SABATO 5 MAGGIO
Nell’ambito dell’iniziativa “Reali Sensi” promossa dalle Residenze Reali del Piemonte, sabato 5 maggio alle ore 15.00 e 15.30, il Museo Nazionale del Risorgimento (via Accademia delle Scienze 5, a Torino, tel. 011/5621147) propone la visita guidata “La storia ha la sua musica”

I visitatori saranno accompagnati in un percorso musicale di ascolto lungo le sale del Museo. L’evento si realizza in collaborazione con il “Liceo Musicale Cavour” di Torino e rientra nel progetto “Il Cavour nei luoghi di Cavour”.
I giovani allievi si esibiranno in performance di musica da camera proponendo al pubblico alcuni fra i più celebri brani del repertorio del Risorgimento.
Costi: la visita guidata ha un costo di 4 Euro da aggiungere al prezzo del biglietto di ingresso al Museo. I possessori di Royal Card, Torino Piemonte Card e della tessera Abbonamento Musei pagheranno solo 4 euro a persona per la visita guidata
Per informazioni www.museorisorgimentotorino.it
g. m.

A beautiful day – Drammatico. Regia di Lynne Ramsay, con Joaquin Phoenix e Judith Roberts. Un uomo nella cui mente trovano posto ricordi dolorosi, un passato di guerra, una infanzia di abusi, un figlio che si prende cura della madre anziana. Anche un sicario che entra nella vicenda sporca e infelice della figlioletta di un senatore, portata via per essere fatta sprofondare nel buio della prostituzione minorile. Con il viso dolente e con la robusta interpretazione di Phoenix premiato a Cannes quale migliore attore. Il film s’è anche aggiudicato il Palmarès per la migliore sceneggiatura. Durata 95 minuti. (Ambrosio sala 1, Uci)
Thanos (cattivissimo), che grazie al potere delle Gemme dell’Infinito vuole impadronirsi e distruggere circa la metà di questa nostra povera terra. Ecco che allora gli Avangers sentono la necessità di riunirsi e di chiedere pure l’aiuto dei Guardiani della Galassia, insomma tutti insieme appassionatamente per far fuori il fellone. Per la gioia di grandi e bambini ci sono proprio tutti nell’affollato pentolone, Capitan America e Spiderman, la Vedova Nera e Thor, Iron Man e Black Panter. Durata 149 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space anche 3D, Uci 3D)
Dopo la guerra – Drammatico. Regia di Annarita Zambrano, con Giuseppe Battiston e Barbora Bobulova. Presentato lo scorso anno a Cannes alla vetrina di Un certain regard, il film si riallaccia all’uccisione del giuslavorista Marco Biagi nella Bologna del 2002. Qui dell’omicidio di un professore universitario è accusato l’ex militante Marco, fuggito in Francia con la figlia grazie alla”dottrina Mitterand” e di cui lo stato italiano chiede l’estradizione. Intanto in Italia la madre, la sorella e il cognato sono al centro di sospetti e finiscono al centro dell’attenzione mediatica. Durata 95 minuti. (F.lli Marx sala Chico)
Eva – Drammatico. Regia di Benoît Jacquot, con Isabelle Huppert e Gaspard Ulliel. Bertrand è un giovane e promettente scrittore, ma il suo successo nasconde un terribile segreto. Quando incontra Eva, prostituta d’alto bordo con un passato altrettanto misterioso, decide di sedurla a ogni costo e usare la sua storia come ispirazione letterari, anche mettendo a rischio il fidanzamento con l’ingenua Caroline. Ma Eva non si lascia manipolare facilmente e trasvina presto Bertrand in una spirale di menzogne, violenza e tradimento. Durata 102 minuti. (Nazionale sala 1)
una città denominata Megasaki ha ordinato di rinchiudere in un isola deserta e adibita a discarica ogni cane esistente, causa un mistorioso virus che li colpirebbe tutti. Il motivo vero è poter fare affari alla faccia dei simpatici amici dell’uomo. Dovranno intervenire un bambino e la giovane giornalista in erba Tracy a svelare le reali mire del primo cittadino e di tutto quanto il governo. Orso d’argento a Berlino per la miglior regia. Durata 101 minuti. (Massaua, Massimo sala 1 anche V.O., Reposi, The Space, Uci)
Rampage – Furia animale – Fantasy. Regia di Brad Peyton, con Dwaune Johnson e Naomie Harris. Il primatologo Davis Okoye ha instaurato un forte rapporto con un intelligente gorilla albino di nome George che, per un esperimento genetico, si tramuta in un pericoloso e feroce animale, impossibile a governare. Con lui hanno subito la stessa mutazione un lupo e un coccodrillo, seminando vittime e distruzione in tutto il nord America: spetterà a Davis e a un ingegnere genetico trovare un antidoto. Durata 107 minuti. (The Space, Uci)
preparata a quelle temperature e soprattutto alla violenza che circola più o meno silenziosa in quei luoghi, per investigare sul ritrovamento del corpo martoriato di una ragazza scomparsa. Le dà sostegno e aiuto Cory, un navigato cacciatore impiegato a difendere il bestiame dagli attacchi dei predatori sempre in agguato, un animo tormentato, abbandonato dalla moglie dopo la scomparsa della figlia maggiore. Entrambi alla ricerca del colpevole, in un territorio dove ogni cosa sembra essere abbandonato alla violenza, in cui forse è necessario agire e rispondere esclusivamente con le sue stesse leggi. Dallo sceneggiatore di “Sicario” e “Hell or High Water”, terzo capitolo di una trilogia che ha affrontato il tema della frontiera americana oggi. Miglior regia a Un certain regard a Cannes lo scorso anno, grande successo al TFF. Durata 107 minuti. (Eliseo Blu)
Tonya – Drammatico. Regia di Craig Gillespie, con Margot Robbie, Sebastian Stan e Allison Janney. La storia della campionessa di pattinaggio artistico Tonya Harding, cresciuta tra i soprusi di una madre anaffettiva come quella disegnata dalla Janney, Oscar come migliore attrice non protagonista, sposata ad un uomo senza quattrini e parecchia violenza in corpo, lei gran temperamento focoso, grande carriera e grandi scandali. Come quello che la colpiì a metà degli anni Novanta, allorché la sua antagonistaNancy Kerrigan, alla vigilia dei campionati nazionali Usa, venne colpita alle gambe da un uomo, poi identificato, pronto a confessare di aver agito perché istruito e istigato dal marito della Harding. La creazione di un mito, la difficoltà a considerarla una donna e una campionessa in cui il pubblico non soltanto femminile si potesse riconoscere, il ritratto di un’America dove ognuno vuole emergere, in qualsiasi modo. Durata 121 minuti. (Greenwich sala 3)
L’attesa prima assoluta di Bach Dance Suites, per la regia e la coreografia di Virgilio Sieni, uno dei protagonisti della scena contemporanea europea, vede protagonisti il violoncello di Massimo Polidori, primo violoncello dell’Orchestra della Scala di Milano e Noemi Biancotti, Linda Pierucci, Jari Bordini e Maurizio Giunti della Compagnia Virgilio Sieni. La periferia dello spazio e l’attenzione ai valori sottili, tattili, nascosti del movimento, divengono i temi, insieme alla pietà, che agiscono le tre suites: atlante figurale e emozionale che mostra l’idea di marginalità, interstizio, raccoglimento, dimora, vuoto, accoglienza. L’appuntamento è per martedì 8 maggio alle ore 21 al Teatro Sociale di Pinerolo (piazza Vittorio Veneto, 24). La Stagione concertistica è stata realizzata con il contributo di Compagnia di San Paolo (maggior sostenitore), Regione Piemonte, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con il contributo e il patrocinio di Città di Pinerolo. Il nostro grazie va anche alla sempre preziosa sponsorizzazione di Galup e a quella tecnica di Piatino Pianoforti, Yamaha Musica Italia e Albergian.
collaborazione con Richard Chizman, ovvero il recentissimo La scatola dei bottoni di Gwendy.

Sabato 5 Maggio 2018, alle 21.00, nella sala dell’Oratorio di Azeglio (To) verrà prese

Gianni Oliva, nella prefazione ha scritto : “Quello di Marco Travaglini è un taccuino di viaggio pieno di partecipazione emotiva, attento a cogliere i luoghi, i personaggi, le storie individuali e collettive; ma ha anche scritto un libro pieno di spunti per riflettere sul presente, per comprendere che ogni crisi ha le sue specificità e, insieme, i suoi denominatori comuni. Un bel modo per fare ‘storia del passato’ facendo contemporaneamente ‘educazione al presente’”.







FINO AL 12 MAGGIO
marcatamente espressionista di visionaria e fantastica figurazione in cui possono leggersi- come s’è fatto – non poche assonanze con l’opera onirica di Odilon Redon o del “pittore delle maschere” James Ensor, la mostra di Monforte ripercorre un’avventura artistica che abbraccia mezzo secolo di attività pittorica di Lattes, dagli anni ’50 ai ’90, e documenta i diversi modi espressivi e i temi più ricorrenti e fortemente identificativi dell’artista torinese.
(esemplari “Il giro dei Serafin” e “Interno rosso”) la costruzione di un narrato sofferente incentrato sulle contraddizioni e sulle difficoltà del quotidiano, ma anche la ferma ribellione al senso comune (a tutti i costi) delle idee o alla compiaciuta volgarità e costrizione delle mode. “Lattes – acutamente scriveva Marco Vallora nel 2008, in occasione di una grande retrospettiva a lui dedicata presso l’Archivio di Stato di Torino – è sempre là dove non te lo attendi, anche tecnicamente”. Battitore libero. Eccentrico. Malinconico e ironico. Visionario e fin troppo realista nella crudezza delle immagini e della parola. Oltre ogni gabbia. Fuori d’ogni schema. O categoria. O movimento.