Bentornati lettori! Ottobre è agli sgoccioli e come ogni mese torniamo ad aggiornarvi sulle attività del gruppo FB Un libro tira l’altro, ovvero il passaparola dei libri, il gruppo che sta dalla parte del lettore.
Tra i titoli più commentati del mese segnaliamo L’Uomo del Labirinto (Longanesi), amatissimo romanzo di Donato Carrisi, riportato in auge dall’uscita dell’imminente film; al secondo posto una delle uscite più recenti, Il Treno dei Bambini di Viola Ardone (Einaudi); terzo posto per il saggio, sotto forma di racconti, Il Sussurro del Mondo, di Richard Powers (La Nave di Teseo).
Rimane alto l’interesse per la saggistica, libri impegnati e non esattamente “da svago” e in questo mese tre sono i volumi presentati e discussi: Le Dieci Parole Latine Che Raccontano Il Nostro Mondo, di Nicola Gardini (Garzanti); Gli Spiriti non Dimenticano (Mondadori), amatissimo saggio di Vittorio Zucconi sulla vita di Cavallo Pazzo e Ajaja = Ayeeyo, Parole che uniscono il Mediterraneo, che affronta il tema molto sentito della convivenza tra popoli.
Per la serie: Time’s List of the 100 Best Novels, ovvero i cento romanzi più importanti del secolo XX, scritti in inglese e selezionati dai critici letterari per la rivista Times, questo mese noi abbiamo discusso di Una Morte in Famiglia, toccante romanzo di James Agee (Il Saggiatore), il classico della fantascienza Ubik di Philip K. Dick (Fanucci), e il capolavoro di Joan Didion, Prendila Così (Il Saggiatore) amaro e ironico racconto di vita ambientato a Hollywood.
Cosa fare quando capita “il blocco del del lettore”, ovvero quando non si riesce a terminare nessun libro perché niente sembra in grado di appassionarci? Il problema è molto sentito tra i nostri iscritti e ognuno prova a suggerire una soluzione, tra le quali iniziare a leggere un qualunque libro con il preciso intento di non abbandonarlo, oppure aspettare e rimandare le letture ad altri momenti. Noi ricordiamo che, per chi cercasse altri suggerimenti, può trovare i nostri consigli di lettura anche su Instagram e su Youtube, dove abbiamo da poco aperto un canale di video-recensioni, che troverete scrivendo “il passaparola dei libri“.
Per questo mese è tutto: vi ricordiamo che se volete partecipare ai nostri confronti, potete venire a trovarci su FB e se volete rimanere aggiornati sulle novità in libreria e gli eventi legati al mondo dei libri e della lettura, visitate il nostro sito ufficiale all’indirizzo www.unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
Buone letture!
Podio del mese –
L’Uomo del Labirinto – Carrisi
Il Treno dei Bambini – Ardone
Il Sussurro del Mondo – Powers
Saggistica –
Le Dieci Parole Latine Che Raccontano Il Nostro Mondo – Gardini
Gli Spiriti non Dimenticano – Zucconi sulla vita di Cavallo Pazzo
Ajaja = Ayeeyo, Parole che uniscono il Mediterraneo
Time’s List of the 100 Best Novels –
Una Morte in Famiglia – Agee
Ubik – Dick
Prendila Così – Joan Didion
Testi di Valentina Leoni, grafica e impaginazione di Claudio Cantini redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Nasce così la mostra “Transmittions” a firma di Tiziana e Gianni Baldizzone (compagni di vita e di mestiere, da oltre trent’anni impegnati in progetti fotografici pluriennali su temi specifici e al loro attivo 25 libri pubblicati in Italia e all’estero da importanti editori), ospitata – dopo un’anteprima a Milano nella Pinacoteca di Brera e due importanti esposizioni a Tokyo e a Parigi – nel corridoio monumentale della Camera italiana al Museo Nazionale del Risorgimento di Torino, fino al 30 agosto del 2020. Curata da Tiziana Bonomo, l’esposizione torinese mette insieme 60 fotografie (alcune inedite) in grande formato, a colori e in bianco e nero che raccontano per l’appunto la “trasmissione del sapere” in paesi e culture diverse, attraverso scatti di notevole levatura tecnica e poetica, protagonisti circa 200 fra maestri e allievi, maitres d’art francesi, “Tesori Umani Viventi” del Giappone, artisti, artigiani celebri o sconosciuti, depositari di più di 40 discipline. Dicono i Baldizzone: “Quello che ci interessa cogliere è il rapporto umano, il vivere insieme, il dialogo maestro-allievo per maturare la condivisione e i legami generati dall’atto di trasmissione: intergenerazionali, interculturali, interprofessionali”.





Orbene, un piccolo suggestivo nucleo di queste “figure metalliche” le troviamo esposte, per la prima volta in Italia, fino al 26 gennaio del 2020, negli spazi della Wunderkammer della GAM di Torino, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi Primo Levi e in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita dello scrittore, nato a Torino il 31 luglio del 1919 e a Torino tragicamente scomparso l’11 aprile dell’ ‘87. Curata da Fabio Levi e Guido Vaglio, con il progetto di allestimento di Gianfranco Cavaglià in collaborazione con Anna Rita Bertorello, la rassegna accosta 17 opere, che sono esaltazione del lavoro libero e del confronto ludico “alla Bruno Munari” (autore, fra l’altro, nel ’58 della sovracoperta di “Se questo è un uomo”, in edizione Einaudi) con la materia, che, se compresa, rivela per davvero i segreti più profondi atti a interpretare il mondo. A commento delle “figure”, sono state scelte dai curatori citazioni letterarie – tratte per lo più dall’opera di Levi e, in alcuni casi, da alcuni dei suoi autori prediletti – anziché puntuali didascalie. Scelta che lo stesso scrittore avrebbe condiviso.
Lui che affermava: “Non conosco noia maggiore di un curriculum di letture ordinato e credo invece negli accostamenti impossibili”. Così accanto alla figura del “ragno”, leggiamo “meraviglia, meditazioni, stimoli e brividi”; a quella del “gufo”, “ho sentito il gufo ripetere la sua concava nota presaga” e a quella del “guerriero”, “Noi propaggine ribelle Di molto ingegno e poco senno”. Citazioni che pure aiutano a scoprire tratti inediti di una personalità così sfaccettata e complessa come quella di Levi, aprendoci un piccolo varco in quell’“ecosistema – asseriva arguto lo stesso scrittore – che alberga insospettato nelle mie viscere, saprofiti, uccelli diurni e notturni, rampicanti, farfalle, grilli e muffe”.








