CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 726

Tra le onde di carta della “Curva dei persici”

persici lago 3Sarà perché le primissime pagine di un libro si guardano e non si guardano, si leggono e non si leggono bene, sarà perché la firma “Marco”, dal momento che il nome è molto diffuso, non l’ho associato all’autore, ma mi era sfuggita la frase, in anteprima: “Questa storia non è la mia storia. Ma è una storia che parla anche di me. In fondo poi, sono stato gratificato da questa osservazione: tra le righe, strada facendo, l’avevo scoperto. Il libro in questione è “La curva dei persici”, romanzo suddiviso in trent’un capitoli, tanti quanti i giorni della maggior parte dei mesi, per raccontare le storie di un gruppo di amici e di un luogo molto speciale, sul lago d’Orta. Note autobiografiche a parte, che cos’è in fondo la lettura di un libro, se non si acquisiscono immagini e sensazioni di vita vissuta dagli attori della narrazione, se non si condividono il comportamento e il carattere di alcuni e, al tempo stesso, non si disapprovano le imprese di altri? Qui si nota che l’autore, Marco Travaglini, “conosce” i suoi persici 1lettori. “Questi amici e le loro avventure” ci ha confidato, “frutto della mia fantasia, hanno radici anche nella realtà. Ho cambiato nomi e “forzato” un po’ le loro caratteristiche ma in gran parte sono riconducibili a persone in carne ed ossa….. Amano, soffrono, frequentano le osterie e si sostengono gli uni con gli altri. Quella che ho voluto far vivere tra le pagine de “La curva dei persici” è una piccola folla discreta, che sa divertirsi e far festa senza per questo essere chiassosa”. Posso assicurare, per esperienza vissuta, che non è facile mescolare luoghi immaginari a luoghi esistenti, personaggi inventati con individui realmente vissuti. C’è poi un approccio, uno stile, che ricorda Piero Chiara, il famoso romanziere di Luino. C’è stata quest’influenza e uanto è pesata ?Piero Chiara è stato davvero “il poeta delle piccole storie del grande lago”, il maestro di tutti coloro che si sono cimentati con quella che viene definita lapersici 2 lago letteratura di provincia o, nel nostro caso, il lago. Sia mezzo che punto d’approdo dell’ironia dello scrittore luinese, il lago non rimane sullo sfondo delle vicende, ma un elemento imprescindibile della sua opera.” Si potrebbe aggiungere che lo scrittore di Luino è stato più dissacrante verso molti dei suoi personaggi. Un’ultima domanda va ai lettori, specialmente a coloro che abitano tuttora nella zona dei laghi (Maggiore, Orta e Varese): tutti avranno potuto pensare o scoprire dove sono le varie località, i piccoli e grandi centri, disposti qua e là: ma, sul Lago d’Orta, dov’è esattamente “la curva dei persici”? Vuoi vedere che nemmeno i pescatori più accaniti l’hanno scoperto?!

Elio Motella

giornalista e scrittore

Seren Rosso, la musica è una categoria dello spirito

Ne è convinto, come lo era Nietzsche, il medico musicista torinese

jazz musica

“La musica non è un’arte, ma una categoria dello spirito umano; è la miglior medicina dell’anima”. Così affermava il filosofo Nietzsche a fine Ottocento, e forse proprio per questo chi pratica la medicina e e allevia le sofferenze degli uomini ha un animo più musicale degli altri. Questo trova conferma nell’opera di Maurizio Seren Rosso, medico musicista torinese.

Nato a Torino, dove ha compiuto gli studi, prima all’ Istituto Sociale, poi presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia, dove si è laureato e specializzato in Dermatologia, Seren Rosso non è soltanto un medico competente e capace. Il suo animo sensibile e artistico lo ha portato a avvicinarsi molto presto al mondo della musica, studiando sin da adolescente pianoforte e chitarra elettrica, iniziando ben presto a comporre album originali. Uno dei suoi primi album si intitola “Henry’ s life”, storia in formato musicale di un idealista della nostra epoca alle prese con i disvalori della società in cui vive, in cui l’individuo riveste sempre meno importanza.seren_rosso_maurizio

Recentemente, dopo un progetto su Torino, in occasione dell’ Expo di Milano 2015, è uscito l’EP 46664, edito da AEnima Recordings, un viaggio attraverso l’Africa e la figura di Nelson Mandela. Si tratta di un’interessante sinergia tra alcuni artisti torinesi, tra cui, oltre a Maurizio Seren Rosso, Luigi Antinucci e Marco Roagna, che ha dato vita a una collaborazione che li ha portati alla mediateca di Expo. Seren Rosso ha dedicato a Nelson Mandela un singolo dal titolo “Brother to me”, uscito pochi mesi prima, nel marzo 2015. Si tratta di un brano dedicato a una figura cui il medico- musicista musica90torinese si sente particolarmente legato e che si apre a musiche e melodie etniche, accompagnate da armonie mediterranee.

L’idea di comporre questo brano gli è nata in occasione dell’anniversario della morte di Mandela, un personaggio capace, nella sua unicità, a cambiare la storia del Sudafrica. Seren Rosso ha avuto occasione di viaggiare in Sudafrica, a CapeTown, visitare nel 2006 la prigione in cui fu rinchiuso Mandela e questa esperienza lo ha segnato molto.

Alle sofferenze delle persone comuni che lavorano nei campi ha dedicato una canzone delicata e di grande sensibilità, la canzone per Paola, dal titolo “Gli occhi di Paola”. Nell’estate del 2015, in vacanza in Puglia, Seren Rosso è stato, infatti, raggiunto dal racconto della triste storia di questa fanciulla, mort in seguito alle fatiche nei campi, vittima del capolarato, e le ha voluto dedicare una delle sue canzoni più belle.

In “Henry ‘s life” il messaggio che Seren Rosso ci vuole trasmettere è che “everybody is a miracle”, e “everyday is a miracle”, un messaggio forte che va controcorrente rispetto a un mondo sempre più improntato al narcisismo e all’individualismo, in cui si sono persi il valore autentico della vita umana e la preziosità del tempo e della vita, un miracolo che ci viene concesso, sia a chi crede sia a chi non crede, ma sempre comunque, come un dono incommensurabile.

Mara Martellotta

Tutti al cinema! Ecco i film a Torino

Lumiere3 cinemaSUL GRANDE SCHERMO
 
A cura di Elio Rabbione

 

A girl walks home alone at night – Horror. Regia di AnaLily Amirpour, con Sheila Vand e Arash Morandi. Tra le strade di Bad City, immaginaria città costruita nella terra degli Ayatollah, si aggira una ragazza-vampira, ius uno skateboard e con il suo nero mantello, in missione per succhiare il sangue a quanto di più marcio del genere umano possa incontrare sulla sua strada. C’è anche un ragazzo diversissimo dagli altri, lei lo risparmia e tra i due nasce l’amore. Durata 97 minuti. (Nazionale 2, Uci)

 

Alice attraverso lo specchio – Fantastico. Regia di James Bobin, con Johnny Depp, Anne Hathaway, Mia Wasikowska e Helena Bonham Carter. Alice, attraversato uno specchio magico, si ritrova nel Sottomondo dove incontra gli amici di sempre, lo Stregatto, il Bianconiglio e il Cappellaio Matto, quest’ultimo del tutto in crisi avendo perso la sua “moltezza”. Mirana manderà Alice alla ricerca della Chronosphere, un oggetto metallico che regola il trascorrere del tempo. Dovrà salvare il Cappellaio prima dello scadere del tempo. Durata 108 minuti. (Ideal, Uci)

 

AMERICAN FILMAmerican ultra – Azione. Regia di Nima Nourizadeh, con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart e Connie Britton. Il giovane Mike vive la sua tranquilla esistenza di innamorato della sia Phoebe, commesso, di drogato e di illustratore di graphic novel. Sino al giorno in cui la Cia, sua vecchia datrice di lavoro, non lo riscopre e al ragazzo non resterà che riprendere in mano le idee e le armi di un tempo per sopravvivere. Durata 96 minuti. (Greenwich sala 1, The Space, Uni)

 

Angry Birds – Il film – Animazione. Regia di Fergal Reilly e Clay Keytis. Un’isola dove vi sono uccelli che quasi non sanno volare, tre di essi – il collerico Red, il velocissimo Chuck, l’esplosivo Bomb – vivono emarginati dal resto dei pennuti. Ma quando l’isola verrà invasa da una masnada di maiali verdi che la vorrebbero fare da padroni, non dovranno i tre dimostrare il loro coraggio e la disperata ricerca della salvezza comune? Durata 97 minuti. (Ideal, Massaua, Lux sala 2, The Space, Uci)

 

 Cattivi vicini 2 – Commedia. Regia di Nicholas Stoller, con Zac Efron, Seth Rogen e Chloe Grace Moretz. Ai protagonisti del primo capitolo capitano dei nuovi vicini, se possibile ancor più fuori di testa di quelli antichi. In versione tutta femminile. Sono le fragorose componenti del Kappa Nu, alla guida del gruppo la sovreccitata Shelby ovvero Grace Moretz: non rimarrà che richiedere l’aiuto dell’ex vicino Teddy ovvero Efron se vorranno arginare gli eccessi delle spericolate ragazze. Durata 92 minuti. (Ideal, Massaua, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Cinque tequila – Commedia. Regia di Jack Zagha Kababie, con Luis Bayardo e Eduardo Manzano. Il vecchio Pedro racconta per l’ennesima volta di quando il celebre Jiménez scrisse su un tovagliolo il testo di una canzone e gliela dedicò. Vorrebbe che quel ricordo trovasse posto nel museo che è stato dedicato al compositore e cantante. Ma saranno i suoi tre amici a soddisfare il suo desiderio. Durata 93 minuti. (Due giardini sala Nirvana e Ombrerosse, F.lli Marx sala Chico e Harpo)

 conspiracy film

Conspirancy – Thriller. Regia di Shintaro Shimosawa, con Al Pacino, Anthony Hopkins e Josh Duhamel. Esempio di legal Thriller, l’opera prima di Shimosawa vede un giovane avvocato mettersi nei guai quando una ex fiamma gli offre le prove per affondare il manager di un importante gruppo farmaceutico (Hopkins). Ma di mezzo c’è anche il socio del suo stesso studio legale (Pacino). Durata 106 minuti. (Lux sala 1, Uci)

 

DRAGON FILMDragon Blade – La battaglia degli imperi – Avventura. Regia di Daniel Lee, con John Cusack, Adrien Brody e Jackie Chan. Quando la Cina e la Roma degli imperatori s’incontrano. Chiedendo perdono per gli ingredienti storici che vacillano quando non rovinano al suolo più che ignominiosamente, siamo nel 48 a.C. e il generale romano Lucio si presenta al potente Huo An: ha il compito di proteggere il giovane Publio dal fratello maggiore Tiberio assetato di potere. Tra i due uomini nasce un’amicizia che li farà contrastare insieme l’assalitore. Durata 101 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

Julieta – Drammatico. Regia di Pedro Almodovar, con Adriana Ugarte e Emma Suarèz. L’autore di “Volver” ha tratto il suo ultimo film, presentato in concorso a Cannes ma che la regia non ha considerato nella attribuzione dei premi finali, da alcuni racconti di Alice Munro. Una madre, in una lunga lettera indirizzata ad una figlia che non vede da anni, ricorda i momenti salienti della sua vita. Durata 99 minuti. (Ambrosio sala 3, Centrale v.o., Due Giardini sala Ombrerosse, Romano sala 1)

 

Friend Request – La morte ha il tuo profilo – Thriller. Regia di Simon Verhoeven con William Moseley e Alicia Debnam-Carey. Laura, laragazza più popolare del college partecipa ai social media come tanti e un giorno accetta l’amicizia di una misteriosa compagna. Ma i suoi amici cominciano a morire nei modi più orribili. Durata 92 minuti. (Uci)

In nome di mia figlia – Drammatico. Regia di Vincent Garenq, con Daniel Auteuil e Sebastien Koch. Tratto da una storia vera. La figlia quattordicenne di André muore mentre è in vacanza in Germania con la madre e il patrigno. L’atteggiamento di quest’ultimo e i dubbi sorti durante l’autopsia spingono André a credere che l’uomo che ha preso il suo posto non sia estraneo a quella morte. Durata 87 minuti. (Nazionale sala 1)

 

film cinemaGli invisibili – Drammatico. Regia di Over Moverman, con Richard Gere e Jana Malone. Perso nel traffico e nel rumore assordante delle strade di Manhattan, George è un senza tetto, un solitario homeless, uno di quegli uomini che per caso o per volontà si sono allontanati dalla società civile, uno di quelli che frugano nei cestini della spazzatura mentre cercano un rifugio quotidiano o un ricovero per la notte: mentre la città sembra non vederlo, mentre anche la figlia ha troncato ogni rapporto con lui. Una sceneggiatura ricca della propria “povertà”, la forza posta nel grigiore e nella indifferente monotonia di ogni giorno. Bere passa con bravura dal miliardario di “Franny” all’invisibile barbone di oggi, convincendo appieno. Durata 120 minuti. (Massimo2)

 

Kiki e i segreti del sesso – Commedia. Regia di Paco Leòn, con Natalia de Molina, Alex Garcia, Silvia Rey, Paco Leòn e Ana Katz. Remake di un film australiano, “Kiki” narra cinque storie intorno a incredibili vicende di feticismo. C’è chi conosce l’orgasmo quando viene rapinata, una moglie cerca il marito solo quando questi è in lacrime, un chirurgo si sente soddisfatto della moglie solo quando dorme, c’è chi si sente appagata solo sfiorando tessuti di seta, c’è chi cerca una soluzione che vivacemente soddisfi più di due persone. Si ride e ci s’interroga, parecchio, e non sai se debba prevalere più un’immancabile tristezza del divertimento a fior di pelle. Durata 102 minuti. (Eliseo blu, Lux sala 2, The Space, Uci)

 

Laurence anyways – Drammatico. Regia di Xavier Dolan, con Melvil Poupaud e Susanne Clément. Nella Montréal del finire degli anni Ottanta, Laurence è uno stimato professore e uno scrittore esordiente e apprezzato. Nel giorno del suo 35mo compleanno confessa alla moglie che tutta la sua vita è stata ed è una menzogna, che è nato in un corpo sbagliato, che si sente donna in abiti maschili. Dopo le iniziali incomprensioni, la coppia ritroverà un proprio particolare equilibrio. Un film che arriva sugli schermi italiani con quattro anni di ritardo: forse il recupero è dovuto al Gran Prix della giuria che Dolan ha vinto quest’anno a Cannes grazie a “Juste la fin du monde”. Durata 159 minuti. (Classico)

 BACKERY FILM

My bakery in Brooklin – Commedia. Regia di Gustavo Ron, con Aimee Teergarden e Krystal Rodriguez. Due cugine, legate tra loro sin dall’infanzia, ereditano da una vecchia zia una avviatissima pasticceria nel cuore di Brooklyn. L’una però vorrebbe apportarvi cambiamenti, l’altra lasciarla così com’è. Dovranno rinunciare a dividere il negozio letteralmente in due quando le nuove trasformazioni del quartiere metteranno in pericolo l’esistenza dello stesso esercizio. Durata 100 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

Mother’s day – Commedia. Regia di Garry Marshall, con Jennifer Aniston, Kate Hudson e Julia Roberts. Dall’acclamato regista di “Pretty woman” e “Capodanno a New York” un film dedicato alle donne, o meglio alle mamme, nei giorni che precedono la loro festa annuale. Commedia corale: c’è la madre divorziata con figli cui non va proprio giù il nuovo matrimonio dell’ex, c’è chi va alla ricerca della propria vera madre, c’è chi deve risolvere i rapporti conflittuali con il proprio figlio, c’è anche il padre che deve rivestire le vesti di madre e badare alle due figlie adolescenti, c’è la figlia già cresciuta che riscopre il proprio rapporto con la madre non più giovanissima. Durata 118 minuti. (Ambrosio sala 3, Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Now you see me 2 – Azione. Regia di Jon Chu, con Mark Ruffalo, Jesse Eisenberg, Daniel Radcliffe, Woody Harrelson, Michael Caine. Considerato il successo planetario della prima puntata, produttori e attori (davvero un bel gruppo!) si sono messi alla confezione di questa seconda che promette bene anzi benissimo: e ne hanno in cantiere una terza. Qui i Quattro Cavalieri illusionisti sono obbligati a lottare contro un tycoon della tecnologia (Radcliffe) che li minaccia e, quel che è più, fa di tutto per rovinarne la reputazione. La carta vincente non potrà che essere una esibizione di cui nessuno ha mai visto l’eguale. Durata 115 minuti. (Ideal, Lux sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Passo falso – Drammatico. Regia di Yannick Paillet, con Pascal Elba e Laurent Lucas. Un sergente perso nel territorio afghano, all’indomani di uno scontro a fuoco, in equilibrio su una vecchia mina posta dai russi. Poco lontano un camion di talebani con il suo consistente carico di eroina ed una donna francese in ostaggio, un gruppo di donne che con i loro asini vengono a recuperare il prezioso carico. Lo aiuteranno a salvarsi o dovrà affidarsi esclusivamente al suo coraggio o alla fortuna? Durata 76 minuti. (F.lli Marx sala Chico, Uci)

PAZZA G2

La pazza gioia – Commedia drammatica. Regia di Paolo Virzì, con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, Tommaso Ragno e Marco Messeri. “Clinicamente pazze”, Beatrice Morandini Valdirana e Donatella Morelli sono ospiti di Villa Biondi, un centro per malattie mentali sulle colline pistoiesi, l’una egocentrica e logorroica, l’altra tatuatissima e fragile, solitaria, cui la legge ha tolto il figlio per affidarlo in adozione ad una coppia. Nonostante le diversità che le dividono, le due donne fanno amicizia, sentono il bisogno l’una dell’altra, fuggono, vivono appieno “una breve vacanza”, provano a inseguire una vita nuova sul filo sottile della “loro” normalità. Grande successo alla Quinzaine di Cannes per le interpreti e per l’autore del “Capitale umano”. Durata 118 minuti. (Ambrosio sala 2, Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Harpo, Uci)

 

Pelè – Biografico. Regia Michael e Jeff Zimbalist, con Leonardo Lima Carvalho e Kevin de Paula. Il calcio giocato in strada a piedi scalzi, la povertà sofferta e la promessa fatta al padre, la prima vittoria clamorosa con la Coppa del Mondo a soli 17 anni: i successi e la carriera di un calciatore che continua a essere considerato il più grande e fantasioso di tutti i tempi. Durata 107 minuti. (Uci)

 

Perfetti sconosciuti – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Kasia Smutniak, Alba Rohrwacher. Una cena tra amici, l’appuntamento è per un’eclisse di luna, la padrona di casa decide di mettere tutti i cellulari sul tavolo e di rispondere a telefonate e sms senza che nessuno nasconda qualcosa a nessuno. Un gioco pericoloso, di inevitabili confessioni, che verrebbe a sconquassare le vite che ognuno di noi possiede, quella pubblica, quella privata e, soprattutto, quella segreta. Alla fine della serata, torneranno ancora i conti come quando ci siamo messi a tavola? Durata 97 minuti. (Greenwich sala 2)

 PIANO MAGGIE FILM

Il piano di Maggie – Commedia. Regia di Rebecca Miller, con Greta Gerwig, Ethan Hawke e Julianne Moore. A Maggie, bella ragazza e colta, ma tremendamente ansiosa di essere madre, non resta appunto che cercare qualcuno che le metta a disposizione il proprio seme. Ancora un ma: ma nel frattempo s’innamora di un intellò newyorkese con moglie e figli, ricambiata. Ma (ancora un altro) se poi nasce una bella bimba e l’intellò sente nuovamente il campanello del desiderio delle moglie, donna intelligente e di raro fascino? Maggie, appunto, ha un piano: perché le due donne non potrebbero allearsi per rimettere ogni cosa al proprio posto? Durata 98 minuti. (Centrale v.o., Eliseo grande, F.lli Marx sala Groucho, Greenwich sala 2, Massaua)

 

Ratchet e Clanck – il film – Animazione. Regia di Serica Cleland e Kevin Munroe. Meccanico il primo, fidato robot il secondo, entrambi impegnati nella lotta contro il cattivo di turno, l’alieno Drek, che vorrebbe distruggere ogni pianeta della galassia per poterne costruire una soltanto, esclusivamente per la propria razza. Durata 94 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Segreti di famiglia – Drammatico. Regia di Joachim Trier, con Isabelle Huppert, Jesse Eisenberg e Gabriel Byrne. Durante la preparazione della mostra che deve rendere omaggio a Isabelle, fotografa di guerra scomparsa, tornano a casa gli uomini che in modo diverso le sono stati accanto: il marito perso nei suoi ricordi, il figlio maggiore in preda alle sue nevrosi, il minore scontroso verso tutto e verso tutti, anche l’antico collega giornalista. Tutti quanti dovranno confrontarsi che quelle verità che sono sempre state taciute. Durata 107 minuti. (Romano sala 2)

 

The conjuring – Il caso Enfield – Regia di James Wan, con Patrick Wilson e Vera Farmiga. Nella Londra degli anni Settanta, Ed e Lorraine Warren, ricercatori del paranormale, se la devono vedere con presenze demoniache che infestano la casa in cui abita una madre single divorziata con i suoi quattro figli, tra i sette e i tredici anni: sarà Janet di undici anni quella che vedrà la propria vita davvero in pericolo. Durata 133 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 nice film

The Nice Guys – Azione. Regia di Shane Black, con Russell Crowe e Ryan Gosling. Dirige l’inventore della saga “Arma letale”, star Gibson e Glover. Per l’occasione, i due guys sono, nella Los Angeles degli anni Settanta, un investigatore privato, alcolizzato e padre single della tredicenne Holly, e un detective molto sui generis, costretti ad allearsi dal momento che hanno qualche faccenda poco pulita da sbrigare e soprattutto perché qualcuno li vuole morti. Durata 116 minuti. (Uci)

 

TOKYO FILMTokio Love Hotel – Drammatico. Regia di Ryuishi Hiromi, con Sometani Shota. Storie ambientate nel quartiere a luci rosse di Tokio, Kabulicho, in un alberghetto che riceve coppie in circa di un’ora di avventure. Giovanissime che si innamorano del loro cliente, governanti che scontano lì la loro pena, factotum che mentono e che scoprono che molti altri come lui mentono, il fidanzato che non sa spiegarsi come mai la propria ragazza abbia potuto mettere da parte tanto denaro in così poco tempo, l’ex innamorato che ritrova la ragazza di un tempo tra le ospiti del bordello, poliziotti in cerca di passione e di manette rosa… L’erotismo nipponico visto e analizzato sotto diversissime prospettive. Durata 135 minuti. (Massimo 1)

 

Tra la terra e il cielo – Drammatico. Regia di Neeraj Ghaywan, con Richa Chadda e Vicky Kaushal. Nel cuore sacro dell’India s’incrociano alcune vicende: come quella di Devi, che è sorpresa in intimità con un suo compagno di studi da alcuni poliziotti corrotti, come quella di Deepak che si innamora di una ragazza di una casta superiore. Durata 103 minuti. (Romano sala 1)

 

Tutti vogliono qualcosa – Commedia. Regia di Richard Linklater, con Blake Jenner, Zoey Deutch e Ryan Guzman. Negli anni Ottanta, un gruppo di matricole del college, pure accaniti giocatori di baseball, tentano di farsi strada in un momento pericoloso che li porta all’età adulta. Durata 116 minuti. (Greenwich sala 2)

 

L’uomo che vide l’infinito – Drammatico. Regia di Matt Brown, con Jeremy Irons e Dev Patel. Ai primi del Novecento, nelle aule di Cambridge, l’amicizia che nasce tra un giovane genio della matematica, di origine indiana, e un maturo professore. Un’amicizia e una collaborazione tra studiosi che saranno capaci di superare molti pregiudizi. Durata 108 minuti. (Ambrosio sala 1, Eliseo rosso, Reposi)

 

Warcraft – L’inizio – Fantasy. Regia di Duncan Jones, con Paula Patton e Travis Rimmel. Il regno di Azeroth vive in pace da molti anni ma un bel giorno deve difendersi da terribili invasori: sono gli Orchi, provenienti da una terra agonizzante e pronti a colonizzare un nuovo mondo che li possa accogliere. Su due fronti opposti, due eroi a combattere per le loro famiglie e per le loro terre. Durata 123 minuti. (The Space, Uci)

 

X-Men: Apocalisse – Fantasy. Regia di Bryan Singer, con James McAvoy, Michael Fassbender e Jennifer Lawrence. La vendetta di Apocalisse, dall’antico Egitto ai giorni nostri, quando un gruppo di fedelissimi lo richiama in vita e lo affianca per riprendere il comando e scatenare un violento attacco alla terra. Durata 143 minuti. (Uci)

Fiori freschi per Mario Rigoni Stern

Si avanzò l’ipotesi che l’ultima dimora ad Asiago fosse un cenotafio, una tomba vuota, con le ceneri dello scrittore disperse nella steppa russa

MRS_AL_PICCOLO San BernardoMario Rigoni Stern morì ,all’età di 86 anni, il 16 giugno del 2008, nel  letto della sua casa di Asiago, dopo alcuni mesi di malattia. Era un lunedì sera. Per sua precisa disposizione la notizia della morte venne diffusa solo a funerali avvenuti, il giorno dopo, nella piccola chiesa del centro dell’altopiano dei Sette Comuni. C’erano la moglie Anna, i tre figli con i due nipoti ed il fratello Aldo dietro la bara. Nella cappella poche persone, come voleva il “Sergente nella neve”. E il mesto rintocco del Matìo, il campanone di Asiago. Ora è sepolto nel cimitero a sud del paese, sotto una grande croce di marmo chiaro che lui stesso aveva voluto recuperare dalla tomba del nonno paterno Giovanni Antonio, con davanti una piccola aiuola coltivata, come piaceva a lui. Una sera, ricordandolo a Falmenta, in valle Cannobina, insieme ad un suo grande amico , il maestro Bepi De Marzi, si avanzò l’ipotesi che l’ultima dimora ad Asiago fosse un cenotafio, una tomba vuota, con le ceneri dello scrittore disperse nella steppa russa. Ma era solo un’ipotesi, per quanto suggestiva. Rigoni Stern, nel 1973, pubblicò una raccolta di racconti intitolata “Ritorno sul Don”. E scrisse, nell’occasione: “Ecco, sono ritornato a casa ancora una volta; ma ora so che laggiù, quello tra il Donetz e il Don, è diventato il posto più tranquillo del mondo. C’è una grande pace, un grande Rigoni stern giovane con la moglie annasilenzio, un’infinita dolcezza. La finestra della mia stanza inquadra boschi e montagne, ma lontano, oltre le Alpi, le pianure, i grandi fiumi, vedo sempre quei villaggi e quelle pianure dove dormono nella loro pace i nostri compagni che non sono tornati a baita”. La sua vita portò i segni della guerra, della ritirata di Russia e della montagna. Nel 1938, a diciassette anni ( “Sull’Altipiano, per noi ragazzi c’era un detto: o prete, o frate, o fuori con le vacche”)  entrò alla Scuola Militare d’alpinismo di Aosta, quindi combattè come alpino nel battaglione Vestone, in Francia, Grecia, Albania, Russia. Fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, rientrò a casa, a piedi, dopo due anni di lager, il 5 maggio 1945. E da allora non lasciò più il suo Altopiano, dove viveva nella casa da lui stesso costruita insieme alla moglie Anna e ai tre figli. Ad Asiago lavorò al catasto comunale, mantenendo l’impiego fino al 1970, quando decide di dedicarsi completamente al lavoro di scrittore. Fu Elio Vittorini, nel 1953, a fargli pubblicare per I Gettoni di Einaudi il suo primo romanzo “Il sergente nella neve”. Poco meno di dieci anni dopo, nel 1962, pubblicò il secondo, “Il bosco degli urogalli”, sempre per Einaudi. E tanti altri seguirono fino  a “Stagioni”, l’ultimo romanzo uscito nel 2006, due anni prima della sua morte. Mario più volte affrontò quest’argomento, sottolineando come la morte non gli incutesse paura: “La vita si sa che deve finire, ma io non vivo Mario_Rigoni_Stern_(1921-2008)questa consapevolezza con angoscia –disse in una intervista per il suo 85esimo compleanno – Semmai può spaventare la sofferenza fisica, perché a volte il dolore umilia, non lascia all’uomo nemmeno la possibilità di pensare. Ma è un’età, la mia, che va affrontata avendo la coscienza del limite”. D’altronde, la morte era da sempre intrecciata alla  sua vita, se non altro per la coincidenza che l’aveva visto venire al mondo (e quindi festeggiare il proprio compleanno) l’1 novembre (del 1921), giorno dei morti. Chi lo conosceva bene ( come il giornalista Sergio Frigo ( che ha curato “I luoghi di Mario Rigoni Stern” ) dice che era assiduo al cimitero, dove si aggirava tra le tombe ricordando i familiari e i compaesani che se n’erano andati, tra nostalgia, affetto e persino qualche sorriso: come, in un suo racconto, l’episodio dei ragazzini che andavano di tomba in tomba per raccogliere la cera sciolta delle candele con cui sciolinare gli sci. “Nella mia “Spoon River” paesana ritrovo le persone scomparse e rivivo le loro storie dimenticate”, disse in un’ intervista a Frigo. In “Stagioni”, racconta “una passeggiata in Cimitero in un giorno di primavera”, tra le tombe dei genitori e della vecchia maestra, dei fratelli e degli amici che l’hanno preceduto, delle “ragazze con le quali cacciavo le farfalle” e della “guardia comunale che ci faceva correre quando eravamo troppo invadenti”. Tutto questo, scriveva, “non è greve; è invece ritrovare memorie e dolce malinconia, non memorie cattive o fastidiose, o sensi di rabbia, o di rammarico per eventuali torti Tomba Mario Rigoni Stern1subiti”. Nel libro “Tra le due guerre”, una silloge di articoli, inediti e non, dedicati in gran parte  ai conflitti, scriveva ( nel capitolo “Il giorno dei morti”): “Negli ultimi giorni d’ottobre, nel pomeriggio appena ritornati dalla scuola, invece di salire ai roccoli (…) andavamo a piccole frotte al cimitero per ripulire dalle erbacce le tombe dei parenti (…) Nel pomeriggio del 1°novembre venivano accesi sulle tombe tanti lumini, venivano anche posati bene in vista i ritratti dei defunti ivi sepolti, e ghirlande intrecciate con rami d’edera, e fiori di latta smaltata a vivaci colori (…) Nelle sere del 1° e 2 novembre nessuno usciva di casa, nemmeno i più accaniti giocatori di carte (…) Forse oggi è tutto più banale. Anche il cimitero si è molto ampliato perché i nuovi ricchi vogliono tutti la tomba di famiglia o la cappella gentilizia, con marmi lucidati, e statue, e luci splendenti; le tombe con piccole aiuole coltivate a fiori sono molto poche perché quasi tutte hanno lastre di marmo e fiori di plastica”. Forse è anche per questo che ha voluto, davanti alla croce di marmo quella piccola aiuola coltivata con fiori veri, profumati e freschi, accarezzati dal vento delle sue montagne.

Marco Travaglini

La “Repubblica” della Val d'Ossola

OSSOLA2OSSOLA

In breve tempo il nuovo governo dà prova dell’ampiezza dei settori sui quali intende intervenire. Non si limita alla normale amministrazione, ma si muove lungo linee profondamente innovatrici, riflettendo “una visione non municipale dei problemi

 

Nel periodo più buio della storia italiana, durante l’occupazione nazifascista dell’Italia del nord, la Repubblica partigiana dell’Ossola ha rappresentato il primo tentativo organizzato di rinascita democratica del paese. Per più di quaranta giorni, dal 10 settembre al 23 ottobre del 1944, oltre ottantamila cittadini furono i protagonisti del governo di un vasto territorio all’estremo nord del Piemonte, al confine con la Svizzera, dandosi un ordinamento repubblicano ed una legislazione che sarà in parte riproposta e rivalutata nella Costituzione italiana del 1946. La vicinanza con la Confederazione Elvetica consentì di seguire  con interesse e attenzione le vicende di questo territorio libero anche da parte della stampa internazionale. Una storia, quella dei “quaranta giorni di libertà”, breve ma ricca di esperienze politico-sociali che trovarono poi un seguito ideale nei primi passi e nelle scelte della nuova Italia repubblicana. Nel territorio liberato dalle formazioni partigiane si trovavano 35 comuni con 85.000 abitanti. I centri principali  erano Domodossola, Pieve Vergonte, Villadossola e poi tutti gli altri nel fondovalle e sulle  vallate laterali.

Nel giorno stesso dell’occupazione di Domodossola, il 10 settembre 1944, Dionigi Superti, comandante della divisione Val d’Ossola, insediò la giunta di governo. In breve tempo il nuovo governo dà prova dell’ampiezza dei settori sui quali intende intervenire. Non si limita alla normale amministrazione, ma si muove lungo linee profondamente innovatrici, riflettendo “una visione non municipale dei problemi“. Anche nella riorganizzazione del sistema giudiziario ogni provvedimento viene inserito in un progetto di ampio respiro che non solo rimuove la legislazione fascista, ma afferma con chiarezza i principi democratici su cui intende fondarsi. La responsabilità della giustizia venne affidata ad un avvocato di formazione socialista, Ezio Vigorelli, che si dimostrò sempre attento a garantire i diritti degli imputati, compresi i fascisti di Salò. I prigionieri, radunati a Druogno in Val Vigezzo, erano trattati senza durezza, come testimoniato anche dalla “Tribune de Genève“, una delle tante testate internazionali che seguirono con interesse l’esperienza ossolana. In campo scolastico e pedagogico, grazie alla collaborazione di intellettuali antifascisti come Gianfranco Contini e Carlo Calcaterra, vennero sviluppati programmi molto avanzati, fondati su un ciclo iniziale di formazione comune a tutti e sulla successiva distinzione tra studi liceali e studi tecnico-professionali. In pratica vennero gettate le basi per molte riforme e la vita democratica fu molto intensa e partecipata.

Molti progetti restarono sulla carta, data la brevità dell’esperienza maturata nella zona liberata. Sul finire dell’ottobre del 1944 la controffensiva di tedeschi e fascisti provocò la caduta della piccola repubblica dopo giorni di duri combattimenti. Furono 13 mila gli uomini impiegati per la riconquista dell’Ossola, in gran parte truppe fasciste (meno di mille erano tedeschi), con un rapporto di forze di 4 a 1 nei confronti dei partigiani. Alle 17.40 del 14 ottobre i fascisti entrarono in Domodossola e trovarono la città semideserta, abbandonata da più della metà della popolazione stabile. Molti erano fuggiti in Svizzera, dove furono alloggiati a Briga in capannoni militari, per evitare il rischio di gravi rappresaglie. Proprio in quei giorni fu organizzata dal governo Provvisorio , e in modo particolare da Gisella Floreanini ( nome di battaglia, Amelia Valli: la prima donna a ricoprire un incarico governativo in Italia), commissario all’assistenza e ai rapporti con le organizzazioni di massa, un’importante operazione di salvataggio di 2500 bambini che, con alcuni treni, vennero inviati in Svizzera. Contrariamente a quanto avveniva normalmente per gli espatriati in Svizzera, i bambini dell’Ossola non furono trasferiti in campi di concentramento ma vennero accolti da centinaia di famiglie elvetiche che li nutrirono e accudirono come i propri figli. Quasi tutti i bambini rientrarono in Italia dopo la liberazione e la fine della guerra mantenendo , in molti casi,un legame affettivo con le famiglie che li avevano accolti nel “paese del pane bianco”. L’esercito partigiano si divise in tre spezzoni in val Divedro, in Val Formazza e in Valsesia.

L’ultimo combattimento di un certo rilievo  avvenne il 19 ottobre, con il contrattacco partigiano alle Casse del Toce. Di lì a poco, lunedì 23 ottobre 1944, la fine dei “quaranta giorni di libertà” . Restava però, indelebile,  il segno lasciato da quel “piccolo mondo pieno d’amore, di vita, di speranza e verità”. La “repubblica” dell’Ossola, certamente la più nota e prestigiosa delle 18 “zone libere” partigiane che ebbero vita tra estate e autunno 1944 in piena occupazione tedesca, rappresentò un esperimento democratico di straordinaria importanza. In proposito, è utile riportare il lucido sintetico giudizio che, a distanza di anni ( nel 1989) ne dette il filologo e critico letterario domese Gianfranco Contini: «La Resistenza Ossolana è stata un movimento di popolo, sia nei momenti della clandestinità, sia in quello palese della collaborazione al Governo provvisorio. La misura della partecipazione pubblica, in cui ognuno ebbe qualcosa da pagare o da perdere (e poi da non reclamare), fu un fatto civile di rara e non abbastanza sottolineata rilevanza».

Marco Travaglini

Le onde vagabonde del lago Maggiore

LAGO MAGGIORE 2Il lago, da una sponda all’altra, ha fatto da “levatrice” delle idee, riflettendo – nel suo specchio d’acqua – i pensieri di tanti

Il “Maggiore” è il lago che ha “stregato” personaggi illustri, artisti e scrittori: Hemingway, Goethe, Byron, Fogazzaro, D’Azeglio, Rosmini, Manzoni, Flaubert, Mann, Bernard Shaw, Wagner, Toscanini, Verga e Stendhal (che qui scrisse buona parte del suo “Viaggio in Italia” e alcune pagine de “La Certosa di Parma“). E’ il lago dove, dopo la guerra, scrittori, artisti e intellettuali europei, da Hesse a Remarque, da Frisch alla Highsmith, da Jawlenski a Max Ernst decisero di prendervi dimora. Ma è, senza togliere ad altri, il lago descritto con amore dai “luinesi” Piero Chiara e Vittorio Sereni. Per non parlare di Dario Fo che racconta la sua infanzia sulle sponde del Maggiore ne “Il paese dei Mezaràt“.

E’ il lago dove, un gruppo d’intellettuali, a metà degli anni ’70, fondò il “Premio Stresa” di narrativa. Tra loro c’erano Mario Bonfantini, Piero Chiara e Mario Soldati ma anche il bavenese Gianfranco Lazzaro (autore di “Il cielo color delle colline” e “Berto”) ed il poeta stresiano Franco Esposito (fondatore della rivista “Microprovincia”). Il lago, da una sponda all’altra, ha fatto da “levatrice” delle idee, riflettendo – nel suo specchio d’acqua – i pensieri di tanti. Le storie che ho scelto di raccontare, protagonista un improbabile (e, forse, molto comune) “bancario” in pensione ne “Quando la notte si mangia le stelle” sono delle vere e proprie manipolazioni di fatti in parte vissuti ed in parte conosciuti, direttamente o indirettamente. Parafrasando Piero Chiara ” il mio autobiografismo non è che lutilizzazione di una vasta casistica immagazzinata dalla memoria. Naturalmente quel che manca a raggiungere leffetto narrativo, lo aggiungo. Nessuna realtà è buona per sé“. Una frase che, se non ricordo male, indica il limite entro il quale chi scrive riferisce la realtà che lo circonda.

Si può raccontare una storia se la s’ “interpreta“, arricchita come accade alle storie legate alla tradizione del racconto orale. Lucciconi, in fondo, si limita a riferire ciò che vede, ciò che sente e ciò che vorrebbe, in fondo, sentire e vedere. La “correzione” della realtà spesso si limita ad un lieve aggiustamento, ad un ritocco, a qualche invenzione che non guasta la veridicità del fatto, rendendo la storia più piacevole. Il fabbro e gli avventori dell’osteria, la signora che ha fatto “la vita” per tutta la vita, i ragazzini che pescano con le canne di bambù e sfidano le doppiette caricate a sale per una manciata di ciliegie, i pescatori ed i contrabbandieri e tutti altri personaggi accompagnano, con la loro umanità, il susseguirsi – pagina dopo pagina – di questo “inventario” di gente, di luoghi e di vicende di lago.

E il lago? Il lago è lo stesso che è risalito per tutta la sua lunghezza dall’inverna, il vento che nella buona stagione si alza ogni giorno dalla pianura piemontese e lombarda e “migra” in Svizzera, nel canton Ticino. E’ il lago delle onde vagabonde che arrivano così, senza preavviso: è l’acqua che scappa e che ritorna indietro. Succhiano i remi delle barche e le accarezzano sotto il ventre, affidando l’odore del lago all’aria che soffia. I luoghi (reali) ed i personaggi (spesso reali, seppur camuffati, a volte inventati di sana pianta) di questo libro rappresentano il fondale del piccolo teatro dove si è svolta una parte della mia vita. Una parte importante, per certi versi “decisiva”.

I luoghi ed i fatti sono “usati” per ricordare, narrare e condividere. Parlare di un piccolo paese di lago e della vita che vi scorre è come scoprire il proprio ombelico senza mai esibirlo. E’ una forma di riconoscenza verso il “mio” paese ed il “mio” lago, ma anche un invito a frequentarlo, annusandone il vento, ascoltandone le onde, guardando il profilo dei monti che si riflettono nell’acqua. Non c’è nulla di più difficile ed al tempo stesso di più bello del cercare le parole per dare una forma alle emozioni ed ai ricordi che ci legano ad un determinato posto, a chi ci ha vissuto e ci vive.

 

Marco Travaglini

L’acqua ferruginosa dell’Alpe Veglia

E’ la “seconda sorgente minerale più alta d’Europa”

veglia 2

Come tante vallate del Piemonte e della Lombardia anche l’Ossola può giustamente oggidì rendersi vantaggiosa per soggiorno estivo colle efficaci sue acque minerali…la sorgente che promette maggior avvenire è quella di Varzo – di più recente scoperta –perché si trova in una località preferibile e più elevata sul livello del mare, nell’alpe di Veglia. Questo si trova all’altezza di 1753 metri, in un bellissimo ed esteso altipiano delle Alpi Lepontine, che decorrono dal Monte Rosa al Gottardo”. Il dottor Costantino Alvazzi Delfrate nel suo “Guida all’acqua minerale della stazione climatica d’altezza di Varzo Veglia nell’Ossola”, pubblicato a Torino da Rosemberg & Sellier nel 1892, decantava così la seconda sorgente minerale più alta d’Europa, dopo quella di Panticosa, nei Pirenei aragonesi, dove le montagne toccano le nubi”. La sorgente dell’alpe Veglia  si trova nell’alveo del Rio Mottiscia dove sgorga tra le acque del torrente. Nel 1875 due alpini di presidio all’Alpe Veglia ( all’epoca, sulle montagne di confine, furono inviate le truppe alpine a difesa di eventuali sconfinamenti stranieri )notarono questa sorgente, dalla quale fuoriusciva acqua lievemente frizzante che colorava di ruggine le rocce circostanti. Quattro anni dopo, le  analisi chimiche la definirono “un’ottima acqua minerale acidulo ferruginosa“. Nel 1883, il Comune di Varzo stipulò  un accordo per la durata di nove anni, con una ditta di Torino, per l’esclusiva di raccolta, trasporto e commercio dell’acqua di Veglia. L’anno successivo, in occasione dell’Esposizione Generale Nazionaledel 1884  a Torino, l’acqua di Veglia venne premiata con una medaglia d’argento per le sue proprietà tonico ricostituenti, unite alla “grande conservabilità di quell’acqua aggradevole”. I riconoscimenti e la fama conquistata dalla sorgente aumentarono l’affluenza di forestieri verso questa splendida conca alpina e così venne costruito un primo posto di accoglienza e ristoro, il mitico albergo Monte Leone ( che prese il nome della montagna che domina , con i suoi 3.553 metri, l’alpe Veglia)finanziato dai soci del Club Alpino Italiano ed inaugurato il 17 agosto 1884. Bere quest’acqua bicarbonato-calcica-ferruginosa che sgorgava, effervescente e naturale, dalla viva roccia, era diventato il piacere di molti che frequentavano i gruppi di baite dell’alpe (Isola, Ponte, Aione, Cianciavero, La Balma, Cornù). veglia 1Diverse ditte si dimostrarono interessate al suo sfruttamento tra le quali anche la ditta Branca di Milano, senza tuttavia giungere ad un accordo con i Comuni di Varzo e di Trasquera. Inizialmente l’acqua aveva una portata in uscita di 300 litri ogni ora, ma nel 1907 si ebbe una diminuzione della fuoriuscita a causa delle notevoli dispersioni durante il percorso. Negli stessi anni s’avvio la costruzione di un secondo albergo, il Lepontino, per far fronte alla grande richiesta turistica. Ma l’acqua non venne mai incanalata. Nel 1981, una forte scossa sismica ebbe come  epicentro proprio l’area dell’alpe Veglia e causò la scomparsa della fonte. Si rese necessario un successivo sondaggio per ripristinare il punto di deflusso dell’acqua, che tuttavia si trovò spostato poco più in basso rispetto al punto di uscita precedente. Tornando alla vecchia guida del 1872, si informava il lettore che “col riposo l’acqua minerale depone un copioso precipitato giallo-ocracco, che pure deponesi abbondantemente sulla ghiaia del canaletto, ove scorre l’acqua;segno evidente dell’abbondanza di ferro contenuto”, precisando altresì che “in Veglia, per ora, non si paga né diritto d’acqua, né diritto di soggiorno…l’acqua è libera..ma il diritto di esportazione e di commercio è riservato alle due ditte Costanzo e fratelli Passa fino alla fine dell’anno 1892”. Il lungo periodo di innevamento del Veglia ( dove l’inverno “è solo neve e silenzio”),  la portata limitata e le difficoltà di trasporto hanno di fatto impe­dito uno sfruttamento commerciale di questa sorgente di acqua ferruginosa ossolana. Nonostante le buone indicazioni terapeutiche ( “debolezza organica, malattie polmonari, catarro bronchiale cronico, dispepsie, malattie dell’utero, malattie nervose, malattie vescicali, malattie oculari e della pelle”), non se ne fece niente, lasciandola scorrere libera e fresca. E forse è giusto così. Quest’acqua color del ferro che “stimola l’appetito, è diuretica, purifica il corpo e, inoltre, risveglia felicità e allegria”, è di tutti e di tutti deve restare. In fondo, come è stato scritto “contribuisce ad allontanare tristezza, noia e a dimenticare i bui luoghi in cui si vive durante l’anno”. Cosa chiedere di più? Prosit!

Marco Travaglini

Questo weekend nei cinema di Torino

SUL GRANDE SCHERMO
A cura di Elio Rabbione

 ALICE FILM

Alice attraverso lo specchio – Fantastico. Regia di James Bobin, con Johnny Depp, Anne Hathaway, Mia Wasikowska e Helena Bonham Carter. Alice, attraversato uno specchio magico, si ritrova nel Sottomondo dove incontra gli amici di sempre, lo Stregatto, il Bianconiglio e il Cappellaio Matto, quest’ultimo del tutto in crisi avendo perso la sua “moltezza”. Mirana manderà Alice alla ricerca della Chronosphere, un oggetto metallico che regola il trascorrere del tempo. Dovrà salvare il Cappellaio prima dello scadere del tempo. Durata 108 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Angry Birds – Il film – Animazione. Regia di Fergal Reilly e Clay Keytis. Un’isola dove vi sono uccelli che quasi non sanno volare, tre di essi – il collerico Red, il velocissimo Chuck, l’esplosivo Bomb – vivono emarginati dal resto dei pennuti. Ma quando l’isola verrà invasa da una masnada di maiali verdi che la vorrebbero fare da padroni, non dovranno i tre dimostrare il loro coraggio e la disperata ricerca della salvezza comune? Durata 97 minuti. (Ideal, Massaia, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

La casa delle estati lontane – Drammatico. Regia di Shirel Amitay, con Geraldine Nakache e Judith Chemia. Regista israeliana, alla sua prima prova, già assistente di Jacques Rivette, Amitay narra dell’incontro, nella cittadina di Atlit, nel 1995 durante il processo di pace arabo-israeliano, di tre sorelle che da tempo non si vedono per la vendita della casa dei genitori. Idee diverse, affetti, dissapori, mentre le tre ragazze dialogano con le ombre del padre (che è Pippo Delbono) e della madre, forse per ricostruire un ponte di emozioni e di ricordi tra il passato e il presente. Durata 91 minuti. (Nazionale sala 2)

 TEQUILA FILM

Cinque tequila – Commedia. Regia di Jack Zagha Kababie, con Luis Bayardo e Eduardo Manzano. Il vecchio Pedro racconta per l’ennesima volta di quando il celebre Jiménez scrisse su un tovagliolo il testo di una canzone e gliela dedicò. Vorrebbe che quel ricordo trovasse posto nel museo che è stato dedicato al compositore e cantante. Ma saranno i suoi tre amici a soddisfare il suo desiderio. Durata 93 minuti. (Due giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Harpo)

 

Conspirancy – Thriller. Regia di Shintaro Shimosawa, con Al Pacino, Anthony Hopkins e Josh Duhamel. Esempio di legal Thriller, l’opera prima di Shimosawa vede un giovane avvocato mettersi nei guai quando una ex fiamma gli offre le prove per affondare il manager di un importante gruppo farmaceutico (Hopkins). Ma di mezzo c’è anche il socio del suo stesso studio legale (Pacino). Durata 106 minuti. (Ideal, Lux sala 1 e sala 3, Massaua, The Space, Uci)

 JULIETA FILM

Julieta – Drammatico. Regia di Pedro Almodovar, con Adriana Ugarte e Emma Suarèz. L’autore di “Volver” ha tratto il suo ultimo film, presentato in concorso a Cannes ma che la regia non ha considerato nella attribuzione dei premi finali, da alcuni racconti di Alice Munro. Una madre, in una lunga lettera indirizzata ad una figlia che non vede da anni, ricorda i momenti salienti della sua vita. Durata 99 minuti. (Ambrosio sala 3, Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Chico, Romano sala 1)

 

Friend Request – La morte ha il tuo profilo – Thriller. Regia di Simon Verhoeven con William Moseley e Alicia Debnam-Carey. Laura, laragazza più popolare del college partecipa ai social media come tanti e un giorno accetta l’amicizia di una misteriosa compagna. Ma i suoi amici cominciano a morire nei modi più orribili. Durata 92 minuti. (The Space, Uci)

In nome di mia figlia – Drammatico. Regia di Vincent Garenq, con Daniel Auteuil e Sebastien Koch. Tratto da una storia vera. La figlia quattordicenne di André muore mentre è in vacanza in Germania con la madre e il patrigno. L’atteggiamento di quest’ultimo e i dubbi sorti durante l’autopsia spingono André a credere che l’uomo che ha preso il suo posto non sia estraneo a quella morte. Durata 87 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Gli invisibili – Drammatico. Regia di Over Moverman, con Richard Gere e Jana Malone. Perso nel traffico e nel rumore assordante delle strade di Manhattan, George è un senza tetto, un solitario homeless, uno di quegli uomini che per caso o per volontà si sono allontanati dalla società civile, uno di quelli che frugano nei cestini della spazzatura mentre cercano un rifugio quotidiano o un ricovero per la notte: mentre la città sembra non vederlo, mentre anche la figlia ha troncato ogni rapporto con lui. Una sceneggiatura ricca della propria “povertà”, la forza posta nel grigiore e nella indifferente monotonia di ogni giorno. Bere passa con bravura dal miliardario di “Franny” all’invisibile barbone di oggi, convincendo appieno. Durata 120 minuti. (Massimo2)

 KIKI FILM

Kiki e i segreti del sesso – Commedia. Regia di Paco Leòn, con Natalia de Molina, Alex Garcia, Silvia Rey, Paco Leòn e Ana Katz. Remake di un film australiano, “Kiki” narra cinque storie intorno a incredibili vicende di feticismo. C’è che chi conosce l’orgasmo quando viene rapinata, una moglie cerca il marito solo quando questi è in lacrime, un chirurgo si sente soddisfatto della moglie solo quando dorme, c’è chi si sente appagata solo sfiorando tessuti di seta. Si ride e ci s’interroga, parecchio. Durata 102 minuti. (Eliseo grande, Lux sala 2, The Space, Uci)

 

Laurence anyways – Drammatico. Regia di Xavier Dolan, con Melvil Poupaud e Susanne Clément. Nella Montréal del finire degli anni Ottanta, Laurence è uno stimato professore e uno scrittore esordiente e apprezzato. Nel giorno del suo 35mo compleanno confessa alla moglie che tutta la sua vita è stata ed è una menzogna, che è nato in un corpo sbagliato, che si sente donna in abiti maschili. Dopo le iniziali incomprensioni, la coppia ritroverà un proprio particolare equilibrio. Un film che arriva sugli schermi italiani con quattro anni di ritardo: forse il recupero è dovuto al Gran Prix della giuria che Dolan ha vinto quest’anno a Cannes grazie a “Juste la fin du monde”. Durata 159 minuti. (Classico)

 

Ma Ma Tutto andrà bene – Drammatico. Regia di Julio Medem, con Penelope Cruz e Luis Tosar. A Magda, insegnante disoccupata, viene diagnosticato un tumore al seno. In crisi con il marito, con la volontà di nascondere al figlio il proprio stato, la donna trova in Arturo l’uomo che può condividere con lei le vicissitudini, le ansie, le paure che si accompagneranno alla malattia. Una storia narrata con estrema sincerità e crudezza, dove la Cruz ritorna a certi personaggi forti che un recentissimo passato aveva (con leggerezza) messo da parte. Durata 115 minuti. (Eliseo blu, Uci)

 MOTHER FILM

Mother’s day – Commedia. Regia di Garry Marshall, con Jennifer Aniston, Kate Hudson e Julia Roberts. Dall’acclamato regista di “Pretty woman” e “Capodanno a New York” un film dedicato alle donne, o meglio alle mamme, nei giorni che precedono la loro festa annuale. Commedia corale: c’è la madre divorziata con figli cui non va proprio giù il nuovo matrimonio dell’ex, c’è chi va alla ricerca della propria vera madre, c’è chi deve risolvere i rapporti conflittuali con il proprio figlio, c’è anche il padre che deve rivestire le vesti di madre e badare alle due figlie adolescenti, c’è la figlia già cresciuta che riscopre il proprio rapporto con la madre non più giovanissima. Durata 118 minuti. (Ambrosio sala 1, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Now you see me 2 – Azione. Regia di Jon Chu, con Mark Ruffalo, Jesse Eisenberg, Daniel Radcliffe, Woody Harrelson, Michael Caine. Considerato il successo planetario della prima puntata, produttori e attori (davvero un bel gruppo!) si sono messi alla confezione di questa seconda che promette bene anzi benissimo: e ne hanno in cantiere una terza. Qui i Quattro Cavalieri illusionisti sono obbligati a lottare contro un tycoon della tecnologia (Radcliffe) che li minaccia e, quel che è più, fa di tutto per rovinarne la reputazione. La carta vincente non potrà che essere una esibizione di cui nessuno ha mai visto l’eguale. Durata 115 minuti. (Eliseo blu, Ideal, Lux sala 2, Massaia, Reposi, The Space, Uci)

 

Passo falso – Drammatico. Regia di Yannick Paillet, con Pascal Elba e Laurent Lucas. Un sergente perso nel territorio afghano, all’indomani di uno scontro a fuoco, in equilibrio su una vecchia mina posta dai russi. Poco lontano un camion di talebani con il suo consistente carico di eroina ed una donna francese in ostaggio, un gruppo di donne che con i loro asini vengono a recuperare il prezioso carico. Lo aiuteranno a salvarsi o dovrà affidarsi esclusivamente al suo coraggio o alla fortuna? Durata 76 minuti. (F.lli Marx sala Groucho)

pazza gioia film

La pazza gioia – Commedia drammatica. Regia di Paolo Virzì, con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, Tommaso Ragno e Marco Messeri. “Clinicamente pazze”, Beatrice Morandini Valdirana e Donatella Morelli sono ospiti di Villa Biondi, un centro per malattie mentali sulle colline pistoiesi, l’una egocentrica e logorroica, l’altra tatuatissima e fragile, solitaria, cui la legge ha tolto il figlio per affidarlo in adozione ad una coppia. Nonostante le diversità che le dividono, le due donne fanno amicizia, sentono il bisogno l’una dell’altra, fuggono, vivono appieno “una breve vacanza”, provano a inseguire una vita nuova sul filo sottile della “loro” normalità. Grande successo alla Quinzaine di Cannes per le interpreti e per l’autore del “Capitale umano”. Durata 118 minuti. (Ambrosio sala 2, Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Chico, Massimo 2, Reposi, Uci)

 

Pelè – Biografico. Regia Michael e Jeff Zimbalist, con Leonardo Lima Carvalho e Kevin de Paula. Il calcio giocato in strada a piedi scalzi, la povertà sofferta e la promessa fatta al padre, la prima vittoria clamorosa con la Coppa del Mondo a soli 17 anni: i successi e la carriera di un calciatore che continua a essere considerato il più grande e fantasioso di tutti i tempi. Durata 107 minuti. (Uci)

 

FILM PERFETTIPerfetti sconosciuti – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Kasia Smutniak, Alba Rohrwacher. Una cena tra amici, l’appuntamento è per un’eclisse di luna, la padrona di casa decide di mettere tutti i cellulari sul tavolo e di rispondere a telefonate e sms senza che nessuno nasconda qualcosa a nessuno. Un gioco pericoloso, di inevitabili confessioni, che verrebbe a sconquassare le vite che ognuno di noi possiede, quella pubblica, quella privata e, soprattutto, quella segreta. Alla fine della serata, torneranno ancora i conti come quando ci siamo messi a tavola? Durata 97 minuti. (Greenwich sala 1)

 

Segreti di famiglia – Drammatico. Regia di Joachim Trier, con Isabelle Huppert, Jesse Eisenberg e Gabriel Byrne. Durante la preparazione della mostra che deve rendere omaggio a Isabelle, fotografa di guerra scomparsa, tornano a casa gli uomini che in modo diverso le sono stati accanto: il marito perso nei suoi ricordi, il figlio maggiore in preda alle sue nevrosi, il minore scontroso verso tutto e verso tutti, anche l’antico collega giornalista. Tutti quanti dovranno confrontarsi che quelle verità che sono sempre state taciute. Durata 107 minuti. (Romano sala 2)

 

La sposa bambina – Drammatico. Regia di Khadija Al-Salami, con Reham Mohammed. Nello Yemen di oggi, un padre quando la figlia arriva al decimo anno di età la dà in moglie ad un uomo vecchio più di lei di vent’anni. Violenze, soprusi, botte se Nojoud si rifiuta di servire la vecchia suocera: ma la bambina troverà il coraggio di fuggire dal suo villaggio e di recarsi a Sana’a. Nell’aula del tribunale chiederà il divorzio. Durata 99 minuti. (Centrale)

 

The conjuring – Il caso Enfield – Regia di James Wan, con Patrick Wilson e Vera Farmiga. Nella Londra degli anni Settanta, Ed e Lorraine Warren, ricercatori del paranormale, se la devono vedere con presenze demoniache che infestano la casa in cui abita una madre single divorziata con i suoi quattro figli, tra i sette e i tredici anni: sarà Janet di undici anni quella che vedrà la propria vita davvero in pericolo. Durata 133 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 nice film

The Nice Guys – Azione. Regia di Shane Black, con Russell Crowe e Ryan Gosling. Dirige l’inventore della saga “Arma letale”, star Gibson e Glover. Per l’occasione, i due guys sono, nella Los Angeles degli anni Settanta, un investigatore privato, alcolizzato e padre single della tredicenne Holly, e un detective molto sui generis, costretti ad allearsi dal momento che hanno qualche faccenda poco pulita da sbrigare e soprattutto perché qualcuno li vuole morti. Durata 116 minuti. (Greenwich sala 2, Ideal, Uci)

 

The Neon Demon – Drammatico. Regia di Nicolas Winding Refe, con Elle Fanning e Jena Malone. Jesse, giovanissima aspirante modella, si trasferisce a Los Angeles, dove è reclutata da un magnate della moda. Ma ad attenderla ci sono anche certe colleghe che faranno di tutto per impadronirsi della sua bellezza e della sua giovinezza. Davvero con ogni mezzo. Presentato a Cannes in concorso, con tutti quei buuuh! di cui il regista va fiero. Durata 117 minuti. (Greenwich sala 1)

 

Tra la terra e il cielo – Drammatico. Regia di Neeraj Ghaywan, con Richa Chadda e Vicky Kaushal. Nel cuore sacro dell’India s’incrociano alcune vicende: come quella di Devi, che è sorpresa in intimità con un suo compagno di studi da alcuni poliziotti corrotti, come quella di Deepak che si innamora di una ragazza di una casta superiore. Durata 103 minuti. (Romano sala 1)

 

Tutti vogliono qualcosa – Commedia. Regia di Richard Linklater, con Blake Jenner, Zoey Deutch e Ryan Guzman. Negli anni Ottanta, un gruppo di matricole del college, pure accaniti giocatori di baseball, tentano di farsi strada in un momento pericoloso che li porta all’età adulta. Durata 116 minuti. (Greenwich sala 2, Ideal, The Space, Uci)

 

L’uomo che vide l’infinito – Drammatico. Regia di Matt Brown, con Jeremy Irons e Dev Patel. Ai primi del Novecento, nelle aule di Cambridge, l’amicizia che nasce tra un giovane genio della matematica, di origine indiana, e un maturo professore. Un’amicizia e una collaborazione tra studiosi che saranno capaci di superare molti pregiudizi. Durata 108 minuti. (Ambrosio sala 3, Centrale v.o., Eliseo rosso, F.lli Marx sala Groucho, Reposi, The Space, Uci)

 film cinema

Warcraft – L’inizio – Fantasy. Regia di Duncan Jones, con Paula Patton e Travis Rimmel. Il regno di Azeroth vive in pace da molti anni ma un bel giorno deve difendersi da terribili invasori: sono gli Orchi, provenienti da una terra agonizzante e pronti a colonizzare un nuovo mondo che li possa accogliere. Su due fronti opposti, due eroi a combattere per le loro famiglie e per le loro terre. Durata 123 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

X-Men: Apocalisse – Fantasy. Regia di Bryan Singer, con James McAvoy, Michael Fassbender e Jennifer Lawrence. La vendetta di Apocalisse, dall’antico Egitto ai giorni nostri, quando un gruppo di fedelissimi lo richiama in vita e lo affianca per riprendere il comando e scatenare un violento attacco alla terra. Durata 143 minuti. (Uci)

La “scatola dei sogni” di Torino Spettacoli

Montesano, Alessandro Siani, Caprioglio, Sandrelli, Brignano e Bova tra Alfieri, Erba e Gioiello

teatro to spettac

L’hanno sempre definito “la scatola dei sogni”, perché è davvero un contenitore prezioso e tutto da scoprire, fatto di emozioni, il teatro, uno “strumento/sogno/mezzo straordinario che – da sempre – porta ad un immediato confronto con la realtà, attuale o riportata all’attualità da temi antichi, con il desiderio di creare, con la volontà di porre in discussione temi e generazioni. Aggiungeremmo, all’interno, la capacità organizzativa, la spinta alla progettazione e alla promozione culturale: ecco, questo e certo altro ancora è Torino Spettacoli, il Teatro Stabile Privato cui fanno capo le conduzioni e i cartelloni dei teatri Alfieri, Gioiello ed Erba. Non intenti e realizzazioni nati oggi o in un ieri recentissimo, ma il disegno di una passione e di un gruppo di lavoro che hanno visto sul campo in un più o meno lontano passato Giuseppe Erba prima e la figlia Germana poi, un disegno che oggi è passato e rimane invariato ad altri. A Giuseppe Erba, impresario (la sua “ditta” con Gassman negli anni Sessanta, gli anni del tendone e delle scommesse, e le successive collaborazioni) e organizzatore, per anni alla guida del Regio torinese, inaugurato nella sua veste teatro to spettacoliodierna proprio con la sua sovrintendenza, nel centenario della nascita è dedicata la stagione 2016/2017, non dimenticando nel percorso di un anno la figura di Adriana Innocenti, l’attrice scomparsa pochi mesi fa che per anni è stata l’anima di Torino Spettacoli sul palcoscenico e nell’insegnamento, cui prossimamente sarà intitolato un premio a segnalare attrici di spicco delle nuove generazioni.

Che cosa proporrà quest’anno la “bella abitudine di andare a teatro”? Ad inizio stagione, suddiviso tra Erba e Gioiello, “Piemonte in scena” con tra gli altri “Na seria ’n piola”, uno spettacolo di poesie, canzoni e monologhi in lingua piemontese su musiche e testi di Farassino e Carlo Artuffo presentato da Alfa Gruppo Teatro e “Miseria e nobiltà” di Scarpetta con la Compagnia Teatrale Masaniello. Ad ottobre all’Erba il 18° Festival di cultura classica, dove Piero Nuti, Luciano Caratto e gli altri attori di Torino Spettacoli riproporranno o rivisiteranno i testi di Pindaro o Bacchilide, il mito di Alcesti o quelle commedie plautine che ancora oggi, tra pentole d’oro o soldati fanfaroni, spingono il pubblico ad un immediato divertimento. Posto di primaria importanza per “Grande Prosa” che come ogni anno la fa da padrona sul palcoscenico dell’Erba. S’inizia con Milena Vukotic che propone con l’aiuto di Antonello Avallone, conterrete e regista, “Regina Madre” di Manlio Stancanelli, commedia a due personaggi dei giorni nostri che prende le mosse da un classico “ritorno a casa”, con Paola e Selvaggia Quattrini che portano in teatro “Camera con vista” di Forster, con Giorgio Lupano e Rita Mazza che ancora dal cinema offrono “Figli di un Dio minore” di Mark Madoff per la regia di Marco Mattolini; e poi Anna Mazzamauro, Saverio Marconi, Pietro Longhi. Tra le produzioni di Torino Spettacoli, il goldoniano “Curioso accidente” a novembre con Miriam Mesturino e Piero Nuti, le feste natalizie affidate agli intrighi firmati Agatha Christie questa volta con “Assassinio sul Nilo” (nello stesso periodo, le risate saranno ancora una volta d’obbligo al Gioiello con “Forbici Follia”: mentre non disperino gli aficionados dal momento che l’immancabile “Trappola per topi”, ormai marchio di fabbrica consolidato, è soltanto spostato, stessa sede di via Colombo, nella seconda metà di febbraio), “Il sogno di un uomo ridicolo” da Dostoevskij con Luciano Caratto. Da non dimenticare quel piccolo capolavoro che già l’anno scorso s’è rivelato “L’amore migliora la vita” con il trio Bassi/Ivone/Borghetti e che con “Boomerang” dovrebbe in marzo ripetere il clamoroso successo.sandrelli to spettacoli

Al Gioiello ad inaugurare la stagione The Blue Dolls interpreti di “Le voci dello swing” in compagnia del Lentini’s vocale Sestet. Seguiranno Margherita Fumero a riprendere il successo di “La santa coppia”, “L’uomo perfetto” con Emanuela Aureli e Milena Miconi, “Cuori scatenati” con Sergio Muniz, Stefania e Amanda Sandrelli con “Il bagno”, testo scritto da Astrid Veillon, ovvero quattro amiche si ritrovano ad affrontare la verità sulla loro amicizia durante una festa di compleanno, Sandra Milo con “100m2”, ancora Miriam Mesturino con Alessandro Marrapodi e Giorgio Caprile in “Toc Toc” di Laurent Baffie, commedia francese tra cattiveria e tenerezza, rappresentata con enorme successo in mezzo mondo, terapia di gruppo dagli esiti davvero inaspettati e divertenti, Franco Branciaroli autore, interprete e regista di “Dipartita finale”, affiancato da Giambico Tedeschi, Ugo Pagliai e Maurizio Donadoni, “è una parodia, un western, un gioco da ubriachi sulla condizione umana dei nostri tempi”.

Grandi beniamini del pubblico per “Il fiore all’occhiello” all’Alfieri infine. Si ripeterà il successo di “Stomp”, Serena Autieri riproporrà “Vacanze romane” nelle vesti di principessa secondo il vecchio film di William Wyler con la Hepburn, Enrico Montesano alle prese con “Il marchese del Grillo”, tratto dal film di Monicelli, fantastico successo del Sistina romano la passata stagione, la Compagnia della Rancia e Saverio Marconi pronti a entusiasmare con “Sister Act”, Alessandro Siani e Christian De Sica nel “Principe abusivo”, e ancora Enrico Brignano, la coppia Jannuzzo/Caprioglio, Vincenzo Salemme, Flavio Insinna, Raoul Bova e Chiara Francini in “Due”, diretto da Luca Maniero, pronti a interpretare i loro giovani personaggi protesi verso il futuro come quanti li hanno avvicinati e preceduti, genitori, amanti, figli, amici, in un passato più o meno recente.

Elio Rabbione

Dal Mondo a Torino per "The children's world"

children worldDopo lo straordinario successo ad agosto 2015 della prima edizione, ritorna a Torino la manifestazione THE CHILDREN’S WORLD – Spettacoli dal mondo per tutti

A ospitarla, dal 22 al 26 giugno, la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, le piazze e vie del centro e i quartieri della città.

Anche in questa edizione la scelta artistica ha privilegiato spettacoli di qualità provenienti da vari paesi del mondo (Danimarca, Francia, Italia, Kenya, Romania, Spagna e Usa) e momenti di partecipazione con laboratori interattivi di magia, giocoleria, hip hop e marionette. Una cinque giorni di teatro, danza, circo e musica accompagnerà, fin dalla mattina, il pubblico di tutte le età in un viaggio avvincente con oltre 30 appuntamenti, per concludersi ogni sera con performance e spettacoli nell’arena all’aperto e nella sala grande della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani.

I generi teatrali coinvolti in questa seconda edizione di The Children’s World sono davvero tantissimi: dal teatro comico nonsense alla clownerie, dalla giocoleria al rap, dai giochi di prestigio al tip tap, dall’opera lirica alla Body Percussion, dal circo-teatro alle marionette, dal teatro di strada al teatro acrobatico africano.

Arriva dalla Danimarca la comicità delirante della compagnia Batida con lo spettacolo Grande Finale in cui nove attori-musicisti offrono una girandola teatrale che ha già entusiasmato le platee di mezzo mondo. Il Kenya porta a Torino il ritmo e l’energia tipica dell’Africa che esploderanno in due differenti spettacoli presentati dai The Black Blues Brothers, cinque artisti di Nairobi che metteranno in scena un repertorio vastissimo di discipline acrobatiche.

Per la prima volta in Italia gli americani Sole Defined presentano Frequency, una performance che fonde Tap Dance e Body Percussion dando vita a uno show dinamico, contagioso e con influenze musicali da tutto il mondo. Il principale Teatro di Marionette di Bucarest, Teatrul Tendarica, arriva in città con grandi e piccoli pupazzi della tradizione rumena per la fiaba La capra e i tre capretti di Ion Creangă.

È francese lo spettacolo musicale Un reve de Figaro. Tratto da Le nozze di Figaro di Mozart e di Beaumarchais è curato dagli allievi del Conservatorio di Chambéry. Infine, la Spagna partecipa a THE CHILDREN’S WORLD con la mascotte della manifestazione El Mico/De Peluix, il famoso pupazzo ambulante, alto 6 metri, della compagnia catalana Efimer. El Mico si risveglierà tutti i pomeriggi in una circoscrizione della città differente dove inizierà a girare per le vie seguito da un nutrito corteo di spettatori.

Completano il programma le esibizioni degli artisti della Fondazione TRG Onlus. Si potrà assistere a spettacoli come E fiaba sia!, un viaggio nelle fiabe della tradizione europea colta e popolare e Museum Flash, azioni teatrali di strada ispirate ai musei della Città, a momenti di giocoleria e circo-teatro (di Milo & Olivia), di magia e trasformismo (Mago Budinì), di teatro fisico mixato al virtuosismo vocale e strumentale del Trio Trioche, di rap del performer torinese Alp King, ai burattini della Compagnia Marco Grilli e all’electrodance di Ben Akadinma.

THE CHILDREN’S WORLD 2016 è inserito nel progetto Tutta mia la città, un cartellone che mira a coniugare le energie e le esperienze dei territori, offrendo un ricco programma di appuntamenti d’arte, letteratura, musica, teatro, nella convinzione che la cultura possa essere un volano di nuovi investimenti su quelle aree, un’opportunità per far emergere nuove identità su cui scommettere il proprio futuro. Al centro della proposta le zone più strategiche nell’azione di riqualificazione delle periferie: luoghi fertili e ricchi di realtà culturali sempre più presenti nel panorama cittadino. Un’occasione preziosa per scoprire, in un ideale percorso spaziale e temporale, suggestivi spazi della città spesso poco noti perché ai margini dei circuiti turistici.

A dispetto delle apparenze, il Children’s World non è esattamente una manifestazione per bambini. Certo, assistendo al ricco carosello di spettacoli in programma, i piccoli rimarranno a bocca aperta, rideranno, si emozioneranno. Ma non saranno i soli. Children’s World è il mondo del bambino che c’è in ciascuno di noi. Tutti avranno l’opportunità di emozionarsi, ridere e stupirsi. L’idea forte che sta alla base del programma di Childrens’World per come l’ha concepito Graziano Melano, direttore artistico della Fondazione TRG, che ho l’opportunità di presiedere, è di evitare di ricorrere a forme di intrattenimento riservate solo ai bambini. Un’arte inclusiva in grado di offrire una vasta quantità di proposte adatte a un pubblico di qualsiasi età e provenienza, in centro come in periferia.

Alberto Vanelli, Presidente della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani

La seconda edizione del festival The Children’s World, all’insegna dell’iniziativa ‘Tutta mia la Città’, condurrà il pubblico di tutte le generazioni in un viaggio che da Torino arriva ai confini del mondo. Artisti di vari Paesi giungeranno in città con i loro diversi modi di fare teatro e spettacolo, offrendo l’opportunità di entrare in contatto con un bagaglio di esperienze originali e spesso insolite che regaleranno emozioni e divertimento. Sul palcoscenico e nell’arena della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani si avvicenderanno artisti danesi, francesi, statunitensi, italiani, spagnoli, romeni e kenyani. I linguaggi utilizzati dalle compagnie spazieranno dal teatro comico/demenziale alla step dance e body percussion, dai pupazzi micro e macro al circo-teatro, dal melodramma alla magia, dall’hip-hop alla fiaba, fino al rap.

I luoghi di rappresentazione disegneranno una mappa di Torino che si spingerà ben oltre il centro cittadino, tracciando una linea ideale che unirà, da nord a sud, i quartieri Falchera e Mirafiori. Sono previste, inoltre, incursioni teatrali di strada in centro e nelle piazze periferiche. Importanti partner, disseminati nelle circoscrizioni cittadine, accoglieranno gli artisti ospiti della manifestazione. Una possibilità di percorrere grandi distanze artistiche senza allontanarsi dalla città.

Graziano Melano, Direttore artistico della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani

The Children’s World è un progetto di Città di Torino e Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus con la direzione artistica di Graziano Melano, in collaborazione con la Fondazione per la cultura Torino e il sostegno di Intesa Sanpaolo.

Biglietti
Spettacoli e laboratori all’aperto: gratuiti
Appuntamenti alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani: biglietti a posto unico € 5.00; ingresso gratuito fino a 12 anni.
Programma completo all’indirizzo
www.casateatroragazzi.it e www.inpiemonteintorino.i