CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 410

De Fornaris, 15 opere dalla Fondazione Fico

La Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris, presieduta da Piergiorgio Re, ha ricevuto in questi giorni 15 opere come lascito della Fondazione Ettore Fico, dopo che questa è stata sottoposta nel corso del 2020 alla procedura di liquidazione con la nomina di un commissario da parte del Tribunale di Torino. Lo Statuto della Fondazione Fico prevede infatti, all’art. 12, che “in caso di scioglimento della Fondazione per qualunque causa, il patrimonio sarà devoluto alla Fondazione De Fornaris”.

 

Sono arrivati in via Magenta lavori di Ra di Martino, Luca Trevisani, Luca Pozzi, Petrit Halilaj, Lili Reynaud-Dewar, Mimosa Echard, David Douard, Paola Angelini, Alberto Scodro, Jonas Wijtenburg, Nicolas Milhé, Rossella Biscotti, Alis/Filliol, Gian Maria Tosatti.

 

In particolare, di Ra di Martino entra nelle raccolte De Fornaris “The Focus of Attention” (2010), di Luca Trevisani “Flyinfishing” (2011), di Rossella Biscotti “Ideological Artifact” (2006). Tra i nuovi ingressi anche “Mofocracy” (2014) di Alis/Filliol, “Senza titolo” (2009) e “L’ospite” (2010) di Gian Maria Tosatti.

 

Maurizio Scandurra interviene su Canale Italia

Questa sera il giornalista cattolico interviene in diretta dalle 20.00 a ‘Piazza Libertà’ su ‘Canale Italia 83’.

Maurizio Scandurra ritorna a ‘Piazza Libertà’. Questa sera il giornalista radiotelevisivo e saggista cattolico è fra gli ospiti in diretta dalle 20.00 alle 21.00 di Armando Manocchia (Direttore del portale d’informazione ‘ImolaOggi.it’) su ‘Piazza Libertà’, il talk-show d’informazione libera in onda ogni domenica su ‘Canale Italia 83’, su Sky 937 e in streaming su Facebook.

“Al centro della puntata, – commenta Scandurra – strategie e risposte concrete per arginare la deriva democratica posta in essere dalla pandemia da Covid-19.”

Maurizio Scandurra, spesso opinionista a ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’ con Giuseppe Cruciani, Alberto Gottardo e David Parenzo, a ‘Radio Radio’ con Francesco Vergovich e commentatore per primarie agenzie di stampa italiane quali ‘Ansa’ e ‘Adnkronos’, interverrà con il consueto piglio deciso e argomentato, come nel suo stile.

Che l’ha portato in pochi mesi a rivelarsi una delle figure televisivamente più seguite da quell’ampia fascia di pubblico che non si riconosce nelle logiche della narrazione mainstream e politically correct al tempo del Covid-19, riscuotendo larghissimi consensi sull’onda lunga di personaggi di grande calibro e spessore quali Alessandro Meluzzi, Diego Fusaro, Maria Giovanna Maglie, Gianluigi Paragone e Vittorio Sgarbi.

Maurizio Scandurra, già nel cast di programmi di punta di Raiuno e Raidue come ‘Mattina in Famiglia’, ‘Telethon’ e ‘Scalo 76’, ha esordito per la prima volta anche al cinema interpretando sé stesso accanto a Sebastiano Somma e Remo Girone nel film ‘Lupo Bianco’, dedicato alla storia straordinaria del filantropo Carlo Olmo e premiato alla 78° Mostra D’Arte Cinematografica di Venezia con l’ambito ‘International Starlight Cinema Award’.

La regia è di Tony Gangitano, la produzione di Antonio Chiaramonte per ‘CinemaSet’, la sceneggiatura di Stephanie Beatrice Genova e Alessandro Ferrara con i costumi di Tina Monello. L’opera è attesa nelle sale cinematografiche a Febbraio 2022.

Sono gratissimo a Carlo Olmo, magistralmente protagonistail 25 Settembre scorso su Raidue di una delle più belle puntate di ‘Tg2 Storie’ con tutta la sua eccezionale carica caritatevole, per avermi permesso di partecipare a un lungometraggio così significativo. Capace di insegnare con l’emozione e la concretezza qual è la strada giusta per amare. E aggiungere un tocco di magia in più al mio mestiere di cronista, facendomi scoprire tutta la suggestiva efficacia e altrettanto profonda bellezza della macchina da presa messa al servizio del cuore”, dichiara entusiasta e riconoscente Maurizio Scandurra.

Quando Kṛṣṇa visita Torino. L’esotica mostra al MAO

È piccolissima la mostra “Kṛṣṇa, il divino amante”, adibita presso il MAO di Torino, su questo non c’è dubbio. Ma è altrettanto vero che si tratta di un’occasione imperdibile, quindi, se qualcuno non l’avesse ancora visionata, sarebbe opportuno che si affrettasse, poiché l’esibizione, iniziata lo scorso 28 aprile, terminerà il 26 settembre 2021.

L’esposizione occupa giusto una sala, quella che si trova a destra del Buddha d’ingresso; l’aprirsi di una semplice porta scorrevole ci proietta in una dimensione lontana, vagheggiata, dal sapore speziato, un solo passo ed eccoci nell’esotica India.

Sulle pareti nivee si tagliano quattro dipinti religiosi (“picchavai”) incentrati sulla figura di Kṛṣṇa, il dio indiano generalmente raffigurato con la carnagione blu – Kṛṣṇa o Krishna, lo “scuro”- l’ottava e la più venerata tra le incarnazioni di Viṣṇu, solitamente ritratto mentre suona il flauto.
Alle pitture si affiancano alcuni componimenti poetici, ascrivibili alla corrente della “bachti”, termine che indica la devozione completa e fidente verso la divinità, per immedesimarsi con essa e ottenere la salvazione, un atteggiamento emotivo che stabilisce fra il dio, che è dio di amore e di grazia, e il suo fedele un rapporto diretto a carattere universalistico, ricchissimo di umanità.
Tali componimenti hanno lo scopo di essere chiave di lettura evocativa e di esaltare il concetto tutto indiano di “rasa” ossia un particolare stato emozionale secondo cui una qualsiasi opera visiva suscita nel fruitore un sentimento che non può essere descritto; ci si riferisce all’essenza entusiasmante elaborata nell’opera dall’autore e apprezzata da uno “spettatore sensibile” (“sahṛdaya”, ossia “colui che ha cuore”) in grado di connettersi a tale opera con trasporto.
Una volta entrati nella piccola stanza dobbiamo fare lo sforzo di immedesimarci in un universo fatto di intricati precetti, di numerosissime divinità, in cui la materia e lo spirito, la sensualità e il misticismo fanno parte di un medesimo cosmo.

I quattro “picchavai” – grandi dipinti devozionali su tela, tipici delle scuole del Rajasthan – colpiscono per la quantità di dettagli, per i colori accesi ma armoniosi, per la sinuosità delle forme e per quel peculiare modo di percepire l’amore come qualcosa di totalizzante, che non può dividere l’aspetto fisico da quello spirituale.
Nell’ “Adorazione di Madana Mohanji presso il tempio di Karauli” osserviamo un cielo trapuntato di stelle, che avvolge un’architettura dorata riccamente adorna di lampade elaborate, mentre individui dai ricchi mantelli raggiungono il dio, posto al centro dell’opera, intento a suonare il flauto, come la tradizione iconografica vuole.
Nelle altre pitture, fanno capolino affascinanti fanciulle, vicine al nostro immaginario stereotipato, esse fanno fluttuare con grazia i veli con cui si abbigliano, mentre i gioelli indossati brillano e si confondono con i dettagli floreali di una natura che richiama il sogno.
La tela “Kṛṣṇa suona il flauto omaggiato da due gopi” mostra il dio, inconfondibile per la sua colorazione epiteliale, è posto al centro della composizione, nell’atto di deliziare le giovani mandriane – le “gopi” – con il suono delicato dello strumento. L’opera avvampa di un rosso passionale, reso ancora più avvolgente dall’abbondante utilizzo della foglia d’oro su cotone.
Tre le pitture esposte vi sono ancora “Kṛṣṇa, Rādhā, e le gopi”, in cui dominano i toni del verde, i tratti decisi che definiscono gli occhi truccati delle giovani fanciulle e il brillio delle perle da loro indossate; vi è poi “Gopi in attesa”, in cui l’ “horror vacui” dei dettagli assorbe l’osservatore in un dedalo di foglie, frutti, monili, strumenti musicali e persino un inaspettato uccellino rosso vermiglio.
I quadri affissi sono inscrivibili nell’iconografia delle “Raslila”, immagini dedicate alla giovinezza del dio e in particolare ai giochi amorosi intessuti tra lo stesso Kṛṣṇa e le giovani fanciulle incontrate tra i boschi di Vrindavan; la parola “lila” (“gioco”), nell’ambito della “bhakti”, assume significato simbolico ed esprime lo specifico concetto secondo cui le anime umane sono viste come “amanti” passionali del dio “amato”.

Le “picchavai” sono solitamente esposte all’interno di templi dedicati alla stessa divinità e hanno come tematiche la vita terrena di Kṛṣṇa, gli episodi raffigurati variano nel corso dell’anno, seguendo il calendario delle festività relative al dio.
Tra i versi poetici che accompagnano le iconografie, il più antico risale alla “Bhagavad-gita”, il più importante dei testi sacri della tradizione hindu, che celebra la maestosità del “Beato”, epiteto di Kṛṣṇa; gli altri componimenti invece risalgono al XV-XVI secolo, quando l’India settentrionale è sotto la dominazione islamica.
Come poter gustare a pieno questa breve ma intensa mostra? Forse con l’indicazione di qualche piccola nota.
“Hare Kṛṣṇa Hare Kṛṣṇa/ Kṛṣṇa Kṛṣṇa Hare Hare/ Hare Rāma Hare Rāma/ Rāma Rāma Hare Hare”.
Questa è la ripetizione dei sedici nomi per distruggere il male del Kali-yuga.
Il mantra upaniṣadico predicato nella “Kalisaṃtaraṇopaniṣad”, è praticato in numerose scuole visnuite, soprattutto in quelle conosciute come “gauḍīya”, di origine bengalese. Nel “mahā-mantra” (“mahā” significa “grande”) vengono citate diverse divinità come Hare, Rāma, Bhagavat e Kṛṣṇa, tutte figure appartenenti all’affollato pantheon induista, che vanta ben trentatré milioni di nomi tra dei e dee.

Difficile leggere queste parole senza tramutarle di primo acchito in una nenia priva di significato, che si intrufola fastiosa nella nostra mente e si piazza lì come rumore di sottofondo.
A diffondere questo mantra in occidente è il maestro spirituale indiano A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, fondatore, a partire dal 1966, del “Movimento Hare Kṛṣṇa”, meglio noto come “International Society for Kṛṣṇa Consciousness”. L’associazione ha sede a New York e porta avanti la medesima dottrina della scuola gauḍīya: si tratta di un credo religioso assai complesso, basato sull’idea di una continua e attiva azione missionaria; al centro di tale pensiero vi sono: Kṛṣṇa, inteso come “Bhagavat” (“persona suprema”), e la sua “paredra” Rādhā. “Paredra” è termine di origine greca, traducibile con “chi siede accanto” e va ad indicare una divinità il cui culto è associato a un’altra, generalmente di sesso opposto.
Proviamo ora ad analizzare più da vicino questi pochi versi. Nel “grande mantra” viene citato Kṛṣṇa, qui inteso come avatāra della “Persona suprema”, questa indicata come Viṣṇu; Rāma corrisponde invece all’ avatāra di Kṛṣṇa/Viṣṇu, celebrato nel Rāmāyaṇa, ma può intendere anche Balarāma, il fratello di Kṛṣṇa e avatāra o “espansione” di Kṛṣṇa/Viṣṇu; vi è poi Hare, termine dalle diverse interpretazioni, tra cui quella di “Hari” (il“Fulvo”), epiteto di Kṛṣṇa o “Hara” (“affascinante”) vocativo collegato a Rādhā.
Cari “semplici” monoteisti occidentali, un po’ di confusione, nevvero? Benissimo, ora assaporate questa sensazione di totale caos, moltiplicatela per trentatré milioni e canticchiate un “Hare Kṛṣṇa” a testa in giù, e avrete solo una lieve percezione della complessità della cultura dell’India, meravigliosa e intrigante ma davvero distante da noi.
È opportuno specificare che quando si parla di “cultura indiana” ci riferiamo ad un insieme di sub-culture, assai differenti tra loro e molto arcaiche. Gli studiosi indicano tale bacino culturale come “la più antica civiltà della Terra”, che affonda le sue radici ai tempi dei Veda, i cui testi sembrano risalire dalla prima metà del II millennio al V-IV sec. a.C.
Vediamo di districarci in questo dedalo di tradizioni, divinità e spezie, esplicando per sommi capi le nozioni essenziali per comprendere – almeno un po’ di più – questo mondo così colorato, che ancora oggi rimane avvolto da un’aura di magia mistica, apparentemente impermeabile al grigiore industriale che sta inghiottendo il globo.

Data l’ampiezza della materia, mi affretto a restringere il campo e sottolineo fin da ora che in questa sede vedrò di fornirvi alcune brevi indicazioni riguardanti l’arte indiana, tralasciando, per ovvi motivi, le altre questioni.
L’arte antica del subcontinente indiano comprende le architetture, le sculture e i dipinti dei territori della Repubblica dell’India, del Pakistan, del Bangladesh, dell’Afghanistan, del Nepal, del Bhutan e dell’isola di Sri Lanka; ad oggi l’organizzazione “Archaeological Survey of India” afferma di tutelare all’incirca tremilaseicento monumenti. La maggior parte dei reperti sono architetture e sculture ben conservate, che manifestano con chiarezza le caratteristiche dei vari periodi storici. Della pittura ci rimane invece ben poco, le condizioni climatiche avverse hanno reso i pochi dipinti pervenuti difficilmente classificabili, sia per quel che riguarda la cronologia che lo stile; altre cause che hanno portato alla perdita della produzione pittorica sono state le molte guerre fra regni rivali e, in seguito, le invasioni islamiche.
Quasi la totalità delle opere d’arte indiane antiche può essere classificata come arte religiosa, si tratta di produzioni il cui scopo principale è quello di veicolare significati metafisici. Sculture, monumenti e dipinti si ispirano a tematiche induiste, buddhiste e jainiste.
Buddhismo e Jainismo si diffondono sul territorio a partire dal VI sec. a.C., più complicata è la questione dell’Induismo, che si presenta come un fenomeno articolato e complesso, le cui prime manifestazioni sono riconducibili al culto della Grande Madre, tipico della civiltà della Valle dell’Indo. Alla Grande Madre si affianca successivamente uno sposo; nel periodo Arya, invece, iniziano a fiorire divinità multiple, spesso associate a fenomeni cosmici.

Le diverse filosofie orientali, basate su un rapporto intimo ed emozionale con la divinità, offrono da sempre numerosi stimoli e spunti raffigurativi.
Tali concezioni si incentrano sulla ricerca della soluzione al paradosso dell’esistenza, in base al quale tempo ed eternità, immanenza e trascendenza operano in modo opposto ma come parti integranti di un unico processo. Secondo questo ragionamento la creazione non può essere distinta dal creatore e il tempo diventa comprensibile solo come eternità. Trasponiamo ora il concetto all’ambito artistico, l’esperienza estetica si divide in tre elementi tra loro distinti ma correlati: i sensi, le emozioni e lo spirito.
La produzione artistica indiana non distingue tra materia e spirito, al contrario, attraverso un complesso simbolismo di forme volutamente sensuali e voluttose, fonde insieme i due elementi. In questo modo, il profilo serpentino di una danzatrice diviene espressione del mistero della creazione, e colei che nell’iconografia appare una semplice sposa, diviene in realtà rappresentazione dell’Eterna Madre.
I motivi che ricorrono nell’iconografia indiana sono pochi e semplici: la silhouette femminile, l’albero, l’acqua, il leone, l’elefante. Gli elementi si costituiscono in composizioni elementari ma vigorose, che esprimono vitalità sensuale, energia, realismo e ritmo.
La fase classica dell’arte pittorica indiana è quella del periodo “gupta”. Le produzioni artistiche di tale fase sono caratterizzate da componimenti insieme sereni e spirituali, ma anche energici e voluttuosi.
Particolarmente apprezzate sono le tematiche riguardanti le azioni malevole e benevole e le rispettive conseguenze.
Vi sono poi le miniature, diffuse soprattutto nel periodo “moghul”, d’impronta persiana e gradite particolarmente presso le corti. I soggetti miniati sono di varia tipologia e comprendono ritratti, scene storiche e momenti di vita secolare; lo stile si fa in queste produzioni più drammatico, come testimoniano i dettagli realistici di matrice occidentale.
Verso l’Ottocento la pittura tradizionale è surclassata da opere di stampo sempre più europeo, che devono rispondere ai gusti della nuova classe dominante, gli Inglesi.
Discorso a sé stante si dovrebbe affrontare a riguardo dell’arte moderna e contemporanea, ora incentrata sulla riscoperta di quella che è la più antica delle civiltà, complice di questa rievocazione è l’archeologia, con i molti cantieri adibiti a riscoprire le origini del mondo indiano.

Al contrario dei reperti pittorici, i reperti scultorei sono assai numerosi. Si tratta di sculture in pietra, terracotta, avorio, rame e oro, i soggetti sono i più disparati, tra cui animali, attrezzi agricoli, sigilli, divinità femminili e maschili.
Nel III secolo a.C., con l’affermarsi del Buddhismo e con il conseguente sviluppo di architetture monumentali, la scultura diviene un importante elemento decorativo, le composizioni si fanno affollate, vivaci e ritmiche: si sviluppa lo stile tipico della scultura indiana.
Il dominio musulmano (IX-XIII sec.) obbliga ad alcune modifiche, non solo a livello politico e sociale ma anche artistico e culturale. Le composizioni tendono alla linearizzazione e piano piano la scultura in genere viene messa in subordine rispetto all’architettura.
È proprio l’architettura infatti la tipologia artistica meglio conservata e anche la più conosciuta, un esempio per tutti il maestoso Tāj Maḥal, mausoleo di indescrivibile bellezza, edificato nel 1632 per volere dell’imperatore moghul Shāh Jahān in memoria dell’amatissima moglie Arjumand Banu Begum.
Gli stili storici compaiono a partire dal 250 a.C., quando il re Aśoka si converte al Buddhismo e inizia a dare grande importanza all’architettura religiosa.
L’edificio tipico buddhista è lo “stupa”, una costruzione emisferica o a forma di campana, in pietra, generalmente recintata, adibita a tempio o reliquiario. A partire dal V secolo il gusto comune predilige le decorazioni a bande, mentre le scene che adornano le pareti si gremiscono di figure ad alto rilievo.

I diversi credo religiosi influiscono sulle tipologie costruttive, facendo sì che i vari edifici siano visivamente riconducibili alle filosofie. Gli edifici jainisti sono caratterizzati da alte cupole concentriche edificate in pietre a modiglioni; lo stile indù si contraddistingue per un vasto impiego della decorazione, coperture piramidali, pinnacoli e porte a torre (“gopura”).
A partire dal XIII sec. l’architettura islamica si amalgama con gli elementi locali, dando vita ad edifici cinti da colonnati, balconi sorretti da mensole e riccamente ornati. L’Islam introduce inoltre l’uso dell’arco a tutto sesto, i motivi geometrici, i mosaici e i minareti. L’architettura musualmana e quella indiana si fondono in una sintesi armoniosa, particolarmente individuabile in alcuni stili regionali.
Anche in questo ambito l’occidente, impietoso, scalza le arcaiche abitudini tradizionali, l’influsso eurocentrico porta alla costruzione di imponenti edifici pubblici, industriali e alberghi, strutture che ormai non presentano più nulla delle antiche forme architettoniche. Un caso evidente, e particolare, è quello della città di New Delhi, interamente progettata in stile neoclassico dagli archietetti britannici tra il 1912 eil 1929.
I tempi cambiano, il mercato, l’economia, il consumismo divorano i vecchi mondi, talvolta il misticismo del passato si mescola con l’industrializzazione, e così il luogo dove ancora vengono venerati trentratré milioni di dei è anche il secondo paese al mondo per la produzione di cellulari.
Eccoci dunque, cari lettori occidentali, arrivati alle riflessioni finali di un lungo pezzo, attraverso cui vorrei solo consigliarvi di andare a vedere una mostra che ci conduce in un’altra realtà, non solo culturale o geografica, ma anche temporale. Lasciamoci allora trasportare in un passato di difficile datazione, a metà tra storia e magia, dove sicuramente i telefoni non prendono e il dolce suono del flauto di Kṛṣṇa ci potrebbe accompagne tra gli ombrosi alberi del Vrindavan.

Alessia Cagnotto

 

Musica ebraica, cristiana e islamica domenica in San Massimo

Per iniziativa del Centro Federico Peirone domenica 26 settembre alle ore 20,30 nella chiesa di San Massimo, via Mazzini angolo via San Massimo, a Torino, si terrà il concerto: Tre fedi, un solo Dio, con musiche delle tradizioni Ebraica, Cristiana e Islamica. Creato a conclusione delle due mostre sulle “Tre religioni del libro” e “I luoghi di pellegrinaggio” questo unico e raffinato concerto unisce la tradizione musicale vocale delle tre grandi religioni monoteiste per esplorare rispettivamente la musica della parte mistica, sufica, dell’Islam, della Chiesa cristiana maronita d’Oriente e della tradizione ebraica sefardita. Si esibiranno Françoise Atlan voce, percussioni, Patrizia Bovi voce, arpa, direzione, Fadia Tomb El Hage, voce, Gabriele Miracle, percussioni salterio, Peppe Frana, oud, liuto. Ingresso a inviti, per invito scrivere a info@centro-peirone.it (Offerta libera per parrocchia San Massimo). Per l’ingresso saranno osservate le norme anti-Covid.

La serata sarà introdotta da don Tino Negri presidente del Centro Pejrone e da Giampiero Leo portavoce del Coordinamento interconfessionale del Piemonte 
“Noi siamo con voi”.

La Bellezza delle piccole cose nei versi di Graziella Provera

Infusi di intimismo e sincerità,

i versi di Graziella Provera, delicata poetessa di Casale Monferrato, da lei definiti piccole cose, nugae di poco conto, in realtà sono pregni di ricchezza emotiva sia attraverso immediate intuizioni scaturite dalla visione di fenomeni della natura, trasformati in immagini poetiche, sia nell’affidarsi alla poetica del trascorrere del tempo e della brevità della vita.

L’accorata introspezione l’avvicina ai Crepuscolari senza però condividerne l’estenuato rinchiudersi in sé e la rinuncia del vivere vanificando ogni aspirazione.

In lei non c’è compiacimento nel considerare l’infelicità umana ma sempre è presente la consolazione della fede e la concezione panteistica della natura pervasa dal divino di cui si può far parte affidandosi alla Bellezza.

Bellezza, che si può trovare anche nelle piccole cose quotidiane, è l unico modo per lenire gli affanni e che si possiede se si ha disponibilità di cuore.

Giuliana Romano Bussola
(nella foto: Nuvole e girasoli di Mario Mazza)

 

ANIMA

Aneli il ritorno alla casa del Padre, Anima mia,

e brami l’unione con l’Infinito Tutto che fu tua culla.

Ancor credi, però, trovar ragione di gioia

in questo mondo: felicità senza dolore,

e virtù, compassione, amore.

Così vivendo in questa lotta tra l’andare

e il restare, ancora tornerai a posare

i tuoi passi sulla Terra; a gustare il piacere

che in veleno si tramuta, frutto

dolceamaro del vivere nostro;

finchè il richiamo

del Primo Amore soverchierà

ogni umana illusione, ed ogni terrena voce

non sarà che un bisbiglio,

e più non tratterrà il tuo volo.

Libera infine, ritornerai

alla casa natia, alla Gioia infinita

che ti creò, e che da sempre, o Amata,

ti aspettava..

8 giugno 2018

 

BELLEZZA

Ovunque intorno a te la puoi scoprire,

se hai occhi per vedere e il cuore aperto.

La trovi nella luce che svela i colori delle foglie

in un giorno d’autunno,

con le piccole vite, che tutt’intorno danzano.

La vedi nelle opere dell’uomo,

o nel canto di un uccello solitario,

in un freddo mattino.

Nell’anima tua infine la intuisci,

poiché scoprir non la potresti,

se non fosse già parte di te.

Ti celebro e canto un inno a Te,

Bellezza sublime, attributo divino,

discesa dai regni della Luce

a fecondar l’anima di gioia.

Cosa sarebbe quest’aspra vita senza te?

Attraverso i sensi tu penetri nel cuore

e il tuo soave balsamo lenisce e consola

lo spirito afflitto dagli affanni

e dalle pene.

Perciò ti rendo grazie con le mie povere parole

che mai potranno rendere

ciò che nell’intimo si cela.

Novembre 2013

 

NUVOLE

Nuvole a cumuli, bianche scogliere lontane all’orizzonte

ad arginare l’azzurra marea del cielo.

Nuvole candide, ovattate, silenti.

Nuvole grigie…incombenti…,

arrivano da occidente gravide di pioggia.

Nuvole a gruppi, nuvole sparse, nuvole a pecorelle,

nuvole solitarie a piccoli fiocchi trasparenti.

Nuvole che solcano il cielo notturno come velieri,

in un oscuro mare infinito.

Ritorna un po’ bambino, ti prego, e guarda lassù,

lo vedi un drago che insegue un coniglio ?

Guardare le nuvole fa tornare bambini,

quando i giorni erano eterni e non soffrivi gli addii.

Le nuvole passando salutano e dicono: addio….addio…

Così, nel loro svaporare, ti ricordano quanto poco

Dura ogni cosa.

Lungamente anch’io dico: addio…addio…

salutando questo breve giorno di  vita,

e questa ultima estate

che non vuole morire.

Settembre 2013

 

 

Gozerian cambia location e arriva sul palco del Bunker

TUM e Viking on Dope Entertainment  in collaborazione con Bunker presentano: 

A GOZERIAN SUNDAY, 3a edizione

domenica 26 settembre 2021

Cani Sciorrì – Tons – Rope – Oh Die! – Last Minute To Jaffna – Anno Zero – Low Standards, High Fives – Gufonero – Ponte Del Diavolo – Nitritono

Bunker, Via Paganini 0/200

Ingresso 10 euro – Biglietti qui

apertura porte ore 15 

fine concerti ore 01

CARTELLA STAMPA CON FOTO

Appuntamento fisso della scena underground torinese, quest’anno la Gozerian cambia location e arriva sul palco del Bunker con 10 ore di musica non stop e 10 band tra i principali esponenti della scena hardcore, doom, punk-noise e post metal.

CANI SCIORRI 

I Cani Sciorri nascono in mezzo alle campagne fossanesi nel 2001. Hanno all’attivo 8 dischi, moltissimi live sulla penisola, un paio di tour europei e uno negli Stati Uniti. Il loro è un rock’n’roll molestato dal noise e violentato dall’hardcore. I loro live sono un treno in corsa che ti travolge, ma con grande ilarità. I Cani Sciorri nascono nel 2001, a Fossano, in quel della campagna cuneese e pubblicano il loro primo disco autoprodotto “Club” nello stesso anno. Nel 2003, dopo un periodo di assestamento della line-up Alessandro “Cher” Cerrato (voce e chitarra) e Francesco Lamberto (basso) incontrano Daniel Daquino (batteria) e trovano la quadra definitiva nel power-trio. I Cani portano il loro rock’n’roll molestato dal noise e violentato dall’hardcore su molti palchi della penisola. Escono con il loro primo demo “Flat” nel 2004 e, dopo un mini-tour invernale nel nord Italia, registrano subito “Parte V” coprodotto da San Martin Records ed El Paso Autoproduzioni che esce nel febbraio 2005 su 500 CD. Dopo moltissimi live incendiari nei centri sociali italiani e club sparsi per la penisola, tornano in studio nel settembre 2007 per registrare “Parte IV”. Questa volta vanno al Red House Recordings di Senigallia (AN) con David Lenci. Il disco esce nel 2009 per Escape From Today, Il Complotto Autoproduzioni e Canalese Noise Records in 500 copie su vinile rosso sangue. In autunno escono dai confini italiani e suonano in Francia per qualche data. Il 2012 è l’anno di “Parte III” registrato al Cinema Vekkio di Corneliano d’Alba e stampato su LP 12” + CD allegato in 500 copie. Un cambio di bassista costringe i Cani a rallentare sui live e su nuovi lavori, ma l’arrivo di Marco “Giacco” Giaccardi riaccende la scintilla e i Cani Sciorri tornano più in forma che mai a suonare e registrano in poco tempo “Parte II” nel 2016. A marzo del 2017 partono per il loro primo tour europeo insieme ai Cherubs, band cult del noise rock degli anni ’90 da Austin, Texas suonando in Italia, Francia, Belgio, Olanda e Germania. Rientrati si mettono immediatamente a preparare nuovi brani e in pochi mesi le 8 tracce di “Parte I” sono pronte per essere registrate, cosa che avviene nel gennaio 2018 ad Austin, TX al Cacophony Recorders con Erik Wofford. A giugno 2018 i Cani Sciorri ripartiranno in tour per l’Europa insieme ad un’altra storica band noise americana, i Distorted Pony da Los Angeles, California dove, nel 2019, registrano il loro ultimo album “Ten Tacos and One Burrito” con Eddie Rivas al Total Annihilatiom Studios. Nei giorni successivi segue il primo tour dei Cani Sciorri negli USA: 10 date insieme ai texani We Are The Asteroid. Tutto il resto è pandemia!

TONS

I Tons si formano nel 2009 con membri di band hardcore della scena Torinese (The Redrum, Lama Tematica e NoInfo). Sonorità lente e pesanti prendono il posto delle frenetiche ritmiche HC; i testi parlano in maniera ironica di marijuana, ma anche di una certa tendenza all’esoterismo che caratterizza la città di Torino. Nel 2010 registrano un primo demo e nel 2012 esce, per la torinese Escape from Today e per la romana Heavy Psych Sounds, il primo full lenght “Musineè Doom Session”, registrato da Danilo “Dano” Battocchio. Nel 2013 esce uno split con i romani Lento ed i Tons iniziano a solcare i palchi europei, suonando prima di band come Bongzilla, Unsane, Church of Misery, Napalm Death, Pentagram etc….. Nel 2014 vengono invitati a suonare al Duna Jam in Sardegna e all’Incubate Fest. a Tillburg (NL). Nel 2015 Marco Dinocco il batterista lascia la band e viene rimpiazzato da Andrea Peracchia. In formazione si aggiunge anche Paolo Paganelli come chitarra solista. Nel 2018 esce il secondo full lenght della band “Filthy Flowers of Doom” per Heavy Psych Sounds Rec., che porta nuovamente i Tons in giro per l’Europa nei due anni successivi. Nel 2020 entrano di nuovo in studio per registrare un lungo brano per uno split album con i Bongzilla, che vede la luce il 23 aprile del 2021 sempre per Heavy Psych Sounds Rec.

ROPE

I ROPE sono una band torinese formata all’inizio del 2019 da Alessio Francesco e Simone (ex Tutti I Colori Del Buio) e Alessandro (ex The Ponches) poco dopo l’interruzione dell’attività dei loro precendenti gruppi. L’idea iniziale era quella di suonare un misto di punk, grunge, post-hc seguendo le coordinate sonore di Dischord Rec, Sub Pop Rec e SST Rec. Dopo circa sei mesi di prove e una manciata di date in Italia, la band registra il primo disco CRIMSON YOUTH al Magma Studio di Torino con Davide Donvito e affida mix e master a Will Killingsworth degli Ampere/Orchid al Dead Air Studios in Massachussets. Dopo le registrazioni Francesco è stato sostituito da Josh prima per i live e poi in pianta stabile. Simone suona anche con i Peste, hardcore punk di Torino, Josh suona anche con i Khoy hardcore punk di Torino e Alessio suona anche con i The Love Supreme punk-noise sparpagliati per tutta Italia.

OH DiE!

Gli OH DiE! sono Paolo Scappazzoni (batteria) e Tino Paratore (basso). Paolo e Tino sono tra i protagonisti della scena torinese che ha attraversato gli ultimi trent’anni di musica sabauda e, con questa, hanno mosso i primi passi nelle case occupate, raccogliendo lo scettro di quel che fu la vera rivoluzione nella città della Fiat: il punk hardcore dei Negazione, Indigesti, Nerorgasmo, Blue Vomit ecc. Rivitalizzano la scena con i loro Church Of Violence e Arturo, nomi fondamentali nella Torino anni ’90. E questo è solo l’inizio: nel corso del decennio lavorano con Linea 77, Perturbazione, Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, Kina, Cripple Bastards, Mirsie e molti altri in un caleidoscopio musicale che è quanto serve loro per sviluppare e sfogare la visione a 360° della musica. Arrivato il nuovo millennio abbracciano nuovi linguaggi, per lo più legati alla musica elettronica, che li vede protagonisti insieme a progetti come LN Ripley, Niagara, ma anche  più sperimentali come Italiani (Li Calzi, Carlone, Johnson Righeira) o più smaccatamente pop come Syria. Con questo bagaglio, nel 2018, Paolo e Tino si affacciano al mondo con il nome OH DiE!, un mix perfetto, algido ma rabbioso, di rock, new wave, punk e musica elettronica in cui basso e batteria sono i soli ingredienti per esplorare un mondo così complesso che viene narrato anche grazie ai visual di Tuby Manuele Di Siro, tra beat nervosi e aperture liberatorie a scandire il respiro affannato di questi tempi sempre in rincorsa.

LAST MINUTE TO JAFFNA

Nati nel 2005, i Last Minute to Jaffna nel corso degli anni hanno sviluppato un suono abbastanza unico nel panorama post metal, che li ha fatti diventare una delle bands italiane più apprezzate nel genere. L’aura scura di Torino, la loro città di origine, è certamente una delle influenze principali della loro musica. Conosciuti per il loro imponente muro di suono, che deve più di qualcosa a bands come Breach, Neurosis ed Isis, nel 2011 hanno cominciato a suonare versioni acustiche dei loro brani, mostrando un lato decisamente più intimo che gli ha fatto guadagnare paragoni con bands come Grails, Codeine e Bark Psychosis. Dopo sedici anni di attività, i Last Minute To Jaffna sono una band capace di suonare in piccoli locali o su grandi palchi con la stessa intensità.

ANNOZERO

Nati dalle ceneri dei Black Wings of Destiny e con precedenti esperienze in Concrete Block, Sickhead e Coda Di Lupo. Una catarsi che li ha portati al recupero di sonorità hardcore e metal proprie del Nord Ovest del paese radicate nel loro vissuto musicale e personale per esprimere il disagio, l’astio e l’inadeguatezza di questo periodo storico. La rabbia vive ancora.

LOW STANDARDS, HIGH FIVES

I Low Standards, High Fives nascono nel 2012 nei dintorni di Torino, con la certezza di essere fuori moda e, allo stesso modo, con il desiderio di scrivere canzoni che durino più di un’estate. La band ha continuato ad evolversi ed affinare il proprio suono e dall’autunno del 2015 la formazione è composta da 3 chitarre, 3 voci, basso e batteria. Dopo i primi 2 EP, nel 2017 arriva il loro album d’esordio “Are We Doing The Best We Can?” prodotto dall’inglese Engineer Records. In questi anni la band ha collaborato con artisti quali Garrett Klahn (Texas is The Reason, Solea) e Jonah Matranga (New End Original, Gratitude) e ha suonato con Ratboys (USA), Foxing (USA), Fine Before You Came (IT), Any Other (ITA), Dowsing (USA), Gender Roles (UK), The Penske File (CAN), Karl Larsson (Last Days of April) e molti altri.

GUFONERO 

I gufonero nascono in Trentino dalle ceneri degli Xarabras (un trio: due bassi e batteria nati nel 2013-2014). Sono un duo basso (Marcella Spaggiari) e batteria (Andrea Bertagnolli) con alcune parti noise. Si possono classificare come un gruppo sludge-noise atipico. Nel 2016 hanno fatto uscire un 7″, nel 2017 uno split 7″ con i trentini Sovereign e nel 2018 uno split Lp con i toscani La cuenta e nel Maggio 2021 un lp dal nome “Ipnagogico”.

PONTE DEL DIAVOLO

Ponte del Diavolo nasce nell’inverno del 2020 a Torino dalla volontà di Erba del Diavolo,che recluta gli altri musicisti coinvolti nel progetto. Dopo un paio di session viene delineata la direzione stilistica della band. Un occult doom molto influenzato tanto dalla new wave quanto dal black metal,con la peculiarità di avere 2 bassi in formazione. Nei primi giorni di marzo del 2021,un paio di giorni prima del lock down registrano in presa diretta il loro primo ep mystery of mystery,pubblicato in cassetta per magma distribution e terminato in pochi giorni. A breve uscirà il secondo ep della band (il secondo di una trilogia).

NITRITONO

Nitritono è duo noise dalla provincia di Cuneo, dall’impatto violento e minimale, nato dall’incontro tra Luca Lavernicocca (Batteria) e Siro Giri (Chitarra) : due teste dure che hanno deciso di sfidarsi sul ring del noise. Attivi dal 2012, quando registrano il demo omonimo con budget minimo, che però dà loro la possibilità di realizzare diversi concerti ed aprire tra gli altri a Cani Sciorrì, Ruggine, Titor, Flying disk, Movion, Ape Unit, The Glad Husband, Lleroy e Stoner Kebab. Nel 2017 esce il primo disco ufficiale, “Panta Rei”, composto da 8 tracce e registrato da Enrico Baraldi (Ornaments), coprodotto da DreaminGorilla Records, Vollmer Industries, Edison Box, Insonnia Lunare Records, TADCA Records e Brigante Records. Durante questi 2 anni raccolgono quasi una cinquantina di date, e nel 2018 aprono a gli Eyehategod.

La Signorina Felicita ovvero la Felicità

Morenica_NET Whatever It Takes dal 5 giugno al 30 ottobre 2021 a Ivrea e Chiaverano (TO)

Un progetto di Compagnia Tecnologia Filosofica e Compagnia Andromeda

 

Sabato 25 settembre

h 17 Centro di Chiaverano

Tour: Le terre sparse di Matteo

h 21 Teatro Bertagnolio, Chiaverano

LA SIGNORINA FELICITA OVVERO LA FELICITÀ

di e con Lorena Senestro

 

 

Continua Morenica_NET Whatever It Takes che inaugura la stagione autunnale spostandosi al Teatro Bertagnolio di Chiaverano nella data di sabato 25 settembre per La Signorina Felicita ovvero la Felicità, coproduzione Teatro Stabile di Torino e Teatro della Caduta, uno spettacolo di e con Lorena Senestro, la regia di Massimo Betti Merlin e le musiche originali eseguite dal vivo di Andrea Gattico.

Lorena Senestro, nelle vesti della signorina Felicita, propone una personalissima interpretazione del celebre “salottino in disuso” di Guido Gozzano, accompagnata da Andrea Gattico al pianoforte, alternando lieve comicità e sommessa angoscia e restituendo i versi del poeta con grande maestria ed originalità. Un lavoro di drammaturgia paziente e accurato che filtra i versi di Gozzano per trasporli in scena fluidi ed evocatori, arricchiti da una scenografia che assume proporzioni smisurate, dall’orologio a cucù al mobilio del salotto di Villa Amarena. Immobilizzata nel tempo sospeso dell’attesa, Felicita spera nel ritorno di Guido che non tornerà, stroncato dalla tubercolosi, ma che rimarrà vivo nei ricordi della giovane come “poeta vagabondo”, suo primo e forse unico innamorato. Un omaggio a Guido Gozzano nel centenario della sua morte, lo spettacolo ha debuttato nel 2016 per il Teatro Stabile di Torino ed è stato in seguito più volte replicato e apprezzato sulla scena nazionale. Posti limitati, necessaria la prenotazione ai numeri: 3383781032 – 3387625380 – 3479731968, biglietto intero € 12, ridotto (under 12) € 9.

Prima dello spettacolo, con partenza alle h 17, il tour ne Le terre sparse di Matteo a cura di Life in Progress, una passeggiata in vigna in compagnia del giovane produttore canavesano che con studio e passione ha sottratto dall’abbandono i terrazzamenti nei pressi di Chiaverano. Info telefonando al numero 389.8424683 (Simona Marra) e aperitivo o cena a prezzi convenzionati presso il Caos Pub di Chiaverano.

 

  1. B. Lo spettacolo Antigone WEB previsto per il 17 settembre è stato rimandato a fine settembre con repliche rivolte agli studenti del Liceo Scientifico Gramsci di Ivrea all’interno degli spazi messi a disposizione dall’Istituto nelle date del 29, 30 settembre e 1° ottobre. Per motivi di sicurezza non sarà possibile aprire le repliche a tutto il pubblico.

 

 

 

 

Il programma prosegue con…

 

A fine settembre uno studio di Antigone WEB di e con Francesca Brizzolara, progetto vincitore del bando WIKI-Teatro Libero indetto da Wikimedia Italia che affronta la tematica dell’accesso libero alla cultura, in collaborazione col Liceo Scientifico Gramsci di Ivrea, nelle presentazioni dal 28 settembre al 1° ottobre dedicate agli studenti negli spazi interni all’Istituto. Gli ultimi appuntamenti in ottobre, sabato 2 il musical Back from the future della Compagnia Andromeda che, attraverso il linguaggio della magia, propone un percorso inedito, tutto cantato e ballato dal vivo, tra i grandi musical, dai classici alle nuove produzioni di Broadway; sabato 9 ottobre L’anarchico non è fotogenico, produzione Quotidiana.com in cui Roberto Scappin e Paola Vannoni ripensano al ruolo del teatro contemporaneo; sabato 23 ottobre la danza dei giovani e pluripremiati Zoe Bernabeu e Lorenzo Covello in Un po’ di più alla ricerca di un nuovo, precario equilibrio; ultimo appuntamento della stagione sabato 30 ottobre con VOLO, produzione Tecnologia Filosofica e Morenica Cantiere Canavesano, progetto sulla prevenzione della violenza di genere che dal 2019 incontra il pubblico e le scuole superiori e le Università del territorio, in collaborazione con la Casa delle Donne di Ivrea, il Soroptimist International-Sezione di Ivrea e Canavese, il Progetto Violetta-la forza delle donne.

 

La stagione Morenica NET – Whatever It Takes è un progetto di Tecnologia Filosofica e Compagnia Andromeda. Con il contributo e il sostegno di: Fondazione Piemonte Dal Vivo | Corto Circuito Piemonte 2020; Comune di Ivrea e Fondazione Guelpa; Fondazione CRT; Regione Piemonte; Comune di Chiaverano. Sponsor AEG Cooperativa, in collaborazione con Associazione Pubblico 08, ZAC! Zone Attive di Cittadinanza, La Galleria del Libro di Ivrea, NaturLife, Tour operator Life in Progress, Associazione Sensounico. Media partnership Turismo Torino e Provincia, Ivrea Smart City App.

Tutti gli eventi sono organizzati nel rispetto delle norme di sicurezza e prevedono il distanziamento dei posti a sedere. Per le persone che vivono nello stesso nucleo famigliare non vi è obbligo di distanziamento fisico. Gli spettatori sono invitati al rispetto delle disposizioni di sicurezza, ad indossare la mascherina, a non creare assembramento ed a collaborare con l’organizzazione per la registrazione dei dati personali.

In caso di pioggia, per gli eventi all’aperto sono previste sedi alternative.

 

Link alla brochure con schede spettacolo

https://drive.google.com/file/d/18eDpjcXscXowbnglqNALLEAAvq0dVYkk/view?usp=sharing

Altre informazioni e approfondimenti sul sito morenica.org e sulla pagina FB Morenica NET

 

Biglietti

intero € 12, ridotto € 9 (under 12)

Prevendita

La Galleria del Libro, Via Palestro 70, Ivrea (tel. 0125 641212)

Alimentari La Censa, Chiaverano (tel. 0125 54813)

Vendita diretta a partire da mezz’ora prima dell’inizio degli spettacoli.

Necessaria la prenotazione ai numeri:

3383781032 – 3387625380 – 3479731968

Luoghi

Cortile del Museo Garda piazza Ottinetti, Ivrea

Teatro Bertagnolio via del Teatro 19, Chiaverano

Area Santo Stefano, Chiaverano

Tennis, Piazza Ombre Chiaverano

Movicentro ZAC! via Dora Baltea 40/b, Ivrea

Teatro Giacosa piazza Teatro 1, Ivrea.

 

Tours a cura di Life in Progress.

I tours si confermano con un numero minimo di adesioni. Info e prenotazioni 3898424683, dettagli sui singoli tours su www.agenzialifeinprogress.com. I partecipanti ai tours avranno accesso a pranzi/aperitivi/cene convenzionati prima dell’inizio degli spettacoli, presentando apposito coupon (che sarà fornito al termine dei tours) presso:

Caffé Canavesano (aperitivo) Via Palestro 53, Ivrea

Ristorante La Lucciola (cena) Vicolo Cantarana 12, Ivrea

ZAC! Zone Attive di Cittadinanza (aperitivo o cena) Via Dora Baltea 40b, Ivrea

Caos Pub (pranzo, aperitivo o cena) Corso C. Zuffo 10, Chiaverano

 

Organizzazione Tecnologia Filosofica, Compagnia Andromeda, Sensounico

Direzione artistica Francesca Brizzolara, Matteo Chiantore, Renato Cravero

Comunicazione e ufficio stampa Roberta Cipriani

Amministrazione Antonella Cafasso – Grafica Luca Zocco

Fotografia Luisa Romussi, Davide Bruschetta

 

 

 

Referente stampa, comunicazione e social

Roberta Cipriani – tel 328.4288666 – morenicasignal@gmail.com

 

 

CALENDARIO

MORENICA_NET Whatever It Takes

 

 

Sabato 5 giugno 2021

h 17 Stadio della Canoa, Ivrea

Tour: Il grande Porto di Eporedia

h 21.30 Cortile del Museo Garda, Ivrea

KOTEKINO RIFF di e con Andrea Cosentino

 

Sabato 12 giugno

h 17 Piazza Ombre, Chiaverano

Tour: Chiaverano, il borgo del buon vivere

h 21.30 Piazza Ombre (Tennis), Chiaverano

OPEN di e con Mattia Fabris

 

Domenica 13 giugno

h 17 Via Jervis, Ivrea

Tour: La Fabbrica Sociale di Adriano Olivetti

h 21,30 Cortile del Museo Garda, Ivrea

MALALA di e con Raffaella Tomellini

 

Sabato 19 giugno

h 10 Centro di Chiaverano: Bike Tour

h 15 Lago Sirio: relax al lago

h 18 e h 21 Teatro Bertagnolio, Chiaverano

SINO di e con Giulia Ceolin e Baobab

 

Domenica 20 giugno

Area Santo Stefano, Chiaverano

h 11 Passeggiata Il tessitore di Foreste

a cura di Tiziano Fratus

h 11 Laboratorio di espressione corporea

a cura di Lontana Re

h 15 MUOIO ERGO SUM di e con Matteo Saudino

h 16.30 KODAMA di e con Marta Lucchini

h 17.30 Sinfonia H2O di e con F. Cinalli e P. De Santis

h 18.30 DJ SET

 

Domenica 27 giugno

h 17 Duomo di Ivrea

Tour: I misteri del Duomo di Ivrea

h 21.30 Cortile del Museo Garda, Ivrea

BLACK DICK Bugie bianche capitolo primo

di e con Alessandro Berti

 

Venerdì 2 luglio

h 17 Piazza Ombre, Chiaverano

Tour: Chiaverano, il borgo del buon vivere

h 21.30 Teatro Bertagnolio, Chiaverano

AMARSIAMORSI di e con Biloura Collective

 

Sabato 3 luglio

h 17 Stadio della Canoa, Ivrea

Tour: Il Grande Porto di Eporedia

h 21.30 Cortile del Museo Garda, Ivrea

IOSONOCHI regia Renato Cravero

 

 

Sabato 17 luglio

h 17 Via Jervis, Ivrea

Tour: La Fabbrica sociale di Adriano Olivetti

h 21.30 Cortile del Museo Garda, Ivrea

ORIENTAL GRAND TOUR di e con Mishkalé

 

Sabato 24 luglio

h 17 Duomo di Ivrea

Tour: I misteri del Duomo di Ivrea

h 21.30 Cortile del Museo Garda, Ivrea

BORSELLINO produzione Teatro Bresci

 

Domenica 1° agosto

h 17 Stadio della Canoa, Ivrea

Tour: Il grande porto di Eporedia

h 21.30 Cortile del Museo Garda, Ivrea

LAUDATO SI’ di e con Moni Ovadia

 

 

 

Martedì 10 agosto

h 17 Duomo di Ivrea

Tour: I misteri del Duomo di Ivrea

h 21.30 Teatro Bertagnolio, Chiaverano

INBOX di e con Compagnia Soralino

 

Sabato 21 agosto

h 17 Via Jervis, Ivrea

Tour: La Fabbrica sociale di Adriano Olivetti

h 21.30 Cortile del Museo Garda, Ivrea

IL SETTIMO CONTINENTE

di e con Compagnia La Ribalta

 

Sabato 28 agosto

h 17 Stadio della Canoa, Ivrea

Tour: Il grande Porto di Eporedia

h 21.30 Cortile del Museo Garda, Ivrea

CANTICO DEI CANTICI di e con Roberto Latini

 

Sabato 11 e domenica 12 settembre 2021
Fuoriprogramma for Afghanistan

Presso Area Santo Stefano – Chiaverano (TO)

Appuntamenti di spettacolo a cura di Tecnologia Filosofica

h 11 e h 17.30 – ingresso libero

 

Sabato 25 settembre

h 17 Centro di Chiaverano

Tour: Le terre sparse di Matteo

h 21 Teatro Bertagnolio, Chiaverano

LA SIGNORINA FELICITA OVVERO LA FELICITÀ

di e con Lorena Senestro

 

Sabato 2 ottobre

h 16 Duomo di Ivrea

Tour: I misteri del Duomo di Ivrea

h 21 Teatro Giacosa, Ivrea

BACK FROM THE FUTURE

di e con compagnia Andromeda

 

Sabato 9 ottobre

h 16 Via Jervis, Ivrea

Tour: La Fabbrica sociale di Adriano Olivetti

h 21 Movicentro ZAC! Ivrea

L’ANARCHICO NON È FOTOGENICO

di e con Roberto Scappin e Paola Vagnoni

 

 

Sabato 23 ottobre

h 16 Piazza Ombre, Chiaverano

Tour: Chiaverano il borgo del buon vivere

h 21 Teatro Bertagnolio, Chiaverano

UN PO’ DI PIU’

di e con Zoé Bernabeu e Lorenzo Covello

 

Sabato 30 ottobre

h 21 Teatro Giacosa, Ivrea

VOLO di e con Francesca Brizzolara

(venerdì 29 matinée per le scuole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le Giornate europee del Patrimonio

Sabato 25 e domenica 26 settembre si celebrano in Italia le GEP-Giornate Europee del Patrimonio, la più estesa e partecipata manifestazione culturale d’Europa.

La Biblioteca Nazionale Universitaria e l’Università degli Studi di Torino, in collaborazione con l’Associazione Amici della Biblioteca e al Comitato di Torino della Società Dante Alighieri, hanno deciso di offrire spunti di conoscenza e riflessione su un tema culturale di cui la Biblioteca ha preziose testimonianze e di rendere omaggio a Dante a 700 anni dalla sua morte con tre iniziative. L’enorme e prezioso patrimonio di libri che la Biblioteca custodisce è in linea con l’obiettivo delle due giornate, “:Patrimonio culturale : TUTTI inclusi ! “. La prima iniziativa è rappresentata dal Convegno internazionale di studi “ Dante nella poesia del Novecento e dei primi anni del nuovo millennio “; la seconda è la mostra “ Tre artisti per Dante “, mentre la terza consiste nella proiezione del film “ Dante per nostra fortuna “.
Sabato 25 si svolgerà la conclusione del Convegno dantesco dalle 9 alle 13 con la conferenza DANTE E LA POESIA ANGLOAMERICANA presso l’Auditorium Vivaldi. Dalle ore 9 alle 15 sarà visitabile la mostra Tre artisti per Dante ( Sala mostre Juvarra ).
Domenica 26 alle ore 16 presso l’Auditorium Vivaldi verrà proiettato il film di Massimiliano Finazzer Flory “ Dante per nostra fortuna “. Il film sarà preceduto da un dialogo tra il regista e Giovanni Saccani, Presidente del Comitato Dante SettecenTO . Racconta con gli occhi di un bambino attraverso la metafora del teatro e il linguaggio della danza , la Divina Commedia con 21 canti tra Inferno, Purgatorio e Paradiso. Le coreografie sono di Michela Lucenti con dieci danzatori del Balletto Civile in costume d’epoca e con la solista del Teatro alla Scala Maria Celeste Losa. Le scenografie digitali sono tratte dalle illustrazioni del Dorè. La prima del film è avvenuta a Ravenna il 25 marzo nella Sala Dantesca , a seguire , per omaggiare Virgilio, a Mantova a Palazzo Te e a Verona nella Chiesa di San Fermo,dove riposa il figlio di Dante, Pietro. Per proseguire in diverse città d’Europa e del mondo.

Mauro Reverberi

Biblioteca Nazionale Universitaria Piazza Carlo Alberto,3
eventi@abnut.it
www.bnto.librari.beniculturali.it
www.facebook.com//B.N.U. Torino
https//www.abnut.it/giornate-patrimonio-2021
Prenotazione obbligatoria per convegno e proiezione film scrivendo a eventi@abnut.it. Ingresso gratuito.Sono richiesti green pass e mascherina. /

Alla scoperta della chiesa di Sant’Agostino

Domenica 26 settembre 2021

Ore 10-12,30 e 15-18 – Chiesa di Sant’Agostino (ritrovo presso il parcheggio del Polo Sanitario, in via S. Agostino), Avigliana (TO)

AMICI DI AVIGLIANA

Visita guidata alla Chiesa di Sant’Agostino, del secolo XV ed il bosco del monte Piocchetto limitrofo. Tutto inizia con il Padre Agostino de Anna di Carignano che, essendosi recato ad Avigliana per fare il quaresimale nella chiesa di S. Giovanni Battista ufficiata dai Canonici regolari di S. Bernardo di Menton l’anno 1465, vi predica con tanta efficacia che il Comune e il Beato Amedeo IX di Savoia lo invitano ad erigervi un convento accanto alla Chiesa della Misericordia sul ciglio del monte Piocchetto, fuori Avigliana.

Info: tel. 333.3138398 associazioneamicidiavigliana@gmail.com

Un viaggio divertente e pericoloso nella mente di una donna

Sabato 25 settembre 2021

MONCALIERI SUMMER EXPERIENCE

Green Minds One Woman Show

Moncalieri, ore 21

Cascina Le Vallere, corso Trieste 98

Ingresso libero, prenotazione consigliata

Green minds è un viaggio divertente e pericoloso nella mente di una donna che vive in un mondo bombardato di informazioni folli, belle, inquietanti, attuali, passate, vere o… false. Lo scopo di questa donna è capire come non lasciarsi intrappolare in un puzzle mentale confuso, tra emozioni paradossali, frontiere fisiche e mentali da attraversare e tanti luoghi comuni. Il suo percorso le schiarisce le idee e ci mette in movimento… con un’energia nuova.

Sara D’Amario è un’autentica professionista e una grande attrice. A luglio aveva aperto il

Moncalieri Summer Experience con Speed Dating, ora torna sul palco delle Vallere nell’ultimo weekend di programmazione estiva con Green Minds – chiosa soddisfatta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Non a caso abbiamo messo due date con loro e altre ne seguiranno questo autunno: ogni spettacolo prodotto da lei e da François-Xavier è un successo garantito”.

Scheda evento

di François-Xavier Frantz e Sara D’Amario

con Sara D’Amario

Mise en espace, regia, musica dal vivo

François-Xavier Frantz

Credits

Associazione Ancora