CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 441

In memoria di Nino Chiovini il primo parco letterario piemontese

Il parco letterario dedicato a  Nino Chiovini – partigiano, storico e scrittore verbanese – è diventato una realtà

Fortemente voluto dall’Associazione Casa della Resistenza di Verbania-Fondotoce e dal Parco nazionale della Val Grande, è  il primo parco letterario del Piemonte e, dal punto di vista geografico, il più a nord d’Italia.  Il progetto fa parte della rete degli attuali 25 parchi letterari promossi e istituiti da Paesaggio Culturale Italiano in collaborazione con la Società Dante Alighieri e si colloca all’interno delle finalità della Carta europea del turismo sostenibile. Tra gli obiettivi del parco figura la valorizzare dei luoghi di ispirazione dell’autore e di altre figure importanti della storia culturale e scientifica del territorio della Val Grande e delle aree limitrofe attraverso la realizzazione di itinerari storico-paesaggistici, la valorizzazione della cultura sociale, antropologica e dei valori di libertà propri di quelle aree montane. La val Grande è l’area selvaggia più vasta d’Italia, una wilderness a due passi dalla civiltà, stretta tra l’entroterra del lago Maggiore e le alpi Lepontine. Un territorio dove la natura ha lentamente recuperato i suoi spazi tra boschi, corsi d’acqua, resti di una civiltà contadina in un ambiente troppo selvaggio per accogliere una vita stanziale. Una terra segnata dalla storia delle genti che l’hanno attraversata: taglialegna e cacciatori, pastori e carbonai, contrabbandieri e partigiani negli anni della Resistenza. Nei silenzi incontrastati della Val Grande si trovano le tracce che compongono il lungo racconto di una civiltà montanara composta dai luoghi e dalle genti dei paesi che circondano quest’area fra Ossola, Verbano, Val Vigezzo, Valle Intrasca e Cannobina. La dedica del parco letterario a Nino Chiovini è perfettamente in linea con questa storia che lo scrittore e partigiano ha narrato nelle sue ricerche etno-antropologiche, storico-geografiche, socio-economiche sulla Valgrande e sull’area del Verbano. I suoi libri contengono spaccati di vita reale, storia e tradizioni capaci di generare un fermento emotivo grazie all’impronta etica e civile, l’abilità nello scrivere, la capacità di intuire e comprendere i fenomeni sociali. Nino (Giovanni) Chiovini, nato ad Arizzano Inferiore (oggi Biganzolo,frazione di Verbania) nel  febbraio 1923 e scomparso prematuramente trent’anni fa, nel maggio 1991, ha lasciato un’eredità culturale importantissima.  I suoi scritti sulla civiltà rurale montana ( “Cronache di terra lepontina”, “A piedi nudi”, “Mal di Valgrande” e “Le ceneri della fatica”, uscito postumo) così come i volumi dedicati alla lotta partigiana (“I giorni della semina”, “Classe IIIa B. Cleonice Tomassetti. Vita e morte” e i due volumi pubblicati postumi “Fuori legge??” e “Piccola storia partigiana”) testimoniano il suo impegno. Il parco offrirà ai visitatori un cammino fisico e sentimentale, richiamando le parole dell’autore, consentendo ai visitatori di immergersi nella “selvaggia e quasi mitica Valle del Fiume Grande dei nostri predecessori di cinque e più secoli orsono”, in una “originale natura dominata da percettibili grandi silenzi e remoti suoni celati entro smisurati spazi” e nel contempo un cammino storico e culturale nella “Valgrande partigiana e martire in quel periodo testimone di episodi abbietti e di eventi esaltanti, di avvenimenti tanto drammatici da rasentare l’irrealtà” con la guida di un profondo conoscitore di quella terra e della sua storia come Chiovini. Al parco letterario verranno associate molte iniziative “collaterali” come laboratori, attività didattiche, performance artistiche e teatrali, mostre, momenti di socialità. Suggestioni e progetti tesi a far sì che siano i  luoghi stessi a comunicare le sensazioni che hanno ispirato l’autore, con il parco letterario a rammentarne il lascito culturale attraverso la valorizzazione dell’ambiente, della storia e delle tradizioni valgrandine.

Marco Travaglini

 

 

Umberto Tozzi a Stupinigi Sonic Park

Cortile d’Onore, Palazzina di Caccia Stupinigi Lunedì 5 luglio, ore 21

 

Per la prima volta nella sua carriera, Umberto Tozzi propone uno speciale concerto interamente acustico “Songs” con i suoi più grandi successi e alcune canzoni mai eseguite dal vivo, chicche del suo repertorio recuperate per l’occasione, a cui verrà data una nuova, emozionante, veste acustica.

«Sono felicissimo! La riapertura dei concerti e dei luoghi di cultura in genere vuol dire finalmente ridare ossigeno a tutti gli operatori dello spettacolo che per questo lunghissimo periodo hanno sofferto in silenzio, dimenticati e senza nessun sostegno economico. Sembra un sogno poter immaginare di risalire su un palco e incontrare di nuovo le persone che saranno lì per assistere ad un tuo concerto. Mi auguro che sia per me che per i miei colleghi possa essere l’inizio di un ritorno al più presto alla normalità e la fine di un lunghissimo incubo».

Stupinigi Sonic Park è promosso da Città di Nichelino e Sistema Cultura in collaborazione con Fondazione Ordine Mauriziano e il patrocinio di Regione Piemonte. Una produzione Reverse AgencyHR Partner: Lavoropiù.

Quest’anno, inoltre, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro taglia il traguardo dei suoi 35 anni di attività e sarà charity partner di Stupinigi Sonic Park. Una significativa collaborazione con una delle realtà più importanti del nostro territorio, la quale da molti anni offre un contributo significativo alla sconfitta del cancro.

In allegato: comunicato stampa

Le foto a questo link: https://bit.ly/2UUfR9y

Lunedì 5 luglio, ore 21

Umberto Tozzi, Songs

Biglietti da 35 a 65 euro

I biglietti sono in vendita su Ticketone (www.ticketone.it)

Info

Cortile d’Onore, Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Nichelino

stupinigisonicpark.com

info@stupinigisonicpark.com

FB: StupinigiSonicPark

IG: stupinigisonicpark

#SonicPark2021#RitornoAllaMusica

Moncalieri, un videomapping sull’antico palazzo comunale

Per un intero mese Moncalieri si racconta con un videomapping sull’antico palazzo comunale e i tour guidati nel centro storico, affiancati dagli eventi live dal buskercase, i dj set dal balcone, gli spettacoli di stand up comedy in piazza.

Con un vero e proprio show – uno spettacolo di videomapping sull’antico palazzo comunale che racconta la storia della città – affiancato da live, dj set, esibizioni di stand up comedy e tour guidati, il centro storico di Moncalieri si trasforma in un palcoscenico di musica, cultura e divertimento.  Da giovedì 1 luglio e, a seguire, tutti i giovedì, venerdì e sabato del mese, alle 22, 22,30 e 23, sarà proiettato sulla facciata del palazzo del Comune in piazza Vittorio Emanuele II, uno spettacolo di videomapping della durata di 5 minuti che racconta la storia della città combinando immagini del passato e tecnologia in uno show di realtà aumentata ed effetti speciali incantatori.  Innovativo è anche il palcoscenico che ospiterà i live dei giovani artisti emergenti della scena moncalierese. Si tratta del BuskerCase, un originale palco mobile che rivoluziona le performance artistiche all’aperto: la struttura modulare è infatti una scenografia acustica, trasportabile, temporanea, autoportante e personalizzabile che diventa un vero e proprio elemento di arredo urbano. I live sono in programma da giovedì 1 luglio e, a seguire, tutti i mercoledì e giovedì del mese. Dai live sul palcoscenico mobile ai dj set sul balcone: tutti i venerdì, a partire dal 2 luglio, selezione musicale a cura di Massive Wave web radio dal balcone del palazzo comunale. In piazza Vittorio Emanuele II sono in programma invece tutti i sabati, a partire dal 3 luglio, gli spettacoli di stand up comedy. I tour “Moncalieri sotto le stelle” alla scoperta del centro storico, a cura di Amici del Real Castello, si muoveranno infine per la città tutti i giovedì, venerdì e sabato, a partire dal 1 luglio.

Gli appuntamenti sono gratuiti. Giovedì 1 luglio è in programma la serata inaugurale dalle ore 19. Venerdì 2 e sabato 3, l’anteprima degli appuntamenti che continueranno per tutto il mese di luglio.

i giardini della Venaria si animano con “Metamorfosi”

Da venerdì 2 luglio alla Reggia di Venaria prende avvio Metamorfosi, la rassegna di spettacoli serali che animerà per un mese i Giardini e gli spazi esterni della Venaria Reale con concerti, performance di danza ed esibizioni teatrali.

Il programma della prima settimana

Dal 2 al 8 luglio

 

Venerdì 2 luglio 

  • Soirée de la fin du siècle, concerto di musica classica – Cascina Medici del Vascello, ore 18.30
  • Sinfonia H2O, performance di danza, suono e parole – Giardino delle Rose, ore 19.15
  • Ovidio e altre storie. Il Castello di Narciso, Sonia Bergamasco ed Emanuele Arciuli, spettacolo teatrale – Resti del Tempio di Diana, ore 20.00


Sabato 3 luglio

  • Il Tango da Gardel a Piazzolla, concerto – Cascina Medici del Vascello, ore 18.30
  • Sinfonia H2O, performance di danza, suono e parole – Giardino delle Rose, ore 19.15
  • Ovidio e altre storie. Il Castello di Narciso, Sonia Bergamasco / Emanuele Arciuli, spettacolo teatrale – Resti del Tempio di Diana, ore 20.00


Martedì 6 luglio

  • Maxime Pascal con Filarmonica TRT, Il Sogno, concerto di musica sinfonica – Cortile delle Carrozze, ore 21.30


Giovedì 8 luglio 

  • Boys don’t cry, spettacolo di danza, compagnia Hervé Koubi e Fayçal Hamlat – Cortile delle Carrozze, ore 21.30

Foto Mario Alesina

“LiberAzioni – le arti dentro e fuori”

Al via, al “Cinema Massimo” di Torino, il Concorso Cinematografico Nazionale Giovedì 1 luglio

Il primo ciak è al “Cinema Massimo” Sala 2, giovedì 1 luglio, alle ore 21,15. Nella sala cinematografica di via Verdi 18 a Torino, si dà infatti ufficialmente il via alle iscrizioni per partecipare alla terza edizione del Concorso Cinematografico Nazionale “LiberAzioni – le arti dentro e fuori”, primo passo di avvicinamento al Festival “LiberAzioni” che si svolgerà in autunno, a cura dell’“Associazione Museo Nazionale del Cinema”, “Antigone Piemonte”, “Cooperativa Etabeta” e “Lacumbia Film”, con il sostegno di “Fondazione CRT” e “Nova Coop” e in collaborazione con l’Ufficio della “Garante dei diritti delle persone private della libertà personale” del Comune di Torino.

Il lancio del concorso è accompagnato dall’anteprima regionale del film “Cattività” di Bruno Oliviero (2020, 80’) che racconta l’esperienza unica del teatro in carcere per un gruppo di detenute della sezione femminile della casa circondariale di Vigevano, sottoposte a un regime di “alta sicurezza”: otto donne segnate da esperienze estremamente dure e faticose con le quali lavora da diversi anni, con grande rigore e umanità, il regista teatrale Mimmo Sorrentino che sarà in sala insieme ad Oliviero a presentare il film. A moderare l’incontro sarà Valentina Noya, progettista dell “Associazione Museo Nazionale del Cinema” e direttrice del festival “LiberAzioni”, che sottolinea: “Il progetto ‘LiberAzioni – festival delle arti dentro e fuori’ è nato con l’intento di sollecitare e promuovere la creatività attorno al tema del carcere e della pena e in particolare creare, attraverso laboratori a beneficio delle detenute e dei detenuti del carcere di Torino, eventi culturali, opportunità di incontro, conoscenza e scambio tra chi in carcere vive e il territorio che il carcere ospita. Il progetto si svolge a Torino, ma ha un respiro nazionale e si articola in due concorsi, di cinema e scrittura, quest’ultimo esclusivamente destinato a detenuti delle carceri d’Italia, che avranno la propria restituzione tra fine settembre e la prima metà di ottobre. A livello locale, nel quartiere ‘Le Vallette’ di Torino, abbiamo portato avanti i laboratori artistici esterni e interni al carcere ‘Lorusso e Cutugno’, fino al sopraggiungere della prima ondata pandemica: da allora non essendo stato più possibile avere accesso in carcere, abbiamo convertito le nostre forze in una campagna di raccolta fondi dal marzo del 2020 per aiutare i detenuti in uscita senza casa e senza un supporto relazionale o familiare.” “Il senso del film-documentario ‘Cattività’ – dichiara il regista Bruno Oliviero – si sviluppa seguendo, all’interno delle giornate di uscita che hanno vissuto le detenute grazie allo spettacolo sulla loro infanzia, i dettagli del modo in cui reagiscono di volta in volta a queste ‘giornate particolari’. I loro stupori per l’accoglienza che ricevono, i loro modi per difendersi dalle troppe emozioni, le loro durezze, il rapporto che cresce ad ogni uscita con le loro guardie, il loro essere quasi stordite dal rapporto che instaurano con il pubblico o con le persone che vogliono imparare da loro come fare teatro. La regia è il risultato della scelta di filmare nella loro interezza e lunghezza proprio quelle ‘giornate particolari’ non filmando solo lo spettacolo ma ciò che accade nelle pause, negli interstizi degli messe in scena e delle incombenze carcerarie. Momenti nei quali si registra, man mano che il film va avanti, qualcosa di sempre più doloroso mentre i loro occhi scoprono l’enormità della normalità del mondo fuori”.
Il bando di concorso rimarrà aperto fino al 31 agosto 2021.

Per maggiori informazioni:
liberazioni.torino@gmail.com – https://it-it.facebook.com/liberazionifestival/
https://www.instagram.com/liberazionifestival/

g. m.

Nelle foto
– Mimmo Sorrentino e le detenute del progetto teatrale
– “Cattività”: prove dello spettacolo teatrale

La crisi dei cinema torinesi: 48 ore per ritrovarci tutti in sala, guardando al futuro

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Solitamente è guerra, più o meno accanita, più o meno bonaria, ad accaparrarsi un titolo, a scommettere su una tenitura, a ospitare in casa propria questo o quell’attore che abbia voglia, e interesse, a salire a Torino.

L’altro giorno, nella lunga sala del Centrale, seduti alla rinfusa nelle rosse poltrone dove da troppo tempo si accomodano in pochi, succedeva una cosa più o meno strana, anzi strana davvero, un gruppo di esercenti cinematografici torinesi a ritrovarsi (sorrisi alla mano, dopo più o meno un mesetto di preparativi) a discutere di un problema che suona come la loro idea di sopravvivenza.

Idea generale in Italia – quella della sopravvivenza -, ma idea – quella della riunione – unica in Italia tanto che già in più parti del mondo dorato del cinema che più tanto dorato non è si parla di “caso Torino”. Approcci, telefonate, incontri, riunioni per trovare un punto d’equilibrio comune, un’area su cui confrontarsi una volta deposte le armi e riunirsi a coorte per tamponare le falle, anzi per tentare di dare una solenne spallata al nemico comune. Le piattaforme e i colossi della vecchia celluloide. Ma che è successo, insomma?

È successo che, liberatici un tantinello della pandemia, il 26 aprile scorso i cinema – non tutti, per carità – hanno riaperto i battenti ma le risse per entrare non si sono viste (benché il numero degli spettatori abbia superato la media precedente al covid: oggi ci aggiriamo amaramente attorno alla ventina di spettatori a spettacolo) e la riapertura non ha coinciso con una corroborante affluenza. È in bilico la cultura – sempre che in alto qualcuno abbia compreso che il cinema, un certo cinema, è cultura e come tale voglia trattarlo, è in bilico un’economia, i posti di lavoro che sempre qualcuno sbandiera a gran voce, la voglia di ritrovarsi al di là della schiavitù della poltrona di casa e delle piattaforme. Ecco il vero nemico. Che si è visto fin da subito, dal momento che alla riapertura si giocava con il riciclo delle stesse, proponendo in parte titoli che già s’erano visti sullo schermo di casa – per altri è mancato persino il coraggio di un riciclo, vedi il caso Verdone -, si combatteva contro il vizio di scaricare pellicole, certo alimentato dal lungo periodo di solitudini che abbiamo attraversato, dall’uso dei telefonini formato bonsai. Non siamo certo ad un punto di non ritorno,  ma qualcuno si chiedeva nella chiacchierata di un paio di giorni fa sino a quando sopravviverà la “comune” sala cinematografica, antica, confortevole, accogliente. Gaetano Renda del Centrale elencava tra l’altro, in un rincorrersi di toni ora battaglieri ora con una percepibile buona dose di disperazione, le ammodernature che negli anni sono state fatte ma che a poco sono servite.

Con lui, con la parola d’ordine “Riproviamoci!”, i responsabili dell’Ambrosio, del Massaua, del Massimo e del Romano (il Classico e il Greenwich si sono fatti vivi?). Il mesetto di preparativi ha partorito le “Notti bianche del Cinema”, appuntamento dal 2 al 4 luglio, ovvero 48 ore (ricordate? anche loro si sono dati dei tempi precisi, come Nick Nolte a riportare in cella Eddie Murphy) di film non-stop (o quasi), nell’intento di creare per un fine settimana – ma non è detto che l’iniziativa non sia ripetuta -, a mo’ di un ombrello riparatore, un ideale, auspicabile schermo che riconduca nelle sale lo spettatore svogliato o disattento. Interessati i papaveri cittadini? La politica, locale e no, difetta, è latente, non aiuta in maniera tangibile (come quella d’oltralpe, ad esempio, viene ripetuto più di una volta); se si pensa che il progetto “è realizzato in collaborazione con” l’Aiace di Torino, ANEC, Museo del Cinema, Film Commission e Glocal Film Festival, Seeyousound Internazional Music Film Festival e TOHorror Fantastic Film Fest e UECI-Piemonte rientrando nella grande iniziativa nazionale organizzata da “Alice nelle Città”, mi pare che la partecipazione e la sostenibilità non siano poi così profondi. Aggiunge Renda: “Ognuno di noi si paga i propri film, il costo della sala e dei dipendenti”. Chi fa per sé. Gli altri stanno più o meno a guardare. Ma anche all’interno di questi carbonari del nuovo millennio non mi sembra di poter cogliere un’anima strenuamente compatta pronta a svenarsi per raggiungere lo scopo. Se guardo al programma, la carretta la tirano Ambrosio, Massimo e Centrale, il Romano (lungi dallo scomodare i confratelli Eliseo e Nazionale) programma sabato 3 luglio alle ore 21 unicamente “Manuale di storie del cinema” di D’Antuono e Ugioli, 97’ di documentario in collaborazione con Piemonte Movie, mentre il Massaua, ancora sabato, con partenza alle 20,45 (“School of mafia”, presenza in sala del regista Alessandro Pondi, a seguire in anteprima nazionale “Penguin Bloom”, paralisi e resurrezione postdepressiva da parte di Naomi Watts, diretto da Glendyn Ivin, ingressi euro 8,00 ridotti Aiace euro 4,00) e scavalcando di parecchio la mezzanotte, ingressi euro 2,00, allinea un paio di titoli del vecchio buon Dario Argento alle origini, con le paure di sempre, e altri titoli già in programmazione nelle sue sale da un paio di settimane.

Un’occasione per rivedere all’Ambrosio “La notte” di Antonioni (1961) e “Le notti bianche” di Visconti (1957), “La notte dei morti viventi” di George Romero (1968) e un omaggio con tre titoli a Susanna Nichiarelli (fresca di tre David di Donatello per il non trascinante “Miss Marx”, uno dei quali per il miglior compositore a Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo: il gruppo presenterà il film domenica 4 luglio alle 21,00). Il Centrale nella tre giorni passa da “Edoné – La sindrome di Eva” a “”Un colpo all’italiana” di Collinson, da “Torino violenta” di Carlo Ausino a “Quadrophenia” di Roddam, da “Frankenstein junior” capolavoro di Mel Brooks al “Processo ai Chicago 7” firmato da Aaron Sorkin. Mentre il Massimo si affida tra gli altri a “Disco Ruin – 40 anni di club culture italiana” di Lisa Bozi e Francesca Zerbetto, alla “Casa rosa” di Francesco Catarinolo e ad un omaggio al sottovalutato Lucio Fulci. “È necessario rivedere le nostre scelte, ci vogliono nuove regole” suona l’augurio o l’imperativo di Ambra Troiano dell’Ambrosio: ma se poi continua “abbiamo ricevuti aiuti da parte dello Stato e molte sale hanno potuto riaprire”, Renda ha qualche dubbio e tentenna la testa, in attesa del futuro. Intanto lui stesso tiene sbarrate le sale dei Fratelli Marx e dei Due Giardini, il Reposi ha le serrande giù come l’Ideal dove Luigi Boggio preferisce scommettere in positivo ricavando una settima sala.

 

Elio Rabbione

 

Tra i titoli proposti nella maratona di “48 ore”, nelle immagini, “La notte”, “Frankenstein junior” , “Miss Marx” e “La notte dei morti viventi”

Il Cinema e lo sviluppo turistico e culturale

Il legame tra cinema turismo e cultura, è da intendere  come “tutte le possibili forme di turismo e cultura, incentivate in qualche maniera dalla visione di pellicole cinematografiche”.

 

È noto agli studiosi del settore come le produzioni cinematografiche influenzino la scelta d’acquisto e di consumo del prodotto turistico.

Da Sx Mayra Pietrocola, Paolo Sassanelli, Emanuele di Palma, Simonetta Dellomonaco, Antonio Stornaiolo

La voglia di visitare i luoghi in cui sono state girate pellicole di successo risulta essere più forte di qualsiasi altro strumento promozionale.

Pertanto ospitare una produzione cinematografica è un’occasione unica, che può avere sul territorio un impatto socio-economico sconvolgente, non solo in termini di aumento dei flussi turistici ma, anche, di uno sviluppo più generale del territorio. Il cinema è anche strumento di aggregazione e formazione dei giovani e di nuove professionalità.

 

Bisogna quindi rilanciare il settore soprattutto nelle zone in cui i cinema e le strutture culturali sono limitati e aiutare gli operatori a sollevarsi delle conseguenze della crisi postCovid 19 che ha cambiato radicalmente l’esperienza di andare al cinema.

 

I risultati e le attività svolte sui temi della sostenibilità dello sviluppo culturale, sociale, e ambientale, sono stati  presentati a Taranto nel Bilancio Sociale 2020 della Banca BCC  San Marzano,  nell’incontro dal titolo “Cinema e Sostenibilità, un nuovo modello di sviluppo” con la cultura e il cinema protagonisti.

 

È stato un momento di confronto sull’importanza di unire la funzione economica alla responsabilità sociale, con l’obiettivo di creare e distribuire valore sul territorio, puntando ad un nuovo modello di sviluppo realmente sostenibile, in cui la cultura, il cinema, l’ambiente, l’etica, l’educazione finanziaria abbiano il giusto spazio.

 

“La mission della BCC San Marzano – ha spiegato il presidente Emanuele di Palma – è creare valore sostenibile nel tempo e ripartirlo in modo continuativo tra i nostri portatori di interessi, contribuendo alla crescita di soci, clienti, collaboratori e allo sviluppo del territorio”.

 

Non è un caso che l’istituto di credito pugliese abbia scelto di investire nella produzione del primo film di Ronn Moss “Viaggio a Sorpresa”. Il progetto, diretto dal regista milanese Roberto Baeli, in uscita nella primavera del 2021 e già annunciato nella prossima Mostra del Cinema di Venezia, ha vocazione internazionale. Prodotto da DevRonn Enterprises di Los Angeles di Ronn Moss e Bros Group Italia di Tiziano Cavaliere, insieme alla BCC San Marzano e ai coproduttori Giovanna Arnoldi, Mirella Rocca e Domenico Barbano, può contare su due star di fama mondiale come Ronn Moss e Lino Banfi protagonisti in un cast di attori di rilievo tra cui Paolo Sassanelli, Totò Onnis, Fabio CursioGiacobbe, Mayra Pietrocola e Pietro Genuardi.

 

Il tema grafico utilizzato per il bilancio sociale 2020 della Banca si è ispirato al mondo del cinema al fine di valorizzare l’impegno che la Banca ha garantito negli anni a sostegno dell’industria cinematografica. BCC è stata la prima banca in Italia ad aver utilizzato il tax credit).

 

A questo proposito la presidente di Apulia Film Commission, Simonetta Dellomonaco ha sottolineato quanto “le ricadute e gli impatti economici che il cinema determina sul territorio sono notevoli e misurabili. Si parla di impatti diretti e indiretti, ma sono quelli indiretti che sollecitano il maggior interesse. Essi, infatti, hanno una trasversalità tale da allargare significativamente la filiera turistica e l’industria creativa nel territorio. Eventi come questo sono fondamentali per portarli alla luce. La sostenibilità non riguarda solo la tutela dell’ambiente ma anche la capacità di fare rete, investire nelle relazioni in una logica di sistema”.

 

L’attore Paolo Sassanelli, regista del film “Due piccoli italiani” che ha visto l’intervento della BCC San Marzano nel 2018 ma anche tra i protagonisti del film di Ronn Moss e Lino Banfi, “Viaggio a Sorpesa”, co-prodotto dalla Banca nel 2020, ha evidenziato “l’importanza del sostegno che le banche devono continuare a dare al mondo del cinema e ai progetti cinematografici. È auspicabile che si vada oltre la partecipazione economica (tax credit, sponsorizzazione, co-produzione) credendo, sposando il progetto fino in fondo anche rischiando. Rischiare significa credere in un progetto, in un’idea, nella voglia di raccontare una storia e sposarne il senso”.

Sulla necessità di fare rete e beneficiare di un supporto anche del mondo bancario è intervenuta Mayra Pietrocola, attrice pugliese emergente che ha debuttato nel film “Viaggio a Sopresa” con Ronn Moss e Lino Banfi.

Così si è espressa:“In un momento storico particolare come quello che stiamo attraversando, è fondamentale che ci siano banche come BCC San Marzano a sostenere progetti cinematografici italiani che puntino ad un pubblico internazionale dando una grandissima possibilità a giovani attori che come me stanno muovendo i loro primi passi importanti nel mondo del cinema. E credo sia anche molto importante sostenere la formazione di giovani talenti qui in Puglia. Ora più che mai, abbiamo bisogno di sognare e far sognare”.

 

Ma la sostenibilità per BCC San Marzano non è solo cinema ma anche Cultura ed Educazione Finanziaria soprattutto nelle scuole. A questo proposito la Banca ha aderito alla Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio dell’ABI che ha costituito la Feduf.

 

La “Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio” (Feduf), senza scopo di lucro, persegue scopi di utilità sociale promuovendo l’Educazione Finanziaria, nel più ampio concetto di Educazione alla Cittadinanza Economica consapevole e attiva, per sviluppare e diffondere la conoscenza finanziaria ed economica, utilizzando linguaggi e tecniche tratte anche dal cinema.

 

Lo hanno confermato il direttore generale Giovanna Boggio Robutti  e Valentina Panna nel presentare la mission di Feduf che “da anni si occupa di progettare e realizzare iniziative, strumenti, eventi e programmi di educazione finanziaria seguendo un approccio valoriale e divulgativo. Diversi i linguaggi e le tecniche che utilizziamo, traendo anche dal teatro e dal cinema come ad esempio nei format delle conferenze spettacolo e di cinefinanza, che si avvalgono della partecipazione di divulgatori specializzati, o nella rubrica ‘Lo hai visto’ del nostro sito. Le modalità con cui parliamo di questi argomenti intende avvicinare bambini, giovani e adulti a temi ritenuti lontani, noiosi e difficili. Per far questo usciamo dai tecnicismi e attuiamo una vera e propria mediazione culturale pur mantenendo alta l’attenzione a fornire contenuti di qualità”.

Vito Piepoli

 

 

Marco Masini di scena a Stupinigi Sonic Park

Cortile d’Onore, Palazzina di Caccia Stupinigi Mercoledì 30 giugno, ore 21 

MARCO MASINI

ElettroAcustico 2021

STUPINIGI SONIC PARK

 

Parte dallo scenografico Cortile d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi (Nichelino) per Stupinigi Sonic Park il tour di Marco Masini “ElettroAcustico 2021”. Sul palco, mercoledì 30 giugno, con l’artista, Massimiliano Agati (percussioni), Cesare Chiodo (basso e chitarra), Lapo Consortini (chitarra acustica).

«Quanto ci siete mancati… chissà come abbiamo fatto a stare per più di un anno senza di voi – commenta Marco Masini -. È stato come rinchiuderci in prigione, è stato qualcosa di forte, ci è mancato ogni vostro respiro, ogni vostro grido. La condivisione è ciò che noi amiamo di più, la possibilità di condividere l’emozione che abbiamo sempre provato con voi. Finalmente ci hanno dato la possibilità di ricominciare piano piano, con un piccolo step. Ho da subito aderito per portare in giro uno spettacolo finalmente non da solo ma con alcuni dei miei musicisti, Massimiliano Agati, Cesare Chiodo e Lapo Consortini, per fare una prova di riavvicinamento, per riassaporare il gusto di stare insieme che solo l’estate ci può regalare».

Foto Luca Brunetti

L’incredibile sound del Corno d’Africa (1969-1991) per CreativAfrica, festival di cultura africana

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“Somali Disco Fever” Giovedì 1 luglio Bunker, via Niccolò Paganini 0/200, Torino

“Somali Disco Fever” è l’inedito spettacolo del musicteller Federico Sacchi. Un vero e proprio documentario dal vivo che fonde storytelling, musica, teatro e video che farà il suo debutto nazionale giovedì 1 luglio, nel giorno dell’Indipendenza della Somalia, al Bunker di Torino, per il festival CreativAfrica.

Quella della musica somala è una storia incredibile. La musica prodotto in Somalia tra gli anni ’70 e i primi anni ’90 rappresenta infatti una magnifica anomalia. Una commistione di sintetizzatori celestiali, chitarre e bassi funkeggianti, ritmiche in levare vecchie di secoli e voci bollywoodiane senza paragoni. Una musica che prende forma e si sviluppa sotto una dittatura che inizialmente aveva deciso di creare un’identità nazionale puntando tutto sull’alfabetizzazione, la promozione delle arti e l’emancipazione delle donne (le vere protagoniste di questa storia).

Musica come strumento di decolonizzazione dello spirito e della cultura di un paese.
Un patrimonio dell’umanità giunto a noi grazie all’azione eroica della popolazione che sotterrò migliaia di nastri e cassette per salvarli dal fuoco amico di una guerra civile che ha dilaniato il paese per più di vent’anni. Un patrimonio raccolto e conservato negli archivi di radio Hargeisa e divulgato negli ultimi anni grazie all’azione di due visionari discografici/musicologi.

Ore 19

Opening: aperitivo afro-fusion a cura di Jigeenyi con djset DJ’MBO from GAMBIA

Ore 21,30

Spettacolo di Federico Sacchi

Somali Disco Fever – L’incredibile sound del Corno d’Africa (1969-1991)

Il biglietto include Live Set + Spettacolo + tessera ARCI 2021

15 euro (+ diritti di prevendita)

Biglietti in vendita qui: https://tinyurl.com/federico-sacchi

FEDERICO SACCHI, MUSICTELLER

Autore, regista e interprete dalle performance originali. “Le esperienze d’ascolto” sono veri e propri documentari dal vivo che fondono storytelling, musica, teatro e video, in cui Federico Sacchi racconta artisti che il grande pubblico ha dimenticato o mistificato. Tra i suoi lavori: Talk Talk Before the Silence; Gli anni perduti di Nino Ferrer; Inspired by the King – La colonna sonora del sogno di Martin Luther King; Watch Without prejudice vol. 1 – Un videotributo a George Michael.

Ha collaborato con Teatro Stabile Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Torino Film Festival, Circolo dei Lettori e L’Indice dei Libri del Mese. MonfortinJazz Festival, Jazz:Re:Found Festival, Lovers Film Festival, SeeYouSound Music Film Festival.

 The Flashback Special Project Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto

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Flashback, l’arte è tutta contemporanea 

 

 

Mariapaola Infuso ***topia (2021)

 

Inaugurazione mercoledì 30 giugno, alle ore 18.30
piazza Bottesini, Torino
e in diretta Facebook (@flashbackfair)

 

 

 

Mercoledì 30 giugno alle ore 18.30 si inaugura in piazza Bottesini a Torino e in diretta Facebook – @flashbackfair – il terzo manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, progetto ideato da Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro e sostenuto dalla fiera d’arte Flashback, con l’opera ***topia di Mariapaola Infuso (2021).

Dopo la tavola imbandita del progetto senzazioni di Emanuela Barilozzi Caruso e la fila davanti al Multicinema Modernissimo di Napoli fotografata da Erika Nevia Cervo in Utile, questo nuovo racconto in presa diretta – tutto al femminile – del progetto Opera Viva Barriera di Milano prosegue con la sua terza puntata, il manifesto ideato da Mariapaola Infuso.

In questa opera l’artista immagina il cartellone pubblicitario di Piazza Bottesini come una sorta di schermo, su cui è installata un’immagine che a sua volta funziona come un punto di incontro e di fusione. ***topia, infatti, si inserisce sul doppio livello analogico e digitale: al centro del grande rettangolo che sembra un’opera astratta, e che è ottenuto attraverso un collage di immagini digitali del quartiere, è sovrapposta una pellicola che riflette la realtà della rotonda. Oggetto dell’opera è insomma un doppio registro di percezione di Barriera di Milano, secondo un percorso e una riflessione che l’autrice stessa spiega così“***topia è uno spazio connesso a tutti gli altri spazi, un luogo aperto su altri luoghi, la cui funzione è di mettere in relazione gli ambienti e le persone. Un luogo reale dove è permesso riflettersi e concedersi una sosta, una pausa. Una finestra sul quartiere che richiama la partecipazione dell’osservatore alla relazione con l’opera. ***topia è circoscritto da uno specchio che riflette la città, il quartiere, l’osservatore. Uno specchio dove guardarsi, dove guardare, osservare con occhi diversi la realtà. Un luogo per la consapevolezza, per la riflessione e la messa in discussione del mondo d’oggi, della società contemporanea afflitta da un momento storico difficile. Uno spazio esterno ai soliti perimetri del nostro contemporaneo, fuori dalle case e fuori dai musei; per la strada dove tutto accade alla luce del sole”.

Nella teoria della pratica della pop art di Andy Warhol, per esempio, la natura intima della reflection sta non solo nel rispecchiare noi stessi, la nostra identità (in modo da conoscerla e riconoscerla) ma nel rispecchiare la realtà in noi stessi, in modo da riconoscere la realtà stessa e la sua verità: “I’ll be your mirror / Reflect what you are, in case you don’t know /  I’ll be the wind, the rain and the sunset / The light on your door to show that you’re home / When you think the night has seen your mind / That inside you’re twisted and unkind / Let me stand to show that you are blind / Please put down your hands / ‘Cause I see you” (Velvet Underground, I’ll Be Your Mirror, 1967).

 

‘Per strada dove tutto accade alla luce del sole’: questa frase di Mariapaola Infuso potrebbe quasi essere uno slogan di tutto il progetto Opera Viva Barriera di Milano – commentano Alessandro Bulgini e Christian Caliandro –, che da sei edizioni si basa proprio sull’idea di un’arte che fuoriesce dagli spazi espositivi tradizionali e istituzionali, e che si inoltra nello spazio urbano e nel tessuto del mondo.

 

Nata nel settembre del 1995 a Torino, Mariapaola Infuso frequenta il corso di studi in Nuove Tecnologie dell’Arte presso l’Accademia Ligustica di Genova. Il suo metodo espressivo è multidisciplinare e stratificato: fotografia, installazione, video e animazione, ma anche cura per la materia e lo spazio sono la base della sua ricerca artistica. Analizza la flessibilità del medium fotografico per avvicinarsi al mezzo da una grande varietà di angolazioni possibili; scomponendo e riassemblando l’immagine come fosse materia viva. Il lavoro che persegue è quello di investigazione sui lati più fragili e umani della società attuale.