CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 77

Torino Graphic Days compie dieci anni

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Numerosi gli eventi in programma fino al 18 maggio

 

E’ in corso di svolgimento a Torino il Graphic Days®, il primo festival dedicato al visual e al social design italiano e internazionale che quest’anno festeggia i suoi dieci anni.

Aperto fino al 18 maggio, il festival è articolato attraverso un percorso espositivo e un fitto calendario di eventi, talk, workshop, progetti partecipati e performance, dj set, attività per le scuole e le famiglie, mostra mercato dedicati al tema “Love, Now!”, che vuole trasmettere un messaggio di apertura, accoglienza e positività, affrontando il tema delle diverse forme di violenza e dell’esclusione della diversità.

Nuova la location per l’edizione 2025 di Graphic Days®, che viene ospitato negli spazi comunali del Vitali Park in via Orvieto 19, nel cuore della Spina 3, che la prima volta sono stati assegnati a un uso temporaneo all’associazione Print Club Torino e al Festival dedicato alla promozione del valore culturale della comunicazione visiva.

All’interno del Vitali Park ci sono soprattutto le mostre, suddivise in 14 nuclei espositivi. Le attività del festival si estendono anche in città in oltre 30 diverse sedi, con un ricco calendario diffuso di eventi, realizzato con il coinvolgimento delle agenzie di comunicazione, degli studi di design e di diverse realtà operanti nell’ambito del visual e social design nel territorio.

Graphic Days è promosso dal 2016 dall’associazione Print Club Torino, dall’associazione plug e dall’agenzia quattrolinee.

Il programma completo è disponibile su www.graphicdays.it/2025/

TORINO CLICK

Luciano Ligabue e Matteo Maria Zuppi: il dialogo della speranza

La solidarietà, la speranza, la vittoria del noi sull’io, l’apertura agli altri, ai più deboli, agli emarginati contro l’egoismo e l’egocentrismo del singolo che si chiude in sè stesso: questo il messaggio dell’incontro tra Luciano Ligabue e il Cardinale Matteo Maria Zuppi al Salone Internazionale del Libro venerdì 16 maggio.

Il cantautore di Correggio e l’arcivescovo di Bologna, protagonista del recente Conclave che ha eletto papa Leone XIV, in un dialogo magistrale, hanno toccato i grandi temi che affliggono gli uomini in questi anni in cui Pandora sembra avere riaperto il vaso, liberando i mali del mondo: le epidemie e le pandemie, le carestie, le guerre. Partendo dalle esperienze personali, dai dolori, dai lutti che l’hanno portato a rendersi conto della propria fragilità e, al tempo stesso, della propria forza, il cardinale Zuppi ha introdotto una riflessione universale e profonda sul dolore dei bambini, quel dolore infinito che non si può non provare davanti ai piccoli migranti che muoiono di freddo, inseguendo un sogno destinato a infrangersi, quel dolore che ogni essere umano degno di questo nome non può non sentire di fronte a un bambino che soffre e muore vittima di una guerra. Le parole di Zuppi hanno rievocato le sublimi riflessioni di Dostoevskij che ne’ “I fratelli Karamazov” si interroga e si lacera sul dolore dei piccoli, cercando il “perché un bambino soffre?”.

E Dio dov’è in tutto questo dolore? Dio è presente, ribadisce, il cardinal Zuppi, il Vangelo è una storia che continua anche oggi con le nostre vite, nelle nostre vite e che ci insegna a guardare verso gli altri, a non essere indifferenti, dobbiamo solo coglierlo, ma non con gli occhi ai quali l’invisibile è essenziale, bensì con il cuore, citando l’immortale dialogo tra un piccolo principe che amava le rose e le stelle e una volpe.

Ligabue che si definisce laico, ma con un grande bisogno spirituale, e che ha scritto la canzone “Perché Dio non vuole stare solo” parla, a sua volta, del bisogno di umanizzare Dio per renderlo più vicino e per chiedersi se anche lui non possa sentirsi abbandonato dall’uomo, vittima di paure e di dubbi in una società profondamente ingiusta in cui 26 persone detengono la metà del patrimonio mondiale.

Eppure sul fondo del vaso di Pandora qualcosa è rimasto anche in questo XXI secolo di guerre e distruzione, in cui la tecnologia non dà risposte agli interrogativi dell’interiorità, Zuppi invita a tenerci la paura della guerra per trasformarla in consapevolezza e, infine, in speranza perché senza speranza non c’è futuro. Quando vennero liberati tutti i mali del mondo, infatti, nel vaso rimase la speranza. L’uomo è fragilissimo e solo insieme agli altri può superare le difficoltà. Il sovranismo non ha futuro perché chi ama la patria abbatte le frontiere e non le costruisce. E nelle accorate parole del Presidente della Cei sulla necessità di perseguire la pace e l’unione e nel sorriso con cui le accompagna non si può non ritrovare la passione e il sorriso di monsignor Bettazzi che fece della pace e della solidarietà, della vicinanza agli ultimi e agli emarginati il timone della propria esistenza.

Barbara Castellaro

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

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A cura di Elio Rabbione

Le assaggiatrici – Drammatico. Regia di Silvio Soldini, con Elisa Schlott. Autunno 1943. La giovane rosa, in fuga da Berlino colpita dai bombardamenti, raggiunge un piccolo paese isolato vicino al confine orientale. Qui è dove vivono i suoceri e dove il marito, impegnato al fronte, le ha scritto di rifugiarsi in attesa del suo ritorno. Rosa scopre subito che il villaggio, apparentemente tranquillo, nasconde un segreto: all’interno della foresta con cui confina, Hitler ha il suo quartier generale, la Tana del Lupo, Il Führer vede nemici dappertutto, essewre avvelenato è la sua ossessione. Una mattina all’alba Rosa viene prelevata, con altre giovani donne del villaggio, per assaggiare i cibi cucinati per lui. Divise tra la paura di morire e la fame, le assaggiatrici stringeranno tra loro alleanze, amicizie e patti segreti. Da un fatto vero, dal romanzo di Rosella Postorino. (Eliseo)

Bird – Fantasy, drammatico. Regia di Andrea Arnold, con Nykiya Adams e Franz Rogowski. La dodicenne Bailey vive con il padre single Bug e il fratello Hunter in uno squat nel Kent settentrionale. Bug non ha molto tempo per i figli e Bailey, che si sta avvicinando alla pubertà, cerca attenzioni e avventure altrove. Durata 119 minuti. (Nazionale sala 3)

Black Dog – Doppio gioco – Thriller. Regia di Steven Soderberg, con Cate Blanchett, Michael Fassbender e Pierce Brosnan. George Woodhouse, agente segreto di Sua Maestà, è incaricato di una difficile missione: dovrà, in una sola settimana, per ordine del suo diretto superiore Meacham, scoprire il colpevole della fuga di notizie al cui centro è un software conosciuto con il nome in codice Severus. Cinque gli agenti sospettati, tra i quali Kathryn, la moglie di George. Durante una cena in comune, l’agente dovrà smascherare che è il traditore del gruppo. Alla morte, quella stessa sera, di Meacham, ecco che George vede crescere i propri sospetti nei confronti della moglie. L’uomo si ritrova questa volta diviso tra l’amore per lei e il dovere nei confronti del suo paese. Durata 93 minuti. (Massaua, Eliseo, Fratelli Marx sala Chico, Ideal, Nazionale sala 2, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Flight Risk – Trappola ad alta quota – Drammatico. Regia di Mel Gibson, con Mark Wahlberg e Michelle Dockery. Daryl, di professione pilota, è incaricato di trasportare un’agente federale e il suo prigioniero nella città dove si terrà il processo ma durante il volo, tra i cieli sopra l’Alaska, non tutto è chiaro tra gli occupanti dell’aereo: ben presto ci si renderà conto che Daryl non è chi dice di essere, altri non è che un killer mandato a eliminare il prigioniero. Durata 91 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi sala 4, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Francesca e Giovanni – Regia di Simona Izzo e Ricky Tognazzi, con Ester Pantano e Primo Reggiani. Ci sono l’amore e l’intesa. L’impegno e il sacrificio in un paesa in tempo di guerra. Ci sono gli amici e i nemici, le battaglie e i processi, la vita quotidiana e una parte importante della nostra storia, interrotta improvvisamente quel tragico giorno di maggio del 1992, oscurato dalla strage di Capaci. Al centro della scena è una donna, Francesca Morvillo, in all’uomo con cui ha scelto di vivere accanto fino all’ultimo: Giovanni Falcone. Le loro vite si intrecciano nella stagione più difficile del conflitto tra lo Stato e Cosa Nostra. Francesca è figlia, sorella, moglie di giudici e magistrato a sua volta. Giovanni lancia la sfida più ambiziosa alla mafia insieme ai giudici del pool. Durata 90 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse,Lux sala 3, Romano sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

La gazza ladra – Commedia. Regia di Robert Guédiguian, con Ariane Ascaride e Jean-Pierre Darroussin. Maria si occupa con amore di alcune persone anziane, e non poche volte fa la cresta sulla spesa che fa per loro. Per un unico motivo: mettere da parte un po’ di quattrini per poter far dare al nipote, ragazzino quantomai dotato, delle lezioni private di pianoforte, per cui ha già preso contatti con il miglior maestro di Marsiglia. Si spinge anche a firmare assegni che sa benissimo non potrà mai assolvere. Grazie all’intervento di qualche anima buona, il caos annunciato rientrerà presto in tutto il suo ordine. Durata101 minuti. (Centrale, Due Giardini sala Nirvana)

Guida pratica per insegnanti – Commedia. Regia di Thomas Lilti, con François Cluzet e Vincent Lacoste. Siamo al rientro dalle vacanze estive, all’inizio di un nuovo anno scolastico, e tra i docenti dell’istituto arriva Benjamin, un giovane dottorando senza borsa di studio che accetta di fare il supplente di matematica per potersi pagare gli studi. Spinto anche dalla famiglia a fare questa prima esperienza nell’insegnamento, Benjamin capirà presto quanto sia difficile questo lavoro. I suoi colleghi, con più esperienza di lui e momento affiatati tra loro gli mostreranno quanta dedizione e tenacia ci vogliano per andare avanti in questa professione. Il sistema dell’istruzione pubblica è un vero e proprio campo di battaglia, in piena crisi ed estremamente fragile. Benjamin dovrà contare sulle proprie forze e affrontare le dure prove alle quali verrà sottoposto, in un mestiere che si rivelerà più impegnativo e serio rispetto a quello che aveva immaginato. Durata101 minuti. (Classico)

Ho visto un re – Commedia. Regia di Giorgia Farina, con Edoardo Pesce, Sara Serraiocco, Marco Fiore e Blu Yoshimi. 1936, durante la Campagna d’Etiopia. Annibale è un gerarca fascista che sta educando il figlio Emilio secondo i canoni e le leggi che il regime va imponendo, cercando di farne un ottimo e grande balilla. Ma Emilio rifiuta quelle norme, ha un mondo tutto suo di fantasia, di smisurata immaginazione: la sua vita cambia quando un giorno vede richiuso nella voliera che sta al centro del giardino del podestà un giovane guerrigliero etiope, un prigioniero di cui tutti hanno paura. Ma non Emilio, che con Abraham stringerà una forte amicizia. Durata 100 minuti. (Reposi sala 1)

L’infinito – Di e con Umberto Contarello con Carolina Sala. Umberto è uno sceneggiatore avvilito. Non riesce più a provare piacere o felicità per nulla, si trascina per la casa, come per la città, con uno sguardo triste e disincantato. Si nasconde dalla vita, dentro i cappotti come nella siepe per guardare sua figlia giocare. Aiuta una giovane sceneggiatrice a scrivere una storia, ammira una suora armena pulire i vetri delle finestre, passa le serate in un locale a bere alcolici, mescolando il ghiaccio con le mani. Un ragazzo bussa alla sua porta e gli rivela una notizia importante. Una sua ex viene a trovarlo e gli regala una serata diversa, un’altra deve decidere se finanziare o no la sua storia, e una suora lo accompagna al cimitero dov’è sepolta sua madre. Lì Umberto dovrà fare i conti con traumi e memorie del passato. Durata 91 minuti. (Romano sala 1)

In viaggio con mio figlio – Commedia drammatica. Regia di Tony Goldwyn, con Bobby Cannavale, Vera Farmiga, Whoopi Goldberg e Robert De Niro. Max Brandel è un comico di scarso successo che è tornato a vivere con il padre Stan dopo aver mandato all’aria la carriera e il matrimonio. Dopo aver discusso con l’ex moglie Jenna su come gestire il figlio Ezra, un undicenne brillante e affetto da autismo, Max decide di rapire l’adolescente e intraprendere con lui un viaggio attraverso gli Stati Uniti. Durata 95 minuti. (Romano sala 3, The Space Torino)

Lee Miller – Drammatico, biografico. Regia di Ellen Kuras, con Kate Winslet, Alexander Skarsgard, Marion Cotillard e Hosh O’Connor. Lee, ex modella statunitense per Vogue dall’età di 19 anni e grande appassionata di fotografia, parte per l’Europa durante la Seconda Guerra Mondiale in veste di fotoreporter proprio per la celebre rivista. La sua missione sarà quella di documentare le atrocità della guerra e mostrare al mondo il vero volto della Germania nazista. Attraverso i suoi scatti denuncerà i crimini perpetrati nei confronti degli ebrei e delle minoranze nei campi di concentramento. La giornalista produrrà un enorme archivio tra foto e appunti lasciando un’inestimabile testimonianza di quel periodo durissimo in cui lei stessa dovrà fare i conti con alcune verità del suo passato. Durata 116 minuti. (Greenwich Village sala 3)

Il mohicano – Drammatico. Regia di Frédéric Farrucci, con Alexis Manenti e Mara Taquin. Joseph ha accidentalmente ucciso un uomo legato alla mafia che voleva costringerlo a vendere i suoi terreni e a interrompere la sua attività di pastore. Sempre in fuga dagli uomini che hanno deciso di punirlo, sarà aiutato dalla nipote Vannina e diventerà un eroe per gli abitanti di quella Corsica che non vuole cedere alla violenza e alle speculazioni. Durata 87 minuti. (Fratelli Marx sala Chico)

Nonostante – Drammatico. Regia di e con Valerio Mastandrea, con Dolores Fonzi, Barbara Ronchi e Laura Morante. Un uomo trascorre serenamente le sue giornate in ospedale senza troppe preoccupazioni. È ricoverato da un po’ ma quella condizione sembra il modo migliore per vivere la sua vita, al riparo da tutto e da tutti, senza responsabilità e problemi di alcun genere. Quella preziosa routine scorre senza intoppi fino a quando una nuova persona viene ricoverata nello stesso reparto. È una compagna irrequieta, arrabbiata, non accetta nulla di quella condiziione soprattutto le regole non scritte. Non è disposta ad aspettare, vuole lasciare quel posto migliorando o addirittura peggiorando. Vuole vivere come si deve o morire, come capita a chi finisce lì dentro. Lui viene travolto da quel furore, prima cercando di difendersi e poi accogliendo qualcosa di incomprensibile. Quell’incontro gli servirà ad accettare che se scegli di affrontare veramente il tuo cuore e le tue emozioni, non c’è alcun riparo possibile. Durata 92 minuti. (Romano sala 3)

Nottefonda – Drammatico. Regia di Giuseppe Miale di Mauro, con Francesco Di Leva, Dora Romano e Adriano Pantaleo. Da un anno Ciro percorre le strade di Napoli alla ricerca dell’auto che ha ucciso sua moglie, con il figlio Luigi che come lui vorrebbe punire il colpevole. Anche l’amico Rosario intende aiutarlo a risollevarsi dal lutto e gli offre un lavoro: oltre a Ciro dovrà venire in aiuto del fratello Carmine che ha perso il lavoro. Durata 86 minuti. (Fratelli Marx sala Goucho e sala Chico)

One to One: John & Yoko – Documentario. Regia di Kevin Macdonald e Sam Rice Edwards, con john Lennon e Yoko Ono. Vita della celebre coppia durante la permanenza nel Greenwich Village a New York tra il 1971 e il 1973, ricostruita attraverso immagini di repertorio, registrazioni di conversazioni telefoniche e un montaggio di filmati carpiti dalle trasmissioni tv dell’epoca. Il titolo si riferisce all’unico concerto completo tenuto da Lennon dopo lo scioglimento dei Beatles: un evento nato per raccogliere fondi per la Willowbrook State School, luogo di ricovero per disabili minorenni in condizioni di forte disagio. Durata 100 minuti. Massaua, Eliseo Grande, Greenwich Village V.O., Reposi sala 1, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Paternal Leave – Drammatico. Regia di Alissa Jung, con Luca Marinelli e Juli Grabenhenrich. La giovane Leo, quindicenne, vive in Germania e non ha mai conosciuto il padre. Venuta a sapere della sua esistenza, decide di andare alla sua ricerca, arrivando al mare della Romagna e a un chiosco chiuso per l’intera stagione invernale. Paolo è sconcertato e confuso da quell’arrivo che riapre momenti che lui ha tentato di dimenticare, vorrebbe disfarsi di quella ragazzina, non essendo facile venire incontro alle domande che Leo fa: nei giorni successivi, tra padre e figlia si creano situazioni e interessi che prendono a renderli sempre più vicini. Ma non tutto nella convivenza risulterà facile. Durata 113 minuti. (Massimo sala Cabiria, Nazionale sala 1 V.O., Uci Moncalieri)

I peccatori – Azione, horror. Regia di Ryan Cooper, con Michael B. Jordan e Miles Caton. Due fratelli, che prima hanno combattuto tra le trincee e gli attacchi della Grande Guerra in Europa, poi hanno cercato di farsi strada tra la malavita di Chicago. Tornati definitivamente sulle rive del Mississippi dove sono nati, acquistano un grande edificio per trasformarlo in un locale da gioco e dove anche la musica trovi spazio, per la popolazione nera della zona. Una sera tre uomini bianchi entrano prepotentemente nel locale: e presto tutti verranno a conoscenza che non sono chi dicono di essere. Durata 137 minuti. (Ideal, The Space Torino, The Space Beinasco)

Queer – Drammatico. Regia di Luca Guadagnino, con Daniel Craig e Drew Starkey. All’inizio degli anni Cinquanta, William Lee è un americano, cinquantenne, omosessuale, espatriato a Città del Messico. Passa le sue giornate più o meno in solitudine, se si escludono le poche relazioni con gli altri membri della piccola comunità americana, trascorrendo le proprie giornate da un bar all’altro a bere bicchieri di tequila. Fino al giorno in cui ha l’incontro con il giovane Eugene Allerton, ex militare appena arrivato in città: per l’uomo è l’occasione per la prima volta di guardare alla possibilità di stabilire finalmente una connessione intima con qualcuno. Dal romanzo omonimo di William S. Burroughs. Durata 135 minuti. (Eliseo)

La solitudine dei non amati – Drammatico. Regia di Lilja Ingolfsdottir. Maria ha due figli e vive separata dal marito. Una sera incontra Sigmund, con cui prova a ricostruire una nuova famiglia. Ma il rapporto non si dimostra stabile, hanno inizio incomprensione e rabbia: Maria sarà costretta a una nuova separazione, chiedendosi se il rapporto con se stessa e con le persone che le stanno accanto sia sbagliato, se ancora ci sia spazio per un rapporto con Sigmund. Durata 101 minuti. (Fratelli Marx sala Groucho)

Sotto le foglie – Commedia, thriller. Regia di François Ozon, con Josiane Balasko, Ludivine Sagnier e Hélène Vincent. La premurosa nonna Michelle vive la sua tranquilla pensione in un piccolo villaggio della Borgogna, vicino alla migliore amica Marie-Claude. Michelle non vede l’ora di trascorrere l’estate con il nipote Lucas, ma quando sua figlia Valérie e Lucas arrivano a casa le cose iniziano a prendere una strana piega e nulla sembra andare per il verso giusto: Valérie mangia dei funghi velenosi raccolti da Michelle e il ritorno di Vincent, il figlio di Marie-Claude appena uscito di prigione, sembra sconvolgere ulteriormente gli equilibri. Designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani: “Con la consueta sensibilità, Ozon descrive un paesaggio geografico e umano all’apparenza soave, dove le persone al contrario prima o poi mostrano comportamenti inaspettati, facendo emergere, sotto le foglie, il panorama problematico dei rapporti familiari e amicali, con la vicenda che si tinge di giallo, ambiguamente tra gesti amorevoli e sospetti atroci.” Durata 101 minuti. (Nazionale sala 4)

Una figlia – Drammatico. Regia di Ivano De Matteo, con Stefano Accorsi, Ginevra francescono e Michela Cescon. Pietro è un uomo di mezza età con un grande dolore alle spalle: la morte di sua moglie che lo ha lasciato solo con la loro figlia. Non ha avuto il tempo per il dolore perché ha dovuto occuparsi di lei crescendola con amore e dedizione in un rapporto esclusivo, totalizzante, in cui uno curava le ferite dell’altro attraverso le proprie. Quando, dopo qualche anno, proverà a rifarsi una vita con una nuova compagna, non tutto andrà come sognato: la relazione di sua figlia sarà esplosiva e Pietro sarà messo a dura prova. Si ritroverà a lottare tra rabbia e istinto paterno: quanto le può perdonare? Quanto è più forte l’amore della ragione? Durata 103 minuti. (Reposi sala 5)

“Uno che disegnava, uno che scriveva”. Mostra in ricordo di Benny Naselli

Anja Langst, bavarese di nascita naturalizzatasi nostra cittadina da tanti anni, in quanto valida artista di lunga carriera e moglie del compianto Benny Naselli ha avuto l’idea di inaugurare una mostra retrospettiva sui lavori di suo marito.

“Uno che disegnava, uno che scriveva” è titolo intelligente che riassume in pochi accenni chi veramente fosse Benny. La semplicità descrittiva del titolo rappresenta in toto l’anima artistica di Benny. E’ stato un personaggio letteralmente vulcanico, mancato in tarda età, ma operativo nel mondo dell’arte praticamente fino al suo ultimo giorno di vita, in quanto della vita, Benny Naselli fu veramente innamorato!

Già, la vita .. forse pecchiamo di superficialità quando ci esprimiamo a proposito della nostra esistenza. In linea di massima – non avendo nessuno di noi (almeno consciamente), esperito altre realtà – tutti ci riteniamo attaccati alla vita. È, però, spesso un superficiale e vuoto modo di dire.

L’amor mundi di Benny si esplicitava in un inguaribile ottimismo che, nonostante sofferenze che non gli sono mancate, non gli è mai venuto meno.
Grande ritrattista, con pochi schizzi di carboncino o pennarello, era allegramente in grado di ‘cogliere’ velocemente quanto poteva esprimere un viso, un personaggio, tante figure famose (come il suo John Wayne, Clark Gable e altre star di Hollywood).

Da giovane, per anni, è stato vignettista di personaggi legati all’epopea del western americano (le famose ‘strisce’ di gran moda negli swinging anni ‘60), principalmente lavorando per editori della sua Liguria, ma anche creando suoi simpatici personaggi. Lui disegnava, disegnava ininterrottamente, ma sapeva anche scrivere. Di un buon livello intellettuale sono, infatti, le pubblicazioni inerenti la sua vita, una sua particolare visione del mondo, le tante creazioni artistico-fumettistiche.
Benny scriveva come disegnava: come quando gestiva un pennello o un carboncino, scriveva velocemente e allegramente. Anche sulla carta stampata, chi lo leggerà ritroverà il suo magico stile di vignettista… veloce, essenziale, preciso. Da ogni pagina scritta, evidente usciranno la sua infantile e prorompente allegria, la bonaria ironia, una personale forma di tatto stilistico e l’innato rispetto per il prossimo.
Dato che la retrospettiva a lui dedicata è concomitante con il Salone del Libro, interessante sarà l’elenco delle sue pubblicazioni: Parole Dipinte (poesie), del 2010; Tequila, l’indiano del 2000 (comic strips, del 2012); Angeli, pepe e sorrisi (racconti e vignette), del 2014; Oltre il lenzuolo (autobiografia), del 2016.

Ma l’uomo non vive solo d’arte. Dietro occhi azzurri di bimbo adulto, sempre ridenti e che sapevano di mar ligure, la sua esperienza esistenziale si coniugava (ancora felicemente) con la sua attività di ferroviere e di … papà single di non pochi figli, tutti gestiti, educati, fatti meravigliosamente fiorire alla vita.

Poi l’arte, tanta arte, creatività, curiosità senza limiti, amore per il teatro, letture importanti… e infine (come spesso capita nelle fiabe) con l’età della consapevolezza, Benny finalmente approda all’amore degli amori: la meravigliosa Anja, il suo approdo più sicuro.

MOSTRA IN RICORDO DI BENNY NASELLI: Torino, via Belfiore 18, fronte strada

-Venerdì 16 e Sabato 17 maggio 2025 – per info: 349/12.56.345

(dalle 16.00 alle 22.00)

Ferruccio Capra Quarelli

Monastero Bormida, dall’abbazia alla fortezza

Visto dal ponte romanico sul Bormida sembra che tutto si sia fermato a mille anni fa, sia il castello che il paese. A Monastero Bormida, provincia di Asti, verso l’alessandrino e la Liguria, è una domenica come tante altre, splende il sole tra qualche nube, domina il silenzio, tutto pare sospeso, qualche Templare osserva il fiume, alcuni fedeli sono diretti in chiesa per la Messa, poco più in là Teutonici e Giovanniti, i futuri cavalieri di Malta, i grandi Ordini della cavalleria medioevale, parlottano tra loro sottovoce, in modo quasi misterioso e si godono la bella giornata primaverile, pur appesantiti nei loro abiti tradizionali. A poca distanza, al centro del piccolo paese di 828 abitanti, svetta il Castello di Monastero Bormida che in origine, nel XI secolo, era un monastero dedicato a Santa Giulia, con una chiesa e una torre campanaria alta quasi 30 metri. Il convento fu fondato da un gruppo di monaci benedettini che verso il 1050 giunsero dall’abbazia di Fruttuaria di San Benigno Canavese chiamati da Aleramo, marchese del Monferrato, per ripulire e rendere fertili le terre devastate dalle invasioni dei Saraceni.
È a questo punto che entrano in scena i cavalieri medioevali. Gli arabi provenienti dalla Provenza scesero in Piemonte attraverso le Alpi e dopo aver incendiato chiese e monasteri, paesi e villaggi, giunsero sotto le mura di Acqui e qui vennero sconfitti dagli abitanti del luogo aiutati dai monaci-guerrieri. L’attuale castello corrisponde proprio al sito dell’antico monastero di cui restano solo la torre e alcuni tratti murari. Tra la fine del Trecento e l’inizio del XV secolo tutto cambiò. Arrivarono i marchesi Del Carretto che decisero di fortificare il paese e il monastero fu trasformato in una vera e propria fortezza che nei secoli successivi fu ampliata e ristrutturata con rifacimenti rinascimentali e barocchi. Oggi il castello ha una facciata seicentesca e mantiene sul retro la loggia del Cinquecento. L’interno, visitabile in estate in occasione della rassegna “Castelli aperti”, comprende ampie camere, trasformate nel Seicento, con pavimenti a mosaico e soffitti a vela e a crociera di cui alcuni affrescati con motivi floreali e geometrici o con figure femminili, talvolta mitologiche.
Di particolare importanza architettonica è la torre. Giunta fino a noi in ottime condizioni, alta 27 metri, presenta su tutti i lati fregi e archetti pensili, in mattoni i due inferiori e in pietra quelli superiori. A metà Ottocento l’edificio divenne una residenza elegante abitata dalla famiglia Della Rovere a cui seguirono i Polleri di Genova che in seguito la vendettero al Comune di Monastero, attuale proprietario. Il biglietto di ingresso per visitare il castello costa 3 euro. Per le date di apertura vedere il sito web www.castelliaperti.it
Filippo Re

Monologo interpretato da Alice Corni: “In difesa del fratello di Caino”

Presso il Teatro Incontro di Pinerolo 

 

L’Associazione “Progetto in Vista Aps”, in collaborazione con l’Associazione “Avvenimenti Ets”, con il Patrocinio della Città di Pinerolo, presenta il monologo accessibile “In difesa del fratello di Caino”, scritto e interpretato dall’attrice Alice Corni.

Si tratta di un’originale e coinvolgente rielaborazione personale della vicenda biblica relativa al primo omicidio della storia umana. La scena è ambientata nella Valle di Josafat. Tutti i personaggi sono interpretati da un’unica performer, ovvero Alice Corni: Adamo, l’avvocato difensore, il giudice, la morte e la pubblica accusa. Il carattere dello spettacolo risulta leggero e comico ma la sua genesi appare tutt’altro che comica. Una riflessione sulla Giustizia, le sue imperfezioni e conseguenze.

 L’appuntamento è fissato per la serata di sabato 17 maggio, alle ore 21.00, presso il Teatro Incontro di Pinerolo.

Alice Corni è diplomata, dal 2008, presso la Scuola di Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Ha lavorato con Eugenio Allegri e Carlo Boso nel campo della commedia dell’arte e, sotto la direzione del maestro Anatolj Vasiliev, ha utilizzato la tecnica del lavoro in Etjude. Si è inoltre specializzata nel teatro pedagogico metodo Stanislavskij. Si è esibita a Parigi, Tallin, Edimburgo e Tel Aviv.

 L’Associazione “Progetto in Vista Aps” è una giovane realtà piemontese che si propone di promuovere l’accessibilità culturale alle persone con disabilità  visiva. Si presenta, per la prima volta nel pinerolese e è guidata dal non vedente Marco Bongi.

 Per maggiori informazioni: tel. 377 – 70.44.366

 Email: progettovista2024@gmail.com

 

Mara Martellotta

La penna dietro ai grandi registi: l’omaggio di Francesco Piccolo al Salone del Libro 

Il primo evento seguito da Il Torinese per l’ultima edizione del Salone del Libro 2025, al via oggi, ha visto come protagonista Francesco Piccolo, che ha presentato l’antologia “La fortuna di essere donna” (edito Einaudi) di cui è il curatore. È un’intera antologia dedicata alla vita di a Suso Cecchi d’Amico, in collaborazione con i figli della sceneggiatrice Masolino e Caterina d’AmicoSuso Cecchi d’Amico è stata una pioniera: in un’epoca in cui le sceneggiatrici donne erano praticamente inesistenti, lei era l’unica. Ha firmato storie indimenticabili e lavorato con i più grandi registi del cinema italiano, mantenendo sempre umiltà e rigore artigianale. “Una figura da santificare”, ha detto Francesco Piccolo durante l’incontro, sottolineando l’importanza di restituirle il posto che merita nella storia del cinema. Ne abbiamo parlato direttamente con Francesco Piccolo.
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Scegliere di curare un’antologia dedicata a Suso Cecchi d’Amico è un’impresa complessa. Cosa l’ha spinta, in modo definitivo, a intraprendere questo lavoro?
Per me Suso era un mito fin da ragazzo, e lo è diventata ancora di più quando ho scelto il mestiere dello sceneggiatore. L’ostinazione che ho avuto nel realizzare questo libro nasce dalla convinzione profonda che lei sia stata una delle grandi figure del Novecento. Ho voluto raccontarla proprio per questo. Ho dovuto anche superare una certa resistenza, comprensibile, da parte della sua famiglia, che l’ha sempre giustamente “santificata”. E in fondo sono d’accordo: lei andava davvero santificata. Questo libro è un modo per onorarla.
Durante l’incontro al Salone del Libro ha detto che Suso andava santificata per il suo lavoro, ma anche per un atteggiamento carismatico ma umile. È così?
Sì, profondamente. Anche perché quello dello sceneggiatore è sempre stato un lavoro artigianale. Non ci si percepiva come “scrittori” in senso pieno, eppure lo si era. Suso rappresentava perfettamente questo spirito: talento altissimo, ma nessuna vanità.
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Il mondo del cinema e della sceneggiatura ha spesso un’aura d’élite. Esiste ancora oggi quell’umiltà che aveva lei?
Credo di sì. L’ho percepita anche nel modo in cui la sua famiglia parla di lei e di quel mondo. Raccontano, con naturalezza quasi disarmante, che Anna Magnani frequentava la loro casa. Per loro era normale. La grandezza, quando la si vive davvero, spesso non viene percepita: sono gli altri a vederla.
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Nel libro è presente anche un racconto personale della Suso, che emerge dai suoi racconti. C’è un aspetto in particolare che l’ha colpita?
La sua capacità di lavorare con registi molto diversi tra loro, di accompagnarli senza mai prevaricare. Aveva un carattere meraviglioso, e una sensibilità rara. È riuscita a contribuire in modo decisivo a film eccezionali. Le grandi regole del mestiere dello sceneggiatore, quelle non scritte ma fondamentali, sono tutte incarnate da lei.
Valeria Rombolá 

Gli incontri del Comitato Resistenza al Salone

STEFANIA AUCI, SUSANNA NICCHIARELLI, ILARIA TUTI, SANDRO VERONESI

(venerdì 16 e sabato 17 maggio 2025)

 

Nell’ambito della XXXVII edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino (15-19 maggio) il Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte ha organizzato tre eventi pubblici in collaborazione con il Polo del ‘900AIACE, ANPI ed Istoreto-Istituto piemontese per la storia della Resistenza, con la media partnership de “La Stampa”.

Gli incontri vedranno come protagonisti lo scrittore Sandro Veronesi, che dialogherà con il giornalista Alessandro De Angelis (venerdì 16 maggio, Sala Rossa), le scrittrici Stefania Auci (nella foto) ed Ilaria Tuti, intervistate dalla giornalista Miriam Massone (sabato 17 maggio, Arena Piemonte) e la regista Susanna Nicchiarelli, a confronto con il critico cinematografico Steve Della Casa (sabato 17 maggio, Sala Argento).

 

IL PROGRAMMA

  • Venerdì 16 maggio – ore 14.00 – Sala Rossa – Padiglione 1

LA FORZA DEL PASSATO, LA SCOMPARSA DEL FUTURO

SANDRO VERONESI in dialogo con Alessandro DE ANGELIS

 

Il suo ultimo romanzo “Settembre nero” (La Nave di Teseo, 2024) racconta l’estate del 1972 di un ragazzo di dodici anni che scopre la musica, la lettura, l’inquietudine e il desiderio, mentre alle Olimpiadi di Monaco si consuma una tragedia. Sandro Veronesi (Premio Strega nel 2006 con “Caos Calmo” e nel 2020 con “Il colibrì”) dialogherà con il giornalista Alessandro De Angelis (firma de La Stampa, già vicedirettore dell’HuffPost Italia) sul potere seduttivo e salvifico delle parole, in un’epoca connotata da rabbia social, disagio giovanile e oblio della  Memoria.

 

Organizzano: Salone Internazionale del Libro di Torino e Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte

In collaborazione con: AIACE, ANPI, IstoretoIstituto piemontese per la storia della Resistenza, Polo del ‘900Media partner: La Stampa

 

  • Sabato 17 maggio – ore 11.00 – Arena Piemonte – Padiglione 2

RACCONTARE LA STORIA, RACCONTARE LE STORIE

STEFANIA AUCI e ILARIA TUTI

in dialogo con Miriam MASSONE (La Stampa)

 

Due autrici di bestsellers a confronto sulla forza del romanzo storico e le nuove generazioni.

Stefania Auci è nata a Trapani (1974), ma vive da tempo a Palermo, dove lavora come insegnante di sostegno. Con “I Leoni di Sicilia” (Editrice Nord), ha narrato le vicende dei Florio fino alla metà dell’Ottocento, conquistando i lettori per la passione con cui ha saputo rivelare la contraddittoria, trascinante vitalità di questa famiglia. Una passione che attraversa anche “L’inverno dei Leoni” (vincitore del Premio Bancarella), seconda e conclusiva parte della saga, che ci ha spalancato le porte del mito dei Florio, facendoci rivivere un’epoca, un mondo e un destino senza pari. La saga dei Florio ha avuto uno straordinario successo internazionale, un vero e proprio caso editoriale: oltre 1 milione e mezzo di copie vendute, più di cento settimane in classifica, in corso di traduzione in 42 Paesi. I due romanzi sono stati trasposti in una fiction tv diretta da Paolo Genovese con Miriam Leone e Michele Riondino.

Ilaria Tuti (1976) vive a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Ha esordito nella narrativa con “Fiori sopra l’inferno” (Longanesi, 2018). Il secondo romanzo, “Ninfa dormiente”, è del 2019. Entrambi vedono come protagonisti il commissario Teresa Battaglia, la terra natia dell’autrice, la sua storia e i suoi misteri. Con “Fiore di roccia” (2020), e attraverso la voce di Agata Primus, Ilaria Tuti celebra un vero e proprio atto d’amore per le sue montagne, dando vita a una storia profonda e autentica. Nel 2021, con “Luce della notte” e “Figlia della cenere”, torna alle storie di Teresa Battaglia. Nel 2023 va in onda su Rai 1 la serie tv “I casi di Teresa Battaglia” diretta da Carlo Carlei con Elena Sofia Ricci. È inoltre autrice del romanzo “Come vento cucito alla terra” (2022), ispirato alla vera storia delle prime donne chirurgo durante la Prima guerra mondiale. Nel 2023 pubblica “Madre d’ossa”, un nuovo caso per Teresa Battaglia, e nel 2024 “Risplendo non brucio”, un romanzo storico ambientato tra i boschi della Germania e le vie di Trieste durante gli anni più bui e complessi del secondo conflitto mondiale. I suoi romanzi sono pubblicati in 27 Paesi.

Organizza: Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte

In collaborazione con: AIACE, ANPI, IstoretoIstituto piemontese per la storia della Resistenza, Polo del ‘900Media partner: La Stampa

  • Sabato 17 maggio – ore 15.30 – Sala Argento – Padiglione 2

LA RESISTENZA È UN FUOCO D’ARTIFICIO

Susanna NICCHIARELLI in dialogo con Steve DELLA CASA

Regista, sceneggiatrice ed attrice, Susanna Nicchiarelli (Roma1975), ha iniziato la sua carriera lavorando con Nanni Moretti e la Sacher Film. Ha diretto corti, documentari e lungometraggi (Cosmonauta del 2009, La scoperta dell’alba del 2013). Alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia  ha presentato Nico, 1988, biopic incentrato sugli ultimi anni della cantante Christa Päffgen, in arte Nico. La pellicola ha vinto il premio Miglior Film nella sezione Orizzonti. Nel 2020 ha diretto Miss Marx, coraggiosa rilettura punk rock della figura di Eleanor Marx, film premiato ai Nastri d’Argento e vincitore di tre David di Donatello. Al Salone del Libro, Susanna Nicchiarelli dialogherà con il critico cinematografico Steve Della Casa, presentando la fiction “Fuochi d’artificio” (Rai 1), film dedicato alla Resistenza e girato in Piemonte.

Organizzano: ANPI e Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte

In collaborazione con: AIACE, IstoretoIstituto piemontese per la storia della Resistenza, Polo del ‘900Media partner: La Stampa

Il murales al Palavela di Zenk One celebra l’incontro tra Italia e Paesi Bassi, Paese ospite del Salone del Libro

I Paesi Bassi rappresentano gli ospiti d’onore al Salone del Libro di Torino, è una nuova opera d’arte urbana anima l’arte del Palavela di Torino,. Si tratta di “Le montagne dei Paesi Bassi”, il murales firmato da Zenk One, artista olandese, realizzato nell’ambito del progetto Crealiterary – Urban artists & Novel writers, ideato da INWARD Osservatorio nazionale sulla creatività urbana. L’iniziativa si colloca tra gli eventi inerenti alla presenza dei Paesi Bassi come ospiti d’onore al Salone del Libro 2025. L’inaugurazione ufficiale è avvenuta mercoledì 14 maggio, con la partecipazione dell’ambasciata consolare dei Paesi Bassi, della Fondazione Neerlandese per la letteratura, di Parco Olimpico Srl, l’associazione culturale Il Cerchio e le Gocce e di INWARD. Il murales sorge all’ingresso principale del Palavela, in via Ventimiglia 145, luogo simbolico dell’architettura torinese e teatro di eventi sportivi e culturali. L’opera trae ispirazione dal romanzo “Le montagne dei Paesi Bassi” di Cees Nootebon, uno dei più importanti letterati olandesi. Zenk One ha tradotto in immagine l’immaginario evocativo del libro, intrecciando letteratura e pittura murale in una narrazione visiva potente e suggestiva. L’associazione il Cerchio e le Gocce, storicamente attiva nella promozione dell’arte urbana, ha coordinato la realizzazione dell’opera.

“Questo murales è un ponte tra Italia e Paesi Bassi, tra scrittura e pittura, tra dimensione intima della lettura e quella pubblica dello spazio urbano – ha dichiarato Willem Van Eee, ambasciatore olandese in Italia”.

“L’opera di Zenk One avvicina le nuove generazioni all’arte e alla lettura – spiega Carlotta Salerno, assessora alle politiche educative della Città di Torino – trasformando lo spazio cittadino in un luogo di scoperta e di crescita”.

Zenk One, attivo negli anni Novanta, è noto a livello internazionale per il suo stile illustrativo semiastratto e per l’uso di una palette cromatica distintiva. Con opere realizzate in diversi continenti, l’artista continua a trasformare pareti urbane in esperienze significative che uniscono estetica e significato.

Mara Martellotta

Carignano, “L’arte preziosa dell’acqua” in mostra

Nella Sala Mostre della Biblioteca Civica, ventinove artisti si confrontano con la tecnica dell’acquerello

Fino a domenica 25 maggio

Carignano (Torino)

“In questi bambini ci sono io”: c’è un velo di malcelata commozione negli occhi e in quelle poche parole di Luciano Spessot nell’indicarmi i due bimbi del suo “Giochiamo con Pinocchio”, che s’improvvisano “burattinai” muovendo i fili del loro “pupazzo” di legno dal lungo naso, attore improvvisato di un teatrino d’altri tempi. I tempi in cui “scorrazzavo – ancora Spessot – nella mia campagna friulana” e i giochi s’improvvisavano con poche cose (sassi, sabbia, cordini, foglie, un rimasuglio di legno o un ramo abbandonato a terra capace di trasformarsi in “fionda” o in rutilante “spada”) costruite da bimbi, fantasiosi “artigiani” e (perché no?) a loro modo “artisti”, quando ancora erano roba dell’altro mondo parole come socialvideotablet e manco si poteva immaginare di parlare un giorno della possibilità “marziana” dell’a-venire di un’“intelligenza artificiale”! Che bello rivedere in parete gli acquerelli delicati di Spessot, poetico narratore di “storie” d’altri tempi, inserito oggi fra i 29 artisti (circa 60 le opere) messi insieme nella panoramica di una collettiva interamente dedicata all’arte “non facile” dell’acquerello ed ospitata, fino a domenica 25 maggio, con il titolo de “L’arte preziosa dell’acqua”, nella “Sala Mostre” della “Biblioteca Civica” di Carignano.

Curata con la consueta e impegnata maestria da Elio Rabbione (che fa di parte del catalogo un’erudita esposizione della “storia dell’acquerello” dai primordi fino alla rivoluzione cinquecentesca di Durer per arrivare, attraverso la Scuola inglese e francese ottocentesca, fino ai giorni nostri), la rassegna “vuole essere un omaggio – sottolineano il sindaco di Carignano Giorgio Albertino e Miranda Feraudo, consigliere alla ‘Cultura’ – a una forma artistica che qualcuno, in passato come nella nostra epoca, ha forse privato di quel giusto riconoscimento che invece merita appieno, quale tecnica che ad ogni occasione esprime difficoltà nel dover mettere in primo piano l’immediatezza, la ricerca delle diverse intensità cromatiche e quella lunga, approfondita esperienza che è la cifra prima del valido artista”.

“Il flirt è l’acquerello dell’amore”: diceva bene lo scrittore e saggista francese Paul Bourget. Delicato, leggero, un mondo “ancora tutto da esplorare – s’è anche giustamente scritto – un po’ filosofico, dove s’impara a controllare ma anche a lasciare andare”. Dove il segno deve accordarsi in giusta trasparenza al colore, in un lieve narrato “dove l’acqua rende il risultato in parte imprevedibile e mai ripetibile”. Flirt, immediatezza di “trasporto amoroso”. E l’amore verrà, se … vorrà. Come nel caso del gruppone di artisti raccolti in mostra a Carignano, che vanno dall’indimenticato Guido Bertello con la sua trasognata parigina “Place du Palais Royal” al “perfetto” Roberto Andreoli con i suoi tre visi di donne dagli “sguardi precisi – annota Rabbione – difficili da dimenticare”, accanto ai liberi “primi piani” di Alessandra Berger e ai dolci “micini” di Ines Daniela Bertolino, mentre Lidia Bracciano immagina complessi scorci monregalesi accanto alla segusina Lia Laterza  che simbolicamente ci omaggia di “Memorie evocate” di una terra, la sua, fatta anche di non poche miserie mai del tutto rimosse.

Al paesaggio attingono anche le prove del rivolese Gianni Bombi, così come i “panorami piovosi” di Maurizio Rossi, il ricordo delle sue “betulle” di Luciana Pistone, la “storicità” dei luoghi di Teresio Pirra, gli intrepidi “Skyline” di Graziella Alessiato, insieme alle “personali ruvide carte” di Ezio Curletto, alle “acque” di luce vagamente “turneriana” di Giorgio Cestari contrapposte alle più grafiche spiagge di Gabriella Malfatti e all’aspra Sardegna di Marisa Manis. E ancora i lampioni, e i “ricami architettonici” dell’antica capitale sabauda di Paola Brencella, accompagnate dall’ombroso scorrere del “nostro” fiume di Dario Cornero, dalle “finestre e portoni segreti” di Cristina De Maria, dalle sfatte geometrie veneziane di Lidia Delloste e dalla pura poesia del bianco cigno che in acqua si fa largo lungo “cari percorsi antichi” di Sandro Lobalzo. Non mancano interessanti prove di astratta informalità con i rossi contrasti di “fuoco” di Giorgia Madonno e di Marina Monzeglio, accanto alle sfumate “maschere” di Rosella Porrati, agli aspri incalzanti blu accesi di Eleonora Tranfo e ai più blandi “primi raggi” di Magda Tardon. Per concludere con il “tema floreale”, perfetta messa alla prova per Mariarosa GaudeAnna Maria Palumbo e gioia per gli occhi davanti ai vividi tulipani e al “viola imponente” delle melanzane di Adelma Mapelli, fondatrice del “Museo dell’Acquerello” di Montà d’Alba.

Gianni Milani

“L’arte preziosa dell’acqua”

Sala Mostre – Biblioteca Civica, via Fricchieri 13, Carignano (Torino); tel. 011/9698481 o www.biblioteca@comune.carignano.to.it

Fino al 25 maggio

Orari: lun. – ven. 15/18; sab. 10/12 e 15/18

Nelle foto: Luciano Spessot “Giochiamo con Pinocchio”, 1987; Roberto Andreoli “Tre storie”, 2024; Guido Bertello “Place du Palais Royale”, 1956; Adelma Mapelli “Composizione in viola”, 1987