CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 70

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

/

A cura di Elio Rabbione

Anselm – Documentario. Regia di Wim Wenders, con Anselm Kiefer. Dopo il grande successo di “Perfect days”, Wim Wenders torna al cinema con l’omaggio ad Anselm Kiefer, uno dei più innovativi e importanti artisti del nostro tempo. Girato in 3D e risoluzione 6K, il film racconta il percorso di vita del pittore e scultore tedesco, la sua visione, il suo stile rivoluzionario e il suo immenso lavoro di esplorazione dell’esistenza umana e della natura ciclica della storia. Wenders realizza un’esperienza cinematografica unica, che mette in luce il linguaggio di Kiefer, fortemente influenzato dalla poesia, la letteratura, la filosofia, la scienza, la mitologia e la religione. Per oltre due anni, il regista è tornato sulle tracce di Kiefer partendo dalla nativa Germania fino alla sua attuale casa in Francia, ripercorrendo le tappe di un viaggio dietro le quinte della sua arte. Un nuovo incredibile ritratto d’artista dopo il lavoro fatto su Sebastião Salgado ne “Il sale della Terra”, Pina Bausch in “Pina” e “Buena Vista social club”. Durata 90 minuti. (Nazionale sala 4)

Back to Black – Biografico, drammatico. Regia di Sam Taylor-Johnson, con Marisa Abela, Eddie Marsan e Jack O’Connell. La tragica vita di Amy Winehouse, la sua morte dopo i devastanti problemi di alcol, di droga e di Bulimia/anoressia, ancor prima il divorzio dei genitori quando lei aveva soltanto nove anni, la figura di un padre assente che torna a casa quando per la figlia scocca l’ora del successo, i suoi rapporti con il palcoscenico e con il modo dell’industria discografica, la voglia di essere felice, di vivere e di essere compresa. Durata 122 minuti. (Greenwich Village sala 2, Ideal, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Cattiverie a domicilio – Commedia. Regia di Thea Sharrock, con Olivia Colman, Jessie Buckley e Timothy Spall. 1922. Una cittadina affacciata sulla costa meridionale dell’Inghilterra è teatro di un farsesco e a tratti sinistro scandalo. Basato su una bizzarra storia realmente accaduta, il film segue le vicende di due vicine di casa: Edith, originaria del posto e profondamente conservatrice, e Rose, turbolenta immigrata irlandese. Quando Edith e altri suoi concittadini iniziano a ricevere lettere oscene piene di scabrosità, i sospetti ricadono immediatamente su Rose. Le lettere anonime scatenano una protesta a livello nazionale che scaturisce in un processo. Saranno le donne – guidate dalla poliziotta Gladys – a indagare sul crimine, sospettando che le cose potrebbero non essere come sembrano. Durata 90 minuti. (Eliseo, Nazionale sala 3)

C’era una volta in Bhutan – Commedia drammatica. Regia di Pawo Choyning Dorji. Un americano si reca in Bhutan alla ricerca di un prezioso fucile antico e incrocia un giovane monaco che vaga tra le serene montagne, istruito dal suo maestro a rimettere le cose a posto. Durata 107 minuti. (Nazionale sala 2)

Challengers – Drammatico. Regia di Luca Guadagnino, con Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist. Il film che avrebbe dovuto inaugurare l’ultima Mostra di Venezia. Con la sceneggiatura dell’esordiente Justin Kuritzkes – che sarà pure lo sceneggiatore del prossimo film di Guadagnino, “Queer”, dal romanzo di William Borroughs, interprete Daniel Craig -, è la storia di Tashi, ex tennista prodigio, che ritiratasi dalle gare prende ad allenare il marito Art, il quale si ritroverà a gareggiare in un concorso con l’ex fiamma della moglie, Patrick, nonché suo vecchio e migliore amico. Quando il gioco diventa metafora del potere e della vita, quando attraverso il ritmo delle gare e lo specchio che si viene a creare tra passato e presente, accade la rappresentazione di un rapporto a tre. Durata 132 minuti. (Centrale V.O., Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, Fratelli Marx sala Harpo, Ideal anche V.O., Lux sala 3, Massimo anche V.O., Reposi sala 2, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)

Civil War – Drammatico. Regia di Alex Garland, con Kirsten Dunst, Wagner Moura, Cailee Spaeny e Nick Offerman. In un’America raccontata in un futuro più o meno prossimo a noi, si assiste ad una seconda guerra civile, dove Texas e California si sono staccati dagli altri stati, eleggersi a indipendenti e marciare contro l’autorità di Washington, Quattro giornalisti, tra cui la Lee della Dunst ritagliata sulla figura della reporter di guerra Lee Miller (dalle copertine di Vogue raccontò i bombardamenti di Londra e le imagini atroci dei campi di concentramento), hanno un unico, immediato scopo, quello di intervistare il presidente degli Stati Uniti. Il loro viaggio è in un clima di guerra, dove sparatorie e attacchi si susseguono, dove militari e persone comuni sono ormai dedite alla violenza. Durata 109 minuti. (Greenwich Village sala 2 anche V.O.)

Come fratelli – Abang e Adik – Drammatico. Regia di Jin Ong. Abang e Adik vivono nei sobborghi popolosi e pieni di colori di Kuala Lampur. Abang è un ragazzo muto senza documenti d’identità che gli diano la possibilità di un lavoro legale. Accetta il suo destino a differenza del fratello minore Adik che ha un aggressivo desiderio di riscatto. Un incidente sconvolge l’equilibrio del loro rapporto. Durata 115 minuti. (Romano sala 3)

Confidenza – Drammatico. Regia di Daniele Luchetti, con Elio Germano, Federica Rosellini, Vittoria Puccini, Pilar Fogliati e Isabella Ferrari. Pietro vive con Teresa un amore tempestoso. Dopo l’ennesimo litigio, a lei viene un’idea: raccontami qualcosa che non hai mai detto a nessuno – gli propone -, raccontami la cosa di cui ti vergogni di più, e io farò altrettanto. Così rimarremo uniti per sempre. Si lasceranno, naturalmente, poso dopo. Ma una relazione finita è spesso la miccia per quella successiva, soprattutto per chi ha bisogno di conferme. Così, quando Pietro incontra Nadia, s’innamora all’istante della sua ritrosia, della sua morbidezza dopo tanti spigoli. Pochi giorni prima delle nozze, però, Teresa magicamente ricompare. E con lei l’ombra di quello che si sono confessati a vicenda, quasi un avvertimento, “attento a te!”. Da quel momento in poi la confidenza che si sono scambiati lo seguirà minacciosa: la buona volontà poggia sulla cattiva coscienza, e Pietro non potrà mai più dimenticarlo. Anche perché Teresa si riaffaccia sempre, puntualmente, davanti a ogni bivio esistenziale. E è lui che continua a cercarla? Durata 136 minuti. (Eliseo, Greenwich Village sala 1, Romano sala 1)

Il coraggio di Blanche – Drammatico. Regia di Valérie Donzelli, con Virginie Efira e Melvil Poupaud. Blanche Renard vive a un passo dal mare dove attende l’amore, che arriva e ha lo charme di Grégoire Lamoureux, un perfetto sconosciuto che sembra avere tutto quello che cerca. Cresciuta tra una madre affettuosa e una sorella gemella più intraprendente, Blanche sposa Grégoire e la lascia la famiglia per la sua niova casa. Lontana dalla Bretagna e dagli affetti più cari, la sua idea romantica dell’amore si scontra presto con la realtà e un uomo possessivo, che mente e tesse una rete di menzogne e ricatti. Tra cucina e soggiorno, ufficio e camera da letto, la tragedia domestica si consuma. Vessata dal marito, manipolatore nocivo e inquisitore feroce, Blanche precipita in una disperazione profonda. Non resta che decidere se restare o partire, tacere o denunciare. Durata 109 minuti. (Classico)

I dannati – Drammatico. Regia di Roberto Minervini, con René W. Salomon, Cuyler Ballanger e Timothy Carlson. Presentato in concorso nella sezione Un certain regard al 77mo festival di Cannes, il film, ambientato nel 1862, narra l’avventura tragica di un gruppo di volontari nordisti inviati a presidiare i territori dell’Ovest non ancora esplorati. Con continui rimandi storici e politici all’attualità che circonda noi a distanza di centosessant’anni, c’è la guerra e il nemico in agguato, a tratti invisibile, ci sono i ragazzi che ripensano alla casa e alla famiglia, che giocano a carte o esprimono pensieri religiosi, che guardano a una guerra civile che sta distruggendo il loro paese, che montano le tende e la guardia. E poi il tempo dell’attesa: un tempo sospeso, tra Buzzati e Malick. A leggere le cronache dalla Croisette, accoglienza con grande disaccordo, chi glorifica e chi butta nella polvere. Il film è oggi sui nostri schermi, non resta che verificare. Durata 89 minuti. (Nazionale sala 1 anche V.O.)

E la festa continua! – Commedia drammatica. Regia di Robert Guédiguian, con Ariane Ascaride, Jean Pierre Darroussin e Robinson Stévenin. Rosa è il cuore e l’anima del quartiere popolare della vecchia Marsiglia in cui vive. Essa divide la propria energia che non conosce limiti tra la sua numerosa famiglia, estremamente unita, il lavoro di infermiera e il suo interesse politico nei confronti delle persone più bisognose. Ma con l’avvicinarsi della pensione le sue illusioni cominciano a vacillare. Sostenuta dalla vitalità delle persone che le sono accanto e dall’incontro con Henri, si rende conto che non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni, sia politici che personali. Durata 106 minuti. (Nazionale sala 4)

Ghostbusters – Minaccia glaciale – Fantasy. Regia di Gil Kenan, con Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Paul Rudd e con Bill Murray e Dan Aykroyd. Come dire che le avventure degli acchiappafantasmi non finiranno mai, ricordi e successi e incassi da favola lo impongono. Ai giorni nostri, ecco che la famiglia Spengler lascia i campi dell’Oklaoma per tornare là dove tutto ha avuto inizio, ovvero quella caserma newyorkese dei vigili del fuoco che già fu il centro delle operazioni per contrastare gli invadenti spiritelli. Gli antichi acchiappafantasmi sono forti di un laboratorio in cui hanno sviluppato la loro personale ricerca sui fantasmi e sul paranormale: ma alla comparsa di una antica sfera di cristallo che minaccia di ghiacciare completamente la Grande Mela, ecco che il vecchio e il nuovo gruppo dovranno unire le proprie forze e salvare la città e il mondo dall’irruzione di una nuova era glaciale. Durata 115 minuti. (Uci Moncalieri)

Il gusto delle cose – Drammatico. Regia di Tran Anh Hung, con Juliette Binoche e Benoît Magimel. 1885. L’impeccabile cuoca Eugénie lavora da oltre vent’anni per il famoso gastronomo Dodin. Il loro sodalizio dà vita a piatti, uno più delizioso dell’altro, che stupiscono anche gli chef più illustri del mondo. Con il passare del tempo, la pratica della cultura gastronomica e l’ammirazione reciproca si sono trasformate in una relazione sentimentale. Eugénie è però affezionata alla propria libertà e non ha mai voluto sposare Dodin. Così lui decide di fare qualcosa che non ha mai fatto prima: cucinerà per lei. Durata 136 minuti. (Eliseo Grande, Romano sala 2)

Il mio posto è qui – Drammatico. Regia di Cristiano Bortone e Daniela Porto, con Ludovica Martino, Marco Leonardi e Giorgia Arena. La storia, ambientata nella Calabria rurale della fine degli anni Quaranta, racconta un’amicizia tra una ragazza madre e l’organizzatore di matrimoni locale, l’unico gay del paese, che la porta a sfidare i pregiudizi della comunità e a lottare per trovare il proprio posto nel mondo. Durata 90 minuti. (Romano sala 3)

Sei fratelli – Drammatico. Regia di Simone Godano, con Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini e Valentina Bellè. Guido, Marco, Leo, Gaelle e Mattia sono, in ordine di età, i cinque figli di Manfredi Alicante, padre egoista e narciso che si è appena tolto la vita. All’apertura del suo testamento i cinque figli scopriranno di avere una sorella, Luisa, della quale non erano a conoscenza. Del resto per Manfredi, che si è sempre comportato secondo i suoi voleri, compreso sposare tre donne diverse e avere (almeno) un’amante, è perfettamente in carattere non avere informato i fratelli dell’esistenza di Luisa. I sei litigano fra di loro, alcuni anche a causa di antiche ruggini, e trovare un’intesa su come gestire l’allevamento di ostriche che hanno collettivamente ereditato, e che il padre ha trasformato in una utopistica coltivazione di perle, non è facile. Ci saranno discussioni e rappacificazioni, intese e ostilità nella cornice di Bordeaux, ultima residenza del padre e della terza moglie francese. Durata 105 minuti. (Greenwich Village sala 3)

Ritratto di un amore – Biografico. Regia di Martin Provost, con Cecile de France e Vincent Macaigne. Una storia a cavallo di due secoli, l’amore per l’arte e il mondo degli Impressionisti, la vita di Pierre Bonnard che a quel mondo si avvicinò con l’intento sempre di superarlo, il trionfo della luce e del colore, l’unione tra un artista e una donna che da semplice fioraia divenne la donna più ritratta di Francia, pure lei esempio di un eccezionale talento. Vita bohémienne e paesaggi agresti, arte e sregolatezza, sentimenti e litigi e passioni, non soltanto artistiche. Durata 122 minuti. (Centrale anche V.O., Fratelli Marx sala Groucho)

The Fall Guy – Commedia. Regia di David Leitch, con Ryan Gosling. Emily Blunt e Aaron Taylor-Johnson. Leitch è un ex stunt e ci parla di un mondo che ha conosciuto benissimo. Ispirato alla seie TV degli anni Ottanta “Professione pericolo”, “The fall guy” narra le avventure dello stunt Colt Seavers costretto a ritirarsi dal mondo del cinema per un grave infortunio capitatogli nel girare una scena. Lascia il cinema e la ragazza di cui è innamorato, Jody, un’assistente alla regia. Ma dopo alcuni mesi viene contattato dall’agente dell’attore Tom Ryder, di cui lui è sempre stato la controfigura, che lo rivuole con sé come Jody, passata alla regia con la sua opera prima “Metalstorm” avrebbe ancora il desiderio di averlo al suo fianco. Nulla di vero: la ex innamorata non ne sa nulla e il divo del nuovo film, incappato in un gruppo di delinquenti, è letteralmente sparito. Spetterà a Colt correre a salvarlo tra mille insidie, con la capacità di Gosling di non prendersi troppo sul serio, anzi spremendo risate a favore di un pubblico che lo vedrà di nuovo in pace con la sua ragazza Jody. Durata 126 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi sala 4, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Una storia nera – Drammatico. Regia di Leonardo D’Agostini, con Laetitia Casta, Andrea Carpenzano e Cristiana Dell’Anna. Carla ha divorziato da Vito da cui ha avuto tre figli, affidati alla madre. Un divorzio non facile dal momento che l’uomo aveva avuto e continuava a mantenere dei comportamenti ossessivi e violenti nei confronti della moglie. Una sera è invitato al compleanno della figlia più piccola, Mara, ma al termine della serata scompare senza avvertire nessuno. Il suo cadavere, con ferite da arma da taglio, verrà ritrovato vicino al Tevere e inizieranno le indagini. Durata 100 minuti. (Massaua, Massimo sala Cabiria, Reposi sala 5, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

“International Museum Day 2024” Il Castello di Rivoli risponde “Sì”

E tiene aperto fino alle 22 Sabato 18 maggio

Rivoli (Torino)

Sarà in prima fila il “Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea” nella celebrazione, sabato 18 maggio, dell’“International Museum Day 2024” (la “Giornata Internazionale dei Musei”), promossa dal 2020 da “ICOM – Consiglio Internazionale dei Musei”, al fine di evidenziare – secondo principi collegati agli obiettivi di Sviluppo Sostenibile propri delle Nazioni Unite – l’importanza del ruolo dei Musei come “istituzioni al servizio della società e del suo sviluppo”. Le attività in programma per la “Giornata”, che avrà un’apertura prolungata fino alle 22, rientrano nel nuovo programma “Museo dal vivo”, volto a promuovere “forme di sperimentazione transdisciplinare in cui arti visive, musica e cinema si fondono con le dinamiche della vita”. La riflessione al centro del programma di questa edizione verte sulla duplice natura della parola (parolona) “live” – “dal vivo” e “vivere” – per  mettere bene in luce l’indivisibile legame fra arte e “vita partecipata al Museo”.

Per l’occasione verrà presentata la storica performance “Entrevidas” (“Tra le vite”) di Anna Maria Maiolino. Appositamente riconfigurata per gli spazi esterni del Museo, la performance è stata realizzata dall’artista (origini calabresi, classe  ’42, emigrata a Caracas nel ’54 e nel ’60 in Brasile a Rio de Janeiro) per la prima volta in Brasile nel 1981 durante un periodo nel quale la dittatura militare iniziava a cedere il passo a processi di democratizzazione, restando tuttavia al potere.

Per celebrare la “Giornata”, le “Artenaute” del “Dipartimento Educazione” propongono inoltre una serie di visite guidate alle mostre recentemente inaugurate negli spazi del Castello.

Alle 11 è prevista la visita guidata a “Paolo Pellion di Persano. La semplice storia di un fotografo”, mostra a cura di Marcella Beccaria e Andrea Viliani, allestita nella “Sala 18” al secondo piano. Alle 14 saranno le opere fotografiche della nuova mostra “Expanded With” allestita in “Manica Lunga” (e pensata da Marcella Beccaria, insieme ad Elena Volpato – curatore e conservatore alla “GAM” – in occasione di “Exposed”, il “Festival Internazionale della Fotografia di Torino”) a essere protagoniste della narrazione. Alle 16 si prosegue con la visita guidata alla mostra della barese di Molfetta (oggi residente ed operante ad Amsterdam) Rossella Biscotti, “Titolo primo, Ho sognato, Clara e altre storie”, allestita al terzo piano e curata da Marianna Vecellio. A seguire, alle 17, nel “Teatro” del Museo sarà presentata una rassegna di “opere filmiche”, sempre di Rossella Biscotti che “documentano i processi che si formano attorno ai luoghi, agli eventi e alla scultura”.


Alle 18, come detto, nell’“atrio juvarriano” i visitatori saranno accolti dalla performance “Entrevidas” di Anna Maria Maiolino, vincitrice del “Leone d’Oro alla Carriera” alla “Biennale di Venezia” di quest’anno e presente nella mostra fotografica “Expanded With”, con l’omonima opera fotografica “Entrevidas” (della serie “Fotopoemação” 1981-2010), originariamente presentata a Rio de Janeiro nel 1981, con il coinvolgimento dell’artista medesima che, in equilibrio precario, camminava lungo un selciato cosparso da centinaia di uova bianche fresche cercando di avanzare senza calpestarle. “Ricca di valori simbolici, a partire dal riferimento alla vita, all’espressione comune pisar em ovos’ (camminare sulle uova) fino, in ambito artistico, all’uovo di Lucio Fontana, la performance rappresentava anche un’azione di resistenza e adattamento nel complesso contesto politico del Brasile degli anni ottanta”. Per la presentazione al “Castello di Rivoli”, la performance vedrà la partecipazione della “Compagnia EgriBiancoDanza”, diretta da Susanna Egri e Raphael Bianco, con i danzatori Gianna BassanVincenzo Criniti e Oksana Romaniuk. Saranno gli stessi ballerini a coinvolgere il pubblico nel percorso performativo dell’opera.

Dalle 19 alle 22, presso il Ristorante del Castello si terrà un “DJ set” dell’artista e music producer (residente a Londra) Agostino Quaranta che proporrà brani di “Tecnopizzica”, una forma di sperimentazione sonora che mescola campionamenti ritmici e linguistici della danza popolare salentina, arricchendoli con la ritmicità distintiva del genere “techno”.

Dalle 18 alle 22 il pubblico potrà accedere al “Museo” e partecipare agli eventi acquistando il biglietto d’ingresso al prezzo speciale di 2 Euro.

Per info: “Castello di Rivoli”, piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (Torino); tel. 011/9565222 o www.castellodirivoli.org

Gianni Milani

Nelle foto: Anna Maria Maiolino “Entrevidas – della serie“Fotopoemação”, 1981-2010; Anna Maria Maiolino (Ph. Livia Gonzaga); Paolo Pellion di Persano “Marisa Merz”, 1973 e Agostino Quaranta

Le biblioteche storiche di Torino, patrimonio dei cittadini

Il Salone del libro è finito, è stato come sempre un momento importante per Torino, ma anche per l’Italia tutta. L’affluenza e’sempre in aumento e questo vuol dire che leggere è una attività fondamentale a cui non si rinuncia, fortunatamente; attraverso i libri ci arricchiamo, sono uno strumento essenziale per la nostra crescita intellettuale,  morale e spirituale, ogni volume che leggiamo lascia una traccia, sempre.

Torino e’ nota anche per le sue diverse e straordinarie biblioteche e alcune, oltre che rappresentare luoghi di culto per il lettore e lo studioso, rivestono una grande importanza storica e monumentale.

Tra le molte esistenti eccone alcune molto importanti, simbolidella Torino dedita alla cultura e alla formazione.

Biblioteca Reale conserva circa 200.000 volumi, una ricchezza voluta da Carlo Alberto di Savoia-Carignano. La prestigiosa collezione di volumi e disegni importanti come i 13 autografi di Leonardo Da Vinci e il suo Codice del Volo degli uccelli. Nel 1942 venne inaugurata la nuova sede con importanti e preziosi arredi, dopo la Seconda Guerra Mondiale divento’ una biblioteca pubblica. Fanno parte del complesso museale anche il Palazzo reale, L’Armeria, la Cappella della Sindone, la Galleria Sabauda, il Museo di Antichità e i Giardini Reali.

Biblioteca Nazionale Universitaria

Fondata all’incirca nel 1723 per volontà di Vittorio Amedeo II di Savoia che realizzò l’accorpamento della raccolta del Comune, quella della Regia Università e i libri della corona, oggi e’ una biblioteca statale pertinente alla direzione del Ministero della Cultura. Nel 1957 comincio’ l’edificazione della sede attuale, in piazza Carlo Alberto, che terminò nel 1973 con il trasferimento del patrimonio dai locali di via Po, dove si sviluppò il grave incendio del 1904 che distrusse molte delle 4.500 unita’ presenti. Nella collezione attuale troviamo manoscritti in lingua ebraica, in greco, in latino, 1600 incunaboli che ci riportano agli albori della stampa e quindi alle meta’ del 1450, incisioni e disegni di inestimabile valore.

Archivio di Stato

Composto da 4 sezioni e’ risultato di una storia secolare che in origine era il Tesoro di carte dei Conti Savoia risalente al XII  secolo anche se  i primi atti che ne documentarono l’esistenza sono del XIV.

La biblioteca oggi e’ suddivisa in 3 settori: quella antica che custodisce volumi dal Medioevo al 1800, la nuova che contiene libri fino al 1930 circa e la corrente che arriva all’epoca attuale.

Sono conservati anche periodici, riviste scientifiche, dossier e studi culturali italiani e stranieri stampati dal 1593 fino ai giorni nostri.

Biblioteche Civiche Torinesi

Con 18 sedi in citta’ e punti di servizio in  2 ospedali e  3  carceri, le Biblioteche Civiche Torinesi rappresentano un patrimonio  condiviso di saperi e  un ponte tra culture e generazioni. Sono a disposizione oltre 500.000 libri, un tesoro di inestimabile di ricchezza culturale messo a disposizione dei cittadini. Spiccano tra le varie sedi edifici storici come Villa Amoretti, il Mausoleo della Bela Rosin o Andrea della Corte e altri piu’ moderni come il Dietrich Bonhoeffer, Natalia Ginzurg e poi il Bibliobus che sosta ogni giorno in diverse parti della citta’. Oltre alla consultazione e al prestito librario la biblioteca organizza eventi, corsi e laboratori dedicati alle varie fasce d’eta’ e diversi gruppi di lettura.

Centro Studi Piemontesi

La biblioteca  e’ nata nel 1969 in concomitanza con la fondazione del centro stesso che raccoglie volumi relativi alla cultura piemontese come la sua storia, la letteratura, il teatro, l’economia, l’arte, la civilta’.  La racconta e’ di circa 18.000 volumi moderni e 400 edizioni antiche, con un catalogo in costante aggiornamento anche in digitale su cui sono gia’ stati caricati 8.000 libri. E’ articolata in differenti fondi particolari legati ai maggiori  donatori come Mario Becchis o Renzo Gandolfo.

Centro Gobetti

Con una collezione, tra monografie e opuscoli, di 75.000 testi il centro e’ specializzato su alcune figure e correnti della cultura e della politica italiana del Novecento, sulla vicenda nazionale dall’Unità ai giorni nostri e sulla storia del pensiero politico contemporaneo. E’ un punto di riferimento per gli studiosi dell’antifascismo in chiave liberaldemocratica, per i cultori del pensiero di Piero Gobetti, Ada Prospero e Norberto Bobbio. Dal 1998 il centro e’ inserito nel Sistema Bibliotecario Nazionale e nel 2016 alcuni dei fondi librari sono stati trasferiti al Polo al ‘900 insieme a una parte della sua biblioteca generale.

Maria La Barbera

A Trofarello la “Messa da requiem” di Verdi

Evento dell’anno sabato 25-5-2024 per il 50° anniversario della fondazione del Coro Haendel, nato nel 1974 con il maestro Luciano Turato. Dal 1992 la direzione del gruppo vocale è affidata al maestro Gabriele Manassi, polistrumentista laureato in direzione di coro, orchestra e matematica, insignito della cittadinanza onoraria il 2-6-2023 durante il concerto della festa della Repubblica. Manassi dirigerà l’Orchestra del Coro Haendel e un cast di solisti d’eccezione già collaboratori del Casale Coro: Oliviero Giorgiutti basso, vincitore dei concorsi internazionali di Milano, Rovigo e Spoleto; Claudia De Pian, contralto della Fenice di Venezia già del Regio dì Torino; Shin Young Hoon, tenore della Scala di Milano ed Eugenia Braynova, soprano bulgara del Regio dì Torino che si è esibita al Cairo e Alessandria d’Egitto, protagonista della commedia musicale “Mozart”. La partitura corale sarà affidata, oltre al Coro Haendel, alla Corale Vivaldi di Cambiano, al Casale Coro di Casale Monferrato e alla Corale “Il Castello” di Rivoli. Come a Verdi e ai compositori di tutte le epoche, anche a Manassi non è sfuggita la forte attrazione di scrivere la sua Messa da Requiem “In Dulci Jubilo”. Nel 1869 Verdi si fece promotore di una Messa da Requiem per Rossini, chiedendo ad altri compositori di comporre ciascuno una parte e scrivendo lui stesso il “Libera Me”, progetto non realizzato. Quattro anni dopo Verdi rimase molto colpito dalla morte di Manzoni, entrambi senatori del Regno e con il quale condivideva i forti ideali di giustizia e libertà del Risorgimento. Egli decise di comporre da solo il capolavoro che ritrae l’uomo davanti al silenzio dell’universo e nonostante l’incompatibilità con lo scrittore sulla visione religiosa (l’uno laico lontano dalla fede e l’altro di fede incrollabile) scelse di dedicargli la sua opera che dirigerà personalmente nella chiesa di S. Marco di Milano il 22-5-1874 e alla Scala di Milano il 25-5-1874, esattamente 150 prima del concerto di Trofarello. La città è conosciuta per l’intensa attività musicale dell’Associazione Filarmonica, Orchestra Fiatinsieme e Banda Musicale Santa Cecilia dirette dal maestro Tonetti, collega di Castagnoli e Manassi al Conservatorio di Torino. La Banda Musicale, fondata nel 1802 che figura tra le più antiche d’Italia, eseguì nel 1989 un concerto per il 60° compleanno del divulgatore scientifico e musicista Piero Angela. Il Requiem di Verdi fu eseguito a Casale Monferrato nel 2019 per il restauro della Cattedrale, organizzato dal Casale Coro.

Armano Luigi Gozzano

Il Piemonte si tinge di giallo

Un interessante evento culturale si è svolto domenica 12 maggio alle ore 11 nella Sala Lilla del Padiglione 2 al Salone del Libro di Torino.

La casa editrice Lisianthus Editore ha organizzato un convegno dal titolo Piemonte in Giallo per esplorare il fascino che Torino e le Langhe esercitano sui lettori di libri mystery.

Erano presenti gli autori Laura Graziano ed Enrico Cabianca, entrambi esponenti del genere giallo, ma con diverso stile e ambientazione. L’incontro è stato moderato da Federica Spagone che ha introdotto l’argomento con un excursus storico e ha posto molte interessanti domande ai due scrittori. Ne è emerso un quadro avvincente, dove il metodo di costruzione di un romanzo a enigmi si è fuso con l’importanza del tema sociale e del microcosmo che ne consegue.

Come si congegna la trama di un giallo? I due autori hanno sottolineato la differenza del loro procedimento creativo, spiegando come, a volte, scrivere di un omicidio sia la catarsi per allontanare le brutture del mondo.

Graziano e Cabianca hanno anche parlato di quanto il Piemonte sia carico di attrattive per gli amanti del genere. Sia Torino che le colline delle Langhe sono terreno fertile per i romanzi gialli. La prima per la sua tradizione storica di città misteriosa e ricca di segreti e le seconde per l’apparente pacifica calma che, come tradizione vuole, nasconde molto di più.

Un evento culturale dinamico e coinvolgente, quindi, che ha visto una folta partecipazione da parte del pubblico. Diverse persone, infatti, hanno posto curiose e stimolanti domande.

L’autrice piemontese Laura Graziano ha parlato del suo ultimo libro “Saverio Grave – delitto al buio”, seconda indagine ambientata nelle Langhe, mentre Enrico Cabianca ha presentato il suo ultimo romanzo “La dea muta – delitti senza nome”, opera vincitrice del Premio letterario e fotografico nazionale “Il Paliotto”. Entrambi i romanzi sono pubblicati da Lisianthus editore.

È per episodi come questo che amiamo il Salone Internazionale del Libro di Torino, che permette alla cultura di prendere il sopravvento e stregare ancora una volta i lettori – in questo caso di mystery – e tutti gli amanti dei libri.

Mara Martellotta

“Libraccio”: la sua storia raccontata da uno dei fondatori

Quando i sogni cambiano le regoleè possibile trasformare un’idea in un progetto imprenditoriale, come quello che sta dietro al “Libraccio”, la più importante catena di libri usati in Italia, che dal 1979 fa la storia dell’editoria italiana. Dalla sua prima sede storica, a Milano in via Corsico, oggi “Libraccioè una holding che controlla varie società e gestisce più di 60 librerie in Italia.

L’affascinante storia di questo progetto nasce dall’amicizia di quattro ragazzi che si incontrano casualmente nei mercatini di libri usati di largo Richini a Milano – Pietro Fiechter, Tiziano Ticozzelli, Silvio Parodi ed Edoardo Scioscia- che dalla comune condivisione di ideali e proposti daranno vita ad una realtà unica nel panorama nazionale.

La storia ce la siamo fatta raccontare- al Salone del Libro di Torino- proprio da uno dei padri fondatori del progetto iniziale, Pietro Fiechter.


Una grande idea e una solida amicizia sembrano esser stati gli ingredienti fondamentali per dare vita al “Libraccio”. Cosa vi ha spinto a partire con questo progetto?

È nato tutto a Milano negli anni 70 e, all’epoca, eravamo militanti di gruppo di sinistra. Ci sembrava un’idea politicamente corretta e affine al nostro pensiero quella di proporre i libri usati per le famiglie più povere.

 

Ma da lì a poco le cose si sono evolute diversamente.

Sì, infatti i nostri primi clienti sono stati i figli della “borghesia” milanese. Infatti le famiglie meno abbienti volevano mandare i loro ragazzi a scuola con i libri nuovi, mentre quelle più ricche- forse non avendo questo tipo di preclusione in generale- si sono avvicinati all’ usato con maggiore interesse.

 

Quando vi siete però resi conto che il vostro progetto stava funzionando?

Quando ci siamo resi conto che stavamo fornendo un servizio vero e proprio. Erano pochissime le librerie specializzate nel settore scolastico aperte durante tutto l’anno e noi eravamo tra quelli. Inoltre le persone potevano scegliere tra il nuovo o l’usato: è stato l’elemento che sicuramente ha determinato il nostro successo.

 

Oggi il modo di concepire il libro è completamente cambiato. Come vede questa nuova prospettiva?

Si diceva che il libro sarebbe morto nel giro di qualche anno;  ma nella nostra realtà i prodotti digitali rappresentano una piccola fetta delle vendite, fatta qualche piccola eccezione per i settori più tecnici.

 

I libri hanno sempre fatto parte della sua vita. Cosa rappresentano a livello personale?

Per me sono qualcosa di fondamentale. Avere un libro in mano in un qualsiasi luogo mi da una soddisfazione che il supporto digitale non mi trasmette. Infatti, oltre ad essere un librario, sono anche un collezionista di libri “rari” (prime edizioni e libri autografati). Per questo un evento come il Salone diventa un momento fondamentale: a mio parere ci vorrebbe un evento uguale anche nel centro sud.

 

Valeria Rombolà

Sembra troppo facile fuggirsene col malloppo!

Sul palcoscenico del Gioiello, sino a domenica 19 maggio

Arriva trafelato a casa il signor Henry Perkins, arriva sbigottito e terrorizzato dal momento che ha scoperto che nella “sua” ventiquattrore non stazionano più l’agenda di lavoro e il panino al formaggio non più freschissimo ma molto più di un milione di dollari. Chiaramente uno scambio, una borsa identica alla sua che ha cambiato mano. È chiaro che quei soldi puzzano e che qualcuno molto presto li verrà a cercare: per cui all’aria i festeggiamenti per il suo compleanno con la moglie Christie e i vecchi amici Vic e Betty, che sono in arrivo, qualcosa buttato velocemente in valigia, una chiamata al taxi e via in aeroporto. Un’isola lontana o Barcellona, qualsiasi direzione andrà comunque bene.

Questo il già caotico inizio di quel “Funny Money” – ribattezzato sul palcoscenico del Gioiello “In fuga col malloppo” (repliche sino a domenica 19) – che il prolifico Ray Cooney scrisse trent’anni fa per i successi newyorkesi dopo aver già scritto quegli esempi di sfacciato divertimento che in Italia sarebbero arrivati nelle mani di Pietro Garinei con i titoli di “Se devi dire una bugia dilla grossa” e “Taxi a due piazze”, casi di riprese e tournée infaticabili. Parole e battute e situazioni dentro cui si corre a rotta di collo, una montagna sempre più difficile da scalare, perché non soltanto si dovrà fare di tutto per camuffare la valigetta, perché da quella porta d’ingresso non soltanto entrerà la coppia di amici ma anche il taxista che scalda sotto i motori per arrivare in tempo alla partenza e un paio di sergenti di polizia e detective che da subito arrivano a ficcare il naso in quel contenuto che scotta, non ultimo il malandrino autentico proprietario del malloppo. Un ingranaggio che scivola via senza intoppi per il divertimento senza mezze misure del pubblico, un ritmo serrato che ha l’esattezza di un vecchio Feydeau, gli scambi di persona e le identità inventate di sana pianta che vengono ad affollare la scena e gli ingarbugliamenti del testo e degli attori, l’immancabile divano che suona come il refugium peccatorum di personaggi in cerca di riparo e di momenti di eccessiva ressa. Tutti quanti, personaggi e attori, vengono presi follemente nel meccanismo e per certi momenti paiono non uscirne vivi, catturati come sono dal trovarsi l’uno di fronte all’altro (inevitabilmente, gli interpreti) e perdersi nelle proprie risate e nelle proprie facce a cui non possono sottrarsi – con buon coinvolgimento del pubblico -, trovando anche l’occasione per reclamizzare lo sponsor che ha fornito l’arredamento per la scena e per quei farfugliamenti o forzature o storpiature – al termine dello spettacolo, tra applausi e ringraziamenti, verranno definiti “guittate” – che inaspettatamente buttano il più minuscolo sassolino nell’ingranaggio di cui sopra.

È lo spettacolo, bellezza!, direbbe qualcuno, con le sue leggi e i suoi peccati più che veniali. Restando tuttavia grati a Claudio Insegno (nessun compagno di cordata che l’abbia omaggiato mentre lui per gli altri s’è speso in un elenco interminabile di bellezze e di doti!) che, inventandosi un adattamento e riversando trovate e romanità in terra di States forse oltre il dovuto, trascina la vicenda come un buon guerriero al continuo attacco e spremendo il suo Vic con estrema simpatia: con tutti i suoi compagni, ad iniziare da Andrea Beltramo, impareggiabile, lontanissimo dal risparmiarsi, vera macchina da guerra all’interno dello spettacolo. Paure, eroismi, simpatia, sbalordimenti, voci diverse, invenzioni, ha spalle grandi ed eroiche per supportare tutto quanto. Con loro, infaticabili altrettanto, Carlotta Iossetti (non troppo ben trattata dall’autore che l’ha relegata in una ubriacatura pressoché continua), Lia Tomatis, Diego Casale, Ettore Lalli, Step Minotti e non ultimo Guido Ruffa, vero e puro divertimento a parte con le sue fantomatiche tazze di tè e la sua doppia personalità, un concentrato ben tagliato a metà di mansuetudine e irascibilità. Pubblico abbiamo detto facilmente coinvolto, ne consegue successo come di rado ci si imbatte a teatro.

Elio Rabbione

Ad Asti l’arazzo con l’opera di Gribaudo, dai Diari di New York

Giovedì 16 maggio, Arazzeria Scassa

 

L’Arazzeria Scassa, ad Asti, presenterà giovedì 16 maggio l’arazzo di Ezio Gribaudo, tratto dai Diari di New York.

La calata di un arazzo dal telaio rappresenta un autentico vernissage, durante il quale l’opera d’arte viene consegnata al mondo. Se si considera la laboriosità di questa forma d’arte, che richiede 500 ore di lavoro per la realizzazione di un metro quadro, si comprende la rarità e la portata della cerimonia per l’arazzo tratto da un dipinto dell’artista Ezio Gribaudo, che si svolgerà giovedì 16 maggio alle 18 ad Asti, nell’antica Certosa di Valmanera, sede di Arazzeria Scassa. C’è molta attesa e trepidazione nel mondo del collezionismo per il taglio dei fili di ordito dal liccio del telaio su cui ha preso forma la trama del prezioso arazzo (134×169cm) tratto da una delle opere di Gribaudo raccolte nei Diari di New York.

A seguire una conferenza moderata dal filosofo, curatore e critico d’arte Roberto Mastroianni. Interverranno a parlare di “Arazzi ad alto liscio oggi. Prospettive e sfide dell’arte contemporanea “ la figlia dell’artista Paola Gribaudo, presidente dell’Archivio Gribaudo, la storica dell’arte Silvana Cincotti e Massimo Bilotta, ad di Arazzeria Scassa.

La conferenza sarà anche l’occasione per conoscere più approfonditamente i segreti della tecnica di tessitura inventata da Ugo Scassa per rendere al meglio le sfumature dell’arte contemporanea e per scoprire la poetica e la sensibilità artistica di Ezio Gribaudo, uno tra i più acclamati artisti ed editori d’arte del Novecento, scomparso nel 2022, le cui opere sono conservate in numerosi musei quali il Moma, il Museum of Modern Art di New York, il Museum of Imagination di Hudson a New York, la Peggy Guggenheim Collection e Cá Pesaro di Venezia, il Museu di arte moderna di Rio De Janeiro.

L’incontro permetterà di approfondire le opportunità che gli arazzi contemporanei offrono agli artisti, le sfide tecniche della loro realizzazione e l’interesse del collezionismo per questa forma d’arte applicata, oltre che scoprire i dettagli del sodalizio tra Scassa e Gribaudo, che ha portato alla realizzazione di numerosi arazzi tratti dai lavori dell’artista torinese.

L’ingresso è libero.

Volpiano, un incontro con Enrico Pandiani


A partire dal recente «Ombra», un’occasione per riscoprire i successi del giallista

Venerdì 17 maggio alle 21, a Volpiano nella Sala «Maria Foglia» di via Trieste 1, è in programma un incontro con lo scrittore Enrico Pandiani; ingresso libero.

Così la presentazione: «Approfittando dell’uscita del suo ultimo giallo intitolato “Ombra” (2023), la biblioteca comunale di Volpiano ha invitato Enrico Pandiani per condividere con i lettori la sua esperienza di autore: un momento unico per ripercorrere i suoi successi e comprendere le sfumature di una delle penne thriller più apprezzate d’Italia».

“Foggia 11”, quando poesia e architettura si fondono

Poesia e architettura si sposano perfettamente nell’installazione urbana presente all’esterno del palazzo di via Foggia 11/a a Torino, realizzata dai curatori e ideatori Laura Milani, Stefano Cerruti e dalla BSA Bottega Studio Architetti.

La poesia che campeggia come installazione urbana appartiene al poeta, drammaturgo e ideatore di programmi di poesia Davide Rondoni. Laura Milani è l’incarnazione di un pensiero creativo sempre in essere, generativo e trasformativo per sua natura. La sua vita professionale è contrassegnata dalle tappe come lo IAAD, il Museo Nazionale del Cinema, la Scuola Possibile, la Fondazione degli Ordini degli Architetti e Paratissima. La prospettiva dei lavori, sfruttando il bonus 110 e l’incontro con l’architetto e partner della Bottega Studio Architetti Stefano Cerruti hanno portato a formulare una domanda: come sfruttare questa occasione per realizzare un’opera d’arte urbana?

Le risposte non hanno tardato ad arrivare. Stefano Cerruti indaga e opera da circa vent’anni sulla possibilità di diminuire la distanza che intercorre tra periferia e centro, e di rendere appetibile la prima offrendo una progettualità capace di favorire la connessione attiva tra spettatore – fruitore dell’ambiente circostante. Se la mancanza d’attenzione nei confronti delle strutture di recente costruzione è provocata dalla loro scarsità di appeal, allora l’intervento architettonico non può limitarsi all’essere strutturale, ma deve essere anche contenutistico.

La prima azione in questa direzione risale a un progetto del 2006 chiamato “Volumi”, in via Parma 33, a Torino.

“Abbiamo notato che la partecipazione si verifica davvero – spiega Stefano Cerruti – se l’intervento presenta dei buoni contenuti e un buon appeal, generando curiosità e interesse, due sensazioni sempre necessarie per porsi delle domande. Non volendo limitarci a un singolo progetto, come quello in via Parma, è nata l’idea di creare edifici di interesse ubicati in zone specifiche nel centro storico e in zone periferiche, per generare un circuito in grado di attirare visitatori e turisti”.

La scelta artistica si è concentrata sui versi di Davide Rondoni, che dirige la collana i Passatori-Contrabbando di poesia per CartaCanta. È autore di teatro e di traduzioni, tra cui poesie di Baudelaire, Rimbaud, Péguy, Jiménez e Shakespeare. Ha pubblicato alcuni volumi di poesia, tra i quali ricordiamo “La natura del bastardo”(Mondadori,2016), “Compianto vita”(Marietti,2004), “Apocalisse amore”(Mondadori, 2008), “Le parole accese per ragazzi”(Rizzoli,2008), “Tre. Tommaso, Paolo, Michelangelo”(Marietti,2009), “Rimbambimenti”(Raffaelli,2010), “Si tira avanti con lo schianto”(Whitefly,2013). Il verso che è stato scelto per l’installazione urbana, e che è piaciuto molto a Laura Milani, è “Amare è l’occupazione di chi non ha paura”. Questa poesia è stata scritta nel 2002 e pubblicata nel 2003 dall’editore Guanda, sotto il titolo “Avrebbe amato chiunque”. Il titolo è una sorta di fil-rouge della raccolta di poesie.

Non è la prima volta che i versi di Davide Rondoni campeggiano nelle città come installazioni di arte contemporanea; un esempio è a Milano Marittima.

In merito agli aspetti tecnici del progetto, le schermature solari sono a supporto dinamico del testo di Rondoni, i cui versi hanno lo scopo di generare curiosità e interesse per i passanti. La casualità nell’uso delle schermature, derivante dalle singole necessità dei diversi condomini, renderà il testo spesso incompleto, e proprio per questa ragione ne verrà stimolata l’interattività con il fruitore, che potrà partecipare alla sua interpretazione: AMA, AMARE, AMARE È. Per facilitare le lettura e goderne della sua interezza il componimento viene rivelato integralmente due volte al giorno sempre negli stessi orari, alle 16 e alle 22.

“Il pensiero artistico creativo – conclude Laura Milani – è sempre possibile e applicabile se lo si concepisce a monte di qualsiasi progetto. Questa installazione dimostra come sia possibile trasformare un’occasione predeterminata in una azione plurivaloriale, leggibile e fruibile a vari livelli. Uno dei nostri obiettivi è quello di immaginare altri interventi per ampliare il numero di edifici con queste caratteristiche sparsi per la nostra città. L’occasione è quella di generare un circuito di interesse per un turismo parallelo. Le forme artistiche espressive possono variare da intervento a intervento. Poesia, pittura e illustrazione sono tre di quelle possibili. Per fare questo è necessario avere una committenza illuminata che abbia la volontà di contribuire a generare dei progetti da condividere con la comunità”.

 

Mara Martellotta