CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 456

Fish&Bubbles con il mago delle bolle di sapone

Open Factory, via del Castello 15, Nichelino

Mercoledì 14 luglio, ore 21,30

Mercoledì 14 luglio arrivano all’Open Factory le bolle di sapone giganti con clownerie e giochi d’acqua di Michele Cafaggi, considerato il “Mago delle bolle di sapone”.

Michele Cafaggi è stato il primo artista in Italia a creare uno spettacolo teatrale dedicato alle bolle di sapone. È stato giudicato miglior clown, attore, mimo al Premio Nazionale Italiano Franco Enriquez del 2016. È attivo nel panorama teatrale dai primi anni ’90. Ha studiato tra Milano e Parigi recitazione, arti circensi, mimo, clownerie ed improvvisazione teatrale e ha esperienze nel teatro di ricerca e nel teatro di compagnia. Dal 1993 si esibisce come artista di strada e di teatro in Italia ed in molti altri paesi del mondo passando con disinvoltura dalle grandi platee internazionali alle feste di paese, scuole, teatri, ospedali, case di riposo, carceri. È Dottor Sogno presso i reparti pediatrici dove opera la Fondazione Theodora Onlus.

Fish&Bubbles è lo spettacolo che unisce clownerie, giochi con l’acqua e bolle di sapone giganti. È stato replicato in Italia, Svizzera, Austria, Irlanda, Grecia, Spagna, India, Giappone. “Oggi splende il sole, ma non per tutti! Un pescatore della domenica è perseguitato da una nuvoletta dispettosa che lo innaffia ovunque vada. Ma non c’è nulla da temere, lui non si dispera, lui è fatto di sapone e i suoi pensieri sono bollicine colorate e per lui la pioggia è una ghiotta occasione per mostrarvi i suoi giochi preferiti”.

_Mercoledì 14 luglio, ore 21,30

Michele Cafaggi

Fish&Bubbles

Biglietto: 5 euro

We Are Open è organizzato da Reverse Agency, in collaborazione con Piemonte dal Vivo, Torino Comedy Lounge, Teatro Superga e promosso da Città di Nichelino e Sistema Cultura, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo

Info

www.openfactory.space

T: 011 4174908

Il Centro Studi Piemontesi racconta 

Per i mesi di luglio e  agosto, anche in vacanza, potete seguire dal sito www.studipiemontesi.it ogni martedì le clip Centro Studi Piemontesi racconta… 

            E ogni giovedì per #Letturaday, un progetto di Adei, l’Associazione degli editori indipendenti italiani, proponiamo una breve clip con una lettura tratta dai nostri libri

 

 

                Martedì 13 luglio, a partire dalle 17  sul sito, sul canale  YouTube del Centro Studi Piemontesi e su tutti  gli altri social, Instagram, FaceBook, Twitter per le clip

                           “Il Centro Studi Piemontesi racconta…”

 

50 anni della rivista

Studi Piemontesi

1972-2021

con

Rosanna Roccia

Direttore “Studi Piemontesi”

Giovanni Tesio

Università del Piemonte Orientale

Pierangelo Gentile

Università degli Studi di Torin

 

Vai sul sito www.studipiemontesi.it

oppure clicca direttamente qui:  https://youtu.be/B1fFSJ4HTz8

Giovedì 15 luglio, dalle 10, sul sito, sul canale YouTube e sui social del Centro Studi Piemontesi,

per #Letturaday Giulia Pennaroli legge una pagina da Il Castello di Moncalieri. Una presenza sabauda fra Corte e Città

Per la prima lettura vai al link https://youtu.be/FN8yXsTjG88

oppure sul sito www.studipiemontesi.it

Prosegue LibrInValle, il “salone del libro” valcerrinese

Prosegue sabato 17 luglio ‘LibrInValle’ rassegna letteraria a cura dell’Unione dei Comuni Valcerrina in collaborazione con le Amministrazioni Comunali e le associazioni

 

Sabato 17 luglio, alle ore 18.30, nel piazzale antistante la chiesa parrocchiale di Piancerreto, frazione di Cerrina Monferrato si terrà il terzoappuntamento della rassegna lettera itinerante LibrInValle, con la presentazione del libro Il misterioso caso del ‘Benjamin Button’ da Torino a Hollywood di Patrizia Deabate. L’evento è organizzato dall’Unione dei Comuni della Valcerrina – Area Cultura in collaborazione con il Comune di Cerrina Monferrato e la Pro Loco Piancerreto

. I lavori verranno introdotti da Marco Cornaglia, assessore al Comune d Cerrina e da Valentina Bocchino, presidente della Pro Loco Piancerreto. A moderare sarà invece Massimo Iaretti, consigliere dell’Unione delegato alla Cultura. Nel suo libro, edito per il Centro Studi Piemontesi – Ca de Studi Piemonteis, Patrizia Deabate coglie il sottile filo rosso che collega i ruggenti anni Venti, epoca in cui gli Stati Uniti vivevano l’età del jazz, ben descritta da Francis Scott Fitzgerald e l’Italia (ed in particolare il Piemonte) degli anni Dieci del Novecento ed il suo mondo letterario, poetico e cinematografico, poi spazzati via dall’”inutile strage’ rappresentata dalla prima guerra mondiale. Il libro dell’autrice albese è risultato vincitore dell’Acqui Inedito del Premio Acqui Storia.

“L’incontro di sabato – dice Massimo Iaretti, consigliere dell’Unione con delega alla Cultura – sarà un’occasione per esplorare il mondo poco conosciuto, ma affascinante, del cinema, della poesia, della letteratura degli anni Dieci del Novecento che ebbe molto dei suoi protagonisti a Torino ed in Piemonte”.

Quando gli artisti interpretano “la mossa del cavallo”

La mostra sino al 29 agosto, nella Chiesa di Santa Croce ad Avigliana

“La mossa del cavallo” – anche titolo caro ai molti lettori di Andrea Camilleri – è la mostra che racchiude per l’intera estate (fino al 29 agosto, presso la Chiesa di Santa Croce, in piazza Conte Rosso ad Avigliana, orario d’apertura sabato e domenica dalle 16 alle 20) le opere – una sessantina – di ceramisti, scultori, pittori e artisti del vetro – trentasette in tutto – che hanno a tema il quadrupede già al centro, sin dall’Età della Pietra, delle tante decorazioni rinvenute sulle pareti delle caverne in Europa e non soltanto. Luigi Castagna e Giuliana Cusino, che l’hanno curata nel panorama della galleria “Arte per Voi”, sempre più interessata a riprendersi il tempo perduto a causa della pandemia, in un proliferare incessante di appuntamenti artistici, hanno dato incarico di illustrare il tema, piccolo se vogliamo, ristretto e contenuto, ma pronto a dilatarsi senza ostacoli, ai tanti artisti convocati secondo le tecniche, le preziosità, i materiali, gli influssi, gli umori, le occasioni. Al centro la scultura di Piero Della Betta, termine di riferimento di una ideale scacchiera.

Nel presentare la mostra, Donatella Avanzo parla, a proposito del soggetto, di “eleganza, fierezza, libertà”, termini che riportano alla mente un lungo percorso pittorico e scultoreo che ha attraversato i secoli. Termini della memoria, appropriati; ma la mostra non è soltanto classicismo, il continuare a percorrere strade più o meno antiche. Certo le opere di Alfredo Ciocca (“Chiare e fresche acque”, un olio datato 2016), di Elena Monaco (“Spezzare la frusta”, 2010, con la sempre riconosciuta perfezione del disegno dell’artista, radici nel cuneese e cresciuta con personali slanci alla scuola di invidiabili maestri, da Saroni a Calandri, da Menzio a Gatti), di Ines Daniela Bertolino (“Caval ‘d brôns”), di Sergio Unia (il gesto tragico della “Caduta”) virano verso i canoni classici, nobilitandoli; forse, nel lungo elenco dei partecipanti, sono questa volta lo humour sparso dagli artisti qua e là e il gioco delle sperimentazioni con nuovi materiali quasi a imporsi, guardando al cavallo con occhio moderno, bizzarro, disincantato, fatto di allegria contagiosa.

Gli esempi della ceramica raku allineano le opere di Nadia Brunori e di Giuliana Cusino (i recenti “Nato dal sangue di Medusa” e “Creatura di purezza, libertà e tenerezza”), Francesco Di Martino usa terracotte e smalti, Giancarlo Laurenti anche per questo sghembo quanto emozionante “Ronzino” continua ad affidarsi ai legni e alle resine, Guglielmo Marthyn rivisita spiritosamente l’inganno dei Greci a Troia o estrae da qualche fumetto il suo “Cavaliere bellicoso” (entrambi grès decorati con ossidi e smalti). Lo sberleffo maggiore, il messaggio contro ogni regola, la risata più sonora e allo stesso tempo amara appartengono a Massimo Voghera che si è ricordato di Enzo Jannacci e del suo “Ho visto un re”, costruito con argilla, ossidi, smalti e ottone ci riporta al successo (ricordate? “pianger fa male al re fa male al ricco e al cardinale diventan tristi se noi piangiam”) di una canzone e al graffio di un’epoca.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini:

Ines Daniela Bertolino, “Caval ‘d bröns”, 2021, tecnica mista su tela, cm 200 x 98;

Giuliana Cusino, “Creatura di purezza libertà e tenerezza”, 2021, ceramica raku su tavola, cm 90 x 38;

Giancarlo Laurenti, “Il ronzino”, 2021, legno assemblato con resine, cm 40 x 30 x 20;

Massimo Voghera, “Ho visto un re”, 2019, Argilla semirefrattaria, ossidi, smalti e ottone, cm 39 x 35 x 14

Nuova struttura didattica per la scuola Sergio Tofano

La Scuola di Teatro Sergio Tofano, di nota tradizione torinese, presenta una rinnovata struttura didattica a partire dall’anno accademico 2021/22

 

Nuove e rinnovate offerte didattiche si presentano a partire dall’anno accademico 2021/22 nella scuola torinese di teatro Sergio Tofano, che fa parte del progetto formativo della Compagnia della Parola onlus, diretta dal regista Luca Lazzareschi.

La Compagnia della Parola rappresenta un ente di cui la Scuola di teatro Sergio Tofano costituisce un progetto integrante dal 2011, finanziato da questa stessa formazione culturale. La scuola persegue l’obiettivo di avvicinare i giovani al mondo del teatro, attraverso la disciplina interiore e comportamentale e ancheattraverso un ricco bagaglio di tecniche espressive e strumenti culturali orientati alla formazione critica. Due i suoi principali ambiti didattici, un percorso accademico, articolato in tre anni, di cui i primi due propedeutici e il terzo di pratico, e un percorso ordinario. Il percorso accademico consiste in un vero e proprio corso di perfezionamento,  che conduce a una verifica pubblica. L’accesso a questo terzo anno avviene subordinatamente al rilascio di un diploma conseguito al termine del secondo anno propedeutico.

Le attività della scuola di teatro Sergio Tofano si svolgono nella sede di via San Pio V 33, di fronte al parco del Valentino. Le attività didattiche annuali hanno luogo lungo l’arco di nove mesi, articolati in tre trimestri, al termine di ciascuno dei quali è previsto un momento di valutazione della preparazione raggiunta dall’allievo /a da parte del collegio degli insegnanti.

L’attività formativa è completata da corsi di formazione teatrali rivolti a ragazzi suddivisi in due fasce di età,  dai 5 ai 10 anni e dagli 11 ai 15. È  anche presente un percorso ordinario di formazione teatrale, aperto a tutti e della durata triennale, cui fa seguito un ulteriore anno di approfondimento e perfezionamento, capaci di consentire un approccio alle arti sceniche per chi desideri un approccio culturale, senza rinunciare ai propri impegni di studio e lavoro.

Il corpo docente della scuola è costituito da professionisti specializzati nelle proprie aree didattiche, cui sono affidati i diversi ambiti disciplinari: Roberto Alpi, Roberta Bacciolo, Gisella Bein, Antonio Bertusi,  Luciano Cravino, Paola D’Arienzo, Roberta Fornier, Alberto Gozzi, Luca Lazzareschi, Simona Nasi, Fabrizio Portalupi, Lino Spadaro e Luisa Trompetto, cui si aggiungono diversi collaboratori, tra cui anche Eugenio Allegri, Sergio Ariotti, Laura Marinoni, Isabella Lagattolla, Paolo Musio, Paola Roman, Daniele Salvo, Simone Toni, Beppe Tosco.

Luca Lazzareschi, direttore della scuola di Teatro Sergio Tofano, è reduce dalle fatiche dello spettacolo andato in scena dall’ 8al 10 luglio scorso al Festival di Spoleto e intitolato “Dante Alighieri. Inferno: la prima giornata”, in cui, nel ruolo di Dante, hainterpretato sette canti della Divina Commedia, insieme a Massimo De Francovich, affiancato da Manuela Mandracchia e Fausto Cabra, per la regia di Piero Maccarinelli.

Mara Martellotta 

La segreteria della scuola, che ha sede in via San Pio V 33, è aperta dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20.

Tel 011/884679

Informazioni: info@scuolateatrosergiotofano.it

Lavori in Corto. Restiamo umani Tre serate di proiezioni e premiazione finale

12, 13 e 14 luglio – Torino

(Comala, Cascina Roccafranca, Arena Monterosa)

Accesso libero

L’Associazione Museo Nazionale del Cinema è lieta di proporre una maratona di tre serate consecutive di proiezioni, dal 12 al 14 luglio in tre diverse location a Torino, per presentare i film e i giovani autori under 35 che hanno partecipato al concorso cinematografico nazionale Lavori in corto. Restiamo umani, dedicato a opere cinematografiche che ragionano sulle tematiche dei diritti umani, e che sono state selezionate da una giuria di esperti per concorrere alla vincita dei tre premi in palio.

“Sono stati oltre un centinaio – commenta il presidente dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema, Vittorio Sclaverani– i lavori che abbiamo ricevuto allo scadere del bando a metà giugno. Davvero tantissime opere, e molto interessanti, di autrici e autori under 35 da tutt’Italia che hanno declinato con la loro sensibilità la molteplicità delle tematiche legate ai diritti umani attraverso il linguaggio audiovisivo. Siamo felici e soddisfatti di quest’ampia risposta su un tema sempre attuale quanto urgente e confesso che l’alta qualità dei lavori ha reso non facile, con il nostro staff di selezione composto da Daria Basso, Valentina Noya, Giorgio Bono, Stefano Darchino e Marco Sandrone, la scelta di selezionare 5 lavori fuori concorso e 7 in concorso.”

“Aprire uno sguardo – dichiara il coordinatore e responsabile della selezione del concorso, Marco Sandrone – su quelle realtà umane e sociali che vengono sistematicamente omesse da qualsiasi racconto è stata la sfida lanciata ai giovani autori con il tema di quest’anno, una necessità già inderogabile resa ancora più urgente dalla straordinarietà dell’attuale periodo storico. Dai campi profughi palestinesi in Libano (Zaytun – Fuori campo, Assomoud House of the resilient children) ai centri per la difesa dei diritti delle donne in Messico (En camino – Messico, machismo e nuvole), passando per la rotta balcanica dei migranti (Umar) e per la devastazione della Valle Roja (Source), l’invito a restare umani assume sempre un significato attivo, un incitamento alla solidarietà concreta come autentica espressione di umanità e di libertà. Libertà di amare (Libertà), di conquistare la propria indipendenza (Diciotto), di vivere la propria vita con dignità. Attraverso gli occhi dei nostri giovani autori, il programma di questa ottava edizione si propone di restituire uno sguardo ampio sul presente, sul tema dei diritti e del sostegno reciproco. Una finestra sulla realtà che forse, aperta dai ragazzi di oggi, potrà mostrarci anche un pezzetto del domani.”

La maratona di proiezioni inizia lunedì 12 luglio alle 21.30 presso Comala (C.so Ferrucci 65/A), uno di centri del protagonismo giovanile più vitali della città, che ospita la proiezione dei cinque film fuori concorso e l’introduzione di Mauro Carazzato del Gruppo Emergency Torino.

Si prosegue martedì 13 luglio alle 21.15 nell’ampio cortile della casa di quartiere Cascina Roccafranca (Via Rubino 45) con la prima serata di proiezioni dei film in concorso. Infine, mercoledì 14 luglio alle 21.30 si conclude il ciclo all’Arena Monterosa (Via Brandizzo 65) con il secondo slot di film in concorso e la premiazione finale.

Ogni appuntamento è arricchito da brevi pillole video dedicate ai diritti curate da Amnesty International Piemonte e Valle d’Aosta.

Tutte le proiezioni sono a ingresso libero fino a esaurimento posti nel rispetto delle norme anti Covid-19.

 

La giuria di Lavori in Corto è composta dal Presidente Stefano Francia di Celle, storico del cinema e Direttore del Torino Film Festival, Maria Elena Delia, amica e collaboratrice di Vittorio Arrigoni, a cui è dedicato il concorso quest’anno, in rappresentanza della Fondazione Vik Utopia Onlus, Marcella Filippa, Direttrice della Fondazione Vera Nocentini, Carmen Riccato, Direttrice del Disability Film Festival, Paola Ramello di Amnesty International Italia, Halah Mohammed Mohsen, giornalista e attivista per i diritti umani yemenita, Barbara Sassano, formatrice della Fondazione Montessori Italia e da Vittorio Canavese, socio dell’AMNC e consigliere nazionale dell’Associazione Italiana Formatori.

Tre sono i premi in palio:

>il Primo Premio Armando Ceste con un valore di 1.000 Euro, offerto da Nova Coop, la cooperativa della grande distribuzione
>il
Gran Premio della Giuria, dedicato quest’anno a Vittorio Arrigoni, con un valore di 600 Euro

>il Premio assegnato dalla Fondazione Montessori Italia al miglior film che tratterà i diritti dell’infanzia, con un valore di 600 Euro

 

 

L’Associazione Museo Nazionale del Cinema e Lavori in Corto da sempre operano portando avanti un’idea di rete, più che mai necessaria rispetto al presente che stiamo vivendo; per l’ottava edizione il mosaico delle realtà socio-culturali che hanno aderito al progetto è davvero molto ampio. Particolarmente significativo è il sostegno da parte della Fondazione Vittorio Arrigoni Vik Utopia Onlus presieduta da Egidia Beretta. Anche Film Commission Torino Piemonte riconferma per l’edizione 2021 la sua collaborazione, rendendosi disponibile a supportare l’iniziativa a tre diversi livelli: offrendo la promozione del concorso sui propri canali di comunicazione, presentando ai professionisti piemontesi (in primis alle società di produzione iscritte alla Production Guide del sito www.fctp.it) i progetti finalisti e, infine, organizzando un workshop di presentazione dei propri servizi e dei propri bandi rivolto ai partecipanti di Lavori in Corto. Una giuria composta dai redattori del quotidiano indipendente online eHabitat assegnerà una menzione speciale al miglior film che tratta le tematiche ambientali.

 

Restiamo Umani, sottotitolo di questa ottava edizione di Lavori in corto, è dedicato all’attivista per i diritti umani e reporter Vittorio Arrigoni, a dieci anni dalla sua scomparsa, per ricordare l’adagio con il quale Arrigoni concludeva i suoi articoli dalla Palestina.

 

 

Per maggiori informazioni

amnc.itlavorincorto@gmail.com

www.facebook.com/lavorincorto

instagram.com/lavorincorto

“La via selvatica” con Franco Cardini

Un progetto curato da Matteo Caccia e organizzato dalla Famiglia Ceretto

 

Lunedì 12 luglio 2021 sul sito www.ceretto.com

Franco Cardini, Storico 

Il territorio e la sua storia

Alba, 9 luglio 2021 – Proseguono le conversazioni de “La via selvatica”: lunedì 12 luglio, sul sito www.ceretto.com, sarà possibile vedere ed ascoltare lo storico Franco Cardini in dialogo con Matteo Caccia.

Il progetto, curato da Matteo Caccia e proposto dalla Famiglia Ceretto, si compone di 12 dialoghi che fanno emergere le esperienze profonde dei protagonisti. È un percorso lungo un anno che indaga la natura selvatica e autentica, le sue regole immutabili, la sua ostinata capacità di ripetersi, la sua ricerca di un’armonia smarrita, di un equilibrio virtuoso in cui l’uomo sia capace di interagire con rispetto nella consapevolezza che la vera protagonista è la natura.

Il prof Franco Cardini incrocia la sua strada con ‘La Via selvatica’ regalandoci una micro lezione di storia utile ad addomesticare la nostra memoria del passato, così da guardare al futuro con maggiore nitidezza” Matteo Caccia introduce così lo storico Franco Cardini, il protagonista della conversazione dal titolo “Il territorio e la sua storia”.

Lo storico è un mestiere: si fa lo storico come si fa l’industriale, il farmacista, l’operaio. E in tutti i mestieri, le professioni, ci sono gli specialisti e i non specialisti. Gli specialisti sono rari a molti livelli, però una comune conoscenza almeno dei metodi fondamentali e dei princìpi fondamentali di un’arte o di una scienza, fa sì che qualcuno venga considerato specialista e qualcun altro no. Naturalmente tra gli specialisti ci sono quelli eccelsi, quelli buoni, quelli mediocri, quelli che avrebbero fatto bene a fare un altro mestiere, questo va da sé. I non specialisti invece si pongono davanti alla storia in una maniera che a me sembra molto buffa, molto divertente. Anche se qualche volta non ci sono in Italia dei non specialisti della storia che siano convinti che il non essere specialisti crea una differenza qualitativa. In altri termini, se io faccio l’ebanista o il pittore di paesaggi o l’allevatore di mucche australiane, se sono tale sono tale, se non sono tale non mi fingo e non mi improvviso tale. Per gli italiani il discorso è diverso e questo direi vale per la storia e ora vale anche abbastanza per la poesia o per la filosofia per tutte le arti o le scienze che un tempo si chiamavano di tipo umanistico e che oggi si preferiscono chiamare «umane», più che altro. In altri termini, è difficilissimo convincere un non specialista che ha letto tre libri sulla seconda guerra mondiale che le cose non sono andate esattamente come pensa lui.” Racconta Franco Cardini

Franco Cardini, fiorentino classe 1940, è storico medievista esperto soprattutto di storia delle Crociate e dei rapporti tra Europa cristiana e Islam. Dopo la laurea in Lettere conseguita a Firenze, ha insegnato in diversi atenei tra cui quelli di Middlebury, Barcellona e Bari. È ordinario presso l’Università di Firenze, Professore Emerito dell’Istituto di Scienze storiche e Umane (Scuola Normale Superiore, sede di Firenze), fellow dell’Università di Harvard (Boston Berenson Foundation) e Direttore di ricerca all’École des Hautes Études en Sciences Sociales a Parigi. È autore di manuali e di numerosissimi saggi storici, tanto accademici quanto divulgativi. Per i suoi studi ha ricevuto diversi riconoscimenti (Premio Nazionale Rhegium Julii, Premio Internazionale Tevere, Premio Internazionale Vanvitelli, Premio Europeo Lorenzo il Magnifico – Accademia Medicea Internazionale, Premio letterario internazionale Feudo di Maida, Premio Accademia della Torre di Castruccio, Premio Hemingway, Premio Medioevo Presente del Comune di Monteriggioni, Premio Scanno, Premio Microfono di cristallo, Premio speciale della Giuria Il Molinello, Premio Letterario Basilicata). È stato fondatore della rivista Percorsi, collabora con l’Avvenire ed è membro del comitato scientifico della rivista Eurasia. È stato membro del Consiglio d’amministrazione della RAI ed è Croce d’oro dell’Ordine della Guardia d’Onore dei santi martiri Agapito ed Alessandro, Commendatore dell’Ordine al Merito Melitense e Cavaliere dell’Ordine di S. Giuseppe.

Il Gruppo Ceretto è un’azienda familiare che ha le sue radici in un territorio di rara bellezza come quello delle Langhe, e da tre quarti di secolo unisce alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano la promozione dell’arte.

Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultare il sito www.ceretto.com

 

Ai nastri di partenza l’Independent Grand Tour

Iniziativa del Salone Internazionale del Libro di Torino e Hangar del Libro-Regione Piemonte

Dal 10 luglio al 14 ottobre 2021
ad Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania, Vercelli, Torino
viaggio alla scoperta dell’editoria indipendente piemontese

e delle prime novità del Salone del Libro 2021

www.salonelibro.itwww.hangardellibro.it

Un viaggio nei capoluoghi di provincia del Piemonte per raccontare l’editoria indipendente della Regione e cominciare a far scoprire la nuova edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino. È lo spirito del nuovo progetto culturale diffuso Independent Grand Tour, ideato dal team di Hangar del Libro (progetto di Regione Piemonte) e dal Salone Internazionale del Libro di Torino.

Le otto tappe nei capoluoghi piemontesi prendono il via il 10 luglio a Cuneo e il 17 luglio ad Alessandria e proseguiranno nei mesi di settembre e ottobre, coinvolgendo le città di Asti, Biella, Novara, Verbania, Vercelli, Torino. Un viaggio per far conoscere la grande ricchezza delle realtà editoriali e librarie piemontesi, eccellenza a livello nazionale. Un modo per contribuire a dare impulso alla diffusione e promozione della filiera del libro, sostenendo il lavoro di molti piccoli imprenditori e commercianti, soprattutto dopo un anno che ha visto il comparto culturale in grave difficoltà a causa della pandemia. Circa trenta gli editori piemontesi che si metteranno in vetrina, proponendo le ultime uscite o i titoli in catalogo a cui sono più affezionati.

Independent Grand Tour animerà le vie e le piazze delle città ospiti e si snoderà in due momenti. A ogni tappa attori e “strilloni” chiameranno a raccolta il pubblico con azioni teatrali in giro per la città. Momento clou della giornata sarà l’incontro pubblico, in cui si alterneranno le presentazioni di otto libri di case editrici indipendenti piemontesi, saranno poco per volta svelate le novità della prossima edizione delSalone Internazionale del Libro di Torino, in compagnia dei suoi organizzatori e promotori, e sarà dato spazio alle librerie cittadine per raccontarsi ai propri lettori.

Independent Grand Tour sarà accompagnato da una vetrina virtuale online su www.hangardellibro.it che illustrerà tutti i titoli delle case editrici indipendenti che saranno via via presentate nel viaggio letterario, per aiutare i lettori nella scelta dei libri che più incontrano i loro interessi, le loro passioni, i loro gusti. Una vetrina che, in occasione di ogni tappa, si farà anche reale, per sfogliare “in presenza” romanzi, saggi, raccolte di poesie, graphic novel, albi illustrati e libri per bambini che fanno parte del variegato catalogo dell’editoria indipendente piemontese.

«Dopo la pandemia, che ha visto il comparto culturale in grave difficoltà – spiega Vittoria Poggio, assessore Cultura, Turismo, Commercio Regione Piemonte –, creare momenti e iniziative come Independent Grand Tour, che hanno come obiettivo la diffusione e la promozione della filiera del libro, diventa davvero un’azione importante e necessaria per salvaguardare e supportare il lavoro di molti piccoli imprenditori e commercianti.»

La città di Cuneo ospiterà la prima tappa del tour sabato 10 luglio alle ore 16 a Open Baladin (Piazza Foro Boario), per un appuntamento con gli editori piemontesi e con Marco Pautasso del Salone Internazionale del Libro di Torino e Valeria Dinamo di Hangar del Libro-Regione Piemonte. L’incontro, in collaborazione con la Biblioteca civica di Cuneo, Scrittorincittà e Open Baladin, sarà un momento in cui il cuore della provincia “Granda” darà spazio all’editoria indipendente piemontese e rivelerà alcune novità del prossimo Salone del Libro in programma dal 10 al 14 ottobre. Araba Fenicepresenterà False Apparenze di Claudio Streri; Associazione Primalpe racconterà Non mi parlar d’amore. La giovinezza di Alice Schanzer Galimbert di Daniela Bernagozzi; Fusta Editore sarà presente con Pedalando fra le aquile di Giovanni Panzera e Ermanno Giraudo; Diabolo Edizioni illustreràPistillo di Marco Paschetta; Edizioni del Capricorno porterà Borghi fortificati del Piemonte di Gian Vittorio Avondo e Claudio Rolando; Espress Edizioni presenterà Il bosco che vive di Matteo Garbarino e Jacopo Sacquegno; MiraggiEdizioni racconterà Il bambino intermittente di Luca Ragagnin; Neos Edizioni proporrà Sotto il pelo dell’acqua, AA.VV., a cura di Ernesto Chiabotto.
Seguirà alle ore 18 un’anteprima di Scrittorincittà con il cantante e musicista Jack Jaselli che presenta il suo libro Torno a casa a piedi (De Agostini).
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti (senza prenotazione).

Le tappe di Independent Grand Tour:
10 luglio, ore 16: Cuneo, Open Baladin
17 luglio, ore 17: Alessandria
11 settembre, ore 17: Verbania
18 settembre, ore 17: Asti
25 settembre, ore 17: Biella
2 ottobre, ore 17: Vercelli
9 ottobre, ore 17: Novara
14-18 ottobre: Torino (Salone Internazionale del Libro)

Gli editori di Independent Grand Tour

Cuneo: ARABA FENICE, ASSOCIAZIONE PRIMALPE, FUSTA EDITORE
Novara: EDIZIONI ASTRAGALO, IL BABI EDITORE
Torino: ATENE DEL CANAVESE, BUCKFAST EDIZIONI, BUENDIA BOOKS, DIABOLO EDIZIONI, EDITRICE LA PICCOLINA, EDIZIONI DEL CAPRICORNO, EDIZIONI SUIGENERIS, EFFATA’ EDITRICE, ESPRESS EDIZIONI, GOLEM EDIZIONI, IL LEONE VERDE EDIZIONI, IMPREMIX, INK LINE EDIZIONI, LAReditore, MIRAGGI EDIZIONI, NEOS EDIZIONI, ROBIN EDIZIONI, ROSENBERG&SELLIER, VOGLINO EDITRICE
Vercelli: EDIZIONI EFFEDI’

Independent Grand Tour è un progetto di Hangar del Libro e Salone Internazionale del Libro di Torino. Media Partner: Radio G.R.P. Giornale Radio Piemonte.

Hangar del Libro è un progetto di Regione Piemonte, realizzato da Fondazione Circolo dei lettori con il contributo di Camera di Commercio di Torino attraverso il suo Punto Impresa Digitale.

www.hangardellibro.it www.salonelibro.it

(Foto Claudio Benedetto)

Una conferenza dedicata a Orsola Caccia

DAL PIEMONTE / Martedì 13 luglio al Museo Civico di Casale Monferrato
A parlarne, nel Chiostro di Santa Croce saranno Paola Artoni e Paolo Bertelli

Dopo l’apprezzata visita guidata a Lu Monferrato, tornerà martedì 13 luglio il ciclo di eventi dedicati a Guglielmo e Orsola Caccia inseriti nella rassegna Esco – Estate a Corte.
Questa volta protagonista della conferenza che si terrà alle ore 18 nel chiostro di Santa Croce, sede del Museo Civico di Casale Monferrato, sarà la Mistica pittura: le allegorie di Orsola Caccia tra Mantova e il Monferrato.
A parlarne due autorevoli studiosi in ambito di storia dell’arte: Paola Artoni e Paolo Bertelli, che affronteranno i legami artistici tra il territorio monferrino e quello mantovano visto sotto la prospettiva di una delle rarissime donne artiste seicentesche del nostro territorio, la pittrice Orsola Maddalena Caccia.
Vi è infatti una stretta relazione tra la pittrice monferrina e il territorio mantovano, basti pensare allo splendido dipinto Matrimonio mistico della beata Osanna Andreasi, verosimilmente commissionato da Scipione Agnelli e oggi conservato nel Museo Diocesano di Mantova, o le opere che si sono aggiunte in anni recenti: una Annunciazione in collezione privata e due splendide tele raffiguranti una Allegoria mistica (Amore Langueo) e una Santa Margherita d’Antiochia, riscoperte nel Santuario della Beata Vergine delle Grazie in Curtatone e attribuite dagli studiosi Artoni e Bertelli alla stessa Caccia. Le ultime due tele sono attualmente esposte nella mostra Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600 allestita a Milano in Palazzo Reale.
L’ingresso alla conferenza è libero.
Paola Artoni è dottore di ricerca in Storia dell’arte. Ha lavorato per un decennio per il Ministero dei Beni Culturali ed è attualmente funzionaria responsabile del Centro Laniac dell’Università di Verona, dove insegna Tecniche diagnostiche non invasive per le opere d’arte. È inoltre docente di Storia delle tecniche artistiche nel corso di Laurea in Restauro di Mantova. Ha insegnato nei master internazionali delle Università di Lleida e Valencia (UV-UPV).
Paolo Bertelli è dottore di ricerca in Storia dell’arte. È docente di Storia dell’Arte Moderna nel corso di Laurea in Restauro di Mantova e insegna Storia delle tecniche artistiche e Storia del Restauro in diversi Istituti di Restauro regionali del Veneto. Ha tenuto vari seminari alla Scuola di Alta formazione dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, nonché nelle Università di Lleida e Valencia (UV-UPV). Membro del Comitato Scientifico del Complesso museale Palazzo Ducale di Mantova, è stato curatore di varie mostre internazionali, come Le città ideali dei Gonzaga e la monografica dedicata a Giulio Romano, realizzata con il Museo del Louvre. Attualmente è consulente storico dell’arte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona Lodi e Mantova.

TorinoFilmLab MNC: premiati 4 film con i fondi per la coproduzione e distribuzione

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Tra le attività del TorinoFilmLab – laboratorio del Museo Nazionale del Cinema che offre formazione per professionisti del cinema e supporto allo sviluppo di film e serie tv – non mancano le opportunità di finanziamento a sostegno di coproduzioni e distribuzione internazionali attraverso i TFL FUNDS: 

nel 2021 sono stati scelti quattro film che riceveranno in tutto 185.000 euro, elargiti grazie al contributo di Creative Europe – MEDIA sub-programme support to International Co-production Funds.

TRE i premi a sostegno della distribuzione (ognuno da 45.000 euro) assegnati a WHETHER THE WEATHER IS FINE, opera prima del regista filippino Carlo Francisco Manatad che sarà presentato in anteprima a Locarno il prossimo agosto in Concorso Cineasti del presente e che ha partecipato al programma TFL FeatureLab 2017 aggiudicandosi già il TFL Co-Production Award 2017 (50.000 €); il documentario BASTARD. THE LEGACY OF A CRIMINAL di Pepe Rovano prodotto tra Italia (la casa di produzione torinese Stefilm)Cile e Svezia; e DAUGHTER OF RAGE di Laura Baumeister, regista e sociologa che si è già distinta in numerosi festival con i suoi precedenti corti, e prima donna nicaraguense a girare un lungometraggio nel suo paese.

Mentre il fondo per la coproduzione (50.000 euro) è stato assegnato a PUÁN, lungometraggio co-diretto dagli argentini María Alché and Benjamin Naishtat, reso possibile grazie a una rete di produttori partner da Argentina, Italia (la romana Kino Produzioni), Germania e Bolivia.