CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 435

La nuova vita della nave che sparò i primi colpi della Grande Guerra

E’ diventata un museo la Bodrog ( ora Sava), nave militare di costruzione austro-ungarica che sparò i primi colpi contro le difese serbe nei pressi di Belgrado il 28 luglio 1914, nel corso della prima notte della Grande guerra.

La cannoniera ha una storia lunga e avventurosa. Costruita nei cantieri magiari  nel 1903 e consegnata un anno dopo a Vienna, era un “monitore” – una nave corazzata adatta ad operare lungo i fiumi –  e faceva parte della temibile flottiglia imperiale del Danubio. La Bodrog  fu l’ultima nave, nelle fasi finali della guerra, a ritirarsi verso Budapest ma si arenò su un banco di sabbia a valle della “città bianca”  e, caduta nelle mani dei serbi, venne rinominata Sava, prestando servizio nel nuovo Regno di Jugoslavia. Nel 1941, dopo l’invasione tedesca della “terra degli slavi del sud”, catturata una seconda volta, venne consegnata agli ustascia croati di Ante Pavelić .Terminato il secondo conflitto mondiale servì la Jugoslavia socialista di Tito prima di essere messa a riposo nei primi anni ‘60. Due guerre, un lungo servizio sotto quattro bandiere e poi un lungo oblio, abbandonata e dimenticata. Il relitto della nave, nei giorni del centenario dell’attentato di Sarajevo e dell’inizio di quella che il Papa Benedetto XV definì “l’inutile strage”, giaceva sul Danubio, arenato nella penisola di Ada Huja all’estrema periferia di Belgrado. La cannoniera, lunga sessanta metri e dotata di due motori da 700 cavalli, armata con due cannoni da 120, se ne stava lì ad arrugginire e pareva che nessuno fosse interessato a recuperarla. Una parte dell’opinione pubblica si mobilitò denunciando lo stato disastroso del natante e la cannoniera che nel 1914 batteva bandiera austro-ungarica, dopo un lungo restauro reso possibile dall’intervento della Repubblica di Serbia, è tornata a Belgrado. Oggi è ormeggiata sulle sponde della Sava, in una piccola base della marina militare fluviale. La nave, ribattezzata con il nome di uno dei maggiori affluenti del Danubio (con il quale si congiunge proprio a Belgrado) è tornata all’antica forma, almeno esteriormente: tutta dipinta di bianco con i due cannoncini, la torretta con il timone, il fumaiolo e il nome jugoslavo sulla fiancata. A quasi 120 anni dal varo è stata  trasformata in un museo galleggiante e attende ora i turisti e i curiosi per farsi ammirare e raccontare gli eventi che l’hanno resa famosa.

Marco Travaglini

La Cittadella di Alessandria invasa da piante e rifiuti

Chissà se il cosiddetto “Quarto potere” avrà la forza necessaria per cambiare lo stato delle cose e recuperare come dovrebbe essere fatto uno dei gioielli d’architettura militare più preziosi d’Italia, la Cittadella di Alessandria del Settecento che sta lentamente morendo e scomparendo nell’indifferenza generale.

Per adesso ci vuole davvero un machete per farsi strada nella giungla di piante infestanti che hanno aggredito e coperto in gran parte il forte alessandrino. Nei giorni scorsi sulle colonne del “Corriere della Sera” Gian Antonio Stella scriveva: “Che vergogna, c’è da arrossire davanti alle discariche di immondizia tra i ruderi degli edifici crollati. Alle vagonate di amianto, frigoriferi scassati e rifiuti velenosi abbandonati in un capannone in disuso dalla saracinesca sventrata. Ai resti di libri bruciati buttati qua e là. Alle tegole schiantatesi a terra, alle muraglie di vegetazione dietro le quali puoi solo intuire l’esistenza dei bellissimi bastioni settecenteschi. Agli alberelli che spuntano tra i comignoli. Agli alberi che si sono ingoiati i tetti facendoli crollare..”. Attualmente la Cittadella è affidata al Comune di Alessandria. Da una decina di anni i volontari del Fondo Ambiente Italiano (Fai) se ne prendono cura ma il denaro non basta e nessun ente, nessuna amministrazione sembra disposta a investire del denaro per salvarla. Intanto l’ailanto o albero del Paradiso ne approfitta, la pianta di origine cinese che può raggiungere i 30 metri di altezza, terribilmente infestante, si allunga con estrema rapidità sulle facciate e sui tetti e sta occupando poco alla volta la Cittadella. Nel 1994 la fortificazione, progettata dall’architetto Ignazio Bertola, fatta costruire da Vittorio Amedeo II a partire dal 1728 e considerata un capolavoro di arte militare unico nel suo genere con mura e fossati a forma di stella a sei punte, fu invasa dalle acque del Tanaro durante quella terribile alluvione. Venne abbandonata e oggi è in condizioni pessime per l’assenza di manutenzione. Secondo gli storici la Cittadella è stata nel Settecento uno dei più importanti monumenti europei nell’ambito delle fortezze militari e ancora oggi è un colpo d’occhio notevole per chi la guarda da lontano. Imponente, grandiosa e padrona del territorio circostante, ben lontana da case, cascine e palazzi che almeno in parte la nasconderebbero. Il 10 marzo 1821, in cima ai bastioni della Cittadella, venne innalzata la bandiera tricolore per la prima volta nella storia d’Italia e da qui partirono i primi moti rivoluzionari.
Filippo Re

Le “notti magiche” all’“Open Factory” di Nichelino

“We are open” Con teatro, cabaret e calcio europeo. Da giovedì 17 giugno a sabato 31 luglio. Nichelino (Torino)

Quattordici gli appuntamenti live, articolati in due filoni: “Culture” e “Comedy”. E inoltre la possibilità di guardare su grande schermo (gratuitamente, con prenotazione obbligatoria) tutte le partite dell’Italia al Campionato Europeo di Calcio. Questo è “We are open”, in scena all’“Open Factory” (via del Castello, 15) di Nichelino, da giovedì 17 giugno a sabato 31 luglio. Organizzato da “Reverse Agency” ( in collaborazione con “Piemonte dal Vivo”, “Torino Comedy Lounge”, “Teatro Superga”) e promosso da Città di Nichelino e Sistema Cultura, con il sostegno di “Compagnia di San Paolo”, la rassegna porterà sul palco il teatro in tutte le sue forme, fra commedia, teatro d’autore, tragedie rivisitate, cabaret e circo contemporaneo. Ad inaugurare la programmazione “Culture”, sarà Giacomo Poretti– del celebre trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo – che presenterà, giovedì 17 giugno, “Chiedimi se sono di turno”: un monologo introspettivo ed ironico che attinge alla sua esperienza personale di ex infermiere all’ospedale di Legnano. La programmazione prosegue con gli spettacoli sospesi, causa Covid, della stagione 2020-2021 del “Teatro Superga”. Giovedì 24 giugno, sarà la volta di Corrado d’Elia, attore, regista e drammaturgo, considerato una delle figure più complete dell’attuale panorama teatrale italiano. In occasione del settecentenario dalla morte di Dante Alighieri, d’Elia riporta sul palco un suo grande successo “Dante. Inferno”, lo spettacolo che più di altri ne dimostra la straordinaria poliedricità. A seguire, giovedì primo luglio spazio allo swing italiano con “Topolini, mici e pinguini innamorati” per raccontare in modo leggero, ma ricco di aneddoti e informazioni, il repertorio della canzonetta sincopata degli anni Trenta e Quaranta con un’attenzione particolare al cosiddetto “filone animalista”. Una simpatica lezione di storia del costume arricchita da una selezione di divertenti canzoni interpretate dalle “Sorelle Marinetti”: Turbina, Scintilla ed Elica (al secolo Nicola Olivieri, Marco Lugli e Matteo Minerva) che negli ultimi 10 anni hanno fatto dello swing la strada maestra della loro carriera. Giovedì 8 luglio è il turno di una tragicommedia dell’arte “Don Chisciotte” messa in scena dagli improbabili saltimbanchi di “Stivalaccio Teatro”, mentre mercoledì 14 luglio arrivano all’“Open Factory” le bolle di sapone giganti con clownerie e giochi d’acqua di “Fish&Bubbles” con Michele Cafaggi, il primo artista in Italia a creare uno spettacolo teatrale dedicato alle bolle di sapone, giudicato miglior clown, attore, mimo al “Premio Nazionale Italiano Franco Enriquez” del 2016. A seguire, giovedì 22 luglio, le “Nina’s Drag Queens”, attori e danzatori che portano a Nichelino “Dragpenny Opera”. “Sonata per tubi” di mercoledì 28 luglio è invece uno spettacolo di circo contemporaneo, cantato e suonato con grande originalità dalla “Compagnia Nando e Maila”, cui seguirà giovedì 29 luglio, come ultimo appuntamento “Culture”, il musicteller Federico Sacchi, con “Wonderful Visions #1 – Il sogno di Martin Luther King secondo Stevie Wonder” , un vero e proprio documentario dal vivo che fonde storytelling, musica, teatro, video e nuove tecnologie per raccontare artisti che il grande pubblico ha dimenticato o mistificato. Gli appuntamenti “Comedy” portano in scena alcuni dei protagonisti della prima edizione di “LOL – Chi ride è fuori”, il comedy show, prodotto da Amazon Prime Video, più chiacchierato del momento. Ad inaugurare il calendario, martedì 29 giugno, Luca Ravenna; martedì 6 luglio, Filippo Giardina porta sul palco il monologo satirico “Dieci”, mentre giovedì 15 luglio è il turno della rivelazione comica del momento, Michela Giraud, già nel cast di Colorado nel 2015 e di CCN – Comedy Central News per tre edizioni. Martedì 20 luglio il protagonista è Daniele Fabbri; a seguire, martedì 27 luglio spazio ad un altro rappresentante della stand up comedy in Italia, Giorgio Montanini, protagonista de “I Predatori”, esordio alla regia di Pietro Castellito, già vincitore del Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura al Festival del Cinema di Venezia 2020 e candidato a 4 David di Donatello. Nel calendario di “Open Factory” anche la presentazione sabato 31 luglio del primo romanzo di Francesco Fry Moneti – violinista e chitarrista dei “Modena City Ramblers” – “In un elaborato impeto d’ira” (Officina di Hank) scritto durante il lockdown.

Info: tel. 011/4174908 0 www.openfactory.space
g. m.

Nelle foto
– Sorelle Marinetti
– Giacomo Poretti Ph. Serena Serrani
– Francesco Fry Moneti

“Nicola Lo Calzo. Binidittu”: gli scatti del fotoreporter torinese

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A “CAMERA” la storia e l’eredità culturale di San Benedetto Manasseri detto il Moro. Fino al 18 luglio

I rapporti fra il fenomeno del colonialismo con tutti i suoi effetti (ancora oggi, a livello internazionale, tragicamente evidenti) e l’identità culturale contemporanea. E’ questo l’obiettivo con cui prende forma la mostra fotografica “Biniduttu” a firma del fotografo torinese – oggi attivo fra Parigi, Africa occidentale e Caraibi – Nicola Lo Calzo, ispirata alla vita di San Benedetto Manasseri detto il Moro ( o San Benedetto da San Fratello o San Benito) ed ospitata fino al prossimo 18 luglio nella Project Room di “CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia” di Torino.

Nato nel 1524 ca. da schiavi africani, probabilmente etiopi (Cristoforo e Diana), a San Fratello di Messina e poi vissuto come frate minore in Sicilia fino al 1589, anno della scomparsa, Benedetto – per i siciliani Binidittu – non solo fu eletto nel 1652 dal Senato di Palermo a protettore degli afro-discendenti in America Latina e dei Palermitani (insieme a Santa Rosalia), ma venne anche canonizzato nel 1807 da Papa Pio VII, diventando icona di riscatto ed emancipazione a livello mondiale. Curata da Giangavino Pazzola e realizzata in collaborazione con la galleria “Podbielski Contemporary” di Milano, la mostra fa parte di una ricerca iniziata nel 2010 e realizzata da Lo Calzo (collaboratore di importanti testate internazionali da “Le Monde” al “The New Yorker” al “The New York Times” ) sulle tracce e sull’eredità della diaspora africana e della schiavitù nel mondo atlantico e mediterraneo, intitolata “Cham”. Con questo progetto, e nello specifico con “Binidittu” suo ultimo capitolo, il fotoreporter torinese “ha l’ambizione di contribuire al dibattito sulla rimozione della memoria e la costruzione dell’identità in una prospettiva decoloniale, riscoprendo non solo l’uomo oltre al Santo o i suoi analoghi in altre parti del mondo, ma anche i valori simbolici, politici e civili che questa storia ci trasmette”. Sacro e profano. Passato e presente. In un amaro rincorrersi di intollerabili schegge di “schiavismo-razzismo” ancora oggi ben accese in tutto il mondo. E Binidittu diventa allora voce e figura antesignana , di grande contemporanea attualità nella lotta contro diseguaglianze e discriminazioni. Ecco allora accanto alle scene di processione a San Fratello dedicate al Santo, con i portatori della “vara”, immagini quotidiane, in cui si raccontano giovani d’oggi, ragazzi e ragazze di colore e non, accomunati dall’idea di un’unica appartenenza a quel genere umano che non conosce barriere di pelle e di genere. In parete anche immagini legate all’iconografia del Santo, specificamente documentata da un’installazione che include materiali (cartoline, santini e vecchi rosari) relativi al processo di costruzione di “Cham”. La mostra di Lo Calzo inaugura il ciclo “Passengers. Racconti dal mondo nuovo”, progetto che “CAMERA” dedica agli artisti appartenenti alla cosiddetta generazione dei “millenials”, ai fotografi “mid-career” nati fra i primi anni Ottanta e la metà degli anni Novanta. Il prossimo appuntamento sarà con Federico Clavarino, da fine luglio a fine settembre, mentre dal 16 al 18 luglio lo stesso Lo Calzo terrà a “CAMERA” un workshop metodologico dal titolo “Fotografia e prospettive decoloniali” sulla rappresentazione del potere nelle immagini, realizzato nell’ambito di “FUTURES” (cofinanziato dal “Programma Europa Creativa dell’Unione Europea) e nato dalla sua ricerca sulla memoria e sulle tracce della resistenza alla schiavitù coloniale, condotta sotto l’egida dell’Unesco.Per iscrizioni www.camera.to.to e per informazioni didattica@camera.to

Gianni Milani

“Nicola Lo Calzo. Binidittu”
“CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia”, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/0881150 o www.camera.to
Fino al 18 luglio
Orari: lun. merc. ven. sab. e dom. 11/19 – giov. 11/21 – mart. chiuso

 

A passo di danza nel Novecento

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Arti visive, danza, estetica e moda

16, 17 e 19 giugno ore 17.00

 

Attività riservata Abbonati Musei

 

 

L’intero Novecento è segnato da una lunga serie di contributi e di scambi tra le arti visive e plastiche da un lato, la danza e la musica dall’altro. Pittori, stilisti e architetti sono intervenuti direttamente all’interno della rappresentazione scenica intrecciando il loro lavoro con quello dei coreografi e dei maestri di danza. Inoltre molti artisti si sono avvicinati in qualche modo al mondo del balletto o hanno studiato danza e questo ha influito sul loro lavoro; sulla scorta di questa suggestione il Dipartimento Educazione GAM ha elaborato un percorso che evidenzia il rapporto tra le due arti, individuando i periodi dove questa sinergia è stata più evidente.

Il progetto prevede un ciclo di tre incontri per il pubblico che si ispirano alla collezione del Novecento della GAM ed è ideato in collaborazione con gli studenti della Scuola di Danza AD’A, con le danzatrici della Scuola di Balletto Teatro Torino, e con gli studenti dell’Accademia di make-up AIEM e di moda AIEC a cui è stato affidato il compito di elaborare ed eseguire – insieme ai docenti delle discipline specifiche e ai mediatori museali – coreografie, costumi, trucco, acconciature.

Ogni incontro prevede la visita nelle collezioni del Museo, l’approfondimento tematico, la presentazione del lavoro di ricerca nei suoi aspetti, la performance di danza con abiti, trucco e acconciature coerenti con il tema.

Alla realizzazione del progetto, per gli accessori per la danza, ha contribuito Koreutica Made in Italy e per i tessuti dei costumi Ducotex Srl.

 

IL PROGRAMMA

 

Mercoledì 16 giugno ore 17.00 POSTI ESAURITI

FUTURISMO

L’appuntamento è dedicato al Futurismo – tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido – questo particolare momento storico-artistico è letto attraverso alcuni dipinti della collezione e interpretato mediante una performance di danza in cui le ballerine, che hanno elaborato le coreografie, indossano costumi e make- up appositamente ideati.

 

Giovedì 17 giugno ore 17.00 POSTI DISPONIBILI

UN SODALIZIO ARTISTICO: FELICE CASORATI E RICCARDO GUALINO

Il secondo incontro è dedicato all’ambiente culturale e artistico che ruota intorno alla figura di Felice Casorati e Riccardo Gualino, esponenti di una Torino vivace e all’avanguardia. L’atmosfera suggestiva di questo periodo viene narrata con un momento di danza corredata da originali coreografie abiti e make-up

 

Sabato 19 giugno ore 17.00 POSTI DISPONIBILI

ANNI CINQUANTA. LOUISE NEVELSON

Il terzo appuntamento è dedicato alla straordinaria figura dell’artista Luise Nevelson, nota per le sue sculture, di cui un esempio è esposto nella collezione permanente della GAM. Un’artista a tutto tondo, che ha votato l’intera sua esistenza all’arte, studiando con i migliori maestri la pittura, scultura, canto, teatro e modern dance, per poter padroneggiare la sua espressione creativa in tutte le declinazioni. Gli studenti di danza moda e make-up hanno dato una loro personale interpretazione allestendo una performance che restituisce la singolarità del personaggio.

 

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

 

–          Gli incontri possono essere seguiti singolarmente

Obbligatoria la prenotazione presso Abbonamento Musei al Numero Verde 800.329.329

–          Max 10 partecipanti.

DURATA: 1h e 30 minuti

TARIFFA: percorso con approfondimento e performance: 7

+ ingresso al museo gratuito per Abbonati Musei

 

Dipartimento Educazione GAM

Da lunedì a venerdì, orario 9-13 e 14-16

Tel. 011 4436999

infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Prenotazione obbligatoria-posti limitati al

Numero Verde Abbonati Musei: 800.329.329.

www.abbonamentomusei.it -menu Attività riservate

e area utente nel sito https://piemonte.abbonamentomusei.it/

www.gamtorino.it

 

 

 

Fondazione To

Cinque mostre all’imbiancheria del Vajro di Chieri

RESTART!  Per raccontare la Collezione Civica di Fiber Art “Trame d’Autore”

Prende il via martedì 15 giugno 2021 il progetto «RestART! Museo relazionale Imbiancheria del Vajro», cinque mostre che nell’arco di due anni racconteranno la preziosa Collezione Civica di Fiber Art del Comune di Chieri.

Martedì 15 giugno, alle ore 17,30, all’Imbiancheria del Vajro, in via Imbiancheria 12,  a CHIERI, inaugurazione ufficiale del progetto «RestART!» la mostra «I introduce myself», con la partecipazione di Alessandro Sicchiero, Sindaco della Città di Chieri, Antonella Giordano, Assessore alla Cultura della Città di Chieri, Silvana Nota, direttrice artistica, e Massimo Tiberio, exhibit designer. Seguirà visita guidata.

L’Imbiancheria del Vajro è uno dei più antichi edifici industriali di Chieri, risale al XVI secolo, quando qui si insediarono le prime lavorazioni tessili. Negli ultimi vent’anni è stata sede di tutti gli eventi temporanei legati alla corrente artistica della Fiber Art, in particolare la Biennale di Fiber Art e la rassegna“Tramanda”.

Oggi la Città di Chieri dispone di una collezione di più di 300 opere di Fiber Art, “Trame d’Autore”, realizzate da artisti di tutto il mondo, un patrimonio di valore e di rilevanza internazionale, che fino ad oggi non aveva un luogo che potesse ospitarle e valorizzarle in maniera continuativa.

«RestART!» si è aggiudicato il bando “I luoghi della cultura 2020” della Fondazione Compagnia di San Paolo, che è il maggior sostenitore del progetto. La prima fase si è concentrata sul recupero del patrimonio esistente, tramite il ripristino e la rifunzionalizzazione della struttura dell’Imbiancheria del Vajro, che ora diventa un museo ‘relazionale’ incentrato sul patrimonio della Fiber Art, ospitando mostre temporanee ed eventi collaterali, attività educative, nonché la rassegna “Tramanda” e tutte le iniziative ad essa collegate. E dal 15 giugno 2021 fino al 15 dicembre 2022, saranno proposte a rotazione cinque mostre che presenteranno la Collezione Civica “Trame d’Autore”.

«Questa importante iniziativa culturale vuole rilanciare gli splendidi spazi dell’Imbiancheria del Vajro e far conoscere finalmente il ricco patrimonio di Fiber Art che Chieri custodisce da annidichiara l’assessore alla Cultura Antonella GIORDANOun patrimonio importante dal punto di vista non solo storico e culturale ma anche estetico. A seguito della crisi e delle trasformazioni della filiera del tessile, la Fiber Art si è affermata come uno degli strumenti capaci di valorizzare il sapereimmateriale legato al tessile, sprigionandone le potenzialità artistiche. Non solo abbiamo recuperato un edificio sottraendolo al degrado, non solo proponiamo nuovi percorsi espositivi ed eventi, ma con questo progetto mettiamo a sistema una rete di relazioni, coltivata negli anni, capace di ampliare l’offerta culturale e amplificare l’impatto con una gestione aperta e flessibile, capace di dialogare con il territorio e di coniugarlo con l’internazionalità, stimolandone l’entusiasmo e coinvolgendolo in un processo di sviluppo condiviso. Un museo “relazionale” e non “statico” dove il visitatore non è un fruitore passivo ma diventa parte attiva».

Ad inaugurare «RestART!» sarà la mostra «I introduce myself», dal 15 giugno al 15 settembre 2021.

Quindi, dal 15 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022, la quarta edizione di «Tramanda», con l’esposizione delle opere degli artisti che hanno partecipato al premio “Young Fiber Contest”, dedicato ai giovani artisti under 35 (41 partecipanti) e delle opere dei 60 artisti che hanno preso parte alla sezione “Chiamata Aperta”,rivolta a tutti gli artisti senza limiti di età impegnati con opere sia al telaio sia off-loom. A seguire, le altre tre mostre di «RestART!», ovvero «Fiber Art. Un grande abbraccio al mondo», dal 15 marzo al 15 maggio 2022, «La bellezza ritrovata», dal 15 giugno al 15 settembre 2022, «Shared Exhibition, i molti sguardi di una mostra condivisa», dal 15 ottobre 2022 al 15 dicembre 2022.

«RestART!  mette a fuoco quello che è un patrimonio molto speciale, una collezione internazionale di oltre 300 opere che hanno portato il mondo a Chieri e grazie alle quali Chieri è divenuta protagonista nel mondo-spiega Silvana NOTA, critica d’arte e direttrice artistica del progetto RestART!-Il tutto è nato grazie ad un’idea dell’artista olandese Martha Nieuwenhuijs, che aveva ideato proprio a Chieri la Biennale di Fiber Art, con lo scopo di far capire come attraverso un filo si possono aprire un’infinità di percorsi, individuando in questo linguaggio dell’arte contemporanea un testimonial internazionale per la secolare tradizione tessile chierese. La Fiber Art, non ancora adeguatamente conosciuta in Italia, è un vero e proprio movimento artistico, seppur non teorizzato da un manifesto, che si è venuto affermando a partire dagli anni Sessanta soprattutto nel Nord Europa e negli Usa, e che mette al centro il filo in tutte le sue declinazioni, purché intrecciato o comunque lavorato al telaio od off-loom. Una corrente artistica antiaccademica, relazionale, in costante metamorfosi. Il fiber artist non è semplicemente un artista che utilizza il tessuto nel suo lavoro. A caratterizzare la Fiber Art sono tre elementi inscindibili. Il primo è la “tessitura”, quel filo che unisce le origini dell’umanità al nostro contemporaneo, un elemento flessibile ed intrecciabile, che viene continuamente rielaborato alla luce di nuove tecniche e capacità. Il medium tessile scelto come strumento espressivo al pari della pittura e della scultura. Il secondo elemento è l’attenzione alle culture altre e diverse, la valorizzazione ed il rispetto delle diversità. La Fiber Art è un linguaggio che si esprime in un costante rimando di richiami e collegamenti interdisciplinari e interculturali, è fortementecosmopolita, basta vedere le traiettorie biografiche dei vari artisti, non ha confini né barriere, guarda a ciò che di meglio i popoli hanno realizzato, è un’arte fortemente “etica”, che ci unisce al mondo, esattamente come fa il filo. Il terzo fattore caratterizzante è la continua sperimentazione in progress, la costanteevoluzione. Non è un caso che nelle ultime generazioni di artisti si stia registrando un grande interesse verso la Fiber Art, e sia “RestART!” sia “Tramanda” renderanno conto di tutti i flussi di tendenza in atto, che uniscono artisti molto diversi tra loro, sia coloro che si identificano con la Fiber Art sia artisti che utilizzano il filo in modo non casuale ma attribuendo un valore concettuale ed individuando in esso profondi giacimenti di significato e di ricerca».

Il Museo del Risorgimento si presenta negli Usa e racconta la storia dell’unità nazionale

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L’appuntamento sarà martedì 15 giugno 2021, alle ore 16 per un evento in streaming organizzato dal Consolato Italiano di Detroit. 

Raggiunta finalmente l’Unità nel marzo del 1861, l’Italia cominciò subito a tessere relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti d’America. Sono passati 160 anni da allora, anni in cui i due Paesi hanno rafforzato il proprio cammino democratico, condiviso gli stessi valori di libertà, promosso i diritti umani, il rispetto delle minoranze, lo Stato di diritto. Il 2021 è quindi l’anno in cui anche negli Stati Uniti si celebrano questi due fondamentali momenti della nostra storia con un ricco programma di iniziative ed eventi organizzato sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.
Uno di questi appuntamenti avrà come protagonista il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino, nell’ambito della quarta edizione di Fare Cinema, la rassegna coordinata dal Ministero degli Esteri, attraverso le Ambasciate e i Consolati di tutto il mondo e dedicata alla promozione del cinema italiano, che presenterà il film Ezio Gribaudo – La Bellezza ci salverà, in parte girato al Museo.
Domani, martedì 15 giugno 2021 alle ore 16 il Direttore Ferruccio Martinotti si collegherà in diretta streaming con il Consolato Italiano di Detroit guidato dalla Console Maria Manca e a cui afferiscono le comunità di Indiana, Kentucky, Michigan, Ohio e Tennessee. Sarà l’occasione per far conoscere anche oltre oceano l’importanza e la ricchezza delle collezioni del Museo Nazionale del Risorgimento e le nuove sfide che oggi il Museo è chiamato ad affrontare: utilizzare gli strumenti che la Storia mette a disposizione per comprendere il passato e saper leggere il presente, misurandosi con uno scenario internazionale ed entrando in relazione con le generazioni più giovani attraverso linguaggi contemporanei.
L’evento è organizzato dal Consolato Italiano di Detroit e non è certo un caso che si sia voluto avviare un dialogo con una importante realtà culturale di Torino, dal momento che le due città sono gemellate dal 1998. Sono accomunate da un passato molto simile, essendo entrambe due importanti centri per l’industria automobilistica.
“Nell’anno in cui celebriamo i 160 anni dell’Unità d’Italia e i 160 anni di relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti – dichiara la Console Maria Mancala collaborazione tra il Consolato d’Italia a Detroit e il Museo nazionale del Risorgimento Italiano di Torino acquista un’importanza ancora più significativa perché rappresenta un ponte tra due città gemellate e vicine sotto molteplici punti di vista, tra cui in particolare la spinta verso l’innovazione e lo sguardo al futuro e ai giovani”.
“Le due storiche Motor Cities incrociano i loro percorsi ideali sullo snodo del Museo Nazionale del Risorgimento e riaffermano lo status di città gemelle all’insegna di un doppio, identico anniversario – afferma il Direttore Ferruccio MartinottiSono molto grato alla Console Maria Manca per questa opportunità che per la prima volta permetterà di presentare agli Stati Uniti il nostro Museo e la storia che esso racconta. Una storia fondamentale che ha portato all’Unità d’Italia e che ha avuto come protagonisti migliaia e migliaia di giovani. Ad agire furono le energie migliori di cui disponeva allora il nostro Paese, le stesse a cui dobbiamo rivolgerci oggi per rivivere il nuovo Risorgimento, di cui si sente pressante la necessità”. All’incontro in streaming sarà presente anche Paola Gribaudo, Presidente dell’Accademia Albertina di Torino e membro del Consiglio di Indirizzo del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.
Tutte le informazioni sul sito www.museorisorgimentotorino.it

La musica jazz torna in Osteria i mercoledì di giugno

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino 16 – 30 giugno

Con tre spettacoli dal vivo, in un’atmosfera intima e raccolta, torna la musica in Osteria nel mese di giugno. Si parte mercoledì 16 con Lil Darling Quartet in Stories of Jazz, una passeggiata attraverso un ricco materiale sonoro, arricchito dai racconti della cantante, attrice e compositrice Lil Darling, al secolo Liliana Di Marco, appassionata lettrice di biografie e libri dedicati al jazz. Un collage di musica, improvvisazione, scherzo e poesia in un concerto dove il fascino e la teatralità della voce si fondono con il sound originale e ironico del trio formato da Fulvio Vanlaar, Francesco Bertone, Edoardo Lupariello, creando un perfetto interplay. 

Mercoledì 23 il cantautore torinese Fabio Caucino presenta in anteprima il suo quinto album Morimmo tutti d’abbondanza, un omaggio a Paolo Conte. Scritto, arrangiato e prodotto dal cantautore con fisarmonica e violoncello, in larga parte registrati in presa diretta e orchestrati in modo da valorizzarne le timbriche, le sfumature, il suono e i testi.

Mercoledì 30, l’ultimo appuntamento del mese, è con Fabrizio De Andrè Remember 2.0: un concerto, ma anche una fusione di melodia, poesia, canzone, recitazione e installazioni video-fotografiche per ricordare un grande artista e per scoprire il filosofo, il poeta e soprattutto l’uomo. Lo spettacolo nasce dalla ripresa del progetto “Fabrizio De Andrè Remember” elaborato nel 2013 dal regista Francesco Procacci, scomparso prematuramente ma la cui memoria ha ispirato il direttore artistico Marco Raiteri che ha saputo riunire vecchi amici e nuove leve per celebrare l’amore per la canzone autoriale di Fabrizio De Andrè. La direzione artistica è di Marco Raiteri. L’organico comprende numerosi strumenti, voci e professionalità per ricreare le atmosfere dei concerti live del cantautore genovese. Nel corso dello spettacolo verrà presentato il libro “Musica “dentro” nato dentro la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, con Cinzia Morone e Marco Raiteri.

Ora di inizio concerti: 21,30
Ingresso:
15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena) Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni
Web: www.osteriarabezzana.it
Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

Il Regio dedica l’inaugurazione dell’Opera Festival al personale medico-sanitario

Regio Opera Festival. A Difesa della Cultura. Inaugurazione martedì 15 giugno ore 21


L’ELISIR D’AMORE
Torino, Cortile di Palazzo Arsenale, via dell’Arsenale 22

L’incasso della prova generale di Elisir d’amore
Il Giardino del Sole per i piccoli ricoverati del Regina Margherita

Nella foto: L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti – Foto Andrea Macchia © Teatro Regio Torino
Il Regio Opera Festival. A Difesa della Cultura inaugura martedì 15 giugno alle ore 21, nello splendido Cortile di Palazzo Arsenale, sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, con L’elisir d’amore, capolavoro di Gaetano Donizetti.

Un doppio appuntamento nel segno della concretezza, dell’inclusione e dell’impegno per l’apertura del Regio Opera Festival: il Teatro Regio ha infatti deciso di devolvere l’incasso della prova generale de L’elisir d’amore, programmata per domenica 13 giugno ore 21, a “Il Giardino del Sole”, progetto destinato ai piccoli ricoverati presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino e alle loro famiglie.

L’inaugurazione del Regio Opera Festival con l’opera di Donizetti in programma martedì 15 giugno ore 21, è dedicata al personale medico e sanitario che è stato ed è tuttora impegnato nella lotta al Covid-19.

Rosanna Purchia, Commissario Straordinario del Teatro Regio afferma: «L’estate del Regio è la festa di tutti. Lo spettacolo dal vivo è condivisione, partecipazione, sicurezza, fiducia, basi fondanti del sentirsi parte di una collettività. Senso di appartenenza alla comunità è anche non dimenticare chi vive situazioni di disagio e di fragilità. Per questo abbiamo scelto di destinare l’incasso delle prove generali a quattro Associazioni di volontariato che operano sul nostro territorio. Inoltre, è nostro desiderio condividere questo momento di rinascita con i medici, gli infermieri, il personale sanitario che ogni giorno continua a lavorare senza risparmiarsi con coraggio e dedizione rendendo tangibile lo spirito di comunità. Con gratitudine immensa, vogliamo dedicare questa nostra rinascita a chi ha salvato vite, pur tra mille difficoltà, e ricordare chi ha sacrificato la propria. Un doveroso e sentito ringraziamento attraverso la musica».

Alberto Dalla Torre, presidente Federvolontari: «La prova generale dell’Elisir d’amore sostiene il progetto “Il Giardino del Sole”, una bella iniziativa che conferma e rafforza il legame del Teatro Regio con la città, offrendo un aiuto concreto a Federvolontari». “Il Giardino del Sole” è un progetto nato dall’idea di un papà, Edoardo Casolari, coordinato dalla Federazione fra Associazioni di Volontariato Ospedale Infantile Regina Margherita – Sant’Anna ODV con la collaborazione della Città di Torino, per la realizzazione di un’area giochi nel piazzale antistante l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, un’area ludica per portare un po’ di allegria e spensieratezza e dedicato a tutti i bimbi che per varie ragioni si incontrano al Regina Margherita; ai loro papà, alle loro mamme, ai loro nonni e ai loro amici. Per sostenere questo progetto è possibile acquistare il biglietto per la prova generale dell’Elisir d’amore di domenica 13 giugno alle ore 21, richiedendo il codice necessario a: giardinodelsole@federvolontari.it; per informazioni sul progetto: www.giardinodelsole.org.

Con l’inaugurazione di martedì 15 giugno ore 21, il Cortile di Palazzo Arsenale si riempirà di musica e applausi, si animerà di luci, suoni e della magia del teatro. La “prima” è dedicata al personale medico e sanitario«Desidero ringraziare il Teatro Regio per l’attenzione dedicata al personale dell’ASL Città di Torino, a cui va la riconoscenza per l’impegno profuso in questi mesi di emergenza sanitaria, – dichiara il dott. Carlo Picco, Direttore Generale dell’ASL Città di Torino – In molte situazioni la musica è capace di dispensare energia e pensieri positivi».

Le recite de L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti proseguono venerdì 18 e domenica 20 giugno alle ore 21Matteo Beltrami debutta sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio affrontando la più leggera, comica e sentimentale tra le partiture di Donizetti, in uno spettacolo ambientato nelle atmosfere anni ‘50 e firmato dal regista Fabio Sparvoli. Ritroviamo, finalmente con il pubblico in platea, il cast giovane e affiatato che ha già dato ottima prova nell’Elisir diffuso in streaming ad aprile: Mariangela Sicilia (Adina), Bogdan Volkov (Nemorino), Marco Filippo Romano (Dulcamara), Giorgio Caoduro (Belcore), Ashley Milanese (Giannetta), e con Mario Brancaccio come assistente di Dulcamara.
La regia dell’allestimento del Teatro Regio è di Fabio Sparvoli. Le scene sono di Saverio Santoliquido, i costumi di Alessandra Torella, le luci di Andrea Anfossi. Assistente alla regia è Anna Maria Bruzzese. Il Coro del Teatro Regio, impegnato in importanti passi nell’opera, è istruito da Andrea Secchi.

I prossimi appuntamenti del Regio Opera Festival

Giovedì 17 giugno alle ore 21 Verso il Romanticismo, concerto dell’Orchestra d’Archi Teatro Regio Torino, con Stefano Vagnarelli maestro concertatore; in programma, musiche di Mozart, Rossini, Boccherini, Donizetti e Puccini, in collaborazione con Piemonte dal Vivo.

Sabato 19 giugno alle ore 10 Open Day voci bianche, lezione aperta con il Coro di voci bianche Teatro Regio Torino e con gli allievi dei corsi della Scuola di canto del Regio diretti da Claudio Fenoglio (anche pianoforte), per una grande festa in musica a ingresso gratuito (occorre acquisire i biglietti online su www.teatroregio.torino.it).

Il Regio Opera Festival. A Difesa della Cultura si realizza con il patrocinio del Ministero della Difesa e del Ministero della Cultura e grazie al Main Partner Camera di commercio di Torino, in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo, con il contributo di ReplyFederfarma Torino con Ordine dei Farmacisti della Provincia di Torino Farmacares, e Sipal.

BIGLIETTERIA E INFORMAZIONI
Biglietti e Festival Card in vendita online su www.teatroregio.torino.it, su www.vivaticket.it
e presso i Punti Vivaticket.

BIGLIETTI
Biglietti per le recite del 15, 18 e 20 de L’elisir d’amore€ 30 – 40 – 50
Giovani (under 30): riduzione del 20%
ISEE 1ª fascia: biglietti € 5

FESTIVAL CARD
Festival Card Giovani (under 30) 10 biglietti: € 100.
Festival Card 10 biglietti: € 200
Festival Card 6 biglietti: € 120
Info-Point: presso l’Ingresso Uffici del Teatro Regio (piazza Castello 215) è aperto un Info-Point per
informazioni e assistenza al pubblico con orario 10-14 dal lunedì al venerdì; info@teatroregio.torino.it.
Lo stesso servizio è attivo un’ora prima degli spettacoli al Cortile di Palazzo Arsenale (via Arsenale 22).
Info-Tel: dal lunedì al venerdì 10-18; sabato 10-13 – Tel. 011.8815.241; biglietteria@teatroregio.torino.it.
Per tutte le informazioni: www.teatroregio.torino.it.

Per l”intero kit stampa e per le immagini del Festival, clicca qui e scarica gli zip alle relative voci

Torino, 11 giugno 2021

L’ELISIR D’AMORE
Melodramma giocoso in due atti
Libretto di Felice Romani da Le Philtre di Eugène Scribe
Musica di Gaetano Donizetti

Personaggi e interpreti
Adina, ricca e capricciosa fittaiuola sopranoMariangela Sicilia
Nemorino, coltivatore, giovane semplice, innamorato di Adina tenore: Bogdan Volkov
Il dottor Dulcamara, medico ambulante baritono: Marco Filippo Romano
Belcore, sergente di guarnigione nel villaggio baritono: Giorgio Caoduro
Giannetta, villanella  soprano: Ashley Milanese
L’assistente del dottor Dulcamara  mimo: Mario Brancaccio
Maestro al fortepiano: Luca Brancaleon

Direttore d’orchestra: Matteo Beltrami
Regia di Fabio Sparvoli
Scene di Saverio Santoliquido
Costumi di Alessandra Torella
Luci di  Andrea Anfossi
Assistente alla regia: Anna Maria Bruzzese
Maestro del coro: Andrea Secchi

Orchestra e Coro Teatro Regio Torino
Allestimento Teatro Regio Torino

Prova generale
Domenica 13 Giugno ore 21

Recite
Martedì 15 Giugno ore 21
Venerdì 18 Giugno ore 21
Domenica 20 Giugno ore 21

Il Jazz di Petrella e la “musica leggerissima” di Colapesce-Dimartino

Rock Jazz e dintorni

Martedì. Dum Flowers e Ritchie Mohicano eseguono in versione acustica, brani dei Rolling Stones sotto i portici di via Po di fronte al Blah Blah. Alle OGR prende il via “Summer Vibes” con la performance del produttore Filippo Edgardo Paolini in arte Okapi. Al Bunker suona il trio Marsico-Pala-Diaferia.

Mercoledì. Il duo Lou Morellato e Marco Priotti mettono in scena  I” Old Black Revue”.

Giovedì. Al Lambic  il clarinettista Andrea Sicurella rende omaggio a Django Reinhardt. Alle OGR si esibiscono Frank Sativa e Marselo . Al Sound Garden  dell’Hiroshima Mon Amour, suonano i genovesi Meganoidi. In piazza Carlo Alberto per “Torino Spiritualità, tributo a Leonard Cohen a cura di Federico Sirianni. Al Bunker performance del “musicteller” Federico Sacchi sulla musica somala.

Venerdì. Al MixTo si esibisce il quartetto Sucker Punch. Inaugurazione dello Spazio 211 con i milanesi Punkreas.

Sabato. Al McRyan di Moncalieri  suonano i Dobermann. Nel giardino dell’Hiroshima  si esibiscono i Post Nebbia. Inaugurazione della nona edizione del Torino Jazz Festival al Conservatorio, con un doppio set  del trombonista Gianluca Petrella con il progetto “Cosmic Renaissance”. Alla Tesoriera reading musicato dall’ex Ustmamò Mara Redeghieri e un concerto dell’Orchestra di Porta Palazzo. Colapesce e Dimartino si esibiscono in località Tsan Mort nei pressi di Saint-Vincent. all’Accademia Albertina di Belle Arti tributo a Astor Piazzolla con Massimo Pitzianti e Eliana Grasso.

Domenica. Per il Torino Jazz Festival al Conservatorio doppio appuntamento. Alle 15.00 suona l’Erios Junior Jazz Orchestra diretta da Mario Biasio con ospite il sassofonista Joan Chamorro mentre alle 21.00 si esibisce il il quartetto del pianista Luigi Martinale con il Classwing Ensemble.

 Pierluigi Fuggetta