinate riservate a scuole e università con spettacoli in lingua tedesca.
Lo spirito che anima ISTANTANEO è quello di invitare sul palco artisti stranieri e italiani stimolando lo scambio, la ricerca e la contaminazione di stili e linguaggi e fornendo l’occasione di presentare al pubblico spettacoli inediti. Il Festival prosegue, inoltre, il percorso di apertura nei confronti delle altre arti e forme creative: l’improvvisazione, infatti, non è fenomeno legato solo al teatro, ma pratica e strumento utilizzato da molteplici espressioni artistiche.
Il programma del festival di quest’anno è immerso nella cultura tedesca. Sono state invitate la compagnia
austriaca Quintessenz Impro di Vienna, con Marc Illich, la compagnia tedesca Theater ohne probe di Berlino, conSusanne van Dyk, la compagnia austriaca Theater-im-Bahnhoff di Graz con Lorenz Kabas che insieme agli attori della Compagnia Quinta Tinta di Torino, realizzeranno produzioni inedite e spettacoli storici del mondo improvvisativo. Come da tradizione, sono anche invitati giovani improvvisatori professionisti italiani che si sono particolarmente distinti nelle loro compagnie teatrali locali.
Durante il Festival sono inoltre attivati diversi workshop in cui gli artisti, italiani e stranieri, hanno l’opportunità di lavorare insieme alla creazione di spettacoli inediti, produzioni del Festival. Alcuni workshop sono dedicati alla formazione specialistica degli allievi delle scuole di improvvisazione, altri sono aperti ai neofiti.
BIGLIETTI
I biglietti possono essere acquistati presso la sala teatrale prima dell’inizio dello spettacolo. In alternativa, possono essere prenotati via email (teatro@quintatinta.it) entro le ore 18 del giorno dello spettacolo; ritiro dei biglietti all’apertura della cassa.
*Spettacoli serali: intero 10€; ridotto 7€ (under 18, over 65, studenti, prenotazione via mail); ridotto 5€ ridotto (residenti quartiere Aurora e scuole di improvvisazione)
*Mattinate per le scuole in tedesco: 5€
*Pomeridiana per bambini: 4€ / 3€ (residenti Aurora)
COLLABORAZIONI
ISTANTANEO ha il patrocinio della Circoscrizione 7 del Comune di Torino e il sostegno del Goethe Institut di Torino. Nella sua realizzazione, il Festival si avvale della collaborazione delle seguenti realtà:
HUB multiculturale CECCHI POINT – Il centro è attivo dal 2002 grazie al Progetto Adolescenti e Giovani (P.A.G.) in collaborazione con la Circoscrizione 7 e il Settore Politiche Giovanili del Comune di Torino. Nel 2011 è diventato Casa di Quartiere ed è gestito dall’Associazione Il Campanile Onlus. Il Cecchi Point collabora attivamente all’iniziativa e la sostiene con la concessione degli spazi. È la sede operativa dell’Associazione Quinta Tinta e il punto centrale del Festival.
IMPROTEATRO – Associazione culturale nazionale, fondata con l’obiettivo di creare una rete di scambio per la promozione dell’improvvisazione teatrale. Si occupa di formazione, produzione e promozione spettacoli, organizzazione eventi, festival e raduni nazionali dei soci. È co-organizzatore del Festival e lo sostiene attraverso un contributo e mettendo a disposizione i propri canali di comunicazione.
Volo2006 – È il progetto di volontariato della Città di Torino, che dopo le Olimpiadi ha raccolto il desiderio di proseguire il sostegno volontario alle iniziative culturali a Torino. I Volo2006 sono ormai presenza volontaria fissa al Festival.
ASSOCIAZIONE CULTURALE QUINTA TINTA
Quinta Tinta, costituita a Torino nel 1997, si occupa di promuovere l’improvvisazione teatrale come disciplina peculiare e caratteristica, sia a livello di spettacolo, sia di formazione. Opera in rete e in cooperazione con altre 20 associazioni, presenti in 30 città italiane, consociate in una struttura nazionale denominata IMPROTEATRO. Di grande portata è anche la rete internazionale che si è andata consolidando nel corso degli anni. L’associazione coordina le attività di: una compagnia teatrale professionale; un gruppo teatrale amatoriale; una scuola di formazione teatrale comprendente un biennio di improvvisazione e corsi avanzati di approfondimento; laboratori scolastici; teatro d’impresa. Dal 2010 la Compagnia Quinta Tinta si occupa della direzione artistica della Casa di Quartiere Hub Cecchi Point diventando nel 2015 compagnia residente del progetto Cortocircuito di Piemonte dal Vivo.
Photo credits: edizione 2016 del Festival Istantaneo. Foto di Alice Garelli.
Bertozzi | Nexus sono pensate come momenti di incontro in cui si trovano a dialogare e interagire gruppi di performer/danzatori, musicisti e studiosi. Le tappe legate al bando ResiDanceXL 2017 (realizzate tra settembre e novembre 2017 a Bassano del Grappa, Teramo, Santarcangelo di Romagna e infine a Torino) hanno coinvolto differenti presenze e prodotto peculiari materiali di ricerca pratica e teorica. La sezione torinese del progetto, denominata I and this mystery, here we stand, avrà per protagoniste Simona Bertozzi, Elena Giannotti e Roberta Mosca. Già interpreti, rispettivamente, per William Forsythe e Rosemary Butcher, Mosca e Giannotti sono da tempo dedite a un proprio percorso autoriale con collaborazioni e attività in ambito internazionale. Le tre coreografe hanno incrociato le loro prospettive di ricerca e pratica, orientando l’esercizio e il gesto intorno a meraviglia e stupore, orizzonti tematici di Wonder(L)and.Il progetto proseguirà nel 2018 con il consolidamento di alcuni percorsi avviati, verso la creazione di nuovi spettacoli di Compagnia.


FINO AL 18 FEBBRAIO 2018
studio di Pietro Canonica e poi all’Accademia di Brera a Milano come allievo di Adolfo Wildt e fianco a fianco con Lucio Fontana con cui strinse un lungo importante sodalizio, aderendo anche al “Kn”, il Manifesto di Carlo Belli, che Kandinsky definì come il “Vangelo dell’arte astratta”, così come al movimento parigino “Abstraction-Création”. Per non dimenticare la convinta partecipazione, insieme al gruppo degli astrattisti milanesi, alla prima mostra collettiva di arte astratta tenutasi nello studio di Casorati e Paulucci a Torino. Ingegnere per formazione (si laureò al Politecnico di Milano nel 1924, diplomandosi nello stesso anno anche come pianista professionista) ed artista per vocazione, a Melotti – che alla giusta notorietà arriverà alla fine degli anni Sessanta con due grandi personali meneghine alla “Toninelli” e a “Palazzo Reale” seguite da un’altra dedicatagli dal “Forte Belvedere”
di Firenze, affermandosi come uno dei massimi esponenti dell’arte del Novecento – la “Fondazione Cosso” dedica, nelle sale del Castello di Miradolo, una bella retrospettiva dal titolo esemplare, “Quando la musica diventa scultura”, tesa anche a festeggiare (anniversario nel 2018) i primi dieci anni di attività della Fondazione. Artista poliedrico, Melotti fu insieme scultore, pittore,
ceramista, scrittore e grande appassionato di musica. Della sua ricerca creativa, la mostra, curata da Francesco Poli e da Paolo Repetto, vuole sottolineare i due principali aspetti: da un lato i temi connessi alla sua profonda ispirazione musicale (con sculture che ricordano partiture musicali, perfino nei titoli che vanno da “Preludio” a “Contrappunto piano” così come a “Tema e Variazione” o a “Scala Musicale”), dall’altro quelli con valenze “più narrative, mitiche e favolistiche”. Il tutto attraverso un percorso espositivo contraddistinto da oltre ottanta opere – dalle note sculture in ottone e acciaio, alle raffinatissime ceramiche e ai dipinti, in prevalenza tecniche miste su carta o su pannelli in gesso – esposte in quattordici sale del Castello, dov’ è possibile apprezzare anche la bellezza e la singolarità dei suoi “pensieri” e “aforismi”. Di grande interesse anche la sezione centrale della rassegna “Assonanze”, dove le opere di Melotti sono poste a “dialogare” con quelle di grandi artisti che ne influenzarono la produzione o con i quali si legò di profonda amicizia. A cominciare da Fortunato Depero, anche lui roveretano e frequentato nella
città capoluogo della Vallagarina, insieme all’architetto Gino Pollini – fra i fondatori del razionalismo italiano – al compositore Riccardo Zandonai e soprattutto al nipote prediletto, il celebre pianista Maurizio Pollini, del quale incoraggiò la carriera; per proseguire con Arturo Martini, Giorgio De Chirico, via via fino a Giorgio Morandi, Paul Klee, Vassili Kandinsky, Joan Mirò, Alexander Calder, Lucio Fontana per finire con Osvaldo Licini, Atanasio Soldati ed Ezio Gribaudo. A fare da suggestivo corollario all’esposizione, anche un’inedita installazione sonora di Roberto Galimberti (progetto artistico “Avant-dernière pensèe”), sulle note della rara partitura “44 Harmonies from Apartment House 1776”, composta da John Cage nel 1976 e presentata nella versione per quartetto d’archi di Irvine Arditti. E, in conclusione una particolare novità: la rassegna prevede infatti uno speciale allestimento per i più piccoli, per le scuole e le famiglie, dal titolo “Da un metro in giù”, con spazi espositivi che si compongono di pareti tattili e sensoriali, di quadri luminosi e pavimenti trasformati in scacchiere, mondi di narrazioni e personaggi immaginari.
Riscoprire Grazia Deledda insieme a Marcello Fois e al suo “romanzo in forma di teatro” Quasi Grazia con un incontro e un reading organizzati dal Premio Italo Calvino e dal Festival I luoghi delle parole. Sabato 18 novembre alle ore 21, negli spazi della biblioteca MoviMente di Chivasso, verrà reso omaggio all’unico premio Nobel femminile italiano a partire dalle pagine di un testo teatrale concepito per fornire un ritratto “in carne e ossa” della Deledda donna e scrittrice. Ad affiancare Marcello Fois nella riscoperta del valore letterario e della carica profondamente attuale di un’autrice troppo a lungo sottovalutata, saranno presenti Mario Marchetti, presidente del Premio Calvino, e le attrici Federica Bonani ed Eleni Molos, che proporranno alcune letture dal testo dello scrittore nuorese. «La mia idea, direi la mia ossessione, era che di questa donna, tanto importante per la cultura letteraria del nostro Paese, bisognasse rappresentare la carne. Come se fosse assolutamente necessario non fermarsi a una rievocazione “semplicemente” letteraria, quanto di una rappresentazione vivente». È con queste parole che Marcello Fois descrive il senso di Quasi Grazia (Einaudi, 2016), il testo teatrale con cui ha voluto celebrare una scrittrice che, ad oltre ottant’anni dalla morte, non ha ancora ricevuto il giusto riconoscimento, e di cui è necessario non solo rileggere l’opera, ma anche ricordare e ripercorrere l’esistenza: quella di una donna anticonformista, volitiva, troppo moderna per il suo tempo, e insieme, influenzata in modo profondo dai legami con una famiglia che osteggiò la sua vocazione letteraria, e con una terra, quella sarda, che non smise mai di chiamarla a sé. In Quasi Grazia, Fois fa emergere una Deledda intima, raccontandola attraverso tre momenti decisivi della sua vita. La immagina a Nuoro, la mattina in cui, a 29 anni, decide di lasciare la Sardegna e tutto quello che l’isola rappresenta; a Stoccolma, nel 1926, prima del conferimento del Nobel; a Roma, nel 1935, nell’ambulatorio medico in cui le viene diagnosticato il tumore che, un anno
dopo, la porterà alla morte. Insieme a Grazia, Fois presenta le figure che più condizionarono la sua vita: la madre Francesca, che non condivise il suo entusiasmo per la letteratura e, anzi, osteggiò sempre il suo sogno di diventare scrittrice, e il marito Palmiro Madesani, che al contrario, si dedicò con tutto se stesso ad aiutare la moglie a realizzare la propria vocazione. Tre momenti, quelli immaginati da Fois, che permettono di seguire le tracce della vita di Grazia Deledda – della sua vocazione letteraria, della sua dedizione alla scrittura e della sua perseverenza all’interno di un contesto che non le riconosce il suo valore, del sodalizio con il marito Palmiro – ma che conducono anche a riflettere e interrogarsi sulla scrittura, l’amore coniugale, il ruolo della donna e il senso del fare artistico. Quasi Grazia, per la regia di Veronica Cruciani e prodotta da Sardegna Teatro, ha debuttato a Nuoro il 27 settembre 2017. A interpretare il ruolo di Grazia Deledda Michela Murgia, al suo esordio sulla scena: «sarda, scrittrice e attivista per i diritti delle donne, era ideale per generare un effetto doppelgänger».
incontri con le Fondazioni partecipate, agis, comitato emergenza cultura e compagnie teatrali e di danza, ha l’obiettivo di ridefinire e ampliare il precedente Sistema Teatro Torino, recependo anche i recenti cambiamenti della normativa che regolamenta il Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo). Torino Arti Performative prevede una Cabina di regia composta da Città di Torino Ufficio Arti Performative, dalle Fondazioni Teatro Stabile di Torino, Teatro Ragazzi e Giovani, Teatro Piemonte Europa e Piemonte dal Vivo(quale strumento della Regione Piemonte). Tale organismo avrà tra le sue finalità la condivisione delle linee guida per l’attribuzione delle risorse, azioni di supporto rivolte agli operatori del settore come, per esempio, fornire assistenza tecnica, organizzativa e produttiva e la definizione di strumenti di valutazione e monitoraggio delle attività i cui risultati saranno condivisi con i soggetti interessati. L’attuazione delle linee guida stabilite nella
Cabina di regia sarà a cura della Fondazione del Teatro Stabile di Torino che attiverà sinergie artistiche e operative attraverso azioni specifiche tramite bandi e convenzioni; la messa a disposizione di spazi, risorse tecniche e organizzative. Compito delle Fondazioni Teatro Ragazzi e Giovani e Teatro Piemonte Europa, sarà quello di contribuire attraverso risorse organizzative, tecniche e spazi, individuando in Piemonte dal Vivo un ruolo specifico nell’ambito della distribuzione e della formazione. Compito dell’ufficio Arti Performative sarà coordinare la Cabina di regia; promuovere e predisporre tavoli di lavoro con gli operatori del settore per consentire un confronto continuo sulle linee di indirizzo e sui risultati; verificare e monitorare in itinere le attività previste dalle convenzioni stipulate dal Teatro Stabile di Torino e con le Fondazioni partecipate. Queste, oltre a interagire con la rete territoriale, contribuiranno al sistema teatro-danza con attività di produzione, co-produzione, ospitalità, progetti di formazione e fornitura di servizi.
il desiderio di comporre un’opera comica, dopo che, nel 1840, il suo “Un giorno di regno” riscosse un clamoroso insuccesso, tanto che Rossini affermò che egli non aveva talento comico. Tra i suoi 76 e 79 anni Verdi lavorò al Falstaff, dopo il successo ottenuto con l’Otello su libretto di Arrigo Boito, andato in scena alla Scala di Milano il 5 febbraio 1887. Il soggetto del Falstaff, già musicato da Salieri nel 1798 e da Otto Nicolai nel 1849, andò in scena davanti al pubblico scaligero il 9 febbraio 1893, alla presenza di eminenti personalità del mondo della cultura, quali Carducci, Matilde Serao, Leoncavallo, Puccini e Mascagni. L’opera otteneva uno straordinario successo, presentava un libretto screziato in filigrana di alcuni preziosismi linguistici, le romanze erano poche, le forme chiuse erano state abolite, il tutto era percorso da una sottile ironia. Per la maggior parte della critica il Falstaff risulta l’opera più perfetta tra quelle verdiane, quella che in sé assomma tutte le virtù, la punta più elevata di una ricerca proiettata su un nuovo secolo, capace di intessere relazioni con la tradizione europea, pur rimanendo salda alle sue radici italiane. In questa opera Verdi, con il contributo fondamentale della cultura cosmopolita di Boito come librettista, è riuscito a realizzare nella sua tarda età una visione del mondo traboccante di giovinezza e di spirito, se non addirittura giovanile. Falstaff rappresenta, infatti, una conquista sia umana sia artistica; incarna il punto di vista di chi, celebrando la superiorità intuitiva delle donne sulla forza raziocinante degli uomini, è perfettamente consapevole che il futuro appartiene alle Nanette e ai Fanton ma, al tempo stesso, è conscio che la vita, anche al suo declinare, rimane sempre il sogno di un’eterna giovinezza. Accanto all’ Orchestra e Coro del Teatro Regio, diretti dal maestro Donato Renzetti, interpreti dell’opera, di cui firma la regia Daniele Abbado, saranno i baritoni Corrado Alvarez nel ruolo di Sir John Falstaff e Tommy Hakala in quello di Ford, marito di Alice, il tenore Francesco Marsiglia nel ruolo di Fenton, e la soprano Erika Grimaldi in quello di Mrs Alice Ford.
Nero il grande merito di riuscire sempre ad arruolare nomi del calibro di Christopher Lambert, Rudger Hauer, Geraldine Chaplin, Michael Madsen, Franco Nero, William Baldwin , Maria De Madeiros, Kabir Bedi. Tra gli interpreti ” nostrani” anche Andrea Cocco ( ex GF) e Diana Dell’Erba. “The broken key è stato realizzato da due importanti realtà produttive torinesi , che mediante questo ambizioso progetto – ha sottolineato Paolo Tenna, AD di FIP Film Investimenti Piemonte – contribuiranno a diffondere in oltre 60 paesi un’immagine nuova e originale della nostra città.
possibile grazie alla sinergia tra la produzione e FCTP e alla disponibilità degli enti coinvolti , che hanno compreso le potenzialità del film come veicolo promozionale”.