CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 465

Sotto le palpebre

LA POESIA di Alessia Savoini

Ricordo le mani di mio nonno, profumavano di pesco

…Riesumare la nostalgia dell’ultimo avo
in abiti di nafta e semi oblii di flanella

incastrati come capelli nella coccola del cuscino
ove si nascondono ancora cimeli di profumo e mani di pesca.

Insegnami ancora come stringere il seme di una venere nella chiusa di un palmo

e invertire la rotta di un sogno antichissimo,
per concedere all’invisibile il sintomo di una preghiera
e restituire a una sordida apocalisse
la bellezza per qualcosa di incompleto.

Finalmente musica! Estate con il Regio

26 concerti, di cui 8 per orchestra d’archi, 5 corali e 13 per piccole formazioni fra la sala del Teatro Regio, il Cortile di Combo e il Sermig. 6 concerti nei comuni del torinese e interventi musicali a sorpresa  con la Filarmonica TRT

 

Estate con il Regio: ripartiamo con la grande musica dal vivo. Dopo mesi di sospensione, il Teatro Regio, rafforzando la sua vocazione di motore culturale della città, torna per animare l’estate torinese, insieme alla Filarmonica Teatro Regio Torino, dal 15 luglio al 7 agosto.

Realizzata da Teatro Regio Torino e Filarmonica TRT in collaborazione con Fondazione per la Cultura Torino, grazie alla partnership con Iren e al sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, Estate con il Regio presenta 8 concerti nel Cortile di Combo inseriti nella rassegna Blu Oltremare – programma di iniziative estive realizzato dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale – e 16 concerti nella sala del Teatro Regio e 2 al Sermig Arsenale della Pace. Il cartellone rientra nell’ambito del progetto Torino a Cielo Aperto, organizzato da Città di Torino insieme alla Fondazione per la Cultura Torino.
Un ricco calendario pensato per incontrare pubblici e gusti differenti nel pieno rispetto delle norme di sicurezza legate all’emergenza sanitaria, che abbraccerà un arco temporale e stilistico esteso, dal barocco al sinfonismo classico, dai brani operistici alla musica sacra corale, con interessanti escursioni nel mondo del jazz e del musical. Nelle tre diverse sedi, in sala e all’aperto, si alterneranno l’Orchestra d’archi del Teatro Regio guidata dai maestri concertatori e violinisti Sergio Lamberto e Stefano Vagnarelli, gli Ensemble Ottoni e percussioni e Fiati e percussioni del Teatro Regio diretti rispettivamente dai maestri Giulio Laguzzi e Andrea Mauri, il Coro del Teatro Regio guidato dal maestro Andrea Secchi, con l’accompagnamento al pianoforte dei maestri Paolo Grosa e Marco Rimicci, e il Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” diretto e accompagnato al pianoforte dal maestro Claudio Fenoglio. Accanto agli ensemble del Teatro Regio, la Filarmonica TRT presenterà FuoriCentro dal 19 luglio al 7 agosto: 6 concerti nei comuni del torinese e altri interventi musicali a sorpresa in cortili e giardini di Torino.
Sebastian F. Schwarz, Sovrintendente e Direttore artistico del Teatro Regio dichiara: «Finalmente Musica! con il Regio. Tornare a fare musica dal vivo, tornare a casa è un sogno che si avvera. Lo abbiamo desiderato tutti in questi mesi. Sono anche emozionato di poter incontrare nuovamente il nostro amato pubblico, che ci ha dimostrato il suo affetto anche in modo tangibile rinunciando al rimborso dei biglietti già acquistati; potrò così finalmente ringraziarli di persona. Purtroppo, i protocolli sanitari in vigore non ci permettono ancora di essere al completo in palcoscenico, ma questa contingenza è stata una preziosa opportunità per presentare formazioni che in alcuni casi si sono create appositamente, dando la possibilità di mettere in luce i talenti dei nostri artisti».
«Estate con il Regio segna la ripresa dell’attività culturale del Teatro dopo il difficile periodo di chiusura imposto dall’emergenza sanitaria – sostiene Renato Boero, Presidente di Iren. È un momento importante, un segnale di ripartenza che Iren ha deciso di sostenere perché crede fortemente nel fondamentale ruolo dalla cultura quale volano di sviluppo economico per la rinascita post coronavirus della città e del suo territorio ».
«Con il sostegno a Estate con il Regio, la rassegna del Teatro Regio e della Filarmonica TRT – afferma Alberto Anfossi, Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo – desideriamo contribuire a riportare la musica anche fuori dai luoghi convenzionali, nel tessuto cittadino, in quest’estate arrivata dopo un lungo periodo di distanziamento, certi che il linguaggio universale della musica giochi un ruolo importante nella ricostruzione delle relazioni tra i cittadini».
A inaugurare la rassegna, mercoledì 15 luglio alle 21 al Teatro Regio, è l’Orchestra d’archi del Regio diretta dal maestro concertatore e violinista Sergio Lamberto, con due amabili pagine per archi come la Serenata n. 6 in re maggiore K 239 di Wolfgang Amadeus Mozart e la Serenata in do maggiore op. 48 di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Il concerto è replicato sabato 25 luglio alle 21 sempre al Teatro Regio. Per la serata d’apertura di Blu Oltremare, mercoledì 15 luglio alle 21.30 nel Cortile di Combo, il direttore Giulio Laguzzi affronta sul podio dell’Ensemble ottoni e percussioni del Teatro Regio una selezione di brani a cavallo fra Otto e Novecento, che unisce il colore iberico delle danze di Georges Bizet, Isaac Albéniz, Federico Chueca e Joaquín Valverde Durán alla sontuosità dei balli russi di Čajkovskij e alle fresche suggestioni americane di Scott Joplin e George Gershwin. Il programma è replicato giovedì 16, martedì 21 e mercoledì 22 luglio alle 21.30 sempre nel Cortile di Combo.
Protagonista di altri sette concerti nella sala del Teatro, l’Orchestra d’archi del Teatro Regio esegue giovedì 16 luglio alle 21 e domenica 26 luglio alle 18 due brani giovanili di Benjamin Britten e Felix Mendelssohn-Bartholdy accanto alla St. Paul’s Suite di Gustav Holst, nuovamente sotto la guida di Sergio Lamberto. Diretta dal maestro concertatore e violinista Stefano Vagnarelli, la formazione torna venerdì 17 e martedì 21 luglio alle 21 con altre due celebri serenate di Mozart e Dvořák, e ancora sabato 18 e sabato 25 luglio alle 21 con un affascinante viaggio che va dalle romantiche terre boeme di Josef Suk e Gustav Mahler allo struggente Intermezzo da Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, fino alla suadente scrittura melodica di Edward Elgar.
A seguire, spazio all’Ensemble fiati e percussioni del Teatro Regio diretto dal maestro Andrea Mauri che, venerdì 17 e venerdì 24 luglio alle 21.30 nel Cortile di Combo e martedì 28 luglio alle 21 al Teatro Regio, abbina due grandi classici del sinfonismo tedesco come le Variazioni su un tema di Haydn  di Johannes Brahms e la Sinfonia n. 1 di Ludwig van Beethoven, di cui ricorre quest’anno il 250° anniversario della nascita. Nuovamente chiamato sabato 18 e sabato 25 luglio alle 21.30 nel Cortile di Combo e mercoledì 29 luglio alle 21 al Teatro Regio, l’ensemble diretto da Andrea Mauri esegue un programma che spazia fra il rigore compositivo di Johann Sebastian Bach, la bellezza armonica delle ouverture da La clemenza di Tito, Così fan tutte e Il flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart, e i chiaroscuri romantici del Franco cacciatore di Carl Maria von Weber.
Ospite della rassegna con tre concerti in serata unica nella sala del Teatro è il Coro del Teatro Regio diretto dal maestro Andrea Secchi. Si comincia domenica 19 luglio alle 18 con alcuni brani della produzione sacra e profana di Gioachino Rossini, composti quando, abbandonata l’opera teatrale, si dedicò a generi “minori” quali i Peccati di vecchiaia e la Petite messe solennelle. Il concerto vede impegnato al pianoforte il maestro Paolo Grosa. Maestro e allievo a confronto, giovedì 23 luglio alle 21, con pagine da cicli liederistici romantici di Schumann e Brahms. Chiude, giovedì 30 luglio alle 21: il programma è tutto dedicato al Brahms influenzato dal ritmo e dalle melodie zigane. Questi ultimi due concerti sono accompagnati al pianoforte dal maestro Marco Rimicci.
Si terranno, invece, al Sermig – Arsenale della Pace, Auditorium “Helder Camara”, i concerti del Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” diretti e accompagnati al pianoforte dal maestro Claudio Fenoglio, previsti lunedì 20 luglio e lunedì 27 luglio alle 21.15. Il doppio appuntamento, realizzato in collaborazione con il Laboratorio del Suono – Sermig Arsenale della Pace, presenta un repertorio ampio ed eclettico che include musiche di Georges Bizet, Mozart, Gabriel Fauré, Xabier Sarasola, Sergej Rachmaninoff, Jacques Offenbach, ma anche brani celebri del melodramma pucciniano e verdiano, nonché della tradizione corale inglese di Ralph Vaughan Williams e John Rutter.
La chiusura della stagione concertistica estiva al Teatro Regio è affidata all’Ensemble di ottoni e percussioni diretto dal maestro Giulio Laguzzi nelle serate di venerdì 24 luglio e sabato 1 agosto alle 21 e domenica 2 agosto alle 18. Al centro dei tre appuntamenti un itinerario di potente fantasia che da una Promenade all’altra fra i Quadri di un’esposizione di Modest Musorgskij si trasferisce alle atmosfere febbrili e caleidoscopiche della suite dal musical West Side Story di Leonard Bernstein.
I biglietti per i concerti di Estate con il Regio sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio (piazza Castello 215 – Tel. 011.8815.241/242); orario: da martedì a venerdì 10-13 e 14-17.45; sabato 10-14; un’ora prima dei concerti. I prezzi: posto unico numerato € 20 (under 18 e over 65: € 15); abbonamento a 5 concerti (utilizzabile anche da più persone per lo stesso concerto): € 80 (under 18 e over 65: € 60). Per i concerti del 28 e 29 luglio ore 21: posto unico numerato € 10 (under 18 e over 65: € 5). Vendita on line su www.vivaticket.it.
I biglietti per i concerti di Blu Oltremare sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Carignano (piazza Carignano 6 – Tel. 011.5169.555/484; numero verde: 800.235333; orario: da lunedì a domenica 13-19) e, la sera dei concerti dalle ore 20.30, alla Biglietteria di Combo (corso Regina Margherita 128). I prezzi: posto unico numerato € 10 (under 18, studenti universitari e over 65: € 5); abbonamento 4 – 6 – 8 ingressi (utilizzabile anche da più persone per lo stesso spettacolo): € 28 – 42 – 56. Vendita on line su www.teatrostabiletorino.it.
I concerti del 20 e 27 luglio ore 21.15 al Sermig – Arsenale della Pace, Auditorium “Helder Camara” (via Andreis 18/28) sono a ingresso libero fino a esaurimento posti, con offerta a favore delle attività del Sermig. Prenotazioni al numero 391.7715310; info: www.sermig.org.
I concerti della Filarmonica TRT sono a ingresso libero fino a esaurimento posti. Informazioni su www.filarmonicatrt.it.
Ulteriori informazioni al numero 011.8815.557, su www.teatroregio.torino.it e www.torinoacieloaperto.it.

Al castello l’“Ulisse” da Claudio Monteverdi

L’estate della musica prosegue al Castello di Miradolo con i concerti di “Avant-dernière pensée” e le singolari performances di Duda Paiva. Martedì 28 luglio, ore 21,30. San Secondo di Pinerolo (Torino)

Si preannuncia come un concerto di intensa spettacolarità e modernità, accompagnato da una video installazione, realizzata appositamente per l’occasione e che vedrà come protagonista il noto ballerino e performer di origine brasiliana, Duda Paiva.

In programma per il prossimo martedì 28 luglio (alle ore 21,30), promosso dalla “Fondazione Cosso” e realizzato, nel Parco storico del Castello di Miradolo, dal progetto artistico “Avant-dernière pensée” diretto dal maestro Roberto Galimberti, l’“Ulisse” da Claudio Monteverdi rientra nella Rassegna proposta dalla Fondazione di San Secondo di Pinerolo per l’estate 2020 e segna oltre dieci anni di ricerca e sperimentazione in ambito musicale, presentandosi come secondo appuntamento dopo il “Concerto d’estate” da Steve Reich, con cui si è salutata la prima alba d’estate il 21 giugno scorso, e in attesa del prossimo concerto del 15 settembre, allorché andrà in scena “Metamorphosis” da Buster Keaton e Philip Glass. La performance – presentata in una veste totalmente inedita, che vedrà il pubblico al centro di un’arena di oltre 2mila mq. circondato dalla corona verde di alberi secolari e da grandi schermi per video proiezioni – vuole porsi come una profonda ri-lettura del “Ritorno di Ulisse in patria” di Monteverdi. “L’intento – spiegano gli organizzatori – è quello indagare il tema del viaggio, dentro e fuori di sé, e i sentimenti e le contraddizioni profonde dell’uomo, in una figura come quella di Ulisse che ha attraversato la musica, la letteratura, il cinema e la poesia”. Esemplare sarà in tal senso l’esibizione di Paiva, che nel 2004 ha creato la “Duda Paiva Company”, con cui porta in giro per il mondo, performances spettacolari, tra danza e teatro, accompagnato dai “puppets” di gommapiuma, suoi inseparabili compagni di scena.
Il pubblico è invitato a spostarsi nel Parco per trovare la propria personale prospettiva del concerto ed è anche simpaticamente invitato a portarsi un plaid da casa per lasciarsi andare al video-ascolto comodamente rilassato sul tappeto verde del prato. Le cuffie silent system luminose, attraverso cui si fruisce della partitura, divengono autentiche “stanze d’ascolto”, in cui ricercare non la solitudine, ma il raccoglimento che richiede l’ascolto.

Alle 19, il Bistrot del Castello sarà già a disposizione per un aperitivo o una cena leggera nella corte interna, alla luce del tramonto. Alle 20 avrà luogo una guida all’ascolto curata da Roberto Galimberti, ideatore del progetto artistico, che dialogherà con il pubblico.

Gli esecutori: Roberto Galimberti, violino e direzione; Francesca Lanza, soprano; Evans Tonon, basso; Marco Pennacchio, violoncello; Laura Vattano, armonium
I tecnici: Marco Ventriglia, supervisione tecnica e regia audio Edoardo Pezzuto; allestimento tecnico Duda Paiva, Ulisse on video.
Prenotazione obbligatoria.

Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (Torino); tel. 0121/502761 o prenotazioni@fondazionecosso.it

g. m.

Don Pietro Ricaldone, quarto Successore di Don Bosco

Il 27 luglio 1870 nasceva a Mirabello Monferrato

Dopo 150 anni il paese di Mirabello si appresta a festeggiare questo suo illustre cittadino che con ingegno, umanità, tenacia e spiritualità ha lasciato un’eredità straordinaria in tutto il Mondo.

Don Ricaldone, grande figlio di Don Bosco e come lui Educatore e apostolo della gioventù, ha dato impulso alla spiritualità e alla formazione della Famiglia salesiana, alle Missioni che si sono diffuse nei vari continenti, alla organizzazione e progettazione degli Oratori, alla crescita della Formazione Professionale nei vari settori, soprattutto quelle delle Scuole agricole (celebri le varie esposizioni che ha organizzato e a cui partecipavano i Centri delle nazioni dove erano presenti i figli di Don Bosco). Ha curato lo sviluppo della cultura e della Scuola salesiana, attivando l’Istituto Superiore del PAS (Pontificio Ateneo salesiano), ha dato vita al Centro catechistico salesiano e all’Editrice LDC, ha dato valore ai luoghi legati a Don Bosco, in particolare il Colle Don Bosco e la casa Madre di Valdocco. Insieme al suo predecessore, il Beato Filippo Rinaldi (di Lu Monferrato, 5 Km da Mirabello), hanno dato vita ad una provincia salesiana che curasse in modo particolare la formazione di vocazioni missionarie avviate al sacerdozio (Ivrea, Mirabello, Penango, Bagnolo Piemonte) o alla vita religiosa laicale, come i Coadiutori (Istituto Bernardi Semeria del Colle Don Bosco, Istituto Rebaudengo di Torino, Istituto Agrario di Cumiana)… Insomma una multiforme attività di progettazioni e realizzazioni che hanno portato ad una diffusione meravigliosa del carisma apostolico di Don Bosco.Il paese di Mirabello ha sempre mantenuto vivo il ricordo di questo suo figlio, non solo dedicandogli una piazza e un monumento in luogo significativo, ma collaborando generosamente con la Casa salesiana che lo stesso Don Bosco aveva aperto nel paese, la prima fuori Torino,alla cui direzione Don Bosco aveva messo Don Rua, e soprattutto regalando alla Famiglia salesiana oltre 35 FMA e 30 SDB.  La cittadinanza tutta di Mirabello e dei paesi vicini del Monferrato casalese condivide volentieri questa sua ricorrenza con la Famiglia Salesiana. Mette a disposizione i luoghi più significativi del suo legame con Don Pietro: la casa natale, la Chiesa dove è stato battezzato (dedicata a San Vincenzo, e di cui si celebrano i 400 anni della sua consacrazione), la cappella dell’Istituto salesiano (tuttora utilizzata per le celebrazioni), la cordialità accogliente della gente. Da Mirabello partono percorsi su strade sterrate “Sui Passi di Don Bosco” che attraverso paesaggi collinari suggestivi conducono ad altri paesi monferrini che hanno dato i natali altre figure salesiane straordinarie.
La lunga pausa forzata ha frenato alcune delle iniziative, che erano già state previste per il mese di marzo, ma non ha cancellato i buoni propositi di celebrare al meglio la ricorrenza dei 150 anni della nascita di don Pietro Ricaldone, e così Mirabello si appresta a riprendere il discorso bruscamente interrotto con l’insorgere della pandemia. Comune e Parrocchia – con il prezioso supporto del comitato organizzativo costituito allo scopo – non hanno voluto rinunciare a onorare il quarto successore di don Bosco, programmando un momento celebrativo semplice ma significativo. L’evento avrà ufficialmente inizio alle ore 16 di sabato 25 luglio, con l’inaugurazione della mostra dal titolo “Don Pietro Ricaldone e l’opera salesiana a Mirabello e nel Mondo” all’interno della chiesa di San Sebastiano (un tempo luogo di culto dello storico Collegio Salesiano fondato da don Bosco nel 1863). L’esposizione, che sarà visitabile anche il fine settimana seguenti, ripercorre la vita di don Pietro e non solo attraverso documenti storici, curiosità e proiezioni . Alle ore 21 di sabato presso la chiesa Parrocchiale di San Vincenzo sarà recitato un rosario a ricordo di tutti i salesiani monferrini. Particolarmente nutrito il programma di domenica 26 luglio. A partire dalle ore 15 è prevista l’accoglienza dei presenti con la distribuzione di materiale informativo e la possibilità di visitare i luoghi mirabellesi simbolo della salesianità: la casa natia di don Pietro Ricaldone, il monumento a lui dedicato in piazza San Michele, la chiesa di San Sebastiano, la chiesetta campestre della Madonna della Neve tanto cara a Don Bosco e la casa di un allievo di don Bosco. Alle ore 15,30 seguirà lo spettacolo di arte circense con Lello Clown di “Passi di Vita Onlus” e la sua valigia, quindi alle 16.15 è prevista la commemorazione ufficiale di don Pietro Ricaldone con gli interventi delle autorità civili e dei superiori salesiani presenti. Chiuderà alle ore 17 la celebrazione solenne presso la chiesa parrocchiale, presieduta dal vescovo emerito Luciano Pacomio.
Un’ occasione per conoscere, riscoprire e ricordare Don Pietro Ricaldone

La responsabilità di un uomo dentro un viaggio nella notte

Per la rassegna “Summer Plays” al Carignano “Locke”, regista e interprete Filippo Dini

 

È dalla scrittura cinematografica di Steven Knight – per il film che aveva a protagonista un grandioso Tom Hardy anche in veste di regista, ricordiamolo anche per la sceneggiatura di La promessa dell’assassino di Cronenberg – che nasce l’Ivan Locke che Filippo Dini sta in questi giorni portando per la rassegna “Summer Plays” al Carignano (produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Franco Parenti, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia), uno di quei film – anno 2013, girato in otto notti consecutive, ogni notte le riprese dell’intero film, al montaggio affidate le parti migliori – difficili ma capaci di entrare nel ristretto terreno dei cult, veri campioni di assolo interpretativi, esempi inseguiti di raffinatezza registica.

Certo Dini non ha dalla sua la calibrata bellezza del montaggio né le piccole imprese della fotografia e nemmeno il soffoco, la componente claustrofobica del luogo recitativo: ma incrocia con convinzione e con atmosfere e climi da thriller sempre tesi, giusti, quasi fossero una lunga snervante cavalcata, i 75’ del dramma. Locke si trasporta in palcoscenico senza alcuna fatica, diventa una convincente opera a sé, con leggi proprie, ricostruisce racconto ed emozioni e pensieri solidamente impiantati tra le lame dei fari o le intermittenti luci di sosta di Pasquale Mari, lungo il nastro stradale disegnato da Laura Benzi.

Locke è un uomo di successo, ha il proprio lavoro, una casa e una famiglia che adora, il giorno successivo sarà uno dei più fortunati della sua vita, per la mattina seguente è stabilita “la più grande colata di calcestruzzo dell’edilizia urbana forse europea” e lui è “il più bravo capocantiere dell’Inghilterra”, deve assolutamente correre a casa perché là lo aspettano una moglie e l’entusiasmo dei figli e una partita da applaudire insieme. E un paio di birre ghiacciate. Si sfila gli stivali con cui ogni giorno lavora nel cantiere, sale in macchina e di lì innesta una lunga serie di telefonate: da queste abbiamo lo sviluppo della vicenda, dal loro stretto succedersi, dal prolungarsi, dalle interferenze, dalla rabbia e dalle apprensioni, dagli incidenti e i ritardi a poche ore dall’evento, dalle voci che dicono e raccontano, che si inseguono, che in una sorta di gorgo, in un esempio di linguaggio teatrale quantomai libero e viscerale, s’avvicinano o s’allontanano sempre più dal protagonista. Ma la vita di Locke cambia, coscientemente, doverosamente. Un cambiamento che lo porta a intraprendere un viaggio diverso, un viaggio che ha anche il compito di guardare all’interno dell’uomo, di renderlo responsabile, di spingerlo a perdere tutto e a guadagnare tutto. A ricostruire.

Un cambio di rotta, un’inversione, un altro orizzonte a cui avvicinarsi, “un grande inno al coraggio” lo definisce Dini, “alla sua espressione più potente e più arcaica: il coraggio di abbandonare la propria vita, le proprie certezze, i successi personali, i propri affetti”, una cognizione del dolore che punti verso quella responsabilità che ci accompagna, tutti nessuno escluso, verso il nostro miglioramento. Locke impartisce ancora ordini perché lui vuole che quella colata sia un vero capolavoro, senza intoppi o difetti, accetta il licenziamento, lancia invettive e pugni chiusi contro un dio e ed un padre che un giorno lo ha abbandonato (e lui non ripeterà quello stesso errore), chiama la moglie per confessarle che sette mesi prima l’ha tradita con un’altra donna, neppure lui sa spiegarsi come sia successo, forse la colpa sta soltanto in due bottiglie di vino, una donna non bella e non più giovane che quella notte stessa partorirà, lascia che i figli gli raccontino della partita (le telefonate più umanamente belle): alla fine, arrivando nei pressi dell’ospedale, un’ultima telefonata, quella nuova madre gli fa ascoltare il vagito di un bambino che è appena venuto alla luce. Al centro del palcoscenico, con il suo volante in mano, Filippo Dini interpreta e dirige lo spettacolo, è vulnerabile e combattivo al tempo stesso, intesse un passato e un faticoso presente, guarda coraggiosamente avanti, raccoglie momenti, a tratti attimi impercettibili, ed emozioni dal proprio personaggio, e la ribellione sempre in primo piano, e dalla fitta ragnatela delle voci di quanti “lo circondano”.

 

Elio Rabbione

 

Le foto dello spettacolo sono di Noemi Ardesi

Una visita estiva al Giardino Ducale e al Boschetto

Un ricco calendario di eventi estivi / Il Giardino Ducale rinnovato attende i visitatori con una scenografica accoglienza serale.  E la riapertura prosegue nel Boschetto con performance, musica dal vivo, attività e visite guidate.

 

Uno spazio verde che rivela meraviglie naturali e architettoniche, in cui concedersi un momento speciale di relax o una passeggiata tra giochi prospettici e sculture, all’ombra di Palazzo Reale, della Cappella della Sindone e della Galleria Sabauda. Dopo un importante intervento di recupero e rifunzionalizzazione, il Giardino del Duca torna a essere patrimonio dei torinesi e di tutti i visitatori, uno dei luoghi simbolo della città nuovamente fruibile con un’ampia offerta di attività.

 

Torna a essere fruibile anche il Boschetto, restaurato nel 2017 grazie all’intervento congiunto del MiBACT e della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino con il socio Reale Mutua. La giornata inaugurale presenta un ricco programma di performance e musica dal vivo, realizzato con i giovani partecipanti al progetto Talenti per il Fundraising della Fondazione CRT e con la collaborazione di Piatino Pianoforti dal 1910. Alle ore 10.30, 16 e 17.30 sono previste delle visite speciali condotte dalle guide CoopCulture.

 

Il Giardino Ducale

La rifunzionalizzazione e il recupero del Giardino Ducale è parte della grande opera di valorizzazione dei sette ettari di verde che si sviluppano a ridosso degli antichi bastioni, il tessuto connettivo dei Musei Reali di Torino. Dal primo disegno di Henri Duparc del 1563 al progetto di André Le Nôtre, architetto dei giardini di Versailles, l’impianto attuale dei Giardini Reali è frutto di molteplici trasformazioni che attraversano secoli di storia. Teatro delle passeggiate e di spettacolari feste che animavano la corte, i Giardini Reali sono ancora oggi un luogo dal valore monumentale e ambientale irripetibile.

 

Grazie all’intervento conservativo finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo con un contributo di 2 milioni di euro, sospeso a marzo per l’emergenza sanitaria, la porzione più antica dei Giardini Reali collocata a nord del Palazzo, il Giardino Ducale, assume un nuovo splendore.

 

“La Fondazione Compagnia di San Paolo, ispirata all’agenda 2030 delle Nazioni Unite, si rivolge alla cultura con uno sguardo che ci permette di attingere alla creatività e all’arte per rendere più attrattivi i nostri territori, pensare e reinterpretare spazi in cui le persone diventano protagoniste, rapportarsi ai beni culturali con spirito di custodia e protezione. Coerentemente con questo approccio oggi partecipiamo all’apertura al pubblico dei Giardini di Palazzo Reale, nel cuore di Torino, che rappresentano un ulteriore arricchimento, con la messa a disposizione di un elegante spazio verde, dell’offerta dei musei reali oltre al loro capitale di architetture, collezioni e offerta di servizi al pubblico. Vero e proprio polmone verde cittadino, i giardini giocano un ruolo determinante nel processo in corso di sviluppo dei MRT in una logica di investimento strategico, attraverso un’evoluzione gestionale/organizzativa e il miglioramento della sostenibilità economico-finanziaria fortemente appoggiato dalla Compagnia”, osserva Alberto Anfossi, Segretario generale della Fondazione Compagnia di San Paolo.

 

“I Giardini sono un elemento centrale dell’agenda dei Musei Reali – spiega la Direttrice Enrica Pagella –. Il 24 aprile 2016 sono stati riaperti al pubblico dopo una chiusura di quasi dieci anni e da quel momento i cantieri non si sono mai interrotti. Tra il 2017 e il 2018, grazie anche alla collaborazione con la Consulta di Torino e il suo socio Reale Mutua, è stata rifunzionalizzata l’area del Boschetto, arricchita dall’inserto monumentale Pietre preziose di Giulio Paolini. Successivamente, con il sostegno della Compagnia di San Paolo, i lavori sono stati dedicati al Giardino del Duca e a breve si completerà anche l’intervento nella parte di Levante, con la restituzione della settecentesca Fontana dei Tritoni. L’attenzione per la radice storica di questo grande spazio verde è andata di pari passo con la cura per tutti gli aspetti legati all’accessibilità e al comfort, nella convinzione che i Giardini del Palazzo Reale costituiscano un naturale prolungamento dello spazio museale e una impareggiabile risorsa di benessere per la vita dei cittadini, in un paesaggio antico e moderno insieme, all’incontro tra natura e cultura”.

 

In occasione della riapertura del 2 giugno, la nuova pavimentazione in pietra di Luserna posta lungo le facciate di Palazzo Reale e della Galleria Sabauda, collegamento tra la Corte d’Onore e la Manica Nuova della residenza, ha reso pienamente accessibile l’ingresso e l’uscita del percorso museale dal Giardino. Il perimetro esterno dei due edifici è ornato da 42 casse in acciaio inossidabile contenenti piante di Ligustrum Iaponicum Texanum, arbusti sempreverdi simili agli aranci e resistenti ai freddi invernali. Nelle innovative citroniere hi-tech sono integrati i dispositivi per illuminare scenograficamente le facciate e segnalare i percorsi. All’allestimento del Giardino Ducale si aggiungono 61 nuove anfore in ghisa, realizzate sul modello dei 43 vasi originali facenti parte delle collezioni storiche, ma con un disegno semplificato per facilitarne l’identificazione; i vasi delimitano i parterre   e segnano l’incrocio dei viali. Rose paesaggistiche della varietà Meilland Bonica completano la composizione che poggia su basamenti ottagonali in granito di Montorfano, contenenti piccoli fari Led per illuminare i camminamenti. Al confine dell’aiuola nord sono state aggiunte panchine, corpi illuminanti e cestini di servizio, coordinati con gli arredi già progettati per il recupero del Boschetto, situato a nord-est e di matrice ottocentesca. L’intero sistema di conduzione delle acque, così come l’impianto di irrigazione, è stato ripensato per rispondere nel modo migliore alle esigenze del giardino, mentre nuove prese di servizio a scomparsa sono state inserite nella pavimentazione per alimentare zone strategiche per favorire lo svolgimento di eventi serali. In una posizione di snodo tra i Giardini del Duca e di Levante e il Boschetto troverà spazio un nuovo punto informazioni per il pubblico con il supporto dei volontari del Touring Club Italiano, progetto Aperti per voi, che dal 1° luglio riprendono le attività di accoglienza nei Giardini.

 

La scultura in granito intitolata Ulisse, opera dello scultore Giuliano Vangi e donata dall’artista ai Musei Reali, sarà posizionata su un basamento nell’area settentrionale del Giardino Ducale, in prossimità dell’ingresso alla Manica Nuova.

 

I Giardini Reali non saranno soltanto un luogo in cui concedersi una piacevole divagazione nella natura, ma anche uno spazio in cui partecipare agli eventi per festeggiare la riapertura al pubblico. Si comincia domenica 28 giugno con “Welcome green”, osservazione guidata alla scoperta delle specie floreali che impreziosiscono i Giardini. Le visite continueranno nel fine settimana per tutto il mese di luglio. Domenica 12 e 26 luglio, alle ore 17, vista, tatto, udito e olfatto saranno convolti nell’inedita esperienza “Giardini sensoriali” per conoscere da vicino piante e materiali che compongono le aree verdi dei Musei Reali. Grandi e piccoli appassionati del disegno a mano libera, sabato 18 luglio non potranno perdere l’appuntamento con “MRT Garden Drawing 2020”: affiancati dai giovani artisti e maestri della Pinacoteca Albertina, i partecipanti si cimenteranno con il disegno dal vero, prendendo ispirazione dalla natura e dall’affascinante panorama architettonico che incornicia i Giardini (ingresso esclusivo e contingentato, al costo di 2 euro).

 

Dal virtuale al Reale

Se durante il lockdown l’esperienza di visita si è trasferita sui canali digitali e sulla piattaforma èreale (ereale.beniculturali.it), a partire dal 3 luglio, ogni mercoledì e venerdì alle ore 17 gli approfondimenti tematici tornano in presenza con il programma “Dal virtuale al Reale”. Curatori e tecnici dei Musei Reali conducono i visitatori alla scoperta di opere e luoghi meno noti, rivelando curiosità inedite secondo il seguente calendario:

 

3 luglio – La Manica Nuova di Palazzo Reale, dove l’architettura incontra il museo, con Filippo Masino

8 luglio – Una creatura sorprendente: il Drago da passeggio di Carlo Mollino, con Giorgia Corso

10 luglio – Le Cucine Reali, con Lorenza Santa

15 luglio – Il Giardino del Duca, con Barbara Vinardi

17 luglio – L’Oriente a Palazzo: gli stipi giapponesi nell’Appartamento dei Principi, con Linda Lucarelli

22 luglio – Prove di allestimento: Sumeri e Assiri in passerella, con Patrizia Petitti

24 luglio – Roma antica in miniatura. Viaggio tra le città romane in Piemonte, con Elisa Panero

29 luglio – La pittura dei Bassano, oltre la superficie, con Annamaria Bava

31 luglio – I soffitti dipinti dell’appartamento dei Principi Forestieri, con Lorenza Santa

5 agosto – Porcellane per la tavola del re. Le collezioni di Palazzo Reale, con Franco Gualano

7 agosto – In guerra per gioco. La targhetta da giostra dell’Armeria Reale, con Alessandra Curti

19 agosto – L’immaginario e la memoria. I Longobardi e il culto degli antenati, con Gabriella Pantò

21 agosto – L’Oriente in Armeria Reale. Armi e armature dal continente asiatico, con Giorgio Careddu

26 agosto – Sulle tracce degli Etruschi nel Piemonte preromano, con Rosario Anzalone

28 agosto – Una Madonna fiamminga rivelata. Leggere la pittura attraverso le indagini scientifiche, con Sofia Villano

 

Caffè con il restauratore

Due incontri speciali, il “Caffè con il restauratore”, saranno dedicati alla conoscenza dell’intenso lavoro dei restauratori che, con i curatori delle collezioni, ogni giorno conservano il grande patrimonio artistico dei Musei Reali. Giovedì 9 luglio, alle ore 10, Alessandra Curti presenterà l’approfondimento Santi cavalieri: La spada di San Maurizio e l’armatura nel Medioevo, mentre giovedì 6 agosto, alla stessa ora, l’intervento di Elisabetta Andrina verterà su Pareti tessute: gli arazzi a Palazzo Reale, affrontando gli aspetti tecnici ed esecutivi dei preziosi tessili. I partecipanti saranno accolti nella Corte d’Onore da una guida CoopCulture che, al termine degli interventi, condurrà i visitatori al Caffè Reale per condividere un piacevole momento di pausa.

 

Visite speciali

Giovedì 16 luglio, alle ore 16, “C’è qualcosa di nuovo in Armeria”: le vetrine della Galleria del Beaumont si arricchiscono di didascalie pensate per lo sguardo e la curiosità dei bambini. Le famiglie sono invitate a scoprire questa novità con i curatori Giorgio Careddu e Giorgia Corso. Prenotazione obbligatoria e costo compreso nel biglietto di ingresso, gratuito fino a 18 anni.

 

Venerdì 17 luglio, alle ore 18, il pubblico avrà la straordinaria opportunità di accedere all’Appartamento della Regina Elena, percorso composto da sale di grande fascino arredate e decorate da affreschi mitologici, stucchi dorati, parati in seta alla cinese, pavimenti in marmi policromi, e alle sorprendenti Cucine Reali. L’incontro si concluderà con un aperitivo. Solo su prenotazione.

 

Per tutto il mese di luglio, ogni sabato e domenica continuano le visite guidate a cura dei Volontari dell’Associazione “Amici di Palazzo Reale” nell’Appartamento dei Principi di Piemonte, al secondo piano di Palazzo Reale, con il suggestivo affaccio sulla terrazza panoramica. Il percorso, della durata di un’ora, è visitabile alle ore 11, 12, 15, 16, 17 e 18 ed acquistabile in biglietteria.

Le attività del Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale, il Caffè Reale Torino accoglie i visitatori per un momento di ristoro in una cornice unica ed elegante, tra oggetti provenienti dalle collezioni sabaude. A giugno e a luglio la cucina della tradizione piemontese è protagonista di un ciclo di lezioni alla scoperta di specialità del territorio, come flan di spinaci con fonduta (19/6), bagnetto verde e rosso (20/6), verdure ripiene (26/6), savoiardi e tiramisù (27/6), carpione (3/7) e bunet (4/7). Gli incontri si svolgono dalle 17 alle 19 per un numero minimo di 12 persone. Il costo è di 20 euro per gli adulti, 28 euro per chi partecipa con un minore. Ogni venerdì e sabato di giugno è possibile partecipare anche alle cene speciali “Grill and Traditional Arcade”. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

In foto, il Giardino Ducale (Credits: Officina delle Idee per i Musei Reali, giugno 2020)

Ronn Moss tra Puglia e Torino

”C’n g’na ma scì, sciamanin, c’nan g’na ma scì, nan g’n si’m scenn”, tradotto : se ce ne dobbiamo andare, andiamocene, se non ce ne dobbiamo andare, non andiamocene, dall’inconfondibile dialetto barese.

 

Lo scioglilingua forse più famoso al mondo… che fa attorcigliare la lingua e Michael, impersonato da Ronn Moss, ci prova,  prova ad imparare il dialetto pugliese nel film posto da lui in cantiere in Puglia a settembre prossimo venturo,  un film ambientato tra New York e l’amatissima Puglia.

 

Colpo di fulmine? Dal 2012, anno in cui Ronn Moss l’ha vista per la prima volta, da allora ha deciso di non separarsi più dalla Puglia, ricordiamo che qui da un anno produce il suo ”Moss Wine”, un primitivo di Manduria (Taranto) di cui ne avevo parlato, e ora vi girerà un film da produttore interprete.

In questa occasione avrà modo di mettere in risalto la bellezza complessiva di quel territorio pugliese che lo ha letteralmente conquistato nei suoi frequenti viaggi in Italia.

 

Tanta vivacità e ricchezza espressiva in questo film, a partire dal colorito, naturale e incomprensibile dialetto barese, l ‘amato dialetto che impreziosisce lo scrigno di  emozioni che ne suscita  la visione.

”L’Italia è uno dei paesi più belli al mondo : le mie vacanze questa estate le farò da voi e a settembre vi girerò anche il mio nuovo film” ha dichiarato l’attore americano.

 

”È una commedia brillante e romantica che narra la storia di Michael, un broker newyorkese innamorato dell’Italia che compra una masseria in Puglia per dare un cambio alla monotonia della sua vita, ma quando vi ci arriva per il rogito dell’immobile, ne succederanno di tutti i colori, nell’incontro con una inusuale famiglia e ci si metterà anche l’amore a complicargli le cose….un amore che soppraggiungerà all’improvviso” ha raccontato Ronn Moss in merito al suo film.

 

E su Istagram la star di Hollywood aveva scritto: ”Non vedo l’ora di tornare presto alla mia seconda casa in Puglia, dove lavorerò alla pre-produzione di una commedia romantica meravigliosa che gireremo questo settembre, “Surprise Trip”(Viaggio a sorpresa). Sento che tutti abbiamo bisogno di amare e ridere di più, soprattutto adesso e sono ansioso di girare questo film.”

 

Amore, humor inglese e comicità italiana, sono gli ingredienti di questo commedia romantica che cela sorprese come lascia intendere il titolo, per cui tralasciamo di parlare dell’amore.

 

All’aplomb del personaggio americano, fanno riscontro le goffaggini degli altri personaggi scelti per questa storia di colpi di scena.

 

Alla sicurezza, calma, flemma, imperturbabilità, disinvoltura, autocontrollo, compostezza della lingua inglese, parlata nel film da Ronn Moss, fa riscontro l’agitazione, ansia, apprensione, inquietudine, insicurezza che traspare ancor di più dal colorito dialetto barese, creando spesso delle situazioni esilaranti e dell’humor che traspare e si respira in tutto il film.

 

Una comicità come quella che può creare un personaggio di raffinata educazione che ti guarda con estrema serietà mentre pronuncia parole in inglese che ti fanno rabbrividire. Con volto sostenuto e impassibile e parole che celano ironia e spesso addirittura sarcasmo.

 

Un modo di fare che smorza i toni, alleggerisce momenti imbarazzanti e che fa nascere ilarità sulla pur in situazioni tristi per sdrammatizzare e fare ironia sulla sfortuna e gli insuccessi della vita.

 

Il primo ciak è previsto per il 7 settembre. ”Gireremo in città come Fasano, Alberobello, Cisternino, Locorotondo, Monopoli, tutti posti incantevoli, pieni di storia, passione e di grande accoglienza del popolo pugliese. Il film è prodotto dalla mia casa di produzione di Los Angeles, la DevRonn Enterprises, e dal mio amico e produttore Tiziano Cavaliere di Bros Group Italia, con il supporto dei co-producer Domenico Barbano e Mirella Rocca di Fashion, Giovanna Arnoldi e Grace Deagazio. La regia sarà affidata al giovane regista Roberto Baeli. Tra i primi attori confermati Paolo Sassanelli, Totò Onnis, Pietro Genuardi, Fabio Cursio Giacobbe e Mayra Pietrolcola”, è sempre Ronn Moss che parla.

 

Ripartiti i set, ripartono i casting. Il primo casting  a Torino, presso l’Accademia Fashion T con la presenza di Ronn Moss.

I provini si sono tenuti  giovedì 16 luglio ìin via della Consolata 1bis, all’interno di Palazzo Saluzzo Paesana presso la sede della prestigiosa FashionT – CDH Cinema District Hub, l’agenzia torinese di eventi, moda, comunicazione e cinema, coproduttrice del film .

Un’eccellenza in Torino grazie alla professionalità del suo fondatore Domenico Barbano e di Mirella Rocca che da sempre ha un fiuto speciale nello scoprire nuovi talenti rappresentando un aiuto concreto per i giovani aspiranti.

Vito Piepoli

Una serata su Torino nera dalla strage del 1864 al delitto Codecà

Mercoledì prossimo, 22 luglio alle ore 20,30 alla libreria Belgravia di via Vicoforte 14/d a Torino lo scrittore Alessandro Cerutti ed il direttore di “Storia Ribelle” Roberto Gremmo dialogheranno compiendo un viaggio singolare nella Torino criminale degli ultimi due secoli.

Nell’esame dei più efferati delitti irrisolti si partirà da quella che proprio Gremmo ha definito in un suo libro “La prima strage di Stato”, il massacro di 62 piemontesi uccisi dalla forza pubblica il 22 e 23 settembre 1864 mentre in piazza San Carlo e piazza Castello manifestavano pacificamente contro lo spostamento della capitale a Firenze e la crisi in cui veniva gettata Torino. Dopo l’analisi dell’omicidio dei Barabba e dei crimini del serial killer del 1915, i due studiosi esamineranno i retroscena torbidi e mai davvero svelati del famoso delitto Codecà che nel 1952 fece tremare la città della Fiat. Un viaggio a ritroso nel tempo nei bassifondi e nella malavita.

L’isola del libro

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Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Carmen Korn   “Aria di  novità”    -Fazi Editore-    euro 20,00

 

E’ il terzo ed ultimo romanzo della saga della scrittrice tedesca 68enne Carmen Korn (dopo “Figlie di una nuova era” e “E’ tempo di ricominciare” pubblicati da Fazi) che ci racconta il seguito delle vite di 4 personaggi femminili di Amburgo, sullo sfondo delle vicende storiche che in questa puntata della saga vanno dal 1970 al 2000.

La Germania è ancora divisa e Berlino è tranciata in due dal muro che cadrà nel 1989, aprendo una nuova era; ma ci sono anche il terrorismo, echi della guerra del Vietnam e gli scandali della Casa Bianca visti nell’ottica europea.

In un alternarsi di flash su eventi storici e sequenze delle vite dei molti personaggi, la Korn costruisce un romanzo in cui le vite dei personaggi sono andate avanti, alcune invece sono finite con la morte.

Gli anni sono passati per Hanny che è al terzo matrimonio e festeggia i suoi 100 anni all’alba del nuovo millennio, circondata da parenti e amici. Ma che fine hanno fatto le sue amiche?

Lina, ex insegnate e libraia gay che viveva con l’amata compagna Louise che non vuole invecchiare, né tantomeno arrendersi alla malattia.

Käthe, vicina di casa durante l’infanzia, prigioniera in un campo di concentramento a causa della sua propensione al comunismo, tornata alla fine della guerra dopo varie traversie, che si ritrova con una figlia adottiva simpatizzante del gruppo Baader Meinhof.

Ida, ragazza viziata di buona famiglia alla quale la vita ha riservato qualche sorpresa. Due matrimoni e la bellissima figlia Florentine: super modella sempre in giro per il mondo, con un adorante compagno dotato di sovrumana pazienza che accudisce i figli, ma anche l’incognita della paternità di uno di loro.

E intorno alle 4 amiche una girandola di personaggi affascinanti come l’amico pianista Alex che si è scoperto omosessuale e vive con l’amore della sua vita, il più giovane Klaus, che però non ha disdegnato le donne…anzi.

Poi ci sono le nuove generazioni  che vivono in pagine bellissime del romanzo. Come Katja, fotografa impegnata nelle zone di guerra più calde del pianeta; e Ruth giornalista e militante che sconta anni di carcere per la vicinanza con un terrorista…..

Aspettatevi sviluppi e vite incredibili, tutto raccontato con l’innegabile bravura della Korn, abilissima nell’intessere una trama fitta di destini individuali.

 

 

Olga Tokarczuk “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti”  -Bompiani-  euro 18,00

Dopo il Premio Nobel per la letteratura vinto con “I vagabondi”, viene ora ripubblicato questo romanzo che la scrittrice aveva dato alle stampe nel 2009. E’ il racconto in prima persona di un’anziana signora della Slesia (Polonia del sud, al confine con la Repubblica Ceca), ex ingegnere di ponti, insegnante di inglese che vive in un paesino isolato su un altipiano tempestato da venti e abbondanti nevicate.

Si chiama Janina  Duszejko ed è amante degli animali, compassionevole verso il prossimo, con il pallino dell’astrologia e degli oroscopi (in grado di prevedere le morti). Le sue giornate nell’isolamento della natura scorrono tra le traduzioni delle poesie di William Blake insieme a un suo ex alunno e la sorveglianza e i lavori di manutenzione nelle case dei dintorni che i proprietari abitano solo d’estate.

Uno scossone al suo tranquillo ritmo quotidiano viene datoa dal ritrovamento del cadavere di un suo vicino, strozzatosi con l’osso di una cerva che aveva cacciato di frodo. Ed è solo l’inizio di una serie di oscure morti di uomini collegati alla caccia e all’uccisione delle adorate cagnoline di Janina.

Lei è più che convinta che a vendicarsi della malvagità dei cacciatori (che odia con tutta se stessa) siano stati gli animali, volpi e cervi, a vendicarsi. La rivincita delle vittime contro i loro carnefici in un romanzo tra il noir e  il filosofico in cui le sorprese non mancheranno.

 

Louise Penny    “Il regno delle ombre”    -Einaudi –  euro 15,00

La  scrittrice canadese Louise Penny torna con un’altra avventura ambientata nel paese fittizio di Three Pines, e rimette in campo il suo pacato, saggio ed equilibrato detective Armand Gamache, in una storia nella quale l’indagine sulle relazioni umane e i sentimenti vengono prima della violenza omicida.

Three Pines è già di per se il grande protagonista dei suoi 14 libri con Gamache. Un villaggio a pochi chilometri da Montreal, inventato in ogni minimo dettaglio: ideale per il turismo e le famiglie, con negozietti vari, natura incontaminata, asticella del termometro ampiamente sotto lo zero e nevicate memorabili.

Chi ama questa scrittrice sa già che le sue trame iniziano lente e quasi rassicuranti, poi si scatena il thriller ed entra a gamba tesa il capo della Sûreté du Québec, Gamache.

Questa volta il commissario è stato sospeso dal suo incarico a causa di una precedente indagine un po’ controversa, e viene inspiegabilmente nominato esecutore testamentario di un’anziana signora a lui sconosciuta.

La defunta è una certa Bertha Baumgartner, si faceva chiamare Baronessa, era un po’ eccentrica, eccezionale nelle pulizie delle case altrui  e “..C’era nobiltà nel suo attaccamento al dovere”.

Questa atipica colf, insieme a Gamache  ha coinvolto nella gestione del suo lascito anche la libraia-psicologa Myrna e il giovane impresario-manovale Benedict.

Inutile dire che neanche loro conoscevano Bertha e si ritrovano a gestire una situazione complicata. La Baronessa ha tre eredi  Anthony,     Caroline e Hugo, ed ha scritto un testamento bislacco, lasciando una casa pericolante, il titolo al suo primogenito, e 5 milioni a ciascun figlio. Una fantomatica fortuna di cui i tre avevano sentito parlare fin da quando erano piccoli.

Poi la storia si complica ulteriormente, ci scappa il morto ed ecco scattare l’indagine, e Gamache si ritrova a dover risolvere parallelamente anche l’emergenza di una partita di droga che sta seminando morte nelle strade di Montreal….

 

 

•NÀOS•

LA POESIA  di Alessia Savoini

Una ricerca della comunicazione attraverso la danza
) Dove (
vi è
la protesi della ( parola ).
                                                            :
Dove il ( labbro ) si slega ai vincoli della ) bocca (
e pronuncia la genesi del movimento
– convulso –
di una lingua che all’orecchio accosta
                                                            il simulacro di una moltitudine.
Il luogo oltre il quale il ( gesto )
rincorre
il  corpo  che lo ha generato
) (
e svela al silenzio la nuda veste dell’ascolto.
È un dire che svezza nel moto la celebrazione dei mondi,
un nodo che sottrae alla gola il respiro della  ) parola (
:
come lo scoglio che separa l’onda
e rigetta l’anima di nuove inclinazioni
su sponde da cui nasceranno veneri.
È a quel punto che le ) dita ( ricercano un ( appiglio (,
strappando
al vuoto
la vertebra di una musa.
Recide lo spazio il corpo
muovendo(si)
:
ed un piccolo ) passo ( si dice
nell’evento taciuto di un racconto coreografato,
che nel respiro dell’accadere
( esplora (
l’antico micelio dei mondi.
Quasi le dita divorano il significato ultimo della parola,
quella stessa ferita che la bocca sottrae al silenzio
e, dirompente, sveste l’immagine dalla sua cortesia
lasciando sul volto di chiunque
la sindone di una metamorfosi.