Il Consiglio Direttivo della Fondazione Torino Musei annuncia la nomina di Davide Quadrio a Direttore del MAO Museo d’Arte Orientale di Torino.
Sono convinto che questa scelta garantirà al museo uno sviluppo che ne rafforzerà l’immagine a livello internazionale – dichiara Maurizio Cibrario, Presidente della Fondazione Torino Musei.
L’Asia è un continente culturale immenso, ricco di tradizioni ma anche di intuizioni culturali e sociali innovative e importanti. – dichiara il neoeletto direttore Davide Quadrio – Essere direttore del MAO è per me una grande opportunità per portare a Torino la mia esperienza trentennale in Asia. Ringrazio la Fondazione Torino Musei per la fiducia riposta in me per accompagnare il MAO in una dimensione museale ancor più internazionale.
Davide Quadrio è stato selezionato al termine della call lanciata dalla Fondazione Torino Musei per individuare il nuovo direttore del Museo.
Davide Quadrio è un produttore culturale, curatore e educatore che vive e lavora tra Asia e Italia. Ha fondato e diretto per un decennio il BizArt Center, il primo laboratorio artistico indipendente no-profit a Shanghai, nato per promuovere la scena artistica contemporanea locale. Nel 2007 ha creato Arthub, una piattaforma curatoriale dedicata alla produzione e alla promozione dell’arte in Asia e nel mondo. Gli archivi di BizArt e Arthub, attivi in Cina dagli anni 2000, sono stati presentati come una delle realtà culturali e risorse artistiche principali per la mostra “Art and China after 1989: Theatre of the World”, ospitata dal Guggenheim di New York e Bilbao. Quadrio è stato ospite presso il Shanghai Visual Art Institute (2011-2017), ha curato e prodotto il progetto monumentale City Pavilion per la Biennale di Shanghai del 2012.
Dal 2013 al 2016 ha curato la sezione di arte contemporanea dell’Aurora Museum di Shanghai, una delle collezioni di arte antica cinese più spettacolare al mondo.
Dal 2020 è professore d’eccellenza presso lo IUAV di Venezia.
Martedì 21 dicembre alle 11 è prevista la conferenza stampa di presentazione del nuovo Direttore, nella sala polifunzionale del MAO, via San Domenico 11 Torino.

Si può dire quindi che l’arte è stata una passione tramandata di madre in figlio?
Obiettivo: raccontare la condizione femminile nei Paesi dell’Est Europa. Rinasce, in quest’ottica, aderendo ad “Arci Torino” il Circolo Culturale “Polski Kot”. Alla guida due giovani donne: la presidente Daria Anna Sitek, 28 anni, polacca, trasferitasi a Torino (dove si è laureata in “Lingue e Culture per il Turismo”) nel 2013 e Anna Mangiullo, vicepresidente, originaria della Terra d’Otranto e arrivata sotto la Mole nel 2014 per laurearsi in “Lingua e Letteratura Russa”, dopo aver trascorso periodi di studio in Russia ed aver vissuto per un anno in Ucraina. E Daria e Anna sono partite davvero in quarta con un’agenda di appuntamenti, da definire nei dettagli, ma tutti concepiti sotto il segno delle donne e della multiculturalità. Il primo appuntamento, realizzato con il sostegno della Città di Torino, è già fissato a partire da giovedì 25 novembre , in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, ed ha per titolo “Kobie To!”, una fotografia e un’attenta riflessione (con ospiti di rilievo come scrittori, artisti e attivisti) sulla condizione femminile nei Paesi di area slava. “Il nome del progetto, ‘KobieTo!’, rimanda – spiegano Daria e Anna – a un gioco di parole tra la lingua polacca e la città di Torino: in polacco, il termine per indicare la donna è Kobiéta. Kobieto è la parola declinata al vocativo: ‘Ehi, donna!’. Dunque, un nome scelto per richiamare l’attenzione sulle donne. Inoltre, l’ultima sillaba di ‘KobieTo’ è un chiaro riferimento a Torino, in cui il progetto si è sviluppato e a cui è rivolto”.
Infine, domenica 19 dicembre, un’iniziativa performativa (che si svolge eccezionalmente al “Magazzino sul Po” – partner del progetto) con Urszula e Gabriela Bertin. Parallelamente verrà allestita la mostra “Nigdy nie będziesz szła sama” ( “Non camminerai mai sola”) della fotografa polacca Anna Krenz e di Karol Szafranski.
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
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