CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 719

Drammaturgia n.1

Le poesie di Alessia Savoini
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Odore di pioggia,
Di cielo che cola,
plana a gocce
Il dipinto astrale che si scioglie.
Lei leggeva Dostoevsky
Stringendo tra le dita una sigaretta spenta,
Alle sue spalle il mondo si sgretolava
Senza perdere i contorni.
S’affollavano i drammi tra quei capelli arancioni
Tanti
E l’amore che per ogni donna provò
Non trovò resistenza alla poesia.
Nella selva lacustre
Sullo specchio in cui s’annega,
Se troppo in largo lo sguardo si volge,
Spolveravamo i corpi dalle vecchie abitudini.

Regio, Noseda inaugura con “Tristano e Isotta”

 

Martedì 10 ottobre, alle ore 19, il Regio inaugura la Stagione 2017-2018 con Tristano e Isotta di Richard Wagner. Gianandrea Noseda, sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio, interpreta per la prima volta la partitura simbolo di tutta la produzione wagneriana. L’allestimento, proveniente dalla Opernhaus Zürich, ha la regia di Claus Guth, celebre Theaterregisseur tedesco che porta per la prima volta il suo Tristano in Italia.Anche per questa Stagione Intesa Sanpaolo – Socio Fondatore del Teatro – conferma il proprio impegno con il Regio assicurando la partnership alla produzione inaugurale, l’appuntamento più atteso della Stagione. Il sostegno di Intesa Sanpaolo al Regio rientra in un più ampio rapporto di collaborazione che vede la Banca al fianco del Teatro nella realizzazione delle sue grandi produzioni.

Vittorio Meloni, Direttore Relazioni Esterne Intesa Sanpaolo, commenta: «In questi dieci anni di storia, Intesa Sanpaolo ha mantenuto forte e saldo il legame con Torino, di cui il Teatro Regio è uno dei simboli. Il rapporto con il Regio rientra in un progetto strategico di promozione della cultura e del patrimonio artistico che ci rende non un semplice sostenitore esterno, ma partner attivo e presente della città dove il Gruppo è nato e dove ha sede».

L’allestimento di Zurigo, che richiede una complessa realizzazione scenica, viene presentato per la prima volta in Italia. Per questa speciale occasione Lavazza ha contribuito alla realizzazione dello spettacolo finanziando il girevole per il palcoscenico, appositamente progettato e realizzato per il Regio; un importante elemento scenotecnico che entrerà a far parte del patrimonio del Teatro.

Giuseppe Lavazza – Vice Presidente del Gruppo – dichiara: «Lavazza è da sempre impegnata nel sostegno all’arte e allo stesso tempo fortemente radicata al proprio territorio d’origine. È per noi importante sostenere i luoghi in cui la cultura prende vita, oltre che un grande motivo di orgoglio poter accrescere il patrimonio del Teatro Regio di Torino con un nuovo elemento in grado di rendere gli spettacoli ancora più coinvolgenti ed espressivi».

 

L’Orchestra e il Coro del Teatro Regio sono diretti da Gianandrea Noseda, attento interprete del repertorio tardoromantico. La lettura del Direttore musicale del Regio sottolinea l’immensa ricchezza che il Tristano porta con sé, partitura cardine della Storia della Musica che illumina l’alba del Novecento musicale. Per Noseda, l’imponente capolavoro di Wagner è il poema della passione e della notte, dell’amore e dell’assoluto, è, in definitiva, la musica del desiderio.

La regia è affidata a Claus Guth che immerge i tre protagonisti – Tristano, Isotta e Marke – in un lungo piano sequenza cinematografico, metafora del continuo fluire della musica di Wagner e dell’incrocio dei destini dei personaggi. Guth propone, oltretutto, un interessante parallelismo che unisce arte e vita: immagina che Tristano, Isotta e Marke siano Wagner, la sua amante Mathilde Wesendonck e suo marito Otto, in un gioco di rimandi e riflessi che invita a riflettere sul confine tra realtà e finzione. Per realizzare appunto questo continuo piano sequenza, il Regio avrà a disposizione, per la prima volta, un apposito girevole, realizzato con il sostegno di Lavazza. Le scene riproducono gli interni di Villa Wesendonck, situata a Zurigo, luogo nel quale Wagner e Mathilde si legarono sentimentalmente durante la genesi del Tristano.

In questa produzione, Tristano è il tenore Peter Seiffert, celebrato artista dalla carriera internazionale, riconosciuto oggi quale uno dei migliori heldentenor del repertorio wagneriano, artista di casa al Festival di Bayreuth e protagonista di indimenticabili incisioni con Barenboim, Tate, Sinopoli, Mehta. Isotta è il soprano Ricarda Merbeth, artista richiesta in tutti i principali teatri del mondo, dedita al repertorio tedesco con una invidiabile carriera al Festival di Bayreuth che, da più di un decennio, le affida i principali ruoli drammatici delle produzioni di punta. Steven Humes è il basso che interpreta re Marke. Già al Regio per la produzione inaugurale de L’Olandese volante, torna nel nostro teatro con uno dei personaggi che più ha saputo scolpire con la sua interpretazione plasmata da un declamato di altissima intensità teatrale. Completano il cast il baritono Martin Gantner nel ruolo di Kurnewal, il mezzosoprano Michelle Breedt nel ruolo di Brangäne, il tenore Jan Vacík nei panni di Melot, il tenore Joshua Sanders (artista residente al Regio per la Stagione 2017-2018, scelto da The Opera Foundation per una borsa di studio nel nostro Teatro) interpreta un pastore, mentre il marinaio è interpretato da Patrick Reiter. Durante le sette recite, ai protagonisti già citati si alterneranno, nei giorni 11, 14 e 17 ottobre, nel ruolo di Tristano Stefan Vinke, tenore dalla carriera internazionale è stato Tristano a Bayreuth, Siegfried al Metropolitan di New York, alla Wiener Staatsoper e alla Bayerische Staatsoper. Isotta sarà Rachel Nicholls, soprano inglese con all’attivo collaborazioni con Valery Gergiev, John Eliot Gardiner e Colin Davis. Scene e costumi di questo allestimento sono di Christian Schmidt e le luci di Jürgen Hoffmann. Assistente di Claus Guth è Arturo Gama. Il Coro del Teatro Regio è istruito da Claudio Fenoglio. 

Tristano e Isotta è la tormentata storia di due giovani che, stregati da un potente filtro, si uniranno in un inscindibile amore. Durante un’appassionata notte, nei giardini del castello di re Marke, i due vengono sorpresi. Il fatto scatena una violenta colluttazione, provocata dalla gelosia del re, nella quale Tristano cade ferito gravemente. In preda al dolore, Tristano troverà un’ultima grande consolazione nel rivedere Isotta e, nel suo abbraccio, abbandonarsi alla morte. Nel canto supremo di Isotta, il celebre Liebestod, anche lei si congeda dal mondo unendosi in un amore eterno a Tristano che, inevitabilmente, deve passare attraverso la morte; proprio sulle note del leitmotiv della “felicità” Isotta cade esanime sul corpo di Tristano. Il libretto, scritto dallo stesso Wagner, è rivestito da un fluire pressoché ininterrotto di musica, un flusso perpetuo che preannuncia l’eternità, aspetto particolarmente valorizzato in questo allestimento. L’indeterminatezza temporale, oltretutto, è rafforzata da una dimensione spaziale indefinita. L’ascoltatore viene immerso simultaneamente in due dimensioni: quella umana, appartenente al re Marke, sorretto da un linguaggio armonico tradizionale, e quella trascendentale, appartenente a Tristano e Isotta, avvolti da una musica profondamente cromatica, che rasenta l’atonalità. L’opera, in tre atti, avrà una durata complessiva di circa quattro ore e quarantacinque minuti, con due intervalli di circa trenta minuti dopo l’Atto I e dopo l’Atto II.

Anche per la Stagione 2017-2018 è stato confermato l’accordo tra il Teatro Regio e Rai-Radio3 per la trasmissione in diretta delle opere in programma. La diretta radio del Tristano e Isotta, curata da Susanna Franchi, sarà martedì 10 ottobre alle 19.

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Biglietti in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 – Tel. 011.8815.241/242, presso Infopiemonte-Torinocultura, nei punti vendita Vivaticket, on line su www.vivaticket.it e telefonicamente al n. 011.8815.270. Info – Tel. 011.8815.557 e www.teatroregio.torino.it.

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In occasione del titolo inaugurale, è previsto un ricco programma di iniziative e incontri:

Intorno a Tristano e Isotta

Mercoledì 4 ottobre ore 17.30, Piccolo Regio Puccini

Conferenza: Tristano e Isotta. Un viaggio rivoluzionario verso la trasfigurazione

Mercoledì 11 ottobre ore 17.30, Piccolo Regio Puccini

Incontro: Opera e Dramma. Wagner e l’opera d’arte totale

Lunedì 16 ottobre ore 17.30, Goethe-Institut Turin, Piazza San Carlo 206

Conferenza: Richard Wagner e Franz Liszt. I rapporti fra due colossi della musica tedesca

Mercoledì 18 ottobre ore 17.30, Piccolo Regio Puccini

Conferenza-spettacolo: Intervista impossibile a Richard Wagner

Ingresso € 5

Giovedì 19 ottobre ore 14.30, Università degli Studi di Torino, Sala Laurea Scienze Umanistiche, Via Sant’Ottavio 20, Torino 

Convegno: Wagner e la passione

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5 domande a Gianandrea Noseda

di Susanna Franchi

www.sistemamusica.it

Maestro Noseda, è la prima volta che dirige Tristano e Isotta, ma si ricorda la prima volta che l’ha ascoltato in teatro?

«Me lo ricordo. A Bayreuth con Daniel Barenboim che dirigeva e le voci di Siegfried Jerusalem e Waltraud Meier: spettacolare! La magia di sentire il Tristano quando non vedi né direttore né orchestra e quindi il suono nasce dal niente… Quando ho iniziato a dirigere Preludio e morte di Isotta, inizio e fine dell’opera, in forma di concerto, continuavo a pensare a quell’immagine della sala che diventa buia, a quel suono che nasce dal nulla che mi ha stregato, perché non si può riprodurre».

Se Tristano e Isotta non esistesse, la storia della musica sarebbe diversa?

«È difficile ragionare con i se e con i ma, ma sono convinto che sarebbe andata in un’altra direzione, anche se non so dire quale! È incredibile il cambio di marcia che Wagner compie con Tristano. Io adoro Lohengrin, penso che sia un’opera stupenda, poi arriva Tristano e pensi: ma il Lohengrin non faceva percepire il Tristano! Da dove salta fuori? Sì, è vero, Wagner aveva già iniziato il Ring e lo interrompe per scrivere Tristano, però… Nel Tristano c’è una facilita di mano, di scrittura incredibile per una pagina così nuova».

Quindi è più un’opera di amore o di morte?

«Di entrambe, perché l’amore non può esistere senza la morte. Tristano è il tentativo spasmodico di un essere umano, di Wagner, di creare, di ricreare una continua situazione di estasi. E ci riesce: dove tutto è bello, dove l’estasi si prolunga, dove il momento del godimento e dell’amore si può prolungare nel tempo. E quando arriva al suo acme tu muori, è una musica dove amore e morte si abbracciano e si baciano intensamente».

In quest’opera la notte quanto è importante?

«La notte ti permette di essere te stesso, di giorno devi assumere il tuo ruolo formale, quello che la società ti ha dato. Di giorno sei Il cavaliere al servizio del re, nella notte sei Tristano, sei il vero te stesso».

Quali sono le difficoltà per l’orchestra? La concentrazione? La tenuta?

«Sicuramente, perché è un’opera lunga, però la tenuta di per sé è una questione di resistenza. Quello che bisogna ottenere è di trattarla come se fosse una grande opera di musica da camera, cosa che ovviamente non è perché ci sono tante masse che suonano: ma tutto deve essere intelligibile».

 

 

www.sistemamusica.it

Attraverso gli autori antichi nascono i sentimenti e il divertimento di oggi

Edizione numero 19 per il Festival di cultura classica che anche quest’anno suona la campanella d’inizio al teatro Erba per le varie stagioni di Torino Spettacoli. Caldeggiato e guidato in anni ormai lontani da due donne un po’ davvero speciali come Germana Erba e Adriana Innocenti – e oggi svolto sotto il lavoro appassionato di Piero Nuti -, il festival vuole essere la testimonianza di come certa letteratura antica, certi titoli di autori latini e greci non siano certo, come a volte ci costringono a credere i programmi scolastici, bauli pieni di polvere e di messaggi ormai troppo slabbrati, ma al contrario possano riportare all’oggi la concretezza di certi sviluppi drammaturgici, il divertimento che ne nasce, l’attualità che concetti e avventure, sentimenti e ritrovamenti, personaggi appartenuti a classi sociali diverse si portano appresso, non esclusa una serpeggiante carica erotica che rientra appieno nel nostro quotidiano. Primo appuntamento questa sera con lo spettacolo-conferenza Ciò che uno ama, dedicato ai poeti lirici greci (alle ore 21). Si entrerà nel vivo giovedì 5, con repliche fino a lunedì 16 ottobre, con Rudens/Ridens… tutto in una tempesta!!, che Gian Mesturino e Girolamo Angione (a questi è affidata anche la regia) hanno tratto da Plauto, una divertente commedia di rapimenti e di agnizioni, di lenoni che rapiscono ragazze e di innamorati che s’inguaiano pur di salvarle, di naufragi e di funi che riportano a galla scrigni miracolosi e preziosissimi. Seguiranno Cicerone (“Pro Coelio” è oggi “Processo a un seduttore”, “De senectute” è “L’arte di saper invecchiare”, grazie a Nuti), Aristofane con Gli Acarnesi, ancora Plauto con i comicissimi Pseudolus e Miles gloriosus, tutti spettacoli che passano attraverso gli attori affermati e quelli giovanissimi di Torino Spettacoli. Alla compagnia della Strigide è affidato L’isola perduta, un percorso che corre tra Tucidide ed il poeta Ritsos, tra l’egemonia di ieri e i profughi di oggi, mentre il Teatro Libero di Palermo proporrà Manhattan Medea, testo della drammaturga tedesca Dea Loher, che pone il dramma della antica maga tra le strade americane del ventesimo secolo, una nuova fuga degli amanti e una nuova vendetta, con un epilogo ripensato oggi che spetterà al pubblico scoprire. Il festival terminerà il 30 ottobre.

Elio Rabbione

 

Nella foto. Elia Tedesco in “Rudens” di Plauto, drammaturgia di Gian Mesturino e Girolamo Angione, regia di Girolamo Angione, prod. Torino Spettacoli (teatro Erba, dal 5 ottobre)

 

Le Ogr fanno Big Bang

Dal 30 settembre al 14 ottobre le ex Officine Grandi Riparazioni riaprono al pubblico con tre sabati consecutivi dedicati alla musica e quindici giorni di accesso gratuito con tre grandi interventi di arte contemporanea. E’ stata definita “Big Bang”, la grande festa di inaugurazione gratuita per tutti con una serie di esclusive nazionali e progetti realizzati da dieci artisti internazionali e lunga due settimane, delle rinnovate Officine Grandi Riparazioni di Torino, spazio di architettura industriale recuperato e restituito alla città grazie alle risorse della Fondazione CRT.

Giorgio Moroder, Elisa, Ghali, Omar Souleyman, The Chemical Brothers, e il super gruppo Atomic Bomb! (per l’occasione con la partecipazione di Samuel) sono alcuni degli artisti che si alterneranno sul palco della nuova “Sala Fucine”, uno spazio di oltre 3.000 metri quadri che, per i tre sabati del 30 settembre, 7 e 14 ottobre, darà ufficialmente il via alla programmazione di Arti Performative delle OGR. La scintilla che darà il via al “Big Bang” sabato 30 settembre, sarà innescata da Giorgio Moroder con il suo show, in esclusiva italiana e prima europea, An evening with Giorgio Moroder, uno show studiato appositamente per le OGR. Il rivoluzionario compositore riproporrà i suoi più grandi successi con un arrangiamento pensato per orchestra e band di sintetizzatori, batteria e percussioni, coriste e cantanti. Il repertorio proposto spazierà dal periodo della disco music ai temi principali delle colonne sonore da lui firmate. Nel corso della seconda parte della serata salirà sul palco della “Sala Fucine” una delle voci più interessanti della scena musicale italiana: Elisa. La cantautrice, polistrumentista e produttrice discografica si esibirà con uno spettacolo speciale per le OGR e si alternerà al fenomeno pop e nuovo volto del rap italiano: Ghali, rapper nato a Milano da genitori tunisini.

Protagonista, oltre alla musica, anche l’arte contemporanea, con tre progetti site-specific a firma di altrettanti grandi interpreti delle arti visive: a partire dal 30 settembre, infatti, la corte antistante l’ingresso delle OGR fa da cornice a un’installazione realizzata dall’artista sudafricano William Kentridge, che torna a confrontarsi con lo spazio pubblico in Italia, dopo la monumentale processione ricreata sulle sponde del Tevere a Roma nel 2016.

All’interno delle Officine, invece, anche grazie alla collaborazione della Regione Piemonte, Contemporary Art Torino-Piemonte e molte altre realtà culturali piemontesi, in primo piano due allestimenti pensati per dialogare con l’architettura e offrire ai visitatori un’esperienza degli spazi inedita: la “Sala Fucine” che ospita “On the Edge of Chaos”, installazione cinetica su larga scala realizzata dal collettivo creativo londinese United Visual Artists (UVA) che utilizza suoni, luci e movimento per interagire con il pubblico in modo sia individuale sia collettivo; nei 2.700 metri quadri dell’area mostre di OGR, Patrick Tuttofuoco, artista italiano tra i più stimati della sua generazione, presenta la seconda installazione “Tutto Infinito”, un paesaggio futuristico rivestito di terra rossa e animato da totemiche sculture pensate e realizzate in collaborazione con i piccoli ospiti di CasaOz.

Il calendario completo delle attività e degli eventi è consultabile su ogrtorino.it e sui profili ufficiali Facebook, Twitter ed Instagram.

Donatella Actis – www.regione.piemonte.it

Carlo Verdone apre “Più cinema per tutti”

Lunedì 2 ottobre a Torino, alle ore 20.30 nella sala Uno del Cinema Massimo, l’attore Carlo Verdone inaugurerà la rassegna Più Cinema Per Tutti, un ciclo di proiezioni aperte a tutti, con audio descrizione per ciechi e sottotitoli per sordi, che si terrà al Cinema Massimo dal 2 all’11 ottobre

L’iniziativa, sviluppata dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema con il sostegno dellaCompagnia di San Paolo e coordinata da Rosa Canosa, permetterà la fruizione cinematografica in sala da parte di disabili sensoriali (ciechi, ipovedenti, sordi, sordastri e ipoudenti) attraverso proiezioni accessibili che non intendono essere eventi speciali e “dedicati”, bensì parte integrante della normale programmazione delle sale e rivolte ad un pubblico misto.

 

Carlo Verdone, insieme a Vittorio Sclaverani e a Rosa Canosa incontrerà il pubblico di Più Cinema Per Tutti nella serata inaugurale di lunedì 2 ottobre al Cinema Massimo e presenterà il suo film Borotalco, primo dei nove titoli del regista e attore romano in programma, di cui sette saranno accessibili anche a persone con disabilità sensoriali. Ingresso 5.00 euro (gratuito per persone con disabilità uditiva e visiva).

 

Sono molto fiero del fatto che l’Associazione Museo Nazionale del Cinema di Torino abbia scelto alcuni dei miei film – commenta Carlo Verdone – per un’iniziativa così lodevole e di grande sensibilità. Nella mia vita ho sempre lavorato per il pubblico, per la gente, e mi riempie di gioia e di orgoglio sapere che tutti, anche persone che hanno qualche piccola difficoltà, potranno vedere alcune delle mie opere. Ringrazio di cuore l’organizzazione di ‘Più Cinema Per Tutti’ per la generosità e l’impegno con cui hanno creato questo evento.

 

Più cinema per tutti è un progetto sviluppato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinemacon il sostegno della Compagnia di San Paolo nell’ambito dell’edizione 2016 di OPEN – Progetti innovativi di Audience Engagement, e in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema, ANPVI Associazione Nazionale Privi della Vista e Ipovedenti, APIC Associazione Portatori di Impianto Cocleare, APRI Associazione Pro-Retinopatici e Ipovedenti, CPD Consulta per le Persone con Disabilità, ENS Ente Nazionale Sordi, FIADDA Famiglie italiane associate per la difesa dei diritti degli Audiolesi, Istituto dei Sordi di Torino, LISten Associazione per l’integrazione fra sordi e udenti, Torino + Cultura Accessibile, TVO Tactile Vision Onlus, UICI Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, Giovani per Torino, Artis Project, MovieReading, Movieday.

 

Per informazioni inviare mail a piu.cinemapertutti@gmail.com. Mobile: 327 8208400, Facebook: https://www.facebook.com/piucinemapertutti/

Gli appuntamenti di Seeyousound

Sabato 14 ottobre ore 21.00 – Cinema Massimo di Torino. In collaborazione con Museo Nazionale del Cinema

 

Ottobre si presenta fitto di appuntamenti per Seeyousound – International Music Film Festival: da martedì 10 sarà un susseguirsi di proiezioni ed eventi realizzati con alcune delle realtà più attive in città e muovendosi come sempre trasversalmente tra cinema e musica, fino a fine mese, quando si chiuderanno le call for entries per partecipare ai concorsi Long Play / lungometraggi di finzione e documentari; 7Inch / cortometraggi e Soundies / videoclip della prossima edizione, che si terrà dal 26 gennaio al 4 febbraio 2018.

 

Anche in un mese così intenso non può mancare l’appuntamento al cinema per eccellenza di Torino: sabato 14 ottobre alle 21.00 al Cinema Massimo Seeyousound presenterà Hunky Dory di Michael Curtis Johnson, un film glam rock omaggio a David Bowie che nella passata stagione ha ricevuto svariati premi in diversi festival come Atlanta Film Festival 2016 (miglior film), BendFilm Festival 2016 (miglior attore), Nashville Film Festival 2016 (miglior film LGBT), Oak Cliff Film Festival 2016 e Slamdance Film Festival 2016 (premio speciale della Giuria).

 

Il film, proposto in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema e Lovers Film Festival, entra nella vita di Sidney, una drag queen che si esibisce nei club di Los Angeles e coltiva ancora il sogno di diventare musicista, ispirandosi alla canzone di David Bowie da cui ha preso il proprio nome d’arte. Bisessuale e narciso, dopo che la ex ha inaspettatamente lasciato fuori dal suo appartamento il loro figlio undicenne George, impara a creare con lui un legame, ma quando si rende conto che la madre non tornerà più, questo suo mondo instabile dovrà cambiare.

 

 

SEEYOUSOUND < OTTOBRE

Oltre a relazioni consolidate come quelle con Museo Nazionale del Cinema, Cinema Massimo e Lovers Film Festival, il festival Seeyousound è sempre ricettivo a scambi e collaborazioni con realtà affini per intenti e idee, oltre che a nuove sperimentazioni: alcuni risultati sono le diverse occasioni realizzate insieme a Project-TO, Piemonte Movie, Torino Graphic Days, TOHorror, CreativAfrica e Associazione Spazio Rubedo, che ci accompagneranno nel mese di ottobre.

 

10 ottobre ore 21.30, Blah Blah < Black Revised – presentazione del nuovo album di Project-TO

Anteprima assoluta dell’ultimo album del collettivo torinese Project-TO, formato dallo sperimentatore sonoro Riccardo Mazza e dalla fotografa e videomaker Laura Pol, con un live set audio/visual e mostra fotografica, presentati con il sostegno di Movement Torino Music Festival, Circolo del Design e Gravity Records. Ingresso gratuito.

 

11 ottobre ore 20.30, Cinema Massimo < Mali Blues di Lutz Gregor (Germania 2016, 90’, col., v.o. sott.it.) – ingresso 4 €.

Un omaggio alla musica contemporanea del Mali pensato all’interno di CreativAfrica. “In termini politici, non abbiamo capito nulla. Ma musicalmente penso che abbiamo capito qualcosa”, dice la cantante Fatoumata Diawara riassumendo il suo punto di vista sulla situazione in Mali, un paese in cui la musica è stata vietata dopo che gli islamisti hanno preso il controllo del nord del paese.

Uno straordinario viaggio sonoro, tra tradizione e chitarre elettriche, alla scoperta di una delle più interessanti scene musicali contemporanee. Tra i protagonisti Fatoumata Diawara, compositrice e cantante di fama mondiale, ma anche Ahmed Ag Kaedi, Bassekou Kouyaté e Master Soumy. Mali Blues ritrae questi importanti musicisti e raccoglie le loro parole sulla situazione politica, sull’importanza della musica per il corpo e lo spirito e come elementi unificatore.

 

12-15 ottobre, Toolbox Coworking < Sound X Music and Cross Arts Festival @ Torino Graphic Days – Torino Design of the City

All’interno di Torino Grafic Days nasce Sound X Music and Arts Cross Festival, ideato da Project-TO in collaborazione con Seeyousound: un progetto live dove la musica elettronica diventa punto di incontro di diversi linguaggi, attraverso performance in cui poesia, fotografia, cinema, illustrazione, scultura e video si fondono con la musica stessa.

 

14 ottobre ore 21.00, Cinema Massimo < Hunky Dory di Michael Curtis Johnson (Usa 2016, 88′, col., v.o. sott.it.) – ingresso 5 €.

Sidney, drag queen bisessuale, è costretto a prendersi cura di George, il figlio undicenne che viveva con la madre psicotica. Sidney sogna ancora di diventare musicista di successo, ma dovrà mettere da parte le aspirazioni per garantire a George quello di cui ha bisogno.

 

16 ottobre ore 20.30, Cinema Massimo < Tamburi lontani. Pellerossa ’97 di Alberto Signetto e Pier Milanese (Italia 1997, 85’, col.) – ingresso 5 €.

Il documentario ci riporta all’estate del 1997, l’estate del Pellerossa Festival, uno dei primi grandi eventi di musica in grado di richiamare tantissimi giovani e che si impegnava nella sfida di uscire, anche geograficamente, dalla “riserva protetta” della città per aprirsi agli spazi liberi e sconfinati della prateria. A cura di Piemonte Movie in collaborazione con Seeyousound e Hiroshima Mon Amour.

 

20 ottobre ore 23.00, Blah Blah < TOHorror Film Fest selezione di videoclip internazionali orrorifici in occasione della XVII edizione del festival di cinema horror torinese

 

22 ottobre, Magazzino sul Po < Finding Fela di Alex Gibney @ Felabration Torino 2017

Nell’anno in cui si celebra il ventennale dalla morte di Fela Kuti, leggendario musicista nigeriano e attivista dei diritti umani, Seeyousound partecipa al Felabration Torino 2017. Due giorni di concerti, djset, workshop, reading e proiezioni per celebrare e riscoprire l’eredità di un artista rivoluzionario, realizzati da Associazione Culturale Spazio Rubedo e Magazzino Sul Po.

 

 

Lunedì 30 ottobre si chiudono le call for entries per i concorsi della 4a edizione di Seeyousound (26 gen – 4 feb 2018, Cinema Massimo – Torino). Info www.seeyousound.org.

  • Long Play / lungometraggi il concorso per film oltre i 30 minuti, quest’anno per la prima volta prevede due sottosezioni: lunghi di finzione e documentari, che potranno ambire ai premi Miglior Film di Fiction e Miglior Documentario, ognuno del valore di 1.000€;
  • 7Inch / cortometraggi per opere sotto i 30 minuti, vedrà l’assegnazione del premio Miglior Cortometraggio (500 €);
  • Soundies / videoclip concorso per il formato ‘musicale’ per eccellenza, che proporrà una selezione di videoclip 2017 a contendersi il premio Miglior Videoclip (500 €).

 

Il surrealismo di Mirò a Palazzo Chiablese

Palazzo Chiablese, affacciato sulla Piazzetta Reale di Torino, aprirà le sue sale dal 4 ottobre prossimo a una mostra d’eccezione, dedicata all’artista catalano Joan Miro’, dal titolo “Miro’! Sogno e colore”

Curata da Pilar Baos Rodriguez, l’esposizione presenta 130 opere dell’artista, per lo più dipinti a olio di grandi dimensioni. Le tele sono state concesse in prestito dalla Fundacio Pilar i Joan Miro’ di Palma di Maiorca, che custodisce la maggior parte dei capolavori realizzati da Miro’ durante il suo lungo soggiorno alle Baleari, dal 1956 all’83. Joan Miro’ è sicuramente uno degli artisti più carismatici dell’intera arte contemporanea, grande esponente di quel movimento del surrealismo, che ebbe tra i suoi protagonisti Tristan Tzara, e che fu nella terra natale di Miro ‘, la Catalogna, una delle correnti più incisive dei primi decenni del Novecento. Di Joan Miro’ non è presente soltanto una Fondazione nella capitale catalana, ma anche a Palma di Maiorca. Si tratta della Fundacio Pilar i Miro’, intitolata all’artista e a sua moglie, creata dal nipote Joan Punyet Miro’ nei locali che costituirono la sua casa- studio maiorchina, dove l’artista morì nel 1983, il giorno di Natale. Nelle opere di Miro’ si percepisce il profumo del Mediterraneo, la sua energia e il suo potente silenzio. L’artista nelle sue tele raffigura la potenza della natura selvaggia e luminosa di luoghi da lui molto amati, come Palma di Maiorca o la campagna catalana, grazie all’uso di colori piuttosto decisi e ad uno stile creativo capace di trasmettere sulla tela una grande fisicità. Le sue opere più significative sono la “Dona i ocell” del 1983, che si trova al parco di Joan Miro’ di Barcellona, “Femme” del 1981 e ” L’etoile matinale”, che fa parte della serie Costellazioni, risalente agli anni ’39-41. L’arazzo realizzato per il World Trade Center di New York è andato distrutto con il crollo delle Torri gemelle, l’ 11 settembre 2001. Rimane di Miro’ la definizione migliore quella data dal poeta francese Jacques Prevert , che affermò di lui che “è un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”. In una riga sono condensate, infatti, tutte le caratteristiche di questo straordinario artista, la sua semplicità, la sua curiosità e l’incredibile estro creativo, che lo hanno reso uno dei più fecondi esponenti del surrealismo.

Mara Martellotta

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La mostra rimarrà aperta fino al 14 gennaio 2018 a palazzo Chiablese con il seguente orario: lun 14.30-19.30; mart-dom 9.30-19.30, tranne giovedì 9.30-22.30

Al MAO, il museo che racconta l’Oriente

Nel cuore antico di Torino, tra le strette vie del quadrilatero romano, è possibile compiere un vero e proprio viaggio alla scoperta delle culture e delle tradizioni dei paesi asiatici. Per farlo è sufficiente varcare la porta di ingresso del Museo di Arte Orientale, oltre la quale si respirano i profumi e le atmosfere di mondi geograficamente e culturalmente lontani dal nostro. Il museo, gestito dalla Fondazione Torino Musei, conserva una collezione di oltre duemila opere provenienti da ogni parte dell’Asia. Una selezione di tali opere, realizzate con le tecniche più disparate e in moltissimi materiali differenti, è stata esposta in una sezione del Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama fino al 1988 quando, dalla volontà di valorizzare e accrescere la collezione orientale di proprietà della città di Torino, si è progressivamente concretizzata l’idea di dare vita a un museo dedicato esclusivamente al continente asiatico.

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Così è nato il MAO, acronimo di Museo di Arte Orientale, che, sin dalla sua apertura nel 2008, si trova in Palazzo Mazzonis, elegante edificio di via San Domenico costruito alla fine del XVII secolo. Il palazzo prende il nome dalla nobile famiglia che, dopo una serie di passaggi di proprietà, lo acquisì nel 1870. Il cavaliere Paolo Mazzonis, oltre a farne la sua residenza privata, impiegò alcune stanze del palazzo come uffici di rappresentanza della sua industria tessile. Con la cessazione delle attività della Manifattura Mazzonis nel 1968, il palazzo è rimasto inutilizzato sino al 1980, quando il comune di Torino lo ha acquistato ed ha avviato importanti lavori di restauro. Grazie a tali interventi è stato possibile recuperare le cornici in stucco e gli affreschi del piano nobile dell’edificio, che oggi dialogano con le opere asiatiche esposte nelle sale. 

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La visita del museo ha inizio al piano terreno dove, oltre ad uno spazio riservato alle mostre temporanee, c’è un piccolo e grazioso giardino coperto che, concepito seguendo i principi della cultura giapponese, trasmette una immediata sensazione di pace e armonia. Al piano nobile dell’edificio sono invece raccolte le opere che raccontano le tradizioni, le religioni e le culture delle popolazioni dell’Asia meridionale, del sud-est asiatico, della Cina e del Giappone. La scoperta della cultura giapponese continua al secondo piano dove, oltre alle preziose armature dei Samurai, è presente la ricostruzione di una tradizionale stanza da tè e sono raccolti numerosi kakemono, vale a dire dipinti e calligrafie realizzati su rotoli destinati ad essere appesi. Attraversando le sale al terzo piano di Palazzo Mazzonis si compie un viaggio nella regione Himalayana, mentre l’ultimo piano del museo racconta i paesi islamici attraverso preziosi volumi, tessuti, tappeti, bronzi, vasi e piastrelle ornamentali dai colori sgargianti. 

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Una delle opere più curiose e straordinarie che si incontrano lungo il percorso di visita è certamente la scultura rappresentante il Kongo Rikishi, uno dei guardiani chiamati a vegliare l’ingresso dei monasteri buddisti. Proveniente dal Giappone, è stata realizzata nella seconda metà del XIII secolo in legno di cipresso dipinto e, con la base di roccia su cui poggia, supera i due metri di altezza. Oltre alla sua notevole imponenza, il Kongo Rikishi colpisce per il brutto aspetto che, quasi automaticamente, spinge noi occidentali a ritenere che si tratti di una figura cattiva ma, come spesso accade, l’apparenza inganna. Percorrendo le sale del museo si scopre infatti che, non solo a questo guardiano, ma a molte divinità del mondo orientale che hanno tratti lontani dal canone di bellezza dell’occidente sono riconosciute funzioni positive. In altre parole, ciò che è diverso e brutto non necessariamente è anche cattivo: questa è solo uno dei numerosi e saggi insegnamenti che la visita al MAO è in grado di regalare a chiunque abbia voglia di spingersi oltre i confini. 

 

Giulia Amedeo

Scegli da che parte del palco stare!

Lezioni di prova gratuite lunedì 2 e martedì 3 ottobre dalle ore 20.30 alle ore 23.30 

 Nel ventennale dell’Associazione culturale Quinta Tinta, con il sostegno dell’Associazione professionale Improteatro, riparte la SNIT – Scuola Nazionale Improvvisazione Teatrale, il percorso di formazione teatrale triennale che dal 1997 forma decine di attori improvvisatori attivi sulla scena torinese e non solo.

L’improvvisazione fa curriculum! La grande novità di questa edizione è la certificazione delle competenze: al termine del corso sarà rilasciato un attestato di competenza professionale di improvvisazione teatrale utile ad ottenere i CFU (Crediti Formativi Universitari) e spendibile in concorsi pubblici e privati.

La scuola, strutturata in moduli e dal piano di studio personalizzabile, si rivolge a chiunque coltivi il sogno o la curiosità di cimentarsi nell’improvvisazione teatrale, con l’obiettivo di prendere parte a spettacoli ed eventi basati sull’improvvisazione. Ma anche a chi, amatore o attore professionista, sia alla ricerca di nuovi strumenti per migliorare e accrescere la consapevolezza dell’essere sulla scena, delle proprie emozioni e, non in ultimo, di affinare la propria sensibilità artistico creativa da utilizzare in teatro.

“La SNIT è un corso completo e articolato, che offre l’opportunità di avvicinarsi all’esperienza del palcoscenico in tutte le sue forme: l’immediatezza e la velocità delle sfide tipiche degli spettacoli improvvisati, i giochi di parola, la gestione delle emozioni, il movimento dell’attore sul palco, i registri sonori che la voce può raggiungere, la poesia del testo e la sua interpretazione” spiegano i docenti di Quinta Tinta, tutti attori e formatori professionisti certificati dall’Università del Salento. “L’interazione tra l’apprendimento delle tecniche attoriali e drammaturgiche e la ricerca delle proprie capacità e del proprio stile conduce a un percorso creativo immediato” aggiungono.

La scuola segue un metodo formativo basato sull’apprendimento esperienziale, che agevola l’allievo ad acquisire competenze specifiche. Il percorso didattico si articola in moduli e combina lo studio delle tecniche teatrali e dei processi creativi con lo sviluppo di competenze trasversali connesse agli aspetti relazionali. Quattro le macro aree di studio: soft skills, tecniche attoriali, tecniche d’improvvisazione, drammaturgia. Nello specifico, i contenuti del corso triennale sono così declinati:
– il corpo: tensione, consapevolezza, espressione
– uso dello spazio scenico
– studio dell’uso della voce e del parlare in pubblico 
– percezione e capacità di gestione del ritmo e del tempo 
– il comico e il drammatico
– tecniche di concentrazione e dinamiche relazionali per l’ascolto, l’attenzione, la comunicazione
– gestione dell’imprevisto, dell’errore e del fallimento: saper lavorare nel “qui e ora”
– ricerca e creazione del personaggio: ruolo, status, emozione, stato d’animo
– analisi delle strutture e degli schemi improvvisativi: monologhi e improvvisazioni collettive 
– sviluppo narrativo e drammaturgico delle improvvisazioni: creatività individuale e collettiva
– analisi e pratica degli stili teatrali, letterari e musicali come base della ricerca per le diverse modalità improvvisative
– visione registica, pratica e sperimentazione dei maggiori format di improvvisazione.

La frequenza è serale e settimanale, a scelta nei giorni di lunedì o martedì con orario 20.30-23.30. Agli incontri in aula si affianca la possibilità di fare un tirocinio esperienziale su tutto ciò che concerne le attività connesse alla messa in scena: staff di sala, gestione tecnica, organizzativa e amministrativa, performance. Ci sarà inoltre una parte di formazione a distanza (e-learning) tramite la piattaforma on-line nazionale contenente materiali audio-video di spettacoli, di lezioni con slide. Per chi vuole raggiungere un livello più avanzato, c’è infine l’Officina Teatrale, con i suoi moduli di approfondimento su specifiche tecniche attoriali o di improvvisazione.

Ogni allievo può creare il proprio piano di studi personalizzato, scegliendo tra il “percorso base”, che prevede un incontro alla settimana di tre ore, oppure il “percorso intensivo”, che comprende un incontro alla settimana di tre ore, i moduli tematici dell’Officina Teatrale, le lezioni in e-learning e il tirocinio.

La scuola infine offre: l’organizzazione a Torino di stage di approfondimento monotematici con attori italiani e stranieri legati al mondo dell’improvvisazione; scambi con le altre Scuole d’improvvisazione teatrale italiane ed estere; meeting nazionali con stage tenuti da attori italiani e stranieri; partecipazione alle iniziative associative.


L’improvvisazione fa curriculum!

Attraverso l’Associazione professionale Improteatro di cui Quinta Tinta è socio fondatore, la SNIT – Scuola Nazionale Improvvisazione Teatrale sta ottenendo il riconoscimento di percorso didattico – formativo qualificante secondo gli standard del Ministero dello Sviluppo Economico (legge 4/2013). La scuola, quindi, rilascerà ai propri allievi un attestato di competenza professionale di improvvisazione teatrale utile ad ottenere i CFU (Crediti Formativi Universitari), riconosciuto e spendibile in concorsi pubblici e privati, valido per ottenere l’iscrizione al registro professionale di improvvisatore teatrale con relativo livello di competenza (practitioner, teacher, professional trainer, supervisor).

Lezioni di prova

Lezioni di prova gratuite lunedì 2 e martedì 3 ottobre dalle ore 20.30 alle ore 23.30 presso l’Hub multiculturale Cecchi Point, via Antonio Cecchi 17/21, Torino. Per tutto il mese di ottobre sarà possibile partecipare ad una lezione di prova gratuita.

Contatti
Per domande su costi, iscrizioni e certificazione delle competenze:
email: teatro@quintatinta.it
telefono : +39 333 33 77 161

* Foto di “Impronauti”, spettacolo finale degli allievi del primo anno della SNIT.  Photo credits: Sergio Sasso.

Penultimo “Realedisera” ai Musei Reali

Al Museo di Antichità una visita speciale in occasione della Notte dei Ricercatori

 

Ancora due venerdì per approfittare di #realedisera l’eccezionale appuntamento dei Musei Reali che anche venerdì 29 settembre offre al pubblico l’occasione di ammirare in orario serale le collezioni permanenti e le diverse mostre in corso, con visite guidate speciali. Inoltre, in concomitanza con laNotte dei ricercatori, al Museo di Antichità è prevista la visita guidata Alla ricerca del coccio perduto.L’accesso a #realedisera è valido al prezzo speciale di 3 Euro dalle 19,30 alle 22,30 (apertura biglietteria alle 18,30).

Ecco le visite guidate in programma questo venerdì 29 settembre:

 

Palazzo e Armeria Reale

–      dalle 19.30 alle 21.30, visite guidate a rotazione (massimo 25 persone per  gruppo)

Museo di Antichità     

–      alle ore 19.45, visita alla mostra Prima del bottone. Accessori e ornamenti del vestiario nell’antichità con l’archeologa Valentina Faudino.

–      alle 19,45 e alle 20,45: Alla ricerca del coccio perduto. Restauratore e archeologo collaborano nel raccontare al pubblico la storia della rivalorizzazione di un lotto di vasi etruschi: è così che un “mucchio di cocci” ritorna a essere un vaso, a cui si rendono le antiche forma e funzione (max 10 persone a turno)

 

Inoltre, il biglietto di #realedisera permette di visitare liberamente le mostre Le invenzioni di Grechetto e Pittura come scultura. Cerano e un capolavoro del Seicento lombardo.

 

L’ultimo appuntamento con #realedisera si terrà venerdì 6 ottobre. Il costo del biglietto è di 3 Euro (fatte salve le gratuità di legge e possessori dell’Abbonamento Musei, della Torino+Piemonte Card e della Royal Card); la tariffa speciale si applica dalle 19,30 (apertura biglietteria alle 18,30).

 

 

Continui aggiornamenti sul sito www.museireali.beniculturali.it