CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 408

60 anni fa la prima pietra del Tempio di don Bosco

Quasi 30.000 fedeli accolsero festosamente il Papa polacco al Colle don Bosco il 3 settembre 1988, nell’anno del primo centenario della morte di don Bosco.

Una giornata indimenticabile per i luoghi in cui nacque il Santo dei giovani, per la grande comunità salesiana e per tutti i cattolici. Da allora la visita di Giovanni Paolo II viene ricordata sotto il porticato di fianco all’immensa cattedrale con imponenti pannelli fotografici che illustrano la visita del Papa diventato San Giovanni Paolo II. Una folla eccezionale si strinse quel giorno di 33 anni fa attorno a uno dei pontefici più amati e popolari di sempre. Karol Wojtyla celebrò la messa nel piazzale della chiesa ed entrò nella casa in cui Giovannino Bosco nacque il 16 agosto 1815. Oggi è di nuovo grande festa per i salesiani che ricordano la posa della prima pietra del Tempio “don Bosco”, benedetta dall’arcivescovo di Torino cardinale Maurilio Fossati e collocata sessant’anni fa, l’11 giugno 1961, nel luogo dove oggi sorge la mastodontica Basilica di San Giovanni Bosco nelle campagne di Castelnuovo tra colline, vigneti e noccioleti. La pietra non proveniva dalle cave ma dalla basilica torinese di Maria Ausiliatrice dove serviva da basamento al quadro della Madonna. La basilica di San Giovanni Bosco, alta 26 metri, fu costruita nella borgata Becchi del Colle don Bosco tra il 1961 e il 1966 dove sorgeva la cascina Biglione in cui nacque don Bosco e dove il padre faceva il contadino. Al Colle i salesiani investono da sempre nel futuro dei giovani. Un centro di formazione professionale con aule e laboratori per attività tecniche, informatiche e arti grafiche ospita centinaia di ragazzi che praticano anche attività sportive.
Nell’area del santuario è presente un Museo etnologico missionario che contiene reperti etnografici provenienti da ogni parte del mondo. Fece scalpore il 2 giugno 2017 la notizia del trafugamento dalla basilica dell’urna contenente il cervello di don Bosco. La reliquia fu ritrovata quindici giorni dopo e ricollocata al suo posto.
   Filippo Re

Gemellaggio di fede e storia

Il GEMELLAGGIO TRA IL SANTUARIO DI CREA E QUELLO DI KLOKOCIOV NELLA SLOVACCHIA ORIENTALE E’ STATO SIGLATO AL TERMINE DELLA DIVINA LITURGIA

Al termine della celebrazione della Divina Liturgia, la Messa con il rito greco cattolico, domenica mattina, il Santuario di Crea ha visto l’apposizione della firma del gemellaggio tra il Santuario di Crea della Diocesi di Casale Monferrato e quello di Klokociov nella Slovacchia Orientale nella eparchia di Kosice. A siglare l’accordo sono stati il Vescovi di Casale Monferrato, monsignor Gianni Sacchi e l’amministratore apostolico di Kosice, monsignor Cyril Vasil (già segretario della Congregazione delle Chiese Orientali a Roma), presente e celebrante anche il neo-vescovo di Chiavari, monsignor Giampio Devasini.

I rapporti tra le due realtà religiose erano nati nel 2016 quando monsignor Francesco Mancinelli, rettore del Santuario di Crea, si era incontrato a Nitra in Slovacchia con alcuni sacerdoti della Diocesi di Kosice in occasione della festa dei Santi Cirillo e Metodio. Nell’occasione nacque l’idea del gemellaggio tenendo conto che il santuario mariano dei greco cattolici della Slovacchia orientale nel 2020 avrebbe celebrato i 350 anni dalla lacrimazione dell’icona mariana provocata da un colpo di sciabola sferrato contro l’immagine della Madonna dai soldati calvinisti in lotta contro i cattolici nei territori ai confini tra Ucraina, Slovacchia e Ungheria; e che il Santuario di Crea sempre nel 2020 avrebbe celebrato i 200 anni dalla sua riapertura al culto dopo le soppressioni napoleoniche. ‘Motore’ dell’iniziativa è stato proprio monsignor Mancinelli che è stato più volte in Slovacchia e parla correntemente la lingua. Erano presenti alla cerimonia il sindaco di Casale Monferrato (città gemellata con  Trnava in Slovacchia) Federico Riboldi, e i primi cittadini di Serralunga di Crea, Giancarlo Berto e di Ponzano Monferrato, Paolo Lavagno.

Massimo Iaretti

 

Orti Generali di Torino, ecco il Festival Incanti 

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Domenica 6 giugno a partire dalle 18.30 a Orti Generali di Torino, il Festival Incanti (storica kermesse internazionale dedicata al Teatro di Figura, in programma dall’1 al 7 ottobre a Torino) organizza il primo di una serie di  incontri con aperitivo aperto al pubblico e contemporaneamente in diretta streaming sulla pagina facebook Incanti Torino

Durante la serata sarà presentato il Festival e la campagna di crowfunding per supportare “Incontra Incanti”, il ciclo di iniziative che favoriscono l’incontro diretto tra pubblico e artisti, pensato in quest’occasione in un contesto nuovo e immerso nel verde di Orti Generali: il progetto di rigenerazione urbana e inclusione sociale attraverso l’orticoltura urbana con 160 orti e una fattoria, estesi all’interno del parco cittadino Parco Piemonte.

La campagna di crowfunding è attiva fino al 21 giugno su Eppela ed è tra i progetti selezionati dal bando +Risorse di Fondazione Sviluppo e Crescita CRT rivolto alle realtà no profit di Piemonte e Valle d’Aosta con progettualità innovative nel campo della cultura e del welfare e prevede il cofinanziamento delle donazioni raccolte secondo il meccanismo del matching grant: al raggiungimento del 50% dell’obiettivo prefissato, le donazioni saranno raddoppiate da Fondazione Sviluppo e Crescita CRT.
Dopo il primo incontro del 6 giugno saranno organizzati nuovi appuntamenti ONlive (laboratori di co-progettazione, aperitivi, performance tra i prati) con l’obiettivo di dare maggiore forza al dialogo con pubblico e artisti e offrire alla community di Incanti l’opportunità di progettare insieme alcune delle attività del Festival.

Il 6 giugno 1861 moriva Cavour, il suo Castello a Santena è aperto al pubblico

All’ultimo piano del Castello di Santena c’è la stanza di Cavour, primo ministro del Regno d’Italia, con i suoi arredi originali tra cui il letto dove morì a Torino, la sua scrivania personale, i mobili e i cimeli del nipote Augusto morto a Goito nel 1848 a vent’anni, provenienti dal Palazzo torinese dove Camillo Benso si spense 160 anni fa, il 6 giugno 1861.

Alla fine di maggio Cavour non stava bene, era molto pallido. Il 29 maggio fu colto da una febbre, forse malarica, che aumentò in modo preoccupante e che i medici non seppero spiegare. Non servirono a nulla neppure le cure con il chinino. Il 31 maggio, benché le sue condizioni di salute non migliorassero, mentre i torinesi si avvicinavano alla sua casa per avere qualche notizia, ebbe ancora la forza di convocare i ministri. La situazione precipitò in poche ore e già si cominciò a pensare al funerale. Ma a questo punto sorsero i problemi. La Chiesa infatti poteva negare a Cavour i sacramenti e il funerale religioso perché lo statista era in lotta con lo Stato Pontificio ed era stato colpito da scomunica per aver appoggiato le leggi Siccardi sulla separazione tra Stato e Chiesa. Tuttavia il 5 giugno Cavour fece chiamare padre Giacomo da Poirino, vice parroco della chiesa Madonna degli Angeli, che lo confessò e gli diede l’estrema unzione. La febbre saliva di ora in ora e Cavour riuscì solo a pronunciare qualche parola. Alle 7 del mattino del 6 giugno avrebbe detto la famosa frase: “frate, frate, libera Chiesa in libero Stato”. Verso le nove Re Vittorio Emanuele si recò a Palazzo Cavour. Nonostante la febbre lo statista riconobbe il sovrano e le sue ultime parole furono: “l’Italia è fatta, tutto è salvo”, poi morì. Sotto la pioggia una folla immensa seguì nel centro di Torino il funerale celebrato dallo stesso padre Giacomo nella chiesa della Madonna degli Angeli tra le vie Carlo Alberto e Cavour. Era il 6 giugno 1861, Cavour si spense nel palazzo di famiglia a meno di tre mesi dalla proclamazione del Regno d’Italia e fu sepolto, come aveva chiesto, a Santena nella tomba di famiglia. Ora, dopo quattro anni di lavoro, il Museo-Memoriale Cavour, collocato all’interno del Castello di Santena, è stato finalmente riaperto al pubblico lo scorso 17 marzo, quando, in occasione del 160esimo anniversario dell’Unità nazionale, il presidente onorario della Fondazione Camillo Cavour, Nerio Nesi, e il suo presidente Marco Boglione, tagliarono il nastro tricolore. Le visite al castello con gli appartamenti, gli arredi, gli oggetti personali e i documenti che raccontano la vita dello statista e la storia del Risorgimento sono possibili, per il momento, solo su prenotazione. All’esterno della dimora è stata ristrutturata la tomba di famiglia dove Cavour è sepolto e nel parco cavouriano si può vedere anche la lapide della contessa di Castiglione. Fu Carlo Ottavio Benso di Santena a volere la costruzione del castello che passò poi alla famiglia Benso di Cavour che lo utilizzò come tenuta estiva di caccia. Oggi, il luogo dove ha vissuto uno dei personaggi più importanti della storia d’Italia, è una villa del Settecento circondata da un parco all’inglese con alberi secolari e tanti scoiattoli che corrono e si arrampicano sulle piante. Nelle sale del castello sono conservati mobili e arredi d’epoca tra cui una coppa di in porcellana di Sèvres regalata da Napoleone III a Cavour. Al piano terra si possono ammirare il salone delle cacce, la sala da pranzo e il salotto cinese mentre ai piani superiori ci sono la biblioteca, la camera verde e la camera da letto dello statista. All’esterno si trovano le scuderie, il salone diplomatico e la tomba dei conti Benso di Cavour dove è sepolto Camillo Benso di Cavour.
Filippo Re
Orario di apertura del Museo Memoriale Cavour: dal lunedì alla domenica con ingressi ore 9.00 – 11.0014.30 -16.00 -17,30
Il parco Cavour di Santena è aperto tutto l’anno con ingresso gratuito: orario estivo 8.00 -19.00, orario invernale 9.00- 16,30

Sacro e Monferrato alla Fortezza di Verrua Savoia

È in corso la mostra fotografica Sacro e Monferrato alla Fortezza di Verrua Savoia. In 46 splendide fotografie vengono illustrate le chiese campestri del Monferrato. L’evento, che si chiude domani domenica, è itinerante. Ad organizzarlo sono il Gruppo Fotografi Monferrini e Monferrato Touring. Un appuntamento assolutamente da non perdere

La disgregazione della famiglia tratta da “Festen” di Thomas Vinterberg

Sul palcoscenico del teatro Astra, repliche sino a domani

Thomas Vinterberg – recente premio Oscar per “Un altro giro” con il suo attore feticcio
Mads Mikkelsen – fu con Lars von Trier il creatore di Dogma 95, un movimento
cinematografico firmato a Copenhagen pressoché a fine secolo per ricercare la
purezza del cinema (fu coniata anche l’etichetta significativa di “Voto di castità”),
poggiante sui valori della recitazione e del tema e libero dall’uso sempre più invadente
degli effetti speciali o delle tecnologie elaborate – scrisse con Mogens Rukov e Bo Hr.
Hansen e diresse “Festen”, presentato a Cannes nel ’98 e premiato con il Premio
Speciale della Giuria, coniando il primo film della corrente. “Per Dogma 95 il cinema
non è illusione” fu scritto tra i punti del decalogo e “Festen”, con la imposizione delle
location, con il risparmio di scenografie e di oggetti di scena, con la macchina a mano
pronta a tallonare l’attore, incollandosi alla sua faccia e ai suoi gesti, fu materia
verissima, sanguinolenta, sfacciatamente vissuta e riproposta. Insomma, un modo
nuovo e inatteso di fare cinema.
Perché il teatro, affine per molti versi alla materia, non avrebbe dovuto impadronirsi di
certe regole e trasportare sullo spoglio palcoscenico quel titolo apripista? Ci pensarono
i londinesi pochi anni dopo, ci ha pensato oggi, nello spazio dell’Astra, primo
adattamento italiano in una coproduzione TPE – Teatro Piemonte Europa in
collaborazione tra gli altri con Il Mulino di Amleto e il Teatro Stabile del Friuli Venezia
Giulia, il regista Marco Lorenzi con Lorenzo De Iacovo coadattatore (visual concept e
video Eleonora Diana, sound designer Giorgio Tedesco). Laddove ogni cosa potrebbe
essere raccontata come una favola dei fratelli Grimm, tra una casetta sul limitare del
bosco e il verde degli alberi su cui cinguettano gli uccelli, felicità e ogni cosa rosa
pastello, si respira al contrario truce aria di tragedia greca o la rivolta del castello di
Elsinore. Tra bicchieri di vino e grandi sorrisi, tra l’arrivo dei giovani figli Christian, il
primogenito, e Helene e lo scapestrato Michael, l’ultimo della nidiata, e dei vari ospiti,
si festeggiano i sessant’anni dell’agiato Kligenfeld. Mentre a poco a poco prende una
dolorosa presenza Linda, la sorella scomparsa, suicida. Anche il momento gioioso dei
brindisi si rivolta come un pugno allo stomaco, sferrato da Christian, i sorrisi di
circostanza e i segreti, il soffocamento delle ipocrisie e lo svelamento di un passato da
sempre se non dimenticato certo sepolto, un gioco al massacro che mette a nudo
l’esistenza di tutti, un equilibrio delicato che si sfalda, certi tabù da urlare in faccia a
tutti perché tutti sappiano. Rabbiosamente, quasi si festeggia la disgregazione della
famiglia, per alleggerire poi in uno sghembo giravolta il disastro sulle note di
“Amapola” o “Bambina innamorata” con la voce di Gigli. Sì, perché Christian accusa
papà della violenza esercitata su di lui e sulla povera sorella (una sua lettera verrà
ritrovata a confermare ogni cosa). Lorenzi ha reimpiegato in piena formula teatrale la
camera posta su un appoggio a tre piedi, spostato dagli attori a turno, ha filtrato
parole dette e in musica come tanti coltelli messi lì in scena a scarnificare, ha rigettato
ogni segno di ambientazione, ha colto la vicenda in un giusto susseguirsi di risate e di
accuse, ponendo tra pubblico e palcoscenico un velario su cui le immagini vengono
ampiamente riversate, starà a chi guarda il fascino e il coinvolgimento veritiero dello
spettacolo scegliere il miglior punto d’attenzione. Ha avuto a disposizione una
compagnia tutta da sentire e guardare, esempio di verità tutto da applaudire: citeremo
in primo luogo le prove di Danilo Negrelli (il padre), di Elio D’Alessandro (il rivoltoso
Christian) e di Barbara Mazzi (Helene), ma tutti sono da ricordare, da Irene Ivaldi a
Roberta Calia a Yuri D’Agostino, da Roberta La Nave a Raffaele Musella a Angelo
Tronca. Stasera e domani ultime repliche, che andrà in tournée a Trieste, Parma e
Milano.
Elio Rabbione
Le foto dello spettacolo sono di Giuseppe Distefano

Inaugurazione del Memoriale Cavour a Santena

160° Anniversario della morte di Camillo Cavour 

 
​In occasione del 160° Anniversario della morte di Camillo Cavour, il Museo Nazionale del Risorgimento proporrà domenica 6 giugno alle ore 15.30 la visita guidata Cavour, l’Italia e l’Europa nella quale sarà presentata l’incessante attività e le eccezionali capacità politiche di uno dei principali protagonisti del Risorgimento. Prenotazione obbligatoria telefonando al n.0115621147; costo 4 euro da aggiungere al biglietto di ingresso.
Sempre domenica 6 giugno,  si inaugurerà ufficialmente  il Memoriale Cavour a Santena: per l’occasione il Museo Nazionale del Risorgimento ha prestato la camicia funebre del grande statista piemontese che sarà temporaneamente esposta nella stanza da letto di Cavour al secondo piano del Castello di Santena.

Racconigi, l’illustratore Marco Cazzato ospite di “Progetto Cantoregi”

Al centro dell’incontro le sue ultime illustrazioni per il celebre “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Erich Maria Remarque. Sabato 5 giugno, ore 17,30

Racconigi (Cuneo)  Illustrazioni nitide e vigorose nella drammatica forza di un’attualità che oggi è ancora realtà assai inquietante. Come attuale, oggi più che mai, continua ad essere il libro scritto più di novant’anni fa, cui le stesse illustrazioni s’ispirano. Se ne parlerà, delle illustrazioni e del libro, nell’incontro organizzato a Racconigi, sabato 5 giugno (ore 17,30) negli spazi della “Soms”, in via Carlo Costa 23, dall’Associazione Culturale “Progetto Cantoregi” con Marco Cazzato. Origini racconigesi ma residente a Torino, Cazzato è fra i più importanti illustratori italiani, collaboratore di riviste, giornali ed editori nazionali e internazionali nonché autore di copertine di libri e album musicali e disegnatore di manifesti. Nel corso dell’incontro, si parlerà e si dialogherà intorno al suo ultimo lavoro uscito nel 2020, edito da “Neri Pozza”: le illustrazioni del romanzo “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, l’opera con cui nel lontano 1929 lo scrittore tedesco Erich Maria Remarque raccontò alla Germania e al mondo intero l’orrore della Prima guerra mondiale, che lui stesso aveva vissuto come giovane soldato. Marco Cazzato illustra il libro con immagini che riescono a restituire la drammaticità e l’intensità di un conflitto che, dominato dalla tecnica e da un impiego di mezzi di distruzione mai visto prima, segnò la fine della vecchia Europa. Quarant le tavole illustrate in cui si legge appieno la modernità di Remarque, perché il romanzo è una storia anche attuale, sulle conseguenze del nazionalismo esasperato. “Per cogliere tutto questo – racconta Marco Cazzato– ho deciso di concentrarmi sui dettagli, che sono una delle mie cifre stilistiche. Per aiutarmi a descrivere visivamente il conflitto ho attinto da fotografie e documentari d’epoca. […] Ci sono anche molti disegni che non raccontano la guerra, ma ciò che con la guerra si perde”.
Dialogheranno con lui Serena Fumero e Marco Pautasso, presidente di “Progetto Cantoregi”, per capire come si può raccontare attraverso le immagini l’orrore delle guerre e il dramma delle giovani vite mandate al fronte.
Altamente qualificate anche le collaborazioni di Marco Cazzato in ambito musicale. Ricordiamo le copertine dell’album “Canzoni per un figlio” dei Marlene Kuntz, per i quali ha curato anche il video “Il Partigiano” per la regia di Flavio Nani, mentre per Gianni Maroccolo ha curato insieme a Michele Bernardi i video in animazione dei 4 volumi della collana “Alone”. Ha realizzato inoltre manifesti e curato l’immagine per molti eventi, tra i quali il “Torino Film Festival 2011” e per “La Traviata” di Giuseppe Verdi e “Tosca” di Giacomo Puccini per la Stagione lirica di Spoleto 2012 e 2013, “Guido Catalano Tour” e molti altri.
L’ingresso alla “Soms” di Racconigi è gratuito fino a esaurimento posti, con prenotazione obbligatoria: info@progettocantoregi.it o tel. 349.2459042 . Il bookshop è a cura della “Libreria Clerici” di Racconigi.
g. m.

Esce “La passione della libertà”, l’ultimo libro di Quaglieni

Lunedì 7 giugno alle ore 18 sulla pagina facebook del Centro “Pannunzio”, il prof.  Pier Franco Quaglieni presenterà, in dialogo con l’editore Francesca Mogavero e il saggista Salvatore Vullo, il suo nuovo libro “La passione della libertà”, Buendia Books.

Un libro controcorrente su temi divisivi come etica , religione ,aborto , episodi storici discussi , liberalismo e fascismo , difesa della proprietà privata e ritratti tra gli altri di Ceronetti, Daverio, Frassati, Missoni, Mila, Pansa, Ostellino, Ghidetti, il Cardinal Ravasi, conosciuti dall’autore personalmente. Il libro e’ completato da ricordi di vita, non banali e indicativi del malcostume odierno, a Torino, in Liguria e in altre città. Un libro destinato a far molto discutere per le tesi anticonformiste di uno degli storici italiani  più liberi che è anche semplice e accattivante come giornalista nel suo linguaggio chiaro e comprensibile  ai lettori.

Musiche in Mostra. Soundwatching Reloaded

Passeggiate musicali, mostre en plein air, performance dal vivo e concerti online
Da sabato 5 giugno a sabato 17 luglio

Un esercizio dinamico d’arte completa. Consigli per l’uso. Unite l’osservazione di un’esposizione artistica in un qualsiasi contesto museale o en plein air, all’ascolto simultaneo di elaborati musicali più o meno celebri (dal classico allo sperimentale al più coraggioso contemporaneo) o semplicemente di suoni particolari del paesaggio che ci circonda. Assimilate il tutto, in un’assoluta inaspettata visionarietà di suoni, melodie e immagini. Ed ecco. Il gioco è fatto. Questo vuol essere “Musiche in Mostra”.

“Soundwatching Reloaded”, per l’appunto. Stoppata nei mesi scorsi dall’emergenza sanitaria, la rassegna che, sotto la regia dell’Associazione Musicale “Rive-Gauche”, ha ricevuto per il quarto anno consecutivo l’“EFFE Label” dalla “European Festivals Associations”, torna in pista (con il principale sostegno della “Fondazione Compagnia di San Paolo” nell’ambito dell’edizione 2020 del bando “Performing Arts”) confermando tutti gli appuntamenti ancora in programma. In tutto 10. Cinque le città coinvolte ( Genova e quattro piemontesi: Torino, Cuneo, Rivoli e Santena), 44 gli interpreti di calibro internazionale, la maggior parte under 35, con 25 prime esecuzioni assolute. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero e gratuito. Dopo la ripartenza da Genova, sabato 5 giugno (nella prestigiosa “Galleria Nazionale di Palazzo Spinola”, dove fra opere di Antonello da Messina, Antoon van Dick e Rubens, ci si potrà muovere fra teatro e cinema nelle interpretazioni della flautista londinese Sara Minelli e del Duo Alterno), da mercoledì 9 a venerdì 11 giugno al “Conservatorio Ghedini” di Cuneo è in programma un workshop – con successivi laboratori di “soundwatching” – sui fenomeni acustici della vita quotidiana tenuti dai giovani musicisti del Conservatorio cuneese e dal compositore e performer napoletano Elio Martusciello, in omaggio al grande Lelio Giannetto, morto prematuramente per Covid lo scorso mese di dicembre. Doppio appuntamento, tra arte e musica, domenica 20 giugno in due luoghi simbolo: il “Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea” e il Parco del “Castello Cavour” di Santena. Si parte alle 10,30 con la prima “passeggiata soundwatching” con performance elettronica: dal parcheggio della manica del Castello di Rivoli si percorre il muro perimetrale del Museo d’Arte Contemporanea per arrivare alla “Sala Tesi” che ospita l’opera “Interference Pearl” (“Perla Interferenza”) della giovane artista figurativa Alessandra Tesi. Si tratta di un’opera quasi invisibile che “provoca” le nostre capacità di percezione mutando forme e colori a seconda del punto di osservazione. Il pubblico attraverserà lo spazio osservando l’opera e ascoltando allo stesso tempo le elaborazioni elettroniche di nove compositori emergenti, selezionati in collaborazione con il “Conservatorio Giuseppe Verdi” di Milano. La seconda “passeggiata soundwatching” con mostra e “mandala” elettrificato dal vivo è in programma alle 15,30 nello scenografico parco del settecentesco “Castello Cavour”. Qui, ci si muoverà tra le opere della mostra en plein air di Silvana Castellucchio: quadri “ecologici”, immersi nella natura che il pubblico potrà toccare e successivamente partecipare alla costruzione collettiva di un “mandala” di sale colorato, guidata dagli utenti con disabilità mentali del Centro Territoriale “Giorgio Bisacco” diretto da Alberto Taverna, in collaborazione con la “Cooperativa Piergiorgio Frassati”. La performance collettiva sarà accompagnata dal vivo dalle musiche di alcuni eccellenti giovani compositori del Conservatorio di Milano. Si spostano invece online i concerti programmati al “Borgo Medievale” di Torino. Sul canale Youtube di “Rive-Gauche Concerti” e sulla pagina Facebook di “Musiche in Mostra” sarà trasmesso sabato 12 giugno alle 18 il concerto a 6 corde e 88 tasti del duo toscano formato dal chitarrista Lapo Vannucci e dal pianista Luca Torrigiani. Sabato 19 giugno alle 18 rivive invece online la magia del balletto romantico con il duo pianistico a quattro mani formato da Francesca Amato e Sandra Landini per un programma che attraversa tre secoli, dall’Ottocento ad oggi. Tra vocalità “estesa” e sperimentalità elettronica si muoverà quindi il concerto di sabato 26 giugno alle 18, quando le nuove forme del suono verranno esplorate dal “Duo Voicetronics” formato dalla cantante di origini russe Natalia Pschenitschnikova e dal compositore berlinese Martin Daske. Sabato 3 luglio alle 18 sarà trasmesso online il concerto del duo pianistico formato da Giovanni Calabrese e Pierluigi Camicia dedicato a Leonardo Leo, grande nome della scuola musicale napoletana. A chiudere sabato 10 luglio alle 18 il Duo Pitros- Luigi Santo, tromba e Daniela Gentile, pianoforte – che interpreterà un’inedita rielaborazione in chiave contemporanea della celebre aria di ordinanza “Il Silenzio” e sabato 17 luglio alle 18, il concerto online dal “Conservatorio Ghedini” di Cuneo “Soundwatching (Omaggio a Lelio Giannetto)” con Elio Martusciello e i giovani del Conservatorio per un programma di prime esecuzioni in onore del maestro palermitano dell’improvvisazione e grande amico della rassegna.

Per info: tel.011/6614170 – www.rivegaucheconcerti.org – FB MusicheInMostra
g. m.

Nelle foto
– Il duo Amato-Landini
– Lapo Vannucci
– Martin Daske