CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 57

Al Torino Crime Festival, “La mano invisibile del crimine”

Torino Crime Festival è giunto alla sua decima edizione, dal 10 al 18 ottobre, con il titolo “La mano invisibile del crimine”, trasformando la città di Torino in un palcoscenico diffuso dedicato al giallo, alle inchieste e alla cultura del Crime. Dieci anni di percorso segnano un traguardo importante. Il festival, nato come laboratorio di confronto tra letteratura,  giornalismo e scienze investigative, è  oggi diventato un punto di riferimento capace dj attirare esperti, scrittori, studiosi e un pubblico sempre più  vasto.

Il tema scelto per questo anniversario ”La mano invisibile del crimine” rappresenta un fil rouge che attraversa il programma e indaga tutto ciò che sfugge allo sguardo, ma plasma la nostra realtà, i fenomeni criminali che crescono e agiscono nell’ombra, i reati ambientali che avvelenano silenziosamente territori e comunità, i delitti archeologici nascosti tra le pieghe del tempo, le guerre ibride combattute con la disinformazione, le manipolazioni psicologiche e digitali che entrano nelle nostre vite senza che ce ne accorgiamo.

L’invisibile è anche lo spazio degli infiltrati, dei giornalisti sotto copertura, degli investigatori digitali e degli scienziati forensi, che, per portare alla luce la verità, devono confondersi con ciò che osservano. E quindi l’invisibilità più subdola, quella  che si annida nella vita quotidiana, nei gesti automatici e nelle percezioni anestetizzate, dove i crimini possono compiersi davanti a cento occhi senza che nessuno li riconosca.

Diretto da Valentina Ciappina, con la presenza di Fabrizio Vespa e il comitato scientifico guidato da Claudio Bertolotti, Germano Dottori, Germano Zuffanti, Enrico Panattoni, Alessandro Politi, Fabrizio Russo, Magda Tresoldi ed Erika Tortello, il Torino Crime Festival si raffica maggiormente nella città del, coinvolgendo ruoli simbolici e prestigiosi come le OGR, il Museo Egizio, la Fondazione OMI, il teatro Juvarra-Circolo amici della Magia, il LAD liceo artistico e design e l’Unipop a Palazzo Campana. Ogni sede diventa parte integrante del racconto, offrendo non solo spazi, ma scenari, che amplificano il senso e la forza dei temi trattati. L’inaugurazione avverrà alle OGR di Torino il 10 ottobre alle 21, e segna il via con la voce amatissima di Stefano Nazzi che, in dialogo con il direttore de La Stampa Andrea Malaguti, presenta il suo ultimo libro dal titolo “Predatori-i serial killer che hanno segnato l’America”, un viaggio negli anni dell’epidemia dei serial killer statunitensi tra gli anni Sessanta e Novanta, tra John Wayne Gacy, Edmund Kemper, David Berkowitz e Ted Bundy, che illumina le ombre di un’epoca in cui il male sembrava annidarsi ovunque. L’appuntamento è organizzato da Torino Crime Festival e OGR. La prenotazione è necessaria su www.ogrtorino.it.

Dal giorno successivo il festival si muove tra atmosfere immersive, alla Fondazione Omi, sabato 11 ottobre, con l’antropologo Massimo Centini che accompagnerà il pubblico nel misterioso universo del veleno, intrecciando scienza e mito, insieme al paesaggio sonoro creato dal musicista Simone Campa, che concentra la sua ricerca sul potere curativo della musica. Mercoledì 15 ottobre, al teatro Juvarra, dalle 10.30 alle 12.30, con “Inganni invisibili-riconoscere le trappole del web”, un evento per i giovani realizzato in collaborazione con la Polizia Postale e i Carabinieri, mentre alle ore 18 lo stesso spazio ospiterà la presentazione del libro “Il labirinto del mostro di Firenze”, con gli autori Roberto Taddeo e Daniele Piccione impegnati in un’indagine sui misteri ancora da disvelare. Il 16 ottobre si aprirà a Palazzo Campana uno degli appuntamenti centrali della decima edizione del Festival, con l’importante confronto di spirito internazionale su “Geopolitica dei conflitti invisibili”, guidato da Claudio Bertolotti, direttore di Start inSIGHT e analista strategico, Germano Dottori, consigliere scientifico di Limes e Alessandro Politi, direttore della NATO Defense College Foundation e analista politico strategico con oltre trent’anni di esperienza, mentre alle 21 il teatro Juvarra accoglierà lo spettacolo “Non credere ai tuoi occhi”, un’indagine sui limiti della perfezione, che intreccia illusionista, psicologia e scienza forense grazie alla presenza di Marco Aimone, presidente del Circolo Amici della Magia, l’illusionista Luca Bono e lo psichiatra esperto di illusionista cognitive e manipolazioni percettive Matteo Rampin, con la partecipazione del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica. Venerdì 17 ottobre, alle ore 18, le porte del Museo Egizio si apriranno per l’evento “Archeologia invisibile del crimine”, realizzato in collaborazione con la polizia scientifica, che esplorerá tecniche di analisi avanzata che altrimenti risulterebbero impercettibili, collegano reperti dell’antico Egitto con le moderne metodologie investigative.

La giornata conclusiva sarà sabato 18 ottobre, dove alle ore 16, nella sede del LAD Liceo artistico e design di via Barbaroux 25, si renderà omaggio al lato più popolare del crimine con il duello immaginario tra Sherlock Holmes e Dracula, raccontato dal giornalista e scrittore Marco Zatterin e dal diplomatico Fernando Gentilini. Alle 18 le criminologhe Erika Tortello e Magda Tresoldi, con l’ospite internazionale Gerardo Panchi, docente di Criminologia, e la moderazione del docente Prof. Fabrizio Russo, condurranno il pubblico all’interno dell’”anatomia della mente seriale”.

“Arrivare alla decima edizione è per noi un traguardo e un nuovo inizio – spiega la direttrice Valentina Ciappina – questo festival è nato come un esperimento e oggi è diventato una realtà che porta a Torino il centro del dibattito sui linguaggi del crimine. Con ‘La mano invisibile’ abbiamo deciso di raccontare le zone d’ombra della nostra città, tutto ciò che non vediamo ma che ci condiziona profondamente”.

“Dieci anni fa immaginavamo un festival che unisce immaginazione e spettacolo, riflessione e intrattenimento – spiega il presidente Fabrizio Vespa – oggi celebriamo un percorso che ha conquistato luoghi simbolici della città e un pubblico sempre più numeroso. Il Torino Crime Festival è diventato l’arte dell’identità culturale di Torino, è questa edizione ne è la conferma”.

Info e prenotazioni: www.crimefestival.it oppure torincrimefestival@gmail.com

Mara Martellotta

Al via la XII^ edizione di Librixia, la Fiera del Libro di Brescia

Al via la XII^ edizione di Librixia, la Fiera del Libro di Brescia. Dal 27 settembre al 5 ottobre sono 182 gli incontri sul mondo del libro e della letteratura, tutti rigorosamente gratuiti.
Cuore pulsante è la centralissima Piazza Vittoria dove sono state allestite tencostrutture e lo stand del mercato librario.
Ma Librixia è un evento “itinerante” infatti la maggior parte degli incontri si svolgeranno in vari luoghi iconici della città come l’auditorium San Barnaba, il Teatro Sociale, l’Agrobresciano Arena, il MO.CA. e molti altri ancora.
Aldo Cazzullo, Domenico Quirico, Concita de Gregorio, Stefano Massini, Emanuele Trevi, Lidia Ravera, Giuseppe Culicchia, Lella Costa, Giordano Bruni Guerri, Vittorio Lingiardi, Oscar Farinetti, sono solo alcuni degli autori presenti nel fitto programma.
Librixia è organizzata da Confartigianato Imprese Brescia con il coinvolgimento di Comune e Provincia di Brescia, Regione Lombardia, Camera di Commercio, Gruppo Brescia Mobilità e Fondazione ASM e grazie ai contributi degli sponsor a partire da Bcc Agrobresciano.

Per i torinesi Librixia però è anche un’occasione per scoprire Brescia, Capitale della Cultura nel 2023 insieme a Bergamo, grazie alle opportunità che spaziano dalla storia alla cultura, dell’enogastronomia agli spazi museali ai luoghi di interesse religioso, il tutto a meno di due ore di treno da Torino.

Info e programma completo www.librixia.eu

Michele Chicco

Marionette e pupazzi sul grande schermo, a Torino

I cortometraggi del “maestro dell’animazione” Jan Švankmajer, in anteprima di “Incanti. Rassegna Internazionale di Teatro di Figura”, al “Cinema Massimo”

Lunedì 29 settembre, ore 2030

Scriveva, anni fa, il noto critico cinematografico Anthony Lane sul “The New Yorker”, considerata la rivista americana “per eccellenza”: “Il mondo si divide in due categorie di diversa ampiezza  … quelli che non hanno mai sentito parlare di Jan Švankmajer e quelli che hanno visto i suoi lavori e sanno di essersi trovati faccia a faccia con un genio”. Parole tranchant. Ben chiare e nette . E, in effetti, Jan Švankmajer (Praga, 1934), artista surrealista, regista e sceneggiatore, è indubbiamente da considerarsi fra i più grandi maestri dell’“animazione in stop-motion” al mondo, insignito, fra l’altro, del “Premio per l’Eccellenza Artistica” nel 2008 al “Festival di Cannes” e nel 2013 del “Primo Premio Circolino dei Films” per l’“innovazione” e la “creatività”. Ebbene, proprio a lui, verrà dedicata una serata, introdotta da Andrea Pagliardi (docente di “Teoria e Storia del Cinema d’Animazione” presso lo”IED” di Milano, nonché direttore editoriale de “L’Indice dei libri del mese”) al “Cinema Massimo” di Torino (Sala Tre), quale anteprima di “Incanti. Rassegna Internazionale di Teatro di Figura”, progetto di “Controluce Teatro d’Ombra”, realizzato con il contributo fra gli altri di “MIC – Ministero della Cultura” e di “Fondazione CRT”. L’appuntamento, in collaborazione con “ASIFA Italia” (l’Associazione torinese che riunisce gli artisti e i professionisti dell’“animazione” italiana) ed il “Museo Nazionale del Cinema” è per lunedì 29 settembrealle 20,30, al “Cinema” di via Verdi 18, dove verrà proiettata un’attenta selezione dei più celebri cortometraggi del maestro ceco: “un percorso – sottolineano gli organizzatori – che dà vita a corpi che si assemblano, si disgregano e si divorano, costruendo una poetica fatta di carne, desiderio e oggetti animati, in un dialogo continuo fra eros e repulsione, gioco e morte”.

Ben lungi, dunque, dalle tradizionali atmosfere fiabesche del “teatro di figura”, il programma della serata al “Massimo” prevede la proiezione di “Moznosti dialogu”  (“Dimensions of Dialogue”, 1982), forse il “corto” più noto di Švankmajer , dove corpi di materiali diversi si scontrano, fondono e si distruggono; ma anche “Mužné hry” (“Virile Games”, 1988), una partita di calcio tra pupazzi fatti di carta e plastilina che si trasforma in un macabro massacro e “Meat Love” (1989), una fulminante metafora dell’amore, con due “fette di carne” che danzano ignare del loro destino.

E, ancora, verranno presentati “Jídlo” (“Food”, 1992), l’inquietante trilogia in cui i personaggi si mangiano letteralmente a vicenda, “in un’apoteosi di ingordigia e automatismo”“Rakvičkárna” (1966), satira macabra e carnale dell’amore come trappola, ripetizione, morte; “Historia Naturae” (1967), trattato grottesco sulla natura come carne e “Tma, Svetlo, Tma” (1989), corto ironico, perturbante ed erotico, con forti “sottotesti freudiani”.

L’appuntamento è di sicuro interesse, curioso e “avventuroso”. Imperdibile per gli aficionados del genere. Un consiglio: entrate al cinema ben carichi e pronti alla sfida.

I biglietti, al costo di 6 euro (intero) e 4 euro (ridotto), possono essere acquistati “online” fino a due ore prima della serata (https://www.cinemamassimotorino.it) o direttamente in cassa.

  1. m.

Nelle foto: Alcune scene da “Moznosti dialogu”, 1982 e“Mužné hry”. 1988

Stefano Ressico, il giovane regista che vuole cambiare il cinema italiano

Stefano Ressico, classe 2000, è un giovane regista italiano che punta a rivoluzionare il cinema del nostro Paese. Da sempre appassionato di cinema, vuole superare i soliti schemi di commedie leggere e drammi pesanti, portando sullo schermo nuovi generi, linguaggi e idee in grado di parlare ai giovani e aprire il mercato italiano all’estero.
Seguitissimo sui social, con oltre 200.000 follower su TikTok e 25.000 su Instagram, racconta il suo percorso di crescita artistica e condivide dietro le quinte dei suoi progetti.
Il suo ultimo cortometraggio, girato in due giorni con una troupe di 20 persone, riflette sul tema delle sovrastrutture religiose e su quanto spesso l’apparenza inganni: chi sembra “buono” può essere disumano, mentre chi appare “sbagliato” è in realtà profondamente umano. Una ragazza punk, una canna, e il rap anni ’80 come colonna sonora diventano simboli di libertà e verità.
Con idee chiare e grande determinazione, Ressico rappresenta una nuova voce del cinema italiano, pronta a farsi sentire.

Enzo Grassano

“Avanguardia pura” torna al Teatro Colosseo

Sabato 4 ottobre, alle 20.30, torna al Teatro Colosseo “Avanguardia pura”, che aveva già fatto registrare un entusiasta sold out nella stagione 2024/2025. Dopo aver conquistato il pubblico italiano con numerose date da tutto esaurito, e oltre 15 mila biglietti venduti, tornano in via Madama Cristina Camilla Boniardi, per tutti Cami Hawke, e Guglielmo Scilla con il loro spettacolo teatrale. “Avanguardia pura” è uno show comico, ma anche un’esperienza che gioca con le aspettative, stravolge le convenzioni e mette alla prova I limiti del genere. Con ritmo serrato e complicità evidente, Boniardi e Scilla alternano sketch, momenti di improvvisazione e trovate, dimostrando che la risata può nascere in modo nuovo e imprevedibile.

Camilla Boniardi, monzese classe 1990, si impone come una delle voci più seguite del web, grazie alla capacità di unire ironia e sensibilità, passando dalle piattaforme digitale della scruttura fino alla radio e alla televisione. Al suo fianco Guglielmo Scilla, nato sul web con lo pseudonimo Will Woosh, affermatosi come autore, attore e conduttore, ha saputo conquistare pubblici diversi con versatilità e talento. Insieme hanno dato vita a un progetto che segna una nuova stagione della comicità contemporanea, capace di parlare a generazioni diverse.

Gian Giacomo Della Porta

Torinodanza alle Fonderie Limone

Le Fonderie Limone ospiteranno il 27 e 28 settembre, nella Sala Grande il balletto “Bring your own”, nella Sala Piccola, in prima nazionale, il balletto “Giocasta”, tratto dal celebre mito, per la rassegna Torinodanza

Il 27 e 28 settembre, rispettivamente alle 20.45 e alle 18, presso le Fonderie Limone di Moncalieri, nella Sala Grande, avrà luogo il balletto “Bring your own”, per la coreografia di Rambert Dance & (LA)HORDE. Il balletto si suddivide nei brani “Wearher is sweet”, “Room with view” e “Hop(e)storm”, in prima nazionale, in collaborazione con i danzatori di Rambert.

“Bring your own” è crudo, sensuale, vivo. Ti tufferai nel caos o ti tirerai indietro ? Sentirai tutto o niente ? In questa collaborazione epica con (LA)HORDE, i danzatori di Rambert si donano completamente all’opera della compagnia francese. “Weather is sweet” è caratterizzato da luci al neon, ispirato alla scena dei club di Los Angeles, catapultando il pubblico in alcune tra le domande più importanti del nostro tempo, riguardanti l’intimità, il consenso e la sex positivity; in “Room with a view”, viscerale e potente, costringe a guardarsi allo specchio e chiedersi cosa importi davvero; il terzo brano “Hop(e)storm” è commissionato in esclusiva per Rambert ed è presentato a Torinodanza Fest in prima nazionale. Come un viaggio viscerale nel caos di una festa, questa produzione elettrizzante sfuma i confini tra libertà e controllo, lasciando al pubblico la scelta se immergersi nella follia oppure allontanarsi. La collaborazione tra Rambert e (LA)HORDE è resa possibile dal supporto di Cockayne-Grants for the Arts e ai fondi raccolti da Vogue World London.

(LA)HORDE è stata fondata nel 2013 e unisce gli artisti Marine Brutti, Jonathan De Brouwer e Arthur Harel. La danza, il cuore pulsante del loro lavoro, e attorno ad essa il collettivo sviluppa opere coreografiche, film e performance.

Il 27 settembre, alle 19.30 in prima nazionale, presso le Fonderie Limone, nella Sala Piccola, verrà rappresentato il balletto “Giocasta”, con la partecipazione del Balletto Civile e la coreografia di Michela Lucenti. Si tratta della fine di una storia d’amore che condanna il futuro e segna un’intera generazione.

“I miti- secondo la regista Michela Lucenti – come segni indelebili continuano a vivere nei nostri atti quotidiani, nella violenza, nel sacrificio e nell’amore. Le storie delle nostre periferie non sono meno potenti o tragiche di quelle degli eroi, ed è ai nostri giorni che ambientiamo la storia di un amore impossibile tra una donna matura e un giovane marito, e poco importa se, come si mormora nei bar, lei sia veramente sua madre. Il legame tra tragedia e commedia è inestricabile, come la vita insegna. Così Giocasta, la madre controversa della tragedia greca, qui diviene una donna anonima, protagonista del racconto frammentato scaturito dalla tensione poetica che emerge di fronte al dramma dell’amore, nella sua forma più pura e nella sua assoluta e tragica prevedibilità. Pochi gli oggetti in scena, il linguaggio fisico accompagna la narrazione, la voce è strumento musicale, sono presenti una struttura non lineare, un flusso di coscienza, un canto dissonante e un corpo che freme per raccontare la velocità del tempo che passa, e la lucida follia della stirpe di Edipo. Una sfida alla società patriarcale in una Tebe contemporanea. Da un’idea di personaggio, da una ricerca antropologica sulla tragedia, nasce il desiderio di non assemblare né virgolettare il mito, ma di raccontarlo di nuovo per comprenderlo in profondità. La danza, per me, non è solo un fatto estetico ma un atto comunicativo, un pensiero condiviso sulla crisi che intercorre tra individuo e comunità in un tempo di trasformazione”.

Mara Martellotta

“Parole in collina” i vincitori della terza edizione del “Premio di Narrativa”

A Casale Monferrato, promosso dalla torinese “Neos Edizioni”

Sabato 27 settembre, ore 16,30

Casale Monferrato (Alessandria)

E’ al suo terzo compleanno l’ancor giovane, ma assai promettente, Premio di Narrativa “Parole in collina”, ideato dalla torinese “Neos Edizioni Srl”, con il patrocinio di “Regione Piemonte”, delle “Province di Alessandria e Asti”, delle “Città di Casale Monferrato, Asti e Alessandria” e del “Club per l’UNESCO” di Vignale Monferrato. Tema di quest’anno, su cui dovevano cimentarsi gli scrittori o aspiranti scrittori iscritti al Premio: “Gente del Monferrato”, con racconti ispirati a paesaggi reali, figure storiche o appartenenti alla tradizione popolare, narrati in forma letteraria. Nel 2023, alla sua prima edizione, il Concorso letterario aveva visto come tema prescelto “Monferrato, paesaggio vivo”, seguito l’anno successivo da “Monferrato, terra di borghi e di città”.

Spiega Silvia Maria Ramasso, amministratore unico della “Casa Editrice” di via Beaulard, a Torino, nata nel 1996 come marchio della storica “Tipolito Subalpina” (tipografia editoriale torinese attiva dal 1953): “‘Neos Edizioni’ da oltre vent’anni porta avanti progetti culturali legati al territorio, spesso utilizzando la narrativa come strumento per valorizzare luoghi e storie poco note. Ed è proprio sulla scia di questo impegno che nel 2023 ha preso il via il Premio di Narrativa’ ‘Parole in collina’”. Premio apprezzato sempre più nel corso degli ultimi anni, con una partecipazione decisamente positiva e spesso di buon livello.

Venti sono i racconti “finalisti” di questa terza edizione. La premiazione (alla presenza delle Autorità del territorio, al presidente del “Club per l’UNESCO” di Vignale Alberto Maffiotti e all’editrice Silvia Maria Ramasso) si terrà il prossimo sabato 27 settembrealle 16,30, presso il “Salone del Senato” della Biblioteca Civica di Casale Monferrato (Alessandria), in via Corte d’Appello 12.

In contemporanea verrà anche presentata l’“Antologia” dei racconti finalisti, pubblicata ad hoc, da “Neos Edizioni”, sotto il titolo (come da tema indicato) di “Gente del Monferrato”. Il volume include anche il racconto vincitore della borsa di studio “Short & Surprise – Franco Francescato”, per allievi delle Scuole Medie di Canelli, due “racconti fuori concorso” e un pregevole “corredo fotografico” curato dal “Club per l’Unesco” di Vignale Monferrato, che arricchisce il libro anche attraverso un’estensione online, accessibile dal libro tramite “Qrcode”. Si tratta di scatti fotografici di notevole levatura, immagini che aiutano egregiamente le parole a raccontare un Monferrato “d’antan”, neppur troppo lontano, attraverso il più semplice “quotidiano” di gente, donne e uomini, operosa che ha saputo trasmettere alle attuali generazioni la “sacralità” di un vivere fatto di sempre vincente semplicità e di un’integrità morale cui consegnare il prezioso testimone dei nuovi tempi.

Il racconto “primo classificato” si aggiudicherà il Premio Speciale “Città di Casale Monferrato” del valore di mille euro.

Gli autori dei primi cinque racconti classificati riceveranno la “Targa del Premio 2025”, mentre al “Comune” in cui è ambientato il racconto vincitore sarà consegnata la targa di “Paese narrato 2025”.

Omaggi librari e del territorio saranno distribuiti a tutti i finalisti.

Per info: “Neos Edizioni”, via Beaulard 31, Torino; tel. 011/7413179 o www.neosedizioni.it

G.m.

Nelle foto: Cover Antologia “Gente del Monferrato” e alcune immagini fotografiche

Reano, visite Museo della Cappella della Pietà e Chiesa Parrocchiale

Domenica 28 settembre 

A Reano, nel pomeriggio di ogni ultima domenica del mese è possibile visitare gratuitamente il Museo della Cappella della Pietà, uno scrigno di tesori, dove sono custoditi i preziosi dipinti appartenenti al celebre Ciclo pittorico di Pietrafitta. Si tratta di sette quadri che rappresentano una delle più significative testimonianze dell’arte tardo-rinascimentale toscana, nonché uno dei più importanti patrimoni artistici del Piemonte. I bozzetti di questi dipinti sono custoditi al British Museum di Londra. Le tele, presentate al Louvre e pubblicate a Londra nel 1997, sono state restaurate dagli artisti Giovine e De Vero.
Domenica 28 settembre, a partire dalle ore 15, il pubblico, dopo aver ammirato queste meraviglie, commissionate nel 1584 dal ricco banchiere fiorentino Alessandro degli Acciaiuoli per la sua tenuta di Pietrafitta a San Gimignano (SI) ed eseguite da alcuni fra i migliori pittori toscani presenti a Firenze alla fine del Cinquecento, avrà la possibilità di visitare la Chiesa Parrocchiale di San Giorgio Martire, fatta edificare a sue spese nel 1852 in stile gotico-normano dal Principe Carlo Emanuele Dal Pozzo della Cisterna, padre della Regina Maria Vittoria di Spagna.
Una vera immersione nella cultura, adatta a grandi e piccini. Con gli occhi colmi di stupore dopo aver visitato la magnifica cappella e i suoi tesori, i visitatori potranno infatti scoprire le bellezze della Chiesa Parrocchiale, fino ad oggi aperta solo durante le funzioni religiose. Tra gli straordinari dipinti che ornano il luogo di culto, il pubblico rimarrà colpito dalla “Vergine del Rosario” realizzata nel Seicento dal pittore saviglianese di scuola caravaggesca Giovanni Antonio Molineri, autore di molte illustri opere custodite nella Galleria Sabauda e nelle chiese del torinese e cuneese. A piedi della Vergine sono raffigurati Amedeo Dal Pozzo, primo Conte di Reano e la seconda moglie Maria Valperga di Masino. Questo dipinto è stato restaurato dagli esperti del Centro Conservazione e Restauro della Reggia di Venaria Reale.
Sarà inoltre possibile conoscere i contenuti della tesi di laurea in architettura realizzata dalle architette Laura Audagnotti e Alessandra Bertelle.
Visite guidate gratuite a partire dalle ore 15 in collaborazione con l’Associazione Internazionale Regina Elena Odv.
E’ gradita la prenotazione chiamando il Comune di Reano al seguente numero: 0119310244 int. 1 o 6.

Andrea Carnino

TO LISTEN TO Festival dell’ascolto sperimentale

Phill Niblock – We played it loud!

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

 

Concerto: giovedì 25 settembre ore 18:30

Installazione: 26 settembre – 4 ottobre 2025

 

 

La GAM di Torino è lieta di ospitare We played it loud! di Phill Niblock, un progetto sonoro e audiovisivo che si inserisce nel programma del festival dell’ascolto sperimentale To Listen To, giunto alla sua quarta edizione.

Il museo continua il suo percorso di apertura alla sperimentazione e alla pluridisciplinarietà, proponendosi come un laboratorio vivo capace di accogliere linguaggi diversi e molteplicità di visioni. In questo spirito, l’evento dedicato a Phill Niblock rappresenta ancora una volta un’occasione per tessere una trama tra l’anima storica della GAM e la sua vocazione contemporanea, sperimentale e trasversale.

Promosso dalla SMET – Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, To Listen To si è affermato come punto di riferimento per la ricerca musicale e sonora, proponendo performance, installazioni, nuove composizioni, workshop e momenti di riflessione. Il festival mette al centro un’idea di ascolto attivo, curioso, non passivo, che attraversa le barriere di genere e generazione per aprirsi a esperienze inedite, con l’ambizione di formare un pubblico sensibile al nuovo, capace di accogliere l’inaspettato e di sviluppare strumenti critici attraverso il suono.

Il concerto – giovedì 25 settembre 2025, ore 18:30

In programma tre opere di Phill Niblock per strumento amplificato e fixed media, in cui la densità del suono e la tensione percettiva si combinano con la proiezione in multischermo dei film della serie The Movement of People Working:

FeedCorn Ear (2013), per violoncello amplificato – Agnese Polli Agnese Polli – violoncello

Twelve Tones (1977), per contrabbasso amplificato – Pietro Barbera – contrabbasso

First Out (2015), per chitarra elettrica – Guglielmo Diana – chitarra elettrica

 

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

L’installazione – dal 26 settembre al 4 ottobre, ore 10–18

Dal 26 settembre al 4 ottobre la GAM ospita l’installazione audiovisiva dedicata a Phill Niblock, con la proiezione multischermo dei film della serie The Movement of People Working e la diffusione in loop di un ampio corpus di composizioni elettroacustiche dell’artista: A Third Trombone, FeedCorn Ear, First Out, Four Full Flutes, Held Tones, Mix-A Trom & 12 Tones, Octavio Perc2, Organ (Nagro), A Rooks Pun, Bag, DreGliss, Euph, Praised Fan, Ronet, Stosspeng, Sweet Potato-Cured, Twelve Tones, Unipolar Dance, V&LSG.

Phill Niblock

 

Per oltre quarant’anni ha proiettato nella propria opera una visione intermediale del lavoro, associando musica minimalista, arte concettuale, cinema strutturale, arte sistematica o ancora politica, nella direzione di un cambiamento della percezione e dell’esperienza del tempo.

L’installazione audiovisiva che viene qui presentata è stata realizzata a partire dai materiali di The Movement Of People Working, una lunga serie di film realizzati da Phill Niblock tra il 1973 e il 1985 nelle aree rurali di paesi di tutto il mondo (Cina, Brasile, Lesotho, Giappone, Hong Kong, Messico, Ungheria, Romania, Perù).

Attraverso inquadrature semplici e sofisticate, con un montaggio secco e una gestione impeccabile dei colori, i film, con incredibile attualità, preannunciano le contraddizioni e i paradossi della globalizzazione.

La ripetitività dei gesti del lavoro manuale si associa con naturalezza all’apparente staticità dei suoni provenienti dalle composizioni elettroacustiche di Niblock, continuamente cangianti negli spettri sonori.

La musica che li accompagna esplora la struttura del suono ottenuto con microvariazioni organizzate in accordi molto densi ed eseguiti per lunghe durate. La combinazione di tessiture sovrapposte prodotte da strumenti tradizionali e di movimenti armonici graduali genera una musica estremamente originale e ipnotica. Suono e immagine si fondono in un flusso continuo che elude ogni riferimento temporale dall’interno di una pulsazione trascendente.

Le maioliche di Franzo Grande Stevens donate ai Musei Reali

Martedì 23 settembre 2025 Mario Turetta, Direttore Delegato dei Musei Reali di Torino, ha firmato l’atto di donazione di 146 maioliche della manifattura abruzzese di Castelli da parte dei figli Riccardo, Cristina e Sofia, eredi dell’Avv. Franzo Grande Stevens che danno così seguito alla sua volontà. “Nonostante nostro padre sia sempre rimasto legato alla città che gli ha dato i natali, la “sua” Napoli, ci ha sempre ricordato che non avrebbe mai potuto ottenere i suoi successi lavorativi, se non in una città come Torino. Lasciando la sua collezione, ha voluto così ringraziarla”.

 

“Siamo lieti di accogliere questa importante collezione raccolta con grande cura e passione da una delle personalità di primo piano nel panorama culturale torinese e che offre un sicuro arricchimento delle collezioni d’arte decorativa dei Musei Reali” dichiara Mario Turetta.

 

La collezione Grande Stevens è composta da oggetti che insieme documentano in modo esaustivo l’attività delle più importanti manifatture presenti nella città di Castelli d’Abruzzo (provincia di Teramo) tra l’inizio del Seicento e l’inizio dell’Ottocento, mostrando in maniera completa e attraverso esemplari di alta qualità stilistica la genesi, lo sviluppo e le caratteristiche di questa produzione. I manufatti sono attribuibili ai maggiori maestri castellani, appartenenti a dinastie specializzate nella lavorazione ceramica, tra cui si distinguono le famiglie Grue e Gentili, e illustrano l’evoluzione stilistica della maiolica, dal sobrio impiego del fondo bianco e dalla semplicità decorativa delle origini, fino ai molti esemplari istoriati di gusto barocco e rococò, impreziositi da allegorie, paesaggi, scene di genere e di caccia, composizioni pastorali e soggetti tratti dalla mitologia, dalla storia antica, dalle Sacre Scritture e dalla vita quotidiana. Le iconografie sono spesso ispirate a stampe di grandi incisori italiani quali Antonio Tempesta e Stefano Della Bella.

 

Nel corso del Seicento e del Settecento la maiolica di Castelli conobbe un significativo apprezzamento internazionale grazie alla raffinatezza dei motivi ornamentali, all’uso di una tavolozza brillante e preziosa composta principalmente da cinque colori (il giallo, l’arancio, il blu, il verde ed il bruno di manganese) e all’innovazione nelle tecniche produttive. Tale eccellenza influenzò le manifatture di altri centri abruzzesi e attrasse le committenze di importanti famiglie della borghesia e della nobiltà europea, nonché della corte imperiale russa, tanto che oggi i manufatti di Castelli sono conservati in alcune delle più prestigiose istituzioni museali del mondo, quali l’Ermitage di San Pietroburgo, il Metropolitan Museum di New York e il British Museum di Londra.

La collezione trova un coerente inserimento nelle raccolte dei Musei Reali in quanto il Palazzo Reale di Torino conserva alcune significative maioliche di Carlo Antonio Grue (1655-1723), allestite nel piccolo e raffinato Gabinetto delle Scritture private del re, all’ingresso della Galleria del Daniel, nell’Appartamento di Rappresentanza: inserite all’interno di una boiserie intagliata e dorata in stile rocaille, le dodici scene di forma circolare spiccano per la vivace policromia che nel tempo ha portato alla denominazione dell’ambiente di “Gabinetto delle Maioliche”.

 

Dopo un accurato studio la collezione Grande Stevens troverà posto lungo il percorso di visita dei Musei Reali.

 

Musei Reali di Torino (Piazzetta Reale, 1)

 

Informazioni: https://museireali.beniculturali.it/