CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 435

Sonata per tubi Arie di musica classica per strumenti inconsueti

Open Factory, via del Castello 15, Nichelino con la Compagnia Nando e Maila

Musica inconsueta o circo inedito? “Sonata per tubi” è il circo dell’invenzione, cantato e suonato dal vivo dalla Compagnia Nando e Maila, che ricerca le possibilità musicali di oggetti ed attrezzi di circo, trasformandoli in strumenti musicali attraverso l’ingegno e l’uso della tecnologia.

“Ogni cosa che tocchiamo o facciamo emette suono: sia gli attrezzi di circo, che il palco, che noi stessi”.

Ha inizio il concerto. Pezzi di tubo che volano vanno a comporre un contrabbasso e un violoncello. La musica avanza tra Rossini, Bach, Beethoven, Pink Floyd, Rolling Stones e Luis Armstrong. Poi arriva lei: una ragazzina, una principessa moderna che sconvolge ogni armonia. Il mito principale degli adolescenti di tutto il mondo è quello dell’eroe. In ogni adolescente c’è, nella fantasia, nei pensieri e nelle zone più profonde dell’animo, l’esigenza di fare qualcosa di eroico, di particolare, che sia al di fuori della quotidianità per diventare adulti. Il circo alimenta la follia del trio in contrappunto con clave che diventano sax e con diaboli sonori. Ne consegue un crescendo di canti polifonici a tre voci, di danze e prove di coraggio, musicali e circensi, che condurranno ad un rituale finale per il passaggio dall’adolescenza alla vita da adulto. Il pizzicato del clown musicale fa trasparire l’anima dei tre attori che con un linguaggio universale e accessibile a tutti, si incontrano e si scontrano nel magico gioco della vita.

 

We Are Open è organizzato da Reverse Agency, in collaborazione con Piemonte dal Vivo, Torino Comedy Lounge, Teatro Superga e promosso da Città di Nichelino e Sistema Cultura, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo

 

Mercoledì 28 luglio, ore 21,30

Sonata per Tubi

Compagnia Nando e Maila

Di e con Ferdinando D’Andria, Maila Sparapani, Marilù D’Andria

Aiuto alla creazione: Marta Dalla Via, Federico Cibin

Disegno luci e audio: Federico Cibin

Scenografie: Ferdinando D’Andria

Contributo ai giochi circensi e acrobazie: Riccardo Massidda, Gaby Corbo

Tecniche di circo: palo cinese, danza acrobatica, verticalismo, manipolazione di oggetti, giocoleria con diabolo e clave

Strumenti musicali utilizzati: basso tubo, tuboncello, minitubo, violino, clavax (clava/sax), diabolofono (diabolo sonoro), palo sonoro, palco grancassa

Biglietto: 5 euro

 

Info

www.openfactory.space

T: 011 4174908

 

Omaggio al grande Fred Buscaglione

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100 anni di Fred Buscaglione: martedì 27 luglio al Bunker di Torino l’omaggio dell’Accademia dei Folli

Spettacolo di musica-teatro.

Appuntamento alle 21.30, ingresso 15€.

In occasione del centenario della nascita di Fred Buscaglione, martedì 27 luglio l’Accademia dei Folli rende omaggio al cantautore torinese con Fred dal whiskey facile, un ritratto tracciato dalle cinque più importanti donne della sua vita. Tutte interpretate dalla stessa attrice, queste cinque donne si avvicendano sul palco dove il fantasma di Fred aleggia ancora, e fa le due cose che gli riuscivano meglio: cantare e bere. Non necessariamente in quest’ordine.

L’appuntamento è alle 21.30 sul palco del Bunker di via Niccolò Paganini.

 

Strani funerali, quelli di Fred Buscaglione. Gente che urlava, che cantava, che si spintonava per stringere la mano a questo o a quel personaggio famoso. Tutto molto poco sabaudo. E d’altra parte Fred, pur essendo nato e cresciuto a Torino, non era esattamente un campione dell’understatement. Per dire: tre giorni prima, a Roma, quando si schiantò contro un camion alle sei del mattino, era a bordo di una Ford Thunderbird rosa.

Tra la gente che torna a casa dal funerale ci sono cinque donne, e tutte loro hanno qualcosa da dire su Fred, tutte loro pretendono di averlo capito meglio delle altre. Per Ernestina, sua madre, Fred non era Fred ma Ferdinando, era ancora il bambino che suonava il piano – da dio – nell’androne del palazzo dove lei faceva la portinaia.

Anna, invece, da dietro il bancone del suo bar lo chiamava Ferdi, gli preparava dei cocktail che lui stesso le aveva insegnato e poi se ne andava a passeggiare con lui ai Murazzi, prima che il successo lo travolgesse e lo portasse lontano, a Roma.

Anita, che a Roma sta per diventare una diva, lo chiamava Fred, ma solo per farlo innervosire – Fred era il nome che usavano i fan. Si erano incontrati sul set di una pubblicità, pochi mesi prima che lei si tuffasse in una fontana dicendo Marcello, come here.

Fatima, che Fred l’aveva sposato e poi mollato per gelosia, lo chiamava Nando fin dai tempi del loro primo appuntamento, in una Lugano piena di neve, dove avevano raggiunto l’albergo a bordo di una slitta trainata da due cavalli.

E la quinta donna? Beh, non è proprio una donna, benché Fred l’abbia sempre trattata con infinita dolcezza. D’altronde solo lei, la Ford Thunderbird rosa che Fred definiva “Criminalmente bella”, soltanto lei può raccontare cosa accadde negli ultimi istanti della breve e sfolgorante vita di Fred Buscaglione.

Ingresso 15€, ridotto 6€ per i minori di 10 anni.

 

FRED DAL WHISKEY FACILE
martedì 27 luglio

Bunker – area esterna

Via Niccolò Paganini 0/200, Torino

ore 21.30

 

con

Giovanna Rossi

Carlo Roncaglia

 

e con

Andrea Cauduro chitarra

Enrico De Lotto contrabbasso

Diego Mascherpa fiati

Matteo Pagliardi batteria

 

testi Veronica Buscarini, Matteo Faccio, Sabrina Quaranta, Fosca Salmaso, Giorgio Scalia

dramturg Emiliano Poddi

arrangiamenti Accademia dei Folli

regia Carlo Roncaglia

 

 

Biglietti

In prevendita
intero €12 + diritti | ridotto sotto i 10 anni €4 + diritti
Prevendita online su www.oooh.events

In cassa
intero €15 | ridotto sotto i 10 anni € 6

Prenotazione obbligatoria ai seguenti recapiti
prenotazioni@accademiadeifolli.com
tel/whatsapp +39 345 6778879
www.accademiadeifolli.com

Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy

Il “Museo Diocesano” di Susa espone una quarantina di opere del poliedrico artista borgognone

Dal 10 luglio al 10 ottobre Susa (Torino)

Fu pittore, miniatore, ma anche maestro vetraio nonché autore di disegni per ricami. Artista quanto mai poliedrico e itinerante, a lungo attivo in Piemonte, Antoine de Lonhy viene documentato per la prima volta nel 1446 in Borgogna e la sua morte si colloca nel 1490 nel ducato di Savoia. Dall’identità sconosciuta, messa in luce solo in anni relativamente recenti, grazie a lavori di ricerca condotti in parallelo da vari studiosi, de Lonhy era in precedenza indicato con diversi nomi convenzionali: dal “Maestro delle Ore di Saluzzo”, da un manoscritto miniato oggi conservato alla “British Library”, al “Maestro della Trinità di Torino” , da uno dei suoi principali dipinti custodito a “Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica” di Torino. E proprio in stretta complementarietà fra “Palazzo Madama” ed il “Museo Diocesano” di Susa è stata concepita ed organizzata (con il sostegno della Compagnia di San Paolo, la sponsorizzazione tecnica della Società Reale Mutua di Assicurazioni e il contributo della Città di Susa) la mostra “Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy”, ospitata nel Museo segusino dal 10 luglio al 10 ottobre e a “Palazzo Madama” dal prossimo 23 settembre al 9 gennaio 2022. Non casuale la scelta della sede valsusina, ma motivata dal legame particolarmente stretto che l’artista di origine e formazione borgognona (a contatto soprattutto con la pittura fiamminga di Jan Van Eyck e di Rogier van der Weyden) ebbe con la Valle di Susa. L’unico documento savoiardo attualmente noto del pittore lo dice infatti residente nel 1462 ad Avigliana. Per non dire delle molteplici testimonianze dell’attività di de Lonhy legate alla Valle (come un frammentario polittico della “Sabauda” di Torino proveniente dalla frazione Battagliotti di Avigliana e presente in mostra così come gli affreschi dell’abbazia della Novalesa) o della sua bottega con tanto di stretti seguaci, di cui si conserva il polittico oggi presso la Parrocchiale della Novalesa e un ciclo di affreschi che orna la cappella della Madonna delle Grazie a Foresto (Bussoleno).

 

Curata da Vittorio Natale, l’esposizione al “Museo Diocesano” è incentrata su una quarantina di opere, alcune delle quali mai esposte al pubblico, provenienti da diverse collezioni pubbliche e private che, da una parte, focalizzano lo stretto legame di de Lonhy con la Valle di Susa e la Valle d’Aosta – dove nella collegiata di Sant’Orso del capoluogo si conservava un grandioso polittico scolpito, progettato e dipinto da Antoine per il priore Georges de Challant – mentre dall’altra evidenziano l’influenza esercitata da Antoine de Lonhy (attivo in Borgogna, a Tolosa e a Barcellona, prima di approdare nel ducato sabaudo) su altri artisti, fra cui pittori suoi seguaci o collaboratori e, soprattutto, scultori e plasticatori. Ecco il perché dell’articolazione della mostra in cinque sezioni che conducono il visitatore in un percorso di alto interesse storico-culturale che si avvia con le “aperture europee della Valle di Susa” e il suo naturale scambio con i territori oltralpini (documentato, fra le varie opere, da una rara “Madonna” allattante in pietra calcarea di un artista borgognone databile intorno al 1430) per proseguire con la narrazione dei “legami fra de Lonhy e la Valle d’Aosta”, rappresentati in particolare – ma non solo – dai numerosi elementi dipinti e scolpiti che componevano il grandioso “altare” della Collegiata di Sant’Orso ad Aosta, oggi dispersi in varie sedi.

 

A seguire, le testimonianze del concreto influsso esercitato da de Lonhy scultore (con quel suo particolare modo di “panneggiare, soffice e voluminoso”) su artisti sabaudi come il cosiddetto “Maestro del Compianto di Chivasso” o nord-europei come il “Maestro della Madonna delle nevi” e, in genere, su alcuni grandi pittori del Ducato di Savoia: da Martino Spanzotti (suggestiva la serie dei quattro elementi di predella, prestati da un importante istituto bancario svizzero e presentati in mostra per la prima volta al pubblico) all’astigiano Gandolfino da Roreto, rappresentato da opere giovanili come una “Annunciata”, parte di uno sportello di altare proveniente da Genova e una “Maddalena” di collezione privata. A chiudere il percorso espositivo il privilegiato rapporto dell’artista con la Valle di Susa: dai frammenti di intonaco affrescato (recuperati in scavi archeologici) eseguiti per Giorgio Provana e provenienti dal Museo della Novalesa, alla “Pala di Sant’Agostino”, prestata da un generoso colleziosta privato. Certo è che alla fine del Quattrocento Antoine de Lonhy con la sua bottega doveva aver segnato profondamente la Valle, come testimoniano ancora un affresco staccato con la “Pietà” appartenente a Palazzo Madama, di cui si discute il riferimento ad Antoine o a uno stretto seguace, ma anche opere di artisti ancora anonimi, come l’autore di un “Breviario” miniato proveniente dalla Sacra di San Michele della Chiusa appartenente alla Biblioteca Nazionale di Torino.

Gianni Milani

“Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy”
Museo Diocesano, via Mazzini 1, Susa (Torino); te. 0122/622640 o www.centroculturalediocesano.it
Fino al 10 ottobre
Orari: dal mart. al sab. 10/12,30 – 14,30/18: dom. e lun. solo pomeriggio

Nelle foto
– “Madonna di Avigliana”, scultore borgognone, fine sec. XV
– Antoine de Lonhy: “Santa Maria Maddalena”, dipinto su tavola di pioppo, ca. 1485
– “Breviario di San Michele della Chiusa”, seconda metà del sec. XV

 

Raphael Gualazzi rinviato a mercoledì

La  data di MusicNic con Raphael Gualazzi precedentemente prevista per lunedì 26 luglio è stata posticipata a mercoledì 28 luglio causa maltempo. Restano validi tutti i biglietti precedentemente acquistati.

 

CONTINUANO I LIVE DI MUSICNIC ® DA UN’IDEA DI SIMONA BENCINI, VOCE DEI DIROTTA SU CUBA

               “Unire il piacere di ascoltare musica di qualità con il piacere di gustare un pic-nic sfizioso durante una bella giornata estiva, con quella tipica atmosfera informale che si respira quando si è a casa di amici” – Simona Bencini

APPUNTAMENTO PER MERCOLEDÌ 28 LUGLIO CON RAPHAEL GUALAZZI A CELLA MONTE (Alessandria) PRESSO CASCINA VALTEGNA

“Come avevo promesso, quest’anno MusicNic parte in tour per portare la musica di qualità in luoghi inediti e speciali a contatto con la natura e con le eccellenze del nostro Belpaese.  E così per la prima tappa abbiamo scelto di abbinare   la meravigliosa combo piano e voce di Raphael Gualazzi con un luogo magico come Cascina Valtegna, antico cascinale immerso nella cornice delle colline del Monferrato, patrimonio dell’Unesco”.

Dopo il grande successo registrato nella data zero dello scorso anno, in cui Irene Grandi si è esibita nel parco di Villa Zappa Bencini a Lesa, continuano gli appuntamenti di MUSICNIC, la rassegna musicale ideata da Simona Bencini in cui musica di qualità e uno sfizioso pic-nic sono protagonisti assoluti.

L’intenzione di Simona, voce della band simbolo del funky italiano Dirotta su Cuba, è quella di continuare portare a MusicNic nomi di spicco della scena pop, jazz, soul e non solo, alla scoperta anche di nuovi talenti.

Il nuovo appuntamento di MusicNic è per mercoledì 28 luglio con il cantautore, compositore, arrangiatore, musicista e produttore RAPHAEL GUALAZZI, che porterà sul palcoscenico allestito a Cascina Valtegna, oasi nel cuore delle colline del Monferrato, uno spettacolo unico fatto di soli voce e pianoforte. Nel suo tour estivo, che toccherà molte regioni italiane in contesti suggestivi e particolari, il cantautore e compositore ripercorrerà la sua carriera tra brani del suo repertorio e reinterpretazioni di chicche e standard del blues/soul internazionale, oltre a qualche sorpresa.

 

MUSICNIC CON RAPHAEL GUALAZZI

Mercoledì 28 luglio ore 19.00

@Cascina Valtegna (Cella Monte – Alessandria)

per info e prenotazioni  scrivere a: sherazadesound@gmail.com

        Costo per persona per partecipare all’evento: 70 euro

A tutti i partecipanti verrà distribuito un cestino da pic-nic con cena per 2 persone e verrà riservata una postazione allestita con balle di fieno e pallet sul prato intorno al palco.

 Per questa prima di MusicNic 2021 si è scelto infatti di posizionare il palco al centro e di disporre il pubblico tutt’intorno, disposto in cerchio.

“Ho pensato che la formula pic-nic fosse allo stesso tempo easy ma anche molto chic e che avesse già in sé la formula del necessario “distanziamento”. I concerti saranno intimi, confidenziali, per un raccolto salotto di persone sedute a piedi nudi sul prato” – conclude Simona Bencini.

***

RAPHAEL GUALAZZI Classe 1981, Raphael Gualazzi è cantautore, compositore, arrangiatore, musicista e produttore. Dopo gli studi classici al Conservatorio ha sempre sperimentato diversi generi musicali, dando vita ad uno stile personalissimo, tra stride piano, jazz, blues e fusion. Gualazzi ha partecipato ai più rinomati festival d’Europa (tra cui l’“International Jazz Day”, presso la sede UNESCO di Parigi, il “Saint Germain Jazz” di Parigi, il “Dìa de la Musica” di Madrid, l’Italian Innovation Day a Bruxelles, testimonial del made in Italy di successo all’estero), ha segnato sold out in Italia e all’estero sempre con formazioni di musicisti internazionali, arrivando a conquistare anche il Giappone e il Canada. Nel 2011, già noto in Francia, ha trionfato al Festival di Sanremo nella categoria Giovani con il brano “Follia d’amore”: primo posto, Premio della Critica “Mia Martini”, premio della Sala Stampa Radio e Tv, Premio Assomusica per la migliore esibizione live. E al successivo all’Eurovision Song Contest ha ottenuto il secondo posto con “Madness of Love”. Sul palco dell’Ariston è tornato altre due volte, sempre con grande successo di pubblico e critica: nel 2013 con “Sai (ci basta un sogno)” (quinto) e nel 2014 insieme a The Bloody Beetroots, con un progetto inedito che ha fuso jazz, elettronica, blues e gospel (medaglia d’argento con “Liberi o no”).

Quattro album all’attivo e tre Ep in Italia, Gualazzi ha pubblicato in tutto il mondo (sempre con la Sugar), dalla Francia alla Germania, fino al Giappone (dove, nel 2018 è uscito “Best of”, una raccolta di successi contenuti nei suoi tre precedenti dischi). Il suo ultimo lavoro, “Love Life Peace”, ha conquistato il Disco D’Oro e il suo singolo di traino “L’estate di John Wayne” è stato in vetta alle classifiche radiofoniche per settimane fino ad arrivare ad ottenere la certificazione del Disco di Platino. Gualazzi ha composto anche per la tv e per il cinema. E’ autore di testo e musica, oltre che interprete al pianoforte, di “Vertigo”, brano contenuto nell’album “Sì” di Andrea Bocelli, candidato ai prossimi Grammy Awards. A febbraio 2020 è uscito il suo nuovo album “Ho un Piano”, contenente la hit sanremese “Carioca”.

CASCINA VALTEGNA Valtegna è un antico cascinale dell’800, immerso nella stupenda cornice delle colline del Monferrato, patrimonio dell’Unesco. La proprietà si trova sui confini di due deliziosi paesi, Cella Monte e Sala Monferrato, rinomati per le opere d’arte classiche e contemporanee presenti nel territorio, per gli infernot, le cantine tradizionali della zona e ovviamente per i prodotti enogastronomici. I proprietari, dopo un recente restauro conservativo dell’edificio principale, hanno deciso di mettere a disposizione la proprietà per shooting fotografici e produzioni cinematografiche, concerti e sfilate. Da maggio in poi, inoltre, è possibile visitare il roseto, che seppur giovane, già raccoglie diverse decine di esemplari di rose antiche e rose inglesi. La collezione di macchine agricole d’epoca, accuratamente restaurate dalla famiglia e funzionanti, è una delle più grandi della zona ed è visitabile anch’essa su appuntamento. La casa si fregia dell’onore di ospitare su una parete esterna una delle più belle opere d’arte di Gianni Colonna, “Giorno e Notte”, parte di un percorso culturale e artistico creato dall’artista stesso che attira ogni anno centinaia di persone. L’obiettivo principale dei padroni di casa, Chiara Gaviati, esperta di comunicazione e organizzatrice di eventi e Francesco De Cave, lighting designer e show designer, è contribuire a mantenere viva la storia e le tradizioni del Monferrato e collaborare a farle conoscere ad un pubblico sempre più ampio.

Giorgio Montanini recita in Undiceximo per la rassegna “Spaghetti Comedy

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TORINO COMEDY LOUNGE presenta Giorgio Montanini in  Undiceximo

Nell’ambito della rassegna “Spaghetti Comedy – Stand up all’italiana Vol. 1” Martedì 27 luglio Open Factory Nichelino Inizio ore 21

Quali impronte sta lasciando, su di noi, la pandemia? Come sta cambiando la nostra fisionomia di
esseri umani e il nostro modo di rapportarci l’uno con l’altro? Ne stiamo davvero uscendo migliori,
come auspicato all’inizio dell’emergenza sanitaria?

Prenderà le mosse da queste riflessioni il nuovo monologo di Giorgio Montanini, Undiceximo, tra i
capisaldi e gli esponenti più apprezzati della stand up comedy italiana, noto al pubblico per il suo
stile mordace, brillante e affilato.

Il comico e attore marchigiano salirà sul palco dell’Open Factory di Nichelino martedì 27 luglio,
in occasione del sesto appuntamento di “Spaghetti Comedy – Stand up all’italiana Vol. 1”, la più
grande rassegna del genere in Italia promossa dal collettivo Torino Comedy Lounge.

Con una satira vibrante e feroce e il magnetismo che, da sempre, caratterizza la sua presenza
scenica, Giorgio Montanini introdurrà il pubblico in un’attenta disamina circa gli effetti della crisi
pandemica in corso, rivelandone effetti, derive e nuove consapevolezze.

Come afferma lo stand up comedian, infatti:
«Siamo venuti fuori realmente per quello che siamo: inconsapevoli, inadeguati, indifesi. Una
delusione come popolo, una delusione come individuo. Una resa incondizionata che non risparmia
nessuno e non contempla eccezioni».

Undiceximo, quindi, si pone alla stregua di un punto di svolta nel percorso artistico di Montanini,
segnando una cesura tra la produzione precedente e quella che, inevitabilmente mutata a causa
degli eventi storici, procederà a partire dal nuovo monologo.

«Questo spettacolo – conclude lo stand up comedian – è la presa di coscienza di esserci arresi come
cittadini e corrotti come persone. Uno schiaffo che ci ridimensiona come specie, ma che,
soprattutto, mi ha ridimensionato come persona. Credevo fossimo meglio, credevo di essere
meglio».

Giorgio Montanini, classe 1977, rappresenta uno dei pionieri della stand up comedy in Italia. Dopo
aver debuttato a teatro nel 2004 e aver ottenuto piccoli ruoli televisivi in alcune fiction, nel 2008
entra a far parte del gruppo Satiriasi Stand Up, primo esperimento del genere nel nostro paese.

Di qui, ha avvio il susseguirsi di monologhi portati in scena da Montanini, il primo dei quali
intitolato Nibiru e presentato nel 2011. Due anni dopo torna in televisione per i programmi
“Aggratis”, su Rai 2, “Nemico Pubblico”, su Rai 3 (che condurrà fino al 2016), “Nemo – Nessuno
escluso”, su Rai 2, “Le Iene” e “Dritto e rovescio” (provocando, in questi ultimi due casi, alcuni
dissapori con la rete).

Nel frattempo, Montanini ha proseguito il suo impegno cinematografico, partecipando al film
Tempo instabile con probabili schiarite, rilasciato nel 2015 e con Luca Zingaretti e John
Turturro, e figurando, recentemente, tra i protagonisti dell’esordio alla regia di Pietro Castellitto,
I predatori, premiato alla 77esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia per
la miglior sceneggiatura nella sezione “Orizzonti”.
La serata sarà introdotta dallo stand up comedian, fondatore del Torino Comedy Lounge e ideatore
del festival Antonio Piazza. Con lui, i comici e co-fondatori del TCL Pippo Ricciardi ed
Emanuele Tumolo.

Informazioni:
Lo spettacolo inizierà alle ore 21 (con apertura porte alle ore 19). L’ingresso sarà contingentato e
l’afflusso garantito nel pieno rispetto delle norme anti-contagio in vigore.

Biglietto unico a 15 euro → ticket ancora disponibili su show.thecomedyclub.it.

La rassegna è promossa da Spaghetti Comedy APS e Torino Comedy Lounge in collaborazione
con: Open Factory Nichelino, Città di Nichelino, Informagiovani, SistemaCultura, Compagnia di
San Paolo, The Comedy Club.

Prima degli spettacoli sarà anche possibile cenare presso gli spazi dell’Open Factory. Per prenotare:
https://donaya.it/.

Come arrivare all’Open Factory? Da Torino centro, l’hub culturale di Nichelino è facilmente
raggiungibile in:

• AUTOBUS
• 14: da piazza Solferino scendere alla fermata TRENTO CAP (Nichelino)
35: da piazza Carducci scendere alla fermata PASCOLO (Nichelino)
• TRENO
SFM2 da Stura, Rebaudengo, Porta Susa, Lingotto
• AUTO
https://goo.gl/maps/iidwiu1ccLPZcb8T6

Rock Jazz e dintorni: Manu Chao e Riccardo Sinigallia

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

 

Lunedì. Ai giardini Ginzburg si esibiscono i Melancholia. A Collegno per “Flowers” suona Dardust. Presso la cascina Valtegna  a Cella Monte è di scena Raphael Gualazzi.

Martedì. Alle OGR si esibisce la cantante lituana Popa. A “Flowers” gran finale con Manu Chao. Omaggio a Ennio Morricone dell’Orchestra Ensemble A. Modigliani all’Anfiteatro dell’anima di Cervere.

Giovedì. A Saluzzo nell’ex caserma  Musso suona il quintetto di Fulvio Albano con il trombettista Stèphane Belmondo. All’Hiroshima Mon Amour nel Sound Garden, si esibisce Riccardo Sinigallia. Alle OGR è di scena la cantautrice Gold Mass.

Venerdì. In Val d’Ossola per il Festival “NexTones” nell’ex cava Roncino di Oira suona il compositore tedesco Pantha Du Prince e Caterina Barbieri con il sassofonista Bendik Giske e la dj Nkisi. Inaugurazione a Venaus di “Alta Felicità” con i Lou Dalfin e i Modena City Ramblers. A Bra per “Artico “ si esibisce Margherita Vicario.

Sabato. A Bussoleno per “Borgate dal vivo” è di scena Teresa De Sio. Per “NexTones”  l’opera multimediale “The End of The World” progetto del pianista Lubomyr Melnyk, con lavioloncellista Julia Kent e il gruppo Spime.Im. Ad “Alta felicità” arriva Willie Peyote . A Castell’Alfero canta Amalia Grè.

Domenica.  A Giaglione per “Borgate dal vivo si esibisce la coppia Paolo Benvegnù e Gigi Giancursi. Per “Monferrato on Stage” a Roatto, suona Slep & The Red House. Chiusura di “NexTones” a Ghesc con Andrea Barbieri.

Pier Luigi Fuggetta

Riapre le porte la Casa del Randiere

L’intervento di recupero e rifunzionalizzazione rientra nell’ambito del progetto di Fondazione CRT “Santuari e Comunità – Storie che si incontrano”, che unisce restauro dei beni, iniziative per l’inclusione sociale, azioni di promozione culturale e turistica

• Dopo l’inaugurazione del 26 luglio, in programma un lungo weekend di festa (31 luglio-1 agosto) con osservazione del cielo stellato, una passeggiata sui luoghi del Randiere, letture, riflessioni e lo spettacolo “Infernum. Dante a tempo di rap”
Riapre le porte la Casa del Randiere di Sant’Anna di Vinadio, rinata grazie all’importante progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione “Sant’Anna: un santuario, mille percorsi”, avviato nel 2019 e realizzato grazie al sostegno della Fondazione CRT, nell’ambito del progetto “Santuari e Comunità – Storie che si incontrano”, e al contributo di Fondazione CRC e de La Guida e a donazioni private.
La nuova Casa del Randiere, custode che “vegliava” sul Santuario più alto d’Europa posto a 2.035 m s.l.m., verrà inaugurata lunedì 26 luglio, completamente trasformata al suo interno per ospitare nuove funzioni di incontro, accoglienza e racconto. La Casa ospiterà una sala polifunzionale adatta ad ospitare eventi, presentazioni, proiezioni, conferenze e attività per gruppi numerosi, al piano superiore, e uno spazio di memoria e racconto, attraverso un allestimento permanente, al piano inferiore.
Restituiamo alla comunità, recuperato e completamente trasformato, un importante ‘tassello’ del Santuario di Sant’Anna di Vinadio: la Casa del Randiere, luogo di operosità, accoglienza, condivisione, eredità del passato che ‘parla’ oggi alle nuove generazioni – dichiara il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –. Il progetto di riqualificazione e rinascita è stato sostenuto da Fondazione CRT nell’ambito del grande progetto ‘Santuari e Comunità’ che, insieme alle Diocesi e alle realtà del territorio, contribuisce a valorizzare il ruolo dei Santuari come luoghi di incontro, scambio, inclusione culturale e sociale per le comunità del terzo millennio”.
Tante furono le famiglie di randieri che si susseguirono nel tempo, alcune per pochi mesi e altre per molti anni. Con la scomparsa di Lidio Giraudo, l’ultimo randiere, nel 2006, si chiuse una lunga tradizione di accoglienza e ospitalità, che per secoli rese la casa del randiere un luogo di incrocio e incontro di storie di famiglie, ospiti e pellegrini.
Il progetto “Sant’Anna. Un Santuario, mille percorsi”, in linea con le tre direttrici del progetto “Santuari e Comunità” della Fondazione CRT, ha unito negli scorsi mesi gli interventi edili di restauro e recupero a iniziative di valorizzazione culturale e di carattere sociale.
Le iniziative di carattere culturale hanno portato alla realizzazione di un percorso storico-narrativo, sviluppato con il coinvolgimento di persone ed enti del territorio che hanno contribuito ad arricchire il racconto, mettendo a disposizione materiali significativi e parte dei propri ricordi anche personali. Quelle che un tempo furono le camere, la cucina, la cantina, il bar del randiere, dall’estate 2021 daranno ospitalità ad un racconto collettivo dei tanti cammini che da secoli si incrociano a Sant’Anna, percorsi nel tempo da migliaia di persone per commercio, migrazioni, guerre, fede, speranza, devozione, turismo e sport.
Il percorso narrativo ripercorrerà la storia del Santuario di Sant’Anna dalle sue origini (quando nel primo documento di cui siamo a conoscenza, risalente al 1307, veniva citata l’ecclesia Beatae Mariae de Brasca), fino ad arrivare ai giorni nostri, seguendo le trasformazioni architettoniche del complesso dedicato a Sant’Anna e lo sviluppo storico della devozione delle comunità del territorio. Alla storia del Santuario si affianca quella della figura del Randiere, il massarium già citato nel XV secolo che doveva abitare presso il Santuario sia d’estate sia d’inverno per assistere i viandanti e offrire loro riparo. I percorsi di Sant’Anna non sono però legati solo alla devozione: la Valle Stura è sempre stata un territorio di passaggio, inizialmente di commercio e scambio, e di invasione e scontro poi. Si delineano così nel tempo cammini legati alle migrazioni lavorative, al contrabbando, alla guerra e alla resistenza, fino all’alpinismo, all’escursionismo e allo sport, in tempi più vicini a noi. Una sezione intera dell’allestimento sarà dedicata ai cammini di fede, ricercando nella storia l’origine dei pellegrinaggi tradizionali che ancora oggi uniscono le comunità dei paesi della Valle Stura e non, con una selezione degli ex voto più storici e significativi, che offrono uno spaccato della vita delle comunità valligiane da fine ‘800. Una parete sarà dedicata interamente al lato più personale e affettivo che lega decine di fedeli al Santuario, attraverso fotografie di famiglia e testimonianze raccolte nei mesi del progetto tra coloro che hanno dato la propria disponibilità a contribuire al racconto collettivo: questa sezione potrà essere nel tempo ampliata e trasformata, accogliendo i ricordi di altri fedeli per costruire un archivio di immagini e parole della devozione popolare alla Santa.
Una saletta proiezioni accoglierà immagini video delle bellezze naturalistiche e culturali della Valle Stura e le voci di alcuni testimoni legati in modo differente al Santuario e ai sui cammini. La sala conclusiva del percorso è invece dedicata invece alle opportunità turistiche offerte dal territorio, con la possibilità di consultare pubblicazioni e brochure relative a sentieri, escursioni, beni culturali, percorsi, riassunti in una mappa dell’Alta Valle esposta nell’ambiente che un tempo ospitava il bar del randiere. Il percorso continuerà al piano superiore, dove nel luogo in cui vi era la stanza da letto del randiere, “cuore” della casa e da cui si apre una splendida vista sulla chiesa, il ricordo dell’ultimo Randiere, Lidio Giraudo, è affidato alle parole di una delle nipoti e alle fotografie messe a disposizione dalla moglie Angela con la figlia Cristina.
L’invito a entrare nella nuova casa, a partire dal 26 luglio, è rivolto a tutti, fedeli e non, frequentatori affezionati o turisti alla prima visita: il racconto sviluppato raccoglie mille voci, mille storie e mille percorsi che si incrociano a Sant’Anna, perché ognuno possa aggiungere il proprio.
Le attività di carattere sociale, coordinate dall’associazione culturale 1000miglia in collaborazione con la Pastorale Giovanile della Diocesi di Cuneo, si sono focalizzate invece sul coinvolgimento giovanile, con l’obiettivo di ampliare i pubblici del Santuario oltre le attuali frequentazioni, suggerendo e sperimentando format di fruizione culturale degli spazi del complesso e della Casa del Randiere. Ciò ha portato a sviluppare un percorso di progettazione di iniziative ideate da giovani under30 e rivolte a giovani, che si concretizzeranno nel weekend successivo all’inaugurazione della Casa (31 luglio – 1 agosto), con una serata di osservazione del cielo stellato presso il Santuario, una passeggiata sui luoghi del Randiere in compagnia della figlia dell’ultimo randiere Lidio, Cristina Giraudo, con letture e riflessioni, e lo spettacolo conclusivo di Murubutu e Claver Gold “Infernum. Dante a tempo di rap” dedicato ad uno dei “cammini” più famosi della storia: quello descritto da Dante nella Divina Commedia.
L’iniziativa è promossa dal Santuario di Sant’Anna di Vinadio in partnership con le associazioni Volontari per l’Arte, il Cammino di Sant’Anna, 1000miglia, la Pastorale Giovanile della Diocesi di Cuneo, insieme ai partner istituzionali ATL del Cuneese, Unione Montana Valle Stura, Consorzio Valle Stura Experience e Comune di Vinadio, con il project management dell’associazione noau | officina culturale, che ha curato inoltre la ricerca e la curatela dei contenuti, insieme alla dott.ssa Laura Marino, e la progettazione dell’allestimento. L’intervento di restauro è a firma dell’arch. Paolo Lingua con l’ing. Massimo Ghibaudo (impianti) e Fabrizio Giraudo (sicurezza), con il coordinamento diocesano dell’arch. Igor Violino e la supervisione della Soprintendenza A.B.A.P. nelle figure degli arch. Stefania Manassero e Nadia Ostorero. L’esecuzione dei lavori è di DeVi Costruzioni s.r.l. insieme a Pellegrino e figli s.n.c. (impianto elettrico) e Ezio Biancotto (impianto igienico-sanitario e rete idranti). La realizzazione degli allestimenti è a cura di PortArredi srl e Sonitus srl per la parte tecnica e multimediale, i contenuti video sono di Paolo Ansaldi (Vdea Produzioni), traduzioni in lingua di Europa 92 e Alice Gallouin.
L’inaugurazione della nuova Casa, su invito, è prevista alle ore 15 del 26 luglio 2021, chiudendo le celebrazioni per la festa di Sant’Anna, e si terrà nella nuova sala polivalente che nei prossimi mesi potrà ospitare attività di gruppi numerosi, iniziative culturali, conferenze, incontri e dare riparo ai frequentatori del Santuario nelle giornate piovose, colmando una lacuna di spazi coperti che da anni gravava sul complesso.

 

Scenario Montagna, il festival delle tre valli

Musica, escursioni, comicità e scienza nel weekend del 24 e 25 luglio con Scenario Montagna, il festival estivo giunto quest’anno alla sua 17esima edizione che coinvolge 3 valli piemontesi – Val di Susa, Val Chisone e Val Pellice – per due mesi di eventi – luglio e agosto – con oltre 25 appuntamenti in 7 diversi comuni montani piemontesi.

Sabato 24 luglio, dalle ore 16, Sauze D’Oulx

MUSIC IN THE STREET

Evento gratuito

Si inizia sabato 24 luglio a Sauze D’Oulx con MUSIC IN THE STREET, un concerto a cielo aperto diffuso per il paese. Dalle ore 16 fino a sera grandi e piccini potranno divertirsi a girare per le vie di Sauze alla scoperta degli scorci più suggestivi, sulle note di tre ensemble musicali di diversi generi e sonorità.

Gli artisti che si esibiscono in Music in the street di Scenario Montagna sono:

–      LI BARMENK, da più di 20 anni sono tra i più conosciuti ed apprezzati interpreti della tradizione musicale occitana. Capitanati da Enea Berardo LI BARMENK mescolano le sonorità delle melodie tradizionali delle nostre valli con quelle d’Irlanda, Provenza e Paesi Baschi.

–      19 O’CLOCK, il duo composto dal chitarrista e compositore Jean-Paul Agnesod e la cantante Antonella Berlier . Il gruppo propone le pietre miliari della discografia internazionale con sonorità che spaziano dal rock al blues, senza escludere qualche piacevole divagazione in altri generi musicali, il tutto rivisitato in chiave acustica per voce e chitarra.

–      D O R A, il trio composto da Elisabetta Anselmo (Dora) voce e tastiere, Massimo Acotto (Machy) alle percussioni e Enrico DAmico al sax, un sodalizio di musica e parole dal risultato affascinanre e coinvolgente.

Per informazioni: info@scenariomontagna.it o 375 7314882.

Domenica 25 luglio, dalle ore 9.30, Gran Bosco di Salbertrand

MANDIAMO TUTTO A MONTE! ESCURSIONE GUIDATA NEI SENTIERI DELLA MENTE

Prezzo 12 euro

È domenica 25 luglio il primo IEP! – Itinerari Escursionistici Personalizzati della stagione 2021 di Scenario Montagna. Una formula nuova e frizzante nata nel 2020 e che unisce passeggiate tra la natura a spettacoli ed esperienze “in cammino”.

In questo primo appuntamento, inserito anche nel calendario di Settimane della Scienza, gli “ieppisti” saranno condotti alla scoperta dei meravigliosi percorsi del Gran Bosco di Salbertrand e dei ben più tortuosi cammini della mente. Francesco Giorda, attore e autore comico con la passione per la scienza e Alberto Agliotti, divulgatore scientifico con il vizio della comicità, portano a spasso tra i sentieri della mente per scoprire i meccanismi con cui il cervello ci fa prendere le decisioni di tutti i giorni. Un viaggio tra fragole buone e fragole marce, pregiudizi di conferma e metodo scientifico, cucchiaini nello spumante e puzza di gas. Quando il pregiudizio è azione e quando omissione? Perché la stessa notizia può provocare reazioni opposte in base a come viene raccontata? Che cos’è il bias del pavone? Conoscere i nostri pregiudizi non ci salva dal caderne vittima, ma ci aiuta a orientarci nel gran bosco degli stimoli e delle informazioni che attraversiamo tutti i giorni.

In collaborazione con Frame – Divagazioni Scientifiche e Teatro della Caduta.

Prenotazione obbligatoria.

Per informazioni: info@scenariomontagna.it o 375 7314882.

Gli eventi che formano il calendario di Scenario Montagna sono consultabili sul sito www.scenariomontagna.it

Scenario Montagna è realizzato con il sostegno di: REGIONE PIEMONTE – COMPAGNIA DI SAN PAOLO – COMUNE DI SAUZE D’OULX – CONSORZIO TURISTICO SAUZE D’OULX – COMUNE DI BARDONECCHIA – COMUNE DI PINASCA – COMUNE DI TORRE PELLICE – AREE PROTETTE ALPI COZIE e in collaborazione con: UNCEM – TURISMO TORINO E PROVINCIA -UNIVERSITÀ DI TORINO, MEDICINA DEL LAVORO – FRAME, DIVAGAZIONI SCIENTIFICHE – SETTIMANE DELLA SCIENZA – FOCUS EUROPE – LINEA AZZURRA – CECCHI POINT CASA DEL QUARTIERE – VALCHISONE OUTDOOR

La Forma e l’Idea. Giovanni Taverna Scultore

A Incisa Scapaccino si ricorda la figura del celebre artista alessandrino, allievo di Leonardo Bistolfi

Sabato 24 luglio, ore 18

Incisa Scapaccino

Riprende, dopo l’interruzione causata dall’emergenza sanitaria, la serie di incontri annuali su figure di artisti del territorio, tenuti in “San Giovanni Battista”, Santuario della “Virgo Fidelis”, alla Villa di Incisa Scapaccino, nell’alessandrino.  Guidati come sempre dallo storico dell’arte Francesco De Caria, sabato prossimo 24 luglio, ore 18, si farà dovuta memoria della figura e delle opere del celebre scultore, fra i protagonisti di maggior spessore del nostro Novecento artistico, Giovanni Taverna, nato ad Alluvione Cambiò nel 1911 e scomparso a Torino nel 2008. “La Forma e l’Idea”: Giovanni Taverna “fra lezione bistolfiana e ritorno al classico”, il tema – sottolinea De Caria – su cui s’incentrerà l’incontro-conferenza, corredato dalla proiezione di immagini e da un’essenziale esposizione di alcune opere dell’artista.

Giovanni Taverna si formò dapprima presso la pittrice Mina Pittore (Sale Alessandrino1882-1937, allieva di Pellizza da Volpedo), poi dagli anni Venti a Torino, negli atéliers di due grandi Maestri, il monregalese Stefano Borelli (1895 – 1962) e l’allora sessantacinquenne e all’apice della fama, il casalese Leonardo Bistolfi (1859-1933), nel cui studio, in via Bonsignore presso la Gran Madre, Giovanni Taverna fece compiutamente “sua” l’idea di un fare artistico indissolubilmente legato a “tecnica” ed “etica”. “Forma” e “idea”, per l’appunto. Concetti che divennero per lui (che fu anche pittore di buon livello, pur considerando la pittura come puro divertissement) comandamenti ineludibili, in un periodo non facile per il mestiere d’artista, nel pieno dello scontro fra tradizione e avanguardie  e del generale “ritorno al classico” dopo l’esperienza Liberty. “Nel corso dell’incontro si farà anche cenno – ci anticipa De Caria – all’ampiezza dell’orizzonte culturale di un artista come Taverna, ricco di interessi (perfettamente integrati e perseguiti con estremo rigore anche nella sua produzione scultorea) che andavano dalla letteratura, alla musica, alla filosofia, financo alla matematica”.

L’arte come abbraccio totale di vita. Idea mantenuta anche nell’attività di direttore artistico della torinese azienda di ceramiche “ESSEVI” di Sandro Vacchetti, che Giovanni Taverna portò avanti dalla fine degli anni Trenta, di ritorno dalla campagna d’Africa, sino al ’42, quando in un bombardamento la “ESSEVI” fu distrutta. Erano gli anni in cui si assisteva ai “fulgori” della “Lenci” ed il Taverna firmò anche vari modelli della stessa “ESSEVI”, esposti nel 2015 nella grande mostra sulla “Lenci” al Castello di Monastero Bormida. “Artista faber”: tiene a precisare De Caria. “Artista che progetta con calcoli matematici, sulle proporzioni e sugli equilibri delle masse, i monumenti e le ‘sculture da salotto’, che esegue i modelli in plastilina, che segue l’operazione della formatura e i procedimenti della fusione in bronzo o l’opera degli sbozzatori di marmo, che poi rifinisce anche con le patine – alcune ‘segreto di artista’ – che conferiscono al marmo il tono ‘caldo’ o ‘freddo’ e al bronzo una tonalità brillante o opaca, bruna o grigioverdastra”. A Taverna, il paese natale di Alluvioni Cambiò ha dedicato un’importante Gipsoteca e a lui si devono anche grandiose opere pubbliche, dal “Monumento ai Caduti” di Sale Alessandrino al “Monumento all’Alpino” di Leinì fino al “Monumento al migrante” per la Città di Pittsbourgh. Da ricordare, fra le tante opere, anche un ritratto bronzeo del poeta dialettale piemontese Giuseppe Pacotto (Pinin Pacòt) al Castello di Annone e il busto del ministro Marcello Soleri in Montecitorio. Una minima antologica permanente dello scultore è stata creata anche nelle sale di casa Taverna – De Caria di piazza Bezzi alla Villa di Incisa. Creata e conservata con amore e saggia intelligenza dalla figlia Donatella (giornalista, scrittrice, critica d’arte e, negli anni giovanili, anche pittrice), cresciuta a “pane e arte” fin dalla prima infanzia. Anche lei parteciperà all’incontro del prossimo sabato. “Qualche anno prima di morire – ci racconta Donatella – il papà, perfezionista al massimo che trovava sempre i miei dipinti imperfetti (come del resto i suoi lavori), mi disse ‘Perché non hai continuato a dipingere’? Eri brava!”. E sorride: “Credo comunque che con tutti gli alti e bassi anche di successo che la vita di un artista comporta, quello di esserne la figlia sia stato per me un assoluto privilegio, culturalmente ed umanamente”.

Gianni Milani

Nelle foto:

–         Giovanni Taverna nel suo studio

–         “Vanità”, gesso, 1951

–         “Fior di pesco”, ceramica ESSEVI, 1953

Apre al pubblico il castello di Marchierù

Il Castello di Marchierù, aderente all’ Itinerario Dimore Storiche del Pinerolese promosso dall’ ADSI Associazione Dimore Storiche  Italiane)  sarà aperto al pubblico il 25 luglio, come di consueto ultima domenica del mese.

Domenica 25 luglio riprendono gli appuntamenti previsti dal Calendario 2021 con l’apertura di cancelli e portoni di castelli, palazzi ed antiche ville private normalmente non aperti al pubblico, aderenti all ’ Itinerario Dimore Storiche del Pinerolese, officiato dall’ ADSI ( Associazione Dimore Storiche Italiane) ed inserito nel circuito “Castelli e Dimore Storiche 2021” di TurismoTorino e Provincia

CASTELLO DI MARCHIERU’ ( Villafranca Piemonte  via S.Giovanni 77)
Con il suo parco selezionato e segnalato dalla “ Associazione Il parco più bello d’Italia”
Visite guidate al parco, alla cappella gentilizia, alle scuderie settecentesche ed alle sale ammobiliate del Gli stessi proprietari accompagneranno gli ospiti facendo rivivere la vita dell’epoca con usi e costumi degli appartenenti al loro Casato, da cui discendono dal 1220.
( visite ore 10/11/12*15/16/17 )
Particolari allestimenti saranno predisposti in adesione all’ Anno Internazionale della Frutta e Verdura proclamato dall’ ONU e dalla FAO.
adulti € 8 * bimbi gratis fino a 10 anni* Passport e TorinoPiemontecard € 6
Prenotazione obbligatoria al 3394105153/3480468636 * segreteria@castellodimarchieru.it
Obbligatoria la mascherina protettiva
Domenica 25 luglio Marchierú si racconta. Passeggiate nel parco, ricordi di matrimoni in cappella, le scuderie settecentesche del Maresciallo Filippi di Baldissero, le sale storiche con la scrivania della prima guerra d’indipendenza, la tavola imbandita con servizi d’epoca in sala da pranzo, i suoi rituali, il fumoir… ed il cugino Camillo di Cavour, i ricordi dei familiari francesi Richelieu e Galliffet, la ghigliottina e l’incontro con il boia….. La storia di un Casato raccontata dai discendenti diretti che dal 1220 tuttora abitano il castello.