CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 730

Una mostra d’arte in volo

ll concorso, curato dall’Associazione Quasi Quadro e finalizzato alla valorizzazione dell’arte contemporanea, offre ai finalisti per la prima volta la possibilità di esporre le opere in una location unica, la mongolfiera frenata di Borgo Dora. Dal 25 maggio al 17 giugno

 

 

L’Associazione Quasi Quadro presenta la prima edizione del concorso internazionale d’arte contemporanea sopra il cielo di Torino: Air Land 1.0.Finalizzata alla promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea, la manifestazione offre per la prima volta la possibilità di esporre opere d’arte in una location unica al mondo: il Turin Eye, il pallone aerostatico torinese sospeso a 150 metri da terra, che con i suoi 23 metri di diametro è il più grande del mondo.Il tema scelto per quest’anno è “Lo spazio/il vuoto sotto e sopra di noi” che richiama la vertiginosa sensazione generata dal contesto inedito, capace di attivare nuove forme e modalità creative. La prima edizione del concorso ha visto la partecipazione di oltre cinquanta artisti di diversa provenienza e disciplina. Una Giuria multidisciplinare ha selezionato i 7 finalisti del concorso e dato 3 menzioni speciali; tra di loro al primo classificato sarà riservata la mostra personale a cura di Associazione Quasi Quadro. Gli artisti selezionati della prima edizione del concorso Air Land sono Michele Battistuzzi, Carmela Cosco, Andrea Di Lorenzo, Leo Gilardi, Bahar HeidarzadeLui MedinaSophie MuhlmannUriel Schmid-Tellez,Mauro Tozzi, Lishou Xu.L’esposizione dei loro lavori sarà fruibile sia in volo che a terra sul pallone aerostatico dal 25 maggio al 17 giugno. Air Land 1.0 è stato realizzato grazie alla collaborazione con Turin Eye, ottenendo il Patrocinio della Città di Torino ed è stato inserito nel Festival di Fotografi-a-Torino (Fo.To). Il Turin Eye è gestito da Soluzioni Artistiche, società no profit che collabora con professionisti dello spettacolo attivi da più di 10 anni, con un’esperienza maturata a tutto tondo sia in ambito artistico sia nella fornitura di servizi tecnici.

AIR LAND 1.0 25 maggio – 17 giugno 2018

Luogo dell’evento:

Turin Eye

piazza Borgo Dora, 1 – 10152 Torino

(c/o Giardino Card. Pellegrino)

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

A beautiful day – Drammatico. Regia di Lynne Ramsay, con Joaquin Phoenix e Judith Roberts. Un uomo nella cui mente trovano posto ricordi dolorosi, un passato di guerra, una infanzia di abusi, un figlio che si prende cura della madre anziana. Anche un sicario che entra nella vicenda sporca e infelice della figlioletta di un senatore, portata via per essere fatta sprofondare nel buio della prostituzione minorile. Con il viso dolente e con la robusta interpretazione di Phoenix premiato a Cannes quale migliore attore. Il film s’è anche aggiudicato il Palmarès per la migliore sceneggiatura. Durata 95 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

Abracadabra – Commedia. Regia di Pablo Berger, con Maribel Verdù, Antonio De La Torre e José Mota. Carmen vive alla periferia di Madrid con suo marito Carlos. È una casalinga devota alla famiglia, mentre lui è un operaio edile e tifoso di calcio, che vive per il Real Madrid. Un giorno, a un matrimonio, il cugino di Carmen, ipnotizzatore amatoriale, dà una dimostrazione. A Carlos. La mattina dopo l’uomo comincia a comportarsi in modo strano, qualcosa è andato storto e adesso è posseduto da uno spirito. Mentre i due cugini cercano di riportarlo alla normalità, Carmen si sente attratta dal suo “nuovo” marito. Durata 96 minuti. (Classico)

 

Al massimo ribasso – Drammatico. Regia di Riccardo Iacopino con Viola Santoretto, Matteo Carlomagno e Alberto Barbi. Diego vive tra i segreti industriali grazie ai quali aziende mafiose vincono gli appalti, tra corruzione e malavita e colletti inamidati, una giovane infermiera, Anita, cerca di rifarsi una vita. Un giorno le loro vite si incrociano. Girato a Torino. Durata 100 minuti. (F.lli Marx sala Chico)

 

Arrivano i prof – Commedia. Regia di Ivan Silvestrini, con Claudio Bisio, Maurizio Nichetti e Lino Guanciale. Il liceo si può gloriare di essere il peggiore liceo della nazione: ecco che allora il preside accetta la proposta del provveditore e assume i peggiori insegnanti, nella sfida che dove i migliori hanno fallito, siano i peggiori a ottenere dei risultati. Arrivano sette insegnanti, uno peggio dell’altro, con i loro metodi precisi ma sgangherati, con il loro modo di insegnare bel oltre le righe. Ma per i ragazzi cambierà qualcosa. Durata 100 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

Avengers: Infinity War – Fantasy. Regia di Anthony e Joe Russo, con Chris Evans, Robert Downing jr, Zoe Saldana e Chris Pratt. Contro gli eroi (buoni) di Marvel nell’ultimo episodio della saga c’è Thanos (cattivissimo), che grazie al potere delle Gemme dell’Infinito vuole impadronirsi e distruggere circa la metà di questa nostra povera terra. Ecco che allora gli Avangers sentono la necessità di riunirsi e di chiedere pure l’aiuto dei Guardiani della Galassia, insomma tutti insieme appassionatamente per far fuori il fellone. Per la gioia di grandi e bambini ci sono proprio tutti nell’affollato pentolone, Capitan America e Spiderman, la Vedova Nera e Thor, Iron Man e Black Panter. Durata 149 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Benvenuto in Germania – Commedia. Regia di Simon Verhoeven, con Senta Berger, Heiner Lauterbach e Florian David Fitz. Un’insegnante di tedesco da poco andata in pensione, due figli ormai adulti, un marito chirurgo ortopedico, un gatto. Un giorno decide di ospitare un rifugiato in cerca di una nuova patria e di un po’ di fortuna: nemmeno a dirlo, il nuovo arrivo metterà a dura prova la vita all’interno della casa, la coabitazione, le giornate, il matrimonio dei due padroni di casa. Durata 116 minuti. (F.lli Marx sala Chico)

 

La casa sul mare – Drammatico. Regia di Robert Guédiguian, con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darrousin, Anaïs Demoustier e Jacques Boudet. Una casa affacciata sul mare, poco fuori Marsiglia, due fratelli con la sorella vi si ritrovano all’indomani dell’ictus che ha colpito il padre anziano. Uno è un ex sindacalista, aspirante scrittore, con una fidanzata al seguito che ha la metà dei suoi anni, l’altro è rimasto ad abitare nella casa per far andare avanti la trattoria di famiglia, lei è un attrice, trasferita a Parigi per inseguire la sua carriera e lasciarsi alle spalle la perdita della figlia. Altre persone circolano attorno a loro, tutti a fare i conti, un bilancio tra ideali ed emozioni, tra aspirazioni e nostalgie, con un passato più o meno recente, a guardare il piccolo paese che ormai si è svuotato, lasciando le vecchie case agli speculatori, a parlare di politica, tra Macron e Le Pen, a guardare ai figli, anch’essi confusi. Un piccolo gruppo di giovanissimi profughi, senza genitori, obbligherà con il loro arrivo quelle scelte che tutti quanti gli abitanti della “villa” (questo il titolo originale del film), dovranno affrontare. Un film che per buona parte segue un filo di ricordi e di eventuali costruzioni, che comincia inspiegabilmente a sfilacciarsi con un doppio suicidio, che nel finale s’inventa il ritrovamento dei ragazzini venuti dal mare per cogliere senza necessità un racconto dell’oggi che viviamo. Senz’altro ci si aspettava di più. Durata 107 minuti. (Eliseo Rosso)

 

Cosa dirà la gente – Drammatico. Regia di Iram Haq, con Maria Mozhdah. La sedicenne Nisha vive una doppia vita. A casa, in famiglia, è la perfetta figlia pachistana, ma quando esce con gli amici è una normale adolescente norvegese. Quando però il padre sorprende Nisha in intimità con il suo ragazzo, i due mondi della ragazza entrano violentemente in collisione: i suoi stessi genitori la rapiscono per portarla in casa di alcuni parenti in Pachistan. Lì, in un paese in cui non è mai stata prima, Nisha è costretta ad adattarsi alla cultura di suo padre e di sua madre. Durata 106 minuti. (Romano sala 1)

 

Deadpool 2 – Fantasy. Regia di David Leitch, con Ryan Reynolds e Josh Brolin. Ancora i campioni della Marvel, eroismi divertimento e ritmo arrivati al secondo capitolo e successo assicurato. L’ex mercenario Wade si batte contro il cattivo che ha il viso di Brolin, prendendo le difese di Russell, giovane mutante, ribelle alle autorità. Lotte, cattura, prigionia e nuova libertà in un percorso obbligato che dà il via ad un finale da fuochi d’artificio e con una nuova storia già in preparazione. Durata 111 minuti. (Massaua, Greenwich sala 2, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche V.O.)

 

Dogman – Drammatico. Regia di Matteo Garrone, con Marcello Fonte e Edoardo Pesce. Il regista dell”Imbalsamatore” riscrive a modo suo la vicenda del “canaro”, fatto e fattaccio di cronaca nella Roma degli anni Ottanta, reinventando la figura di Marcello, separato dalla moglie, con una bambina, che vive le sue giornate con il suo mestiere di toelettatore di cani e le angherie del bullo del quartiere. Nell’immagine plumbea della periferia romana, tra case fatiscenti, pozzanghere d’acqua che sembrano invadere perennemente i prati e quelle che qualcuno chiama strade, i soliti incontri all’unico bar, vite all’insegna dell’arte d’arrangiarsi, Marcello è l’uomo mite, insignificante e amico di tutti, tuttavia ricacciato allorché nonostante l’anno di carcere continua a tacere sull’ultima “impresa” del violento Simone. Ma la mitezza nasconde la rivincita, la necessità di dire basta, la ferocia. In questo mondo pasoliniano, dove rispunta un neorealismo caro a De Sica, con i vinti in cerca di riscatto, tutto rimane sospeso, nella stessa solitudine. Una storia che Garrone racconta con precise cadenze, con un ritmo doloroso di inevitabile caduta agli inferi, dove gli unici sprazzi di luce sono gli incontri tra Marcello e la figlia, le loro gite al mare, le immersioni nel blu profondo. In concorso al festival di Cannes, applauditissimo, ha consegnato al protagonista Marcello Fonte il Palmarès per la migliore interpretazione maschile. Durata 102 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Grande, Lux sala 1, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

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Escobar – Il fascino del male – Drammatico. Regia di Fernando Leon de Aranoa, con Penelope Cruz e Javier Bardem. Tratto dal libro che Virginia Vallejo, volto un tempo noto della tivù colombiana e oggi donna sotto protezione negli Stati Uniti, ha scritto intorno alla sua relazione con il gran capo della droga tra il 1981 e il 1987, è il resoconto di quegli anni, da un lato l’amante gentile e affascinante, dall’altro il mandante delle uccisioni di magistrati e poliziotti, di politici e di avversari, al fine di una scalata sempre più completa. Durata 105 minuti. (Greenwich sala 3, The Space, Uci)

 

Famiglia allargata – Commedia. Regia di Emmanuel Gillibert, con Louise Bourgoin e Arnaud Ducret. Due vite, due mondi lontanissimi tra loro, che un giorno s’incontrano. Da un lato Antoine, arrivato ormai ai quaranta, tuttora single, eterno ragazzo senza alcuna voglia di crescere e dall’altro Jeanne, i figli al culmine dei suoi pensieri, un’esistenza a crescerli tutta sola: ma lei ha ancora voglia di tanto amore. Durata 105 minuti. (The Space, Uci)

 

Game Night: indovina chi muore stasera? – Commedia drammatica. Regia di John Francis Daley e Jonathan Goldstein, con Rachel McAdams e Jason Bateman. Ogni settimana Annie e Max amano inventare giochi di vario genere per divertire se stessi e gli amici. Il fratello di Max inventa un inaspettato gioco con un rapito, che è il padrone di casa, chi dovrebbe trovarlo e liberarlo: è una finzione o non piuttosto una ingombrante realtà? Durata 100 minuti. (Uci)

 

Hotel Gagarin – Commedia. Regia di Simone Spada, con Giuseppe Battiston, Barbora Bobulova, Claudio Amendola e Luca Argentero. Per accaparrarsi i fondi europei, un piccolo produttore s’inventa un film che non si girerà mai. E fugge, dopo aver lasciato la sua troupe, un variopinto gruppo di persone traballante e piene di speranza, a bocca asciutta. Si ritrovano tutti quanti in Armenia, in un’atmosfera non del tutto tranquilla, chiusi nell’hotel che dà il titolo al film. Da leggersi forse come il ritratto forse troppe volte frequentato del cinema italiano, avventuroso e pressapochista: ma sempiterno. Durata 93 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Groucho)

 

L’isola dei cani – Animazione. Regia di Wes Anderson. In un Giappone di epoca futura, il sindaco di una città denominata Megasaki ha ordinato di rinchiudere in un isola deserta e adibita a discarica ogni cane esistente, causa un mistorioso virus che li colpirebbe tutti. Il motivo vero è poter fare affari alla faccia dei simpatici amici dell’uomo. Dovranno intervenire un bambino e la giovane giornalista in erba Tracy a svelare le reali mire del primo cittadino e di tutto quanto il governo. Orso d’argento a Berlino per la miglior regia. Durata 101 minuti. (Reposi, Uci)

 

Loro 1 – Commedia. Regia di Paolo Sorrentino, con Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Anna Bonaiuto, Riccardo Scamarcio, Fabrizio Bentivoglio e Kasia Smutniak. “Loro” sono quelli che in forma di gran baraccone con reminiscenze felliniane gravitano nell’universo berlusconiano, vero? tutto falso? opportunamente e malvagiamente esagerato?, uomini e donne in cerca di affermazione, non importa come, importa il quando, subito!, il ragazzo del sud (leggi Tarantini) che recluta ragazze e droga, gli affari poco puliti, gli amici e i nemici, il potere a ogni costo, la politica e i contratti con gli Italiani, le ville e le feste, la volgarità, il rapporto con Veronica: questo e molto altro nel primo capitolo di una vicenda che tutti abbiamo attraversato e che stiamo ancora attraversando. Comunque: primo, un film di cui non si sentiva assolutamente la necessità; secondo, piuttosto deludente, con quella prima parte dove impera il pur bravo Scamarcio, con le sue festicciole e le sue assatanate. Poi Servillo truccatissimo (ma si poteva fare di meglio), che ammaestra il nipotino e fa gli occhi dolci a Veronica, e allora il film ha qualche tocco d’ala. Ma sono davvero pochi. Durata 106 minuti. (Greenwich sala 1, Reposi, Uci)

 

 fotografo: Gianni Fiorito

Loro 2 – Commedia. Regia di Paolo Sorrentino. Il lato umano, a tratti godereccio, a tratti disperato, del ex premier, tutti i riferimenti agli inverni del nostro scontento e alle cronache quotidiane, il matrimonio andato a pezzi, le olgettine e i festini, le biondine più che appetitose e disponibili, l’entourage in cerchia di soldi e di celebrità, le piscine, la gran folla. E poi l’ambiguità, il potere. Tutto con gli occhi dell’autore della “Grande bellezza”. Con la scusa che la seconda parte del film era in uscita in Italia, niente concorso a Cannes, così decretò Thierry Frémaux: ma visto che l’accoppiata – in numero uno e il numero due – ci guadagnerebbe, e Dio solo sa quanto!, non si sarebbe potuto sfrondare e farlo in qualche modo sulla Croisette? Durata 100 minuti. (Ambrosio sala 1, Due Giardini sala Ombrerosse, Eliseo Blu, F.lli Marx sala Harpo, Ideal, Lux sala 3, Reposi, Romano sala 3, The Space, Uci)

 

La mélodie – Drammatico. Regia di Rachid Hami, con Kad Merad, Jean-Luc Vincent e Samir Guesmi. Simon è un famoso musicista ormai disilluso, arriva in una scuola alle porte di Parigi per dare lezioni di violino. I suoi metodi d’insegnamento piuttosto rigidi non facilitano i rapporti con gli allievi problematici. Tra di loro c’è Arnold, un timido studente affascinato dal violino che scopre di avere una forte predisposizione per lo strumento. Grazie al talento di Arnold, Simon riscopre a poco a poco le gioie della musica. Riuscirà a ritrovare l’energia necessaria per superare gli ostacoli e mantenere la promessa di portare i bambini a suonare alla Filarmonica di Parigi?Durata 102 minuti. (Eliseo Rosso)

 

Mektoub, my love – Canto Uno – Commedia drammatica. Regia di Abdellatif Kechiche, con Ophélie Bau e Shaïn Boumedine. Sulla costa sud della Francia, dalle parti di Sète, cin una vena decisamente autobiografica, l’adolescenza di Amin, franco-tunisino, negli anni che non hanno ancora concepito al loro interno l’integralismo, le velleità e i sogni di sceneggiatore futuro, le sue vacanze estive e i nuovi rapporti con la famiglia e con gli amici, le immagini del tutto svelate, i corpi femminili e i primissimi piani, l’erotismo immediato, il sole e la luce, gli sguardi insistiti sugli amplessi, la sensualità che prepotente serpeggia lungo tutto il film. Durata 176 minuti. (Massimo sala 1, Massimo sala2 V.O., Reposi)

 

Montparnasse singolare femminile – Commedia. Regia di Léonor Serraille, con Laetitia Dosch e Grégoire Monsaingeon. Un gatto sotto il braccio, tante porte sbattute in faccia, neanche il becco di un quattrino in tasca: questa è Paula, trentunenne, di ritorno a Parigi, dopo una lunga assenza in Messico, con la sorpresa che il suo ex, il fotografo Joachim, con cui ha condiviso dieci anni di vita, non ne vuole più sapere di lei,. Incuriosita dalle tante persone che incontra, tra lavori precari e piccoli guai, ha una sola certezza: ricominciare daccapo, sempre con entusiasmo e allegria, reinventandosi una nuova vita. Durata 97 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Parigi a piedi nudi – Commedia. Diretto e interpretato da Fiona Gordon e Dominique Abel, con Emmanuelle Riva. Attori e autori pressoché sconosciuti da noi, lei canadese e lui belga, descrivono per lo scherma l’avventura di lei, bibliotecaria in un piccolo e sperduto paesino del suo grande e a tratti “inospitale” paese, “scesa giù” a Parigi alla ricerca della vecchia zia Marta. Che non si trova, è scomparsa!, con tutto quel che ne può derivare ad una sprovvedutissima straniera nella tentacolare ville lumière. Quando non cade nella Senna, incontra Dom, un fior fiore di clochard, gentile e ammodo, che è anche capace di innamorarsi di lei e di inseguirla per i boulevards e per le piccole stradine. Divertimento e gag a volontà. Durata 84 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Show Dogs – Avventura. Regia di Raja Gosnell. C’è un umano, Frank, e c’è un rottweiler, Max (cui dà voce Giampaolo Morelli), agenti Fbi, entrambi decisi a far luce sul rapimento di un cucciolo panda. Una squadra di doppiatori all’opera, da Barbara D’Urso a Cristiano MalGioglio, da Lino Guanciale a Nino Frassica, da Marco Bocci a Francesca Neri ad Ale e Franz. Durata 92 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

Solo – A Star Wars Story – Fantascienza. Regia di Ron Howard, con con Alden Ehrenreich, Donald Glover, Paul Bettany e Woody Harrelson. La giovinezza di Han Solo, del personaggio che abbiamo conosciuto con Harrison Ford, dei suoi primi passi attraverso la Galassia, già in compagnia di Chewbecca e con gli insegnamenti, dal furto alla truffa, del criminale di nome Beckett. Con questi Solo dà il via alla propria fortuna, la prima battaglia sarà con il giocatore d’azzardo Calrissian. Durata 135 minuti. (Massaua, Ideal,Kux sala 2, Reposi, The Space anche V. 3D, Uci anche V.O.)

25 anni di Lingotto Musica

All’Hotel NH Lingotto il neoeletto Presidente Giuseppe Proto  e il Direttore Artistico Francesca Gentile Camerana hanno presentato la stagione 2018-2019 di Lingotto Musica.

 

La stagione di concerti 2018-2019 di Lingotto Musica segna l’ingresso nel  venticinquesimo anno di vita dell’Auditorium «Giovanni Agnelli» di Torino e con esso il venticinquesimo anno della rassegna dei  Concerti del Lingotto. In questo quarto di secolo l’Associazione ha inserito nella propria programmazione oltre 300 concerti che hanno visto la partecipazione delle massime formazioni e dei più celebri direttori e solisti presenti sulla scena mondiale (vd. elenco allegato), raggiungendo circa 400.000 spettatori complessivi e conquistando un bacino stabile di circa 1200 abbonati. Come di consueto la stagione si articola in  nove appuntamenti che si svolgono presso l’ Auditorium «Giovanni Agnelli» di Torino (Via Nizza 280) con inizio alle 20.30. Si inaugura giovedì 11 ottobre 2018 con l’esordio di  Frieder Bernius e della  Hofkapelle Stuttgart interpreti della  Missa Solemnis di Beethoven, capolavoro per la prima volta presente nella programmazione di Lingotto Musica; si chiude giovedì 2 maggio 2019 con l’atteso ritorno dei  Berliner Philharmoniker, diretti da  Daniel Harding, per celebrare, venticinque anni dopo, il memorabile concerto della formazione tedesca, allora diretta da Claudio Abbado, che battezzò la nascita della rassegna. Nove grandi formazioni e molti direttori e solisti d’eccezione per una nuova stagione di concerti che spazia da Vivaldi a Britten, con una particolare attenzione al grande repertorio per violino e orchestra con i Concerti di Čajkovskij, Mendelssohn, Mozart e le Quattro stagioni di Vivaldi.  Tra i tratti distintivi della stagione spiccano inoltre i ritorni dei  12 Violoncellisti dei Berliner Philharmoniker, della Mahler Chamber Orchestra per la prima volta con il violinista e direttore  Pekka Kuusisto, della  Kremerata Baltica con  Gidon Kremer e  Mario Brunello. Esordiscono inoltre al Lingotto  il violinista  Leonidas Kavakos, solista e direttore sul podio della  Chamber Orchestra of Europe, la  Kammerakademie Potsdam diretta dal torinese  Antonello Manacorda, la  Gürzenich-Orchester Köln e  François-Xavier Roth, nonché l’ensemble barocco  Forma Antiqva insieme al suo direttore  Aarón Zapico. Oltre ai già citati, arricchiscono il cartellone la violinista  Isabelle Faust e il violoncellista  Maximilian Hornung, senza dimenticare il cast vocale della  Missa Solemnis costituito da Johanna Winkel,  Sophie Harmsen,  Sebastian Kohlhepp e  Arttu KatajaLa campagna  abbonamenti prende il via il 4 giugno per i rinnovi e il 3 luglio per le nuove adesioni, e si protrae fino al 7 ottobre; i prezzi degli abbonamenti restano invariati e  sono compresi tra i 190 e i 425 euro, mentre i biglietti per i singoli concerti variano da 20 a 54 euro, ad eccezione del concerto dei Berliner Philharmoniker con biglietti in vendita, da marzo in avanti, a prezzi compresi tra 55 e 150 euro. Prezzi speciali invece per i giovani al di sotto dei trent’anni, con abbonamenti a 83 euro e biglietti dei singoli concerti a 13 euro. Si rinnova inoltre l’accordo con il Teatro Stabile con prezzi scontati sull’acquisto dei biglietti dei singoli appuntamenti per i reciproci pubblici.  Come in passato la stagione vede inoltre Lingotto Musica impegnata sul fronte della formazione del pubblico e della divulgazione con 2  conferenze introduttive ai concerti tenute da  Giorgio Pestelli e  Antonio Rostagno, nonché un eccezionale incontro con il direttore d’orchestra Antonello Manacorda e il giornalista  Alberto Mattioli che insieme presenteranno il concerto del 26 marzo 2019.

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Parallelamente a  I Concerti del Lingotto prosegue  Lingotto Giovani, la rassegna cameristica composta da sei concerti dedicati ai migliori talenti emersi negli ultimi anni nei concorsi internazionali più prestigiosi, all’interno della quale quest’anno svetta il recital del pianista croato  Ivan Krpan, recente vincitore dell’edizione 2017 del Concorso Pianistico «Ferruccio Busoni» di Bolzano e interprete di musiche di Beethoven e Liszt. Il cartellone si completa con  Alexander Gadjiev (Premio Venezia 2015) e  Zoltán Fejérvári (Borletti Buitoni Trust Fellowship nel 2016 e Concours Musical International de Montréal nel 2017) per altri due recital pianistici, e le formazioni da camera  Trio Gaon (Premio Trio di Trieste 2017),  Trio Marinucci – Cardelli – Magnani (è andato a Maura Marinucci il Premio Giubergia 2016) e il Duo formato dalla violinista  Suyeong Kang e il violoncellista  Paolo Bonomini, vincitore del Bach-Wettbewerb di Lipsia nel 2016. Grazie al rinnovato accordo con l’Università di Torino tutti i concerti della rassegna saranno preceduti da una guida all’ascolto a cura dei migliori studenti del corso di laurea in DAMS. I prezzi variano dai 5 ai 10 euro, ma l’ingresso è come sempre gratuito per gli abbonati dei Concerti del Lingotto, le scuole e i possessori di Pass60. I concerti si svolgono presso la Sala 500 del Lingotto con inizio alle 20.30.  Legata alla programmazione concertistica, Lingotto Musica ripropone inoltre l’iniziativa intitolata  Scrivere di musica dal vivo, un  concorso a premi di critica musicale destinato al pubblico di età compresa tra i 14 e i 26 anni, finalizzato a stimolare nei giovani la riflessione sull’ascolto di musica d’arte dal vivo.  Sul versante “educational” si rinnovano i cicli di incontri dedicati agli studenti e intitolati  Lingotto per le scuole. Nell’arco di tre giornate, tra gennaio e febbraio,  Antonio Rostagno, docente presso La Sapienza Università di Roma, inquadrerà la figura di Igor Stravinskij e il periodo delle Avanguardie Storiche con appuntamenti, pensati per i ragazzi delle scuole superiori ma aperti a tutti gli appassionati, che si svolgono in Sala Londra alle 11. Per la prima volta, inoltre, l’Associazione entra nelle scuole elementari con l’iniziativa  Ogni canto vale: in occasione del Carnevale Lingotto Musica proporrà di accogliere la musica nelle classi, dove esperti maestri di coro aiuteranno i bambini a (tra)vestirla con il suono delle loro voci e preparare un concerto finale, in programma in Sala Cinquecento il 26 febbraio 2019, insieme ai  Piccoli Cantori di Torino diretti da  Carlo Pavese

Per finire, un’inedita collaborazione con la De Sono Associazione con la Musica porterà tra ottobre e dicembre sul palco dell’Auditorium Antonio Vivaldi di Torino i migliori allievi delle masterclass per strumentisti ad arco organizzate dall’Associazione torinese e tenute da Alessandro Moccia (violino), Simone Briatore (viola) e Thomas Demenga (violoncello). Una mini rassegna di due concerti intitolati  (as)saggi musicali, per sottolineare l’aderenza dell’iniziativa al mondo della didattica, la natura breve degli appuntamenti (2 concerti di soli 45 minuti senza intervallo), senza dimenticare i prodotti che per l’occasione saranno gentilmente offerti dagli sponsor dell’Associazione che operano nel settore food & beverage. 

Il Premio Calvino a Filippo Tapparelli

 

 Filippo Tapparelli è il vincitore della XXXI edizione del Premio Italo Calvino con il romanzo L’inverno di Giona. Una prima menzione speciale della Giuria va ad Adil Bellafqih, per Il Grande Vuoto, e una seconda menzione a Riccardo Luraschi, per Il Faraone. La “speciale menzione Treccani” è stata assegnata a Giulio Nardo, per Sinfonia delle nuvole

 

Il romanzo vincitore e le menzioni speciali sono stati proclamati martedì 22 maggio al Circolo dei lettori di Torino dai giurati Teresa Ciabatti, Luca Doninelli, Maria Teresa Giaveri, Vanni Santoni e Mariapia Veladiano, e da Massimo Bray, Direttore generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana.

 

La Giuria ha deciso di assegnare il Premio a L’inverno di Giona di Filippo Tapparelli «per la sua grande forza visionaria: nel testo, con stile rarefatto, un allucinato mondo mentale si trasforma in un mondo fisico insieme minuziosamente reale e sottilmente simbolico. Un potente e struggente giallo analitico in cui la verità si sfrangia in tanti rivoli, toccando i temi della colpa, del castigo, del bisogno umano di riconoscimento.»

 

Queste, invece, le motivazioni delle due menzioni speciali della Giuria:

 

La prima, a Il Grande Vuoto di Adil Bellafqih, «per l’originale capacità di mescolare tra loro generi diversi come il noir e la distopia, con un suggestivo uso di cliché e di citazioni provenienti da un immaginario visivo squisitamente contemporaneo. E, in modo obliquo, il romanzo e il suo giovane autore gettano sull’oggi un perturbante e pungente sguardo radicale.»  

La seconda, a Il Faraone di Riccardo Luraschi, «un’estesa e impeccabile costruzione narrativa chiaramente ispirata alle vicende italiane degli ultimi venticinque anni e al loro ancora non tramontato protagonista. La non facile materia è affrontata in un’inedita prospettiva, con un’eccellente scrittura dall’amplissima e perfettamente dominata tastiera di registri e di lessici.»

La speciale menzione Treccani è stata assegnata a Sinfonia delle nuvole di Giulio Nardo «per la capacità di trovare nella linearità e nella precisione una personale cifra di libertà, attraverso l’adozione di una lingua che piegandosi allo svolgersi del racconto, lontana dalla tentazione di virtuosismi ma allo stesso tempo mai placida, rimane creativa e imprevedibile, capace, attraverso un’accorta differenziazione dei registri lessicali, di portare il lettore dentro il romanzo accompagnandone la lettura in un equilibrio dinamico fra trama e parola.»

 

Filippo Tapparelli (1974, Verona), ha studiato letteratura inglese e russa presso l’Università di Verona. È impiegato in un’azienda metalmeccanica veneta. Ha letto molto e non ha frequentato scuole di scrittura. Per il suo romanzo si è ispirato ai paesaggi montani a lui familiari della Lessinia e all’umanità di Castiglione delle Stiviere. Ammira Carver e ha pubblicato in antologie vari racconti di psicologia noir.

 

Adil Bellafqih è nato nel 1991 a Sassuolo dove vive. Dopo un triennio concluso su Stephen King, ha da poco conseguito la laurea magistrale in Filosofia a Parma con una tesi sull’origine della pulsione creativa, ispirata a Nietzsche e a Jung. Già nostro finalista alla XXIX edizione con Baratro, ha pubblicato numerosi racconti partecipando a vari concorsi letterari. Ribadisce l’intenzione di voler vivere di scrittura.

 

Riccardo Luraschi (Piacenza, 1960), laureato in Scienze Politiche alla Statale di Milano, ha svolto per vent’anni attività di pubblicitario per “Il Sole 24ore”, grazie alla quale ha potuto conoscere da vicino il mondo aziendale italiano. Attualmente opera come freelance. Ha una lunga pratica di scrittura alle spalle, rimasta però sempre privata. Tra i suoi maestri Manzoni, Gadda, Parise, Arbasino.

 

Giulio Nardo è nato a Padova nel 1992. Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico, si è laureato in Filologia Moderna a Padova sulla lingua di Arrigo Boito. Non ha frequentato scuole di scrittura. Ha letto molto, soprattutto classici francesi e tedeschi. Sinfonia delle nuvole è in assoluto il suo primo romanzo. Nutre particolare interesse per il teatro per il quale ha scritto testi da quando aveva sedici anni che oggi, però, vuole dimenticare.

Il Premio Italo Calvino è stato fondato a Torino nel 1985, poco dopo la morte di Italo Calvino, per iniziativa di un gruppo di estimatori e di amici dello scrittore, tra cui Norberto Bobbio, Natalia Ginzburg, Lalla Romano, Cesare Segre, Massimo Mila. Ideatrice del Premio e sua animatrice e Presidente fino al 2010 è stata Delia Frigessi, studiosa della cultura italiana tra Ottocento e Novecento. Il Premio, giunto alla sua trentunesima edizione, segnala e premia opere prime inedite di narrativa.

 

 

Motivazioni della giuria sul sito del Premio (www.premiocalvino.it) e sul sito della rivista L’Indice dei Libri del Mese www.lindiceonline.com)

 

Le migrazioni tra De Amicis e Conrad

In scena al teatro Gobetti. Ai due estremi confini del bene e del male


“Cuore”. Questo il fil rouge che unisce i due estremi del viaggio, ai confini del bene ed a quelli del male, in scena dal 22 maggio al 10 giugno prossimo al teatro Gobetti, per la regia di Gabriele Vacis, nello spettacolo dal titolo “Cuore/Tenebra- Migrazioni tra De Amicis e Conrad”. L’adattamento drammaturgico è dello stesso regista Gabriele Vacis, i luminismi e lo stile di Roberto Tarasco, pedagogia dell’azione di Barbara Bonriposi. Vacis ha chiesto ad alcuni giovani attori di imparare a memoria alcune pagine del libro “Cuore”, dal quale sono stati estratti temi come l’appartenenza, la lealtà, l’amicizia, le grandi tematiche di sempre, elaborate in modo semplice ed elementare, come è stato capace di fare De Amicis. Questo spettacolo rappresenta una tappa di un percorso iniziato molto tempo fa, a partire da laboratori attivati dapprima con gli studenti, poi con gli immigrati, gli utenti dei servizi di salute mentale e persone di ogni tipo. Gabriele Vacis riesce a mettere in scena la nostra Italia vista dall’angolo di visuale degli immigrati che, da secoli, approdano sulle nostre terre, in un perfetto bilanciamento tra bene e male, quali estremi del sentire umano nei confronti del diverso. In scena attori di talento come Jurij Ferrini e Francesco Giorda, accanto agli studenti di sei classi di scuole superiori torinesi coinvolte, insieme a personalità intellettuali del calibro di Nicola Lagioia e Mauro Berruti, Aldo Cazzullo, Alessandro D’Avena, il giornalista Domenico Quirico, suor Giuliana Galli, l’attrice Lella Costa, il filosofo Maurizio Ferraris e Benedetta Tobagi. Nella serata per la critica di lunedì 21 maggio scorso è intervenuto come maestro il docente Mauro Berruti e gli allievi del libro Cuore erano i ragazzi della seconda liceo Artistico di Torino.

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il romanzo Cuore fu composto da De Amicis ed uscì, pubblicato dalla casa editrice Treves, il 17 ottobre 1886, ottenendo subito un notevole successo per la sua forte matrice pedagogica, capace di celebrare l’unione sociale ed i valori nazionali che erano emersi dal recente Risorgimento. De Amicis era uno scrittore già apprezzato per i suoi racconti, le inchieste giornalistiche ed i resoconti di viaggi. l libro risultò subito uno spaccato di una piccola Italia fatta di eroismo, piccoli sentimenti, amor di patria, rispetto per le istituzioni ed i genitori. Strutturato in forma di diario, ha per protagonista l’alunno Enrico Bottini, che annota quotidianamente i fatti salienti, i racconti mensili del maestro e gli insegnamenti morali dei genitori. Ne emergono figure memorabili, quali la maestrina dalla penna rossa, il perfido Franti, il generoso Garrone, il “piccolo scrivano fiorentino”, la “piccola vedetta lombarda” ed il “tamburino sardo”. “Cuore di tenebra” di Conrad, invece, è un romanzo a puntate che venne pubblicato nel 1899 sul “Blackwood’s Magazine”, risultando uno dei suoi lavori più profondi. Un romanzo che ha al centro antipodi ed essenzialità del mondo, che non può essere più simile e vicina. Si tratta di un racconto nel racconto, grande esempio di metanarrativita’, incentrato su di un lungo viaggio del passato verso l’Africa, effettuato da uno dei cinque membri dell’equipaggio, nell’attesa della marea propizia per partire. La storia raccontata da Conrad non è semplicemente un viaggio reale e storicamente delineato, con lo scopo preciso del commercio dell’avorio; riguarda il mistero che avvolge l’animo umano e diventa, così, un viaggio all’interno della coscienza, il percorso dell’uomo civilizzato che, allontanato dalla civiltà, scopre come nel fondo del suo animo egli sia più selvaggio ed istintivo che razionale, capace di dimostrarsi più crudele dei nativi, non ancora interessati dalla civilizzazione.

 

Mara Martellotta

Music Tales, la musica al servizio della gente

Racconti, curiosità ed eventi
Oggi su Youtube ho spulciato tra i brani  Hip Hop e tutte le sue derivazioni e sono rimasta colpita da un brano…quindi vorrei parlarvi di un certo Gil Scott – Heron. Figlio del dopoguerra USA con una madre libraia ed un padre di origine giamaicana, totalmente assente, che fu il primo giocatore nero del Celtic Glasgow, Gil crebbe con la nonna divorando libri e canzoni afroamericane, conobbe l’Africa declamata dei Last Poets ed un amico inseparabile durante i migliori anni della sua discografia: il polistrumentista Brian Jackson che suonava mentre Gil traduceva in canzoni le sue poesie su una America piena di difetti e razzismo, con un’ironia spesso incompresa. Gil ha flirtato con molti generi: sul, reggae, addirittura con l’acid jazz ed un bizzarro funk cosmico…ebbe successo appunto con The Bottle (che vi invito ad andare ad ascoltare) un brano per le discoteche di tutto il mondo. Prima della fine della sua vita, nell’anno di Barack Obama, il 2008, Richard Russel gli fece incidere un album testamento, tra l’altro bellissimo “I’m not here”.Tutti pensavano che sarebbe stata la “resurrezione”, che Gil avrebbe inciso gli ultimi suoi dischi come Johnny Cash a fine carriera, ma le sue dipendenze lo avevano troppo consumato ed un giorno a fine maggio del 2011 ci lasciò. Le vie del pre-rap sono infinite…un’altra perla tolta alla musica.
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Chiara De Carlo
Scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!  Filotea info & prenotazioni al numero 011.5212041
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Chiara vi segnala i tre eventi da lei scelti per la settimana…mancare sarebbe un sacrilegio!

Te lo spiego… al pianoforte

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Ultimo appuntamento  martedì 22 maggio ore 21

 

L’ultima data della rassegna musicale “Te lo spiego… al pianoforte”, prevista per giovedì 17 maggio, è stata spostata a martedì 22 maggio sempre alle ore 21. Il ciclo di incontri di quest’anno si conclude con un affaccio “Verso il Novecento”, secolo che aprirà la strada alle Avanguardie e alla totale rottura con i canoni del classicismo nonché del romanticismo. Il passaggio da un secolo a un altro verrà analizzato attraverso le opere francesi impressioniste / simboliste del pianismo di Debussy da un lato, e, dall’altro, tramite le sfociare verso il contemporaneo della Russia post-chopiniana nei lavori di Scriabin che si evolvono fino alla totale perdita della tonalità.

La serata è a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili in sala. “Te lo spiego… al pianoforte” – leggere e capire la musica classica “tra le righe”, è una rassegna a cura di Francesco de Giorgi, che indaga le forme musicali classiche, rendendole fruibili e appetibili anche ad un pubblico di non addetti ai lavori. L’Associazione Culturale Musicale salot|to|musica , attiva da più di tre anni su Torino, si occupa di eventi, corsi annuali, lezioni individuali e rassegne musicali a Torino e non solo, e da ormai due anni collabora regolarmente anche con la struttura di Luoghi Comuni Porta Palazzo, dove svolge la maggior parte dei suoi corsi (violino, flauto, oboe, pianoforte) , anche tramite la presenza dello strumento stesso. 

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La Residenza Temporanea Luoghi Comuni Porta Palazzo è un progetto di housing sociale realizzato dal Programma Housing della Compagnia di San Paolo in collaborazione con l’Ufficio Pio. La struttura mette a disposizione 27 alloggi (13 monolocali e 14 bilocali) ed è gestita da Cooperativa Sociale Esserci e Cooperativa sociale Giuliano Accomazzi.

 

Nell’immagine: San Giorgio alCrepuscolo, Claude-Monet

De André, reading-concerto contro le guerre

Nell’anno in cui si celebra la fine della Grande  Guerra  e nel giorno in cui si ricorda l’entrata in guerra dell’Italia Madian Orizzonti  – in collaborazione con l’azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino –  ha deciso di organizzare una serata contro i conflitti di ieri e di oggi con un reading concerto. La regia e le letture di Paolo Cerrato (primario dello Stroke Unit delle Molinette) la voce e la chitarra  del cantautore Eugenio Rodondi accompagneranno gli spettatori in questo viaggio nelle trincee con le canzoni e gli scritti di Fabrizio de Andrè. Appuntamento Giovedì 24 maggio alle  ore 20.45 nell’aula magna A.M. Dogliotti Ospedale Molinette   – Corso Bramante 88 Torino.  Ingresso libero, offerte a favore del Foyer Bethleém di Port au Prince ad Haiti dove Madian Orizzonti cura,  offre una casa e tre pasti al giorno  a 100 bambini disabili.  “Forse quel 24 maggio di cento e tre  anni fa il Piave mormorava davvero calmo e placido, come dice la celebre canzone degli alpini, ma ad attendere i soldati italiani e con loro tutto il Paese ci sarebbero stati  anni durissimi, di sofferenze e di privazioni. Nel 1918 dopo sarebbe arrivata una vittoria, ma sicuramente conseguita a caro prezzo. Molti di quei soldati che il 24 maggio 1915 attraversarono il Piave, nel novembre 1918 tornarono a casa trovandosi davanti un mondo diverso. Un mondo che tantissimi  non ebbero la fortuna di vedere”.

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Madian nasce nel 1979, quando due giovani camilliani, padre Adolfo Porro e padre Antonio Menegon arrivarono a Torino per cominciare una missione nel centro storico della città a fianco di poveri e anziani. I due confratelli, a cui nel tempo si aggiunse Padre Joaquim Cipriano, si dedicarono dapprima all’accoglienza dei senza fissa dimora, poi ad ospitare e crescere minori stranieri, intercettando e dando risposte ai concreti, e nel tempo mutevoli, bisogni della città. Oggi la comunità ospita e segue 50 malati italiani e stranieri, con la Onlus Madian Orizzonti sostiene progetti in ambito socio sanitario e gestisce presidi sanitari e centri di accoglienza per minori, disabili e malati a Haiti, in Kenia, Burkina Faso, India, Indonesia, Nepal, Armenia, Georgia, Camerun e Argentina e ha da pochi mesi aperto un centro di accoglienza diurno per persone senza fissa dimora nel centro di Torino.

Quando la danza dialoga con arti visive e musica

“Dance me to the end of love”. Il colore rosso dello slogan e la parola love in esso contenuta rappresentano il fil rouge del festival 2018 di TorinoDanza, per la prima volta diretto da Anna Cremonini, in programma dal 10 settembre al 1 dicembre prossimo a Torino, luogo privilegiato di incontro di stili coreografici ed artisti capaci di interpretare al meglio una rassegna dal respiro internazionale. La programmazione comprenderà 18 spettacoli, 34 rappresentazioni, 10 prime nazionali, 6 coproduzioni, 16 compagnie ospitate provenienti da otto nazioni diverse, tra cui Canada, Grecia, Belgio, Burkina Faso, Israele e Svezia, oltre all’Italia. TorinoDanza quest’anno vanta una significativa anteprima dal titolo “Betroffenheit”, in scena, nelle uniche date italiane, il 17 e 18 maggio alle Fonderie Limone di Moncalieri. Realizzato in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino ed il Teatro Nazionale, è stato creato dalla coreografa Crystal Pyte e dal drammaturgo ed attore Jonathon Young, entrambi canadesi. Perfetto esempio della fusione di danza e teatro, rappresenta il trait d’union tra la stagione teatrale dello Stabile di Torino e il festival TorinoDanza. L’inaugurazione del Festival sarà il 10 settembre prossimo al teatro Regio di Torino con una serata in cui verranno presentati due diversi spettacoli a firma Sidi Larbi Cherkaoui, dal titolo “Neotic” ed “Icon”, entrambi prodotti dal Corpo di Ballo dell’Opera della Città svedese di Goteborg, da anni protagonista nella realizzazione di uno dei repertori più interessanti a livello europeo. Neotic, come Icon realizzato con le scenografie dell’artista visivo inglese Antony Gormley, fonda il proprio disegno creativo su elementi aerei supportati da elementi scenici capaci di costruire affascinanti geometrie e forme. In Icon elementi di argilla costituiscono la scenografia e gli oggetti derivanti ancorano pesantemente al suolo forme e movimenti. Nei due spettacoli Sidi Larbi Cherkaoui si pone domande universali: in Icon l’interrigativo verte su come la società contemporanea avverta la necessità di crearsi miti sempre nuovi, vere e proprie ” icone”, per poi distruggerle e sostituirle; in Noetic ci si interroga sul rapporto tra scienza e coscienza, tra forme fisiche e forme mentali. I due spettacoli sono inseriti anche nel programma di Mito SettembreMusica.

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Uno spettacolo nato dalla collaborazione tra TorinoDanza, Mito SettembreMusica e Aterballetto, sarà quello intitolato “Bach Project”, in programma al teatro Carignano il 14 e 15 settembre prossimi, in cui la danza dialoga con la musica di Bach, proposta anche in versione elettronica. Il 17 settembre al teatro Carignano verrà rappresentato, per l’ideazione e la direzione artistica di Marinella Guatterini, “Erodiade-Fame di vento (1993-2017)”, ricostruzione di un’opera del ’93 nata dalla collaborazione tra Julie Ann Anzillotti e l’artista Alighiero Boetti. Il tema della contaminazione delle arti visive sarà al centro del pluripremiato lavoro ” The Great Tamer” di Dimitris Papaioannou, in programma alle Fonderie Limone a Moncalieri dal 20 al 22 settembre, cui si aggiungerà la video installazione “Inside”, che sarà presentata al pubblico nei nuovi spazi delle Ogr dal 20 al 30 settmbre prossimi. Il linguaggio di questo artista greco si pone all’intersezione tra teatro, danza ed arti visive, i suoi spettacoli propongonoi quadri visionari e rievocazioni capaci di trasportare lo spettatore in esperienze emotive e sensoriali uniche. Sempre alle Fonderie Limone a Moncalieri, dal 12 al 14 ottobre prossimi, approderà “Vertigine”, risultato di un anno di lavoro sui territori di montagna a Torino e Chambers, per dar vita al progetto Corpo Links Cluster, sostenuto dal programma europeo Alpi Latine Cooperazione Transfrontaliera, cui sono stati invitati artisti di diverse generazioni a raccontare il tema della montagna. Sarà Alain Platel a chiudere il Festival, alle Fonderie Limone a Moncalieri, il 30 novembre e 1 dicembre prossimo, con una coproduzione del Teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale, TorinoDanza e Aperto Festival/Fondazione i Teatri di Reggio Emilia. Si tratta dello spettacolo intitolato “Requiem pour L.”, realizzato in collaborazione con il compositore Fabrizio Cassol, una nuova riscrittura del Requiem di Mozart.

Mara Martellotta

ph Andrea Guermani

Il TorinoFilmLab vince il Grand Prix Nespresso

Festeggia 10 anni   con l’affermazione di “Diamantino”
 
 
Proprio nell’occasione del decimo anniversario del TorinoFilmLab, la Semaine de la Critique di Cannes ha regalato alla comunità TFL il miglior compleanno in cui potesse sperare: la Giuria presieduta dal regista norvegese Joachim Trier ha infatti deciso di onorare DIAMANTINO di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt con il premio principale, il Grand Prix Nespresso.
 
Il lungometraggio d’esordio della coppia di filmmaker nati negli Stati Uniti ha ottenuto un ottimo riscontro durante la première dello scorso venerdì. Il duo ha spiegato: “Volevamo fare una commedia romantica demenziale che giocasse con i conflitti della contemporaneità come il culto delle celebrità, l’ascesa dell’estrema destra e la crisi dei rifugiati.” 
 
Il film è stato sviluppato all’interno di FeatureLab 2013, il programma TFL per primi e secondi progetti di lungometraggi a un avanzato stadio di sviluppo. È il risultato di una coproduzione tra Les Films du Bélier (Francia), Maria & Mayer (Portogallo) e Syndrome Films (Brasile), ed è venduto internazionalmente da Charades.
 
Si tratta della terza volta in cinque anni in cui un film TFL ha ottenuto tale traguardo: Fabio Grassadonia & Antonio Piazza avevano già convinto la Giuria nel 2013 con il loro SALVO, mentre MIMOSAS di Oliver Laxe è stato premiato nel 2016. L’alumna TFL Jacqueline Lentzou ha inoltre ricevuto il premio per il Miglior Cortometraggio alla Settimana della Critica di quest’anno con il suo HECTOR MALOT – THE LAST DAY OF THE YEAR.
 
In questa stessa edizione del Festival di Cannes “Birds of Passage” – diretto dal duo colombiano composto da Ciro Guerra e Cristina Gallego – era stato scelto per aprire la Quinzaine des Réalisateurs
 
Il TorinoFilmLab è promosso dal Museo Nazionale del Cinema con il supporto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Piemonte, Città di Torino e il programma Creative Europe – MEDIA dell’Unione Europea, in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte.