CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 7

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

A cura di Elio Rabbione

A Big Bold Beattiful Journey – Un viaggio straordinario – Drammatico. Regia diKonogada, con Clin Garrell e Margot Robbie. David, da sempre single con la volontà di esserlo ancora per parecchio tempo, incontra Sarah – single, manco a dirlo – al matrimonio di un amico. Viaggiando in una sorta d’incantesimo, i due si ritroveranno, a bordo su di un’auto, dinanzi a una serie di porte che permetterà di farli entrare in momenti già vissuti da entrambi e per loro cruciali. Saranno anche momenti per rivedere e correggere quei momenti, i loro comportamenti: cominciando con lo scoprire anche se stessi e l’amore che li può legare. Durata 109 minuti. (Massaua, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

A House of Dynamite – Drammatico. Regia di Kathryn Bigelow, con Idris Elba e Rebecca Ferguson. Radar militari in Alaska scoprono che un missile nucleare è stato lanciato da una parte imprecisata del Pacifico e che entro 19 minuti colpirà Chicago, uccidendo oltre 10 milioni di persone. Non si sa chi l’abbia sganciato, non si sa chi sia il nemico che in silenzio ha dichiarato guerra all’America: il Presidente sa che con gli uomini che gli sono attorno deve prendere una decisione in una manciata di minuti. Presentato in concorso alla recente Mostra veneziana. Designato Film della Critica dal SNCCI: “Kathryn Bigelow mostra ancora una volta la sua maestria registica nel raccontare i venti minuti precedenti ad un (possibile?) attacco atomico negli Stati Uniti da tre angolazioni diverse, costruendo un complicato puzzle acustico e visivo. Teso e adrenalinico, il film descrive un evento per cui nessuno è preparato, dimostrando come la tecnologia più sofisticata non aiuti a fermare il pericolo. Un thriller che va oltre il racconto ammonitore, oltre la fantapolitica, per rivelarsi un’agghiacciante fotografia dell’esistente: qui, e ora.” Durata 112 minuti. (Massimo sala Cabiria V.O.)

L’attachement – La tenerezza – Drammatico. Regia di Carine Tardieu, con Valeria Bruni Tedeschi e Pio Marmaï. L’occupazione di Sandra è la gestione di una libreria, conduce una vita tutta sua tra molte sigarette, vari compagni occasionali, la certezza di non aver mai voluto avere figli. Ma se poi prevale l’incontro con la propria vicina di casa che s’allontanerà qualche giorno per andare in ospedale a partorire, vicina che le rifila il primogenito Elliott di cinque anni perché sia lei a occuparsene? Una tragedia inaspettata stravolgerà la via e le abitudini di Sandra, costringendola a far parte contro ogni sua volontà del ménage della porta accanto. Ma intanto stanno entrando in scena un grande attaccamento e una immensa tenerezza. Tratto dal romanzo “L’intimité” di Alice Ferney. Durata 106 minuti. (Fratelli Marx sala Chico)

Le città di pianura – Commedia. Regia di Francesco Sossai, con Filippo Scotti, Sergio Romano, Andrea Pennacchi e Robero Citran. Due spiantati cinquantenni sono ossessionati di bere l’ultimo bicchiere. Una sera incontrano un ragazzo, Giulio, timido studente di architettura e il modo di vedere il mondo e l’amore all’improvviso si trasforma pian piano mentre i tre girano tra i locali del Veneto. Durata 90 minuti. (Romano sala 2)

Come ti muovi, sbagli – Commedia. Di e con Gianni di Gregorio, con Greta Scarano e Iaia Forte. Riuscire a evitare tutti i fastidi della vita quotidiana, mettersi in salvo da ogni rottura di scatole è sufficiente per essere felici? Il professore a settant’anni suonati ha trovato finalmente la serenità, ha una bella casa, una discreta pensione, degli amici con cui scherzare, una signora con cui trascorrere qualche giornata. Si dedica solo a cose piacevoli. Fino a quando la sua vita è messa sottosopra dall’arrivo della figlia, in crisi coniugale, e dei due più che ingombranti nipotini. Nuove preoccupazioni, nuove angosce, ma anche nuovi affetti. Comincia così un’avventura nelle vite sentimentali degli altri, e nella sua, che gli farà capire che l’amore vale sempre la pena di essere vissuto, anche se porta tribolazioni, sacrifici e patimenti. Un film che riflette sull’amore e sull’inesorabile istinto degli esseri umani a mischiare il proprio destino con quello degli altri, con tutto quello che ne può derivare: fatiche ma anche gioie, e l’impressione di aver vissuto veramente. Durata 90 minuti. (Romano sala 3)

Downton Abbey: il gran finale – Drammatico, storico. Regia di Simon Curtis, con Hugh Bonneville, Elizabeth McGovern e Laura Carmichael. Gli anni bussano alle porte di Downton Abbey: Morta la contessa Violet, le redini della tenuta sono in mano a Lady Mary, chiamata a difenderne gli interessi nell’élite londinese, divisa com’è tra la tradizione nobiliare e il desiderio di traghettare la sua famiglia verso la modernità. Così, mentre Lord e Lady Grantham supervisionano la tenuta preparandosi poi al congedo, i Ceawley si riuniscono per definirne il futuro in un’epoca segnata dalle turbolenze della Grande Depressione. Per l’occasione tornerà dall’America anche l’eccentrico zio Harold, mina vagante che svelerà verità dimenticate e intrighi sepolti che coinvolgono vari membri della casata. Durata 123 minuti. (Eliseo, Reposi)

Duse – Drammatico. Regia di Pietro Marcello, con Valeria Bruni Tedeschi, Noémie Merlant e Fausto Russo Alessi. Negli anni tra la Prima Guerra Mondiale e l’ascesa del fascismo, la Divina sceglie di tornare nel luogo dove la sua vita ha avuto inizio: il palcoscenico. Costantemente in lotta con la brutalità degli eventi e del potere, e aggrappandosi alla possibilità dell’utopia, fa della sua arte un atto rivoluzionario, anche a costo di sacrificale salute e affetti. E affronta il suo viaggio finale consapevole di poter rinunciare alla vita stessa ma non alla sua vera natura. Il film è stato designato “Film dellaCritica” dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani con la seguente motivazione: “Mentre il corpo del Milite Ignoto attraversa l’Italia in treno per essere sepolto a Roma, Eleonora Duse vive gli ultimi anni della sua vita: non la fermano né la tisi né i debiti perché le interessano solo tre cose: “lavorare, vivere. morire”. E Pietro Marcello affida a una straordinaria Valeria Bruni Tedeschi il compito di illustrare il dramma di chi è disposta a scendere a patti anche col potere per poter continuare a confrontarsi con l’arte del teatro. Un film dove il materiale d’archivio s’intreccia alla finzione per scavare dentro la vita di una donna pronta a sacrificare anche l’amore materno per tener fede alla sua missione d’attrice.” Durata 125 minuti. (Nazionale sala 2)

Elisa – Drammatico. Regia di Leonardo Di Costanzo, con Barbara Ronchi, Roschdy Zem e Valeria Golino. Elisa, una ragazza di buona famiglia, è in carcere da dieci anni per aver ucciso brutalmente la sorella. I suoi ricordi confusi si chiariscono nell’incontro con il criminologo Alaoui, che conduce uno studio sui delitti di famiglia. La verità che emerge per Elisa è sconvolgente. Un dolore che forse è l’inizio di una redenzione. Durata 105 minuti. (Eliseo)

L’isola di Andrea – Drammatico. Regia di Antonio Capuano, con Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni. Marta e Guido non stanno più insieme. Andrea, otto anni e loro unico figlio, rende più problematica la loro separazione. I due adulti richiedono dunque al tribunale per i minorenni una sentenza giudiziale che disciplini, in via definitiva, quanti giorni Andrea debba stare con la madre e quanti con il padre. Il magistrato dispone colloqui e perizie, che costringono tanto i genitori quanto il bambino ad approfondire, laddove possibile, le ragioni dei loro disagi e desideri. E così facendo a rivelarsi progressivamente. Il piccolo Andrea, in particolare, soffre il tempo che gli viene sottratto, così come il sentirsi conteso tra due genitori cui vuole bene allo stesso modo. Durata 105 minuti. (Romano sala 3)

Jane Austen ha stravolto la mia vita – Commedia drammatica. Regia di Laura Piani, con Camille Rutherford, Charlie Anson e Pablo Pauly. Agathe, una ragazza goffa e al tempo stesso affascinante e piena di contraddizioni, si ritrova ad affrontare la sua solitudine. Sogna un amore simile ai personaggi di un romanzo di Jane Austen e la sua massima aspirazione è diventare una scrittrice. Invece trascorre le sue giornate vendendo libri nella leggendaria libreria britannica Shakespeare&Company, a Parigi. Invitata in Inghilterra alla residenza per scrittori di Jane Austen, deve combattere con le sue insicurezze: fino a quando non accade qualcosa di inaspettato e la sua vita cambia come per magia. Durata 94 minuti. (Greenwich Village sala 3)

Material Love – Commedia. Regia do Celine Song, con Dakota Johnson, Pedro Pascal e Chris Evans. Strana occupazione quella di Lucy nella New York di oggi. La sua è quella di abbinare tra loro i vari single che incontra, secondo le rispettive affinità, la condizione socio-economica e la attrazione fisica, ad esempio. Invitata al matrimonio di una delle coppie che lei stessa è riuscita a formare, Lucy incontra casualmente John, in qualità di cameriere, l’uomo con cui aveva avuto una lunga e ineguagliata storia d’amore ma che lei stessa aveva abbandonato, dal momento che, attore senza il becco di un quattrino, sapeva che no avrebbe potuto garantirle una vera stabilità economica per il futuro. Ma seduto al tavolo dei single si siede anche Harry, decisamente ricco, affascinante e spiritoso, insperatamente deciso a costruire una seria relazione. Imponendosi una scelta, chi? Durata 116 minuti. (Massaua, Lux sala 1, The Space Beinasco)

La mia amica Eva – Commedia – regia di Cesc Gay, con Nora Navas. A Eva, spagnola, consulente editoriale di successo, è sufficiente una chiacchierata con un brillante sceneggiatore durante una trasferta a Roma per capire che, arrivata ai cinquanta e dopo venticinque di matrimonio, quella sua vita di moglie e di madre non la soddisfa più. Torna a casa e ne dà notizia al povero Victor, i figli vedono il tran tran familiare cambiare, lei conosce gente nuova e nuove esperienze: l’ultima in ordine di tempo è il brillante sceneggiatore incrociato una sera a Roma. Si chiuderà quel cerchio? Durata 99 minuti. (Massimo V.O.)

Il professore e il pinguino – Commedia drammatica. Regia di Peter Cattaneo, con Steve Coogan e Jonathan Price. Argentina, 1976. Tom, insegnante inglese senza certezze e senza sogni, accetta un lavoro in una scuola privata frequentata da gente danarosa. Agli ordini del ferreo preside Buckle, mentre all’esterno si respira aria di lotta e di rivoluzione. Durante una vacanza in Uruguay, su una spiaggia dove il petrolio è arrivato a inquinare e uccidere, Tom trova un pinguino in fin di vita. il professore lo prende e lo pulisce, lo salva e lo porta con sé di nascosto a casa sua. Nasce una vera amicizia, l’animale è il riferimento di parole e chiacchiere l’unico confidente: un angolo di serenità mentre il paese è travolto dall’arrivo di ombre scure e sanguinose. Durata 111 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

La ragazza del coro – Drammatico. Regia di Urška Djukić, con Jara Sofija Ostan e Mina Švajger. Protagonista è Lucia, una ragazza dall’animo particolarmente sensibile che canta nel coro di una scuola cattolica. In un contesto fatto di regole, silenzi e aspettative, Lucia si ritrova ad affrontare per la prima volta domande profonde e scomode: a chi appartiene il mio corpo? Come si imparano le regole del cuore e della vita? Attraverso le interpretazioni autentiche delle due attrici sopra citate, il film mette in scena con delicatezza e forza la scoperta della sessualità, i conflitti interiori e le dinamiche sociali che accompagnano la crescita. Durata 89 minuti. (Romano sala 1)

Testa o croce? – Western. Regia di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, con Alessandro Borgi, John C. Reilly e Nadia Tereszkiewicz. Buffalo Bill è arrivato nella campagna romana, in un’Italia ottocentesca e risorgimentale. Un profumo di Unità, mentre l’eroe americana istruisce rodei e canta le gesta dei pionieri e la costruzione della ferrovia. Ma è pure arrivato nello stivale in qualità di cantastorie: ed eccole inseguire le (piccole?) gesta di Santino, in fuga con la bella Rosa, che lui ha strappato – uccidendolo – al possidente locale. Più da inseguire le avventure di Santino o la taglia che gli hanno messo sulla testa? Durata 116 minuti. (Reposi sala 5)

The Life of Chuck – Drammatico, fantascienza. Regia di Mike Flanagan, con Tom Hiddleston, Karen Gillian e Mark Hamill. Una serie di eventi sta sconvolgendo il mondo così come lo conoscevamo. Internet non funziona più, la California si sta staccando dagli Stati Uniti in seguito a eventi tellurici, le scuole non hanno studenti. Sui pochi mezzi di comunicazione ancora funzionanti compare il ringraziamento al contabile Chuck Krantz per i suoi 39 anni di contributo all’umanità. Da qui inizia il percorso à rebours che ce ne illustra la vita e la passione per il ballo. Durata 110 minuti. (Greenwich Village sala 3, Reposi sala 4)

The Voice of Hind Rajab – Drammatico. Regia di Kaouther Ben Hania, con Saja Kilani e Motaz Malhees. Leone d’Argento a Venezia 82. Il 29 gennaio 2024 i volontari della Mezzaluna Rossa ricevono una chiamata di emergenza. Una bambina di sei anni è intrappolata in un’auto sotto attacco a Gaza e implora di essere salvata. Mentre cercano di tenerla al telefono fanno tutto il possibile per farle arrivare un’autoambulanza. Il suo nome era Hind Rajab. “Come l’Anna Frank del nuovo genocidio, la innocente vittima con voce impaurita ricostruisce la Storia, aprendo un dibattito che va alle radici del cinema. Chiuso in una stanza, il film ne esce infelice e vittorioso perché racconta una disfatta ma anche una resistenza al Male che lo ha prodotto” (Maurizio Porro, Corriere della Sera). Designato Film della Critica dal SNCCI: “Spingendosi con coraggio e determinazione nella ricostruzione dei tragici eventi accaduti il 29 gennaio 2024 a Gaza, Kaouther Ben Hania crea una intensa tessitura drammatica basata sulla finzione scenica per dare rilievo alla terribile realtà dei fatti testimoniata dalle registrazioni delle vere telefonate tra gli operatori della Mezzaluna Rossa e una bambina di sei anni, che chiedeva aiuto, chiusa in un’auto accerchiata dai carri armati dell’esercito israeliano, mentre il resto della famiglia era già morta. Il film, che intreccia con limpida tensione etica il piano della finzione scenica e quello della verità documentata, offre allo spettatore una testimonianza segnata da sconcerto, indignazione, dolore e pietà, che restituisce le dimensioni reali della disumanizzante tragedia in atto nel territorio palestinese.” Durata 89 minuti. (Centrale V.O., Eliseo V.O., Fratelli Marx sala Chico e Harpo V.O., Uci Lingotto V.O.)

Tre ciotole – Drammatico. Regia di Isabel Coixet, con Elio Germano e Alba Rohrwacher. Dopo quello che sembrava un banale litigio, Marta e Antonio si lasciano. Marta reagisce alla rottura chiudendosi in se stessa. L’unico sintomo che non può ignorare è la sua improvvisa mancanza di appetito. Antonio, chef in rampa di lancio, si butta sul lavoro. Ma sebbene sia stato lui a lasciare Marta, non riesce a dimenticarla. Quando Marta scopre che la mancanza di appetito ha più a che fare con la propria salute che con il dolore della separazione, tutto cambia: il sapore del cibo, la musica, il desiderio, la certezza delle scelte fatte. Dal romanzo di Michela Murgia. Durata 122 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Eliseo Grande, Nazionale sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Tron: Ares – Azione, fantascienza. Regia di Joachim Rønning, con Jared Leto, Greta Lee e Jeff Bridges. Ares è inviato nel mondo reale, stabilendo così il primo incontro dell’umanità con esseri dotati di intelligenza artificiale. La sua esistenza cambia, sviluppa una nuova quanto a lui sconosciuta coscienza, instaura rapporti inaspettati con una brillante tecnologa, che è alla ricerca di un codice scritto da Kevin Flynn. Durata 119 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri anche V.O. e 3D)

Tutto quello che resta di te – Drammatico. Regia di Cherien Dabis, con Saleh Bakri e Cherien Dabis. Quando un adolescente palestinese resta ferito in uno scontro con soldati israeliani durante una protesta, la madre ripercorre gli eventi che hanno condotto la famiglia fino a quel fatidico momento. Con un appassionante racconto che abbraccia tre generazioni, la donna rivela le continue lotte di una famiglia palestinese che non ha mai smesso di combattere per la propria identità, a partire dal 1948, quando il nonno subì lo sfollamento da parte dell’esercito israeliano. Durata 145 minuti. (Nazionale sala 4)

Un crimine imperfetto – Thriller. Regia e con Franck Dubosc, con Laure Calamy e Benoît Poelvoorde. Ambientato in un remoto villaggio del Giura, dove Michel e Cathy tirano avanti vendendo alberi di Natale. Con il figlio dodicenne Doudou, ragazzino con difficoltà, vivono in una vecchia fattoria tra montagne innevate, conti in rosso e sogni ormai sbiaditi. La coppia è allo stremo: troppe rate da pagare, troppe delusioni e un inverno che non sembra finire mai. Una sera, sulla strada del ritorno, Michel inchioda di colpo per evitare quello che sembra un orso sulla carreggiata. La manovra azzardata lo fa schiantare contro un’auto sul ciglio della sttada, i cui passeggeri a bordo muoiono sul colpo. Preso dal panico, Michel chiama Cathy. Dopo un breve, gelido silenzio, decidono insieme di nascondere tutto. Mentre tentano di far sparire i corpi, nel bagagliaio dell’auto incidentata scoprono una borsa con oltre due milioni di euro in contanti. Quello che inizialmente sembra un miracolo natalizio si trasforma in un incubo a occhi aperti, innescando una serie di eventi caotici e assurdi. Ha scritto Maurizio Porro nelle colonne del Corriere della Sera: “Il problema è l’accumulazione dei fatti, tanti da sembrare un sogno, indagini e rimorsi, euro ed etica, un’alta tensione che si stempera in osservazioni di colore umoristico ma in un panorama notturno tenebroso, come se fosse tutto una paurosa favola per grandi.” Durata 109 minuti. (Classico)

Una battaglia dopo l’altra – Thriller, azione. Regia di Paul Thomas Anderson, con Leonardo Di Caprio, Sean Penn, Benicio Del Toro e Chase Infiniti. Un gruppo di ex rivoluzionari si riunisce quando un loro perfido nemico riemerge dal loro passato, dopo sedici anni di silenzio. Tra loro, Bob Ferguson, che ha sognato per anni un mondo migliore ai confini tra Messico e States. Appeso al chiodo l’artiglieria e il nome di battaglia, Ghetto Pat, fa il padre a tempo pieno di Willa, adolescente esperta di arti marziali. Tra una canna e un rimorso prova a proteggerla dal suo passato che puntualmente bussa alla porta e chiede il conto. Dall’ombra riemerge il colonnello Lockjaw, che più di ogni altra cosa vuole integrare un movimento suprematista devoto a San Nicola. Il gruppo avrà il duro compito di salvare la ragazza, che verrà rapita, prima che accada l’inevitabile. Durata 161 minuti. (Centrale V.O., Massaua, Due Giardini sala Nirvana, Fratelli Marx sala Harpo, Greenwich Village sala 2 anche V.O., Ideal, Lux sala 3, Nazionale sala 1, Reposi sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Rencontres, tra il Chœur Région Sud e la Stefano Tempia

Sabato 11 ottobre, ore 21 Conservatorio di Torino

L’incontro tra due tradizionali corali tra le più prestigiose d’Europa

Il concerto che inaugura la Stagione 2025/2026 della Stefano Tempia, Rencontres, di sabato 11 ottobre, è molto più di un evento musicale: è un simbolo di dialogo culturale e di amicizia tra due tradizioni corali – quella francese e quella italiana – tra le più prestigiose d’Europa. L’incontro tra il Chœur Région Sud e il Coro dell’Accademia Stefano Tempia diventa occasione per riflettere sul valore sociale della musica come strumento di coesione e scambio, capace di superare ogni confine.

Il programma offre uno sguardo affascinante su tre opere corali emblematiche, diverse per epoca e linguaggio, ma tutte profondamente legate allo spirito del loro tempo: Missa Pontificalis di Lorenzo Perosi, Gloria di Francis Poulenc, Gallia di Charles Gounod.

La serata si apre con la Missa Pontificalis di Lorenzo Perosi, figura centrale del rinnovamento della musica sacra italiana tra Otto e Novecento. Coevo di Puccini per anagrafe, ma spiritualmente vicino a Palestrina e al gregoriano, Perosi ha segnato con il suo stile luminoso ed estatico un’epoca di transizione, in cui la musica liturgica tornava ad affermarsi con dignità artistica. Il Gloria di Francis Poulenc, composto tra il 1959 e il 1960, è invece un’opera sorprendente, ricca di contrasti. Nello stesso brano convivono momenti di profonda devozione e slanci quasi giocosi, ironici. L’opera nasce in un clima di rinnovata spiritualità e mostra l’inconfondibile stile di Poulenc: una fusione di eleganza francese, ritmo vivace, armonie moderne e una sincera fede cattolica. A concludere il concerto, Gallia di Charles Gounod, una Lamentazione su Gerusalemme distrutta, composta nel 1871 in un momento di grande dolore per la Francia, reduce dalla sconfitta nella guerra franco-prussiana. Il testo biblico diventa allegoria della devastazione della patria: nella voce del soprano solista, nei cori accorati dalle sonorità dense di pathos, risuona il lutto di una nazione ferita. La scelta di eseguire Gallia con i due cori uniti rafforza il senso di solidarietà e memoria collettiva.

CHŒUR RÉGION SUD

Creato nel 1989 e diretto da Michel Piquemal, con il supporto odierno dei direttori di coro Nicole Blanchi e Marion Schürr, il Coro Région Sud riunisce una sessantina di cantori dai sei dipartimenti della regione e da Monaco. Si compone di due ensemble vocali, uno con sede in Provenza e l’altro in Costa Azzurra. Ogni corista beneficia di una formazione approfondita nel canto corale attraverso la pratica collettiva e il contatto con musicisti e solisti professionisti. Il Coro ha il sostegno del Consiglio Regionale Provenza-Alpi-Costa Azzurra, del Ministero della Cultura (DRAC PACA), del Consiglio Generale Bouches-du-Rhône, del Consiglio Generale delle Alpi Marittime, della Città di Aix-en-Provence, della Città di Cagnes-sur-Mer e di  SPEDIDAM.

L’ACCADEMIA CORALE STEFANO TEMPIA

Fondata nel 1875, l’Accademia Corale Stefano Tempia è la prima associazione musicale del Piemonte e l’Accademia corale più antica d’Italia.

Quando a Torino venne diffusa la circolare in cui si annunciava la costituzione della Società Accademica Corale, la notizia fu accolta con grande entusiasmo. Piacque ai torinesi l’idea di “far conoscere ai cultori dell’arte seria e al pubblico in generale le composizioni troppo poco studiate oggidì dei nostri sommi maestri italiani e stranieri, quelle in ispecie che non si possono udire eseguite nelle chiese o nei teatri”. Il Cav. Stefano Tempia, maestro di musica, direttore di canto corale nelle scuole municipali della città era riuscito dar vita al suo sogno più grande. Uomo di grande cultura e di formazione eterogenea fu influenzato dalle realtà che già esistevano altrove. In Europa venivano già divulgati i grandi repertori della musica vocale dal Cinque al Settecento e si contribuiva alla conoscenza di quelli più raramente ascoltati. Tempia abbracciò e diffuse tali novità nello studio della musica corale che all’epoca, in Italia, era offuscato dallo sviluppo della lirica e del belcanto che occupava invece molto spazio e riscontrava grandissimi successi. Stefano Tempia fu colui che in Italia dette il via alla metamorfosi dello studio del canto corale verso la sua forma attuale. Da quel momento sono passati 150 anni e l’Accademia Corale più antica d’Italia non ha mai smesso di crescere e di diffondere l’intuizione di Stefano Tempia attraverso il tempo.

Il primo saggio/concerto si tenne il 12 marzo 1876 sotto la direzione di Tempia, nella sala del Ginnasio Gioberti di Torino. Fin dalle origini ha prodotto concerti collaborando con prestigiosi direttori come Giovanni Bolzoni, Giuseppe Martucci, Lorenzo Perosi, Arturo Toscanini e ha realizzato grandi eventi culturali, tra cui la prima esecuzione in Italia del Judas Maccabeus di Haendel, il primo marzo 1885 e la prima esecuzione a Torino della Nona Sinfonia di Beethoven, il 18 marzo 1888. Nel settembre del 1900, sotto la direzione del maestro Delfino Thermignon, l’Accademia Corale Stefano Tempia si recò in trasferta a Parigi in occasione dell’Esposizione Universale per esibirsi in una delle sale del Trocadero e, in un concerto improvvisato, anche a Versailles. Da questo momento gli accademici furono impegnati in tutta Italia e in Europa in molte trasferte che portarono fama e successi all’associazione torinese. Nemmeno lo scoppio della Prima guerra mondiale fu di arresto alle produzioni dell’Accademia. Eccetto che per gli anni tra il 1942 e il 1948 in cui si riscontra un silenzio nei programmi da concerto, la voce del coro accademico non ha mai smesso di cantare. Negli anni che seguirono, l’Accademia Stefano Tempia istituì una Scuola di canto corale, annessa all’Accademia stessa, per alimentare nuove leve nel coro. Nel tempo il repertorio eseguito si è ampliato e ha toccato tutto il panorama della musica corale.

Oggi le scelte del direttore artistico, nonché direttore del coro, Luigi Cociglio, si trovano in linea con le iniziali larghe vedute del suo fondatore e spaziano dalle composizioni dell’antichità fino ad opere contemporanee, alcune scritte ed elaborate appositamente per l’esecuzione dell’organico accademico attuale.

INFO

Sabato 11 ottobre, ore 21

Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi”, Piazza Giambattista Bodoni, Torino

RENCONTRES

Incontri musicali tra Italia e Francia

Chœur Région Sud

Michel Piquemal, direttore

Coro dell’Accademia Stefano Tempia

Luigi Cociglio, direttore

Anna Delfino – Marion Schürr, soprani

Philippe Reymond, pianoforte

Francesco Cavaliere, organo

  1. PerosiMissa Pontificalis
  2. PoulencGloria
  3. GounodGallia

Biglietti: intero 15 euro, ridotto 10 euro (soci Tempia, under 30, enti convenzionati)

Acquisto al link: https://www.ticket.it/musica/evento/rencontres.aspx

www.stefanotempia.it

Rievocazione storica. A Sant’Antonio di Ranverso sul Camino Español

Alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, domenica 12 ottobre, si rivive la storia. Si torna, in particolare, al 1600, quando la Valle di Susa era percorsa dal Camino de los Tercios Españoles o Corredor Sardo, una via di terra creata durante il regno di Felipe II per poter spostare truppe e risorse nelle Fiandre, evitando i rischi della rotta atlantica. Il percorso principale aveva inizio nel milanese e passava le Alpi attraverso il Ducato di Savoia e a seguire Franca Contea, Lorena, Lussemburgo, Vescovado di Liegi e Fiandre, fino a raggiungere Bruxelles.

La rievocazione di LIFE, istantanee di vita nel tempo è a cura de Le vie del tempo. Per l’occasione sono inoltre in programma due visite guidate tematichealle ore 11 e 15.30 incentrate sui cicli decorativi interni della chiesa abbaziale.

 

INFO

Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso

Località Sant’Antonio di Ranverso, Buttigliera Alta (TO)

Domenica 12 ottobre

LIFE, istantanee di vita nel tempo

L’attività è compresa nel costo del biglietto di ingresso e si svolge durante l’orario di apertura: 9.30-13 e14-17.30

Visite guidate tematiche alle ore 11 e 15.30

Costo della visita: 5 euro, oltre il prezzo del biglietto

Biglietto di ingresso: intero 5 euro, ridotto 4 euro

Hanno diritto alla riduzione: minori di 18 anni, over 65, gruppi min. 15 persone

Fino a 6 anni e possessori di Abbonamento Musei: biglietto ingresso gratuito

Info e prenotazioni (dal mercoledì alla domenica):

011 6200603ranverso@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Il teatro Baretti inaugura la stagione invitando il pubblico a brindare

Venerdì 10 ottobre, dalle 18 alle 20, il Teatro Baretti inaugura la nuova stagione 2025/2026, intitolata “Aurea Familia”, una stagione dedicata a Rosa Mogliasso, figura centrale della storia e dell’anima del Baretti. Il pubblico è invitato a brindare insieme con prosecco, djset e, soprattutto, con la nuova, sorprendente opera di Donato Sansone, che vestirà di nuova luce la facciata del teatro.
Da tre anni, ogni apertura di stagione è accompagnata da un nuovo murale. Quest’anno è l’artista torinese Donato Sansone, protagonista anche di una personale al Museo Nazionale del Cinema, a donare la sua arte al quartiere di San Salvario, confermando la vocazione del teatro come spazio d’incontro tra vita urbana, comunità e arte.
“Un gesto che non solo segna l’inizio della stagione – dichiara il direttore artistico del Baretti Sax Nicosia – ma che ha ridisegnato il volto di via Baretti, rendendola una tappa del percorso urbano che intreccia arte e vita quotidiana”.

La stagione teatrale 2025/2026, curata da Nicosia, porta il titolo di “Aurea Familia”, un’espressione che indica che, nel nostro stare insieme, è sempre necessario trovare un “equilibrio aureo”: si tratta di ritrovare, nel rapporto tra palco e platea, quel rapporto che in natura e in arte rappresenta l’armonia perfetta.
La prima pièce in programma sarà uno spettacolo più che mai attuale, “Salam/Shalom. Due padri”, tratto dal romanzo “Apeirogon” di Colum McCann, con Massimo Somaglino e Alessandro Lussiana. I due padri, uno palestinese e l’altro israeliano, scelgono la pace. Seguirà “Arpagone” di Michele Santeramo, una rilettura dell’Avaro di Moliére, il “Corpo consapevole” di Annie Baker; ritorna anche quest’anno la maratona “Mozart nacht und Tag” e la festa finale fissata per il 5 giugno con “Tutto il niente che ho da perdere”.

Mara Martellotta

Alle Gallerie d’Italia la mostra fotografica dedicata al grande Jeff Wall

Intesa Sanpaolo nella sede torinese delle  Gallerie d’Italia apre al pubblico dal 9 ottobre 2025 al primo febbraio 2026 la nuova mostra intitolata “ Jeff Wall Photographs”, dedicata a uno dei più influenti artisti fotografici contemporanei, per la curatela di David Campany, scrittore, critico d’arte e direttore creativo dell’International Center of Photography  di New York.

Jeff Wall, nativo di Vancouver nel 1946, da oltre quaranta anni si muove tra la messa in scena meticolosa e l’osservazione documentaria, realizzando immagini che esplorano ogni aspetto della società contemporanea. Al tempo stesso familiari e inquietanti, le sue fotografie elevano le situazioni di tutti i giorni a scene di sapore quasi onirico, nelle quali è molto forte la componente dell’immaginazione, della fantasia e dell’allucinazione.

Andrea Cappello – Fotografo

Wall affronta le principali questioni sociali e politiche, esplorando i modi complessi inesse plasmano le nostre vite. Le tematiche legate alla natura, alla guerra, al genere, alla razza, alla classe ricorrono niente suoi lavori, che à prima vista risultano spesso enigmatici.

“Portare Jeff Wall con Photographs alle Gallerie d’Italia di Torino conferma l’identità di un luogo aperto alla città per offrire occasioni di incontro e approfondimento con i più Importanti protagonisti dell’arte internazionale – ha dichiarato Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo – ospitiamo le immagini più significative del grande artista canadese che, tra cinema e fotografia, raccontano la complessità del mondo contemporaneo, calamitando l’attenzione del pubblico, grazie anche alle imponenti dimensioni delle opere che ne amplificano la forza suggestiva”.

La mostra alle Gallerie d’Italia di Torino di Intesa Sanpaolo con 27 opere esposte raccoglierà ogni aspetto dell’opera del fotografo canadese, dalle fotografie più importanti degli anni Ottanta fino a quelle più recenti realizzate nel 2023, raccontandone la realizzazione a più livelli. Il percorso espositivo propone una selezione significativa dei famosi lightbox di Wall, mutuati dal linguaggio pubblicitario, oltre a stampe in bianco e nero e a colori. Le sue imponenti immagini, presentate a grandezza naturale, sono tra le opere più celebri dell’arte contemporanea, capaci di esercitare un fascino magnetico  e misterioso sugli spettatori.
La ricerca di Jeff Wall non è orientata al reportage che cattura l’istante e registra l’evento reale: “Non sono un cacciatore di immagini- ha recentemente affermato”. Egli lavora con tempi dilatati avvalendosi anche delle tecnologie digitali, e costruisce elaborati tableau fotografici messi in scena e illuminati con un processo creativo paragonabile a quello della cinematografia. L’effetto è quello di una fotografia “quasi” documentaria, in quanto le rappresentazioni di scene di vita quotidiana deriva sempre da un paziente lavoro di composizione. Jeff Wall non riproduce la realtà, ma la ricostruisce, in quanto una volta conto un soggetto interessante comincia a ricostruirlo a partire da un luogo più adatto, un luogo dove l’azione avrebbe potuto svolgersi. Le sue immagini sono spesso costruite in base a citazioni di capolavori dell’arte come dipinti di Hokusai, Delacroix e Manet, della letteratura e del cinema, neorealismo italiano in primis. In mostra si possono ammirare alcune delle sue opere più iconiche, come “The Thinker”, che rimanda al pensatore di Augusto Rodin, “After ‘invisible man’ by Ralph Ellison”, “The prologue”, che trae spunto dal romanzo dello scrittore statunitense Ellison, “Odradek”, “Táboriská 8 Prague”, “18 july 1994”, ispirato a un racconto di Franz Kafka. Apre il percorso espositivo “The gardens”, opera fotografica realizzata nel 2017 e ambientata nei giardini di via Silvio Pellico, vicino a Torino. La composizione del trittico presenta tre immagini sequenziali di figure che si muovono in un laboratorio di siepi, dove gli stessi personaggi appaiono come doppi, suggerendo il tema dell’espulsione dal Paradiso, con l’ambiguità temporale e narrativa tipica di Wall. Le opere del fotografo fanno parte di importanti collezioni internazionali, ed è stato protagonista di mostre personali nei principali musei del mondo, la Tate Modern di Londra, il MoMa di New York, il San Francisco Museum of Modern Art, il Deutsche Guggenheim di Berlino.

La mostra sarà affiancata da un ricco palinsesto di eventi di approfondimento a ingresso gratuito per il tradizionale “Public program #INSIDE” del mercoledi sera. Ad inaugurare gli appuntamenti, un doppio incontro giovedi 9 febbraio prossimo, alle ore 18, quando il curatore David Campany dialogherà con l’artista, offrendo uno sguardo sul proprio lavoro e sul ruolo della fotografia oggi.

Il museo di Torino, insieme a quelli di Milano, Napoli e Vicenza è parte del progetto museale delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, Educative Director Arte, Cultura e Beni Storici della banca.

Mara Martellotta

In scena al Teatro Erba “I Nomi e le Voci” di Roberto Mussapi

Con Miriam Mesturino, Matteo Anselmi e Roberta Belforte

Martedì 14 ottobre, alle ore 21, in prima nazionale e con replica mercoledì 15 ottobre alle ore 10, debutta al Teatro Erba di Torino “I Nomi e le Voci -monologhi in versi” di Roberto Mussapi. In scena Miriam Mesturino, Matteo Anselmi e Roberta Belforte; al pianoforte Andrea Bevilacqua, il soprano è Danae Rikos. Con la partecipazione dei G.E.T. Germana Erba’s Talents:
Matilde Dalla Verde, Gaia Del Papa, Elisa Frangelli, Miriam Iezzi Mammarella, Fiamma Laiolo, Angelo Marchianó, Simone Marietta e Matilde Tacconi. Le coreografie sono curate da Laura Fonte; le musiche sono di Maurice Ravel; aiuto regia Laura Notaro. La regia è di Girolamo Angione con la produzione di Torino Spettacoli.
Nell’ambito del 27°Festival di Cultura Classica, ideato e promosso da Torino Spettacoli. Martedì 14 ottobre sarà presente in sala l’autore e sarà quindi anche possibile condividere un pensiero con lui, con il cast e con i curatori, al termine della rappresentazione.
Eco, Enea, Didone, il tuffatore di Paestum, e ancora affascinanti personaggi femminili. Roberto Mussapi, considerato uno dei maggiori poeti italiani contemporanei, da più di trent’anni è anche autore di teatro, e spesso le due realtà, poesia e drammaturgia, si fondono nel teatro in versi. Il mito in Mussapi non è mai archeologia, ma diviene sempre una storia presente.
“Teatro in versi: diciamolo, quasi un lusso di questi tempi in cui è sempre più raro trovare drammaturghi che siano poeti – ha dichiarato il regista dello spettacolo Girolamo Angione – Roberto Mussapi lo è certamente, per lunga e comprovata esperienza e riconosciuto successo. Basti ricordare quell’affascinante monologo che è ‘La Grotta azzurra’, che
ebbi la fortuna di vedere anni fa al Festival di Borgio Verezzi, nella vibrante interpretazione di Miriam Mesturino, magicamente ambientato nelle suggestive grotte del borgo ligure. Grande teatro contemporaneo, grande teatro in versi. Oggi, Miriam Mesturino ha voluto tornare al teatro di Mussapi, partendo da un personaggio, Didone, che ha sempre amato e interpretato in più forme e a più riprese: era tempo di metterlo in scena. Così, attingendo dalla silloge I nomi e le voci, si sono scelti alcuni altri monologhi in versi, prediligendo quelli ispirati a personaggi del
mito o del mondo antico: accanto a Didone ed Enea, Arianna, Cassandra, La Ninfa Eco e il Tuffatore di Paestum. Ciascuno di loro, confinato come un’ombra nel regno dei morti evoca con toni a tratti dolenti e malinconici ma sempre profondamente umani, la propria esperienza terrena illuminata dalla forza vitale dell’amore. E di ciascun personaggio, ogni monologo esprime una profondità del sentire e una verità esistenziale che sorprende e avvince. Il verso a teatro è un lusso: per l’attore, anzitutto, che nel verso si astrae dal linguaggio prosastico e nella parola poetica trova la voce con cui dirla, l’emozione della musicalità, la misura del gesto, la vibrazione del corpo; e il disegno del personaggio, nel riverbero della poesia, s’arricchisce di nuove sfumature e rivela profondità insospettate e un respiro che dà nuova vita al suo nome stesso. Parola/Voce, Musica, Gesto: questi gli elementi di una messa in scena che si è voluta essenziale e figurata ad un tempo e in cui ciascuna componente mantiene e accresce, nella necessaria autonomia, il proprio valore assoluto; configurando però nel quadro composito d’insieme, un esito che ci proponiamo equilibrato ed armonico. La musica  (Ravel l’autore prescelto per il perfetto equilibrio formale tra emozione e intelletto) non prevarica mai la parola, ma ne amplifica, semmai, il senso più intimo, il portato affettivo e dei sentimenti. protagonista assoluto, personaggio invisibile, ombra tra le ombre nel suo viaggio di ricerca ed esplorazione, a più riprese invocato
dalle ombre che anelano a lui, è il poeta; autentico demiurgo, con l’atto creativo della sua parola, il poeta riporta quelle ombre alla luce della memoria e, per tutti noi, ridà loro la vita e la voce sulla scena del teatro e della poesia. Per questo, per la straordinaria occasione che ci offre, a Roberto Mussapi vanno tutta la nostra riconoscenza e gratitudine”.
“I heard the mighty tree”, dell’artista Teresa Maresca, nell’immagine della locandina di presentazione.
Teatro Erba – corso Moncalieri 241, Torino
MARTEDÌ 14 OTTOBRE ORE 21 E MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE ORE 10
Biglietti
Martedì sera: posto unico € 18+1 prev – rid (ov60, abbonati*, CVC, gruppi di almeno 15persone) € 12+1 ridotto speciale (under26, studenti, docenti e persone con disabilità**) € 9 no prev. Mercoledì mattina: posto unico € 9
Gian Giacomo Della Porta

L’Accademia di Sant’Uberto suona al castello di Govone

 

Per la diaspora dei Marmi dei Giardini della Venaria il 12 ottobre prossimo

L’Accademia di Sant’Uberto è itinerante grazie alla musica e proprio un percorso tra arte e musica accoglierà i visitatori del castello di Govone il 12 ottobre prossimo, alle 15.30, con in programma “La diaspora dei Marmi dei giardini della Venaria”. Le sculture seicentesche provenienti dalla fontana di  Ercole rivivranno grazie alle note dell’equipaggio della Regia Venaria, custode dell’arte dei corni da caccia e riconosciuta dall’UNESCO quale Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
L’evento è inserito nella rassegna musicale intitolata “Cerimoniale e Divertissement 2025”, progettata dall’Accademia di Sant’Uberto  per le residenze reali sabaude. Le iniziative  musicali sono sostenute dal bando del Ministero della Cultura riservato al patrimonio immateriale UNESCO.
Il percorso musicale mette al centro le sculture e i bassorilievi che dalla Reggia di Vanaria sono pervenuti al castello di Govone, dove in parte sono ancora presenti, mentre altri sono andati dispersi nell’asta pubblica del 1898.
Le musiche che accompagnano la presentazione sono vere e proprie risonanze in grado di suscitare oggi l’emozione della vita di allora, che si svolgeva alla Venaria. Sono eseguite dai suonatori di corno da caccia dell’Equipaggio della Regia Venaria, che conserva e trasmette una pratica riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO dal 2020.
Le opere tuttora presenti a Govone provengono in gran parte dalla Fontana di Ercole della Venaria e costituiscono un caratteristico elemento architettonico e decorativo. Si tratta di sculture provenienti dalla seconda metà del Seicento, quando la Venaria era principalmente una residenza venatoria. L’Equipaggio della Regia Venaria proporrà alcuni brani musicali che accompagneranno l’esposizione della dispersione dei marmi.  Le musiche sono le stesse che hanno risuonato in quei luoghi nel corso delle cacce reali tra Seicento e Settecento, con la loro evoluzione performativa fino ai giorni nostri.
Per far conoscere questa arte musicale, l’Accademia ha avviato dal 2022 corsi di formazione specifici settimanali presso la sede operativa musicale della Venaria Reale, nella corte delle carrozze.
L’evento, in collaborazione con l’Associazione Govone Residenza Sabauda, è realizzato dall’Accademia di Sant’Uberto con il Consorzio Residenze Reali Sabaude.

Mara Martellotta

“Storie di resilienza” al Castello di Rivoli


Una rassegna gratuita di film sui diritti umani abbinata a dibattito

 Da sabato 11 ottobre, il Castello di Rivoli – Museo d’arte contemporanea e Distretto Cinema propongono, nel teatrino del Castello di Rivoli, in piazza Mafalda di Savoia, “Storie di resilienza”, una mini rassegna dedicata al mancato rispetto dei diritti umani, con particolare attenzione alle donne e all’infanzia nei territori del Medioriente. Nasce in collaborazione con il Gruppo di interesse SIDI Cinema e diritto internazionale, Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino.

Si tratta di tre proiezioni,  tutte a ingresso gratuito, accompagnate da un incontro tenuti da docenti dell’università ed esperti della materia.

L’appuntamento è sempre alle 16,30.

Si inizia sabato 11 ottobre con “Seven Winters in Tehran” di Steffi Niederzoll, un documentario che racconta la storia di Reyhaneh Jabbari, condannata a morte in Iran per aver ucciso un uomo che cercava di violentarla. Il film è introdotto da Ludovica Poli, associata di diritto internazionale all’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Giurisprudenza, e Anna Ronfani, avvocata e vicepresidente di Telefono Rosa Piemonte.

 Quindi, sabato 18 ottobre, “The Matchmaker” di Benedetta Argentieri, la storia di una delle più famigerate jihadiste britanniche che ha abbandonato Londra per unirsi allo Stato islamico e reclutare donne che diventassero le future mogli di combattenti dell’Isis.

Il film è introdotto da Ludovica Poli, associata di diritto internazionale, Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Giurisprudenza, e Anna Mastromarino, ordinaria di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Giurisprudenza.

 Si chiude il 25 ottobre con “La bicicletta verde” di Haifaa Al-Mansour. Il film è ambientato in Arabia Saudita dove una ragazzina lotta per conquistarsi il diritto dell’uso della bicicletta, riservato ai maschi.

Il film è introdotto da Ludovica Poli, associata di diritto internazionale, Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Giurisprudenza e da Maria Chiara Vitucci, ordinaria di diritto internazionale, Università della Campania Luigi Vanvitelli – Dipartimento di Giurisprudenza.

Le cose mute e immobili di Felice Casorati

 

Il nuovo episodio di Archivi d’Affetto del Circolo del Design

Sabato 11 ottobre una mattinata dedicata a scoprire il lato inedito di Felice Casorati come progettista e designer e al suo rapporto con le arti applicate

 

 

Sabato 11 ottobre il Circolo del Design presenta la quinta tappa di Archivi d’Affetto, dedicata questa volta al lato poco conosciuto del pittore Felice Casorati: quello di progettista e designer.

L’iniziativa, organizzata in collaborazione con l’Archivio Casoratiil Comune di Pavarolo e la Fondazione della Comunità Chierese, offrirà al pubblico un viaggio tra Torino e Pavarolo per scoprire le “cose mute e immobili” progettate dall’artista, opere che attraversano design, architettura e arti applicate.

 

Archivi d’Affetto è un progetto del Circolo del Design di Torino, curato da Maurizio Cilli e Stefano Mirti, nato nel 2023, che mira a riportare in luce le storie di progettisti e sperimentatori che hanno sviluppato percorsi professionali fuori dagli schemi e di grande valore: traiettorie irregolari di figure impreviste che hanno contribuito a plasmare in maniera profonda l’identità culturale della città.

 

Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963) è stato tra i protagonisti dell’arte italiana del Novecento. Pittore e animatore della scena culturale torinese, accanto alla pittura si è dedicato anche al progetto, firmando scenografie, arredi e spazi architettonici.

 

Nel centenario della sua inaugurazione nel 1925, questo episodio di Archivi d’Affetto celebra il Teatrino privato, oggi perduto, della casa torinese dei mecenati Cesarina e Riccardo Gualino. Realizzato da Casorati insieme al giovane architetto Alberto Sartoris, il Teatrino di Casa Gualino è stato laboratorio d’avanguardia e luogo d’incontro per l’élite culturale torinese, tappa significativa dell’identità artistica della città che simbolicamente tratteggia il clima culturale di quel momento.

 

Approfondendo il ruolo di Casorati come autore di spazi scenici e ambienti d’avanguardia, la mattinata si aprirà al Circolo del Design con un incontro condotto dal curatore di Archivi d’Affetto Maurizio Cilli, che ricostruirà la storia del Teatrino domestico di Cesarina e Riccardo Gualino con immagini, documenti e materiali d’archivio, allargando lo sguardo al sistema sociale e alle relazioni artistiche che l’hanno animato. Uno spazio straordinario, in cui la pittura si fece architettura e le arti visive si fusero con il teatro, capace di unire rigore formale ed essenzialità, ospitando esperienze artistiche di grande valore come la scuola di danza di Bella Hutter.

 

Dopo il talk, una navetta porterà i partecipanti a Pavarolo per visitare la mostra “Felice CASORATI designer PARALLELI Piergiorgio ROBINO Studio Nucleo”allestita nello Studio Museo Felice Casorati e nella Casa Casorati. L’esposizione mette in dialogo i lavori dell’artista con quelli del designer e artista torinese Piergiorgio Robino (Studio Nucleo), creando un ponte tra modernità e contemporaneità.

 

Prenderanno parte all’iniziativa, oltre a Maurizio Cilli, Piergiorgio Robino, designer e artista, Davide Alaimo, architetto, designer e storico delle arti decorative, Giulia e Natalia Casorati di Archivio Casorati, Sara Fortunati, direttrice del Circolo del Design, Laura Martini in Borca, sindaca di Pavarolo, e Stefano Mirti, tra i curatori di Archivi d’Affetto.

 

La giornata diventa così un’occasione per riscoprire Felice Casorati nella sua dimensione meno nota, quella del designer e del creatore di formespazi e oggetti, e per riflettere sulla poliedricità di un artista noto a tutti per i suoi capolavori pittorici.

 

L’accesso è gratuito per i soci del Circolo del Design e i possessori Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta.

Tutti i contributi realizzati per l’episodio “Le cose mute e immobili di Felice Casorati” sono disponibili sulla piattaforma digitale www.archividaffetto.it. Questo capitolo si aggiunge a quattro altre storie che raccontano e reinterpretano esperienze e protagonisti, tracciando una geografia espressiva in grado di illustrare alcuni tratti distintivi della cultura del progetto di Torino e del Piemonte.

 

Di questo episodio fanno parte: una biografia di Felice Casorati e un testo curatoriale a cura di Stefano Mirti e Maurizio Cilli; un contributo di Davide Alaimo che approfondisce l’esperienza progettuale di Casorati; i disegni tecnici del progetto del Teatrino domestico, ricostruiti da Maurizio Cilli; il “Decalogo del perfetto invitato”, un opuscolo illustrato da Gigi Chessa, distribuito all’ingresso del Teatrino come guida al comportamento; una selezione di disegni e fotografie provenienti dall’Archivio Casorati.