CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 477

Contagion, il film del 2011 che previde la pandemia

Contagion, il film che nel 2011 ha raccontato di un virus letale che passa dai pipistrelli ai maiali macellati e infine agli esseri umani nei ristoranti della Cina, ha previsto la pandemia da Covid-19 con impressionante precisione.

Fanno parte del cast i migliori attori americani Jude Law, Matt Damon, Kate Winslet, Marion Cotillard e Gwynet Paltrow. Ed è propria la nota attrice Gwynet Paltrow, poche settimane fa su Instagram, a scrivere “Ho già vissuto questo film” postando ironicamente una propria foto personale con la mascherina. Guardando con attenzione il suo film del 2011 “Contagion” del regista Steven Soderbergh, nessuno può darle torto. L’attrice in Contagion interpreta la paziente zero, che muore 48 ore dopo aver contratto il virus, chiamato Mev-1, nella città di Hong Kong. Nel film sono presenti tante analogie con la pandemia da coronavirus…

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Contagion, il film del 2011 che ha previsto la pandemia

“Premio Lattes Grinzane 2020”: ecco i finalisti

Alla Protezione Civile, nell’anno della pandemia, il “Premio Speciale”

Monforte d’Alba (Cuneo) /  Due giovani scrittori italiani, un tedesco, un israeliano e un turco. Sono i cinque finalisti che si contenderanno il “Premio Lattes Grinzane 2020”, riconoscimento internazionale (promosso dalla Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba), giunto quest’anno alla sua decima edizione e dedicato ai migliori libri di narrativa, italiani e stranieri, pubblicati nell’ultimo anno.

Ed ecco i loro nomi, annunciati nei giorni scorsi: il lombardo (nato a Saronno nel 1981) Giorgio Fontana con la vasta saga famigliare “Prima di noi” (Sellerio), il tedesco Daniel Kehlmann con “Il re, il cuoco e il buffone” (tradotto da Monica Pesetti per Feltrinelli), l’israeliano Eshkol Nevo con “L’ultima intervista” (traduzione di Raffaella Scardi; Neri Pozza), il turco Elif Shafak con “I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo” (traduzione di Daniele A. Gewurz e Isabella Zani per i tipi di Rizzoli) e la partenopea di Torre del Greco Valeria Parrella con un romanzo ambientato nel carcere minorile napoletano di Nisida, dal titolo “Almarina” pubblicato da Einaudi. Selezionati dalla Giuria Tecnica (presieduta da Gian Luigi Beccaria, linguista, critico letterario e saggista), i cinque libri finalisti saranno ora – e fino ad ottobre – affidati, per la designazione del vincitore, alle oltre venti Giurie Scolastiche diffuse in tutta Italia, da Trieste a Lampedusa, e che vedrà impegnati a Torino gli studenti del Liceo Classico “Massimo D’Azeglio”. Capitolo importante e pagina di grande levatura morale e “storica” per la decima edizione del “Lattes Grinzane”, quello relativo al “Premio Speciale”, da sempre dedicato a un’autrice o a un autore di caratura internazionale che, nel corso del tempo, abbia saputo riscuotere condivisi apprezzamenti di pubblico e di critica e che, nell’anno drammaticamente colpito dalla planetaria emergenza pandemica, viene invece riconosciuto alla Protezione Civile Italiana, cui sarà devoluta la somma di 10mila Euro per il grande impegno profuso nella lotta al terrifico virus. Le giornate dedicate agli scrittori e alla loro premiazione sono programmate per venerdì 9 e sabato 10 ottobre prossimi, nelle Langhe.

Per prendere visione delle motivazioni e delle schede sugli autori, sulla Giuria Tecnica e sulle Giurie scolastiche: https://bit.ly/2Ww8n9V

g. m.

Giovanna Garbarino, lo spirito libero e l’humanitas di una studiosa di razza

Di Pier Franco Quaglieni/ Anche  se la gente ignorante che non conosce la cultura, non scrive nulla, la Torino universitaria, dopo la morte di Gian Mario Bravo, registra un’altra perdita importante, quella della latinista Giovanna Garbarino, allieva del grande Augusto Rostagni la figura preminente tra i latinisti Piemontesi  in assoluto.

Fu costretta, salvo un breve periodo a Trento, a convivere a  Torino  con l’egemonia personale imposta dal professor Italo Lana che divenne il dominus incontrastato  dell’ istituto di cultura classica, malgrado la modestia delle sue ricerche . A fare le spese del controllo assoluto esercitato da Lana fu  soprattutto Vincenzo Ciaffi che fu costretto a rimediare la cattedra a Magistero.

Giovanna era una studiosa di razza costretta a mordere il freno di fronte a Lana,  obbligata a collaborare ad un dizionario sbagliato in partenza voluto da Lana  che avrebbe dovuto sostituire lo storico Campanini e Carboni e che invece fu  un clamoroso insuccesso. In poco tempo il dizionario di Lana non venne più ristampato. Giovanna era una una donna dolce, intelligente ed  amabile con cui faceva piacere stare insieme, parlando non solo di Letteratura Latina di cui era una grandissima studiosa. Qualche volta ci vedevamo in un ristorante abruzzese vicino a Palazzo nuovo.  Aderì  al Centro Pannunzio ,partecipando alle sue attività. Una volta con un gruppo di amici andammo in vacanza a Firenze. Lei aveva un legame storico con Eugenio Corsini altro illustre cattedratico della scuola di Padre Pellegrino. Venne con noi quella volta anche Giovanni  Ramella. Durante la cena in piazza della Signoria Corsini litigò in modo violento con Giovanna. Corsini non aveva un buon carattere e non seppe trattenersi. Mi trovai io a parlare con Giovanna che era molto scossa e turbata. Passammo la sera dopo cena insieme e cercai di farla riprendere facendo una lunga passeggiata insieme. Era una donna delicata e sensibile. Tra noi allora forse sarebbe potuto nascere un rapporto, ma la ragionevolezza fini’ di prevalere. Mi è rimasto tuttavia  negli anni il desiderio rimasto tale di conoscere più da vicino questa  affascinante intellettuale libera e priva di schemi ideologici, in anni in cui il marxismo aveva invaso anche gli studi classici. Sarebbe lungo elencare le opere che Giovanna ci lascia, molte delle quali dedicate ai licei dove i suoi libri furono adottatissimi. La sua storia della letteratura Latina finì di prendere il posto di quella di Luciano Perelli, altro insigne latinista, sacrificato al predominio di Lana. Un altro amico comune fu il francesista Lionello Sozzi che commemorammo insieme al centro Pannunzio quando mancò immaturamente. L’importanza  scientifica di Giovanna poté emergere a pieno  quando Lana lasciò l’insegnamento e Giovanna subentrò sulla sua cattedra. Giovanna fu la vera continuatrice  del Rostagni. Altri parleranno della grande studiosa, io voglio limitarmi a ricordare la donna eccezionale che fu, la sua intelligenza, il suo spirito libero, la sua autentica humatitas. Una volta a cena dal Bolognese a Roma mi parlò  per delle ore dell’amatissimo Catullo, facendomi capire il valore del poeta come aveva fatto Guido Ceronetti, senza spocchie accademiche, ma con la sensibilità del suo senso critico, ma soprattutto del suo essere donna davvero fuori ordinanza che sapeva amare la vita avidamente, senza rinunciare alla sua autorevolezza accademica. Un’altra volta parlammo di Concetto Marchesi ed anni dopo apprezzò  molto il capitolo dedicato al latinista di Padova del mio libro “ Figure dell’Italia civile “. A Biella andammo insieme ad un convegno su Benedetto Croce e il Piemonte dove lei tenne da par sua una relazione su Croce e Rostagni che resta l’unico scritto importante sul tema . Il suo vuoto resta davvero incolmabile anche se se la sua cultura è destinata a rimanere  negli anni futuri.

Ecco come votare i “luoghi del cuore”

Vota i tuoi luoghi del cuore. Tutti insieme possiamo salvarli. Dal 6 maggio al 15 dicembre 2020 . 10ª EDIZIONE DEL CENSIMENTO NAZIONALE FAI

 

Il FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo lancia la 10ª edizione del censimento “I Luoghi del Cuore” che si svolgerà dal 6 maggio al 15 dicembre 2020 e invita tutti i cittadini, nei piccoli borghi e nelle grandi città, nei paesi meno conosciuti e in quelli più noti, in Italia ma anche all’estero, a votare i luoghi italiani che amano di più e vorrebbero vedere tutelati e valorizzati. Dopo due mesi di isolamento, nella settimana in cui l’Italia timidamente riparte, anche il FAI entra in una nuova fase grazie all’avvio di questa grande campagna nazionale: un’opportunità per ciascuno di noi di esprimere finalmente, quasi fosse un urlo liberatorio, il sentimento appassionato che ci lega al Paese più bello del mondo, lo stesso di cui abbiamo tanto sentito la mancanza. Proprio ora, mentre i musei, i monumenti e i Beni del FAI sono ancora necessariamente chiusi, possiamo continuare a prenderci cura, tutti insieme, del nostro territorio e dei suoi tesori.

 

Saper guardare avanti con speranza e positività è un’attitudine preziosa, e la nuova edizione del censimento de “I Luoghi del Cuore”, l’iniziativa che da diciotto anni permette alle persone di unirsi e di manifestare con un gesto tangibile l’amore per lo straordinario patrimonio d’arte e natura che ci circonda, ci vuole proiettare al di fuori delle nostre mura domestiche, e porre fine a questa prolungata astinenza dal Paese che amiamo. Questo progetto racconta più di ogni altro il desiderio della Fondazione di continuare a occuparsi con slancio e passione dell’Italia e degli italiani, mettendosi in ascolto dei cittadini per ideare e immaginare il futuro insieme: una potente iniezione di fiducia per restituire, diffondendolo, quel sentimento di coesione civile che in questi giorni “sospesi” avvertiamo così intensamente.

 

Grazie a “I Luoghi del Cuore” il FAI incoraggia e stimola ciascuno di noi, anche restando a casa, a fare la differenza ed essere motore di cambiamento per il proprio territorio, unico al mondo per varietà e bellezza. L’augurio della Fondazione è che la partecipazione al censimento sia la più estesa possibile, perché il risultato del gruppo supera sempre la somma dei singoli e diventa potenza, energia e forza creativa che si fa azione efficace: a darne evidenza le storie di impegno civile di tante comunità di cittadini che grazie a questa iniziativa si sono avvicinate o ritrovate con rinnovato entusiasmo, condividendo un obiettivo comune, speranze ed emozioni. Prima ancora che dei luoghi, infatti, questo è il censimento delle persone, che i luoghi li vivono, li amano, li salvano.

 

Dal 2003, anno della sua prima edizione, “I Luoghi del Cuore” è stato eletto da milioni di cittadini a cassa di risonanza per far sentire la propria voce a favore di piccole e grandi bellezze da non dimenticare. I risultati ottenuti sono eccezionali, a dimostrazione della sua valenza sociale ma anche del suo essere strumento concreto e fattivo in grado di accendere i riflettori dell’opinione pubblica su luoghi da salvare, proteggere o semplicemente valorizzare perché poco noti e di contribuire in maniera significativa a cambiarne le sorti. Grazie alla partnership con Intesa Sanpaolo il FAI ha sostenuto e promosso ben 119 progetti di recupero e valorizzazione di luoghi d’arte e di natura in 19 regioni. Nelle nove edizioni realizzate sin qui, grazie a più di 7 milioni di voti ricevuti – di cui più di 2,2 milioni nell’ultima edizione del 2018 – è stato inoltre possibile costruire una mappatura unica e spontanea di oltre 37.000 luoghi dalle tipologie più varie, che interessano oltre l’80% dei Comuni italiani. Alcuni sono stati segnalati da una sola persona, per altri invece si sono mobilitate decine di migliaia di cittadini. E sono più di 800 gli straordinari comitati spontanei che si sono attivati per raccogliere voti, e che hanno perseguito con ineguagliabile tenacia l’obiettivo di offrire un’occasione di rinascita al loro “luogo del cuore”.

 

Quest’anno il censimento si arricchisce di due classifiche speciali. La prima dedicata all’“Italia sopra i 600 metri”, cioè a luoghi che appartengono alle aree interne montane del Paese, di cui la Fondazione si sta occupando anche attraverso il Progetto Alpe e che coprono da sole il 54% del territorio nazionale: zone che sono diventate la periferia del Paese, in sofferenza per la carenza di servizi e infrastrutture che rende le condizioni di vita più difficili, ma anche contraddistinte da una bellezza indiscutibile, spesso intatta e dominata dalla natura, in cui vivono comunità di cui riscoprire la storia, le tradizioni e il potenziale. La seconda è relativa ai “Luoghi storici della salute”, beni architettonici che hanno radici profonde nel nostro passato, e che oggi, a fronte dell’emergenza sanitaria, sono divenuti valorosi presidi a tutela di tutti noi; luoghi che raccontano quanto il benessere di corpo e mente abbia radici antiche nel nostro Paese e una tradizione secolare che spazia dalle terme romane alle farmacie storiche, dagli ospedali nati nel Rinascimento ai padiglioni di fine 800 e inizio Novecento, oggi più che mai in funzione grazie all’instancabile prodigarsi dei medici e del personale paramedico per far fronte all’epidemia.

 

Come di consueto, i luoghi più votati verranno premiati, a fronte della presentazione di un progetto concreto: 50.000 euro, 40.000 euro e 30.000 euro saranno assegnati rispettivamente al primo, secondo e terzo classificato, mentre il luogo più votato via web diventerà protagonista di un video, storytelling o promozionale, realizzato a cura della Fondazione. Per i vincitori delle due classifiche speciali sono in palio complessivamente 20.000 euro. FAI e Intesa Sanpaolo, dopo la pubblicazione dei risultati, lanceranno inoltre il consueto bando per la selezione degli interventi in base al quale tutti i proprietari (pubblici o non profit) e i portatori di interesse dei luoghi che hanno ottenuto almeno 2.000 voti potranno presentare alla Fondazione una richiesta di restauro, valorizzazione o istruttoria sulla base di specifici progetti d’azione.

 

La forza del censimento del FAI non si ferma qui: grazie all’estesa attività di sensibilizzazione che lo caratterizza, la partecipazione all’iniziativa permette di dare risonanza alle richieste delle comunità, creando collegamenti con istituzioni e stakeholder locali: collaborazioni virtuose che in alcuni casi consentono la rinascita di beni in stato di degrado, di abbandono o addirittura a rischio scomparsa, attraverso lo stanziamento di fondi aggiuntivi rispetto a quelli resi disponibili da FAI e Intesa Sanpaolo nell’ambito del progetto.

 

Il FAI chiama a raccolta gli italiani intorno al patrimonio della nazione e indice un nuovo censimento de I Luoghi del Cuore. Così lasciamo per un momento l’io e la sua casa per dedicarci agli altri e ai luoghi che ciascuno predilige. Siamo individui ma anche nodi di un tessuto nazionale di cui siamo parte e che ci protegge (come si è visto con il nuovo temibile virus). Il FAI è una fondazione della società civile sostenuta principalmente da iscritti e sostenitori. Non c’interessa competere per il potere e per la ricchezza, come spesso avviene nella politica e nel mercato; ci preme invece unirci a tutte le istituzioni culturali per cooperare al vero, al bene e al bello della Patria e dei concittadini. Italia ti amiamo”, ha dichiarato Andrea Carandini, Presidente FAI.

 

Dal 2004 Intesa Sanpaolo affianca il FAI in questa iniziativa a favore della tutela e della valorizzazione delle bellezze artistiche e naturali del Paese, ambito che vede il Gruppo impegnato in prima persona. A questo si aggiunge la capillare diffusione sul territorio italiano che asseconda la presenza ben distribuita della Banca in tutte le regioni italiane.

 

Mai come oggi l’appuntamento con I Luoghi del Cuore ci riconduce a un po’ di ottimismo e all’auspicio di tornare presto ad apprezzare in ogni angolo dell’Italia il patrimonio artistico del Paese. Inserire i luoghi della sanità, alcuni veri e propri gioielli architettonici spesso trascurati e degradati, suggella il grande impegno di Intesa Sanpaolo per sostenere il servizio sanitario e la ricerca in questo difficile momento del nostro Paese. Gli ospedali, le case di cura, le farmacie sono testimoni silenziosi di sofferenza e meritano attenzione e tutela. Indicarli e votarli per il restauro è un modo genuino di esprimere la nostra gratitudine ai medici e paramedici che quotidianamente vi lavorano”, ha commentato Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo.

 

 

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE AL CENSIMENTO

dal 6 maggio al 15 dicembre 2020

  1. Sito www.iluoghidelcuore.it

Data l’emergenza sanitaria, in questa prima fase si voterà esclusivamente on line, utilizzando anche un ampio ventaglio di materiali di condivisione social.

  1. Da quando sarà possibile, la raccolta voti avverrà anche attraverso il canale cartaceo, con moduli di raccolta voti dedicati a ogni luogo del cuore, scaricabili dal sito www.iluoghidelcuore.it

 

Il censimento è realizzato sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.

Anche in questa occasione, Rai conferma l’impegno del Servizio Pubblico radiotelevisivo alla cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano con una campagna di sensibilizzazione dal 25 al 31 maggio a sostegno della 10ª edizione de “I Luoghi del Cuore”: una maratona radiotelevisiva di sette giorni in cui si racconteranno luoghi e storie che testimoniano la varietà, la bellezza e l’unicità del Belpaese. Rai è Main Media Partner del FAI e supporta in particolare il censimento 2020, anche grazie alla collaborazione di Rai Responsabilità Sociale.

Celebrare Napoleone? Meglio i moti carbonari

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / A distanza di un anno dal bicentenario della morte di Napoleone, 5 maggio 1821, si sta costituendo sotto la presidenza di Philippe Daverio un comitato nazionale presso il Ministero dei beni culturali per celebrare l’anniversario dell’Imperatore dei Francesi

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A formare il Comitato c’è il Consolato francese di Milano, l’Assessorato alla cultura di Milano, la Biblioteca Nazionale Braidense, ma anche il Centro studi residenze reali sabaude. Lo ha denunciato in un articolo l’assessore regionale lombardo alla cultura prof. Stefano Bruno Galli, storico e docente universitario di chiara fama. E’ giusto valutare a due secoli di distanza con il più assoluto equilibrio la figura di Napoleone che sicuramente, almeno per la Francia, ha rappresentato una pagina importante di storia.

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Anche Manzoni, scrivendo “Il Cinque Maggio” comprese la grandezza dell’uomo che riuscì a conciliare “due secoli l’un contro l’altro armati”, lasciando comunque “ai posteri l’ardua sentenza”.
Oggi, a distanza di due secoli, il momento dell’ardua sentenza  è sicuramente arrivato e il giudizio storico per il Corso non può essere positivo almeno per noi italiani. Se lo si vede sotto un profilo europeo,egli sconquassò l’Europa, imponendo dappertutto l’egemonia francese con la scusa di portare sulle sue bandiere le parole e le idee  della Rivoluzione Francese. Fu responsabile di guerre con milioni di morti, combattute  soprattutto per un suo personale delirio di onnipotenza. Non ci sono dubbi sulle sue grandi doti di condottiero militare capace di entusiasmare i suoi soldati e inventare  strategie e tattiche militari geniali. Si può anche considerarlo uno statista e un legislatore innovativo che contribuì a rinnovare la vecchia Europa. Ma non si può dimenticare che il dominio napoleonico ,specie in Italia, significò un periodo di furti,violenze e saccheggi senza precedenti . Egli è il responsabile del più grande furto di opere d’arte, come scrive Galli, avvenuto in Italia e non solo.

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Furono saccheggiate Milano, Roma, il Vaticano, Parma, Modena, Napoli e tanti altri centri. Il giovane Foscolo che acclamò Bonaparte come un un liberatore ,si convinse quasi subito, dopo il trattato di Campoformio ,che egli era un tiranno. Torino e il Piemonte vennero annessi alla Francia e subirono le stessa spoliazione di opere d’arte ;il re dovette rifugiarsi in Sardegna fino al 1815 durante tutto il periodo napoleonico. Napoleone fece abbattere le porte e una parte cospicua dei bastioni di Torino, salvando solo la cittadella e Palazzo Madama. Per sue utilità fece costruire il ponte in pietra sul Po davanti a piazza Vittorio.  In sintesi si presentò come liberatore d’Italia, ma gli italiani che furono  soprattutto carne da macello per le sue guerre, subirono un regime di stampo giacobino accentratore che peggiorò ulteriormente quando Napoleone divenne imperatore. A partire dal 1796 una parte del popolo italiano si oppose all’invasione francese e diede vita a quelle che vengono definite le insorgenze, quando cominciò la campagna d’Italia napoleonica. Le insorgenze furono numerose in tutta Italia. Comunque, basterebbe pensare al saccheggio e ai furti di opere d’arte,per esprimere un netto parere contrario alla costituzione di un comitato nazionale per il onoranze del bicentenario napoleonico presso il ministero dei Beni Culturali Sicuramente si terranno  delle manifestazioni in Francia ,ma non ha senso che l’Italia celebri un uomo che fu un dominatore senza scrupoli che, tra l’altro,come disse Foscolo,vendette Venezia all’Austria.
E fa specie che uno storico dell’arte come Daverio non si sia accorto della vistosa contraddizione rappresentata dalla sua presidenza al Comitato napoleonico. In ogni caso con le ristrettezze che ci caratterizzano in questi tempi calamitosi, si tratterebbe di una spesa superflua. Se si vuole fare qualcosa, ricordiamo invece  nel 2021 il bicentenario dei moti  carbonari del 1821 che ebbero protagonista il grande patriota Santorre di Santarosa, ingiustamente dimenticato.

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Scrivere a quaglieni@gmail.com

I Gozzano, genealogia di famiglia

Riletture / I Gozzano di Cereseto e la loro discendenza dai Gozani di Casale e di Luzzogno

 

Frutto di un eccellente lavoro di ricerca, è uscito tempo fa, con la bella prefazione di Carlo Alfonso Maria Burdet, il volume di Armano Luigi Gozzano che fiero del cognome che porta, ha ripercorso a partire dal XVI secolo la genealogia dei Gozzano in Piemonte, originari di Luzzogno in Val Strona. Una faticosa ma fruttuosa consultazione di archivi di Agliè, Alessandria e Casale con i comuni limitrofi e degli articoli de” Il Monferrato” hanno portato alla realizzazione di una documentazione storica di grande rilievo ma anche piacevole per la presenza di fotografie di antiche dimore nobiliari con relativi affreschi, in particolare quello settecentesco di Pier Francesco Guala che decora palazzo Gozzani Treville di Casale, oltre ad atti notarili di proprietà, testamenti e certificati di battesimo. Non mancano i vari bellissimi stemmi dei casati tra cui spicca quello originario dei Gozani di Luzzogno con la testa di giovane bianco col gozzo senza banda e fascia obliqua a scacchiera. A conclusione, nelle ultime pagine, molte fotografie di discendenti e, immancabile, l’immagine di Guido Gozzano, i cui genitori Fausto e Diodata erano originari di Agliè, massimo esponente intimista del crepuscolarismo post decadente italiano. L’opera quindi oltre a darci fondamentali notizie storiche diventa occasione di far tornare alla mente il fascino delle poesie del delicato cantore della semplicità degli affetti, degli umili oggetti fuori moda degli interni quotidiani di un piccolo mondo borghese scomparso, rievocato con sottile nostalgica elegia, velata di pudica ironia volutamente colloquiale ma con la raffinatezza di uomo di cultura che cerca rifugio nei ricordi d’infanzia.

Giuliana Romano Bussola

 

Superga, il comandante Meroni e quella Lambretta in via Carpi

Il 4 maggio del 1949 a Superga l’aereo del ‘Grande Torino’ si schiantò a Superga. Ma questo immenso dramma colpì non soltanto il mondo dello sport e la capitale del Piemonte, ma l’Italia ed il mondo intero per la sua dimensione, generò anche mille storie ‘collaterali’, altrettanto drammatiche e ricche di risvolti

Una di queste mi riguarda sia pure indirettamente. A guidare l’aereo che si schiantò a Superga era il comandante Pierluigi Meroni, 34 anni, pilota capace ed abile con un’esperienza maturata nei cieli della seconda guerra mondiale. Lui con la famiglia viveva in via Carpi a Milano.

E qui si intreccia la sua storia con il suo ricordo di Superga: a quell’epoca in via Carpi viveva la famiglia Gindari, il padre Francesco, la madre Tina e la figlia Marisa, che allora aveva diciotto anni. E, dopo la sciagura fu Francesco Gindari ad acquistare la lambretta dalla moglie del comandante che era deceduto in quel di Superga. Spiego subito il nesso: Marisa Gindari ha sposato nel 1972, Marco Iaretti, padre mio e di mio fratello Fabrizio, che era rimasto vedovo di Lucia (la nostra prima mamma, quella biologica che se n’era andata per un brutto male il 12 dicembre del 1969, perché Marisa, per tutto quello che ha fatto per noi è stata una Mamma con la M maiscola, e questa è un’altra storia). Mamma, in più di un’occasione mi ha raccontato di questo episodio e del collegamento tra il nonno Francesco (ma per tutti era Cecco) e  l’episodio della lambretta del comandante Meroni. Tant’è che quando in un giorno alla fine di settembre del 2011, andai a fare una gita a Superga e a rendere omaggio a quella grande squadra (pur da sempre juventino) chiamai mamma al telefono, non ricordando il nome del comandante dell’aereo, e lei mi disse solo ‘Meroni’ e trovai il suo nome sulla stele nel luogo del tragico impatto. Certo adesso, passati gli anni (Mamma Marisa ha terminato il suo cammino terreno pochi giorni dopo nell’ottobre di quel maledetto 2011), mi piacerebbe anche incontrare, parlare, con i figli o i nipoti del comandante Meroni, per saperne di più. Credo che sarebbe un momento ricco e carico di emozione, sia pure a distanza di tanti anni. Chissà.

Massimo Iaretti

(foto di Fabio Liguori)

 

Un’opera da un milione di euro per aiutare Torino

“THE END OF LOVE”: l’artista torinese Manuela Maroli vuole aiutare le persone in gravi difficoltà economiche

 

L’arte a servizio dell’emergenza Covid. Questo il significato del gesto compiuto dall’artista e performance torinese Manuela  Maroli, protagonista di un’iniziativa encomiabile di solidarietà a favore delle persone che, a causa di questa emergenza sanitaria, si sono trovate in ancora maggiori difficoltà economiche.

L’artista, che ha creato in passato un interessante collettivo di artisti dal nome “Svergin_Arte”, ha deciso di mettere in vendita la sua opera intitolata “THE END OF LOVE” al prezzo di  un milione di euro, di cui novecentomila andranno in beneficenza a favore delle persone che si trovano in gravi difficoltà economiche e vivono nella sua città, Torino. Trentamila euro andranno alla galleria e /o all’art dealer e settantamila euro all’artista stessa come compenso per la sua opera.

“Non si tratta di una provocazione – spiega Manuela Maroli –  né, tantomeno, di un tentativo per ottenere visibilità, ma di un vero e proprio “atto poetico” che mi sento di dover tributare alla mia città ed alle persone maggiormente in difficoltà. L’arte rappresenta, infatti, l’ombra enigmatica dell’amore ed è destinata a vivere in eterno”.

L’opera “THE END OF LOVE”, da lei realizzata in occasione di San Valentino, è un’installazione costituita da un rotolo di carta igienica contenente cuoricini rossi, un pezzo unico che ha voluto esprimere, nella volontà dell’artista, la sua riflessione sul sentimento amoroso, proprio in occasione della festa dedicata al patrono degli innamorati, improntata spesso, però, nella società contemporanea ad una sempre più spinta commercializzazione.

Artista dalle mille sfaccettature, Manuela Maroli ha abbracciato nella sua produzione artistica anche la “body art”, convinta che l’arte possa e debba passare attraverso l’utilizzo ed il linguaggio del corpo, che è incapace di mentire, alla stregua di “una lavagna”, alla ricerca del lato oscuro presente in ciascun essere umano. Un messaggio oggi più che mai attuale, in un momento di emergenza da Covid 19, come quello che stiamo ancora vivendo, in cui l’isolamento forzato e necessario, al quale sono state chiamate le persone, ha posto gli esseri umani nudi di fronte alla propria anima. E spesso una simile circostanza può, in molti casi, aver generato paura. In questo caso l’arte, come quella di Manuela Maroli, ha sicuramente avuto ed avrà in futuro un ruolo salvifico.

Mara Martellotta

Maggio e il Neoclassicismo per la Fontana dei Mesi di Torino

L’ultimo round è arrivato anche per la rubrica della Fontana dei Mesi. Penso questo, aprendo il computer per scrivere della statua del mese di maggio, in programma per la decima uscita, l’ultima della serie. Mi trovo all’ultimo gradino prima di mettere la parola “conclusa” sulla cartellina degli articoli. Uno step che non è più alto, né più basso degli altri, tuttavia questo è per me un momento che fa riflettere

Colgo l’occasione per ripensare alle precedenti uscite e anche alla scorsa rubrica, donne (in nero), apparsa su iltorinese.it l’anno scorso. Penso anche ai luoghi dove mi trovavo quando ho scritto la Fontana dei Mesi in passato e al fatto che sono ormai parecchi giorni che tutti noi non mettiamo naso fuori di casa, se non per le necessità. Ho un ultimo pezzo con voi e continuo doverosamente nello scrivere una rubrica che, a parte la correlazione tra “correnti artistiche” e “statue dei mesi”, porta avanti un messaggio: recatevi al Parco del Valentino a vedere la fontana del Ceppi.

Insomma mi trovo a combinare questo pezzo in un momento particolarmente caldo per tutti noi, in un momento in cui uscire di casa per una passeggiata al parco è proibito e per questo mi scuserete se per questa volta, vi chiederò invece di stare a casa, di non andare al parco, ma piuttosto di riprodurre ad esempio su carta la statua di maggio, la fontana intera oppure la vostra statua preferita e poi di attaccare il foglio sulla porta di casa con la promessa di arrivare fino alla vostra fontana di Torino e godervi il giro, non appena sarà possibile.  Iconiche per maggio le spalle. Poi le braccia; forti tengono accostati al petto quantità di fiori il cui aspetto è quello del culmine del loro splendore, in altre parole non si tratta di boccioli, ma di fiori carnosi.

Tutti sanno che c’è un momento in cui i fiori, così come i frutti, sono così carichi da far desiderare di coglierli. Una spinta che porta con sé un duplice motivo, il desiderio di salvarli, dallo sfiorire o, nel caso dei frutti, dalla via della marcescenza. E la volontà di goderne la compagnia in una sala da pranzo oppure di banchettarne è la seconda ragione che spinge al gesto del cogliere. La nostra statua ne ha con sé sotto le braccia, li porta con sé in quanto allegoria di maggio, il mese in cui la primavera è matura e i fiori sono da cogliere, perché sono nel tripudio della loro breve vita e se ne può sentire l’odore gradevole invitare ad avvicinarci. Ho pensato dunque di parlarvi del Neoclassicimo. Una corrente artistica che deriva dalle riflessioni estetiche del suo tempo, il Settecento, e che è il culmine del periodo precedente, quello Barocco, da cui si stacca nettamente per alcune caratteristiche abbastanza notevoli da permettere la strutturazione di una corrente artistica per così dire a sé stante. I neoclassici si sono liberati dalle ombre del periodo barocco cogliendo la parte matura del periodo precedente, dipingono perciò finalmente senza i forti vincoli prospettici a cui il barocco chiamava. E lo fanno senza nulla togliere all’ambientazione. I soggetti dei neoclassici sono i miti, come ad esempio Giovan Battista Tiepolo dipinge Apollo e Daphne, Briseide e Agamennone e molti altri, ma questa corrente artistica, si potrebbe studiare anche attraverso una selezione delle allegorie che fioriscono in quel periodo. In generale i racconti della mitologia greca e latina, così come i fatti storici, come ad esempio l’incontro tra Antonio e Cleopatra, sono rispolverati, dipinti e scolpiti sull’onda lunga del Barocco, si potrebbe dire del leit motiv barocco, quello di “mettere in scena i personaggi” siano essi dipinti oppure scolpiti.  Poi mi pare che la statua di maggio alla Fontana dei Mesi di Torino sia un po’ come il Neoclassicimo, perché mi dà l’impressione di una donna che si è lasciata indietro le ombre della primavera, in attesa di una prossima estate.  Sono contenta, di riuscire a essere con voi, per un momento, anche in questo difficile periodo.

Elettra Nicodemi

Sul Neoclassicismo Elettra Nicodemi ha scritto anche: Neoclassicismo, dipingere senza le ombre di inizio secolo [https://insidethestaircase.com/2017/05/01/neoclassicismo/] edito Inside The Staircase

A scuola (online) con il Salone Internazionale del Libro

Una nuova sezione ad hoc sul sito del Salone: consigli, contenuti originali, pillole video, progetti e grandi classici fruibili gratuitamente per aiutare studenti e docenti

 

SalTo per la Scuola è un progetto con cui il Salone Internazionale del Libro di Torino vuole provare a stare vicino agli insegnanti e agli studenti in questo periodo difficile. Lo fa mettendo in campo alcuni contenuti utili da affiancare alla didattica e costruendo una rete con i progetti e le realtà con cui da anni lavora per promuovere i libri, la lettura e la cultura.

 

In questi giorni complessi, durante i quali la scuola è chiamata a nuove sfide a distanza, l’universo di SalTo Diventi – lo spazio dedicato alla scuola e alle nuove generazioni sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo – incontra quindi il mondo di Adotta uno scrittore – il progetto con cui Salone, grazie al contributo dell’Associazione delle Fondazioni di Origine Bancaria del Piemonte con la Fondazione con il Sud, porta gli autori italiani contemporanei nelle scuole e nelle carceri italiane – e la rete di autori della Scuola Holden. L’obiettivo è comune e importantissimo: continuare a coltivare la relazione e lo scambio, preservare quelle piccole comunità che sono le classi. Per riuscirci, occorre mettere in campo tutti gli strumenti possibili.

 

SalTo per la Scuola è dunque una sezione del sito del Salone in cui, a partire da oggi e poi nelle prossime settimane, confluiranno materiali diversi: lezioni, approfondimenti e link utili per i docenti. I materiali sono divisi in tre aree specifiche e una pagina che raccoglie progetti e attività dei partner del Salone.

 

1. Le lezioni del Salone

Si inizia oggi, giovedì 30 aprile, con una lezione di Alessandro Barbero sul senso della storia e sul perché è importante studiarla. Partendo da Sofocle e Tucidide fino ad arrivare ai giorni nostri. Poi, una lettura di Isabella Ragonese delle poesie di Guido Gozzano, intervallate da alcuni interventi critici dell’italianista Chiara Fenoglio. Per i più piccoli, poi – e in omaggio al grande scrittore, amico del Salone e dal Salone profondamente amato, recentemente scomparso – verrà riproposto l’incontro con Luis Sepúlveda dedicato alla Gabbianella e il gatto e ad altri racconti per ragazzi.

 

2. Adotta uno scrittore a distanza

Adotta uno scrittore prosegue a distanza. Diversi autori continuano a tenersi in relazione con i ragazzi delle scuole, incontrandoli via web in diretta o mandando video-lezioni. Tutti i video delle adozioni saranno resi disponibili anche alle classi che non partecipano al progetto.

 

3. Maestri di classici: Holden Classics si trasferisce online

Proseguono anche gli incontri del progetto Holden Classics, rivolto alle scuole superiori e a cura della Scuola Holden. In collaborazione con il Salone, dalla metà di aprile le lezioni saranno online e a disposizione di tutti: l’obiettivo è riuscire ad “addomesticare” alcuni mostri sacri della letteratura con l’aiuto di autori e insegnanti della Holden. Ognuno di loro sceglie un grande classico che ama e, in una video-lezione, racconta agli studenti tutto quel che sa di quel libro, cosa ha trovato di magico e potente in quelle pagine e perché valga la pena leggerlo.

 

Le nostre segnalazioni

Molti dei partner con cui ogni anno il Salone Internazionale del Libro di Torino costruisce il suo programma stanno lavorando per aiutare i docenti. Su una pagina dedicata del sito verranno quindi raccolti alcuni progetti utili e interessanti. Dai webinar rivolti ai docenti che la Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo organizza con il progetto Riconnessioni dall’inizio dell’emergenza alle lezioni che i Piccoli Maestri stanno organizzando per aiutare i docenti col programma di letteratura italiana così come giochi di ludolinguistica sul web promossi dai Comix Games. Per i ragazzi delle scuole medie ed elementari, ancora, il Crucivirus, curato da Xkè? Il laboratorio della curiosità.

 

Un invito alle scuole primarie a partecipare alla giuria del Silent Book Contest Junior

Il premio Silent Book Contest 2020 – Gianni De Conno Award, il primo concorso internazionale dedicato ai libri senza parole apre una nuova sezione Junior. Accanto alla Giuria Internazionale ci sarà infatti una giuria di bambini. Il Salone invita le classi terze e quarte della scuola primaria a candidarsi come giurati.

Il 4 maggio inaugurerà inoltre la Mostra Virtuale dei 12 finalisti SBC 2020 visibile anche sul sito del Salone Internazionale del Libro di Torino e su quello della Bologna Childrenʼs Book Fair – Special Edition che si apre proprio il 4 maggio.

 

Contenuti in continuo aggiornamento

Le varie sezioni di SalTo per la Scuola saranno aggiornate ogni settimana, con nuovi contenuti e rinnovati progetti, per rimanere costantemente in contatto con studenti, docenti e il suo pubblico in generale.

 

Nel presskit digitale è disponibile il comunicato stampa completo di ulteriori dettagli e l’indicazione precisa dei contenuti disponibili da oggi e nelle prossime settimane, nonché l’immagine guida dell’iniziativa.

 

La sezione SalTo per la Scuola è disponibile da oggi, giovedì 30 aprile, al link:

www.salonelibro.it/ita/news/salto-per-la-scuola.html