CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 726

Oggi al cinema

Le trame dei film nei cinema di Torino / A cura di Elio Rabbione

 

america-pastor-filmAmerican Pastoral – Drammatico. Regia di Ewan McGregor, con Ewan McGregor, Jennifer Connelly e Dakota Fenning. Tratto dal romanzo di Philip Roth, è la storia di Seymour Levov, detto “lo svedese”, un uomo cui la vita ha regalato tutto, il successo non soltanto sportivo, una fortunata carriera come imprenditore, una moglie ex reginetta di bellezza, una famiglia di cui andare fieri. Il classico americano self-made man. Fino al giorno in cui questo mondo perfetto – siamo nel 1968 – scoppia e va in frantumi, allorché la figlia sedicenne, che appartiene ad un gruppo terroristico, fa esplodere un ufficio governativo procurando la morte di un uomo. Durata 108 minuti. (Centrale, anche V.O.)

 

I babysitter – Commedia. Regia di Giovanni Bognetti, con Diego Abatantuono, Francesco Mandelli e Paolo Ruffini. L’ex sceneggiatore di “Belli di papà” si cimenta adesso con la notte brava del giovane Andrea, cui un padre dai troppi impegni affida il proprio ragazzino piuttosto vivace. Ma che succede se la villa di famiglia si può prestare benissimo a fare da sfondo alla festa di compleanno di Andrea? Durata 90 minuti. (Uci)

Café Society – Commedia. Regia di Woody Allen, con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Steve allen woodyCarrell e Blake Lively. Bobby, trentenne neyworkese e rampollo di una squinternata famiglia ebraica, dove circolano pure componenti malavitosi, corre a Hollywood per entrare a servizio dello zio, apprezzato agente di divi e divette. Si innamorerà della giovane segretaria di studio. Ma c’è già un altro nel suo cuore e le cose inevitabilmente si ingarbuglieranno. Uno sguardo al vecchio cinema, gli amori, le battute di Woody a raffica, tutto secondo i canoni di un autore giunto bulimicamente al suo 47° film. Durata 97 minuti. (Romano sala 3)

 

Che vuoi che sia – Commedia. Diretto e interpretato da Edoardo Leo, con Anna Foglietta e Rocco Papaleo. Una coppia come tante nell’Italia di oggi, le difficoltà economiche non permettono la decisione di un figlio. L’ideona è di proporre al grande popolo della rete una raccolta fondi che venga a ricoprire le spese per un amplesso con la moglie. Grande successo dell’iniziativa: e poi? Durata 104 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Groucho, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Doctor Strange – Fantastico. Regia di Scott Derrickson, con Benedict Cumberbacht, Tilda Swinton e Mad Mikkelsen. Un medico newyorkese, all’apice del successo, vede compromessa la propria professione da un incidente d’auto, per cui la forza e l’abilità delle sue mani non sono più quelle di un tempo. In un antico monastero del Nepal, dove decide di recarsi, l’uomo di scienza convertito ad un ruolo del tutto mistico, fa il suo incontro con un Maestro, detto l’Antico, cui sta a cuore la protezione della Terra da forze negative. Alla nuova scuola prevarranno arti marziali e autocontrollo, per una lotta comune contro il Male. Un vecchio eroe dei fumetti Marvel rispolverato per l’occasione. Durata 115 minuti. (Ideal, Lux sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Fai bei sogni – Drammatico. Regia di Marco Bellocchio, con Valerio Mastandrea, Roberto Herlitzka, Piera Degli Esposti e Berenice Bejo. Dal bestseller di Massimo Gramellini, giornalista tra i più sogni-filmapprezzati in Italia, celebre per il suo “Buongiorno” lanciato dalla prima pagina della “Stampa”, volto televisivo del Circo Barnum firmato Fazio e oggi pure in autonomia (riempitiva da rimpicciolimento spazi). Un romanzo che è la perdita della madre da parte di un bambino di soli nove anni, una perdita che ha condizionato la vita di un uomo oltre i quarant’anni. Durata 134 minuti. (Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Lux sala 2, Massimo 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Frantz – Drammatico. Regia di François Ozon, con Pierre Niney e Paula Beer. All’origine un testo teatrale, cui seguì nel ’32 un film di Lubitsch; oggi l’autore di “8 donne e un mistero” e di “Potiche” riprende il tema sottolineando le pagine del pacifismo. In un piccolo villaggio della Germania appena uscita dalla Grande Guerra, il giovane Adrien si reca in visita alla famiglia del ragazzo del titolo per chiedere a tutti il perdono per la morte che lui stesso ha causato in guerra. Non ne ha il coraggio, ma la presenza della fidanzata del defunto (la Beer è stata premiata a Venezia con il “Mastroianni” per questa interpretazione) lo spingerà verso una confessione: spetterà ad Anna accettare o no un nuovo futuro. Anche un omaggio all’antico bianco e nero. Eccellente la prova degli attori, ma sono soprattutto la delicatezza e l’esattezza che Ozon mette in ogni momento della storia a incantare. Durata 113 minuti. (Romano sala 3)

 

genius-filmGenius – Drammatico. Regia di Michael Grandage, con Colin Firth, Jude Law, Laura Linney e Nicole Kidman. Nella New York della fine degli anni Venti, l’incontro e l’amicizia tra lo scrittore Thomas Wolfe e l’editor Maxwell Perkins, che già aveva fiutato giusto tra le pagine di Scott Fitzgerald e di Hemingway grazie ad un talento non comune. Tanto lo scrittore è stravolto di esuberanza nel carattere e in una scrittura che si porta appresso numeri impensabili di pagine, quanto Max è di poche parole, amante della vita familiare, di calmi sguardi paterni, di aggiustamenti, di desiderio di sfrondare quel troppo scrivere. Wolfe morì appena trentottenne, e i rapporti tra i due alla fine s’incrinarono parecchio, accusato l’editor di aver stravolto con tutte le rigacce lanciate sul foglio quel che più di impetuosamente genuino c’era nello scrittore. Bello il soggetto, interessante per quanto scarnifica di quel rapporto, ma la passione è altra cosa, sia quella delle immagini e dei dialoghi sia quanto quella che lo spettatore vede crescere in sé. Il tutto scardinato da una sempre più incartapecorita Kidman, che non riesce più a costruire uno straccio di personaggio, anche soltanto per brevi tocchi. Durata 104 minuti. (Massaua, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

In guerra per amore – Commedia. Diretto e interpretato da Pif, con Miriam Leone e Andrea Di Stefano. L’autore/interprete di “La mafia uccide solo d’estate” immagina questa volta che Arturo, un candido ragazzo newyorkese di origini siciliano, per chiedere la mano dell’innamorata Flora al padre debba catapultarsi nella terra d’origine: dove, siamo in pieno 1943, c’è la guerra e lo sbarco delle truppe a stelle e strisce ampiamente appoggiato dai boss mafiosi. Durata 99 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, Lux sala 3, Massimo sala 1, Reposi, The Space, Uci)

Io, Daniel Blake – Drammatico. Regia di Ken Loach, con Dave Johnson, Hayley Squires, Natalie Ann Jamieson. Un carpentiere di Newcastle, ormai sessantenne, è costretto un giorno a chiedere un sussidio statale per una grave crisi cardiaca. Il medico gli ha proibito di lavorare e Daniel si ritrova a rivolgersi all’assistenza pubblica, ormai privatizzata, per un riconoscimento di invalidità. La macchina burocratica inglese lo costringerà a cercare lavoro, per aprirgli una lunga strada di umiliazioni e di ricorsi. Ancora un esempio del cinema politico e della rabbia di Loach, un “teorema” svolto dal regista con l’abituale metodica professionalità, la dimostrazione che c’è sempre l’occasione per trovare qualcosa nel mondo britannico, e non solo, che ti manda il sangue alla testa: ma questa volta Loach, forse per una sceneggiatura troppo “lineare” e “inevitabile”, non soddisfa come in tante altre prove del passato. Premiato a Cannes con la Palma d’oro. Durata 100 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo Grande, F.lli Marx sala Chico e Harpo, Romano sala 1)

 

Inferno – Azione. Regia di Ron Howard, con Tom Hanks, Felicity Jones e Omar Sy. Arrivati alla terza inferno-filmpuntata, ormai gli intrighi di Dan Brown, la spettacolarizzazione di Howard e il faccione di Hanks/Robert Langdon, prezioso professore di simbologia ad Harvard che invecchia con saggezza sono una vera garanzia. A tutto questo s’aggiungano le cornici di Firenze Venezia Istanbul, gli enigmi che hanno inizio con la Sala dei Cinquecento e con l’affresco del Vasari, il capolavoro del Poeta, gli amici e i nemici che indossano differenti maschere, un virus letale di cui vorrebbe servirsi un pazzo per dare un taglio netto alla sovrappopolazione: molto, moltissimo materiale perché il pubblico, già prodigo verso il “Codice da Vinci” e “Angeli e demoni”, corra al cinema. Durata 121 minuti. (Greenwich sala 1, The Space, Uci)

 

Knight of cups – Drammatico. Regia di Terrence Malick, con Christian Bale, Cate Blanchett, Natalie Portman e Jude Law. Tra i set di Hollywood e le strade di Los Angeles e le luci di Las Vegas, la storia di Rick suddivisa in capitoli che prendono il titolo dalle carte dei tarocchi, uno sceneggiatore alla ricerca di se stesso, della propria famiglia, di un amore autentico facendo soprattutto i conti con le relazioni femminili che hanno occupato la sua vita. Riuscirà a mettere ordine in se stesso o sarà un continuo ricominciare nelle sacche di un tempo? Durata 118 minuti. (Eliseo blu)

 

Kubo e la spada magica – Animazione. Regia di Travis Knight. Kubo nasconde sotto la benda nera kubouna cicatrice e un occhio che non ha più e accudisce la madre malata. Ogni giorno scene in città a raccontare storie fantastiche, come quella di suo padre, un eroico samurai di cui nessuno ha più avuto notizie, e a guadagnare qualche soldo. Il ritorno a casa, alle prime ombre della notte, nasconde le insidie che gli tendono il vecchio nonno che con le odiose zie vorrebbe cavargli l’altro occhio: Kubo dovrà difendersi, mentre andrà alla ricerca della spada magica di suo padre come del proprio passato. Durata 101 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Lettere da Berlino – Drammatico. Regia di Vincent Perez, con Emma Thomson, Daniel Bruhl e Brendan Gleeson. Tratto dal romanzo “Ognuno muore solo” di Hans Fallada, viene narrata la vicenda vera di Anna e Otto Hampel e della loro rivolta, silenziosa e pressoché anonima, al regime hitleriano, della loro esecuzione nel 1943. Hanno perso il loro unico figlio sul fronte francese e da quel giorno disseminano per le strade di Berlino cartoline che chiedono ai concittadini di ribellarsi. L’interpretazione di un massiccio Gleason vale da sola il prezzo del biglietto, per il resto una trasposizione diligentemente corretta e poco più. Durata 97 minuti. (Eliseo Grande)

 

Masterminds – I geni della truffa – Commedia. Regia di Jared Hess, con Zach Galifianakis. Progetto inizialmente offerto a Jim Carrey, è il resoconto in chiave comica di una rapina, tra le strade degli States, che vede coinvolto David dalla vita monotona e desideroso di darle una spinta più che clamorosa, la sua collega Kelly per cui nutre una vera e propria cotta più un gruppo di (divertenti) balordi con cui dare l’assalto a 17 milioni di dollari. Durata 94 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Non si ruba a casa dei ladri – Commedia. Regia di Carlo Vanzina, con Massimo Ghini, Vincenzo Salemme, Manuela Arcuri e Stefania Rocca. La guerra di un comune cittadino contro un politico disonesto, Antonio contro Simone. Una denuncia non servirebbe a nulla, si sa, la burocrazia, gli intrallazzi, gli appoggi: allora Antonio mette su una piccola banda di cittadini fregati come lui ed escogita, una volta scoperto il conto in Svizzera dell’avversario, una bella truffa ai suoi danni. Durata 93 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Ouija – L’origine del male – Regia di Mike Flanagan, con Elizabeth Reaser, Henry Thomas e Doug Jones. Metà degli anni Sessanta, una madre con le sue due figlie attira nella propria casa di Los Angeles uno spirito maligno. Quando la ragazza più giovane verrà posseduta dall’implacabile entità, la famiglia dovrà ostacolare i suoi poteri pur di ricacciare lo spirito e riguadagnare la propria salvezza. Durata 98 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Pets – Vita da animali – Animazione. Regia di Chris Renaud e Yarrow Cheney. Dai realizzatori di “Cattivissimo me”, per dare una risposta a quel dubbio più che possibile che può colpire i proprietari di animali: che cosa fanno gli animali domestici quando i padroni sono fuori casa? E inoltre. la tranquillità di un terrier sconvolta dall’arrivo di un enorme cagnone dal pelo arruffato, la vita e le insidie per le stravedi New York, un coniglio feroce che guida un drappello di animali in rivolta, un amore pronto a guidare tutti verso la salvezza. Durata 87 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

La ragazza del mondo – Drammatico. Regia di Marco Danieli, con Michele Riondino e Sara ragazza-mondo-filmSerraiocco. Libero è appena uscito di prigione per spaccio, crede in una propria riabilitazione e incontra Giulia, giovane testimone di Geova. L’amore che nascerà tra i due ragazzi porterà la ragazza a rompere ogni rapporto con tutti. Durata 104 minuti. (Nazionale 2)

 

La ragazza del treno – Thriller. Regia di Tate Taylor, con Emily Blunt, Justin Theroux, Haley Bennett e Rebecca Ferguson. Ricavato dal bestseller di Paula Hawkins, mutato il panorama di periferia essendoci trasportati da Londra a New York, come chi ha letto l’avvincente romanzo ben sa (con la propria diversa triplice visuale femminile, con la sua bella dose di andirivieni temporali che ingarbugliano all’inizio ma che poi spianano una felice – per il lettore – strada alla conclusione) è la storia di Rachel, divorziata e alcolista, che ogni mattina, nella finzione di continuare ad avere un lavoro, passa con il treno dinanzi ad una casa in cui vive una coppia, da lei subito idealizzata. Poi c’è Anna, per cui Rachel è stata lasciata, che ora vive con Tom, l’ex di Rachel, non lontano da quella casa, e ancora Megan, la donna idealizzata ma forse da riconsiderare, che un giorno scompare. Rachel è legata a quella vicenda di tradimenti, amnesie, sparizioni e crudeltà più di quanto non immagini. Durata 112 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, F.lli Mark sala Chico, Greenwich sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

La ragazza senza nome – Drammatico. Regia di Jean-Pierre e Luc Dardenne, con Adele Haenel, Olivier Gourmet e Jérémie Renier. In un sobborgo di Liegi, la giovane Jenny Lavin svolge la propria attività di medico. Una sera, oltre un’ora l’orario di chiusura, qualcuno bussa alla sua porta ma lei decide di non aprire. Poche ore dopo, nelle vicinanze, viene ritrovato il corpo di una donna di colore, un’immigrata: Jenny si sente colpevole di quella morte e, nonostante tutti quanti si rifiutino di pensare ad un suo più debole coinvolgimento morale, Jenny prende a indagare in prima persona, rendendosi impopolare e coinvolgendo carriera e incolumità. Durata 113 minuti. (Nazionale 1)

 

Saint Amour – Commedia. Regia di Benoit Delepine e Gustave Kervern, con Gérard Depardieu, Benoit Poelvoorde e Chiara Mastroianni. Bruno, allevatore di bestiame, partecipa al Salone dell’Agricoltura a Parigi, accompagnato dal padre. Anche il vino rientra tra i loro interessi: decidono di fare un vero tour, attraverso la campagna francese. Sarà l’occasione per andare alla scoperta delle strade del vino come pure di riscoprire se stessi, iniziando da ciò che li accomuna. Durata 101 minuti. (Classico, Uci)

 

Sing Street – Commedia musicale. Regia di John Carney. Nella Dublino degli anni Ottanta, la vita, l’amore, la band, il successo del giovane Conor. Durata 104 minuti. (Ambrosio sala 2)

 

Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia – Animazione. Regia di Greg Tiernan e Conrad Vernon. In un supermercato, gli alimenti esposti sono ben felici se la clientela li acquisterà, ben lontani dal sapere quel che sta loro per succedere… Abbiamo come è giusto catalogato il film nel settore “animazione” ma certe notizie del web stanno lì ad avvisarci che questa volta non è proprio pane per i denti dei più piccoli, abituali fruitori del genere. Durata 89 minuti. (The Space, Uci)

 

sette-minuti-film7 minuti – Drammatico. Regia di Michele Placido, con Ottavia Piccolo, Ambra Angiolini, Violante Placido e Fiorella Mannoia. Tratto dal testo teatrale di Stefano Massini, il film narra del passaggio di un’azienda tessile italiana nelle mani di una nuova proprietà estera, che esclude i licenziamenti ma pone un’unica richiesta: quanti lavorano all’interno della fabbrica dovranno rinunciare a sette minuti della pausa pranzo. Toccherà al consiglio di fabbrica avallare o no la richiesta. Durata 92 minuti. (Eliseo rosso, Greenwich sala 2, Uci)

 

accountent-filmThe Accountant – Thriller. Regia di Gavin O’Connor, con Ben Affleck, Anna Kendrich e J.K. Simmons. Christian Wolff, genio matematico, lavora sotto copertura in un piccolo studio come contabile per il crimine organizzato. Accetta di seguire gli affari di un nuovo cliente, una società di robotica dove si sono scoperti ammanchi per milioni di dollari. Non appena Christian inizia a intravedere i responsabili e la soluzione, parecchie persone sono tragicamente coinvolte. Durata 128 minuti. (Greenwich sala 2, Uci)

 

Trolls – Animazione. Regia di Mike Mitchell e Walt Dorn. Poppy (qui con la voce di Elisa) a fianco di Branch partirà per un’avventura oltre il mondo a lei conosciuto, ovvero una missione alquanto rischiosa per salvare i suoi amici dal cattivissimo Bergen. Ancora un avventura dai creatori di Shrek per le creature animati dai coloratissimi capelli. Durata 96 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

GiovedìScienza riparte dalla “Gioia di vivere”

La scienza in diretta settimana per settimana GiovedìScienza riparte dalla “Gioia di vivere” Al via la 31a edizione dal 17 novembre al 16 marzo 2017 con Vittorino Andreoli, Alberto Angela, Alberto Bardelli, Thibault Damour, Carlo Alberto Redi, Riccardo Zecchina e un inedito Paolo Conte tra spartiti e formule matematiche

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Ha 31 anni ma non li dimostra, con le sue 700 ore di spettacolo, i 442 incontri e un pubblico che ha superato il mezzo milione. È la nuova edizione di GiovedìScienza, la storica rassegna torinese dedicata alla scienza e raccontata dal vivo dai suoi protagonisti. Dal 17 novembre al 16 marzo, 13 appuntamenti per scoprire le nuove frontiere della ricerca spaziale, dell’intelligenza artificiale o della terapia genica contro il cancro, ma anche lasciarsi incuriosire e affascinare da matematica, geometria e paleontologia.

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Alberto Angela, lo psichiatra di fama mondiale Vittorino Andreoli, il presidente dell’Associazione Europea per la ricerca sul Cancro Alberto Bardelli e Paolo Conte, sono solo alcuni degli ospiti che si alterneranno sul palco del Teatro Colosseo (a Torino, in Via Madama Cristina 71), con alcune ‘trasferte’ nelle sedi dell’Università e del Politecnico di Torino, ma come sempre con inizio alle 17:45 e ingresso gratuito. IL PROGRAMMA Si parte giovedì 17 novembre con “La gioia di vivere. Dalla fatica di vivere al ben d’essere”. Vittorino Andreoli spiegherà come – in un mondo dominato dalle strategie per essere vincenti, dal mito della bellezza e dall’insoddisfazione – il “magico potere” della gioia non sia altro che la capacità di passare dalla dimensione dell’“io” a quella del “noi”: ovvero contare sui legami affettivi, guardando in faccia il presente, senza le costruzioni di desideri difficili o impossibili che spostano sempre la gioia al futuro, senza i rimpianti che respingono nel passato.

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Il 24 novembre, in occasione del conferimento del Premio Peano dell’Associazione Subalpina Mathesis, scopriremo “Il fascino dei numeri. Storie e segreti”, con Albrecht Beutelspacher, direttore del Museo Mathematikum di Giessen (in collaborazione con il Goethe Institut Turin). Il 1° dicembre lo scrittore e divulgatore Alberto Angela svelerà invece “Il segreto della Gioconda”, lasciando che sia il quadro a “raccontare” di Leonardo: piccoli dettagli come il viso o il vestito diranno così molto dell’epoca in cui il genio l’ha realizzata, mente le mani sveleranno approfonditi e sorprendenti studi di anatomia. Matematica, geometria e musica. Se esistono delle “Buone vibrazioni tra pentagramma, forme e formule” le troveranno di sicuro il 15 dicembre Paolo Conte, avvocato e musicista, Alberto Conte (Università di Torino) e Moreno Andreatta (Vice Presidente della Society for Mathematics and Computation in Music). Con il presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini (12 gennaio) sapremo “Come parleremo nel 2050. Tra nuove tecnologie, migrazioni, demografia e contaminazioni”, mentre Carlo Alberto Redi dell’Università di Pavia racconterà (19 gennaio) la “Storia di una cellula fantastica: scienza, cultura e natura dell’uovo”. Si parla di antropologia nella prima trasferta al Politecnico di Torino (26 gennaio) con Damiano Marchi (Università di Pisa) e “L’antenato che non ti aspettavi”, l’enigmatico Homo naledi raccontato da uno dei suoi scopritori. Si torna al Colosseo (2 febbraio) con “La fatica di cambiare idea”: Walter Quattrociocchi dell’IMT Alti Studi di Lucca spiega come si formano e si fissano le opinioni, tra internet e costellazioni di credenze. È da poco stato nominato presidente dell’European Association for Cancer Research: un riconoscimento prestigioso per Alberto Bardelli, professore di Medicina dell’Università di Torino e ricercatore dell’Istituto di Candiolo, che spiegherà “Cancro, perché? Dai geni alle nuove terapie” (9 febbraio).

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Per gli appassionati di fisica appuntamento alla Cavallerizza dell’Università di Torino (16 febbraio) con “L’enigma della gravità”, un percorso tra universi possibili e ricerche teoriche con Thibault Damour (Institut des Hautes Études Scientifiques e Académie des Sciences). Tocca invece a Dalila Burin (Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino) – la giovane vincitrice del Premio GiovedìScienza 2016 – spiegare (23 febbraio al Politecnico) “Il grande gioco della riabilitazione”, cioè i percorsi interattivi della realtà virtuale verso nuove pratiche terapeutiche. Due appuntamenti con il futuro, in chiusura della rassegna. Prima in viaggio nel “Deep learning”, dalle reti neurali artificiali alla vera intelligenza artificiale, con Riccardo Zecchina del Politecnico di Torino (9 marzo) e poi partenza per “L’avventura interstellare” (16 marzo alla Cavallerizza dell’Università) con Giancarlo Genta del DIMEAS Politecnico di Torino, alla scoperta delle sonde che supereranno l’impresa delle navicelle Voyager. IL PREMIO PER I GIOVANI SCIENZIATI Con la rassegna torna anche il Premio GiovedìScienza, il riconoscimento per la divulgazione scientifica rivolto ai ricercatori under 35. Giunto alla sesta edizione il Premio allarga i suoi orizzonti, guardando alle altre regioni e – con la sezione Futuro – all’opportunità di ‘fare impresa’. Per info: premio@centroscienza.it SPECIALE SCUOLE Per lo Speciale Scuole due appuntamenti su prenotazione: per le scuole secondarie di secondo grado un argomento di grande attualità “Pokémon Go: e dopo? Cosa c’è ‘oltre la vita’ del gioco location based più gettonato del 2016?” (2 febbraio) in collaborazione con il Museo Piemontese dell’Informatica, mentre per la scuola primaria Andreas Korn Müller alias “Magic Andy” con lo spettacolo dedicato alla chimica “Magic Andy: chimicamente esplosivo!” (9 marzo).

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La manifestazione è ideata e organizzata dall’Associazione CentroScienza Onlus, promossa dalla Città di Torino e dalla Regione Piemonte, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino. Sostenuta dalla Compagnia di San Paolo. Con il contributo di: Fondazione CRT, Banca d’Alba, UniCredit Spa, Camera di commercio di Torino e Smat. L’iniziativa si svolge nell’ambito del Sistema Scienza Piemonte. GiovedìScienza è realizzato in collaborazione con Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Accademia delle Scienze di Torino e Associazione Subalpina Mathesis e Ce.Se.Di della Città metropolitana di Torino. Media Partner: TGR Leonardo, Tuttoscienze, Torinoscienza, Gravità Zero e Scienza in Rete. Partner tecnici: Teatro Colosseo e TopiX.

Programma completo su: www.giovediscienza.it

Regio, Stagione d’Opera 2016/17: biglietti in vendita

Inizia la vendita dei biglietti per tutti gli spettacoli del 2017

 

regio 2Sabato 12 novembre alla Biglietteria del Teatro Regio (dalle 10,30 alle 16) inizia la vendita dei biglietti per tutte le recite dei seguenti titoli:

 

Katia Kabanova di Leoš Janáček. In scena dal 15 al 23 febbraio 2017

Manon Lescaut di Giacomo Puccini. In scena dal 14 al 26 marzo 2017

L’incoronazione di Dario di Antonio Vivaldi. In scena dal 13 al 23 aprile 2017

Il flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart. In scena dal 16 28 maggio 2017

Macbeth di Giuseppe Verdi. In scena dal 21 giugno al 2 luglio 2017

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Inoltre, prosegue la vendita dei biglietti per tutte le recite di: Sansone e DalilaWest Side StoryLa bella addormentata e Pagliacci.

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Biglietteria Teatro Regio

Piazza Castello 215 – Torino

Tel. 011.8815.241/242

biglietteria@teatroregio.torino.it

da martedì a venerdì: 10.30-18

sabato: 10.30-16

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Per ulteriori informazioni e approfondimenti su tutte le attività del Regio www.teatroregio.torino.it.

 

(Foto: il Torinese)

Il “Pannunzio” ad Alain Elkann

Il Centro Pannunzio, nel comunicare che il Premio “Pannunzio” 2016 è stato conferito allo scrittore e giornalista ALAIN ELKANN (il Premio verrà consegnato dopo una cena che si terrà venerdì 2 dicembre al Circolo della Stampa di Torino, per partecipare, scrivendo a: info@centropannunzio.it) segnala una serie di iniziative in programma a novembre

centropannunzio-news

*** Ultimo libro di Stella Bolaffi

Martedì 15 novembre alle ore 18 a Palazzo Ceriana Mayneri (Corso Stati Uniti, 27), Giovanni RAMELLA e Andrea MOSCONI presenteranno, con la partecipazione dell’autrice, il libro di Stella BOLAFFI “LA GROTTA DELLA FOCA MONACA”, edito da Salomone Belforte. Introdurrà Dario CRAVERO. Ambientato agli inizi degli anni ’70, il romanzo ha sullo sfondo i moti studenteschi, i cambiamenti in campo psichiatrico e la lotta armata delle BR. Narra le avventure di una psicologa che, dopo il fallimento del matrimonio, cerca serenità nell’aspra natura di un’isoletta toscana. Un’isola che assume il valore di una fuga, poi di un rifugio e, infine, di un ricordo, quando ormai la vita della protagonista sarà diventata altro dal proprio passato. Incontro organizzato in collaborazione fra il Centro “Pannunzio” e il Circolo della Stampa.

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

*** Enzo Tortora

Mercoledì 16 novembre ore 18 nella Sala Viglione del Consiglio Regionale del Piemonte: Nino Boeti, Francesca Scopelliti, Anna Chiusano, Pier Franco Quaglieni presenteranno il libro di lettere dal carcere di ENZO TORTORA “Cara Francesca” edito da Pacini. Interverrà anche il Garante regionale dei detenuti Bruno Mellano.

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

*** Premio Mario Soldati 2016

Sabato 19 novembre ore 16,30 al Collegio San Giuseppe di Torino in via San Francesco da Paola 23, cerimonia di premiazione. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

*** Carlo Casalegno

Lunedì 21 novembre ore 17,30 al Liceo Classico Statale “Massimo d’Azeglio” in via Parini 8 ricordo a molte voci di Carlo Casalegno, giornalista, scrittore, storico, vittima delle BR, Medaglia d’Oro al Valor Civile. Parteciperanno: Maurizio Molinari, direttore de “La Stampa”, Pier Franco Quaglieni, direttore del Centro “Pannunzio”, Alberto Sinigaglia presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Roberto Della Rocca, presidente nazionale  dell’Associazione Italiana Vittime del terrorismo. Saluti del Dirigente scolastico del Liceo d’Azeglio Chiara Alpestre e del Presidente dell’Associazione Ex Allievi del Liceo d’Azeglio Carlo Buffa di Perrero. Insieme al Centro “Pannunzio” promuovono l’incontro il Liceo “d’Azeglio”, l’Ordine dei Giornalisti, l’Associazione ex Allievi del Liceo “d’Azeglio”, l’Associazione italiana Vittime del terrorismo. Carlo Casalegno dopo aver frequentato il liceo classico Massimo d’Azeglio, si laureò in lettere all’Università di Torino. Prese parte alla Resistenza aderendo al Partito d’Azione e collaborando al suo quotidiano “Italia libera” e nel dopoguerra, con la rivista “Giustizia e Libertà”. Nel 1947 iniziò a lavorare a “La Stampa” e nel 1968 ne divenne vicedirettore. Dal 1969, nella sua rubrica intitolata “Il nostro Stato”, scrisse molti articoli su questioni di attualità quali il divorzio, la laicità dello Stato e in particolare il terrorismo, chiedendo sempre la massima fermezza nell’applicare le leggi. Il 16 novembre 1977 fu vittima di un agguato da parte delle Brigate Rosse, che lo portò alla morte.

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

*** Indro Montanelli

Mercoledì 23 novembre ore 17 nella sede del Centro Pannunzio di via Maria Vittoria 35 H Sara Lagi ricorderà “Indro Montanelli intellettuale controcorrente”, a 15 anni dalla morte. Montanelli fu insignito del Premio Pannunzio. Nato a Fucecchio, tra Firenze e Pisa, nel 1909, giornalista già in giovane età, venne espulso nel 1937 dall’albo dei giornalisti per i suoi pezzi sulla guerra civile spagnola. Riprese a scrivere, senza firma, per il “Corriere della Sera” l’anno successivo come corrispondente di guerra durante il conflitto russo-finlandese del 1939-40. Nel dopoguerra si affermò come il più brillante degli inviati italiani, sempre dalle colonne del quotidiano di via Solferino. Nel ’74, dopo la rottura con il “Corriere”, fondò quello che presto sarebbe stato conosciuto come “il Giornale” di Indro Montanelli. Un’avventura durata fino al 1994. Il 2 giugno del 1977 Montanelli fu vittima di un attentato delle Brigate Rosse, che gli spararono contro quattro colpi, colpendolo alle gambe mentre si stava recando al giornale. Da molti considerato il più grande giornalista italiano, fu anche scrittore eminente con moltissimi libri e saggi tra cui si ricorda in particolare la “Storia d’Italia”. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

*** Concerto per Cesare Battisti

Sabato 26 novembre ore 16 al Circolo Ufficiali di Torino, concerto di musiche patriottiche ed alpine della Corale dell’Associazione Nazionale Alpini di San Maurizio Canavese in ricordo di Cesare Battisti, alpino, giornalista, geografo, patriota interventista, impiccato cent’anni fa al Castello del Buon Consiglio di Trento. Fu medaglia d’Oro al Valor Militare. Insieme a lui verranno ricordate le Medaglie d’Oro: Fabio Filzi, Damiano Chiesa, Nazario Sauro, Enrico Toti. Condurrà Marco Castagneri e lo storico contemporaneista Pier Franco Quaglieni terrà una breve introduzione storica prima del concerto.

Prenotazione tassativamente obbligatoria entro e non oltre il 16 novembre, scrivendo a posta@centropannunzio.it. L’Autorità militare richiede la presentazione preventiva dell’elenco dei partecipanti.

*** Benedetto Croce – ROMA

Domenica 27 novembre ore 10 al Circolo Rex di Roma, il prof. Pier Franco Quaglieni come direttore del Centro farà un intervento su “Benedetto Croce figlio del Risorgimento”.

*** Benedetto Croce – BOLZANO

Martedì 12 dicembre ore 10 presso l’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano e liceo classico Carducci, il prof. Pier Franco Quaglieni come direttore del Centro farà un intervento su “Benedetto Croce un grande italiano”.

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Nel mese di novembre sono previste molte altre attività. Chi desidera ricevere il notiziario completo, può associarsi al Centro “Pannunzio” per il 2017, andando sul sito www.centropannunzio.it e cliccando su “Come associarsi”. L’associazione al Centro in momenti difficili come questi aiuta una voce libera e indipendente, luogo di confronto tra opinioni diverse.

A piedi scalzi

Le poesie di Alessia Savoini

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alessiaLenti avanzammo su di quel grigio asfalto
Sullo sfondo in risalto per l’assalto di un risveglio di coscienza in soprassalto
E quel sussulto sul volto di uno scalzo
A sentir la terra ancora era assorto

Con le suole lui faticava a percepire
Perché la distanza crea il vuoto tra il guardare e il vedere
E filtrati gli assetati sguardi tra gli squilibrati soggiogati
Il portavoce di un dio dichiarò di esser già morto

Per questo viaggio non c’è posto
Per chi vive di sé e non di piuttosto
Mai scomposto
Poiché prima che l’alternativa ti renda esposto
alessia-2Ti sarai ormai decomposto

Riposto
Nel grembo della terra a batter nel mio seno prima ancora di esser sostanza eterna
Rivendica quel gesto prima di esser morto
E a sentir la terra ti sorprenderai assorto.

“I Longoni” in mostra a LaborART

longoni14Presso l’Associazione LaborART  di Piedimulera (Vb) si inaugurerà sabato 12 novembre la mostra ““I Longoni”, con opere di Alberto Longoni, Lidia Josepyszyn Longoni, Elisa Longoni. La presentazione dell’evento sarà a cura di  Giuseppe Possa e Michela Cerizza. L’esposizione sarà visitabile fino al 4 dicembre nella galleria in via Leponzi, 27/29 a longoni15Piedimulera  (Orari: da giovedì a domenica 16,00/19,00- o su appuntamento telefonico 349.3991962 – 342.7554065). Capostipite di questa famiglia di artisti – con la moglie e la figlia – Alberto Longoni (nato a Milano nel 1921 e morto a Miazzina nel 1991) scrisse ed illustrò libri ( tra i quali “Il gioco delle perle di vetro” di Hermann Hesse,  una delle opere che contribuirono ad attribuire all’autore di “Siddharta” il Nobel per la letteratura ), eseguì incisioni, graffiti (  dipinti, illustròlongoni13 riviste italiane e straniere, copertine di dischi, realizzò multipli, ceramiche, sculture e collaborò all’architettura di giardini. Durante la guerra , militare a Creta, fu fatto prigioniero dei tedeschi e internato in Germania nel campo di concentramento di Buchenwald, longoni12a due passi da Weimar, dove incontrò una ragazza polacca, Lidia Josepyszyn,  diventata poi sua moglie. Un’ esperienza durissima, terribile, che si può leggere nella prima sala del Museo Monumento al Deportato di Carpi, dove  si trova un  suo graffito grande come tutta la parete che raffigura centinaia di deportati. L’occasione offerta dalla mostra di Piedimulera è dunque un vero e proprio evento che – seppur per sole tre settimane – consentirà di ammirare alcune opere di grande interesse e rilievo culturale e artistico come raramente capita agli appassionati d’arte.

 

Marco Travaglini

Club To Club 2016 vince tra avanguardie, capisaldi e varietà musicale

Si è chiusa positivamente la lunga, intensa ed eclettica sedicesima edizione del Club To Club, sia per le presenze che per la qualità degli spettacoli portati sul palco. Nei cinque giorni del Festival le presenze sono state 45.000, provenienti da 33 paesi del mondo. Davvero interessanti sono stati gli eventi collaterali all’AC Hotel by Marriot, tra tutti l’Absolut Symposium con i suoi workshop e focus con alcuni degli artisti ospiti. Menzione speciale per Secret Rooms, un viaggio tridimensionale tra musica e cocktail sperimentali a cura di Absolut.

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Vi segnaleremo gli artisti, a parer nostro, più interessanti per performance e successo di pubblico. La scoperta della serata di giovedì 3 è stata sicuramente il produttore, musicista e dj venezuelano Arca. Performance atipica per quel che ci si aspettava da lui o meglio per quello che non ci si aspettava, che cantasse. Si inizia con una struggente canzone su una base fatta solo da un effetto sonoro disturbante che ci distrae. Il dj-set di Arca è stato un carnevale sonoro non per la presenza del ritmo di samba, ma per la varietà di suoni e per come questi smuovevano il pubblico. A chiudere il cerchio della performance gli altrettanto atipici visual a cura di Jesse Kanda: animali che partoriscono, membrane umane o animali osservati dall’interno con strumenti tecnici, barbagianni che fissavano il pubblico. Una performance che mostrava due facce musicali, quella dell’elettronica classica e quella della contaminazione. Doppio anche l’atteggiamento di Arca, scatenato nel ballare con reggicalze e stivali con tacco e drammatico nel cantare.

La serata di venerdì è stata bella carica, spiccano tra gli altri gli Swans con il loro live fuori dal comune che sfora la timetable, Nick Murhpy nuovissimo progetto del cantante australiano Chet Faker e il francese Laurent Garnier. Pollice in su per Nick che si da all’elettronica senza cantare e citando se stesso, niente di eclatante, solo suoni dritti e puliti che il pubblico ha accolto benissimo. Epiche le tre ore di musica del francese Garnier, hanno fatto scatenare veramente tutti. Si chiude al buio con suoni distorti e ritmi imballabili con Autechre, un’esperienza extrasensoriale. Si torna a casa stanchi ma soddisfatti.

L’ultima serata si è presentata con un’incertezza di scelta tra Dj Shadow e Daphni perché si esibivano alla stessa ora. La sala gialla strapiena, con una coda che attendeva il defluire per entrare, ci fa optare per il californiano Dj Shadow al ventesimo anniversario di carriera. Particolarissimi i visual che si spalmano su tre grandi schermi ma anche sopra le nostre teste. Poi è arrivato l’immenso Jon Hopkins che la sua musica te la sbatteva dritta in faccia senza compromessi.  Menzione speciale in positivo per l’unicorno che librava nell’aria e in negativo per la cassa dritta apparsa sporadicamente. Un bilancio positivo per la musica, le performance e la varietà di un Festival che ha saputo portare sul palco avanguardia e capi saldi della musica internazionale.

 

Federica Monello

(foto Club to Club)

 

“Gipo lo zingaro di barriera” al 34° TFF

L’idea di realizzare un film documentario su Gipo Farassino è nata più di tre anni fa considerando un lavoro su di lui imprescindibile dalla sua presenza. Il racconto non sembrava potesse stare in piedi senza i suoi travolgenti aneddoti, il suo modo unico di trasportarti nel suo mondo, i suoi guizzi, geniali e improvvisi. Ma Gipo ha sempre voluto fare di testa sua e anche questa volta è riuscito a sorprendere tutti andandosene prima dell’inizio delle riprese. In quel momento abbiamo deciso di portare comunque avanti il progetto. Non tanto per Gipo che da lassù (o da laggiù) se la ride sornione pensando: “Mi m’na sbato le bale” ma con l’intento di far conoscere a tutti, anche a coloro che non hanno avuto la possibilità di incontrarlo, il valore del suo percorso umano e artistico.

gipo-film

Gipo: iconoclasta e anarcoide, poliedrico e contraddittorio, spigoloso per natura. Diretto e privo di giri di parole, non aveva problemi a mandarti a quel paese quando le cose che dicevi non gli tornavano. Piemontese nell’anima e come tutti i piemontesi doc diffidente all’inverosimile. Ma anche uomo sincero, colmo di umanità, fedele ai propri principi, quelli “di una volta”. Soprattutto alle proprie radici: in questa parola c’è tutta l’anima di Gipo. Il suo percorso artistico è infatti quasi completamente incentrato nella Barriera di Milano, dove nacque nel 1934. Un limite apparente che si è invece rivelato la chiave di volta che lo ha portato a una dimensione “universale”. Cantare gli “ultimi”. Poetico nel toccare segni e archetipi che sono patrimonio di tutti. La sua figura artistica è stata plurima. Da cantastorie ad attore e autore teatrale ad attore per il cinema e la televisione. Con questo film vogliamo raccontare la storia di un uomo ma soprattutto il mondo della “Barriera” che sta dietro il suo percorso artistico e umano. Fuori dalla retorica e senza la volontà di costruire un “mito”. Un documentario autentico come il suo protagonista per riscoprirlo, rendergli omaggio, dargli il posto che si merita nel panorama artistico locale e nazionale. La trama è costruita intorno a una figura che fungerà da motore narrativo: Luca Morino, noto musicista e leader del gruppo musicale dei Mau Mau, entrerà in “Barriera” e andrà alla ricerca dei luoghi di Gipo e del suo mondo. Nelle prime scene Luca trova uno scatolone davanti alla porta del suo negozio di articoli musicali. Dentro lo scatolone c’è del materiale su Gipo: vinili, foto, libri e articoli di giornale. Ma non solo, anche oggetti intimi e personali. Intuisce che lo scatolone non è finito lì per caso, qualcuno (chi?) glielo ha recapitato e lo sta invitando a compiere un viaggio alla “ricerca” dello chansonnier. Inizialmente titubante, Luca decide di seguire le tracce presenti all’interno del misterioso pacco. Incontrerà quindi personaggi legati al mondo farassiniano e luoghi di una Torino nascosta e sconosciuta ai più. Una periferia circoscritta geograficamente ma emotivamente universale e illimitata. Indelebile luogo dell’anima. Gipo, lo zingaro di Barriera non è solo il tentativo di riscoprire la figura di Gipo Farassino, artista sottovalutato e spesso etichettato con facili stereotipi (il cantastorie dialettale, il cofondatore del partito della Lega Nord), ma anche un viaggio al centro della natura più profonda di un uomo.

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Programmazione: Domenica 20 novembre, ore 16.15 – Cinema Classico (anticipata stampa) Lunedì 21 novembre, ore 17.30 – Cinema Massimo 1 (Proiezione Ufficiale) Martedì 22 novembre, ore 21.45 – Cinema Reposi 5 Mercoledì 23 novembre, ore 19.15 – Cinema Reposi 5 Una produzione Endeniu e Fondazione Caterina Farassino Onlus

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Un film di Alessandro Castelletto Produttori: Valentina Farassino e Alessandro Castelletto Interpreti e Personaggi (nei ruoli di se stessi) Luca Morino, Carlo Ellena, Giovanni Tesio, Gian Mesturino, Massimo Scaglione, Valentina Farassino, Gabriella Daghero, Umberto Bossi. 
 Con la partecipazione di 
 Gli El Tres, Gianluca “Cato” Senatore, i Perturbazione, Ferdinando Masi, Mario Congiu, Daniele Lucca, Vito Miccolis, Johnson Righeira, Matteo Ganci, Adriano Onofrio Barbieri, Claudio Chiara, Angelo Marello, Eugenio Allegri, Andrea Gattico.

Facebook: https://www.facebook.com/Gipolozingarodibarriera/?fref=ts Twitter: https://twitter.com/GipoDoc www.fondazionecaterinafarassino.it www.gipofarassino.it

“Peñarol” apre la stagione di Assemblea Teatro

Giovedì 10 novembre, ore 21.00 , sul palco del Teatro Agnelli  di Via Paolo Sarpi a Torino, Assemblea Teatro apre la sua stagione con “Peñarol”, un lavoro internazionale, dedicato alla Città di Pinerolo nella sua versione uruguayana. “Peñarol” racconta una storia di emigranti che fondano una località e danno vita ad una squadra di calcio che farà la storia del pallone in Sudamerica.

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Curato da Renzo Sicco e Darwin Pastorin, con la regia dello stesso Sicco, andrà in scena uno spettacolo che, come le partite di calcio, si svolgerà in due tempi, diviso tra realtà e sogno. A calcare il palcoscenico saranno Giovanni Boni, Roberta Fornier e Stefano Cavanna. Con loro Stefano Venneri, recente Guinness dei Primati per le 205 ore ininterrotte di trasmissione alla radio, che per l’occasione sarà “speaker di lusso” nel presentare la squadra sul palcoscenico di Assemblea Teatro. Un modo, quello proposto da Peñarol di raccontare attraverso il calcio un passato, non così lontano, in cui erano gli abitanti delle Valli e della pianura, ad imbarcarsi, a morire stipati in terza classe, nell’affondamento di piroscafi colmi e usurati da viaggi ininterrotti di andata e ritorno da e verso le “meriche”, o per arrivare e farcela. “ Lo spettacolo presenta due avventori – dice Renzo Sicco –  un ragazzo e un signore un poco attempato, una cameriera che si intromette nel discorso “da bar” per eccellenza, il gioco del pallone”. Il testo dello spettacolo è stato scritto da Darwin Pastorin. Nato in Brasile, italiano a tutti gli effetti, ha seguito eventi memorabili del calcio sudamericano e per oltre 30 anni ha raccontato il calcio italiano. A lui il compito di portare il pubblico all’Estadio Campéon del Siglo  e in tutti gli stadi del mondo dentro all’“etica” o all’immoralità del calcio.  “Mentre in Europa fatichiamo a ricordare analogie evidenti che leghino passato e presente – rammentano ad Assemblea Teatro – vogliamo raccontare questo calcio, vera passione nazionale, sia in Italia che in Uruguay, un laccio forte che brilla di una luce positiva, esempio di forte coraggio”.

Marco Travaglini

Sansone e Dalila, allestimento spettacolare al Regio

regio 2Andrà in scena al Teatro Regio di Torino dal 15 al 26 novembre prossimi l’opera simbolo di Camille de Saint Saens, Sansone e Dalila, presentata nel nuovo allestimento in coproduzione con il China National Centre for Performing Arts di Pechino, risultato di un storico protocollo di intesa firmato dal Teatro Regio, primo in Europa, con il Ncpa. Il regista, creatore anche delle scene e dei costumi di questo allestimento spettacolare, intriso di magia ed esotismo, è Hugo de Ana, uno tra i più immaginifici del teatro d’opera contemporaneo. A dirigere sul podio Orchestra e Coro del Teatro Regio sarà PInchas Steinberg, direttore tra i più apprezzati nel repertorio tardo ottocentesco. Il ruolo di Dalila sarà interpretato dal mezzosoprano Daniela Barcellona, mentre quello di Sansone dal tenore Gregory Kunde e quello del sommo sacerdote da Claudio Sgura. A completare il cast saranno Andrea Comelli nel ruolo del satrapo Abimelech, Sulkhan Jaiani in quello del vecchio ebreo e Cullen Gandy in quello del primo filisteo. Sansone e Dalila è un’opera lirica composta da Camille de Saint Sains tra il 1875 e il 1876 su libretto di Ferdinand Lemaire. Celeberrima l’aria “Mon coeur s’ouvre à ta voix”, cantata da Dalila, sacerdotessa di Dagon, nel secondo atto, che riuscirà a convincere Sansone, capo degli Israeliti, a rivelarle il segreto della sua forza. L’opera debuttò al Teatro Granducale di Weimar in lingua tedesca nel dicembre 1877, riscuotendo un grande successo, mentre quando fu eseguita in Francia a Rouen per la prima volta, nel marzo 1890, non suscitò particolari entusiasmi. Tuttavia fu destinata a riscattarsi pochi anni dopo, divenendo l’opera più celebre di questo compositore, e cantanti liriche quali Sherley Verrett e Maria Callas hanno reso il personaggio di Dalila immortale. La composizione dell’opera presenta una dicotomia intrinseca, che risiede nel contrasto tra la ieraticità del soggetto biblico e i numerosi momenti leggeri e delicati della musica. Approcciando il soggetto biblico, Saint Saens doveva avere ben presente l’esempio dell’oratorio haendeliano, dal quale deriva l’uso del coro quale elemento privilegiato di coesione, mentre nel grande duetto del secondo atto si riconosce l’influenza del Tristan. La vicenda di Sansone ha in sé una grande forza tragica, che risiede nell’accettazione del proprio destino e il suo trionfo rappresenta anche la sua fine. Da questi elementi scaturisce un’opera di notevole sapienza contrappuntistica, percorsa da una sensualità estenuata e dai nuovi fremiti del nascente Novecento.

Mara Martellotta