CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 452

Torino che scrive: quando la poesia vince la pandemia

Pochi giorni fa ho avuto il piacere di partecipare alla premiazione del Concorso Nazionale per Poesia e Narrativa breve, unica edizione, intitolata “Epidemia di Parole”, iniziativa indetta dal Centro Studi Cultura e Società di Torino. 

Il riferimento alla pandemia è evidente e voluto: il difficile periodo di reclusione è ancora limpido nella nostra memoria, le restrizioni giustamente imposte ancora ci intimoriscono ed è inutile negare che tutti abbiamo paura di dover rivivere un altro “lockdown”.
Credo che ognuno abbia affrontato a modo suo questo particolare infelice momento, io, come molti altri “appassionati”, mi sono affidata all’arte e alla creatività per rielaborare quanto vissuto e provato. Nel “male” della reclusione, ho trovato di nuovo il tempo di leggere un po’ di più, di visitare qualche museo on line, di lavorare su alcune fotografie e, soprattutto, ho ritrovato la possibilità di dedicarmi alla “libera scrittura”.
Il Concorso “Epidemia di Parole” ha dato la possibilità a molti di “rielaborare se stessi” adattandosi alla nuova circostanza, e di fare il punto della situazione attraverso la parola scritta; l’iniziativa ha così fornito l’occasione ai partecipanti di mettere nero su bianco pensieri, sensazioni, stati d’animo assai complessi.
Nel corso della cerimonia, i premiati (me compresa), chiamati via via al microfono, hanno interpretato i propri scritti, ognuno differente, specchio delle molte sfaccettature della stesa realtà; i testi declamati erano più o meno brevi confessioni liberatrici, e, dopo la lettura, ci siamo tutti sentiti un po’ più sollevati, perché, come diceva Calvino, “Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto”. È stato come togliersi un peso dallo stomaco.
Ho molto gradito la ( più che benevola) motivazione della giuria riguardo al mio testo: “Non siamo parte del mondo”, stesa da Claudia Murabito: “La poesia rappresenta in modo sintetico ma preciso, lo stato dell’essere durante questa pandemia. I versi asciutti e intrisi di significato profondo, portano il lettore alla conoscenza interiore di ciò che si prova nella mancanza di libertà e di chiusura. È una speranza a godere dei momenti che ci vengono dati, anelando ad una vita fuori da sé, ma consapevoli”.
Le opere in concorso sono state riunite in un volumetto stampato a Torino, presso la Tipografia AGAT, nel settembre 2020; la raccolta riporta il titolo del bando e i loghi della Regione Piemonte, Torino Città Metropolitana e della Circoscrizione 3, Enti che hanno supportato l’iniziativa.
Lungi da me proclamarmi “scrittrice” o tantomeno “poeta”, termini che si addicono a personalità di ben altra levatura e che davvero rientrano nei canoni che Orazio aveva definito nella sua “Ars Poetica”; a mia discolpa dico che mi piace scrivere e che dopo averlo fatto sto meglio.


Ma questo ovviamente non lo affermo solo io. Sono molti gli studi che utilizzano la scrittura come terapia, si pensi ad esempio alla “scrittura terapeutica”, alla “medicina narrativa” o alla tecnica dello “storytelling”. Un piccolo inciso: il termine “terapia” non ci deve far pensare alle situazioni più estreme come inguaribili malattie mentali, ma vorrei che qui fosse inteso nel senso di “prendersi cura”, meglio ancora “prendersi cura di sé”. È  appurato da varie indagini che scrivere è terapeutico, poiché tale azione scioglie i blocchi e le paure dell’animo e ci aiuta a essere consapevoli di noi stessi. E ditemi, c’è qualcuno che non ne ha davvero bisogno? Inoltre fateci caso, gli stessi grandi autori trattano la materia come qualcosa di fortemente organico, Hemingway e Nietzsche assimilano l’atto del narrare a quello del sanguinamento, Anna Frank redige i suoi pensieri per scrollarsi di dosso i dolori e le fatiche, per Isaac Asimov scrivere è vivere, perché se non lo facesse morirebbe. Ne conviene che “scrivere” è più che utile, ma per nulla facile. Non solo, chi decide di dedicarsi alla scrittura, decreta anche di lasciare un pezzetto di se stesso sulla carta stampata, azione assai coraggiosa, non credete?
D’altro canto, ricordando Croce, il punto d’inizio della storia umana è stato segnato nell’invenzione della scrittura, dell’atto, cioè,  di “tracciare con lo stilo”, ossia in latino “scribere”, appunto “scrivere”.
Gli studiosi concordano sul fatto che la scrittura comparve in maniera indipendente in due luoghi, in Mesopotamia, intorno al 3000 a.C., grazie soprattutto ai Sumeri, i quali dal basico sistema dei “ciotoli” passarono prima all’utilizzo della scrittura pittografica e poi a quella cuneiforme, e in Mesoamerica, territorio in cui furono ritrovati diversi manoscritti risalenti al 600 a.C., tra cui quelli della popolazione messicana degli Olmechi. Non è qui  il caso di affrontare l’interessantissimo tema della nascita dell’alfabeto nella civiltà greco-romana che più ci riguarda.
La scrittura ha una sua propria e complessa storia; la sua evoluzione segue lo sviluppo dei sistemi di rappresentazione del linguaggio attraverso i mezzi grafici delle diverse civiltà umane. Detta così sembrerebbe una mera questione meccanica e asettica, eppure l’uomo non ha imparato a scrivere solo per documentare e tenere i conti, bensì per esprimersi e per comunicare.
L’uomo scrive  per mettersi in contatto con gli altri, con il mondo esterno e con se stesso.
Quanto a me, scrivo perché mi piace dire il mio punto di vista e mettermi alla prova, e soprattutto perché amo rielaborare con cura e porre l’attenzione su ciò che è oggetto dei miei studi e delle mie ricerche. Ma amo anche “dilettarmi” di poesia, tanto che – se posso dire in tutta umiltà – alcuni miei componimenti sono stati pubblicati in tre antologie.
Difficile spiegare che cosa si prova durante la stesura di un racconto o di una poesia, di un saggio o di un articolo, e ancora più difficile è spiegare che cosa significhi avere l’ispirazione e la voglia di mettersi lì e incidere il foglio (o, meglio, mettersi al computer) con quello che si sta pensando in un determinato momento, così come è assai arduo descrivere il fastidio di quando si viene interrotti perché è tardi o si deve mangiare o bisogna uscire.
L’unico modo è provare: scrivete per credere.

Alessia Cagnotto

 

Garessio, la Torre dei Saraceni narra antiche leggende

Dall’alto osserva la devastazione di Garessio e di Ormea, il fango che ai primi di ottobre ha invaso i centri storici lasciando garessini e ormeaschi senza luce, acqua e gas, i ponti travolti dalla furia del fiume, i cimiteri spazzati via dall’esondazione del Tanaro, le bare aperte tra alberi sradicati e detriti, dolori e lamenti in valle.
Qualcuno guarda lassù, in cima al monte, e la vede forte e intatta come quando resistette alle violente scorrerie dei Mori giunti sulle nostre montagne a portare sofferenze e disgrazie. È la Torre dei Saraceni che illumina il paesaggio autunnale, oggi devastato dall’alluvione, nella piccola frazione Barchi tra Garessio e Ormea. Su uno sperone pietroso, a 900 metri di altezza, come uno sparviero pronto a lanciarsi sulla preda, resiste da mille anni a invasioni e intemperie e continua a raccontare leggende di un tempo assai lontano. Oggi è uno dei simboli del territorio della Valle Tanaro e testimonia una storia molto antica. Quando i Saraceni invasero l’entroterra ligure e piemontese giungendo da Frassineto, l’attuale Saint Tropez, per saccheggiare il territorio, per fare bottino, uccidere gli infedeli e rapire ragazzi e giovani fanciulle gli abitanti del luogo innalzarono una torre cilindrica, appunto la torre di Barchi o torre dei Saraceni, nel territorio di Garessio a breve distanza da Barchi, frazione di Ormea in Alta Val Tanaro. In realtà la torre sarebbe stata eretta lungo il Tanaro già dai Bizantini nel secolo VIII come torre di avvistamento per controllare le mosse dei Longobardi in valle mentre per altri studiosi fu costruita dai garessini intorno al Mille per scorgere in tempo le bande saracene. Queste ultime, tra il IX e il X secolo, la utilizzarono cone torre di vedetta e ne fecero una base per le incursioni nella zona. Anche il grano saraceno, prodotto tipico della Val Tanaro, sembra che sia stato portato in zona proprio dai saraceni.
Filippo Re

Elif Shafak è la vincitrice del Premio Lattes Grinzane 2020

Con “I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo”

Sabato 10 ottobre 2020. Elif Shafak, scrittrice turca residente a Londra, è la vincitrice del Premio Lattes Grinzane 2020 – X edizione con I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo (traduzione di Daniele A. Gewurz e Isabella Zani), edito da Rizzoli.

Gli altri finalisti in gara erano: Giorgio Fontana con Prima di noi (Sellerio), Daniel Kehlmann (Germania) con Il re, il cuoco e il buffone(traduzione di Monica Pesetti; Feltrinelli), Eshkol Nevo (Israele) con L’ultima intervista (traduzione di Raffaella Scardi; Neri Pozza), Valeria Parrella con Almarina (Einaudi).

Il Premio Speciale Lattes Grinzane, da sempre dedicato a un’autrice o un autore internazionale, è andato alla Protezione Civile, come apprezzamento per il grande impegno profuso nell’affrontare l’emergenza sanitaria e combattere la diffusione del contagio da Covid-19. Il Premio è stato ritirato dal capo Dipartimento Protezione Civile Angelo Borrelli. «Si tratta di una compartecipazione più stretta, di una condivisione doverosa e per certi versi inevitabile con il nostro Paese, con le sofferenze e i bisogni degli uomini, di cui la letteratura e la cultura non possono non farsi carico. Intorno alla Protezione Civile si sono raccolti, in questi mesi, tutti gli sforzi dell’Italia per rispondere all’emergenza: intorno alla Protezione Civile intendiamo raccoglierci anche noi con il nostro Premio, per testimoniare che anche la letteratura può e deve contribuire a costruire un nuovo futuro», spiega la motivazione della Giuria tecnica.

La motivazione con cui la Giuria Tecnica del Premio aveva scelto a maggio il romanzo di Elif Shafak tra i finalisti sottolinea la forza delle donne nella ricerca di libertà e felicità in paesi in cui viene negata e soffocata da sfruttamento, emarginazione, violazione dei diritti.

«Il romanzo di Elif Shaftak è un atto d’amore, da lontano, alla città di Istanbul e soprattutto alla sua anima femminile: Istanbul, illusione, sogno, in cui lottano tante Istanbul, città liquida in cui le vite si intrecciano e si dissolvono, e qui soprattutto città in cui, nella seconda metà del Novecento, da tutto il Medio Oriente convergono donne che vi hanno cercato libertà e felicità, sottraendosi  all’arcaica durezza e ottusità della vita familiare, ma finendo in vite di sfruttamento e di emarginazione, entro cui sanno comunque ritagliarsi spazi di umanità, di solidarietà, di amicizia. Il romanzo ripercorre la vicenda di Leila Tequila, fuggita a sedici anni dalla città di Van, nell’oriente turco, e costretta molto presto a prostituirsi. Ma, con originale struttura, il racconto prende avvio dall’assassinio della protagonista e dall’ipotesi che, dopo la morte, per 10 minuti e 38 secondi, nel suo cervello ancora non completamente spento passino i ricordi più vari, dal mondo familiare di Van alle situazioni e agli incontri della grande città, fino al 1990, anche con vari richiami ai contemporanei eventi storici. E si percorre in lungo e in largo Istanbul, nei suoi luoghi più vari, nei suoi intrecci affascinanti e perversi, tra etnie, lingue, religioni, tra speranze politiche e repressioni implacabili, nel progressivo avanzare del fondamentalismo religioso; nel contempo si seguono le storie dei cinque amici e amiche di Leila, che poi, dopo il ritrovamento del suo corpo, arriveranno a celebrare un singolare funerale, allucinata, affettuosa, grottesca e spiritosa, imprevista Totentanz.»

Elif Shafak, scrittrice turca, nata nel 1971 a Strasburgo (Francia), vive a Londra. È laureata in Scienze politiche e ha insegnato in diverse università in Turchia, Stati Uniti e Regno Unito. Pubblica romanzi in turco e in inglese, tradotti in più di cinquanta lingue, in cui la tradizione occidentale e quella orientale si armonizzano e in cui affiora la difesa dei diritti civili, di libertà di parola e delle minoranze. È membro del Weforum Global Agenda Council on Creative Economy dello European Council on Foreign Relations. Tra i suoi romanzi, editi da Rizzoli, ricordiamo: La bastarda di Istanbul (2007), Il palazzo delle pulci (2008), Le quaranta porte (2009), Latte nero (2010), La casa dei quattro venti (2012), La città ai confini del cielo (2014), Tre figlie di Eva (2016) La bambina che non amava il suo nome (2018). Il suo sito è www.elifshafak.com.

 

Le giurie del Premio: la giuria tecnica e le giurie scolastiche

 

I cinque romanzi finalisti sono stati scelti dalla Giuria Tecnica: il presidente Gian Luigi Beccaria (linguista, critico letterario e saggista), Valter Boggione (docente), Vittorio Coletti (linguista e consigliere dell’Accademia della Crusca), Giulio Ferroni (critico letterario e studioso della letteratura italiana), Loredana Lipperini (scrittrice, giornalista, conduttrice radiofonica), Bruno Luverà (giornalista), Alessandro Mari (scrittore ed editor), Romano Montroni (presidente Comitato scientifico del Centro per il libro e la lettura), Laura Pariani(scrittrice), Lara Ricci (giornalista culturale) e Bruno Ventavoli (giornalista, critico letterario).

I cinque libri finalisti sono stati letti, discussi e votati da studenti delle Giurie Scolastiche presenti in diversi istituti italiani e in una scuola di Parigi. Variano a ogni edizione per permettere una più ampia partecipazione al progetto e alla lettura. A ottobre i loro voti decideranno il vincitore.

«Il nostro Premio – commenta la Giuria Tecnica – si è sempre caratterizzato per una volontà di stretto dialogo con la società civile e la promozione attraverso la cultura dei valori fondanti dell’essere uomini. Proprio per questo si rivolge in maniera privilegiata ai giovani, nell’ottica di una crescita che trova nella lettura e nel dibattito delle idee e nella ricerca della bellezza gli strumenti per comprendere e interagire con il mondo.»

 

Le venticinque scuole che fanno parte delle Giurie Scolastiche 2020 sono: Istituto di Istruzione Superiore “G. Govone” di Alba (Cuneo), segnalato da Banca d‘Alba; Liceo Ginnasio di Stato “Francesco Scaduto” di Bagheria(Palermo); Istituto di Istruzione Superiore “M. Pagano” diCampobasso; Liceo “Luigi Garofano” di Capua (Caserta); Istituto di Istruzione Superiore “La Rosa Bianca” di Cavalese (Trento); Istituto di Istruzione Superiore “Cataldo Agostinelli” di Ceglie Messapica (Brindisi); Liceo Classico Statale “G. Cevolani” di Cento (Ferrara); Liceo Scientifico “Giandomenico Cassini” di Genova; Istituto Omnicomprensivo “Luigi Pirandello” di Lampedusa(Agrigento); Liceo Classico Statale “A. Manzoni” di Lecco; Liceo Classico – Linguistico “G. Leopardi” di Macerata; Istituto di Istruzione Superiore Statale “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Montefiascone (Viterbo); Liceo Classico Statale “A. Gramsci” di Olbia; Liceo “G. F. Porporato” di Pinerolo (Torino); Liceo Scientifico “Michelangelo Grigoletti” di Pordenone; Liceo Classico “Quinto Orazio Flacco” di Potenza; Istituto di Istruzione Superiore “Arimondi – Eula” di Savigliano (Cuneo); Istituto di Istruzione Superiore “Sansi – Leonardi – Volta” di Spoleto (Perugia); Liceo Classico “Francesco Corradini” di Thiene(Vicenza); Liceo Classico Statale “Massimo D’Azeglio” di Torino; Liceo “Carducci – Dante” di Trieste; Istituto di Istruzione Superiore “Lagrangia” di Vercelli; Liceo Classico “G. Carducci” di Viareggio (Lucca); Istituto di Istruzione Superiore “Morelli – Colao” di Vibo Valentia; Istituto Statale Italiano “Leonardo da Vinci” di Parigi.

I vincitori delle passate edizioni del Premio Lattes Grinzane sono stati: Alessandro Perissinotto nel 2019 (Mondadori); Yu Hua nel 2018 (Feltrinelli); Laurent Mauvignier nel 2017 (Feltrinelli); Joachim Meyerhoff nel 2016 (Marsilio); MortenBrask nel 2015 (Iperborea); Andrew Sean Greer nel 2014 (Bompiani); Melania Mazzucco nel 2013 (Einaudi); Romana Petri nel 2012 (Longanesi); Colum McCann nel 2011 (Rizzoli).

Canzoni e poesie a Borgaretto

Domenica  11 Ottobre alle ore 16,30 presso il Salone S.Anna di Borgaretto (Torino), nel rispetto di tutte le normative anticovidci  sarà un pomeriggio diverso, contornato da bellissime canzoni e bellissime letture o poesie, eseguite da bravissimi Artisti, tutto questo a favore dei Bambini Farfalla e delle loro grandi Mamme.
Ospii d’onore Sergio Moses, Fabrizio Voghera e Vincenzo Torelli
Presenteranno lo spettacolo Lidia Lombardi e Alessandro Scalici.
Il Cast
Anita Contini , Concetta DiRicco,, Katia Nettis, Isabella Fruci, Gabry Zaccheo, Salvatore Pasqualetto, Claudio Troiano, Angelo Cauda, Moreno Stefanini.
Ingresso 15 Euro.
Con la collaborazione di JukeBox Eventi.

Recital del pianista Gianmarco Moneti al Tempio valdese

Sabato 10 ottobre per le giornate della cultura protestante  

Il Centro Culturale Protestante di Torino, attento alla promozione di eventi culturali legati alla realtà protestante della città metropolitana di Torino ed in particolare alla musica, vuole arricchire il già nutrito palinsesto di eventi annuali con una rassegna di concerti per pianoforte solista e con l’accompagnamento di altri strumenti, offrendo a diplomandi o neo diplomati segnalati dei conservatori piemontesi, l’opportunità di esibirsi presso il Tempio Valdese di Torino.

In questo progetto si inserisce il recital del pianista Giampiero Moneti

sabato 10 ottobre alle ore 17 presso

il Tempio Valdese in Corso Vittorio Emanuele II, 23

Info: www.torinoprotestante.org – tel. 011 669 2838  mail: torinoprotestante@gmail.com

 

Un’epoca e una società dentro le immagini di Carlo Bossoli

Sino al 31 gennaio prossimo, nelle sale della Fondazione Accorsi – Ometto

Un lungo secolo, che scavalca i tempi abituali. L’Ottocento. Dagli ultimi fuochi della Rivoluzione francese sino ad arrivare alla fine del primo Grande Conflitto, l’abbandono cruento dell’Ancien Régime per spingersi incontro ad un secolo nuovo e pericoloso.

Al centro le guerre d’Indipendenza, il colonialismo e le sue piaghe, l’importanza sempre maggiore della borghesia che va sostituendosi alla nobiltà, i decenni delle grandi quanto affascinanti esplorazioni, le guerre che ridisegnano gli atlanti, le scoperte messe in campo per dare un volto nuovo alla società. Non ultima la costruzione delle ferrovie, che cambiano il paesaggio e indicano un nuovo modo di viaggiare: le più antiche – la Napoli/Portici o la Milano/Monza – messe al servizio delle corti, la Torino/Genova del 1845 costruita per lo sviluppo del trasporto delle merci. Un secolo importante. Che necessita di un testimone importante, capace di farlo rivivere anche agli occhi di noi moderni, che mostri – quasi cantore di “una vita in diretta”, preciso e raffinato cronista del suo tempo – le azioni e i mutamenti che gli sono corsi attraverso.

Cronache dall’Ottocento ovvero La vita moderna nelle opere di Carlo Bossoli e nelle fotografie del suo tempo s’intitola la mostra che la Fondazione Accorsi-Ometto presenta sino al 31 gennaio 2021, fortemente voluta dal direttore Luca Mana, curata da Sergio Rebora con la collaborazione di Daniela Giordi per la sezione fotografica. Con prestiti privati e pubblici (Museo del Risorgimento e Galleria d’Arte moderna di Torino, Archivio di Stato di Torino, il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, il Museo del Risorgimento di Milano e i Musei Civici di Varese), sono presenti cinquanta dipinti di Bossoli (paesaggi, scorci cittadini, opere celebrative, immagini della Storia catturate quasi in istantanea) e 40 fotografie di maestri italiani e stranieri, appropriandosi la fotografia della giusta attenzione, “non più arte ma storia”, inconfutabile specchio di una società, di una vita che cambia verso la modernità, che abbraccia la città e la campagna, che testimonia il progresso e le distruzioni di una guerra, che corre in simultanea con l’azione descritta.

Proveniva da una famiglia di origine svizzera Carlo Bossoli, era nato a Lugano nel 1815 e solo cinque anni dopo aveva seguito il padre trasferitosi a Odessa, nella Russia dei Romanov, curioso e pronto di lì a pochi anni ad accrescere una formazione artistica, da autodidatta, che l’avrebbe presto visto vedutista, scenografo e autore di “cosmorami” panoramici. Poi il ritorno nel Canton Ticino, il decennale soggiorno milanese all’interno del quale visse gli eventi delle Cinque Giornate e fu onorato altresì delle numerose commissioni delle famiglie aristocratiche: e infine, nel 1853, l’arrivo a Torino. Dove trovò quella corte sabauda che gli avrebbe conferito la patente di “pittore reale di storia”, con l’incarico di raffigurare tra l’altro i luoghi delle ferrovie inaugurate in Piemonte in quegli anni, dipinti da cui fu tratta la celebre serie di litografie intitolata Views on the railway between Turin and Genoa, pubblicata a Londra, ancora nel ’53. E dove progettò la propria casa, un’abitazione con un giardino privato e uno studio dentro cui lavorare, un esempio di stile moresco andato perduto nelle proprie fisionomie (lo si può ammirare in un’opera dello stesso Bossoli del 1868 presente in mostra): ma il palazzo s’affaccia ancora oggi sul Lungo Po Diaz, sopra i Murazzi, all’altezza di via Giolitti. Morì nel 1884: e nel lungo periodo in cui operò, percorse le strade di Russia, Inghilterra, Scozia, Irlanda, Spagna e Marocco, testimoniando gli avvenimenti storici e privati che oggi queste “cronache” ci rendono.

Suddivise in cinque sezioni, un raffinato percorso che guarda alla storia e all’arte, concepito dall’allestimento di Diego Giachello, attento all’interno delle sale all’impiego dei colori e alla loro morbidezza, in pieno accordo con le opere esposte. I centri urbani disseminati lungo lo stivale, il capolavoro del Duomo palermitano e della sua piazza (del 1871) e il Canal Grande a Venezia e il torinese palazzo Coardi di Carpeneto con il suo atrio elegante e animato di personaggi, come le vaste piazze della Capitale sabauda divise tra divertimento e attività lavorative: accanto le prove fotografiche, a confronto, un allinearsi di tinte ambrate a restituirci la Torino lontana più di un secolo e mezzo fa. Le tempere su carta di Bossoli abbracciano poi i differenti momenti storici, la prima e la seconda Guerra d’Indipendenza come la difesa della Repubblica Romana del ’49, Vittorio Emanuele II a Palestro o mentre scende con i suoi ministri lo scalone di palazzo Madama in occasione dell’apertura della Quinta Legislatura, le scuderie juvariane di Venaria, felicemente riscoperte di recente, in un susseguirsi di ombre tra cavalli e stalli, colori, particolari, frammenti vivissimi, o ancora la guerra di Crimea, alla metà degli anni Cinquanta, fotografata in un primo tempo a opera di Roger Fenton, al seguito dell’esercito britannico, e poi da James Robertson (sua la Postazione d’artiglieria) e Felice Beato, due veri e propri reporter di guerra.

Il capitolo delle ferrovie testimonia l’ammodernamento del paese e soprattutto il primato dello stato sabaudo; come un’attenzione a sé merita l’esotismo, con il Bazar del 1847, l’interno del caffè di Galata e l’ampio panorama di Istanbul (l’antica Costantinopoli) del 1878 con i suoi minareti, i gruppi di personaggi nei loro abiti, le case ed i palazzi, tutti schierati come su di un palcoscenico, ben visibili in primo piano mentre le montagne e l’azzurro del cielo si perdono impalpabili in lontananza; e ancora il Marocco e l’Egitto, cui molti guardavano con curiosità, quasi un paese da sogno, tra l’antico (le immagini con le rovine di Karnak) e il moderno, all’indomani dei lavori dello stretto e del successo dell’Aida verdiana. L’ultima sezione considera, ancora in uno stretto rapporto tra tempere e materiali fotografici, le molteplici vedute di ville e giardini storici, il piacere di vivere in campagna, i luoghi della tranquillità e del piacere fuori delle città, quasi al loro riparo (il secolo precedente aveva conosciuto al riguardo le opere di Magnasco e di Bellotto), morbidi capolavori che ci raccontano tra gli altri della Villa Giulia a Bellagio, una vera e propria testimonianza per i proprietari, il ricordo di gite in barca, di passeggiate nel parco, di feste notturne o di ricevimenti pomeridiani, la descrizione esatta e ancora una volta immediata dei riti mondani di una società di cui Bossoli era testimone. Chi visiterà la mostra si soffermi davanti ai minuscoli schermi su cui scorrono “leggerissime” clip, della durata di un minuto circa, chiaramente in un canonico bianco e nero, montaggi curiosi, mobili testimonianze di un’epoca che ha ancora molto da dirci: a movimentare una mostra che qualcuno ha temuto per un attimo che fosse “noiosa”. Se ne volete scoprire l’alto tasso di vitalità, non mancate.

Elio Rabbione

 

 

Le immagini

Carlo Bossoli, “Veduta del Duomo di Palermo”, 1871, tempera su carta applicata su tela, 59 x 89 cm, coll privata, courtesy Galleria Aversa, Torino

Carlo Bossoli, “Veduta della scuderia grande di Venaria Reale”, 1853, tempera su carta applicata su tela, 55 x 77 cm, coll privata

James Robertson, “Crimea. Postazione di artiglieria al termine della battaglia”, 1856, carta salata, 259 x 200 mm, coll Marco Antonetto

Antonio Beato, Egitto, Luxor-Karnack, veduta degli obelischi nel tempio di Amon-Ra”, circa 1870, stampa all’albumina, 275 x 212 mm, coll Marco Antonetto

Carlo Bossoli, “Veduta di Istanbul”, 1878, olio su cartone, 46,5 x 76,5 cm, coll privata

I cinque finalisti alla premiazione del “Lattes Grinzane”

“Premio Lattes Grinzane – X Edizione” Cinque gli scrittori finalisti e Premio Speciale alla Protezione Civile

Cerimonia di premiazione sabato 10 ottobre, al “Teatro Sociale” di Alba

Alba (Cuneo)

Un’edizione particolare, la decima del “Premio Lattes Grinzane”, la cui cerimonia di premiazione si terrà ad Alba, sabato 10 ottobre prossimo, alle 16,30, al “Teatro Sociale Busca”, in piazza Vittorio Veneto 3. Particolare poiché la cerimonia si svolgerà sia in presenza sia in diretta streaming – pandemia docet – sul sito e sulla pagina Facebook della Fondazione Bottari Lattes, dal 2011 promotrice del Premio, dedicato ai migliori libri di narrativa, italiana e straniera, pubblicati in Italia, nell’ultimo anno. Ma edizione particolare anche per un altro encomiabile motivo. Il “Premio Speciale” destinato di consueto ad uno scrittore di fama internazionale riconosciuta e condivisanel tempo da pubblico e critica, andrà infatti alle donne e agli uomini, ai professionisti, ai volontari, ai medici e agli infermieri della nostra “Protezione Civile”impegnata per mesi terribili nella sfida quotidiana dell’emergenza sanitaria. Nonostante le difficoltà che il mondo della cultura sta affrontando a causa del Covid 19, il Premio – spiega Caterina Bottari Lattes, presidente della Fondazione di Monforte d’Alba – ha saputo portare avanti il proprio progetto di diffusione della lettura e della narrativa contemporanea tra i giovani, coinvolgendo anche quest’anno 400 studenti delle giurie scolastiche e collaborando come sempre con case editrici, giurati, lettori, partner istituzionali ed enti territoriali e privati. Cinque romanzi per cinque scrittori finalisti, selezionati nel maggio scorso dalla Giuria Tecnica, presieduta da Gian Luigi Beccaria. Su di loro cadrà il verdetto degli studenti delle Giurie Scolastiche (25 in tutt’Italia, da Trieste a Lampedusa, ed una Parigi), con lo spoglio dei voti che si terrà proprio nella cerimonia finale di sabato 10 ottobre ad Alba, in cui avverrà la proclamazione in diretta della vincitrice o del vincitore del “Premio” edizione 2020. In gara due giovani italiani, un tedesco, un israeliano e un turco. Questi i loro nomi: il lombardo di Saronno Giorgio Fontana con Prima di noi (Sellerio), il tedesco Daniel Kehlmann con Il re, il cuoco e il buffone (traduzione di Monica Pesetti; Feltrinelli), l’israeliano Eshkol Nevo autore de L’ultima intervista (traduzione di Raffaella Scardi; Neri Pozza),la partenopea di Torre del Greco  Valeria Parrella conun romanzo ambientato nel carcere minorile napoletano di Nisida dal titolo Almarina ( per i tipi di Einaudi ) e la scrittrice turca Elif Shafak con I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo (traduzione di Daniele A. Gewurz e Isabella Zani per Rizzoli). Il “Premio Speciale”, come detto, andrà alla nostraProtezione Civile. A ritirarlo sarà lo stesso Capo Dipartimento Angelo Borrelli. Da sempre dedicato a un’autrice o un autore internazionale, in questo anno drammatico che vede il pianeta duramente colpito dalla diffusione del contagio da Covid, il Premio Speciale– ricorda ancora Caterina Bottari Lattes – viene riconosciuto alla Protezione Civile come apprezzamento per il grande impegno profuso. All’ente andrà la somma di consueto destinata a una scrittrice o a uno scrittore internazionale (come Haruki Murakami nel 2019, Antònio Lobo Antunes nel 2018, Ian McEwan nel 2017, Amos Oz nel 2016 e Javier Marías nel 2015).

L’ingresso alla cerimonia di premiazione del Lattes Grinzane è gratuito fino a esaurimento posti e si svolgerà nel pieno rispetto delle normative di sicurezza per l’emergenza Covid-19.

La prenotazione è obbligatoria. Inviare mail con nome e cognome a: book@fondazionebottarilattes.it

g. m.

“La casa premium” di Raffaele Miassot al Circolo dei Lettori

Giovedì 15 ottobre, alle ore 18.00, il Circolo dei Lettori di via Bogino a Torino ospiterà la presentazione del libro “La casa premium” di Raffaele Miassot (Impremix-Edizioni Visual Grafika,Torino).

Con l’autore dialogherà Federico Audisio di Somma. La prenotazione è obbligatoria. Si può chiamare al +39 011 8904401 o scrivere, specificando  nominativi dei partecipanti e un recapito telefonico, a info@circololettori.it. Raffaele Miassot, architetto e designer, da oltre quarant’anni svolge la sua professione in Italia e all’estero. Appassionato di arte e artista a sua volta per diletto, considera la sua attività una missione che aiuti gli altri a vivere meglio. Il libro racconta la storia di Massimo che da ragazzo è vittima di un brutto incidente che lo fa entrare in coma. Di quei terribili giorni solo una frase gli resterà nella memoria: “Tornerai sulla terra perché hai un compito da svolgere”. Massimo, risvegliatosi per miracolo, intraprenderà la carriera di architetto,  laureandosi con una tesi sulla versatilità dei condomini torinesi della Falchera. Da quel momento una nuova idea si farà strada nella sua mente, accarezzando la suggestione di un nuovo concetto di abitazione: un condominio con spazi comuni, condivisi da tutti gli abitanti che a loro volta, socializzando, diventeranno una grande famiglia pur mantenendo i propri spazi e la loro privacy. Quello che Massimo non sa è che colui che gli causò il terribile incidente sta ancora aspettando la vendetta e tenterà di piegare il destino per spezzare ogni sua speranza. Ma quella frase, scolpita nella mente dell’architetto,  funzionerà da guida lungo un percorso che lo porterà a scoprire l’importanza della vera amicizia.

M.Tr.

Morsi di creatività

Morsi Editore è un officina editoriale indipendente di fumetti, graphic journalism e progetti creativi distribuiti online e ad eventi dedicati.


Morsi Editore nasce dalla voglia e competenza di Giulia Pavani di unire realtà artistiche e culturali del territorio torinese per creare progetti appartenenti al mondo dell’editoria militante offrendo uno sguardo radicale su politica, cultura e società attraverso mezzi di comunicazione artistica.

 

Sensibilizzazione della collettività su vari aspetti, focalizzazione sull’attualità per cercare un punto d’incontro tra le arti visive e la società moderna per rivolgere lo sguardo verso la disobbedienza creativa mista all’innovazione e alla sperimentazione sono tra gli obiettivi dell’officina indipendente.

Grazie alla collaborazione con autori e artisti Morsi Editore crea prodotti cartacei che affrontano con la narrativa e il disegno approfondimenti di critica sociale.

 

Per ogni info e approfondimento:
Facebook: https://www.facebook.com/morsieditore/

Instagram: https://www.instagram.com/morsi_editore/

Mail: morsi.editore@gmail.com

A teatro “Liberi di viaggiare”

TEATRO SUPERGA “Liberi di viaggiare” Stagione 2020-2021. “Liberi di viaggiare” è un inno al teatro e alla sua capacità di reinventarsi, dopo il lockdown

I 18 spettacoli in programma – 12 in cartellone al Teatro Superga e 6 concerti di lirica e musical a corte nel Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi – tra commedie, teatro d’autore, tragedie rivisitate, musical e concerti, sono il mezzo per viaggiare con l’immaginazione, il pensiero e la fantasia. Gli “attori” del viaggio, sono, tra gli altri, Maurizio Lastrico, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, Lello Arena, Tullio Solenghi, Corrado d’Elia, Angela Finocchiaro e Daniele Trambusti.

La stagione 2020-2021 del Teatro Superga è promossa dalla Città di Nichelino, firmata dalla co-direzione artistica di Alessio e Fabio Boasi insieme a Claudia Spoto, direttrice del Teatro Colosseo, in collaborazione con Piemonte dal Vivo, protagonista in ambito regionale della diffusione della cultura teatrale nelle differenti dimensioni artistiche che abitano il palcoscenico con l’obiettivo di costruire delle stagioni su misura e vicine alle comunità locali. Per il sesto anno consecutivo, la gestione e la campagna di comunicazione sono di Reverse Agency all’interno di Sistema Cultura, il concetto dinamico di rete tra tutte le realtà culturali del territorio fortemente voluto dalla Città di Nichelino dal 2015.

 

IL CARTELLONE

La stagione 2020-2021 del Teatro Superga riparte con gli spettacoli “sospesi” causa Covid e, in una sorta di continuità, quello che avrebbe dovuto chiudere la stagione precedente aprirà la nuova con un doppio appuntamento, sabato 31 ottobre e domenica 1 novembre: “Nel mezzo del casin di nostra vita” di Maurizio Lastrico. Attraverso i suoi celebri endecasillabi “danteschi” che mescolano il tono alto e quello basso, l’attore-cabarettista ripercorre il meglio del suo repertorio raccontando con ironia di incidenti quotidiani, di una sfortuna che incombe, di un caos che gode nel distruggere i rari momenti di tranquillità della vita. “Turandò” di domenica 6 dicembre è una reinterpretazione in chiave moderna dell’opera Turandot. Sul palco/podio due sovrani del panorama artistico, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, moltiplicano i loro talenti per alimentare il vero soggetto del racconto: l’enigma. Come le teste degli sfortunati pretendenti la T finale del titolo cade, un accento prende il suo posto per sottolineare la matrice popolare e impertinente di questo spettacolo. Data ancora da definire invece per “Parenti e Serpenti”, l’amara e divertente commedia con Lello Arena che costruisce uno spaccato di vita intimo e familiare di grande attualità, con un crescendo di situazioni esilaranti e spietate che riescono a far ridere e allo stesso tempo a far riflettere con profonda emozione e commozione.
La programmazione prosegue sabato 12 dicembre con l’arrivo, per la prima volta in Italia, del musical tratto dall’omonimo poema bestseller “Il Gruffalò”. La settimana successiva, il 19 dicembre, Gran Concerto di Natale Wind Orchestra con la Filarmonica San Marco, una delle più promettenti realtà musicali italiane. È nato in quarantena il nuovo spettacolo di Tullio Solenghi ispirato al suo mentore e mito Woody Allen. “Volevo essere Woody Allen”, sul palco martedì 26 gennaio, scritto con Roberto Alinghieri, è uno spettacolo leggero ma mai banale, che trasporta in un mondo di assonanze e convergenze tra l’umorismo del genio d’oltreoceano e l’elegante comicità di Tullio Solenghi. Il mese di febbraio si apre con un progetto artistico avviato con un vero e proprio uomo di teatro a tutto tondo, Corrado d’Elia, attore, regista e drammaturgo, considerato una delle figure più complete dell’attuale panorama teatrale italiano. D’Elia, per un’intera settimana, porta a teatro le sue lezioni-spettacolo per le scuole sui grandi temi della letteratura mettendo anche in scena due spettacoli che mostrano tutta la sua poliedricità. “Dante, Inferno” di giovedì 4 febbraio è uno spettacolo di intensa e autentica suggestione che racconta ed esplora le altezze del vivere poetico ponendo al centro l’uomo e le sue domande fondamentali. “Novecento” di venerdì 5 febbraio (in replica il giorno successivo, sabato 6 febbraio) è la storia incredibile, fantastica e quasi irreale di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, il più grande pianista del mondo, nato su una nave e lì vissuto per tutta la vita, senza mai scendere.
Sabato 27 febbraio è il turno di una tragicommedia dell’arte “Don Chisciotte” messa in scena da due improbabili saltimbanchi che tra suoni, lazzi e capriole, fanno divertire in modo intelligente mischiando i generi tra tradizione, teatro d’attore e commedia dell’arte e rileggendoli con originalità. “Topolini, mici e pinguini innamorati” di sabato 6 marzo racconta in modo leggero, ma ricco di aneddoti e informazioni, il repertorio della canzonetta sincopata degli anni Trenta e Quaranta, con un’attenzione particolare al “filone animalista”, a tutti quei brani, cioè, firmati dalle migliori penne della musica del tempo, che avevano per protagonisti gli animali. Una simpatica lezione di storia del costume arricchita da una selezione di divertenti canzoni interpretate dalle Sorelle Marinetti che negli ultimi dieci anni hanno fatto dello swing una missione di vita. Sabato 27 marzo la compagnia Nina’s Drag Queen porta in scena una riscrittura shakespeariana “Queen LeaR”. La tragedia viene riletta in chiave drag queen: al posto del vecchio re c’è ora una “regina” che non sa rinunciare al suo regno fatto di bambole e ricordi, i castelli sono monolocali, le brughiere ospizi e la pazzia demenza senile. Per l’ultimo spettacolo della stagione “Bestia che sei” di venerdì 23 aprile, Angela Finocchiaro e Daniele Trambusti condividono lo stesso palco per un reading a due voci che dà vita ad una sfilata di caratteri surreali e grotteschi in cui i protagonisti sono quegli animali che hanno spesso popolato l’immaginazione dello scrittore bolognese Stefano Benni. Animali veri e fantastici, quotidiani e leggendari, a volte teneri e a volte crudeli, ma soprattutto creature ambigue come gatti diabolici e cani innamorati, ippopotami filosofi, balene sexy, topi cagoni, babonzi e camulli che ricordano che l’homo sapiens è la bestia più ridicola e feroce del cosmo.
Per la rassegna domenicale nel Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi, organizzata in collaborazione con STM – Scuola del Teatro Musicale di Novara e Fondazione Ordine Mauriziano, il Teatro Superga propone tre appuntamenti con concerti antologici della grande lirica per “Lirica a Corte”: Il Trovatore (domenica 7 marzo), Rigoletto (domenica 14 marzo) e Madama Butterfly (domenica 18 aprile); e tre appuntamenti con il musical per “Musical a Corte”: Disney Musical (domenica 21 marzo), I Miserabili (domenica 28 marzo), West Side Stories (domenica 11 aprile).

IL CALENDARIO

Sabato 31 ottobre, ore 21 e domenica 1 novembre, ore 18 e ore 21
Nel mezzo del casin di nostra vita
Con Maurizio Lastrico. Produzione itc 2000. Biglietti da 18 a 30 euro.

Domenica 6 dicembre, ore 21
Turandò
Dal testo di Neil Simon. Con Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. Regia di Marta Dalla Via. Produzione Corvino Produzioni. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.

Sabato 12 dicembre, ore 21
Il Gruffalò
Regia e adattamento teatrale di Manuel Renga; adattamento drammaturgico di Pino Costalunga. Con Stefano Colli, Federica Laganà, Giuseppe Brancato e Elisa Lombardi. Musiche originali di Patrizio Maria D’Artista. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.

Sabato 19 dicembre, ore 21
Gran Concerto di Natale Wind Orchestra
Con Filarmonica San Marco diretta dal Maestro Matteo Dal Maso. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.

Martedì 26 gennaio, ore 21
Volevo essere Woody Allen
Di Tullio Solenghi e Roberto Alinghieri. Con Tullio Solenghi, Roberto Alinghieri e Corinna Lo Castro. Regia di Marco Sciaccaluga. Produzione International Music and Arts. Biglietti da 19 a 33 euro, bambini 12 euro.

Giovedì 4 febbraio, ore 21
Dante, Inferno
Progetto e regia di Corrado d’Elia. Con Corrado d’Elia. Produzione Compagnia Corrado d’Elia. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.

Venerdì 5 febbraio e sabato 6 febbraio, ore 21
Novecento
Di Alessandro Baricco. Diretto e interpretato da Corrado d’Elia. Produzione Compagnia Corrado d’Elia. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.

Sabato 27 febbraio, ore 21
Don Chisciotte
Soggetto originale di Marco Zoppello. Dialoghi di Carlo Boso e Marzo Zoppello. Interpretazione e regia di Michele Mori e Marco Zoppello. Produzione Stivalaccio Teatro, Teatro Stabile del Veneto. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.

Sabato 6 marzo, ore 21
Topolini, mici e pinguini innamorati
Con Le Sorelle Marinetti. Interpreti: Nicola Olivieri, Matteo Minerva, Marco Lugli. Direzione musicale del maestro Christian Schmitz. Teatro e regia di Giorgio U. Bozzo. Produzione The Singing Family. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.

Domenica 7 marzo, ore 19
Lirica a Corte: Il Trovatore
Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi. Biglietto unico: 30 euro

Domenica 14 marzo, ore 19
Lirica a Corte: Rigoletto
Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi. Biglietto unico: 30 euro

Domenica 21 marzo, ore 19
Musical a Corte: Disney Musical
Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza principe Amedeo 7, Stupinigi. Biglietto unico: 25 euro.

Sabato 27 marzo, ore 21
Queen LeaR
Scritto da Claire Dowie. Musicato da Enrico Melozzi. Diretto ed interpretato da Nina’s Drag Queens. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.

Domenica 28 marzo, ore 19
Musical a Corte: I Miserabili
Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza principe Amedeo 7, Stupinigi. Biglietto unico: 25 euro.

Domenica 11 aprile, ore 19
Musical a Corte: West Side Stories
Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza principe Amedeo 7, Stupinigi. Biglietto unico: 25 euro.

Domenica 18 aprile, ore 19
Lirica a Corte: Madama Butterfly
Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi. Biglietto unico: 30 euro

Venerdì 23 aprile, ore 21
Bestia che sei
Di Stefano Benni. Reading a due voci con Angela Finocchiaro e Daniele Trambusti. Produzione Agidi srl. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.

Data da definire
Parenti e Serpenti
Di Carmine Amoroso. Con Giorgia Trasselli, Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta, Carla Ferraro, Serena Pisa, Fabrizio Vona. Regia di Luciano Melchionna. Produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro. Biglietti da 18 a 30 euro, bambini 12 euro.

BIGLIETTI

Con TSN DINAMICO il Teatro Superga propone prezzi variabili in base al periodo di acquisto e alla quantità di spettacoli scelti in un’unica volta. Per gli spettacoli della sala del Teatro Superga acquistando il singolo biglietto in prevendita si risparmia fino al 20%; a partire da 8 giorni prima della data dello spettacolo, il prezzo diventa “intero”. Inoltre, con la libertà di scegliere tutti i titoli in programmazione, acquistandoli nello stesso momento è possibile risparmiare fino al 40%. I biglietti dei concerti alla Palazzina di Caccia di Stupinigi hanno prezzo unico con posto assegnato, senza scontistica in prevendita, ma con la possibilità di sottoscrivere carnet: 3 concerti Lirica a Corte 72 euro (-20%), 3 concerti Musical a Corte 60 euro (-20%), Carnet a Corte – 3 Lirica a Corte + 3 Musical a Corte 120 euro (-27%).
Hanno diritto al prezzo ridotto i possessori di tessera Abbonamento Musei, Soci SlowFood, Carta loStudio, studenti universitari, over 65, abbonati Teatro Colosseo e Cral Convenzionati. Per gli under 18 residenti a Nichelino, biglietto a 10 euro in galleria (posti limitati).

La biglietteria è aperta dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19

TSN ha il sostegno di Fondazione CRT, il patrocinio di Regione Piemonte e Città di Torino. Main sponsor: I Viali.

***
Info
TSN Teatro Superga Nichelino
Via Superga 44, Nichelino
011.6279789 www.teatrosuperga.it
info@teatrosuperga.it
TSN WhatsApp: news e promozioni da quest’anno arrivano direttamente su WhtasApp inviando TEATRO SUPERGA ON al numero 011.6279789