CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 394

Anteprima a Chieri della XV edizione del Festival Culturale Europeo del Circo

“Mirabilia International Circus & Performing Arts Festival”

Domenica 1 agosto  Chieri (Torino)

Festival “On The Road”, ideato ed organizzato dall’Associazione “IdeAgorà” con la direzione artistica di Fabrizio Gavosto e unico Festival di Circo nominato nel 2012 “Festival Culturale Europeo”,  avrà come tema, per la sua XV edizione, “The Times They Are A-Changin’”. Tema mutuato da una celebre canzone di Bob Dylan, con la quale il “Mirabilia International Circus & Performing Arts Festival” vuole esprimere, in tempi ancora drammaticamente segnati dal disuso della convivenza sociale, la voglia di vivere, di “non arrendersi”, di essere stimolo al territorio e al panorama artistico nazionale. Tutto questo lo si potrà toccare e sperimentare dal vivo nell’ edizione 2021 di “Mirabilia”, che partirà domenica primo agosto in anteprima da Chieri per poi muoversi in modalità itinerante sul territorio Cuneese, creando, dicono gli organizzatori, “un’oasi di incontro, formazione, laboratori, e naturalmente, spettacoli, pensati per re-incontrare il pubblico e riportare in contatto, seppur sempre in un’edizione ancora obbligatoriamente ‘light’, le comunità e i territori”. Trentacinque sono le compagnie coinvolte,  provenienti  da sei Paesi e impegnate  in una programmazione di sedici giorni tra Chieri, Alba (dal 4 all’8 agosto), Castelmagno (dal 14 al 16 agosto), Busca (dal 25 al 29 agosto), Cuneo (dal 31 agosto al 5 settembre) e Savigliano (l’11 settembre) per  una giornata spin off dedicata alle famiglie al “Museo Ferroviario Piemontese”.  Tante anche le prime assolute e le prime nazionali e oltre 130 gli spettacoli che saranno ospitati tra chapiteaux, piazze, teatri, giardini, cortili e musei, in piena sicurezza e in modalità contingentata.

Si parte dunque da Chieri. Domenica 1 agosto primo appuntamento per “Mirabilia” all’insegna del “Teatro Urbano”, nei giardini della  centralissima piazza Cavour, dove, a partire dalle 10 del mattino fino a sera, ad allietare la giornata dei più piccoli, ci sarà la “Compagnia Microcirco” con il “Paese dei Balocchi” ed una deliziosa Giostrina Retrò a soli 4 posti, una vera e propria opera d’arte che riproduce in piccolo “La Giostra di Cesenatico” del racconto di Gianni Rodari. E ancora un grande Cavallo di Legno da cui essere trainati, Bolle di Sapone Giganti, il Tiro ai Barattoli, la Pesca delle Ochette e il laboratorio artistico “Giracolore” per dipingere in libertà. Per gli appassionati di musica meccanica, sarà a loro disposizione un “Piano Melodico Giovanni Racca” del 1870 e un organetto a manovella di fine ‘800. Sempre a partire dalle 10 appuntamento con “Bingo”, artista di strada, di circo e di palco che dal Chiostro di Sant’Antonio presenterà il suo laboratorio di giocoleria, alla scoperta del circo e degli attrezzi circensi più comuni e più strani. Sempre in mattinata, alle 11, la prima assoluta di “Vis à Vis”, della “Compagnia EgriBiancoDanza”, in replica anche alle 19, che trasforma a sorpresa i dehor della piazza in un palcoscenico di danza urbana con uno spettacolo inaspettato. A seguire alle 11.30,  le atmosfere magiche del laboratorio di percussioni di “Drum Theatre”, una performance ideata da Sergio Cherubin, artista e batterista che lavora da vent’anni nel campo del sociale. Alle ore 16 ritorna “Bingo” con lo spettacolo “Horror Show”, sul tema della paura, oggi quanto mai attuale ma trattato con leggerezza e fresca comicità in un mix di magia, giocoleria e clownerie estrema. A partire dalle 17 (e poi in replica alle 22) sarà “Stalker Teatro” ad animare piazza Cavour con “Steli”, una performance urbana interattiva, parte del progetto di ricerca “Reaction”, realizzato in collaborazione con il “Dipartimento Educazione” del “Museo di Arte Contemporanea” del Castello di Rivoli. In chiusura di giornata alle 18.30 (e in replica alle 21.30) la Compagnia “LINEAdARIA”, con il sorprendente spettacolo “Time’s Up – Tempo Scaduto”, porterà l’emozione della danza verticale in notturna, con l’illuminazione della bellissima torre campanaria. Ospitare l’Anteprima di ‘Mirabilia’ riveste per noi – sottolinea Antonella Giordano, assessore alla Cultura della Città di Chieri – un’importanza particolare, alla luce di cosa ha rappresentato nel passato per Chieri l’allora Festival delle arti di strada, che ospitammo per dieci edizioni. Il 1 agosto sarà un momento di festa per tutta la nostra comunità, in questa fase di riconquista della normalità in cui possiamo tornare a godere del piacere di stare insieme ed apprezzare le abilità di artisti, che finalmente riprendono ad esibirsi e a lavorare, dopo aver pagato un duro prezzo durante la pandemia”.

 Tutti gli spettacoli sono a ingresso gratuito. Ci si può prenotare scaricando l’App Mirabilia Light, oppure con accesso diretto prima dello spettacolo fino ad esaurimento posti.

g.m.

 

Nelle foto

–         Compagnia EgriBiancoDanza: “Vis à Vis”

–         Sergio Cherubin: “Drum Theatre”

–         LINEAdARIA: “Time’s Up”

Tutti col naso all’insù per le luci de “La notte che verrà”

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GRANDE CURIOSITÀ PER L’INSTALLAZIONE ‘LA NOTTE CHE VERRÀ’

La performance luminosa itinerante sulla Dora ha dato il via ai 19 progetti vincitori del bando Europeo ToNite (www.tonite.eu)

 

La notte di mercoledì 28 luglio si è accesa l’installazione luminosa e sonora itinerante “La notte che verrà”, realizzata per illuminare la partenza dei 19 progetti vincitori del Bando Europeo ToNite (www.tonite.eu).

 

Una performance, a cura di Stefano Pesca e Michela Locati, che si è sviluppata lungo tutte le sponde della Dora e che ha visto fasci di luce incontrarsi, incrociarsi e scambiarsi in un percorso luminoso come simbolo dei rapporti, delle storie, degli incontri, delle strade tra le persone e le e gli abitanti dei quartieri che lambiscono il fiume.

 

I fasci sono stati  accompagnati dalla voce della Dora, prestata da Chiara dello Iacovo, una giovane attrice e cantante torinese. Una Dora giovane che guarda avanti e che attraverso il suo racconto ha accompagnato il pubblico in un viaggio luminoso e sonoro intorno al fiume spiegando come sarà il futuro ripensato e ridisegnato dai progetti del bando ToNite e da tutte le persone, le associazioni e gli enti che vi hanno partecipato. Una notte vivibile, sicura, multiculturale, di unione di intenti e di scambi e quindi di progetti.

 

ToNite è un modo nuovo di fare innovazione sociale, un progetto in cui le competenze degli assessorati alle politiche giovanili di Marco Giusta e all’innovazione di Marco Pironti si incontrano per creare un dialogo e una visione di  trasformazione  partecipata degli spazi e dei tempi della città.

 

‘La notte che verrà’ è un’installazione itinerante lungo la Dora, promossa da Città di Torino e realizzata da Hello Tomorrow, Beit Company, Consiste, Fondazione Fitzcarraldo con il sostegno di Iren e la sponsorizzazione tecnica di Regis Motors e Trumen, nell’ambito del progetto ToNite. 

 

A Bardonecchia Quaglieni presenta “La passione per la libertà”

Martedì 3 agosto alle ore 17,30 a Bardonecchia (Palazzo delle Feste), avverrà  in anteprima nazionale la presentazione del libro di Pier Franco Quaglieni “La passione per la libertà. Ricordi e riflessioni”, Buendia Books, 2021, con copertina di Ugo Nespolo.

Interverranno, con l’autore, Giampiero Leo, Maurizio Ceccon, Francesca Mogavero. Introdurrà Giuseppe Piccoli.
Nel libro l’autore rievoca figure di personaggi dell’Ottocento, del Novecento e della contemporaneità, affronta temi controversi della storia italiana,  scrive pagine  autobiografiche che ripercorrono anche la storia liberale della sua famiglia. Il suo è un invito al rispetto di tutte le idee, un grido d’allarme per il presente e per il futuro lanciato da un uomo di cultura indipendente da ogni consorteria.

“Borgate dal Vivo”, estate “da sogno” a Sauze di Cesana

Fra teatro, cinema e musica in Alta Val di Susa Da venerdì 30 luglio a martedì 24 agosto

Sauze di Cesana (Torino)

Tre appuntamenti da lode. A legarli il filo conduttore del “sogno”. Dopo il grande successo ottenuto  dalle iniziative dell’estate 2020, Sauze di Cesana (sicuramente fra i Centri più caratteristici dell’Alta Val di Susa) riparte con tre nuove grandi “pensate” organizzate in collaborazione con l’“Unione Montana Comuni Olimpici”“Assemblea Teatro” e “Cinedehors” e con il supporto dell’“Associazione Amici di San Restituto”.

Si parte venerdì 30 luglioalle 21, sulla Piazza del Municipio – via Principale 25 -con lo spettacolo teatrale “Il piccolo principe” tratto dal libro di Antoine de Saint Exupery, allestito da “Assemblea Teatro”, con la regia di Renzo Sicco, la voce narrante di Gisella Bein e i disegni realizzati dal vivo da Monica Calvi. Un classico per ragazzi, genitori e nonni d’ogni età. La storia arcinota, ma sempre di grande attualità e poetica visionarietà, racconta dell’incontro in mezzo al deserto tra un aviatore e un buffo ometto vestito da principe, arrivato sulla Terra dallo spazio (dall’asteroide B 612). Fra le righe, il testo affronta temi, senza spazio e senza tempo, come il senso della vita e il significato dell’ amore e dell’ amicizia. Romanzo destinato all’eternità, è bene ricordare che  “Il piccolo principe” nel 2017 ha superato il numero di 300 traduzioni in lingue e dialetti diversi, ed è il testo più tradotto al mondo se si escludono quelli religiosi.

Giovedì 12 agostoore 21, sarà la volta del cinema all’aperto con la proiezione del film “Il vento fa il suo giro” di Giorgio Diritti, evento organizzato in collaborazione con l’associazione “Cinedehors”. Film di montagna e sulla montagna, la pellicola racconta una storia realmente capitata a Ostana – in valla Po – e osservata dallo sceneggiatore Freddo Valla (il cui film “Bogre” è da pochi mesi arrivato sugli schermi).  Quattro candidature ai “Nastri d’Argento e cinque ai “David di Donatello”, il film dì Diritti  presenta non poche complessità ma, nello stesso tempo, motivi di attrazione per la sua profonda ricchezza tematica e psicologica. Oltre alla diversità e alla diffidenza verso lo straniero (il diverso), due sono i temi posti in chiara evidenza: la memoria storica che molti valligiani emigrati hanno dimenticato e il recupero dell’antica solidarietà montana. Grazie alla mobile fotografia digitale di Roberto Cimatti, è un raro esempio di film di montagna senza concessioni all’oleografia, sostenuto da una fisicità quasi tattile, calata nella realtà concreta.

Martedì 24 agosto, infine, sarà il giorno dell’evento clou del cartellone delle iniziative estive di Sauze di Cesana. Alle ore 21 saliranno, infatti, sul palco Paolo Fresu & Daniele Di Bonaventura per un concerto, dicono gli organizzatori, “dal sapore più unico che raro”. Paolo Fresu, (tromba, flicorno) e Daniele di Bonaventura (bandoneon), dialogheranno in musica nel segno degli strumenti ad aria e di un lirismo dalle atmosfere mediterranee. Un incontro, quello fra il celebre trombettista sardo (nativo di Berchidda) e il bandoneonista marchigiano (di Fermo), ormai ben rodato attraverso innumerevoli concerti, sempre capaci di raccontare i colori dell’universo musicale contemporaneo.

Le iniziative estive si chiuderanno domenica 12 settembre, alle ore 11, con l’appuntamento al Pian della Milizia per il ricordo degli uomini dell’equipaggio di Miss Charlotte (l’aereo alleato americano che il 10 settembre del ’44 si schiantò contro il Gran Mioul, in Valle Argentera), nel 77^ della tragedia, con la Celebrazione Eucaristica, il tributo degli onori civili e militari e il pranzo offerto dall’“Ana” di Pianezza.

Tutte le iniziative sono a ingresso libero e nel caso di maltempo si terranno nella “Chiesa di San Restituto”.

Diceva Walter Bonatti“Chi più in alto sale, più lontano vede. Chi più lontano vede, più a lungo sogna”. Parole fatte sue da Maurizio Beria, sindaco di Sauze di Cesana, che aggiunge: “Credo che solo continuando a sognare, anche attraverso questi momenti di poesia e  di magia, si possa arrivare a quell’armonia che talvolta dimentichiamo di cercare”.

g. m.

 

Nelle foto

–         Assemblea Teatro: “Il piccolo principe”

–         Paolo Fresu & Daniele Di Bonaventura: Ph. Roberto Cifarelli

“Carte da decifrare” Letteratura e Musica al Roccolo di Busca

Giovedì 29, venerdì 30, sabato 31 luglio Busca (Cuneo) Quarta edizione

Tre imperdibili appuntamenti di letteratura e musica dal vivo. Il Parco ed il neogotico Castello del “Roccolo”, fatto costruire a Busca (Cuneo) a partire dal 1831 dai marchesi Tapparelli d’Azeglio e in cui soggiornarono, fra gli altri, Silvio Pellico, re Umberto I e la  regina Margherita, sono pronti ad accogliere, in sicurezza, la quarta edizione della rassegna “Carte da decifrare”. Tre le date da annotare in agenda: giovedì 29venerdì 30 e sabato 31 luglio. Sempre ad iniziare dalle 18,30, la terrazza panoramica dell’antica dimora, immersa nel verde del parco secolare, in Strada Romantica 17 (che bel nome per un civico indirizzo!), farà da suggestivo palcoscenico a scrittori e musicisti di meritata fama che si alterneranno, in reading-concerti non convenzionali, “tra parole e note che si ispirano a vicende di vita vera e vissuta”. L’iniziativa è ideata e organizzata dalla “Fondazione Artea”, in collaborazione con il “Salone Internazionale del Libro” di Torino che ne cura la direzione artistica, con il sostegno del Comune di Busca e dell’“Associazione Castello del Roccolo”, ed è realizzata con il contributo della “Fondazione CRC” e della “Fondazione CRT”.

Ai nastri di partenza la scrittrice e sceneggiatrice toscana Teresa Ciabatti, finalista al Premio Strega nel 2017, e il polistrumentista, nonché membro storico degli “Afterhours”, Rodrigo D’Erasmo che si cimenteranno, giovedì 29 luglio, in un reading tratto dall’ultimo lavoro dell’autrice “Sembrava bellezza” (Mondadori 2021), un romanzo di madri e di figlie, di amiche, “sull’impietoso trascorrere del tempo e su come, nel ripercorrerlo, si possano incontrare il perdono e la tenerezza, prima di tutto verso se stessi”Venerdì 30 luglio, invece, sarà la volta di Giuseppe Culicchia, scrittore e saggista torinese che, accompagnato dalla giovane e talentuosa violoncellista Lucia Clorinda Sacerdoni, leggerà alcuni passi del suo memoir “Il tempo di vivere con te” (Einaudi 2021), raccontando il rapporto personale con il cugino Walter Alasia, brigatista ucciso a vent’anni in uno scontro a fuoco con la polizia. Le canzoni di Lucio Battisti e le colonne sonore dei film di Stanley Kubrick, aiuteranno a ricordare che i mitici Settanta non furono soltanto anni di piombo.

Sabato 31 luglio, calerà il sipario sull’edizione 2021 della rassegna con la performance di Massimo Zamboni, ex chitarrista dei “CCCP” e dei “C.S.I.”, da tempo solista e scrittore, che porterà in scena canzoni, racconti e ricordi personali sul Novecento emiliano in “La trionferà” (Einaudi 2021). Ad accompagnare le letture dei brani, tratti dal suo ultimo romanzo e da “L’eco di uno sparo” (Einaudi 2015), il musicista e produttore discografico Cristiano Roversi, in un’epica della memoria che pone le basi per un possibile futuro. “Carte da decifrare è un format vincente – afferma Marco Pautasso, vicedirettore del ‘Salone del Libro’ e direttore artistico della rassegna – un unicum nel variegato panorama dei festival culturali italiani, perché sa far dialogare, in un originale e inconsueto sconfinamento creativo, parole e note. Queste straordinarie ibridazioni tra letteratura e musica, unite alla magia di un luogo come il Castello del Roccolo, sanno regalare al pubblico momenti di grande intensità e coinvolgimento emotivo”.

Diverse le opzioni di ingresso agli spettacoli: 6 € per il biglietto intero4 € per il ridotto (possessori tessera “Abbonamento Musei”, visitatori 15-19 anni, studenti universitari con tesserino, visitatori in possesso del biglietto per la visita guidata al Castello e Parco del Roccolo nella giornata dello spettacolo). È possibile sottoscrivere l’abbonamento alle tre serate al costo di 15 €, mentre l’ingresso è gratuito per visitatori 0-14 annidisabili e accompagnatore. I biglietti sono disponibili on line e nei punti di prevendita consultabili sul sito ticket.it. Nelle sere di spettacolo la biglietteria è aperta dalle 16.30 presso il “Castello del Roccolo”, situato in strada Romantica 17 a Busca. In caso di maltempo gli spettacoli si terranno al “Cinema Lux” di Busca in via Luigi Cadorna, 46. Per informazioni e aggiornamenti consultare il sito fondazioneartea.org e la pagina Facebook di “Fondazione Artea”.

g.m.

 

Nelle foto:

–         Giuseppe Culicchia

–         Teresa Ciabatti – Ph. Chiara   Pasqualini

–         Cristiano Roversi

Due registi scoperti dal TorinoFilmLab vincitori dei più importanti premi a Cannes

Consacrati i talenti cresciuti nell’incubatore torinese e premiati 3 film sviluppati dal TFL, laboratorio internazionale del Museo Nazionale del Cinema che dal 2008 ha raccolto 11 milioni di euro di fondi internazionali 

 

La 74a edizione del Festival di Cannes si è conclusa con nuovi successi per il TorinoFilmLab, laboratorio internazionale promosso dal Museo Nazionale del Cinema, dove ben 3 dei 6 film targati TFLin programma sulla croisette hanno raccolto importantiriconoscimenti oltre alla consacrazione di 3 registi scoperti dal TorinoFilmLab e che in passato hanno partecipato ai percorsi di sviluppo e training del lab torinese.

La Palma d’Oro 2021 a Julia Ducournau con il film horror/thrillerTitanerimarca la missione del TorinoFilmLab di scoprire e formare talenti cinematografici. Ducournau aveva già preso parte a La Semaine de la Critique con il suo primo film Raw, realizzato proprio grazie al TorinoFilmLab vista la partecipazione nel 2013 aFeatureLab.

Premiato con il Grand Prix anche Juho Kuosmanen per il suo Hytti Nro 6. Il regista era stato premiato sempre a Cannes con The Happiest Day in the Life of Olli Mäki, film sviluppato dal TorinoFilmLab durante ScriptLab nel 2014, e prodotto da Jussi Rantamäki che attualmente è a lavoro su un nuovo progetto da produttore nell’ambito del programma di sviluppo del TFL, FeatureLab.

A La Quinzaine des Réalisateurs, Jonas Carpignano – che ha partecipato al TFL con il suo precedente film A Ciambra ha trionfato a Cannes con A Chiara aggiudicandosi per la seconda volta il Europa Cinemas Label award per il Miglior Film Europeo, dopo averlo conquistato nel 2017 proprio con A Ciambra.

La vittoria di Julia Ducournau ha un grande significato per il TorinoFilmLab, non solo perché avendo contribuito al suo esordio conferma la nostra capacità di individuare e spronare talentiemergenti, ma anche perché lei è la seconda donna a vincere il più importante premio di Cannes, dopo Jane Campion nel 1993 con Lezioni di piano, e da sempre il TFL si impegna a dare eguale risalto ad autrici e autori” commenta la managing director del TFL, Mercedes Fernandez.

Inoltre, il premio più prestigioso de La Semaine de la Critique il Premio Nespresso è stato assegnato a Feathers di Omar El Zohairy, che ha cominciato il suo lavoro sul film al TFL nel 2016 dedicandosi alla sceneggiatura con ScriptLab, per poi proseguire l’anno successivo con FeatureLab, programma annuale dedicato ai progetti di lungometraggio più avanzati. Sempre a La Semaine de la Critique, il Louis Roederer Foundation Rising Star Awardalla miglior interpretazione – è stato conferito a Sandra Melissa Torres attrice non professionista e protagonista di Amparo, opera prima scritta e diretta da Simón Mesa Soto sviluppata nel corso del programma TFL ScriptLab 2017. La giuria di Un Certain Regard, selezione ufficiale del Festival di Cannes, ha premiato con il Courage Prize il lungometraggio della regista Teodora Ana Mihai La Civil, anch’esso parte della ‘classe’ 2017 di ScriptLab.

Questi riconoscimenti diretti e indiretti confermano il trend positivo del TorinoFilmLab, un progetto all’avanguardia e dall’ambizione internazionale in cui il Museo Nazionale del Cinema crede fortementee che sostiene concretamente fin dalla sua creazione nel 2008afferma Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. Infatti, per l’avvio e il primo anno di attività, il Museo Nazionale del Cinema destinò al TorinoFilmLab un budget di 1 milione di euro.

Grazie al sostegno del Museo Nazionale del Cinema, ai workshop focalizzati sullo sviluppo di sceneggiature, da cui ha preso il via il TFL, si è aggiunto un programma dedicato a progetti di film a uno stadio più avanzato. Il TFL ha anche anticipato il trend delle serie tv lanciando un programma europeo completamente dedicato a questo format quando in Europa ancora non se ne era intuito il potenziale, e via via negli anni ha saputo creare percorsi formativi per figure professionali che il mercato dell’audiovisivo mondiale in costante evoluzione stava iniziando a richiedere, oltre a una serie di fondi a supporto di film frutto di coproduzioni internazionali e di attività per raggiungere il grande pubblico con film d’autore.

Un investimento e una fiducia che il TorinoFilmLab ha ripagato non solo con prestigiosi riconoscimenti – già nel 2010 il TFL sbarca a Cannes con il film di Michelangelo Frammartino, Le quattro volte che si aggiudica il Best European Film alla Quinzaine des Realisatéurs – ma anche in termini di solidità progettuale ed economica grazie al fatto che nel corso di 13 anni il TFL è riuscito a implementare la propria rosa di attività intercettando e portando risorse da fonti esterne.

Dal 2008 al 2021, il budget di attività del TorinoFilmLab è infatti raddoppiato grazie alla capacità di attrarre fondi internazionali e finanziamenti privati per un totale di oltre 11 milioni di euro in 13 anni, costruendo relazioni con una rete costituita da partner internazionali come Eurimages (Consiglio d’Europa), Austrian Film Institute (Austria), CNC e ARTE (Francia), FilmMad (Spagna), Ukraine Film State Agency (Ucraina), Swiss Films (Svizzera), German Films (Germania), Flanders Audiovisual Fund (Belgio), Red Sea Film Festival Foundation (Arabia Saudita), Fondazione Veneto Film Commission (Italia), e BrLab – Projecto Paradiso (Brasile) che sostengono il TFL al fianco di istituzioni chiave come Creative Europe – Sottoprogramma MEDIA dell’Unione Europea, MiC – Ministero della Cultura, Regione Piemonte e Città di Torino.

Dal 2019 il budget TorinoFilmLab si è assestato su circa 2 milioni di euro annui di cui l’86% alimentato proprio da introiti privati e fondi internazionali che, bilanciando l’apporto di fondi pubblici, ha portato alla costruzione di un modello sostenibile, dinamico e flessibile che si può adattare a seconda delle opportunità e delle esigenze dell’industry cinematografica che il TFL è capace di intuire e cogliere rinnovando continuamente la propria proposta di attività, come di recente avvenuto con Alpi Film Lab, iniziativa biennale rivolta a professionisti italiani e francesi dal budget complessivo di 797.550 €, interamente coperto da Interreg-ALCOTRA 2014-2020, programma di cooperazione transfrontaliera dell’Unione Europa.

Un modello virtuoso che si ripercuote anche sul territorio, come dimostrano i risultati del 2019 che ha visto il 35% del budget totale – circa 2 milioni di euro – essere distribuito localmente, grazie ad eventi e workshop organizzati tra Torino e il resto del Piemonte e alla rete di professionisti italiani che vi collaborano. Il tutto garantendo un eccezionale livello formativo con 1.500 professionisti che hanno partecipato ai programmi di training del TFL, un’alta percentuale di film effettivamente realizzati ossia 136 su 400 progetti sviluppati, e un decisivo e concreto apporto alla produzione con ben 5.750.000 euro di fondi assegnati in 13 anni.

Il TorinoFilmLab è promosso dal Museo Nazionale del Cinema con il supporto di MiC – Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Città di Torino e il sottoprogramma Creative Europe – MEDIA dell’Unione Europea.

Wonderful Vision. Il sogno di Martin Luther King secondo Stevie Wonder

In scena all’“Open Factory” di Nichelino il “musicteller” Federico Sacchi

Giovedì 29 luglio, ore 21,30

Nichelino (Torino)

Torinese, di mestiere “musicteller”. Ovvero, dice lui stesso, “narratore di musica che restituisce al presente gli artisti e il loro passato, proiettandoli verso il futuro” e soprattutto riportandone la memoria vera a quel grande pubblico che, in più casi, li ha “dimenticati o mistificati”. Ecco, questi é Federico Sacchi. Che giovedì 29 luglioalle 21,30, racconterà, all’“Open Factory” di Nichelino (via del Castello, 15) il legame fra Stevie Wonder e Martin Luther King in una delle sue suggestive “esperienze d’ascolto”, veri e propri documentari live che fondono insieme ( in singolari e attrattive performances ) storytelling, musica, teatro e video. “Il sogno di Martin Luther King secondo Stevie Wonder” è il titolo dello spettacolo programmato per giovedì prossimo a Nichelino: una trilogia che Sacchi, socio-fondatore del Circolo culturale torinese “FuoriLuogo” di corso Brescia, ha dedicato per l’appunto all’oggi 71enne musicista americano, sicuramente fra i più famosi della scena musicale del Novecento, con gli 87milioni di copie di dischi venduti e i 56 anni di gloriosa carriera. Al secolo Steveland Hardaway Judkins Morris, in arte Stevie Wonder, é stato e continua a essere, infatti, icona indiscussa della musica pop mondiale. “Tutti, indipendentemente dai propri gusti musicali, riuscirebbero – dice Sacchi – a canticchiarne almeno una canzone. Pochi sanno, invece, che il pezzo ‘Happy Birthday’ e il tour dell’album ‘Hotter Than July’ sono stati fondamentali nell’istituzione nel 1986 del ‘Martin Luther King Day’, la festa nazionale americana che ricorda il giorno della nascita (15 gennaio 1929) del leader dei diritti civili”. Ma come è possibile che un cantante pop abbia avuto la forza di cambiare le sorti di una battaglia combattuta senza successo per un decennio? “La risposta – dice ancora Sacchi – va cercata nella sua vicenda umana e artistica e nel lento processo che portò il tredicenne Little Stevie Wonder a diventare prima Stevie Wonder e poi Stevie, l’artista che come il Dr. King aveva una visione e un sogno: mettere in atto una pacifica rivoluzione capace di cambiare il Sistema dall’interno”. Ed è proprio su questo filo narrativo che prende corpo e vive lo spettacolo di Federico Sacchi, al termine del quale, sicuramente, si avrà memoria e nozione più vera e completa del Mito di Stevie Wonder. Lo spettacolo è inserito all’interno della rassegna “We Are Open”, organizzata da “Reverse Agency”, in collaborazione con “Piemonte dal Vivo”, “Torino Comedy Lounge”, “Teatro Superga” e promosso dalla Città di Nichelino, con il sostegno di “Fondazione Compagnia di San Paolo”.

I biglietti sono in vendita su Ticketone (www.ticketone.it). Info: tel. 011/4174908 o www.openfactory.space

Sonata per tubi Arie di musica classica per strumenti inconsueti

Open Factory, via del Castello 15, Nichelino con la Compagnia Nando e Maila

Musica inconsueta o circo inedito? “Sonata per tubi” è il circo dell’invenzione, cantato e suonato dal vivo dalla Compagnia Nando e Maila, che ricerca le possibilità musicali di oggetti ed attrezzi di circo, trasformandoli in strumenti musicali attraverso l’ingegno e l’uso della tecnologia.

“Ogni cosa che tocchiamo o facciamo emette suono: sia gli attrezzi di circo, che il palco, che noi stessi”.

Ha inizio il concerto. Pezzi di tubo che volano vanno a comporre un contrabbasso e un violoncello. La musica avanza tra Rossini, Bach, Beethoven, Pink Floyd, Rolling Stones e Luis Armstrong. Poi arriva lei: una ragazzina, una principessa moderna che sconvolge ogni armonia. Il mito principale degli adolescenti di tutto il mondo è quello dell’eroe. In ogni adolescente c’è, nella fantasia, nei pensieri e nelle zone più profonde dell’animo, l’esigenza di fare qualcosa di eroico, di particolare, che sia al di fuori della quotidianità per diventare adulti. Il circo alimenta la follia del trio in contrappunto con clave che diventano sax e con diaboli sonori. Ne consegue un crescendo di canti polifonici a tre voci, di danze e prove di coraggio, musicali e circensi, che condurranno ad un rituale finale per il passaggio dall’adolescenza alla vita da adulto. Il pizzicato del clown musicale fa trasparire l’anima dei tre attori che con un linguaggio universale e accessibile a tutti, si incontrano e si scontrano nel magico gioco della vita.

 

We Are Open è organizzato da Reverse Agency, in collaborazione con Piemonte dal Vivo, Torino Comedy Lounge, Teatro Superga e promosso da Città di Nichelino e Sistema Cultura, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo

 

Mercoledì 28 luglio, ore 21,30

Sonata per Tubi

Compagnia Nando e Maila

Di e con Ferdinando D’Andria, Maila Sparapani, Marilù D’Andria

Aiuto alla creazione: Marta Dalla Via, Federico Cibin

Disegno luci e audio: Federico Cibin

Scenografie: Ferdinando D’Andria

Contributo ai giochi circensi e acrobazie: Riccardo Massidda, Gaby Corbo

Tecniche di circo: palo cinese, danza acrobatica, verticalismo, manipolazione di oggetti, giocoleria con diabolo e clave

Strumenti musicali utilizzati: basso tubo, tuboncello, minitubo, violino, clavax (clava/sax), diabolofono (diabolo sonoro), palo sonoro, palco grancassa

Biglietto: 5 euro

 

Info

www.openfactory.space

T: 011 4174908

 

Omaggio al grande Fred Buscaglione

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100 anni di Fred Buscaglione: martedì 27 luglio al Bunker di Torino l’omaggio dell’Accademia dei Folli

Spettacolo di musica-teatro.

Appuntamento alle 21.30, ingresso 15€.

In occasione del centenario della nascita di Fred Buscaglione, martedì 27 luglio l’Accademia dei Folli rende omaggio al cantautore torinese con Fred dal whiskey facile, un ritratto tracciato dalle cinque più importanti donne della sua vita. Tutte interpretate dalla stessa attrice, queste cinque donne si avvicendano sul palco dove il fantasma di Fred aleggia ancora, e fa le due cose che gli riuscivano meglio: cantare e bere. Non necessariamente in quest’ordine.

L’appuntamento è alle 21.30 sul palco del Bunker di via Niccolò Paganini.

 

Strani funerali, quelli di Fred Buscaglione. Gente che urlava, che cantava, che si spintonava per stringere la mano a questo o a quel personaggio famoso. Tutto molto poco sabaudo. E d’altra parte Fred, pur essendo nato e cresciuto a Torino, non era esattamente un campione dell’understatement. Per dire: tre giorni prima, a Roma, quando si schiantò contro un camion alle sei del mattino, era a bordo di una Ford Thunderbird rosa.

Tra la gente che torna a casa dal funerale ci sono cinque donne, e tutte loro hanno qualcosa da dire su Fred, tutte loro pretendono di averlo capito meglio delle altre. Per Ernestina, sua madre, Fred non era Fred ma Ferdinando, era ancora il bambino che suonava il piano – da dio – nell’androne del palazzo dove lei faceva la portinaia.

Anna, invece, da dietro il bancone del suo bar lo chiamava Ferdi, gli preparava dei cocktail che lui stesso le aveva insegnato e poi se ne andava a passeggiare con lui ai Murazzi, prima che il successo lo travolgesse e lo portasse lontano, a Roma.

Anita, che a Roma sta per diventare una diva, lo chiamava Fred, ma solo per farlo innervosire – Fred era il nome che usavano i fan. Si erano incontrati sul set di una pubblicità, pochi mesi prima che lei si tuffasse in una fontana dicendo Marcello, come here.

Fatima, che Fred l’aveva sposato e poi mollato per gelosia, lo chiamava Nando fin dai tempi del loro primo appuntamento, in una Lugano piena di neve, dove avevano raggiunto l’albergo a bordo di una slitta trainata da due cavalli.

E la quinta donna? Beh, non è proprio una donna, benché Fred l’abbia sempre trattata con infinita dolcezza. D’altronde solo lei, la Ford Thunderbird rosa che Fred definiva “Criminalmente bella”, soltanto lei può raccontare cosa accadde negli ultimi istanti della breve e sfolgorante vita di Fred Buscaglione.

Ingresso 15€, ridotto 6€ per i minori di 10 anni.

 

FRED DAL WHISKEY FACILE
martedì 27 luglio

Bunker – area esterna

Via Niccolò Paganini 0/200, Torino

ore 21.30

 

con

Giovanna Rossi

Carlo Roncaglia

 

e con

Andrea Cauduro chitarra

Enrico De Lotto contrabbasso

Diego Mascherpa fiati

Matteo Pagliardi batteria

 

testi Veronica Buscarini, Matteo Faccio, Sabrina Quaranta, Fosca Salmaso, Giorgio Scalia

dramturg Emiliano Poddi

arrangiamenti Accademia dei Folli

regia Carlo Roncaglia

 

 

Biglietti

In prevendita
intero €12 + diritti | ridotto sotto i 10 anni €4 + diritti
Prevendita online su www.oooh.events

In cassa
intero €15 | ridotto sotto i 10 anni € 6

Prenotazione obbligatoria ai seguenti recapiti
prenotazioni@accademiadeifolli.com
tel/whatsapp +39 345 6778879
www.accademiadeifolli.com

Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy

Il “Museo Diocesano” di Susa espone una quarantina di opere del poliedrico artista borgognone

Dal 10 luglio al 10 ottobre Susa (Torino)

Fu pittore, miniatore, ma anche maestro vetraio nonché autore di disegni per ricami. Artista quanto mai poliedrico e itinerante, a lungo attivo in Piemonte, Antoine de Lonhy viene documentato per la prima volta nel 1446 in Borgogna e la sua morte si colloca nel 1490 nel ducato di Savoia. Dall’identità sconosciuta, messa in luce solo in anni relativamente recenti, grazie a lavori di ricerca condotti in parallelo da vari studiosi, de Lonhy era in precedenza indicato con diversi nomi convenzionali: dal “Maestro delle Ore di Saluzzo”, da un manoscritto miniato oggi conservato alla “British Library”, al “Maestro della Trinità di Torino” , da uno dei suoi principali dipinti custodito a “Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica” di Torino. E proprio in stretta complementarietà fra “Palazzo Madama” ed il “Museo Diocesano” di Susa è stata concepita ed organizzata (con il sostegno della Compagnia di San Paolo, la sponsorizzazione tecnica della Società Reale Mutua di Assicurazioni e il contributo della Città di Susa) la mostra “Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy”, ospitata nel Museo segusino dal 10 luglio al 10 ottobre e a “Palazzo Madama” dal prossimo 23 settembre al 9 gennaio 2022. Non casuale la scelta della sede valsusina, ma motivata dal legame particolarmente stretto che l’artista di origine e formazione borgognona (a contatto soprattutto con la pittura fiamminga di Jan Van Eyck e di Rogier van der Weyden) ebbe con la Valle di Susa. L’unico documento savoiardo attualmente noto del pittore lo dice infatti residente nel 1462 ad Avigliana. Per non dire delle molteplici testimonianze dell’attività di de Lonhy legate alla Valle (come un frammentario polittico della “Sabauda” di Torino proveniente dalla frazione Battagliotti di Avigliana e presente in mostra così come gli affreschi dell’abbazia della Novalesa) o della sua bottega con tanto di stretti seguaci, di cui si conserva il polittico oggi presso la Parrocchiale della Novalesa e un ciclo di affreschi che orna la cappella della Madonna delle Grazie a Foresto (Bussoleno).

 

Curata da Vittorio Natale, l’esposizione al “Museo Diocesano” è incentrata su una quarantina di opere, alcune delle quali mai esposte al pubblico, provenienti da diverse collezioni pubbliche e private che, da una parte, focalizzano lo stretto legame di de Lonhy con la Valle di Susa e la Valle d’Aosta – dove nella collegiata di Sant’Orso del capoluogo si conservava un grandioso polittico scolpito, progettato e dipinto da Antoine per il priore Georges de Challant – mentre dall’altra evidenziano l’influenza esercitata da Antoine de Lonhy (attivo in Borgogna, a Tolosa e a Barcellona, prima di approdare nel ducato sabaudo) su altri artisti, fra cui pittori suoi seguaci o collaboratori e, soprattutto, scultori e plasticatori. Ecco il perché dell’articolazione della mostra in cinque sezioni che conducono il visitatore in un percorso di alto interesse storico-culturale che si avvia con le “aperture europee della Valle di Susa” e il suo naturale scambio con i territori oltralpini (documentato, fra le varie opere, da una rara “Madonna” allattante in pietra calcarea di un artista borgognone databile intorno al 1430) per proseguire con la narrazione dei “legami fra de Lonhy e la Valle d’Aosta”, rappresentati in particolare – ma non solo – dai numerosi elementi dipinti e scolpiti che componevano il grandioso “altare” della Collegiata di Sant’Orso ad Aosta, oggi dispersi in varie sedi.

 

A seguire, le testimonianze del concreto influsso esercitato da de Lonhy scultore (con quel suo particolare modo di “panneggiare, soffice e voluminoso”) su artisti sabaudi come il cosiddetto “Maestro del Compianto di Chivasso” o nord-europei come il “Maestro della Madonna delle nevi” e, in genere, su alcuni grandi pittori del Ducato di Savoia: da Martino Spanzotti (suggestiva la serie dei quattro elementi di predella, prestati da un importante istituto bancario svizzero e presentati in mostra per la prima volta al pubblico) all’astigiano Gandolfino da Roreto, rappresentato da opere giovanili come una “Annunciata”, parte di uno sportello di altare proveniente da Genova e una “Maddalena” di collezione privata. A chiudere il percorso espositivo il privilegiato rapporto dell’artista con la Valle di Susa: dai frammenti di intonaco affrescato (recuperati in scavi archeologici) eseguiti per Giorgio Provana e provenienti dal Museo della Novalesa, alla “Pala di Sant’Agostino”, prestata da un generoso colleziosta privato. Certo è che alla fine del Quattrocento Antoine de Lonhy con la sua bottega doveva aver segnato profondamente la Valle, come testimoniano ancora un affresco staccato con la “Pietà” appartenente a Palazzo Madama, di cui si discute il riferimento ad Antoine o a uno stretto seguace, ma anche opere di artisti ancora anonimi, come l’autore di un “Breviario” miniato proveniente dalla Sacra di San Michele della Chiusa appartenente alla Biblioteca Nazionale di Torino.

Gianni Milani

“Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy”
Museo Diocesano, via Mazzini 1, Susa (Torino); te. 0122/622640 o www.centroculturalediocesano.it
Fino al 10 ottobre
Orari: dal mart. al sab. 10/12,30 – 14,30/18: dom. e lun. solo pomeriggio

Nelle foto
– “Madonna di Avigliana”, scultore borgognone, fine sec. XV
– Antoine de Lonhy: “Santa Maria Maddalena”, dipinto su tavola di pioppo, ca. 1485
– “Breviario di San Michele della Chiusa”, seconda metà del sec. XV