CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 421

Alla ricerca di Orfeo. Storia di un mito

Sabato 17 aprile ore 21:00  youtube – canale SCENE

Musica eseguita dal vivo

L’ASTREE

 

Laura Torelli – voce recitante

 

Francesco D’Orazio – violino

Paola Nervi – violino

Elena Saccomandi – viola

Daniele Bovo– violoncello

Marta Graziolino – arpa

Riccardo Balbinutti – percussioni

Giorgio Tabacco– clavicembalo

 

Letture tratte da:

Poliziano, Striggio, Ovidio, Marino, Rilke, Pavese, Duffy

 

Musiche di:

 Monteverdi, Corelli, Vivaldi, Couperin, Gluck, Berio, Bach

 

Riprese e postproduzione Edoardo Pivi

Service Tecnico Archensiel Studio di Paolo Penna

Location Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

 

In collaborazione con Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

 

«Un Mito è come un piccolo specchio – racconta l’ Astrée – possiamo estrarlo dalla tasca e interrogarlo in ogni epoca, e fino a quando avrà qualcosa da dirci vorrà dire che la sua forza vitale non si è esaurita, o forse fino a quando siamo capaci di interrogarlo e dargli un nuovo senso, siamo noi ad essere ancora vivi». Il mito di Orfeo risplende più vivo che mai dal palco del Teatro del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, sabato 17 aprile (Canale Youtube della Stagione) alle 21:00 con “Alla ricerca di Orfeo. Storia di un mito”: le musiche sono quelle di Monteverdi, Corelli, Couperin, Gluck, Berio, Bach, Vivaldi, integrate e approfondite da letture delle celebri pagine dedicate al ricordo immortale delle imprese e del profilo di una delle figure più incisive della mitologia greca, in una sintesi efficace quanto profonda condotta da Laura Torelli, che interpreta voci tratte da La Fabula di Orfeo (Poliziano), L’Orfeo (Striggio), Le Metamorfosi (Ovidio), La sampogna (Giovan Battista Marino), Orfeo, Euridice, Hermes (Rainer Maria Rilke), Dialoghi con Leucò (Cesare Pavese), Eurydice (Carol Ann Duffy).

In programma:

Letture tratte da:                                                        Musiche:

 

Angelo Poliziano (1454-1494)                                  Claudio Monteverdi (1567-1643)

La Fabula di Orfeo                                                       Estratti da L’Orfeo e Ballo delle Ingrate

Alessandro Striggio (1573-1630)                              Arcangelo Corelli (1653-1713)

L’Orfeo                                                                           Ciaccona in sol minore per 2 violini e continuo op. 2 n. 12

Ovidio (43 a.C.-17 d.C.)                                              Christoph W. Gluck

Le Metamorfosi                                                             Che farò senza Euridice da Orphée et Euridice

Giovan Battista Marino (1569-1625)                        

La sampogna

Rainer Maria Rilke (1875-1926)                                 Luciano Berio (1925-2003)

Orfeo, Euridice, Hermes                                               da Duetti per 2 violini: n. 13 Jeanne / n. 34 Lele /

Cesare Pavese (1908-1950)                                         n. 8 Peppino / n. 24 Aldo

Dialoghi con Leucò                                                         François Couperin (1668-1733)

Carol Ann Duffy (1955)                                                 Les Ombres Errantes per clavicembalo

Eurydice                                                                           Johann Sebastian Bach (1685-1750)

                                                                                           Adagio dalla Sonata n. 4 in do minore per violino e clavicembalo BWV 1017

                                                                                            Antonio Vivaldi (1678-1741)

                                                                                         La Follia, per 2 violini e basso continuo op. 1 n. 12 RV 63

Incontro in biblioteca con Civallero e Rossi

Venerdì 16 aprile 2021 ore 18 . Il venerdì dello scrittore

Quando veniamo concepiti non siamo soli: probabilmente anche tu non sai di aver perso un fratello o una sorella prima della nascita. La possibilità che la gravidanza parta con un potenziale gemellare che poi si risolve con un parto singolo, è altissima, ed è un fatto normale. Civallero e Rossi ci guidano con i loro libri in un affascinante viaggio alla scoperta della “sindrome del gemello che resta”, delle sue implicazioni e potenzialità.

Competenza e passione contraddistinguono il lavoro di ricerca e le pubblicazioni delle autrici di questa settimana – commenta soddisfatta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Due ‘esperte di benessere’ che ci propongono un tema insolito e di sicuro interesse per il nostro pubblico”.

Vuoi recensire un libro o un film?
Il Venerdì dello Scrittore dà voce ai lettori

scrivi una mail a biblioteca@comune.moncalieri.to.it
e la tua recensione verrà pubblicata sulla pagina facebook della Biblioteca Arduino

“Premio Lattes Grinzane 2021”, Lagioia tra i finalisti

Selezionati i cinque finalisti. Nella cinquina anche il direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino
Premio Speciale alla canadese Margaret Atwood

Monforte d’Alba– Un iraniano, rifugiato politico in Olanda; un’inglese di origine nigeriana; una francese, un americano e un italiano. Cinque fra scrittori e scrittrici di forte valenza internazionale scelti da un Giuria Tecnica composta da docenti, intellettuali, critici e scrittori, presieduta da Gian Luigi Beccaria, linguista, saggista e crico letterario: sono loro i finalisti dell’XI edizione del “Premio Lattes Grinzane 2021”, promosso dalla “Fondazione Bottari Lattes” di Monforte d’Alba, intitolato a Mario Lattes (editore, pittore, scrittore, fra i più importanti intellettuali del secolo scorso) e rivolto alle opere di narrativa italiana e internazionale pubblicate in Italia, per quanto riguarda l’odierna edizione, fra il gennaio 2020 e il gennaio 2021. Ecco i loro nomi: Kader Abdolah (nato in Iran e rifugiato politico in Olanda) con “Il sentiero delle babbucce gialle” (Iperborea; traduzione di Elisabetta Svaluto Moreolo), Bernardine Evaristo (britannica di origini nigeriana) con “Ragazza, donna, altro” (Sur; traduzione di Martina Testa), Maylis de Kerangal (francese) con “Un mondo a portata di mano” (Feltrinelli; traduzione di Maria Baiocchi), Nicola Lagioia con “La città dei vivi” (Einaudi) e Richard Russo (statunitense) con “Le conseguenze” (Neri Pozza; traduzione di Ada Arduini). Vincitrice del “Premio Speciale Lattes Grinzane” – attribuito ogni anno a un’autrice o autore di fama internazionale che, nel corso del tempo, abbia saputo raccogliere un condiviso apprezzamento di critica e di pubblico – è invece quest’anno la canadese di lingua inglese (nata ad Ottawa e residente a Toronto) Margaret Atwood, edita in Italia principalmente da “Ponte alle Grazie” e tradotta, fra gli altri, da Guido Calza, Camillo Pennati, Elisa Banfi, Francesco Bruno, Margherita Crepax, Raffaella Belletti e Renata Morresi. Autrice di romanzi di successo come “Il racconto dell’Ancella”, “I testamenti”, “L’altra Grace” e “L’anno prima del diluvio” ( molti dei quali trasposti in serie televisive ) Atwood è in uscita in Italia, sempre per “Ponte alle Grazie”, con il romanzo “Bodily Harm”, scritto nel 1981 e con la sua più recente raccolta di poesie “Dearly”, attesi entrambi in autunno, oltreché con “Oryx e Crake”, in libreria dal 13 maggio, nuova edizione de “L’ultimo degli uomini”, edito in italiano nel 2003.
I cinque romanzi finalisti, così come il Premio Speciale, sono ora affidati alla lettura e al giudizio di 400 studenti delle Giurie Scolastiche, avviate in 25 scuole superiori, da Bolzano a Trapani (passando anche in Piemonte per Torino e Alba). Con i loro voti, i giovani giurati decreteranno il libro vincitore tra i cinque in gara, che sarà proclamato sabato 2 ottobre, nel corso della cerimonia di premiazione al “Teatro sociale Busca” di Alba (ingresso libero fino a esaurimento posti, con modalità che saranno definite nel rispetto delle norme sull’emergenza sanitaria Covid-19). In questa occasione il “Premio Speciale” Margaret Atwood terrà una lectio magistralis su un tema a propria scelta e sarà insignita del riconoscimento. Inoltre, nel corso della mattinata i finalisti incontreranno gli studenti delle scuole del territorio cuneese. Gli appuntamenti del Premio saranno anche trasmessi in diretta streaming sul sito e sui canali social della “Fondazione Bottari Lattes”, permettendo così di raggiungere pubblici diversi e lontani e mettendo a disposizione di tutti importanti contenuti della grande narrativa contemporanea.
Info: 0173/789282 – eventi@fondazionebottarilattes.it, book@fondazionebottarilattes.it, WEB fondazionebottarilattes .it / FB Fondazione Bottari Lattes / TW @BottariLattes / YT FondazioneBottariLattes / IG fondazione_bottari_lattes

g. m.

Nelle foto
– La “Fondazione Bottari Lattes”
– Margaret Atwood: Luis Mora_md_credit foto

“Riconoscere i santi”, visite online a Palazzo Madama

La cooperativa Theatrum Sabaudiae propone il nuovo ciclo di visite online a Palazzo Madama dal titolo “Riconoscere i Santi”

Lunedì 26 aprile ore 21.00 | Domenica 16 maggio ore 18.00 | Lunedì 31 maggio ore 21.00

In live streaming un percorso guidato affascinante e curioso, per riscoprire assieme gli attributi e gli atteggiamenti che la Chiesa, mediante l’opera degli artisti, ha voluto conferire a santi e sante della liturgia dell’anno.
Attraverso una selezione delle opere del Museo di diversa epoca e impegno di materiali, prende avvio il percorso di “decifrazione”: dalle storie di santa Maria Maddalena, realizzate intorno al 1200 su legno scolpito dipinto e dorato, alle raffigurazioni su tavola e tela dei santi Giovanni Battista e Francesco di Gandolfino da Roreto, al sant’Ivo di Defendente Ferrari databili tra Quattro e Cinquecento. Infine, a concludere, san Gerolamo di Orazio Gentileschi e la santa Caterina di Giovanni Ricca evidenzieranno il naturalismo e i cambiamenti apportati nella devozione e nell’arte dallo spirito della Controriforma.

Per rendere ancora più attuale l’ incontro  la scelta dei soggetti illustrati terrà anche conto delle figure dei Santi che saranno celebrati nel calendario dei prossimi mesi.

Informazioni e prenotazioni

Visita guidata on-line: 8€ intero; ridotto 7€ (possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte)

Prenotazioni allo 011 5211788, oppure scrivendo a info@arteintorino.com; a seguito della prenotazione saranno inviati dettagli ed estremi bancari per effettuare il pagamento con bonifico, oppure sarà possibile effettuare l’acquisto on-line.

Le visite saranno attivate a raggiungimento del numero minimo di partecipanti.

TorinoDanza Festival entra nel circuito di Big Pulse Alliance 

Il Festival di TorinoDanza assume una dimensione ancora più internazionale, entrando a far parte di BIG PULSE DANCE ALLIANCE, un nuovo network di dodici festival e istituzioni di danza europei, che ha quale finalità il rafforzamento e lo sviluppo del settore della danza contemporanea in tutta Europa.

Nell’ambito del Sismograf Dance Festival che si tiene a Olot in Spagna sono stati illustrati i prossimi progetti e le attività di BIG PULSE DANCE ALLIANCE, annunciando anche i primi artisti selezionati dalle Commissioni di Big Pulse, che ha ricevuto il cofinanziamento da parte del Programma Europa Creativa dell’Unione Europea.
“La partecipazione al network Big Pulse Dance Alliance – spiega il Direttore di TorinoDanza Anna Cremonini – conferma il posizionamento di TOrinodanza quale un festival nel cuore dell’Europa. Si tratta di una occasione straordinaria di crescita e si sviluppo per la nostra manifestazione, che sarà ancora maggiormente in grado di intercettare i gusti, le tendenze creative e innovative della danza
Internazionale”.
Big Pulse Alliande ha quale mission quella di avvicinare artisti e pubblico grazie a progetti transnazionali, capaci di sfruttare luoghi teatrali e spazi non convenzionali, riunendo artisti e pub liceo favorendo una coreografia innovativa capace di celebrare il potere del corpo in movimento.
BDPA invita a una manifestazione di interesse da parte di artisti i interessati a sviluppare idee coreografi ed agili, ecologicamente consapevoli e green con i dodici partner paneuropei, che vi hanno aderito.
I progetti dovranno pervenire in lingua inglese all’indirizzo info@torinodanzafestival.it
Scadenza il 16 aprile 2021.

Mara Martellotta

Rodari, una proposta didattica nell’anniversario della scomparsa

Caro direttore, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende commemorare la figura delicata, colorata e pensosa di Gianni Rodari; morto il 14 aprile del 1980 a Roma, ricorre proprio quest’anno il 41° anniversario della sua scomparsa.

 

Tutti conoscono Gianni Rodari; quasi ciascuno di noi ha imparato a sillabare e a leggere attraverso le invenzioni geniali e fantasiose dello scrittore piemontese. Quello che forse alcuni di noi scordano e che abbiamo imparato anche a pensare attraverso le righe giocose e le rime melodiose delle sue filastrocche. È stato un uomo che ha molto sofferto; del suo dolore ha fatto uno strumento per conoscere il prossimo e sentirlo affine. Difendeva i deboli, gli esclusi, gli ultimi della società, in nome della libertà e della verità; d’altra parte era stato pure partigiano anche se ripudiava la guerra e la violenza con tutte le sue forze. Il suo pensiero andava sempre ai bambini; specialmente quelli sfortunati, come forse era stato anche lui.

“Quest’anno mi voglio fare / un albero di Natale / di tipo speciale, / ma bello veramente. / Non lo farò in tinello, / lo farò nella mente, / con centomila rami / e un miliardo di lampadine, / e tutti i doni / che non stanno nelle vetrine. / Un raggio di sole / per il passero che trema, / un ciuffo di viole / per il prato gelato, / un aumento di pensione / per il vecchio pensionato. / E poi giochi, / giocattoli, balocchi / quanti ne puoi contare / a spalancare gli occhi: | un milione, cento milioni / di bellissimi doni / per quei bambini / che non ebbero mai / un regalo di Natale, / e per loro ogni giorno | all’altro è uguale, / e non è mai festa. / Perché se un bimbo / resta senza niente, / anche uno solo, piccolo, / che piangere non si sente, / Natale è tutto sbagliato. (Gianni Rodari, “Un abete speciale”)
Rodari insegnava quella pedagogia che per alcuni può sembrare un po’ retrò: essere ubbidienti, non mentire, fare i bravi, volersi bene, studiare; ma anche giocare e sognare. Siamo sicuri che siano concetti sorpassati e che non possano essere d’aiuto per gli educatori e i piccoli di oggi?
“Ci sono cose da fare ogni giorno: / lavarsi, studiare, giocare, | preparare la tavola a mezzogiorno. / / Ci sono cose da fare di notte: | chiudere gli occhi, dormire, / avere sogni da sognare, / orecchie per non sentire. / Ci sono cose da non fare mai, / né di giorno né di notte, / né per mare né per terra: / per esempio la guerra.” (Gianni Rodari , “Promemoria”)
Il poeta dava un peso enorme soltanto agli aspetti veramente importanti della vita che sfuggono ai più superficiali, agli adulti indaffarati. Eppure la sua lungimiranza in alcuni casi diventa più eversiva di tanti autori osannati per l’audacia sfrontatezza o l’impegno politico.
“Tutti gli usi della parola a tutti”: mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.” (Gianni Rodari)
I diritti civili non mancano mai nei suoi contenuti, come appare evidente nella favola “Giacomo di cristallo”, in cui il bizzarro Giacomo, omino trasparente, inizialmente penalizzato dalla sua impossibilità di nascondere il proprio pensiero in un regime dittatoriale, riuscirà ad affermare la forza della verità e della libertà:
“[…] Ma allora successe una cosa straordinaria. I muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, e infine anche le mura esterne. La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche
la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri. Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce e il tiranno nel suo palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire. Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché’ la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano.” (Gianni Rodari, “Giacomo di cristallo”)
Conosceva tutta la sofferenza delle anime più indifese e lese; per loro invocava giustizia, istruzione e dignità, anticipando molti temi presenti nella Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ONU.
“Quanto pesa una lacrima? La lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra.” (Gianni Rodari)
Il CNDDU propone una lettura dei diritti umani attraverso l’opera di Rodari. Gli studenti di ogni ordine e grado, seguiti dai loro docenti, potrebbero inventare un percorso originale attraverso immagini, slogan, e-book che coniughi la realtà del nostro presente con le sue storie. Si propone la realizzazione di un logo per l’anniversario da inviare alla nostra email (coordinamentodirittiumani@gmail.com); i più significativi saranno pubblicati sui nostri canali social.
“Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.” (Gianni Rodari)

Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU

“Guarda in su…guarda in giù. Nel cuore di Torino”

Preziosa guida alla scoperta di una Torino mai abbastanza conosciuta nell’ultimo libro  di Giusi Audiberti

Scriveva nel 1753 la contessa Angelica Kottulinsky, dama d’onore della principessa Vittoria di Savoia Soissons: “Non ho mai visto una città così ben pulita e tenuta così accuratamente in ordine come Torino; tutti i mercoledì si fa passare in tutte le strade, attraverso dei canali, l’acqua della Dora; fiume che si getta nel Po a ottocento passi dalla città; vi si spazzano dentro tutti i rifiuti; l’acqua che scorre rapidamente pulisce nello spazio di un’ora tutta la città”. Città meraviglia delle meraviglie per la giovane contessa austriaca. Città bella, ordinata e soprattutto pulita. A scapito, però – ci viene da sottolineare – del suo povero fiume, allora “a ottocento passi dalla città” e che oggi tuttavia non pare vivere tempi troppo migliori. A ricordarci l’elogio subalpino dell’austriaca contessa (cui già aveva dedicato per altro un interessante libro nel 2016) è la scrittrice torinese Giusi Audiberti, autrice di una piccola preziosa guida edita di recente da Neos Edizioni con il titolo “Guarda in su…guarda in giù nel cuore di Torino”. Come in una semplice ma suggestiva e intrigante filastrocca articolata in 80 pagine, il centro di Torino “si dispiega negli sguardi in su e in giù” attraverso “una passeggiata frizzante, attenta, storica, nel cuore della città sabauda alla scoperta di segreti e tesori nascosti”. Quelli davanti ai quali, proprio noi “turineis” (doc o d’adozione) passiamo magari tutti i giorni o anche più volte al giorno senza manco accorgercene. Quanti “nuovi” particolari di una città sicuramente fra le più belle d’Italia (“sobria e barocca, raffinata ed elegante, nobiliare e popolana”) scopriremmo ex-novo, se anche solo per un attimoalzassimo gli occhi al cielo o li abbassassimo a terra, guidati da quella saggia curiosità troppo spesso cancellata dalla malmostosa disattenzione e dal tran trandel vivere quotidiano! In questo può aiutarci la Guida di Giusi Audiberti, che è un vero e proprio “atto d’amore”, come scrive nella prefazione la giornalista Franca Cassine, che aggiunge: “tra le pagine scorre l’affetto per quei luoghi che diventano scrigni densi di ricchezze da scoprire”. Che sono proprio tante. Dal palazzo con il “piercing gigantesco” all’albergo dove soggiornò Mozart nel 1771; dal punto di piazza Castello dove fu arso sul rogo nel 1558 il pastore valdese Goffredo Varaglia all’Obelisco di piazza Savoia innalzato a seguito delle leggi Siccardi. Via via fino al luogo dove nel 1847 il maestro Michele Novaro musicò l’Inno di Mameli alla centrale piazza San Carlo dove 52 torinesi, nel 1864, vennero uccisi durante le proteste contro il traferimento della capitale. Per finire con la storia degli spartiti autografi di Antonio Vivaldi, di cui si erano perse le tracce, ricomparsi nel 1926 nell’alessandrino e ora conservati nella Biblioteca Nazionale Universitaria e conla torre circolare della chiesa di San Lorenzo, che ricordala parigina Colonne Mèdicins facendo così sorgere ildubbio che anche quella torinese fosse una torre astronomica dalla quale osservare il cielo sopra Torino. “In tempo di lockdown (ma non solo) – spiega l’autrice, che oggi si occupa anche di volontariato culturale ed é titolare di un corso di storia ‘al femminile’ all’Unitre di Torinoquesta passeggiata cittadina è dedicata a chi non sa resistere al fascino di Torino, per scoprire o riscoprire storia e storie, arte e cultura, curiosità e dettagli inediti nel centro antico della prima capitale d’Italia”.

Gianni Milani

“Lavori in Corto. Restiamo umani”

Lancio del bando del concorso cinematografico nazionale, con proiezione del film-documentario “#387”
Giovedì 15 aprile, online su Streen.org

18 aprile 2015. Al largo della costa libica nel naufragio della nave-barcone fantasma che li trasportava verso il nostro Paese, perdono la vita inghiottiti dalle acque – che per loro dovevano essere strada salvifica da indicibili violenze, da anni di guerre, fame e miseria – oltre mille migranti, in gran parte, provenienti dalla Mauritania meridionale, dal Senegal e dal Mali. Fu quella la tragedia con il più alto numero di vittime nel Mediterraneo dal secondo conflitto mondiale ad oggi. Impressionante il numero dei dispersi per la cui identificazione, attraverso i poveri oggetti ritrovati (una lettera, qualche foto, una felpa, una cintura o un semplice paio di pantaloni) hanno lavorato per anni missioni umanitarie internazionali attraverso ricerche minuziose nei Paesi d’origine, dove spesso null’altro si trovava se non ferite profonde mai emarginate. A raccontarle e a descriverle nitidamente è il film-documentario del 2019, “#387” di Madeleine Leroyer, coprodotto da Enrica Capra di “GraffitiDoc”, che verrà trasmesso gratuitamente e online su Streen.org, giovedì 15 aprile, dalle 18 e per ventiquattro ore. Evento scelto non a caso dall’“Associazione Museo Nazionale del Cinema” (ANMC) per lanciare, lo stesso giorno, in occasione anche del decimo anniversario della scomparsa dell’attivista per i diritti umani e reporter Vittorio Arrigoni, il bando dell’ottava edizione del concorso cinematografico nazionale “Lavori in Corto”, sottotilato quest’anno “Restiamo umani”, per ricordare il motto con cui Arrigoni era solito concludere i suoi articoli dalla Palestina.


“Da sempre – commenta Vittorio Sclaverani, Presidente dell’AMNC – lo spirito che accompagna il concorso è quello di lavorare sui temi più urgenti del nostro presente con il doppio obiettivo di documentare e denunciare ingiustizie da una parte e, allo stesso tempo, di raccontare esperienze positive e buone pratiche da diffondere tra la cittadinanza e nelle nostre comunità. Restiamo umani è il titolo scelto per questa edizione, in omaggio a Vittorio Arrigoni, con la speranza di stimolare giovani registi a condividere le loro opere e i loro sguardi alle molteplici forme di solidarietà che si sono attivate dal basso, in particolare negli ultimi mesi, in un mondo in cui si acuiscono e si accrescono le disuguaglianze e dove i diritti sembrano essere sempre più messi ai margini. Riteniamo quindi necessario porre l’attenzione ai più fragili, agli ultimi e ai penultimi come i migranti, i minori, le donne, i detenuti, i poveri, le persone con disabilità, le minoranze anche di genere e tutti coloro che chiedono maggiori diritti in ambito politico, civile, sociale, educativo, culturale, lavorativo, religioso, e ambientale”.


Il bando resta aperto due mesi fino al 15 giugno ed è rivolto a tutti i registi under35 italiani e stranieri operanti sul territorio nazionale. Saranno accolti film, cortometraggi di finzione, documentari brevi, animazioni e docu fiction non superiori ai 30 minuti, realizzati in una data non antecedente al 1° gennaio 2019. I film che non rispettano questi parametri potranno essere valutati come “opere fuori concorso”. L’iscrizione è gratuita e la selezione sarà curata dallo staff dell’“AMNC”. Nel corso dell’estate avverrà la restituzione dei lavori presentati con la premiazione dei vincitori decretati da una giuria composta da professionisti del settore cinematografico, da attivisti dei diritti umani e dai rappresentanti delle realtà partner del progetto. Tre i Premi in palio: il Primo dedicato al regista indipendente e militante Armando Ceste, scomparso nel 2009, offerto da “Nova Coop” per un valore di Mille Euro; il Gran Premio della Giuria, dedicato quest’anno a Vittorio Arrigoni, con un valore di 600 Euro e il Premio assegnato dalla “Fondazione Montessori Italia” al miglior film che tratterà i diritti dell’infanzia, con un valore di 600 Euro.
Il film “#387” sarà disponibile anche dal 16 al 18 aprile su OpenDDB, con una donazione libera responsabile.

gm

Gli appuntamenti alla biblioteca di Moncalieri

Lunedì 12 aprile 2021

Arte tra i libri
Ore 18

Il lungo cammino della biblioteca per risistemare e valorizzare la collezione civica di arte contemporanea della Città diventa un libro. Dalla mostra dedicata a Tino Aime (2018) all’acquisizione delle ultime opere, “Arte tra i libri” fa il punto di tutte le iniziative intraprese. Saluto di apertura del sindaco Paolo Montagna. Intervengono Laura Pompeo, Giuliana Cerrato, Silvana Nota e vari artisti della scena cittadina.

Martedì 13 aprile 2021

BIBLIOBABEL
Evento finale

Ore 18

Promuovere il dialogo interculturale arricchendo l’offerta dei servizi delle biblioteche: questo l’obiettivo di BiblioBabel, progetto in cui Moncalieri è protagonista insieme alla Fondazione Amendola. Al centro della serata, il dialogo con la comunità romena di Moncalieri. Con la partecipazione di Padre Marius Floricu e dell’imprenditore Alessandro Varga.

Potenziamento della rete Wi-Fi

Moncalieri sta lavorando a un progetto di potenziamento della connettività Wi-Fi, per permettere l’accesso gratuito alla rete Internet da parte di residenti e turisti. Le immediate adiacenze e i locali della biblioteca Arduino rientrano nell’iniziativa insieme ad aree pubbliche come piazza Baden-Baden, piazza Vittorio Emanuele II, via San Martino, via Matteotti, piazza Caduti, oltre a varie sedi decentrate del municipio come Informa Giovani e il Polifunzionale di Santa Maria.

Il nuovo sistema ha il vantaggio di essere semplice, consentendo l’accesso alla rete sia da un proprio dispositivo (notebook, tablet, smartphone) che dalle postazioni fisse della biblioteca tramite le credenziali Sbam, che vengono rilasciate a tutti gli utenti, minori compresi, non appena effettuano l’iscrizione alla biblioteca. Il tutto fatte salve le esigenze di sicurezza, che vincolano la biblioteca a conservare il tracciamento di tutti gli accessi e delle navigazioni effettuate da ciascun utente. Ciò sia a fini statistici, sia per eventuali condotte illecite, per la verifica delle quali i dati possono essere messi a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Al di là del tempo

La  silloge poetica di Graziella Minotti Beretta conferma la già nota sensibilità e il suo talento artistico che si esprime anche attraverso la pittura.

Le liriche contenute in “Al di là del tempo” spaziano dagli affetti e dai legami personali al forte e persistente amore per la natura in tutte le sue espressioni, ai temi sociali e ai luoghi dell’anima, all’interrogarsi sulla vita.Una poesia, ogni volta che viene letta, riaccende le memoria.Ogni volta si rinnova, impedendo che sui versi si depositi la polvere del tempo. Perché la poesia, come scrive Graziella ha “la forza di un canto” e “ogni giorno si svela pian piano”. Le sue poesie nutrono il cuore e la mente di chi le legge perché entrambi esigono passione, godono del bello e del vero, vagano nell’infinito, tra la realtà e il sogno. La poesia è la prova della vita. E nella poesia di Graziella Minotti Beretta di vita ce n’è davvero molta. A volte trabocca nei versi, in altre si nasconde tra una riga e l’altra. E’ una presenza forte, decisa. Nonostante tutto, nonostante le avversità e il dolore, in queste poesie c’è un grande amore per la vita. In fondo, chi sa amare è felice. Di fronte ai problemi, come sosteneva Alda Merini, “la miglior vendetta è la felicità”. Non si può avere il meglio di tutto ma certamente trarre il meglio da ciò che si ha. Questa è la lezione che caratterizza tutta i versi dei poemi di questa autrice. Ne “Un finale diverso” questo inno alla libertà viene riassunto: “Sfidai me stessa, sciolsi il cappio che gettai alle ortiche. Presi fiato e fiducia verso me stessa,alla mia anima. E di loro mi presi cura”. La rottura di un vincolo, la scelta di essere se stessa, la rivendicazione orgogliosa della propria libertà. La prova che aveva ragione Alda Merini quando ammoniva di non cercare di prendere i poeti “ perché vi scapperanno tra le dita”.

Marco Travaglini