Ospii d’onore Sergio Moses, Fabrizio Voghera e Vincenzo Torelli
Anita Contini , Concetta DiRicco,, Katia Nettis, Isabella Fruci, Gabry Zaccheo, Salvatore Pasqualetto, Claudio Troiano, Angelo Cauda, Moreno Stefanini.
Il Centro Culturale Protestante di Torino, attento alla promozione di eventi culturali legati alla realtà protestante della città metropolitana di Torino ed in particolare alla musica, vuole arricchire il già nutrito palinsesto di eventi annuali con una rassegna di concerti per pianoforte solista e con l’accompagnamento di altri strumenti, offrendo a diplomandi o neo diplomati segnalati dei conservatori piemontesi, l’opportunità di esibirsi presso il Tempio Valdese di Torino.
In questo progetto si inserisce il recital del pianista Giampiero Moneti
sabato 10 ottobre alle ore 17 presso
il Tempio Valdese in Corso Vittorio Emanuele II, 23
Info: www.torinoprotestante.org – tel. 011 669 2838 mail: torinoprotestante@gmail.com
Un lungo secolo, che scavalca i tempi abituali. L’Ottocento. Dagli ultimi fuochi della Rivoluzione francese sino ad arrivare alla fine del primo Grande Conflitto, l’abbandono cruento dell’Ancien Régime per spingersi incontro ad un secolo nuovo e pericoloso.
Al centro le guerre d’Indipendenza, il colonialismo e le sue piaghe, l’importanza sempre maggiore della borghesia che va sostituendosi alla nobiltà, i decenni delle grandi quanto affascinanti esplorazioni, le guerre che ridisegnano gli atlanti, le scoperte messe in campo per dare un volto nuovo alla società. Non ultima la costruzione delle ferrovie, che cambiano il paesaggio e indicano un nuovo modo di viaggiare: le più antiche – la Napoli/Portici o la Milano/Monza – messe al servizio delle corti, la Torino/Genova del 1845 costruita per lo sviluppo del trasporto delle merci. Un secolo importante. Che necessita di un testimone importante, capace di farlo rivivere anche agli occhi di noi moderni, che mostri – quasi cantore di “una vita in diretta”, preciso e raffinato cronista del suo tempo – le azioni e i mutamenti che gli sono corsi attraverso.
Cronache dall’Ottocento ovvero La vita moderna nelle opere di Carlo Bossoli e nelle fotografie del suo tempo s’intitola la mostra che la Fondazione Accorsi-Ometto presenta sino al 31 gennaio 2021, fortemente voluta dal direttore Luca Mana, curata da Sergio Rebora con la collaborazione di Daniela Giordi per la sezione fotografica. Con prestiti privati e pubblici (Museo del Risorgimento e Galleria d’Arte moderna di Torino, Archivio di Stato di Torino, il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, il Museo del Risorgimento di Milano e i Musei Civici di Varese), sono presenti cinquanta dipinti di Bossoli (paesaggi, scorci cittadini, opere celebrative, immagini della Storia catturate quasi in istantanea) e 40 fotografie di maestri italiani e stranieri, appropriandosi la fotografia della giusta attenzione, “non più arte ma storia”, inconfutabile specchio di una società, di una vita che cambia verso la modernità, che abbraccia la città e la campagna, che testimonia il progresso e le distruzioni di una guerra, che corre in simultanea con l’azione descritta.
Proveniva da una famiglia di origine svizzera Carlo Bossoli, era nato a Lugano nel 1815 e solo cinque anni dopo aveva seguito il padre trasferitosi a Odessa, nella Russia dei Romanov, curioso e pronto di lì a pochi anni ad accrescere una formazione artistica, da autodidatta, che l’avrebbe presto visto vedutista, scenografo e autore di “cosmorami” panoramici. Poi il ritorno nel Canton Ticino, il decennale soggiorno milanese all’interno del quale visse gli eventi delle Cinque Giornate e fu onorato altresì delle numerose commissioni delle famiglie aristocratiche: e infine, nel 1853, l’arrivo a Torino. Dove trovò quella corte sabauda che gli avrebbe conferito la patente di “pittore reale di storia”, con l’incarico di raffigurare tra l’altro i luoghi delle ferrovie inaugurate in Piemonte in quegli anni, dipinti da cui fu tratta la celebre serie di litografie intitolata Views on the railway between Turin and Genoa, pubblicata a Londra, ancora nel ’53. E dove progettò la propria casa, un’abitazione con un giardino privato e uno studio dentro cui lavorare, un esempio di stile moresco andato perduto nelle proprie fisionomie (lo si può ammirare in un’opera dello stesso Bossoli del 1868 presente in mostra): ma il palazzo s’affaccia ancora oggi sul Lungo Po Diaz, sopra i Murazzi, all’altezza di via Giolitti. Morì nel 1884: e nel lungo periodo in cui operò, percorse le strade di Russia, Inghilterra, Scozia, Irlanda, Spagna e Marocco, testimoniando gli avvenimenti storici e privati che oggi queste “cronache” ci rendono.
Suddivise in cinque sezioni, un raffinato percorso che guarda alla storia e all’arte, concepito dall’allestimento di Diego Giachello, attento all’interno delle sale all’impiego dei colori e alla loro morbidezza, in pieno accordo con le opere esposte. I centri urbani disseminati lungo lo stivale, il capolavoro del Duomo palermitano e della sua piazza (del 1871) e il Canal Grande a Venezia e il torinese palazzo Coardi di Carpeneto con il suo atrio elegante e animato di personaggi, come le vaste piazze della Capitale sabauda divise tra divertimento e attività lavorative: accanto le prove fotografiche, a confronto, un allinearsi di tinte ambrate a restituirci la Torino lontana più di un secolo e mezzo fa. Le tempere su carta di Bossoli abbracciano poi i differenti momenti storici, la prima e la seconda Guerra d’Indipendenza come la difesa della Repubblica Romana del ’49, Vittorio Emanuele II a Palestro o mentre scende con i suoi ministri lo scalone di palazzo Madama in occasione dell’apertura della Quinta Legislatura, le scuderie juvariane di Venaria, felicemente riscoperte di recente, in un susseguirsi di ombre tra cavalli e stalli, colori, particolari, frammenti vivissimi, o ancora la guerra di Crimea, alla metà degli anni Cinquanta, fotografata in un primo tempo a opera di Roger Fenton, al seguito dell’esercito britannico, e poi da James Robertson (sua la Postazione d’artiglieria) e Felice Beato, due veri e propri reporter di guerra.
Il capitolo delle ferrovie testimonia l’ammodernamento del paese e soprattutto il primato dello stato sabaudo; come un’attenzione a sé merita l’esotismo, con il Bazar del 1847, l’interno del caffè di Galata e l’ampio panorama di Istanbul (l’antica Costantinopoli) del 1878 con i suoi minareti, i gruppi di personaggi nei loro abiti, le case ed i palazzi, tutti schierati come su di un palcoscenico, ben visibili in primo piano mentre le montagne e l’azzurro del cielo si perdono impalpabili in lontananza; e ancora il Marocco e l’Egitto, cui molti guardavano con curiosità, quasi un paese da sogno, tra l’antico (le immagini con le rovine di Karnak) e il moderno, all’indomani dei lavori dello stretto e del successo dell’Aida verdiana. L’ultima sezione considera, ancora in uno stretto rapporto tra tempere e materiali fotografici, le molteplici vedute di ville e giardini storici, il piacere di vivere in campagna, i luoghi della tranquillità e del piacere fuori delle città, quasi al loro riparo (il secolo precedente aveva conosciuto al riguardo le opere di Magnasco e di Bellotto), morbidi capolavori che ci raccontano tra gli altri della Villa Giulia a Bellagio, una vera e propria testimonianza per i proprietari, il ricordo di gite in barca, di passeggiate nel parco, di feste notturne o di ricevimenti pomeridiani, la descrizione esatta e ancora una volta immediata dei riti mondani di una società di cui Bossoli era testimone. Chi visiterà la mostra si soffermi davanti ai minuscoli schermi su cui scorrono “leggerissime” clip, della durata di un minuto circa, chiaramente in un canonico bianco e nero, montaggi curiosi, mobili testimonianze di un’epoca che ha ancora molto da dirci: a movimentare una mostra che qualcuno ha temuto per un attimo che fosse “noiosa”. Se ne volete scoprire l’alto tasso di vitalità, non mancate.
Elio Rabbione
Le immagini
Carlo Bossoli, “Veduta del Duomo di Palermo”, 1871, tempera su carta applicata su tela, 59 x 89 cm, coll privata, courtesy Galleria Aversa, Torino
Carlo Bossoli, “Veduta della scuderia grande di Venaria Reale”, 1853, tempera su carta applicata su tela, 55 x 77 cm, coll privata
James Robertson, “Crimea. Postazione di artiglieria al termine della battaglia”, 1856, carta salata, 259 x 200 mm, coll Marco Antonetto
Antonio Beato, Egitto, Luxor-Karnack, veduta degli obelischi nel tempio di Amon-Ra”, circa 1870, stampa all’albumina, 275 x 212 mm, coll Marco Antonetto
Carlo Bossoli, “Veduta di Istanbul”, 1878, olio su cartone, 46,5 x 76,5 cm, coll privata
Cerimonia di premiazione sabato 10 ottobre, al “Teatro Sociale” di Alba
Alba (Cuneo)
Un’edizione particolare, la decima del “Premio Lattes Grinzane”, la cui cerimonia di premiazione si terrà ad Alba, sabato 10 ottobre prossimo, alle 16,30, al “Teatro Sociale Busca”, in piazza Vittorio Veneto 3. Particolare poiché la cerimonia si svolgerà sia in presenza sia in diretta streaming – pandemia docet – sul sito e sulla pagina Facebook della Fondazione Bottari Lattes, dal 2011 promotrice del Premio, dedicato ai migliori libri di narrativa, italiana e straniera, pubblicati in Italia, nell’ultimo anno. Ma edizione particolare anche per un altro encomiabile motivo. Il “Premio Speciale” destinato di consueto ad uno scrittore di fama internazionale riconosciuta e condivisanel tempo da pubblico e critica, andrà infatti alle donne e agli uomini, ai professionisti, ai volontari, ai medici e agli infermieri della nostra “Protezione Civile”impegnata per mesi terribili nella sfida quotidiana dell’emergenza sanitaria. “Nonostante le difficoltà che il mondo della cultura sta affrontando a causa del Covid 19, il Premio – spiega Caterina Bottari Lattes, presidente della Fondazione di Monforte d’Alba – ha saputo portare avanti il proprio progetto di diffusione della lettura e della narrativa contemporanea tra i giovani, coinvolgendo anche quest’anno 400 studenti delle giurie scolastiche e collaborando come sempre con case editrici, giurati, lettori, partner istituzionali ed enti territoriali e privati”. Cinque romanzi per cinque scrittori finalisti, selezionati nel maggio scorso dalla Giuria Tecnica, presieduta da Gian Luigi Beccaria. Su di loro cadrà il verdetto degli studenti delle Giurie Scolastiche (25 in tutt’Italia, da Trieste a Lampedusa, ed una Parigi), con lo spoglio dei voti che si terrà proprio nella cerimonia finale di sabato 10 ottobre ad Alba, in cui avverrà la proclamazione in diretta della vincitrice o del vincitore del “Premio” edizione 2020. In gara due giovani italiani, un tedesco, un israeliano e un turco. Questi i loro nomi: il lombardo di Saronno Giorgio Fontana con “Prima di noi” (Sellerio), il tedesco Daniel Kehlmann con “Il re, il cuoco e il buffone” (traduzione di Monica Pesetti; Feltrinelli), l’israeliano Eshkol Nevo autore de “L’ultima intervista” (traduzione di Raffaella Scardi; Neri Pozza),la partenopea di Torre del Greco Valeria Parrella conun romanzo ambientato nel carcere minorile napoletano di Nisida dal titolo “Almarina” ( per i tipi di Einaudi ) e la scrittrice turca Elif Shafak con “I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo” (traduzione di Daniele A. Gewurz e Isabella Zani per Rizzoli). Il “Premio Speciale”, come detto, andrà alla nostra“Protezione Civile”. A ritirarlo sarà lo stesso Capo Dipartimento Angelo Borrelli. “Da sempre dedicato a un’autrice o un autore internazionale, in questo anno drammatico che vede il pianeta duramente colpito dalla diffusione del contagio da Covid, il Premio Speciale– ricorda ancora Caterina Bottari Lattes – viene riconosciuto alla Protezione Civile come apprezzamento per il grande impegno profuso”. All’ente andrà la somma di consueto destinata a una scrittrice o a uno scrittore internazionale (come Haruki Murakami nel 2019, Antònio Lobo Antunes nel 2018, Ian McEwan nel 2017, Amos Oz nel 2016 e Javier Marías nel 2015).
L’ingresso alla cerimonia di premiazione del “Lattes Grinzane” è gratuito fino a esaurimento posti e si svolgerà nel pieno rispetto delle normative di sicurezza per l’emergenza Covid-19.
La prenotazione è obbligatoria. Inviare mail con nome e cognome a: book@fondazionebottarilattes.it
g. m.
Con l’autore dialogherà Federico Audisio di Somma. La prenotazione è obbligatoria. Si può chiamare al +39 011 8904401 o scrivere, specificando nominativi dei partecipanti e un recapito telefonico, a info@circololettori.it. Raffaele Miassot, architetto e designer, da oltre quarant’anni svolge la sua professione in Italia e all’estero. Appassionato di arte e artista a sua volta per diletto, considera la sua attività una missione che aiuti gli altri a vivere meglio. Il libro racconta la storia di Massimo che da ragazzo è vittima di un brutto incidente che lo fa entrare in coma. Di quei terribili giorni solo una frase gli resterà nella memoria: “Tornerai sulla terra perché hai un compito da svolgere”. Massimo, risvegliatosi per miracolo, intraprenderà la carriera di architetto, laureandosi con una tesi sulla versatilità dei condomini torinesi della Falchera. Da quel momento una nuova idea si farà strada nella sua mente, accarezzando la suggestione di un nuovo concetto di abitazione: un condominio con spazi comuni, condivisi da tutti gli abitanti che a loro volta, socializzando, diventeranno una grande famiglia pur mantenendo i propri spazi e la loro privacy. Quello che Massimo non sa è che colui che gli causò il terribile incidente sta ancora aspettando la vendetta e tenterà di piegare il destino per spezzare ogni sua speranza. Ma quella frase, scolpita nella mente dell’architetto, funzionerà da guida lungo un percorso che lo porterà a scoprire l’importanza della vera amicizia.
M.Tr.
Morsi Editore nasce dalla voglia e competenza di Giulia Pavani di unire realtà artistiche e culturali del territorio torinese per creare progetti appartenenti al mondo dell’editoria militante offrendo uno sguardo radicale su politica, cultura e società attraverso mezzi di comunicazione artistica.
Sensibilizzazione della collettività su vari aspetti, focalizzazione sull’attualità per cercare un punto d’incontro tra le arti visive e la società moderna per rivolgere lo sguardo verso la disobbedienza creativa mista all’innovazione e alla sperimentazione sono tra gli obiettivi dell’officina indipendente.
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I 18 spettacoli in programma – 12 in cartellone al Teatro Superga e 6 concerti di lirica e musical a corte nel Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi – tra commedie, teatro d’autore, tragedie rivisitate, musical e concerti, sono il mezzo per viaggiare con l’immaginazione, il pensiero e la fantasia. Gli “attori” del viaggio, sono, tra gli altri, Maurizio Lastrico, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, Lello Arena, Tullio Solenghi, Corrado d’Elia, Angela Finocchiaro e Daniele Trambusti.
La stagione 2020-2021 del Teatro Superga è promossa dalla Città di Nichelino, firmata dalla co-direzione artistica di Alessio e Fabio Boasi insieme a Claudia Spoto, direttrice del Teatro Colosseo, in collaborazione con Piemonte dal Vivo, protagonista in ambito regionale della diffusione della cultura teatrale nelle differenti dimensioni artistiche che abitano il palcoscenico con l’obiettivo di costruire delle stagioni su misura e vicine alle comunità locali. Per il sesto anno consecutivo, la gestione e la campagna di comunicazione sono di Reverse Agency all’interno di Sistema Cultura, il concetto dinamico di rete tra tutte le realtà culturali del territorio fortemente voluto dalla Città di Nichelino dal 2015.
IL CARTELLONE
La stagione 2020-2021 del Teatro Superga riparte con gli spettacoli “sospesi” causa Covid e, in una sorta di continuità, quello che avrebbe dovuto chiudere la stagione precedente aprirà la nuova con un doppio appuntamento, sabato 31 ottobre e domenica 1 novembre: “Nel mezzo del casin di nostra vita” di Maurizio Lastrico. Attraverso i suoi celebri endecasillabi “danteschi” che mescolano il tono alto e quello basso, l’attore-cabarettista ripercorre il meglio del suo repertorio raccontando con ironia di incidenti quotidiani, di una sfortuna che incombe, di un caos che gode nel distruggere i rari momenti di tranquillità della vita. “Turandò” di domenica 6 dicembre è una reinterpretazione in chiave moderna dell’opera Turandot. Sul palco/podio due sovrani del panorama artistico, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, moltiplicano i loro talenti per alimentare il vero soggetto del racconto: l’enigma. Come le teste degli sfortunati pretendenti la T finale del titolo cade, un accento prende il suo posto per sottolineare la matrice popolare e impertinente di questo spettacolo. Data ancora da definire invece per “Parenti e Serpenti”, l’amara e divertente commedia con Lello Arena che costruisce uno spaccato di vita intimo e familiare di grande attualità, con un crescendo di situazioni esilaranti e spietate che riescono a far ridere e allo stesso tempo a far riflettere con profonda emozione e commozione.
La programmazione prosegue sabato 12 dicembre con l’arrivo, per la prima volta in Italia, del musical tratto dall’omonimo poema bestseller “Il Gruffalò”. La settimana successiva, il 19 dicembre, Gran Concerto di Natale Wind Orchestra con la Filarmonica San Marco, una delle più promettenti realtà musicali italiane. È nato in quarantena il nuovo spettacolo di Tullio Solenghi ispirato al suo mentore e mito Woody Allen. “Volevo essere Woody Allen”, sul palco martedì 26 gennaio, scritto con Roberto Alinghieri, è uno spettacolo leggero ma mai banale, che trasporta in un mondo di assonanze e convergenze tra l’umorismo del genio d’oltreoceano e l’elegante comicità di Tullio Solenghi. Il mese di febbraio si apre con un progetto artistico avviato con un vero e proprio uomo di teatro a tutto tondo, Corrado d’Elia, attore, regista e drammaturgo, considerato una delle figure più complete dell’attuale panorama teatrale italiano. D’Elia, per un’intera settimana, porta a teatro le sue lezioni-spettacolo per le scuole sui grandi temi della letteratura mettendo anche in scena due spettacoli che mostrano tutta la sua poliedricità. “Dante, Inferno” di giovedì 4 febbraio è uno spettacolo di intensa e autentica suggestione che racconta ed esplora le altezze del vivere poetico ponendo al centro l’uomo e le sue domande fondamentali. “Novecento” di venerdì 5 febbraio (in replica il giorno successivo, sabato 6 febbraio) è la storia incredibile, fantastica e quasi irreale di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, il più grande pianista del mondo, nato su una nave e lì vissuto per tutta la vita, senza mai scendere.
Sabato 27 febbraio è il turno di una tragicommedia dell’arte “Don Chisciotte” messa in scena da due improbabili saltimbanchi che tra suoni, lazzi e capriole, fanno divertire in modo intelligente mischiando i generi tra tradizione, teatro d’attore e commedia dell’arte e rileggendoli con originalità. “Topolini, mici e pinguini innamorati” di sabato 6 marzo racconta in modo leggero, ma ricco di aneddoti e informazioni, il repertorio della canzonetta sincopata degli anni Trenta e Quaranta, con un’attenzione particolare al “filone animalista”, a tutti quei brani, cioè, firmati dalle migliori penne della musica del tempo, che avevano per protagonisti gli animali. Una simpatica lezione di storia del costume arricchita da una selezione di divertenti canzoni interpretate dalle Sorelle Marinetti che negli ultimi dieci anni hanno fatto dello swing una missione di vita. Sabato 27 marzo la compagnia Nina’s Drag Queen porta in scena una riscrittura shakespeariana “Queen LeaR”. La tragedia viene riletta in chiave drag queen: al posto del vecchio re c’è ora una “regina” che non sa rinunciare al suo regno fatto di bambole e ricordi, i castelli sono monolocali, le brughiere ospizi e la pazzia demenza senile. Per l’ultimo spettacolo della stagione “Bestia che sei” di venerdì 23 aprile, Angela Finocchiaro e Daniele Trambusti condividono lo stesso palco per un reading a due voci che dà vita ad una sfilata di caratteri surreali e grotteschi in cui i protagonisti sono quegli animali che hanno spesso popolato l’immaginazione dello scrittore bolognese Stefano Benni. Animali veri e fantastici, quotidiani e leggendari, a volte teneri e a volte crudeli, ma soprattutto creature ambigue come gatti diabolici e cani innamorati, ippopotami filosofi, balene sexy, topi cagoni, babonzi e camulli che ricordano che l’homo sapiens è la bestia più ridicola e feroce del cosmo.
Per la rassegna domenicale nel Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi, organizzata in collaborazione con STM – Scuola del Teatro Musicale di Novara e Fondazione Ordine Mauriziano, il Teatro Superga propone tre appuntamenti con concerti antologici della grande lirica per “Lirica a Corte”: Il Trovatore (domenica 7 marzo), Rigoletto (domenica 14 marzo) e Madama Butterfly (domenica 18 aprile); e tre appuntamenti con il musical per “Musical a Corte”: Disney Musical (domenica 21 marzo), I Miserabili (domenica 28 marzo), West Side Stories (domenica 11 aprile).
IL CALENDARIO
Sabato 31 ottobre, ore 21 e domenica 1 novembre, ore 18 e ore 21
Nel mezzo del casin di nostra vita
Con Maurizio Lastrico. Produzione itc 2000. Biglietti da 18 a 30 euro.
Domenica 6 dicembre, ore 21
Turandò
Dal testo di Neil Simon. Con Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. Regia di Marta Dalla Via. Produzione Corvino Produzioni. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.
Sabato 12 dicembre, ore 21
Il Gruffalò
Regia e adattamento teatrale di Manuel Renga; adattamento drammaturgico di Pino Costalunga. Con Stefano Colli, Federica Laganà, Giuseppe Brancato e Elisa Lombardi. Musiche originali di Patrizio Maria D’Artista. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.
Sabato 19 dicembre, ore 21
Gran Concerto di Natale Wind Orchestra
Con Filarmonica San Marco diretta dal Maestro Matteo Dal Maso. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.
Martedì 26 gennaio, ore 21
Volevo essere Woody Allen
Di Tullio Solenghi e Roberto Alinghieri. Con Tullio Solenghi, Roberto Alinghieri e Corinna Lo Castro. Regia di Marco Sciaccaluga. Produzione International Music and Arts. Biglietti da 19 a 33 euro, bambini 12 euro.
Giovedì 4 febbraio, ore 21
Dante, Inferno
Progetto e regia di Corrado d’Elia. Con Corrado d’Elia. Produzione Compagnia Corrado d’Elia. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.
Venerdì 5 febbraio e sabato 6 febbraio, ore 21
Novecento
Di Alessandro Baricco. Diretto e interpretato da Corrado d’Elia. Produzione Compagnia Corrado d’Elia. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.
Sabato 27 febbraio, ore 21
Don Chisciotte
Soggetto originale di Marco Zoppello. Dialoghi di Carlo Boso e Marzo Zoppello. Interpretazione e regia di Michele Mori e Marco Zoppello. Produzione Stivalaccio Teatro, Teatro Stabile del Veneto. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.
Sabato 6 marzo, ore 21
Topolini, mici e pinguini innamorati
Con Le Sorelle Marinetti. Interpreti: Nicola Olivieri, Matteo Minerva, Marco Lugli. Direzione musicale del maestro Christian Schmitz. Teatro e regia di Giorgio U. Bozzo. Produzione The Singing Family. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.
Domenica 7 marzo, ore 19
Lirica a Corte: Il Trovatore
Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi. Biglietto unico: 30 euro
Domenica 14 marzo, ore 19
Lirica a Corte: Rigoletto
Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi. Biglietto unico: 30 euro
Domenica 21 marzo, ore 19
Musical a Corte: Disney Musical
Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza principe Amedeo 7, Stupinigi. Biglietto unico: 25 euro.
Sabato 27 marzo, ore 21
Queen LeaR
Scritto da Claire Dowie. Musicato da Enrico Melozzi. Diretto ed interpretato da Nina’s Drag Queens. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.
Domenica 28 marzo, ore 19
Musical a Corte: I Miserabili
Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza principe Amedeo 7, Stupinigi. Biglietto unico: 25 euro.
Domenica 11 aprile, ore 19
Musical a Corte: West Side Stories
Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza principe Amedeo 7, Stupinigi. Biglietto unico: 25 euro.
Domenica 18 aprile, ore 19
Lirica a Corte: Madama Butterfly
Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi. Biglietto unico: 30 euro
Venerdì 23 aprile, ore 21
Bestia che sei
Di Stefano Benni. Reading a due voci con Angela Finocchiaro e Daniele Trambusti. Produzione Agidi srl. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.
Data da definire
Parenti e Serpenti
Di Carmine Amoroso. Con Giorgia Trasselli, Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta, Carla Ferraro, Serena Pisa, Fabrizio Vona. Regia di Luciano Melchionna. Produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.
BIGLIETTI
Con TSN DINAMICO il Teatro Superga propone prezzi variabili in base al periodo di acquisto e alla quantità di spettacoli scelti in un’unica volta. Per gli spettacoli della sala del Teatro Superga acquistando il singolo biglietto in prevendita si risparmia fino al 20%; a partire da 8 giorni prima della data dello spettacolo, il prezzo diventa “intero”. Inoltre, con la libertà di scegliere tutti i titoli in programmazione, acquistandoli nello stesso momento è possibile risparmiare fino al 40%. I biglietti dei concerti alla Palazzina di Caccia di Stupinigi hanno prezzo unico con posto assegnato, senza scontistica in prevendita, ma con la possibilità di sottoscrivere carnet: 3 concerti Lirica a Corte 72 euro (-20%), 3 concerti Musical a Corte 60 euro (-20%), Carnet a Corte – 3 Lirica a Corte + 3 Musical a Corte 120 euro (-27%).
Hanno diritto al prezzo ridotto i possessori di tessera Abbonamento Musei, Soci SlowFood, Carta loStudio, studenti universitari, over 65, abbonati Teatro Colosseo e Cral Convenzionati. Per gli under 18 residenti a Nichelino, biglietto a 10 euro in galleria (posti limitati).
La biglietteria è aperta dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19
TSN ha il sostegno di Fondazione CRT, il patrocinio di Regione Piemonte e Città di Torino. Main sponsor: I Viali.
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Info
TSN Teatro Superga Nichelino
Via Superga 44, Nichelino
011.6279789 www.teatrosuperga.it
info@teatrosuperga.it
TSN WhatsApp: news e promozioni da quest’anno arrivano direttamente su WhtasApp inviando TEATRO SUPERGA ON al numero 011.6279789
Domenica 11 ottobre alle ore 11,00 all’Auditorium “Vivaldi” della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino (p. Carlo Alberto, 5/A), il Centro “Pannunzio” presenta il libro di Pier Franco Quaglieni “Mario Pannunzio. La civiltà liberale”, Golem Edizioni. Ne parlerà Bruna Bertolo, in dialogo con l’autore. Introdurrà il Gen. Franco Cravarezza, Presidente degli Amici della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Il libro ricostruisce storicamente, attraverso saggi, articoli e testimonianze, la figura di Mario Pannunzio, uomo di cultura, giornalista e uomo politico del Novecento, fondatore e direttore del settimanale “Il Mondo”, che fu la rivista culturale più importante della seconda metà del Novecento. Vi si possono leggere scritti di intellettuali, tra i quali, Giovanni Spadolini, Indro Montanelli, Pier Luigi Battista, Valerio Castronovo, Igor Man, Enzo Bettiza, Marco Pannella, Mario Soldati, il Card. Gianfranco Ravasi e molti altri. L’iniziativa rientra nella “Domenica di carta 2020” promossa dalla Biblioteca Nazionale Universitaria. E’ indispensabile prenotarsi al numero 348.81.348.47 anche con sms e whats app.
Lunedì 12 ottobre alle ore 18, al Centro “Pannunzio” in via Maria Vittoria 35H, Nicola Davide Angerame, critico d’arte e docente universitario di Estetica, ricorderà Philippe Daverio, recentemente scomparso. Prenotazione obbligatoria al n. 011 81.23.023.
Premio Alda Croce 2020
GIOVEDI’ 15 OTTOBRE ALLE ORE 17,30 NELLA SALA TEATRO DEL COLLEGIO SAN GIUSEPPE (V. ANDREA DORIA, 18), IL CENTRO “PANNUNZIO” CONSEGNERA’ I PREMI “ALDA CROCE 2020”. IL PREMIO, ATTRIBUITO A DONNE E UOMINI PIEMONTESI CHE ABBIANO MERITI DI PARTICOLARE VALORE CULTURALE E SOCIALE, E’ STATO ASSEGNATO A:
ANNA ANTOLOSEI, scrittrice; GEN. D. SALVATORE CUOCI, Comandante della Scuola d’Applicazione d’Arma di Torino; MARIA TERESA FURCI, Provveditore agli Studi di Cuneo e Biella; UMBERTO LEVRA, storico del Risorgimento; avv. RICCARDO ROSSOTTO, Presidente della Fondazione “Fulvio Croce”; ELISABETTA CHICCO VITZIZZAI, scrittrice (alla memoria).Coordinerà Marina Rota. L’attore Bruno Penasso leggerà un racconto di Patrizia Valpiani rievocativo di Alda Croce, che fu Presidente del Centro “Pannunzio” dopo Mario Soldati.
Sabato 10 ottobre, alle 15, la sala multiuso di Carvegno, frazione del comune svizzero di Cevio nel Canton Ticino (distretto di Vallemaggia) ospiterà la cerimonia di premiazione dell’undicesima edizione del “Premio letterario internazionale Andrea Testore – Plinio Martini – Salviamo la Montagna”. Durante l’evento, promosso dalla Fondazione Valle Bavona (Svizzera) e dal Comune di Toceno (Italia), verranno assegnati i premi delle quattro sezioni (narrativa, poesia, giornalismo,emigrazione) riservate a opere in lingua italiana. Il concorso letterario è focalizzato sulla difesa e valorizzazione del territorio di montagna, sulle sue genti e le sue tradizioni. Favorisce le riflessioni, lo scambio di storie e vissuti, il confronto transgenerazionale e il consolidamento di rapporti e amicizie oltre i confini nazionali.
La Giuria presieduta da Alessandro Martini, poeta ed ex professore di letteratura italiana all’Università di Friburgo,ha assegnato il primo premio della sezione giornalismo a Marco Travaglini per l’articolo intitolato “Nino Chiovini e l’eredità della cultura contadina di montagna”. Lo scrittore nato a Baveno sul lago Maggiore e residente a Torino ha così bissato il successo della scorsa edizione, sempre nella categoria riservata al giornalismo.
La scelta di scrivere su Nino Chiovini, scomparso prematuramente a Verbania nel maggio 1991, è stata un giusto tributo al partigiano, scrittore e storico, studioso della Resistenza e della cultura contadina di montagna delle valli tra il Verbano, l’Ossola e la Val Vigezzo. Negli ultimi anni la casa editrice verbanese Tararà che ne ha ripubblicato le opere. A Chiovini sarà dedicato un parco letterario nel parco nazionale della Val Grande,l’area selvaggia più vasta d’Italia,una wilderness a due passi dalla civiltà, stretta tra l’entroterra del lago Maggiore e le alpi Lepontine.
Il concorso letterario è stato realizzato con il contributo di Fondazione Valle Bavona, Comuni di Cevio e Lavizzara, OTLM Regione Vallemaggia, Comune di Toceno, Museo regionale dell’emigrazione vigezzina nel mondo, il patrocinio della Regione Piemonte, del Consiglio regionale del Piemonte, Provincia del VCO, Unione Montana dei Comuni della Valle Vigezzo, Parco Nazionale Val Grande.Tutti i testi premiati potranno essere consultati sul sito della Fondazione Valle Bavona (www.bavona.ch) a partire da metà ottobre.
Le due personalità alle quali è stato intitolato il premio hanno ricoperto ruoli molto importanti per le comunità di frontiera italo-svizzere. Andrea Testore (Toceno 1855 –1941),maestro elementare di Toceno, Consigliere e Deputato Provinciale a Novara nei primi anni del ‘900, per migliorare il tenore di vita dei Vigezzini fondò la Società Operaia di Mutuo Soccorso e organizzò corsi serali per artigiani e lavoratori.
Promosse la Società Elettrica Vigezzina, la Pro Montibus et Fluminibus, per salvaguardare il territorio dalle calamità naturali. Il suo nome è soprattutto legato,unitamente a quello del cavergnese Francesco Balli, allora sindaco di Locarno, all’impresa titanica di collegare con una ferrovia elettrica l’Italia alla Svizzera.
Nacque così, nel 1923, la ferrovia internazionale Domodossola-Locarno.Lo svizzero Plinio Martini (Cavergno 1923 –1979) è soprattutto conosciuto per il libro “Il fondo del sacco”, 25 edizioni in italiano con traduzioni in francese e tedesco. Molto amato e apprezzato anche nell’arco alpino ossolano, in particolare nella Valle Vigezzo, che ha ritrovato nel suo romanzo, accomunato a quello della confinante Vallemaggia, il suo passato, fatto di stenti,sacrifici,emigrazione ma anche di incrollabile tenacia e grande dignità. Diplomatosi alla Magistrale di Locarno, allievo di Piero Bianconi, Plinio Martini insegnò tutta la vita nelle scuole elementari e medie della sua Vallemaggia, difendendone con un’intensa attività di scrittore e giornalista il patrimonio storico e culturale. Scrisse una dozzina di volumi di narrativa, poesia e saggistica.
É stata la Regina Elisabetta in persona ad accettare la parte. Nel 2022, festeggeranno 70 anni, Bond dal battesimo letterario di Ian Fleming, lei dalla salita al trono. Questo ed altri gustosi aneddoti, sono raccontati nella bella biografia di Lavinia Orefici ” Elisabetta II dalla A alla Z” ( edizioni Piemme 381 pagg. 2020 ) presentato a Casale Monferrato il19 settembre 2020 nella cantina 20store di via Vallarino 1 in collaborazione con la libreria Mondadori. L’ originalità del testo di Lavinia Orefici è di non avere una trama continua, ma di essere spezzato in argomenti tematici, così il lettore può saltare attraverso l’ordine alfabetico, alla voce che più lo interessa. Si può passare da argomenti più frivoli, a fatti storici in senso stretto. D’altra parte la sintesi era obbligatoria, per una personalità che ha incontrato quattordici primi ministri, sette papi e attraversato due secoli. Scrivere di storia vuol dire incuriosire e non annoiare i lettori con troppe date anche se queste si dice ne siano i suoi occhi. E in questo compito Lavinia riesce compiutamente. Elisabetta II nasce a Londra il 21 aprile 1926. Cinque settimane più tardi, viene battezzata nella cappella di Buckingham Palace con il nome di Elisabetta Alessandra Maria. Si apprende che Sua Maestà non ha l’obbligo come tutti i suoi sudditi di guidare con la patente e che tra l’ altro ha uno stile di guida piuttosto veloce e spericolato quando porta gli ospiti stranieri in visita alle sue proprietà, come la tenuta di Balmoral in Scozia. Se inviate lettere a questo indirizzo:
Her Majesty The Queen
Buckingham Palace
London SW1A 1AA
non capita abitualmente, ma può rispondervi, a patto che si sorvoli su temi politici e questioni personali, cui la Regina in genere non é tenuta ad occuparsi. Il vestirsi di verde come nel suo primo discorso alla nazione del 1991, in occasione del lockdown mentre il premier Johnson era in terapia intensiva, ne rivela la sua profonda attenzione ai dettagli della comunicazione. É dotata di un certo senso dell’umorismo, quando anni fa a suo marito il Duca di Edimburgo malato di polmonite, manifestandone i sintomi durante una crociera sul Tamigi disse: ” Non morire proprio adesso”. Ottiene così l’effetto benefico di avvicinare la famiglia reale alla gente comune, in grado in questo modo di seguirne le gesta, gli amori e i comportamenti. Fin da giovane Lilibet (il suo soprannome nell’ idioletto di famiglia) impara ad andare a cavallo fino a diventare un’eccellente amazzone e durante la seconda guerra guida i camion, imparando fra l’altro a riparare i motori e a cavarsela in qualsiasi situazione. Una figura storica di monarca moderna che a 94 anni ha saputo tenere saldamente in pugno le redini della Corona e della Gran Bretagna fino al terzo millennio in attesa di una sua degna e compiuta successione. Right or wrong is my Country.
Aldo Colonna