CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 582

Paleologo del terzo millennio narra le gesta degli Aleramici

La storia degli Aleramici e le imprese dei marchesi del Monferrato narrate in un volume da un Paleologo del terzo millennio, lontanissimo parente degli ultimi imperatori bizantini

È una lunga, infinita e affascinante storia di lotte e intrighi tra famiglie e dinastie, di assedi e di alleanze, di conquiste di castelli e di territori, di litigi familiari e matrimoni combinati. Marchesi del Monferrato che vanno a combattere in Oriente in cerca di gloria, nobildonne monferrine che sposano imperatori bizantini diventando imperatrici di Bisanzio in una grande saga che copre secoli di storia medioevale.

L’autore della “Storia degli Aleramici” (Odoya editore) è Andrea Paleologo Oriundi che racconta le vicende dei diversi rami della famiglia che nacque con Aleramo, il capostipite della dinastia vissuto mille anni fa. Gli Aleramici furono un’importante famiglia feudale di origine franca e quando si parla di loro il pensiero vola subito alle gesta dei marchesi del Monferrato nell’Oriente mediterraneo quando lo stendardo del Monferrato sventolava in Terrasanta su minareti e città conquistate. É senz’altro il ramo più noto della dinastia sia per l’importanza del territorio piemontese a quel tempo governato sia per le straordinarie avventure vissute da alcuni marchesi nel Vicino Oriente, all’epoca delle Crociate e nell’Impero bizantino. Ma non fu l’unico perchè il casato degli Aleramici si è molto ramificato, dando luogo a numerose dinastie in Piemonte e in Liguria. E così nacquero gli Aleramici del Vasto, di Saluzzo, di Ceva e Clavesana, di Savona, di Finale, di Busca, Incisa, Bosco e Ponzone e del Monferrato. Un’indagine approfondita è dedicata alla figura del patriarca Aleramo, oggetto di tante leggende popolari come è capitato a ben pochi altri personaggi medioevali. “I documenti a disposizione dello storico sono però molto scarsi, sottolinea l’autore, specialmente per le prime generazioni mentre per le successive, dopo il XIII secolo, le notizie sono più numerose”.

Dei marchesi del Monferrato, in questo libro, si parla solo delle loro imprese in Italia. Le gesta in Terrasanta e nell’Impero bizantino sono state trattate dall’autore in un altro suo recente libro “Il Monferrato nell’Oriente mediterraneo, secoli XII-XV”. Un duello geopolitico ad alta tensione tra Gerusalemme, Costantinopoli e il mondo arabo che per certi versi ricorda i tempi attuali. La straordinaria e sfortunata avventura di cinque marchesi monferrini tra la Terra Santa e Costantinopoli, la capitale dell’Impero bizantino e soprattutto le gesta di Corrado, il sire che salvò Tiro, l’italiano che sconfisse il Saladino. Il prode Corrado fu pugnalato e ucciso dai sicari della setta medioevale degli Assassini, i primi terroristi islamici della Storia, mentre suo fratello, il marchese Bonifacio, conquistò Costantinopoli. Due grandi protagonisti delle Crociate, con un destino comune: cercare fama e popolarità in Oriente e morire in quelle terre, come i loro fratelli, dove si combatteva per la religione e per il potere. Molta attenzione è stata dedicata in questo volume alla figura di Federico I Barbarossa che più volte scese in Italia con il suo esercito e al suo alleato, il marchese del Monferrato Guglielmo il Vecchio. La famiglia dei Paleologi fu l’ultima dinastia a governare l’Impero bizantino fino alla caduta di Costantinopoli nel 1453 nelle mani degli Ottomani.

Dal matrimonio di interesse tra l’imperatore greco Andronico II Paleologo e la casalese Violante o Jolanda degli Aleramici nacque Teodoro I Paleologo che divenne marchese del Monferrato e principe di Bisanzio. Questo ramo dei Paleologi governò il Monferrato dal Trecento alla metà del Cinquecento. Il nostro Andrea Paleologo Oriundi, scrittore, studioso di storia e Capitano di vascello del Genio Navale in riserva si dedica da anni a ricerche sugli eventi che hanno coinvolto nei secoli passati membri della sua famiglia di cui porta il nome di origine greca.

Filippo Re

Musei riaperti per la Festa della Repubblica

Il 2 giugno Torino riaprirà  i musei fino ad ora chiusi per l’emergenza covid

La scelta è stata fatta dall’assessora  comunale alla Cultura, Francesca Leon, nel corso di una teleconferenza con i rappresentanti del sistema museale della città.

Secondo il  Comune, infatti,  i musei stanno lavorando alla ripartenza in piena sicurezza con l’obiettivo del 2 giugno prossimo. Naturalmente saranno seguite le  disposizioni per il distanziamento e ci saranno  entrate contingentate e sanificazioni. E’ probabile che alcune sedi museali possano già aprire i battenti  il 18 maggio, se consentito dal nuovo  decreto del presidente del Consiglio.

Mirabilia International, nuova formula ai tempi del virus

Circus & Performing Arts Festival 2020 XIV Edizione Satellite of life

Satellite of life, questo il tema della XIVma edizione di Mirabilia International Circus &
Performing Arts Festival con la direzione artistica di Fabrizio Gavosto, in un’edizione pensata
appositamente per il 2020 con un programma, obbligatoriamente in via di ridefinizione a causa
dell’emergenza sanitaria scattata in seguito alla pandemia, nel periodo agosto/settembre 2020,
sul territorio del cuneese.

Viste le incertezze di questo preciso momento storico, Mirabilia sarà dunque un’edizione che
preparerà al 2021 e alla nuova formula biennale che vedrà poi l’alternanza fra la Biennale
Internazionale del Circo e delle Arti Performative, e Aspettando la Biennale: un progetto sul
territorio.


Satellite of life è un inno alla rinascita attraverso la forza della natura e il perenne rinnovarsi
della vita. Una riflessione in linea con il particolare contesto storico, ma anche con la ferma volontà
di rappresentare un momento di ripresa e nuova aggregazione. Non verranno infatti abbandonati gli
obiettivi di sviluppo e valorizzazione di Mirabilia, che si legano a doppio filo con il territorio del
cuneese, che il Festival si propone di far scoprire e vivere – con tutte le precauzioni dovute al periodo
delicato – nell’ottica di affermare sempre più il ruolo centrale dell’arte e della creatività come motori
di una rinascita culturale e sociale.

Compatibilmente con le restrizioni governative e con le soluzioni che si potranno adottare, sarà un
Mirabilia all’insegna del grande circo contemporaneo, del teatro e della danza, capace di regalare
momenti di intensità, di magia e leggerezza in un racconto progettato per snodarsi tra meravigliosi
spazi come i giardini, i palazzi, le strade e i cortili del territorio.

Ripensare la “dimensione del teatro” sarà una grande sfida per adattarsi alla “nuova situazione”,
accolta anche come stimolo vista la grande esperienza e professionalità del festival nella creazione
e ambientazione negli spazi urbani.

Spettacoli e progettualità, ispirandosi come stimolo e sfida al tema Satellite of life, saranno
chiamati a rimodularsi in base ai nuovi scenari esistenti, con l’integrazione di tecnologie
digitali e con la creazione di percorsi e di formule nuove pensati in collaborazione e in
continuo confronto con tutte le istituzioni, gli artisti e i numerosi partner nazionali e
internazionali di Mirabilia.

Tra i maggiori festival di settore e nominato Festival Culturale Europeo nel 2012, Mirabilia ha
da sempre una forte vocazione internazionale che esprime nel suo cartellone, composto da
compagnie straniere e italiane e da progetti creati nell’ambito di residenze artistiche fortemente
radicate sul territorio. Una vocazione alla quale non verrà meno nonostante le forti limitazioni del
periodo, che certamente e inevitabilmente porteranno a un’edizione profondamente diversa da
quella inizialmente immaginata, reinventando gli spettacoli nella forma e nella relazione con gli spazi
e con il pubblico.

“Danza, teatro e circo contemporaneo torneranno in eventi urbani con nuovi format e nuove
soluzioni, e coinvolgeranno gli artisti in uno sforzo creativo che confermerà, in questo quadro
contestuale 2020 così inedito e difficile, quello spirito di sperimentazione e innovazione che da
sempre anima Mirabilia e la sua proposta culturale. Abbiamo lavorato per anni progettando nello
spazio urbano, creando e innovando con proposte e idee all’avanguardia, ed oggi la grande
esperienza accumulata ci rende pronti a sperimentare la rinascita nello spazio pubblico trasformando
i limiti in sfide e in uno spirito di collaborazione e supporto reciproco anche ospitando spettacoli di
altri festival quali ad esempio Interplay festival” queste le parole di Fabrizio Gavosto ideatore e
direttore artistico del Festival.

Di figlia in madre. Un augurio recluso

LA POESIA / di Alessia Savoini

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Nei giorni in cui ogni mondo abita il silenzio della propria terra
e l’arsura dei giorni stride al labbro la sete di un incontro,
nei giorni in cui il memorabile tempo del silenzio
isola
il dente lunare che oggi dissipa un po’ di luce nel nocciolo di mizrach
e le dune dell’assenza assediano il cuore con l’ombra di una concreta lontananza,
.
nei giorni in cui  l’assedio sabbatico del nostro tempo
traduce i salici delle mie cadute nel vuoto impercorribile della tua insonnia,
.
in questi giorni di simultanea solitudine,
.
mi si accomoda un pensiero,
di te che mi contieni, nel grembo di un domani,
.
nei giorni in cui i tuoi palmi strinsero il bocciolo di un’altra esistenza
e il tuo corpo fece da culla all’aurora del mio sogno;
.
e del primo mondo fosti sartia dei miei venti,
talismano di una forza che abissa le paure dove non è necessario guardare.
.
Sussurrami, se puoi,
la potenza intrinseca dell’amore
e con il calamo della tua voce
i giorni che non abbiamo vissuto.
.
Parleremo poi,
ancora,
come tuttora,
e tuttavia,
di questi insoliti giorni,
.
e scioglierai ancora i nodi dei miei anni
scorgendo i miei segreti senza doverli prima strappare dagli incastri di un pettine.
.
E forse mi aiuterai a smarrire i buii con meno timore
dall’occhiello del tuo amuleto
.
sbirciando nei cassetti della mia voce
per cogliere un groviglio.
E troverai nelle canzoni di Bennato
un sorriso da prestarmi,
.
imparerai presto a sottrarti
dalle colpe che ti ho inflitto
in quei giorni
in cui i miei anni
erano fragili.

Musei, il format Art for Two di Google Arts & Culture

La chiusura delle tre strutture museali di Fondazione Torino Musei, così come quella dei musei di tutto il mondo, ha stimolato la creazione di contenuti social e digitali ad hoc, pensati per mantenere una vicinanza e un contatto – anche se virtuali – con gli utenti costretti a casa e per offrire al pubblico nuove occasioni di scoperta.

Fra i progetti più innovativi e interessanti c’è sicuramente “Art for Two”, un format ideato da Google Arts & Culture. In Italia solo GAM e MAO di Torino – istituzioni con cui Google Arts & Culture collabora da tempo – hanno sperimentato questo nuovo format di visita al museo aderendo al progetto, mentre in Europa la scelta è caduta sul Musée des Arts Décoratifs di Parigi.

Lo scopo dell’iniziativa è quello di aprire le porte del museo oltre i confini nazionali, continuando a promuovere l’arte e la cultura anche in questo periodo di confinamento in modo personale e umano, ma anche di offrire al pubblico un’esperienza unica ed educativa in ogni video.

L’idea di partenza è semplice: una conversazione informale fra il miglior conoscitore del museo, il direttore, e un influencer/youtuber internazionale, che si trovano rispettivamente all’interno del museo e nello studio di casa propria e si incontrano virtualmente attraverso una videochiamata.

La chiacchierata si svolge fra le sale deserte, in una quiete quasi irreale, e le due persone coinvolte possono prendersi del tempo per fare domande, raccontare curiosità e dettagli minuti sulle opere, perdersi in un capolavoro, come è impossibile fare quando il museo è aperto e frequentato dal pubblico.

In questa speciale situazione il direttore accompagna in visita l’influencer come fosse un amico, consentendo al contempo a tutti gli utenti di osservare il museo da un punto di vista privilegiato e inedito.

 

Nel caso del MAO, il direttore Marco Guglielminotti Trivel dialoga con Christopher Michaut, aka Mr Bacchus, instagramer e digital curator per diversi musei internazionali: spostandosi fra i corridoi e le sale e sbirciando nelle teche, il direttore e Mr Bacchus offrono una visione nuova del museo, che invoglia alla visita. Insieme a loro scopriamo così qual è, secondo il direttore, una delle star del museo, e una statuina intrigante che potrebbe passare inosservata ai visitatori; riusciamo inoltre a osservare la galleria dell’Asia meridionale e del sudest asiatico da uno scorcio inedito.

 

Per GAM, il dialogo coinvolge invece il direttore Riccardo Passoni e Sarah Urist Green, curatrice, youtuber e conduttrice del programma della PBS The Art Assignment.

Passoni porta virtualmente Sarah Urist in visita nelle sale della GAM, soffermandosi su alcuni dei pezzi più pregiati delle collezioni del ‘900 del museo: da de Chirico alle Avanguardie Storiche, da Lucio Fontana alla Pop Art. Un dialogo amichevole e leggero, a cui il pubblico potrà partecipare comodamente utilizzando un cellulare, un tablet o un pc.

 

Art for Two è visibile ai link: MAO – GAM

Alla scoperta del Mao in 3D

Gli studenti torinesi avranno a disposizione un tour virtuale in 3D in alta definizione alla scoperta delle sale del primo piano del MAO Museo d’Arte Orientale di Torino e, anche seduti sul divano di casa, potranno partecipare a una vera e propria caccia al tesoro alla ricerca di alcune delle opere più affascinanti del museo, che sono raccontate attraverso dettagliate ma semplici schede realizzate dai Servizi Educativi del MAO.

Il MAO in 3D è uno dei progetti Edu-Lab dedicati all’innovazione nel campo educativo in cui effettuare il testing di soluzioni per la didattica e per l’organizzazione di ambienti di apprendimento di nuova generazione, puntando anche sul protagonismo di studenti e docenti. L’iniziativa è rivolta agli allievi delle scuole primarie e secondarie di primo grado della città di Torino.

Edu-Lab nasce nell’ambito del progetto Torino City Lab, promosso dall’Amministrazione Comunale: un luogo dove la tecnologia si misura con i bisogni reali per offrire soluzioni nuove e che, in questi mesi, con la campagna Torino City Love, propone gratuitamente risorse, azioni e competenze a supporto di cittadini e imprese del territorio durante l’emergenza COVID-19.

“L’iniziativa Il MAO 3D coniuga innovazione, tecnologia e soluzioni didattiche consentendo di sperimentare forme di connessione fra sistemi educativi e strutture territoriali dedicate alla cultura e all’educazione – sottolineano gli Assessori comunali all’Istruzione Antonietta Di  Martino e all’Innovazione Mario Pironti. Un’opportunità unica per offrire agli studenti la possibilità di fare esperienza di nuovi apprendimenti e di acquisire competenze attraverso la conoscenza di tesori artistici e culturali, di cui non potrebbero fruire in questo momento di emergenza sanitaria”.

Il MAO in 3D, realizzato dalle aziende Vertical srl comunicazione digitale e Dktk3d comunicazione virtuale, scelte attraverso una call rivolta alle imprese per individuare sperimentazioni innovative da applicare nelle scuole torinesi, propone a bambini e ragazzi un percorso ludico e accattivante che permette di scoprire alcune delle più belle sale del museo e di avvicinarsi ai tesori dell’arte orientale conservati a Torino dal MAO.

Situato nel secentesco Palazzo Mazzonis nel quadrilatero romano, il museo ospita una delle raccolte orientali più interessanti d’Italia. Inaugurato nel 2008, custodisce circa 2300 opere che offrono un ampio panorama dell’arte delle antiche culture dell’Asia, ordinate in cinque gallerie a seconda delle aree culturali di provenienza: Paesi islamici, Cina, Giappone, Regione Himalayana, Asia Meridionale. Al patrimonio si aggiungono più di 1400 reperti di scavo di periodo pre-islamico provenienti dagli scavi iracheni di Seleucia e Coche.

Siamo molto orgogliosi che la Città di Torino abbia scelto la Fondazione Torino Musei e in particolare il MAO per avviare questo importante progetto pilota – dichiara il Segretario Generale della Fondazione Torino Musei Elisabetta Rattalino – È un’occasione per sperimentare l’uso della tecnologia al servizio dell’educazione, che permette di scoprire il nostro ricco patrimonio di arte orientale, in modo piacevole e formativo

A partire da  venerdì 8 maggio, gli insegnanti potranno aderire al progetto inviando una email a edulab@comune.torino.it  con l’indicazione del proprio nome, quello della scuola e la classe che parteciperà al tour virtuale. I docenti accreditati riceveranno un kit informativo sulle modalità di fruizione e un link per visitare virtualmente il museo con le istruzioni sul funzionamento del gioco.

Agli insegnanti e alle famiglie sarà distribuito un breve questionario per verificare la bontà della sperimentazione e raccogliere suggerimenti al fine di migliorare l’esperienza acquisita ed ampliarla, in futuro, ad altre realtà museali come la GAM – Galleria d’Arte Moderna e Palazzo Madama, altri due gioielli della Fondazione Torino Musei.

Moncalvo, caccia al tesoro nel convento diventato museo

Dal Piemonte / Andare alla ricerca di musei poco conosciuti è come intraprendere una caccia al tesoro spinti dalla curiosità e  dal desiderio di trovare capolavori inaspettati in luoghi che non appartengono al turismo maggiore

Si sarà premiati nello scoprire il piccolo prezioso Museo Civico di Moncalvo nell’ex Convento delle Orsoline fatto costruire nel 1625 da Guglielmo Caccia per inserirvi le figlie Orsola e Francesca, anch’esse pittrici, al fine di preservarle da un periodo storico turbolento e dare continuità alla propria bottega pittorica.

Intitolato all’ambasciatore Franco Montanari che, morto nel 1973, donò la sua collezione di opere antiche e moderne, il museo merita una visita talmente interessante da avere il desiderio di ritornarvi non appena usciti.

Molte le firme prestigiose a cominciare da Orsola Maddalena Caccia grazie ai piccoli dipinti devozionali di sante che risentono ancora l’influsso paterno e in particolare alle tre nature morte autonome a conferma di come la “Monaca pittrice” pur attenendosi a simbolismi e metafore propagandistiche, secondo i dettami del Concilio di Trento, si aprisse ad uno stile innovativo a cui non furono estranee influenze fiamminghe e accurati studi botanici.

Una sezione è dedicata alla raccolta di oggetti di arte africana e in particolare a dipinti e stampe giapponesi che riportano in vita l’elegante freschezza dell’arte del mondo fluttuante del Sol Levante.

Molte opere interessanti nelle sale dedicate all’ottocento e al novecento: la tempera di Giorgio De Chirico “Le vestali” del periodo archeologico, la singolare “Rivelazione” di Mario Sironi, le nature morte di Osvaldo Licini, “La donna seduta” di Afro, gli ironici acquerelli di Nino Maccari, le inconfondibili figure di Ernesto Treccani.

Tanti disegni e incisioni: la matita su carta “Orlando addormentato” di Amedeo Modigliani, acqueforti di Giorgio Morandi, l’incisione “Soldato a cavallo” di Giovanni Fattori, la preziosa puntasecca “Promenade” di Chagal del 1923 che riprende il famoso dipinto del 1915. Inoltre, organizzate da Aleramo Onlus, vengono proposte grandi mostre; in questi ultimi anni si sono svolte esposizioni di famosi artisti viventi: Renata Guga Zunino con i suoi seducenti autoritratti; Gianni Colonna rarissimo artista ancora fedele al figurativo con le splendide “Sovrapposizioni”; Concetto Fusillo autore di una affascinante “Archivio pittura”; Walter Morando, il più grande scultore italiano che tratta la tematica del porto.

Si sono svolte anche mostre di artisti scomparsi: Lalla Romano famosa pittrice e scrittrice, Giorgio Valenzin  magico cantore di atmosfere veneziane oltre al pittore di Canelli Stefano Icardi, l’artista-industriale Giorgio Piacenza Dassu, Giovanni Buschini dall’intrigante musicale surrealismo. Un raro spaccato della vita torinese settecentesca è stato presentato con la mostra delle opere del bambocciante Pietro Olivero, pittore di corte e narratore di vita popolare.

Giuliana Romana Bussola

 

Contagion, il film del 2011 che previde la pandemia

Contagion, il film che nel 2011 ha raccontato di un virus letale che passa dai pipistrelli ai maiali macellati e infine agli esseri umani nei ristoranti della Cina, ha previsto la pandemia da Covid-19 con impressionante precisione.

Fanno parte del cast i migliori attori americani Jude Law, Matt Damon, Kate Winslet, Marion Cotillard e Gwynet Paltrow. Ed è propria la nota attrice Gwynet Paltrow, poche settimane fa su Instagram, a scrivere “Ho già vissuto questo film” postando ironicamente una propria foto personale con la mascherina. Guardando con attenzione il suo film del 2011 “Contagion” del regista Steven Soderbergh, nessuno può darle torto. L’attrice in Contagion interpreta la paziente zero, che muore 48 ore dopo aver contratto il virus, chiamato Mev-1, nella città di Hong Kong. Nel film sono presenti tante analogie con la pandemia da coronavirus…

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Contagion, il film del 2011 che ha previsto la pandemia

“Premio Lattes Grinzane 2020”: ecco i finalisti

Alla Protezione Civile, nell’anno della pandemia, il “Premio Speciale”

Monforte d’Alba (Cuneo) /  Due giovani scrittori italiani, un tedesco, un israeliano e un turco. Sono i cinque finalisti che si contenderanno il “Premio Lattes Grinzane 2020”, riconoscimento internazionale (promosso dalla Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba), giunto quest’anno alla sua decima edizione e dedicato ai migliori libri di narrativa, italiani e stranieri, pubblicati nell’ultimo anno.

Ed ecco i loro nomi, annunciati nei giorni scorsi: il lombardo (nato a Saronno nel 1981) Giorgio Fontana con la vasta saga famigliare “Prima di noi” (Sellerio), il tedesco Daniel Kehlmann con “Il re, il cuoco e il buffone” (tradotto da Monica Pesetti per Feltrinelli), l’israeliano Eshkol Nevo con “L’ultima intervista” (traduzione di Raffaella Scardi; Neri Pozza), il turco Elif Shafak con “I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo” (traduzione di Daniele A. Gewurz e Isabella Zani per i tipi di Rizzoli) e la partenopea di Torre del Greco Valeria Parrella con un romanzo ambientato nel carcere minorile napoletano di Nisida, dal titolo “Almarina” pubblicato da Einaudi. Selezionati dalla Giuria Tecnica (presieduta da Gian Luigi Beccaria, linguista, critico letterario e saggista), i cinque libri finalisti saranno ora – e fino ad ottobre – affidati, per la designazione del vincitore, alle oltre venti Giurie Scolastiche diffuse in tutta Italia, da Trieste a Lampedusa, e che vedrà impegnati a Torino gli studenti del Liceo Classico “Massimo D’Azeglio”. Capitolo importante e pagina di grande levatura morale e “storica” per la decima edizione del “Lattes Grinzane”, quello relativo al “Premio Speciale”, da sempre dedicato a un’autrice o a un autore di caratura internazionale che, nel corso del tempo, abbia saputo riscuotere condivisi apprezzamenti di pubblico e di critica e che, nell’anno drammaticamente colpito dalla planetaria emergenza pandemica, viene invece riconosciuto alla Protezione Civile Italiana, cui sarà devoluta la somma di 10mila Euro per il grande impegno profuso nella lotta al terrifico virus. Le giornate dedicate agli scrittori e alla loro premiazione sono programmate per venerdì 9 e sabato 10 ottobre prossimi, nelle Langhe.

Per prendere visione delle motivazioni e delle schede sugli autori, sulla Giuria Tecnica e sulle Giurie scolastiche: https://bit.ly/2Ww8n9V

g. m.

Giovanna Garbarino, lo spirito libero e l’humanitas di una studiosa di razza

Di Pier Franco Quaglieni/ Anche  se la gente ignorante che non conosce la cultura, non scrive nulla, la Torino universitaria, dopo la morte di Gian Mario Bravo, registra un’altra perdita importante, quella della latinista Giovanna Garbarino, allieva del grande Augusto Rostagni la figura preminente tra i latinisti Piemontesi  in assoluto.

Fu costretta, salvo un breve periodo a Trento, a convivere a  Torino  con l’egemonia personale imposta dal professor Italo Lana che divenne il dominus incontrastato  dell’ istituto di cultura classica, malgrado la modestia delle sue ricerche . A fare le spese del controllo assoluto esercitato da Lana fu  soprattutto Vincenzo Ciaffi che fu costretto a rimediare la cattedra a Magistero.

Giovanna era una studiosa di razza costretta a mordere il freno di fronte a Lana,  obbligata a collaborare ad un dizionario sbagliato in partenza voluto da Lana  che avrebbe dovuto sostituire lo storico Campanini e Carboni e che invece fu  un clamoroso insuccesso. In poco tempo il dizionario di Lana non venne più ristampato. Giovanna era una una donna dolce, intelligente ed  amabile con cui faceva piacere stare insieme, parlando non solo di Letteratura Latina di cui era una grandissima studiosa. Qualche volta ci vedevamo in un ristorante abruzzese vicino a Palazzo nuovo.  Aderì  al Centro Pannunzio ,partecipando alle sue attività. Una volta con un gruppo di amici andammo in vacanza a Firenze. Lei aveva un legame storico con Eugenio Corsini altro illustre cattedratico della scuola di Padre Pellegrino. Venne con noi quella volta anche Giovanni  Ramella. Durante la cena in piazza della Signoria Corsini litigò in modo violento con Giovanna. Corsini non aveva un buon carattere e non seppe trattenersi. Mi trovai io a parlare con Giovanna che era molto scossa e turbata. Passammo la sera dopo cena insieme e cercai di farla riprendere facendo una lunga passeggiata insieme. Era una donna delicata e sensibile. Tra noi allora forse sarebbe potuto nascere un rapporto, ma la ragionevolezza fini’ di prevalere. Mi è rimasto tuttavia  negli anni il desiderio rimasto tale di conoscere più da vicino questa  affascinante intellettuale libera e priva di schemi ideologici, in anni in cui il marxismo aveva invaso anche gli studi classici. Sarebbe lungo elencare le opere che Giovanna ci lascia, molte delle quali dedicate ai licei dove i suoi libri furono adottatissimi. La sua storia della letteratura Latina finì di prendere il posto di quella di Luciano Perelli, altro insigne latinista, sacrificato al predominio di Lana. Un altro amico comune fu il francesista Lionello Sozzi che commemorammo insieme al centro Pannunzio quando mancò immaturamente. L’importanza  scientifica di Giovanna poté emergere a pieno  quando Lana lasciò l’insegnamento e Giovanna subentrò sulla sua cattedra. Giovanna fu la vera continuatrice  del Rostagni. Altri parleranno della grande studiosa, io voglio limitarmi a ricordare la donna eccezionale che fu, la sua intelligenza, il suo spirito libero, la sua autentica humatitas. Una volta a cena dal Bolognese a Roma mi parlò  per delle ore dell’amatissimo Catullo, facendomi capire il valore del poeta come aveva fatto Guido Ceronetti, senza spocchie accademiche, ma con la sensibilità del suo senso critico, ma soprattutto del suo essere donna davvero fuori ordinanza che sapeva amare la vita avidamente, senza rinunciare alla sua autorevolezza accademica. Un’altra volta parlammo di Concetto Marchesi ed anni dopo apprezzò  molto il capitolo dedicato al latinista di Padova del mio libro “ Figure dell’Italia civile “. A Biella andammo insieme ad un convegno su Benedetto Croce e il Piemonte dove lei tenne da par sua una relazione su Croce e Rostagni che resta l’unico scritto importante sul tema . Il suo vuoto resta davvero incolmabile anche se se la sua cultura è destinata a rimanere  negli anni futuri.