CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 776

Animali dell'Enpa assaliti dal campo nomadi

ENPANUOVO ATTACCO AI NOSTRI ANIMALI DAL CAMPO NOMADI: LE AUTORITA’ PREPOSTE CHE FANNO? E’ ORA DI FINIRLA CON L’IPOCRISIA DEL BUONISMO: LE MEDIAZIONI CULTURALI SI FANNO CON CHI UNA CULTURA CE L’HA!

 

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

 

Nella notte fra il 23 e il 24 febbraio, ancora una volta, il canile Enpa di Torino di via Germagnano 8 ha subito pesanti atti vandalici ad opera di alcuni delinquenti provenienti dal vicino campo nomadi. A cadenza quasi mensile, la nostra struttura ormai è bersaglio fisso di questi impuniti, che fanno più danni che altro, dal momento che non c’è nulla da rubare. Questa volta sono state sfondate a calci tutte le porte del seminterrato (recentemente ristrutturato), sono stati forzati cancelli e armadi, sfondata e svuotata anche la macchinetta degli snack. Anche la cucina retrostante è stata devastata, l’attrezzatura buttata ovunque, il frigo danneggiato e la carne ivi contenuta è stata lanciata a caso ai cani, generando inevitabili zuffe. Due animali anziani e i gatti in degenza, detenuti nei locali attaccati, sono stati trovati terrorizzati.

 

I volontari e i dipendenti sono spesso oggetto di lanci di pietre, insulti, sputi e molte volte le auto sono state danneggiate pesantemente. La nostra struttura è presente da decenni; quando c’era un campo da rugby abbandonato era una zona tranquilla, un po’ trascurata ma in generale vivibile. Dal 2004 in poi, dopo la “splendida idea” della costruzione con soldi pubblici del campo fisso (deturpato e in più punti incendiato dai suoi incivili ed ingrati “ospiti”), la situazione è andata inesorabilmente peggiorando. L’aria è spesso irrespirabile, i cumuli di immondizia sono perennemente incendiati ed esalano odori insopportabili. Spesso, i bambini giocano ad incendiare le sterpaglie del terreno che, siamo al paradosso, abbiamo dovuto affittare solo per creare un po’ di spazio di divisione. I Vigili del Fuoco fanno più interventi alla settimana e spesso vengono accolti anch’essi dalle pietre. La strada che conduce al nostro rifugio, per le continue spinte date all’inadeguata divisione predisposta dal Comune, è ormai ristretta ad un vicolo in cui non riuscirebbero a passare mezzi di soccorso, qualora necessari.

 

Siamo ormai in ostaggio del campo nomadi e chi ha creato questa situazione si è sempre disinteressato e continua ad ignorare le ripetute richieste di aiuto. La situazione è ormai intollerabile oltre ogni limite: non si tratta di scontro di culture, perché dall’altra parte del nostro muro c’è solo arroganza dell’impunità, ignoranza che vuole rimanere tale, nessuna volontà di integrazione e dialogo, la vera bestialità che non è certo quella dei nostri poveri animali. Chiediamo alle Autorità preposte se sono in grado di garantire la sicurezza dei cittadini, di volontari e soci che, con le loro salate tasse, pagano anche evidentemente inutili mediatori culturali, inermi nuclei di controllo nomadi, inutile presidio sanitario esterno, plurisettimanali interventi di pulizia per questa ingrata feccia dell’umanità. Ci dicano semplicemente se intendono fare qualcosa: se nulla, si assumeranno tutta la responsabilità per futuri danni a persone o animali.

 

La missione di ENPA è sancita dalla legislazione italiana e sostenuta dall’etica civile. Il diritto della tutela della proprietà pure. Gandhi disse che il grado di civiltà di un popolo si vede da come tratta gli animali: lasciarli in balia di certe “bestie” ci sembra una sconfitta del diritto e di una multiculturalità che si traduce solo nella passività del subìre.

Gli animalisti dicono no allo Zoo di Torino

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Il coordinamento No Zoo rigetta con forza l’ipotesi di destinare il Parco Michelotti ad ospitare, seppure in maniera apparentemente “innovativa”, forme di detenzione animale, per giunta a scopo commerciale

 

Il coordinamento No Zoo, che riunisce diverse sigle dell’associazionismo ambientalista e animalista torinese, lancia una petizione popolare rivolta al Consiglio Comunale di Torino contro l’ipotesi di coinvolgere animali in cattività nell’ambito della futura destinazione del Parco Michelotti.A seguito dell’approvazione della relativa delibera consiliare che ha ignorato gli emendamenti volti al divieto di inserire l’utilizzo di animali vivi nel progetto di “Concessione per la Valorizzazione” del Parco Michelotti e nel successivo piano di gestione, le associazioni LAV Lega Anti Vivisezione, Lega per la difesa del Cane, L.I.D.A, ProNatura Torino, S.O.S Gaia ed Ecopolis si rivolgono alla cittadinanza e alla pubblica amministrazione con l’obiettivo di scongiurare, a distanza di quasi trent’anni, la riapertura di un luogo di prigionia per animali nella nostra città.

 

“Nel 1987 supportati da molti cittadini avevamo plaudito alla chiusura dello zoo di parco Michelotti – afferma Marco Francone, presidente della Consulta dell’associazionismo animalista della Città di Torino e tra i protagonisti di quella conquista di civiltà. Nel 2015 rischiamo di rivedere l’apertura di una struttura di detenzione per animali usati a scopo di “intrattenimento” a beneficio di soggetti privati, e non lo possiamo accettare”.

 

La petizione lanciata dal coordinamento interassociativo chiede, tra l’altro, il coinvolgimento delle associazioni nella fase di elaborazione del progetto di valorizzazione del parco. Attualmente, il progetto del comune prevede una concessione di durata ben trentennale a un soggetto privato che dovrà, come recita la delibera, “mantenere e valorizzare la memoria storico-botanica-paesaggistica-architettonica del luogo, offrendo a cittadini e turisti un polo permanente pluridisciplinare per attività ludiche, scientifiche e didattiche.” 

 

Il coordinamento No Zoo rigetta con forza l’ipotesi di destinare il Parco Michelotti ad ospitare, seppure in maniera apparentemente “innovativa”, forme di detenzione animale, per giunta a scopo commerciale. Le associazioni che ne fanno parte ritengono infatti che questo tipo di destinazione non possa in alcun modo rispondere agli intendimenti dichiarati dal comune in sede progettuale, riguardanti la valorizzazione della memoria “storico-botanica-paesaggistica-architettonica” di Parco Michelotti.Del resto, nel 2015, appare a tutti assai improbabile l’idea che eventuali mucche, elefanti o pinguini, siano costretti a vivere a pochi passi da piazza Vittorio, tra un bar e un ristorante, e posizionati di fronte ad un grande viale destinato ad un costante passaggio automobilistico, tra i più massicci della città. E’ già possibile firmare la petizione: un primo appuntamento sarà ai tavoli informativi LAV presenti il 28 febbraio e il 7 marzo in via Roma angolo piazza Castello a Torino, oppure presso le sedi delle associazioni che fanno parte del coordinamento No Zoo.

 

LAV Lega Anti Vivisezione, Lega per la difesa del Cane, L.I.D.A, Lega Italiana dei Diritti dell’Animale, ProNatura Torino, S.O.S Gaia ed Ecopolis

Montagna, lo sviluppo è sostenibile

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Fissati dalla Giunta regionale i criteri per l’erogazione di contributi per il sistema montano

 

Proposti dagli assessori al Turismo, Antonella Parigi, e allo Sport, Giovanni Maria Ferraris, nell’ambito del Fondo di sviluppo e coesione 2007-13, dispongono uno stanziamento di 1.737.000 che servirà per metà alla realizzazione in bacini di utenza ad elevata domanda o particolarmente vocati per lo sviluppo di pratiche turistico-sportive di nuova impiantistica sportiva, per l’altra metà per il recupero del patrimonio infrastrutturale esistente e in disuso.

 

“Un provvedimento atteso da tempo – rileva Ferraris – che vede la Regione impegnata per la valorizzazione delle attività sportive estive ed invernali della montagna, e soprattutto di ogni iniziativa volta a favorire la pratica sportiva all’aria aperta. Ho deciso di dare al mio assessorato un’impronta di concretezza e di vicinanza agli enti locali in un momento di grande difficoltà per tutti. Senza dubbio bisogna lavorare sulla normativa dello sport, per renderla più adeguata all’attualità, ma ritengo fondamentale dare prima di tutto ossigeno ai territori” .

 

Sarà inoltre possibile recuperare caselli, stazioni, linee ferroviarie e aree annesse, carrozze ferroviarie in disuso capaci di divenire risorsa di valorizzazione per le aree a vocazione turistica. A beneficiare di un contributo di 70.000 euro, su progetti la cui spesa ammissibile non sia inferiore a 100.000 euro, saranno gli enti pubblici, i soggetti di diritto pubblico e le società e associazioni senza scopo di lucro. “Si tratta – sostiene Parigi – di interventi che rientrano nelle linee strategiche indirizzate verso forme di turismo slow e che guardano con attenzione ad un pubblico giovane o famigliare, attento alla sostenibilità ambientale e desideroso di vivere il territorio in maniera autonoma. Il rilancio di percorsi ferroviari rappresenta in tale ottica un’opportunità molto interessante per località situate in aree montane che hanno visto cessare l’attività di reti ferroviarie un tempo attive. Inoltre, viene offerta la concreta possibilità di generare nuove occasioni professionali e imprenditoriali”.

 

(www.regione.piemonte.it)

“Bosnia Express”diventa un documentario

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bosnia leonebosnia exUn viaggio, insieme allo scrittore Luca Leone, tra i più acuti e “informati” conoscitori del paese balcanico, per raccontare la Bosnia in un modo del tutto nuovo

 

Bosnia Express, il bel libro di Luca Leone che parla del dopoguerra interminabile nel cuore della ex-Jugoslavia , edito da Infinito Edizioni e giunto alla terza edizione,  sta per diventare un film documentario per la regia di Massimo D’Orzi. La pellicola, prodotta da Il Gigante Produzioni e da Loups Garoux, ha ricevuto nei giorni scorsi il riconoscimento di “film d’interesse culturale nazionale” e il relativo finanziamento pubblico dalla sezione Cinema del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Il film, già sostenuto dall’Unione europea attraverso Media Desk, è una co-produzione internazionale fra Italia, Francia e Macedonia. Massimo D’orzi. torna a girare in Bosnia, dove ha iniziato il suo percorso dietro alla macchina da presa oltre dieci anni fa con “Adisa o la storia dei mille anni”. “ Lì cercavo un popolo che non avesse avuto a che fare con nazionalismi e fanatismi religiosi e lo trovai nel popolo rom.

 

Adesso quel fanatismo religioso lo voglio affrontare di petto e ‘Bosnia Express’ me ne dà la grande occasione”, ha dichiarato D’Orzi.  Un viaggio, insieme allo scrittore Luca Leone, tra i più acuti e “informati” conoscitori del paese balcanico, per raccontare la Bosnia in un modo del tutto nuovo. “Con il mio libro ‘Bosnia Express’ ho inteso raccontare la quotidianità di quel paese distrutto e meravigliosocome nessuno aveva mai fatto prima. Credo che con la telecamera D’orzi stia seguendo la stessa ispirazione e il risultato dei primi mesi di lavorazione è entusiasmante per qualità e delicatezza.

 

Torneremo presto a lavorare in Bosnia per finire le riprese e completare il montaggio del film. Speriamo che il pubblico  quando potremo finalmente presentarlo, apprezzerà l’angolazione da cui abbiamo voluto raccontare la Bosnia di oggi, mettendo l’accento sulla religione, grande chance e grande problema di questo Paese”, ha commentato Luca Leone. Il film “Bosnia Express” godrà anche di alcuni importanti patrocini, tra i quali quelli di Amnesty International Italia e di Adottando, una Onlus bolognese che si occupa di adozioni a distanza e di solidarietà in Bosnia-Erzegovina. 

 

     Marco Travaglini

Nuovo centro Giovani a San Mauro

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La nuova struttura fa parte del Piano locale giovani della Provincia di Torino (oggi Città Metropolitana)

 

E’ stato inaugurato in via Torino 184 a San Mauro Torinese il nuovo centro giovani. Nei locali che prima ospitavano gli uffici dell’Asl, il sindaco Ugo Dallolio e  l’assessore alle politiche giovanili Marino Reymondet hanno dato l’abbio al nuovo servizio rivolto ai giovani del territorio. La nuova struttura fa parte del Piano locale giovani della Provincia di Torino (oggi Città Metropolitana) ma, per riuscire economicamente nell’intento  l’Amministrazione sanmaurese, si è avvalsa di uno sponsor d’eccezione: la TNT, multinazionale della logistica.


La struttura sarà gestita da una cooperativa operante sul territorio “Il Punto”, distintasi in questi anni per il suo operato nei confronti delle realtà giovanili del territorio. San mauro è capofila del progetto al quale partecipano anche i Comuni di Castiglione, Gassino,San raffaele Cimena, Sciolze, Rivalba e Cinzano. Durante la cerimonia erano presenti molti cittadini, autorità dei Comuni interessati. 
Sono state delineate le finalità del centro che sarà soprattutto  un punto di accoglienza di proposte dei giovani che qui troveranno personale che li aiuterà a realizzarle sia incampo culturale,ludico e di inserimento nel mondo del lavoro.

Massimo Iaretti

Una sciovia per il rilancio di Viola Saint Greè

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Inizio dei lavori la prossima estate. Consegna dell’impianto prevista per metà dicembre 2015

 

Una sciovia a fune alta, della lunghezza di 660 metri, con 8 strutture per il sostegno della linea e il dislivello tra la stazione di partenza e quella di arrivo di 200 metri. È quanto prevede l’Accordo di programma per il rilancio del comprensorio sciistico di Viola Saint Greè (CN), firmato oggi nella Sala Giunta del Comune di Cuneo fra l’assessore alla Montagna della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia, e il sindaco del paese dell’Alta Val Mongia, Gian Carlo Rossi.

 

L’obiettivo è di avviare il cantiere nella prossima estate e di concludere i lavori entro novembre 2015, in modo da avere la piena funzionalità dell’impianto, dopo i collaudi, per metà dicembre, prima della settimana natalizia.  La sciovia sarà costruita nell’area del Vallone e l’impianto potrà trasportare 720 persone all’ora. Le piste interessate dall’intervento sono di 165 ettari, ma quelle effettivamente toccate dai lavori sono ricompresse in 55 ettari. Il costo dell’operazione è di 830.000 euro, di cui 700.000 euro resi disponibili dalla Regione e i restanti 130.000 dal Comune di Viola Saint Greè. Il progetto è inserito nella linea di intervento per la “Riqualificazione e valorizzazione del patrimonio turistico, sportivo e culturale” riguardante il Programma attuativo regionale del Fondo di sviluppo e coesione (Par-Fsc) 2007-2013.

 

“Il progetto è molto importante – ha commentato l’assessore Valmaggia –  perché permette di connettere il comprensorio con la nuova sciovia e dare più potenzialità all’intera zona. Accogliendo sciatori della provincia di Cuneo, ma soprattutto quelli liguri che maggiormente gravitano sulla stazione di Viola” .   

“Il Dio delle donne – L’eresia di don Geloso”

LIBRO DONNE

In 150 pagine, assolutamente scorrevoli ed intense, l’autrice ripercorre la vicenda di un parroco che nei primi anni dell’Italia stato unitario predica controcorrente una fede diretta a Dio e non rispettosa delle gerarchie ecclesiastiche, beve vino nelle osterie e frequenta compagnie di gente di teatro, suscitando l’inevitabile scandalo nei benpensanti

 

Sotto l’aspetto religioso il Piemonte è terra di grandi Santi, come i torinesi Giovanni Bosco o Domenico Savio (solo per citarne due tra i tanti) ma è anche terra di eretici, come fra Dolcino finito sul rogo a Vercelli e ricordato anche da Dante. Ma ci sono stati anche altri, in tempi più recenti e che con meno clamore, provocarono degli scismi dalla Chiesa di Roma, come accadde con don Melchiade Geloso, parroco di Ricaldone, piccolo paese della provincia di Alessandria che nel 1879 venne scomunicato dal Vescovo di Acqui Terme.

 

La sua vicenda è l’asse portante del romanzo storico “Il Dio delle donne – L’eresia di don Geloso”, scritto da Rosetta Bertini per i tipi di Impressioni Grafiche. In 150 pagine, assolutamente scorrevoli ed intense, l’autrice ripercorre la vicenda di un parroco che nei primi anni dell’Italia stato unitario predica controcorrente una fede diretta a Dio e non rispettosa delle gerarchie ecclesiastiche, beve vino nelle osterie e frequenta compagnie di gente di teatro, suscitando l’inevitabile scandalo nei benpensanti ma ponendo degli interrogativi a molte persone, soprattutto, donne, che sino a quel momento erano rimaste ingabbiate negli archetipi di un modello di obbedienza acritica che si ripeteva di generazione in generazione.

 

Il filo conduttore è il racconto di Esther una ultracentenaria ormai prossima alla fine del suo cammino terreno, che ripercorre le tappe della vicenda di don Melchiade a Ricaldone, sino al suo ritorno in seno alla Madre Chiesa. Il libro, con la voce narrante di Esther, contiene anche alcune riflessioni, tuttoggi attuali, come quella sulle armi che si riporta integralmente per la sua drammatica profondità e bellezza:

 

“Che cosa si nasconde nelle armi per renderle così affascinanti agli occhi degli uomini ? Forse, camminando tra i nostri simili con uno strumento atto a portare la morte, nascosto nel fondo delle tasche, ci sentiamo Dio, poiché un semplice gesto può togliere la vita. E’ questo che ci fa sentire vivi e potenti ? Che tristezza. Perché non pensiamo a Lui come portatore di vita, di amore e non cerchiamo di emularlo in questo?”.

 

L’autrice, Rosetta Bertini, originaria di Carù sull’appennino reggiano, vive a Rivarone in provincia di Alessandria. Naturopata, autrice e regista teatrale ha messo in scena anche il dramma in due atti “L’oscurità del tempo” dedicata alla vicenda di don Geloso

 

Massimo Iaretti

Progetto Europuzzle: “Da Pindaro a Gianni Brera”

EUROPUZZLEL’iniziativa è curata, anche quest’anno, dalla compagnia teatrale torinese Accademia dei Folli

 

Si apre mercoledì 18 febbraio alle 21 la seconda edizione di Europuzzle, ospitata dal Circolo dei Lettori, via Bogino 9, a Torino. Il progetto didattico e culturale, promosso dalla Consulta europea del Consiglio regionale, è dedicato alle classi quarta e quinta elementare di nove scuole torinesi. L’obiettivo è di eliminare barriere e confini, dipingere una galleria di ritratti dell’Europa, valorizzandone la storia e l’immenso patrimonio artistico e letterario.

 

“La mission della Consulta europea – ha dichiarato la presidente Daniela Ruffino – è proprio quella di contribuire alla formazione di una cultura europea nella società piemontese, e nei giovani in particolare. Europuzzle si propone proprio come  punto di osservazione, di dialogo e di confronto sul tema dell’Europa”. 

 

Il primo dei quattro appuntamenti “Da Pindaro a Gianni Brera, le migliori firme sportive della storia europea”, moderato da Emiliano Poddi, ripercorre la storia dello sport europeo: dai primi versi di Pindaro che, nel 500 a.C., raccontò le vittorie dei giovani atleti greci ai giochi panellenici, per arrivare alla celebre voce di Gianni Brera che, con la sua inventiva  linguistica, ha influenzato il giornalismo sportivo del XX secolo.

 

L’iniziativa è curata, anche quest’anno, dalla compagnia teatrale torinese Accademia dei Folli e prevede, inoltre, l’attivazione di laboratori teatrali finalizzati alla realizzazione di un breve spettacolo conclusivo. È prevista la realizzazione di recital in cui ogni autore, accompagnato dalla musica e dagli intermezzi degli attori dell’Accademia, porta la propria testimonianza sull’influenza che la cultura europea ha avuto nel proprio percorso artistico.

 

Numerosi i temi che verranno affrontati nel corso dei prossimi incontri: da “Le stelle in cucina”, previsto per il 18 marzo; “Oltre la Nona”, il 15 aprile e “Europa Express” in scena il 20 maggio. Tutti gli spettacoli sono a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

 

 Info: info@accademiadeifolli.com

 

(Daniela Roselli – www.cr.piemonte.it)

Zoom, chi prima acquista più risparmia

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Sul sito, scegliendo l’opzione Data Fissa, si potrà verificare subito il prezzo della giornata scelta e l’acquisto sul web consente di evitare code

 

Zoom rivoluziona le modalità di acquisto dei biglietti. Da marzo l’acquisto di una giornata al bioparco funzionerà come l’acquisto di una vacanza o un volo aereo, pronti a partire? Chi prima acquista più risparmia! I prezzi dei biglietti, infatti, partiranno da 14 euro ma potranno cambiare ogni giorno. Il miglior modo per risparmiare è quindi comprare con anticipo un biglietto a data fissa on line.

 

Sul sito, scegliendo l’opzione Data Fissa, si potrà verificare subito il prezzo della giornata scelta e l’acquisto sul web consente di evitare code in ingresso, mentre in biglietteria verrà sempre praticato il prezzo più alto previsto per quel giorno, ovvero quello che si trova online la mattina stessa. Tenetevi pronti per partire, l’acquisto on line di biglietti a data fissa sarà disponibile a breve! E’ invece già possibile acquistare un biglietto data aperta, valido per un giorno qualsiasi della stagione 2015 al prezzo di 24 euro (intero) – 18 euro (ridotto).

 

(www.zoomtorino.it)

Poste di montagna, a perderle nessuno ci guadagna

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Ad essere penalizzati sarebbero soprattutto gli anziani
 
 

Una lettera a Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, (alla quale è giunta prontamente la risposta del governatore, che ha assicurato il proprio interessamento)  per chiedere il massimo impegno nel “favorire una concertazione tra la direzione di Poste Italiane Spa e le amministrazioni locali, al fine di scongiurare la possibile chiusura degli uffici postali nei Comuni più piccoli del territorio Piemontese”. L’ha inviata Enrico Borghi, presidente nazionale UnceM, chiedendo al presidente del Comitato delle Regioni un’azione congiunta con i Comuni e le Amministrazioni comunali che si sono già mobilitati per contrastare il piano di riorganizzazione presentato da Poste italiane. La società riceve ingenti contributi da parte dello Stato per consentire agli uffici postali periferici di garantire l’erogazione dei servizi postali essenziali, eppure il piano di riorganizzazione previsto dall’azienda, che dovrebbe diventare effettivo dal 13 aprile, prevede, a livello nazionale la chiusura di 455 Uffici Postali e la riduzione degli orari di apertura in 608 uffici.

 

In particolare nella sola Regione Piemonte la chiusura di 40 uffici e la riduzione degli orari di apertura in 134Borghi richiama nella sua lettera la delibera di giugno 2014 dell’Autorità Garante delle Comunicazioni, richiamata poi in una lettera del Presidente Angelo Maria Cardani a gennaio. “In tale missiva – prosegue – il Garante esplicita chiaramente come ‘i divieti di chiusura tutelano situazioni individuate in base a parametri oggettivi: la natura prevalentemente montana e la scarsità abitativa sono desunte da classificazioni Istat e da dati demografici’. La delibera AgCom obbliga Poste Italiane ad “avviare con le istituzioni locali un confronto sulle possibilità di limitare i disagi per le popolazioni interessate, individuando soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale”.

 

Invece “La razionalizzazione voluta da Poste – evidenza il presidente Uncem nella lettera – si tradurrebbe in gravi disservizi soprattutto per i residenti anziani, che si troveranno a non poter usufruire con la dovuta comodità di servizi essenziali quali il pagamento delle bollette o la riscossione della pensione, con la conseguenza di essere costretti a fare lunghe file nei giorni di apertura, ritardare le operazioni o affrontare frequenti e difficoltosi spostamenti”.

M.Iar.