CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 455

Cresce il patrimonio artistico della Biblioteca civica Arduino

A Moncalieri donate 5 nuove opere di artisti affermati


Prosegue l’opera di risistemazione e valorizzazione della collezione civica di arte contemporanea, donata a più riprese dal 1994 in poi alla Biblioteca civica Arduino e alla Città di Moncalieri. La Città ha acquisito 5 opere d’arte, ricevute in dono, di Tino Aime, Daniela Gioda, Enrico Mazzone e Lodovica Paschetta. Tra esse spiccano “La danza delle balene” (acrilico su carta di Paschetta) e “Frammenti dalla Divina Commedia”, stampa con intervento di scrittura a mano di Mazzone.

Moncalierese, artista visuale, docente di lingua inglese, Lodovica Paschetta cattura nella sua pagina con tratto lieve e solare i suoni del mare, “raccontando di una balena che si moltiplica in molte altre balene, in un gioco di leggerezze e cromatismi capaci di evocare i suoni, il mare e i suoi profumi – illustra Silvana Nota, critica d’arte e curatrice – Il foglio pervaso di richiami fiabeschi e di sogni raccontati con delicata scrittura grafica, un senso di armonia con il quale racconta l’amore per il pianeta e le sue creature”.

Mazzone ha realizzato i suoi “Frammenti” espressamente per la biblioteca, a documento di un lavoro titanico da lui dedicato alla Divina Commedia e durato per oltre 5 anni. Nato a Torino, per lungo tempo ha vissuto in Finlandia dove è nata l’idea di intepretare con il disegno il capolavoro di Dante Alighieri, un sogno realizzatosi grazie ad un foglio di 97 mt x 4mt donatogli dalla cartiera finlandese Rauma: “Il bozzetto, pensato per la Sala Ragazzi della Arduino, riprende il tema di Paolo e Francesca, ed è stato realizzato a Ravenna – prosegue Silvana Nota – dove Enrico Mazzone ha terminato la grande opera con la tecnica del puntinismo lavorando sdraiato a terra e con centinaia di matite”.

Esprime soddisfazione l’assessore alla Cultura Laura Pompeo: “Quattro anni fa abbiamo cominciato a inventariare le opere d’arte donate alla Città negli anni – dichiara Pompeo – Abbiamo poi iniziato a valorizzare la collezione con iniziative molto apprezzate dal pubblico, a partire dalla collocazione in sala mostre dell’esposizione permanente delle incisioni donateci da Tino Aime (dicembre 2018). L’ultimo importante passo è stata l’esposizione organica dei libri d’artista collezionati negli anni, con il progetto ‘Libri d’artista. Scritture inaspettate’ (2019)”. Il tutto con l’ambizione di reinterpretare ruolo e funzione della biblioteca nel prezioso servizio che rende alla comunità, “preferendo investire, più che nell’effimero, in qualcosa da lasciare a godimento della città: opere d’arte più accessibili, nuovi libri ma anche nuovi modi per arrivare all’informazione, dalla carta allo sconfinato mondo del digitale”, conclude l’assessore Pompeo.

Le mani e la terra

Il viaggio a ritroso nel tempo di Clara Cipollina tra le colline di Gavi

 

Gli guardo le mani, ora ritirate sulle ginocchia una nell’altra, le ha lanciate in alto, lateralmente, mentre narrava, in quel suo gesticolare che costituisce quasi una scenografia ai suoi racconti, ora sono piene di vene rigonfie e violacee, le ricordo grandi, callose e un po’ ingiallite, queste mani stanche, le rivedo arpionate ai manici di un aratro, alle spranghe di un carro e, quasi timide, appoggiate sul tavolo della cucina, nell’attesa che la minestra venga versata. Le rivedo appoggiate ad un bastone ricavato dal ramo di un albero, le rivedo strette nella presa delle zampe di un povero coniglio..”.

In questo passaggio c’è molto dell’essenza narrativa che si trova tra le pagine di Le mani e la terra, il libro di Clara Cipollina recentemente ristampato dalla torinese Impremix Edizioni Visual Grafika dodici anni dopo la prima edizione, da tempo esaurita.

L’autrice, nata a Gavi nel 1949 e laureatasi in lettere al Magistero di Genova nel 1971 con una tesi sull’attività del cartografo Matteo Vinzoni, ha preferito dedicarsi tutta la vita all’insegnamento piuttosto che al lavoro di ricerca negli archivi. Ha sempre scritto testi autobiografici e fiabe, inventandosi anche lo pseudonimo di Titolina (e Il segreto di Titolina, fiaba a otto mani scritta con i figli Nicola e Francesca e il marito Bruno, è l’appendice del volume). Il luogo dell’anima di Clara Cipollina si trova a Gavi, nel cuore della valle del Lemme “dove la campagna è ancora capace del silenzio dominato dai filari e da quell’impercettibile presenza del mare che  il vento porta con sé e le colline accolgono con tutti i suoi benefici influssi”. E’ in quello spazio di tempo e memoria che si snoda il suo lungo dialogo con il padre che rappresenta l’ossatura del racconto. I ricordi, i valori di una civiltà contadina fatta di poche e povere cose materiali e di insegnamenti profondi che restano per sempre, che in tempo non può usurare. I ricordi della sua infanzia vengono rievocati tra la cascina del Merlo, dove è nata, e  l’altra cascina, la Zerba di Alice, una delle frazioni di Gavi. E’ in quel contesto che si snodano e riannodano i ricordi, le immagini di un mondo semplice e povero nella sua materialità ed al tempo stesso ricco di valori e insegnamenti.  Ricordi che dall’infanzia agli anni della maturità di donna sembrano  “accompagnati dai movimenti lenti delle mani del padre di Clara. Lenti e profondi come quelli di chi ha imparato a rispettare quella terra , dura e gonfia di fatica, che gli ha dato da vivere”. “La mani e la terra non è una saga familiare”, ha scritto nella sua introduzione Nadia Gallarotti, l’amica più cara di Clara, prematuramente scomparsa. “Non è solo un pezzo di quel mondo dei vinti che si racconta attraverso le vicissitudini di chi  scelse di compiere tremendi sacrifici per far studiare la figlia brava, per riscattare attraverso di lei tutta una vita di lavoro tanto dignitoso quanto amaro. E’ il ritratto, la foto virata in seppia di una storia come tante e proprio per questo speciale, preziosa. E’ la storia di Clara, dei valori che ha avuto in eredità e che hanno orientato – come una bussola – la sua vita. Una storia troppo preziosa perché – una volta scritta, quasi graffiata con l’inchiostro sui fogli – finisse dimenticata in un cassetto”. Per fortuna quella storia non è finita in un cassetto, trasformandosi in un libro che trasmette sensazioni importanti. Clara Cipollina ha raccontato i pomeriggi passati a Gavi, nella casa dei sui genitori, negli anni che vanno dal 1997 al 2004. Vi arrivava nel fine settimana da Novara, dove vive tutt’ora, e registrava i racconti di suo padre: i conflitti, la vita nei campi, l’incontro con la madre di Clara, i ricordi della giovinezza. Così è andata “a ritroso nel tempo”, riportando alla luce narrazioni di fatti accaduti a cavallo tra le due guerre. Dopo la morte del padre quei ricordi sono riaffiorati  e, riordinando il suo passato, Clara Cipollina ha ritrovato  le persone che più mi hanno amata e ha ridato voce a Mario, suo padre. Tra le pagine ci sono i paesaggi dei vigneti di Gavi, il “terrazzino sul Lemme” tra quelle colline dove, come canta Ivano Fossati in una sua celebre canzone, “si sente il mare”. Ma anche i luoghi come Omegna, sul lago d’Orta, dove è stata giovane insegnante, sposa e madre; e Novara, terra di nebbie e risaie, dove risiede con la sua famiglia. La lettura di Le mani e la terra riporta alla mente le parole di Ermanno Olmi quando sosteneva caparbiamente che “la civiltà contadina è l’unica civiltà che ho conosciuto” .Era un mondo in cui fra marito e moglie ci si dava del voi; un mondo dove i valori erano imposti da una vita dura, faticosa. Dove il riscatto sociale era il desiderio di molti padri per i figli. Una dimensione dove i ritmi erano dettati dalle stagioni, dalle lune e dalla terra. Una civiltà in gran parte scomparsa, divorata dai tempi dove si vive sottomessi allo scandire dell’orologio, dove si è convinti di possedere il proprio tempo quando in realtà è il tempo che possiede noi. Il libro di Clara Cipollina si apprezza come una boccata d’aria fresca e pulita. E’ come il vento a primavera che porta con se i primi profumi del risveglio della natura dopo l’inverno. E in tempi come quelli in cui viviamo c’è bisogno di quest’aria.

Marco Travaglini

La Biblioteca Nazionale di Spagna celebra Alighieri

Sira Hernández pianista spagnola di fama internazionale celebra il 700º anniversario di Dante Alighieri con l’opera Tre impressioni sulla Divina Commedia prima assoluta presso la Biblioteca Nazionale di Spagna – 25 marzo ore 12.00

 

La Biblioteca Nazionale di Spagna, nell’ambito delle celebrazioni internazionali della Giornata dantescail 25 marzo alle ore 12.00 presenta in prima assoluta l’opera di Sira Hernández Tre impressioni sulla Divina Commedia. L’evento è caratterizzato da una prima parte in cui il noto giornalista Juan Ángel Vela del Campo racconta con la compositrice la genesi del lavoro e le sfide che hanno portato Sira Hernández alla sua creazione. Successivamente è possibile assistere alla prima assoluta di Tre impressioni sulla Divina Commedia in cui l’autrice è al pianoforte ed è accompagnata da una proiezione di fotografie del famoso fotografo Pablo Álvarez. Presenta l’evento María Luisa Pappalardo Direttrice dell’Istituto italiano di cultura di Madrid e vi partecipa Riccardo Guariglia Ambasciatore d’Italia in Spagna.

Il concerto è trasmesso in diretta attraverso il canale internazionale Dante e il canale della Biblioteca Nazionale di Spagna https://youtu.be/rHmQNvoWjgw

Considerata una pianista tra le più brillanti del panorama contemporaneo spagnolo, Sira Hernández è alla costante ricerca di nuove prospettive musicali. Pioniere instancabile, sceglie percorsi inesplorati nei quali sussurra all’orecchio di Soler, Bach, Mompou e altri maestri. Nota a livello internazionale per la partecipazione a progetti artistici multidisciplinari e ad importanti festival ed eventi culturali, la compositrice e pianista iberica ci regala una musica dal fascino unico che incanta e infonde una sensazione di vicinanza. Il suo essere sia autrice che esecutrice rende la sua espressione artistica simile a ciò che Ramón Barce chiamava “la comunicazione della bellezza nascosta” e il mix che nasce dalle tecniche minimaliste unite all’intensità delle melodie offre un insieme profondamente poetico.

A proposito di Tre impressioni sulla Divina Commedia spiega Sira Hernández: “Con la mia musica non pretendo di descrivere o mettere una colonna sonora a questo immenso poema perché sarebbe impossibile e assurdo. Si tratta di impressioni sonore, di quell’aroma e di quell’intangibile traccia fugace come è la musica stessa che, dopo la lettura di questi versi eterni, hanno lasciato in me un profondo e sottile svolazzare di sensazioni che dal mio essere si trasformano in suoni e silenzi”.

Aggiunge la compositrice: “Nel Paradiso XXXIII il verso 145, Amor che move il sole e l’altre stelle, che è l’ultimo della Divina Commedia, racchiude in sé il significato di questa magnifica poesia che è un inno alla Vita nel suo senso più spirituale e un viaggio attraverso tutto il divenire dell’essere umano, dal più oscuro al più luminoso. Senza amore non c’è viaggio. Senza amore non c’è vita. E l’Amore è quel meccanismo, quella formula, quell’energia attraverso la quale la vita si dispiega e acquista il suo significato più profondo. La strada è difficile e solitaria fino all’incontro con Virgilio prima e Beatrice dopo, in quella selva oscura dove il poeta si trova all’inizio dell’Inferno e solo l’Amore lo può redimere e la Bellezza nel suo senso più profondo, che è Amore, conducendolo oltre il dolore e l’errore, purificandolo ed elevandolo alle vette più alte del cielo dove regnano gli angeli e le stelle più luminose, simboli della pienezza dell’essere e della realizzazione del vero sé. Là suona la musica celeste in un modo indescrivibile. Non ci sono parole per esprimere i sentimenti che produce e lo stato di beatitudine che ispira”.

 

Sira Hernández

Nata a Barcellona, Sira Hernández ha studiato musica presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino prima sotto la guida del Maestro Remo Remoli, poi di Felice Quaranta. Ritornata a Barcellona ha perfezionato i suoi studi presso l’Accademia Marshall, ricevendo lezioni dalla grande pianista Alicia de Larrocha, presso la Escuela Superior de Música de Cataluña (ESMUC) con il famoso Emilio Molina e presso la Escuela Superior de Música Reina Sofía. Ha iniziato la sua attività concertistica partecipando ad eventi prestigiosi come il Festival Internacional de Música Clásica de Toledo e il Festival Internacional de música de Ibiza e si è esibita nelle più importanti sale da concerto e auditorium della Spagna. Dal 2003 ad oggi ha pubblicato numerosi cd e la sua musica viene diffusa nelle principali radio nazionali e internazionali. Famosa in tutto il mondo, Sira Hernández è spesso protagonista di spettacoli e performance interdisciplinari dove collaborano artisti impegnati in ambiti diversi: ballerini, attori, poeti o artisti visuali. Ha infine registrato numerosi CD accolti con enfasi dalla critica, tra i quali quelli dedicati a Antonio Soler, Isaac Albéniz, Federico Mompou e Johann Sebastian Bach. Nel 2020 ha pubblicato con Naxos l’album Initiation to the Shadow. Music for Piano, un viaggio poetico che si insinua in colui che lo ascolta, lo affascina e lo invita a ragionare. Le note del pentagramma si susseguono per comunicare sentimenti profondi così come il tappeto musicale di Sira Hernández scorre armonioso e ricco di pathos. Il risultato è un disco intimo, potente e affascinante che regala momenti di musicalità intensi e sublimi.

Di primavera all’apparir. Alla Venaria Reale sulle note di Vivaldi

SognareGreen –  Celebriamo il primo giorno di primavera sulle note del secondo movimento dell’opera di Vivaldi e tra le parole dell’omonimo sonetto che accompagna il concerto.

Inizia così #LaVenariaGreen: la nuova programmazione culturale della Reggia per il 2021, dedicata alla natura, all’ambiente, alla sostenibilità e scandita dallo scorrere delle stagioni.

La Primavera

Giunt’è la Primavera e festosetti
La Salutan gl’Augei con lieto canto,
E i fonti allo Spirar de’ Zeffretti
Con dolce mormorio Scorrono intanto:
Vengon’ coprendo l’aer di nero amanto
E Lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti
Indi tacendo questi, gl’Augelletti
Tornan di nuovo al lor canoro incanto:
E quindi sul fiorito ameno prato
Al caro mormorio di fronde e piante
Dorme ‘l Caprar col fido can’à lato.
Di pastoral Zampogna al suon festante
Danzan Ninfe e Pastor nel tetto amato
Di primavera all’apparir brillante.

Per saperne di più sui sonetti che accomapagnano Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi.


Una produzione video del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude

Organizzazione e produzione esecutiva: Ing.entilmente srl
Regia: Luca Scarzella
Direzione della fotografia: Alessandro Verazzi
Musiche: Antonio Vivaldi – Concerto N 1 in Mi maggiore, opera 8, RV 269 (La primavera) – Secondo movimento Largo e pianissimo sempre (in Do diesis minore)
Esecuzione: Astrée, Gruppo Barocco di Torino, solista Francesco D’Orazio
Testo: sonetto “La Primavera” (poeta anonimo, attribuita ad Antonio Vivaldi)
Voce narrante: Lucilla Giagnoni (direttrice artistica del Teatro Faraggiana di Novara e protagonista su Rai 5 di “Divina Commedia. Vespri Danteschi”)

Dante e il Bel Paese del Si’

25 marzo 2021 DANTEDÌ

DANTE E IL BEL PAESE DEL

In occasione della Giornata nazionale di Dante Alighieri,
la Fondazione TRG Onlus e la Fondazione Piemonte dal Vivo insieme
per due proposte rivolte a tutti gli studenti:
una Lezione Narrata  di Pasquale Buonarota e Alessandro Pisci dedicata al Sommo Poeta per i più piccoli,
il Canto V dell’Inferno di Saulo Lucci per i più grandi

 

Il 25 marzo, alle ore 9.30 e alle ore 11.00, la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus partecipa al Dantedì per avvicinare i giovanissimi al grande genio fiorentino. Gli attori/autori Pasquale Buonarota e Alessandro Pisci accompagneranno gli allievi delle scuole primarie in un viaggio a bordo della lingua dantesca: un percorso lungo 700 anni, che avrà luogo proprio nel giorno – il 25 marzo – in cui il Poeta cominciò il suo cammino nell’Aldilà.

La Lezione Narrata condurrà i giovani spettatori alla scoperta dei segreti della lingua italiana: di una lingua che muove i suoi ingranaggi tra musica e ritmo e che suona così bene che si fa canto a partire da quel “Sì”.

Nel Canto XXXIII dell’Inferno si parla per la prima volta del “bel pese là dove il sì suona”. Quel Paese è l’Italia, identificata da Dante a partire da quell’unico e dolcissimo suono. Dire “sì”, per il Poeta, non è soltanto una scelta linguistica, ma è anche un progetto di unità, che egli stesso costruisce a partire dalla poesia, guidandoci in un cammino verso un orizzonte positivo, dove giungeremo “a riveder le stelle”.

Gli autori-attori, inoltre, guideranno i giovani allievi all’esplorazione dello straordinario mondo poetico dantesco: un mondo nel quale si riassume tutto il sapere e tutto il mistero di ogni uomo. Del suo tempo come di ogni tempo. In compagnia di Dante, si affronteranno le domande che da sempre ci  incantano  e  ci  fanno  cantare: il  gusto  di  dire  “sì”,  ma anche “no”.

Durante il percorso, poi, non si rinuncerà a sorridere. Non per nulla, Dante considera il viaggio dell’uomo, in questo e nell’altro mondo, come una «Commedia».

L’attività è gratuita, ma necessita di prenotazione: tel. 328.2291796 dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 17.00scuole@fondazionetrg.it
(Eventi online su piattaforma ZOOM, necessaria Lim oppure monitor adeguato).

La Fondazione Piemonte dal Vivo, in collaborazione con la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani, si unisce alla programmazione pensata per il Dantedì promuovendo alle ore 11 per le scuole secondarie di secondo grado uno spettacolo dedicato a uno dei più celebri canti dell’Inferno. Saulo Lucci è l’ideatore di Hell o’ Dante, uno spettacolo di narrazione che affronta l’Inferno in 34 puntate, ognuna dedicata a un canto. Per la giornata del 25 marzo, Saulo Lucci permetterà agli studenti di incontrare i due amanti più famosi della storia della letteratura italiana: Paolo e Francesca, puniti nel cerchio dei Lussuriosi nel canto V.

Attraverso una rigorosa ricerca e il commento di brani pop-rock, Saulo Lucci sviscera le terzine e i personaggi in esse racchiusi, la situazione storica e le pene tanto mirabilmente dipinte così come il pensiero dell’autore, per riconsegnare agli spettatori la bellezza di una commedia che merita più di ogni altra mai scritta l’attributo di Divina.

Lo spettacolo è in programma alle ore 11 sul canale YouTube di Piemonte dal Vivo. Per le scuole è consigliata la prenotazione via mail (progetti@piemontedalvivo.it), per poter poi partecipare in diretta al dibattito con l’artista al termine dello spettacolo. Sarà infatti possibile inviare domande a Saulo Lucci che dalla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino sarà a disposizione del pubblico, collegato virtualmente.

 

“Donne e follia in Piemonte”, il libro di Bruna Bertolo

Storie e immagini di vite femminili rinchiuse nei manicomi, nel nuovo libro della saggista e scrittrice rivolese 

Donne fragili. Negli occhi, nei corpi e nell’anima i pesanti fardelli dell’instabilità mentale. Ma anche solo donne “diverse” e per questo sospette, inquiete, libere e perfino geniali tanto da creare fastidiose intollerabili scomodità. E soprattutto “donne”.

Caratteristica considerata – insieme alle altre – un’aggravante in più e, all’epoca, non da poco per famiglie e società. Da nascondere ben bene e senza pietà fra le agghiaccianti mura di un manicomio. Sono loro le protagoniste, quasi mai nominate fatte salve alcune debite eccezioni, del nuovo libro-ricerca “Donne e follia in Piemonte” (232 pagine, pubblicata da “Susalibri Editore”) di Bruna Bertolo, già autrice di numerosi saggi di argomento storico, tra cui “Maestre d’Italia” e “Donne nella Resistenza in Piemonte”. Alla stesura del libro (ricco di documenti originali, con fotografie di Renzo Miglio e Sergio Sut, un capitolo finale scritto dallo psichiatra Pier Maria Furlan e una premessa di Alberto Sinigaglia, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte), la scrittrice rivolese è arrivata seguendo un meticoloso “lavoro di ricerca – è lei a raccontarlo – attraverso le cartelle cliniche, per circa un secolo di storia”. Dalla seconda metà dell’800 fino agli anni che precedono l’entrata in vigore della “Legge Basaglia”, Legge 180 del 1978, che restituì dignità alla malattia mentale, non più considerando il paziente come “oggetto” da aggiustare, ma come “persona” da accogliere, ascoltare, comprendere ed aiutare. Altra cosa dalle storie vissute nei manicomi-prigione di cui racconta la Bertolo.“Sorie dimenticate, ignorate. Donne scomode internate in manicomio. Un’umanità femminile dolente…Tante storie. Uscivo dall’Archivio dell’ex manicomio di Collegno veramente spossata”. Addosso e dentro, l’amaro groviglio di emozioni, rabbie, compassione per vite tormentate, crudelmente torturate, vite nascoste alla vita. Raramente la Bertolo riporta i nomi. Tranne poche eccezioni. Come per Lucia Saltarin, ricoverata per molti anni al manicomio di Collegno e che “scriveva belle poesie ed era bravissima nel dipingere, ma affetta da deliri di tipo mistico”. Di lei “faccio il nome – precisa la scrittrice – perché lo stesso Guido Ceronetti, nella sua rubrica di prima pagina su ‘La Stampa’, aveva pubblicato la sua poesia ‘Madonna d’Egitto’”. Accanto alla Saltarin, si citano anche Anna Sworova la “smemorata di via Giulio”, Fiorella la “ribelle” di Racconigi, le alienate e le “pellagrose”, le “corrigende” e le “maddalene” del Buon Pastore fino a Ida (Aida) Peruzzi Salgari, moglie del celebre scrittore veronese che da lei ebbe quattro figli in vent’anni di matrimonio. Fino a quando l’estenuante condivisione dei quotidiani problemi legati alla frenetica estenuante attività del celebre marito, portarono la donna – in gioventù promettente attrice nei teatri veronesi – ad una tale difficoltà di vivere da necessitare di un ricovero in manicomio a Torino, dove i Salgari si erano trasferiti nel 1900. Fu “reclusa” nel reparto dei “relitti sociali”. Era mercoledì 19 aprile 1911. Pochi giorni dopo, il 25 aprile, il marito scrittore si tolse la vita nal parco di Villa Rey, sulla collina poco sopra corso Casale, dove al civico 205 una targa commemorativa ricorda ancora oggi la permanenza dei Salgari nel capoluogo piemontese. Lei lo amò fino alla pazzia e lui fino alla morte, scrisse Giovanni Arpino. Storie, quella di Ida Peruzzi e di tante altre sventurate, che scivolano con amara tristezza nelle pagine della Bertolo che ricorda ancora: “L’Archivio di quello che fu una delle realtà manicomiali più importanti del Piemonte, Collegno, permette di raccogliere frammenti di vita, di dolore, di alienazione, spesso di morte, che rappresentano uno squarcio di umanità dolente”. Perché davvero “il manicomio è una grande cassa/ di risonanza/ e il delirio diventa eco/ l’anonimità misura, il manicomio è il Monte Sinai/ maledetto, su cui tu ricevi/ le tavole di una legge/ agli uomini sconosciuta”. Versi della grande Alda Merini. Un’esperienza decennale in tre diversi manicomi. Una grande donna che, attraverso l’arte e la scrittura, ha saputo trasformare nel tempo la tragedia di veri e propri lager manicomiali in sublime poesia.

Gianni Milani

Fondazione Torino Musei, le visite online

DIVERSI GLI APPUNTAMENTI, LE VISITE E LE ATTIVITA’ PER LE FAMIGLIE  ONLINE ALLA GAM, AL MAO E A PALAZZO MADAMA  DAL 19 – 25 MARZO2021

 

 

DOMENICA 21 MARZO

 

GALLERIE DEDICATE ALL’ASIA MERIDIONALE E SUD-EST ASIATICO, REGIONE HIMALAYANA E PAESI ISLAMICI DELL’ASIA.

MAO – visita online nell’ambito del progetto Connessioni d’arte

L’appuntamento con la guida del MAO permette di coinvolgere i partecipanti attraverso immagini di alta qualità in grado di restituire al visitatore punti di vista esclusivi sulle collezioni.

Si parte dalle opere d’arte indiana, con la statuaria di soggetto buddhista e induista di varia datazione, per proseguire il viaggio attraverso il Sud-est asiatico.

Nella galleria dedicata alla regione Himalayana, saranno illustrate le opere d’arte buddhista tibetana che spaziano dalle sculture in legno e metallo ai dipinti a tempera, fino alle preziose copertine lignee intagliate e dipinte. Il percorso si conclude nella galleria dei Paesi Islamici dell’Asia, caratterizzata dalla ricca collezione di vasellame e piastrelle e da una pregevole raccolta di bronzi, manoscritti e raffinati tessuti.

Info e prenotazioni: visita guidata online 8€ intero; ridotto 7€ (possessori di Abbonamento Musei).

Prenotazioni al numero 011 5211788 oppure scrivendo a info@arteintorino.com; a seguito della prenotazione saranno inviati dettagli ed estremi bancari per effettuare il pagamento con bonifico oppure sarà possibile effettuare l’acquisto on-line.

 

 

LUNEDI 22 MARZO  

 

LIGHT BLUE. Il colore e la forma

MAO – visita guidata online

 

Anche quest’anno, per il terzo anno consecutivo, Fondazione Torino MuseiOFT – Orchestra Filarmonica di Torino eAbbonamento Musei propongono il progetto di collaborazione che avvicina il pubblico dell’arte a quello della musica e viceversa.

Ogni venerdì e ogni sabato precedente i concerti del martedì, i musei organizzano una visita guidata che si ispira alla tematica – COLORS – proposta dall’Orchestra Filarmonica, in un curioso e stimolante intreccio di linguaggi artistici e suggestioni provenienti da ambiti culturali differenti. Proprio il concetto di colore è il fil rouge che unisce i nove concerti della stagione 2021 della prestigiosa Orchestra Filarmonica di Torino e il ciclo di visite a essi ispirato proposto a rotazione dai tre musei cittadiniGAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, MAO Museo d’Arte Orientale e Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica.

L’iniziativa è a cura dei Dipartimenti Educazione della Fondazione Torino Musei e di Abbonamento Musei.

Le visite sono condotte da Theatrum Sabaudiae.

 

Il percorso di visita nella galleria dedicata ai Paesi Islamici dell’Asia si sofferma in particolare sulla ricca collezione di vasellame e di piastrelle invetriate per la decorazione architettonica, che vanno dal IX al XVII secolo.

Costi: percorso in digitale 8€ intero; 7€ ridotto (abbonati OFT e possessori di Abbonamento Musei);

Info e prenotazionitel. 011 5211788, oppure scrivendo a info@arteintorino.com

A seguito della prenotazione saranno inviati dettagli ed estremi bancari per effettuare il pagamento con bonifico, oppure sarà possibile effettuare l’acquisto on-line: https://www.arteintorino.com/2-visite-guidate-torino/162-connessioni-d-arte.html

Le visite saranno attivate a raggiungimento di un numero minimo di partecipanti.

 

 

MERCOLEDI 24 MARZO

 

L’ARCHITETTURA DEL TEMPO

Palazzo Madama – visita online nell’ambito del progetto Connessioni d’arte

L’architettura di Palazzo Madama si presenta ai nostri occhi attraverso un accostamento di anime diverse: romana, medievale e barocca. La visita guidata on line condurrà i visitatori alla scoperta di questo magnifico edificio, attraverso fotografie e video riprese che permettono di poter entrare anche in luoghi difficilmente accessibili al pubblico. Un viaggio esplorativo, guidati da chi normalmente accompagna in presenza i visitatori in museo, che partirà dagli scavi archeologici per arrivare fino alle torri medievali, da dove si potrà godere di una magnifica vista panoramica sulla città di Torino. Si proseguirà nel percorso salendo uno degli scaloni più affascinanti d’Europa, realizzato dall’architetto Filippo Juvarra, fino all’entrata nelle sale barocche, un tempo abitate dalle Madame reali Cristina di Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours.

Info e prenotazioni: visita guidata on-line 8€ intero; ridotto 7€ (possessori di Abbonamento Musei).

Prenotazioni al numero 011 5211788 oppure scrivendo a info@arteintorino.com ; a seguito della prenotazione saranno inviati dettagli ed estremi bancari per effettuare il pagamento con bonifico oppure sarà possibile effettuare l’acquisto on-line.

 

 

GIOVEDI 25 MARZO

 

COLORI NELL’ARIA

Palazzo Madama – attività per famiglie online

Quali colori ha la primavera? I tanti verdi delle foglie, le mille tonalità dei fiori e l’aria colorata dal sole ci mettono di buon umore. Scopriamo di cosa sono fatti i colori e quali sensazioni trasmettono attraverso un laboratorio condotto in webinar. La tavolozza del pittore, le immagini della Primavera e dell’aria negli affreschi e nelle opere di Palazzo Madama, ci suggeriranno sfumature e decorazioni per giochi volanti con cui divertirsi all’aperto. 

Prenotare entro martedì 23 marzo per ricevere il link per il laboratorio online.

Costo: €5

Info: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Giovedì 25 marzo ore 18

L’OMBRA E LE STELLE DI LIN HUIYIN. RITRATTO DI UNA GIOVANE DONNA TRA ARCHITETTURA E POESIA NELLA CINA DEGLI ANNI TRENTA

MAO – conferenza su Zoom

con Marco Trisciuoglio, Politecnico di Torino.

La conferenza restituisce un primo rapido ritratto biografico di LinHuiyin (1904-1955), riconosciuta oggi come la prima donna architetto cinese, attraverso architetture, fotografie e cenni all’opera in versi, contraddistinta da una grande attenzione alla tradizione Tang.

L’evento sarà visibile gratuitamente su Zoom –  Info https://www.chinagoesurban.com/

 

 

“Zeus ti vede” Il nuovo libro di Riccardo Marchina

E’ ambientato nel “piccolo paradiso proletario” del vecchio Borgo Campidoglio di Torino

Un “giallo” urbano, dal titolo intrigante e un tantino inquietante. “Zeus ti vede”. Proprio come recita la scritta misteriosa in cui, non di rado, ci si imbatte per le strade – soprattutto periferiche – dell’esoterica Torino (e di altre città), sulla cui origine si sono spese nel tempo svariate, improbabili e perfino un po’ folcloriche versioni e interpretazioni.

Tre parole e il disegno di un triangolo simbolico al cui interno un grande occhio scruta e avverte minaccioso i passanti. Tre parole che danno anche il titolo all’ultimo libro (224 pagine, pubblicate da “Neos edizioni”) del torinese Riccardo Marchina, giornalista e scrittore, che già per “Neos” aveva scritto nel 2011 “L’agenzia dei segreti precari” e nel 2018 “Lo squalo delle rotaie”. E proprio quelle parole affiorano alla mente di Pietro, il protagonista del romanzo, allorché pensa o si trova davanti all’imbarazzante bellezza di Mascia che “aveva grandi cosce, appiccicate a un corpo magro” e sulla schiena “aveva tatuato un sole stilizzato, all’interno del quale c’era un triangolo” e ancora “al suo interno c’era un occhio. Era una sorta di ‘Zeus ti vede’”. Siamo a Torino all’interno del vecchio Borgo Campidoglio, quartiere operaio sorto a fine ‘800, caratteristica isola di case basse (oggi museo a cielo aperto d’arte urbana – il MAU – per le circa 200 opere pittoriche di street – art dipinte sui muri esterni), di botteghe che sono memoria fascinosa di antichi mestieri artigianali, enoteche e caratteristiche piole dai prodotti tipici e dai semplici ma robusti e sinceri vini locali: “periferia ovest della città, dove corso Regina Margherita si perdeva nel parco della Pellerina, prima di diventare una cosa unica con la tangenziale”. E proprio qui si snoda gran parte della storia di Pietro. Quattro figli avuti da due (ex) compagne diverse, quindi due famiglie da mantenere, l’uomo lavora in un’impresa di torrefazione di Torino, fino a quando una multinazionale olandese acquisisce l’azienda e la sua vita comincia a rotolare all’ingiù. Licenziato e addirittura sospettato dell’omicidio della responsabile del personale, con la quale aveva una relazione, Pietro è condannato a giornate scandite da frustranti colloqui di lavoro e convocazioni in commissariato. Sullo sfondo la Torino ch’era un tempo città dell’auto, del caffè, della cioccolata, della birra, della penna a sfera, dell’informatica… e ora é “città sempre più fluida, inafferrabile e infida”. A sostenerlo nei vorticosi tentativi di riprendere in mano la propria vita, c’è però Mascia, giovane e provocante cameriera di una scalcinata ma accogliente trattoria di Borgo Campidoglio. “Giallo” urbano, si diceva. Ma non solo. Con questo romanzo, infatti, Riccardo Marchina intende superare la quotidiana, intricata e avvincente realtà degli eventi, sfruttati a base solida da cui partire per proporci una “riflessione sul mondo del lavoro fatto di acquisizioni aziendali e società di outplacement, di globalizzazione spinta e difesa del made in Italy, di esuberi e bandiere sindacali affisse ai cancelli delle fabbrichette, di responsabili del personale imbevuti di tecniche e filosofie aziendali e start-up come rimedio estremo all’impossibilità di ricollocarsi”. In tal senso, le parole dello scrittore (che per “Neos” cura anche la serie antologica “Spirito d’estate”) ci portano dentro, e fino al fondo di una realtà contemporanea assurda, frenetica e imprendibile, dalla quale non resta che fuggire. “Verso un posto dove Zeus non possa più vederci”.
g. m.

Risorgimento, Quaglieni e Sodini commentano i moti carbonari

Domenica  21 marzo alle ore 18 sulla piattaforma Facebook del Centro “Pannunzio”, il prof. Pier Franco Quaglieni, storico del Risorgimento e la prof. Carla Sodini, storica militare,

ricorderanno a 200 anni dagli eventi storici che segnarono l’inizio del Risorgimento, i moti carbonari del 1821 e Santorre di Santarosa. L’attrice Ornella Pozzi lèggerà’ l’ode civile di Alessandro Manzoni “ Marzo 1821”.

Coordinerà Adriana Rizzo.

Pari! La felicità in una pillola

Sabato 20 marzo 2021 Ore 18 – Pagina facebook della biblioteca Arduino

Sabato 20 marzo sarà la giornata internazionale della felicità, e a Moncalieri si festeggia in rosa. Alle 18 la biblioteca civica Arduino propone sulla sua pagina facebook @bibliomonc la prima di due pillole video di Sara D’Amario e François-Xavier Frantz dedicate al tema della parità di genere. Il video si intitola “Pari!” e si propone di divulgare in modo serio e divertente allo stesso tempo “la possibilità, la necessità, l’urgenza di superare le discriminazioni di genere”, come spiegano i due artisti moncalieresi che hanno curato il progetto, una delle tante azioni realizzate sul tema dall’Assessorato alla Cultura e alle Pari Opportunità di Moncalieri.
Il racconto tocca numerosi aspetti generali e della vita quotidiana in cui la parità tra i due sessi è evidente, ma in cui spesso deve essere ribadita per contrastare vecchie abitudini mentali e di comportamento ancora radicate in molte persone. Il video è vivace e ludico nel ritmo, nei colori, nel montaggio. “Per veicolare il messaggio, Sara e Xavier hanno anche utilizzato molti dei quadri della Collezione Permanente d’Arte della Biblioteca di Moncalieri – spiega soddisfatta l’assessore alle Pari Opportunità Laura Pompeo – valorizzandoli e avvalendosi del loro potere evocativo al servizio dell’obiettivo: stimolare la riflessione sulla parità di genere e educare al rispetto”.
Il secondo appuntamento della minirassegna è in calendario per giovedì 25, giorno della nascita di Tina Anselmi, con una pillola dedicata alla sua figura.