CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 390

La leggenda di Josephine Baker entrerà al Pantheon il 30 novembre

Emmanuel Macron: “Née Américaine et ayant choisi la France, par ses engagements et combats, Joséphine Baker a porté haut la devise de la République française. Le 30 novembre 2021, elle entrera au Panthéon.”

Il 12 aprile 1975 si spegneva per un’emorragia cerebrale a Parigi colei che era stata definita da Ernest Hemingway “la donna più sensazionale che si fosse mai vista o si vedrà. Alta, pelle color caffè, occhi d’ebano, gambe di paradiso, un sorriso da cancellare tutti gli altri sorrisi”: Josèphine Baker. Soltanto il giorno prima si era esibita in una rappresentazione della sua ultima revue, calcando le scene fino all’ultimo respiro. Questa straordinaria artista e questa donna leggendaria il prossimo 30 novembre farà il suo ingresso, simbolicamente, al Pantheon, il luogo che venne scelto dai rivoluzionari francesi per celebrare “les grands hommes” della Patria. Il suo corpo, infatti, per volontà della famiglia, continuerà a riposare nel cimitero del Principato di Monaco.
“Attraverso questo destino la Francia distingue una personalità eccezionale che, nata americana, ha scelto, nel nome di una battaglia che combatterà per tutta la sua vita per la libertà e per l’emancipazione, l’eterna Francia dell’Illuminismo universale”. Questa è la motivazione con la quale l’Eliseo ha riconosciuto alla Baker questo diritto, ponendo l’accento sul suo impegno nella Resistenza e nella lotta al razzismo e sottolineando come questa donna, durante tutta la sua vita, sia stata “l’incarnation de l’esprit français”. Joséphine Baker è la sesta donna a entrare al Pantheon, un universo estremamente maschile. La prima è stata la scienziata Sophie Barthelot, nel 1907, ma soltanto perché potesse riposare accanto al marito. Bisogna attendere il 1995 perché venga concesso a una donna di riposare nel Panthéon per il proprio lavoro e per i propri meriti. Si tratta di Marie Curie, la scopritrice della radioattività, la sola scienziata ad avere ricevuto due premi Nobel in due diverse discipline: la fisica e la chimica. Nel 2015 la seguono due eroine della Resistenza: Germaine Tillion e Geneviève de Gaulle-Anthonioz. Infine, nel 2018 il Presidente Macron concede l’onore del Panthéon a Simone Veil, ebrea francese, che, dopo la deportazione a Auschwitz a soli 16 anni, ha intrapreso una brillante carriera politica e istituzionale, diventando magistrato e poi Ministro della Sanità e Presidente del Parlamento Europeo, e che “con il suo esempio ha reso la Francia più grande e più forte”.

Joséphine Baker, tuttavia, sarà la prima artista e la prima donna di colore a ricevere questo onore. Cantante e danzatrice, la Baker diventa in breve tempo una delle più acclamate vedette di Parigi. Musa dei cubisti e dei surrealisti, anima la Parigi degli Anni Trenta, e affascina e seduce personalità come Ernest Hemingway, George Simenon, Picasso e Jean Cocteau. La Baker ottiene la nazionalità francese nel 1937 e, nel corso della Seconda Guerra Mondiale ricopre un ruolo importante nel controspionaggio francese della Francia Libera. Al termine del conflitto viene decorata da Charles De Gaulle con la Legion d’onore. Negli anni del Dopoguerra l’artista è in prima linea nella lotta contro il razzismo e a favore dell’emancipazione dei neri e affianca Martin Luther King nella lotta per i diritti civili. Nel 1963 prende parte alla marcia di Washington e, indossando la sua uniforme della Resistenza francese, è l’unica donna, insieme a Daisy Bates, a prendere la parola. Il suo intervento segue quello di Martin Luther King che, in quell’occasione pronuncia il suo discorso “I have a dream”, e non rappresenta soltanto un appello a lottare per i diritti e per l’uguaglianza, ma anche una dichiarazione d’amore nei confronti della Francia, la nazione che l’ha accolta. “Ero spaventata e sono scappata. Sono fuggita lontano in un luogo chiamato Francia. Molti di voi non ci sono mai stati e molti non ci andranno mai. Ma devo dirvi, signore e signori, che in quel Paese non ho mai avuto paura. Era un luogo da fiaba”.

Anche il suo desiderio di maternità è dominato dal quel bisogno di uguaglianza, dalla necessità di dimostrare al mondo come la convivenza tra razze diverse non sia un’utopia, ma una possibilità: adotta, infatti, insieme al marito, dodici bambini provenienti dai cinque continenti e la definisce la “mia tribù arcobaleno”, un altro modo per dire no al razzismo e per testimoniare la potenza dell’amore. Un cenotafio all’interno del Pantheon ricorderà questa grande donna che con il suo esempio e la sua forza ha incarnato i valori della Rivoluzione francese: Liberté, Égalité, Fraternité . Sarà riempito con la terra proveniente dalla sua città natale, Saint-Louis, con quella di Parigi che la consacrò stella dello spettacolo, con quella del Principato di Monaco e con quella del castello des Milandes in Dordogna, dove visse insieme alla sua famiglia. Sarà la leggenda della Baker a riposare tra i grandi, esattamente come è accaduto per Antoine de Saint-Exupery che, scomparso misteriosamente nel 1944 in una missione aerea e mai ritrovato, proprio nel Panthéon è ricordato e evocato da una lapide. Sono i simboli, infatti, a contare perché continuano a ricordarci le grandi storie, i grandi esempi e le grandi vite.

Barbara Castellaro

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Colson Whitehead “Il ritmo di Harlem” -Mondadori- euro 20,00
Lo scrittore, due volte vincitore del premio Pulitzer –con “La ferrovia sotterranea” e “I ragazzi della Nickel- in questo suo ultimo romanzo rappresenta il multietnico quartiere newyorkese di Harlem tra gli anni 50 e 60. Comunità nera, concentrata in quell’habitat urbano che è una sorta di città dentro la città; limite tra bianchi e persone di colore, un simbolo per gli afroamericani.
Lo scrittore 51enne è nato (e cresciuto fino ai 6 anni) a Riverside Drive; a due passi dal cuore di Harlem, ed è ad allora che risalgono i suoi primi ricordi.
Il romanzo veleggia tra criminali di bassa tacca, rapine, estorsioni, ricettazione, saga familiare, classi sociali, razzismo; tutto ammantato da grandi pennellate di humor.
Protagonista è Ray Carney, di professione commerciante, che nel suo negozio vende mobili e oggetti per la casa a prezzi contenuti, pagabili anche a rate. Un normale padre di famiglia, sposato con Elizabeth (che non sospetta nulla dei suoi secondi affarucci) incinta del secondo figlio.

Ray si ritiene fondamentalmente onesto, ma non disdegna di rivendere a volte televisori ed altri elettrodomestici e oggetti di dubbia provenienza. Di fatto ha una seconda vita nella quale viene trascinato da pessime frequentazioni. In particolare dal cugino Freddie che ogni tanto gli porta qualche gioiello che lui rivende senza farsi tante domande.
La trama accelera quando Freddie partecipa a una rapina al celebre Hotel Teresa che in quegli anni era il fulcro della vita ad Harlem; ed è così che Carney finisce coinvolto in una cosa decisamente più grande di lui.

Echi del passato si proiettano su Ray e cercano di riafferrarlo; si scopre che è figlio di un noto criminale del luogo e solo alla fine saprete cosa deciderà.
Nel frattempo nella sua vita irrompono personaggi da gangster story. Il manesco Pepper, reduce dalla seconda guerra mondiale e particolarmente portato per la violenza e le revolverate; il potente gangster Chink Montague; e Miami Joe, refrattario alla legge e ai suoi tutori, che non si fa remore ad uccidere.

Whitehead si riconferma abilissimo nello spaziare tra più generi; dalle incursioni nel romanzo storico all’horror e al poliziesco, con questa storia di malavita, che è anche un approfondimento delle dinamiche sociali e politiche dell’America dell’epoca.

André Aciman “Mariana” -Guanda- euro 14,00
Il romanzo è stato ispirato ad Aciman da un testo del 1669, “Le lettere di una monaca portoghese”, in cui la protagonista racconta il dolore straziante dopo che un ufficiale francese l’aveva sedotta e poi abbandonata. Ma i tormenti del cuore non hanno collocazione in un’epoca sola.

Nell’ultimo libro di Aciman l’io narrante è la giovane Mariana e si trova a dover metabolizzare un’amara verità: quando un amore finisce ti rendi conto che ti sei nutrita di un grande inganno. E cosa rimane delle ceneri di una passione divampata velocemente ed altrettanto fulmineamente finita contro il muro di indifferenza dell’amato?

Il breve ma intenso romanzo è la cronaca fedele degli stati d’animo che avvolgono la giovane studentessa dell’accademia d’arte in una morsa di dolore, delusione, attesa, disinganno. Perché, anche se aveva avvertito il pericolo, era rimasta soggiogata dal fascino di Itamar: bello, intrigante, farfallone e seduttore recidivo. Quella di Mariana è una passione travolgente che le fa abbassare tutte le difese; e lui ci sa anche fare parecchio, scalzando in un nanosecondo ogni traccia di pudore della ragazza.
Peccato che senza saperlo Mariana abbia una data di scadenza. Itamar diventa dapprima sfuggente e poi scompare nel modo più vile che ci sia. Viene messa presto da parte perché l’attenzione dell’amante è già attirata da un’altra preda.
Lui l’ha ingannata, presa, lasciata e delusa. Da quel momento Mariana finisce in un buco nero di dolore, solitudine, inutili attese e agguati infantili nella speranza di incontrarlo; ben sapendo che lo troverà abbracciato alla vittima successiva

Ancora una volta Aciman è maestro nell’affondare la penna nei crateri di un cuore e di una mente feriti, disillusi e messi da parte dopo una passione rovente.
Ci si immedesima facilmente nella protagonista e ci si arrabbia pure parecchio perché la sua illusione d’amore è qualcosa che prima o poi forse accade a tutti… e nella trappola dell’inganno ci infiliamo spesso da soli.

 

Chris Kraus “Figli della furia” -SEM- euro 22,00

Questo monumentale romanzo (896 pagine) racconta una storia d’amore, morte, nazismo e orrori; attraversa il Novecento e in parte è ispirato al nonno dello scrittore che era un nazista.
Chris Kraus -nato a Gottinga nel 1963, sceneggiatore, regista e romanziere- ha compiuto ricerche approfondite per oltre un decennio prima di comporre “Figli della furia”, nel quale la parte romanzata si innesta su pagine importanti della Storia, quella vera e tragica del secolo scorso.

Protagonisti sono due fratelli baltico- tedeschi arruolati dalle SS e innamorati entrambi della sorella adottiva Ev, ebrea.
Una trama fitta e sconvolgente tra belve naziste, persecuzione e massacri, violenza e operazioni di intelligence, amore e morte, tradimenti e barbarie.

Hubert e Konstantin Solm discendono da un’antica famiglia aristocratica baltico-tedesca della Lettonia; sono inseparabili e tutti e due dei grandissimi bastardi.
Di Hub lo si intuisce subito: è il fratello maggiore, quello carismatico e dominante. Entra con convinzione nel movimento nazionalsocialista, prima in Lettonia e poi a Berlino. Scala i vertici e diventa collaboratore di Himmler; premiato per il modo in cui esegue anche gli ordini più aberranti… come il massacro di centinaia di ebrei.
Koja va al traino del fratello; anche se sogna una vita da artista pure lui rivelerà un’anima nera, diventando un carnefice nazista e poi una spia.

Tra i due si colloca Ev la sorella adottiva; Hub la sposa, Koja ne diventa l’amante.
E quando emergono le origini ebraiche della ragazza le cose si complicano parecchio.
Il romanzo è la cronaca delle loro vite tra Riga, Berlino, Monaco, Mosca e Tel Aviv.
Tra carriere all’apice e voltafaccia, i due servitori di Hitler si macchiano di atrocità come la deportazione e la fucilazione di massa; poi si trasformano in opportunisti antisovietici al servizio della Cia, trasformisti che diventano agenti del KGB e pure del Mossad.

Un romanzo travolgente e una prova dell’abilità di Kraus; se poi volete un assaggio anche del suo talento come regista il suo film più famoso è “Quattro minuti”, su Netflix.

 

Don Wislow “La lingua del fuoco” -HarperCollins- euro 15,00

Quando il fuoco divampa nella splendida Orange County Californiana racconta tutto quello che c’è da sapere sulla sua origine e su come si è sviluppato…. ovviamente a patto di saperne interpretare il linguaggio e i misteri. In questo nessuno è abile quanto Jack Wade, ex poliziotto di punta della Squadra Investigativa Incendi dello sceriffo di Orange County. Poi uno scandalo ha divelto la sua carriera in ascesa ed ora si mantiene mettendo la sua profonda conoscenza del fuoco al servizio della compagnia di assicurazioni “California Fire and Life”.

E’ lui che mandano nella magnifica casa dei ricchissimi Vale -sulla scogliera di Dana Point, un gioiello affacciato sul mare e pieno di mobili e oggetti milionari e rari- ora ridotta in cenere insieme al corpo della bellissima 34enne Pamela Vale che viene letteralmente “raschiato via” dalle molle del letto a baldacchino in cui è bruciata.
Chi era questa splendida donna, madre di due figli la cui custodia si contendeva nella separazione dal marito?
Nicky Vale è un imprenditore immobiliare di apparente successo, collezionista di arredi e quadri pregiatissimi e unici; decisamente distaccato quando gli arriva notizia dell’orribile morte toccata in sorte alla moglie.

I Vale, belli, giovani e ricchi fanno parte di un’enclave esclusiva che vive in ville miliardarie affacciate sulla lunghissima e affascinante spiaggia di Dana Strands. Sembra che Pamela fosse molto infelice: annebbiava il dolore nell’alcol e non disdegnava pubbliche scenate contro il marito.
Ma le cose non stanno esattamente così e a scoprire scomode verità sarà proprio Jack Wade, uomo ligio al suo dovere, al quale nulla sfugge. Indaga, fa sopralluoghi, interpreta il fuoco e capisce come è davvero morta Pamela.

Preparatevi anche a scoprire chi è davvero Nicky Vale …
Continui colpi di scena, torbidi misteri del passato, e personaggi dall’anima nera che più di così non si potrebbe.

C’è un soffio di vita soltanto

C’è un soffio di vita soltanto, il documentario firmato dal duo di registi italiani Matteo Botrugno e Daniele Coluccini sarà presentato il 29 novembre Fuori concorso alla 39a edizione del Torino Film Festival – L’incanto del reale.

Il film, realizzato quasi interamente durante l’anno della pandemia, racconta l’emozionante e singolare storia di Lucy, la donna transessuale più anziana d’Italia. Tra le pochissime sopravvissute al campo di concentramento di Dachau ancora in vita, è testimone diretta di uno dei momenti più bui e tragici della storia del Novecento.

Il documentario, infatti, racconta un pezzo di storia italiana (e non solo) attraverso gli occhi di una persona che, come tante allora, è stata costretta a guardare l’orrore, ma ha saputo resistergli con forza e coraggio ineguagliabili.

Attraverso il racconto lucidissimo di Lucy, il film non solo affronta tematiche attuali come l’identità di genere, ma vuole anche far riflettere sull’importanza di continuare a mantenere intatta la propria personalità, nonostante i soprusi e i continui tentativi della società contemporanea di condannare, umiliare ed eliminare ogni accenno di diversità – “chi l’ha detto che una donna non può chiamarsi Luciano?”, afferma la protagonista della storia nel corso del film.

Botrugno e Coluccini, così, attraverso un affresco intimo e delicato, pongono allo spettatore riflessioni continue e mai scontate. E lo fanno direttamente con la voce di chi certi orrori li ha vissuti sulla propria pelle, perché le voci come quella di Lucy si stanno affievolendo e con loro la memoria collettiva sembra perdersi ogni giorno sempre di più.

C’è un soffio di vita soltanto è un inno alla vita e un elogio della diversità in tutta la sua bellezza. Perché Lucy è l’essenza stessa della diversità, una persona in perenne lotta per l’affermazione della propria identità, in un mondo che ancora oggi, troppo spesso, preferisce odiare piuttosto che comprendere.

I registi, così, realizzano un ritratto colmo di umanità di una donna che, con il suo vissuto, diviene metafora di un’intera comunità fatta di persone che non si arrendono e sanno fare tesoro del dono più prezioso della Storia: la memoria, come unico e insostituibile punto di partenza.

Pietà per Icaro

FONDAZIONE EGRI per la DANZA
diretta da Susanna Egri e Raphael Bianco

I PUNTI DANZA 2021-2022

PIETÀ PER ICARO

Compagnia Francesca Selva

TEATRO MATTEOTTI

Via Matteotti, 1 Moncalieri

Martedì 30 novembre 2021 ore 21

Martedì 30 novembre alle ore 21 continua la Stagione Itinerante de IPUNTIDANZA 2021/2022 della Fondazione Egri per la danza al Teatro Matteotti di Moncalieri con lo spettacolo Pietà per Icaro della Compagnia Francesca Selva.

(Figlio figlio, povero figlio). Conosciamo la storia: la tracotanza di Icaro viene esaltata dal volo, sempre più vicino al sole, l’astro più importante del cielo che ci sovrasta. Disobbedisce al padre e.… precipita. Vittima della sua insolenza. E se invece Dedalo fosse responsabile della morte del figlio? Dedalo il genio, il Leonardo ante-litteram della mitologia greca, l’ingegnere costruttore…come ha potuto lui stesso dimenticarsi di essere stato giovane? Come sottovalutare l’euforia, l’entusiasmo, la follia dell’emozione che un giovane cuore sperimenta per la prima volta? Come non essere orgoglioso di un figlio che sfida il potere del sole, che vuole andare oltre alla mediocrità di una vita che ti lascia poi prigioniero e senza sogni? Icaro ha volato troppo in alto. Essere punito per un sogno. Non è forse quello che la mediocrità della morale comune vuole?”

Partendo dalla libera interpretazione della storia mitologica di Dedalo ed Icaro, quello che ha interessato la Compagnia è il concetto del labirinto, decodificando una metafora della società odierna. Dedalo è stato l’artefice, il costruttore del labirinto, ma non riesce nemmeno lui a trovare la via di uscita. Diventa lui stesso vittima e prigioniero, insieme al figlio Icaro. Il rapporto padre-figlio, lo scontro generazionale, apre lo scenario di una perdita sostanziale di quei valori, quei riferimenti anche di coscienza politica e sentimentale, che disorientano il padre, colpevole di non aver avuto la lungimiranza di tutelare il futuro del figlio e delle nuove generazioni.

IPUNTIDANZA 2021/2022 sono una rassegna di grande prestigio e la collaborazione tra la Fondazione Egri e Moncalieri è stata avviata ormai 6 anni fa, e da allora confermata convintamente ad ogni successiva stagione – dichiara soddisfatta l’assessore alla Cultura di Moncalieri Laura Pompeo – Una rassegna ricca, versatile e itinerante, ai vertici dell’intrattenimento e della ricerca artistica, che ha portato a Moncalieri produzioni splendide, nelle più prestigiose e suggestive location della città, tra cui il Castello Reale, le Fonderie Limone, Cascina Le Vallere”.

Pietà per Icaro

Progetto per un attore e un danzatore

Coreografia: Francesca Selva

Soggetto: Marcello Valassina

Interpreti: Roberto Gonnelli, Luciano Nuzzolese

La Stagione Itinerante de IPUNTIDANZA 2021/2022 è realizzata con il patrocinio di: Città di Torino, Città di Moncalieri, Città di Vigliano Biellese, Città di Verbania, Città di Cuneo

e con il sostegno di: MIC – Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Fondazione CRT, Fondazione CRB, Fondazione CRC, TAP, Città di Moncalieri

La Stagione Itinerante de IPUNTIDANZA 2021/2022 focus Torino-Moncalieri è in collaborazione con: Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani, OGR – Officine Grandi Riparazioni, Associazione COORPI, Officina della Scrittura, Aurora

Media partner della Rassegna Interscambi Coreografici: Il Biellese, Radio Energy, Sipario, DanzaSi, La Guida.

Ufficio Stampa: Cristina Negri – cristina.negri@fastwebnet.it – cell. 333 8317018

INFO E PRENOTAZIONI: promozione@egridanza.com / 366.4308040 

BIGLIETTI: Intero € 15 Ridotto € 12 (over 65, under 12) Ridotto scuole e gruppi di 5 persone in su € 10

PROMOZIONE SCUOLE DI DANZA. Per le scuole di danza si offre la possibilità di prenotare in gruppo: il costo del biglietto per persona è di 10 euro (al posto del biglietto intero a 15 euro o ridotto a 12 euro) mentre qualora si volesse partecipare anche allo spettacolo del 23 novembre (Cigno)promozione speciale scuole di entrambi gli spettacoli sarà di 15 euro totali.

Per usufruire di tale promozione chiediamo di prenotare o di contattarci entro e non oltre giovedì 18 novembre entro le ore 18.00

Al via il Torino Film Festival numero 39

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Il Tff edizione 39 è il primo festival cinematografico italiano con  le sale piene di pubblico. Sono in programma 181 film, 14 mediometraggi, 59 cortometraggi e saranno proiettate 68 prime mondiali, 14 internazionali, 4 anteprime europee e 53 italiane. La rassegna si apre con la proiezione, al Multisala Uci Lingotto, dell’anteprima del super cartoon Sing 2 – Sempre più forte, una commedia musicale diretta da Garth Jennings,  nei cinema il 23 dicembre per le festività natalizie. Narra le avventure del koala Buster Moon e del suo cast di animali, pronti a debuttare con un nuovo spettacolo al Crystal Tower Theatre. All’inaugurazione Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano, presidente e direttore del Museo Nazionale del Cinema, il direttore artistico del Tff Stefano Francia Di Celle. Per loro è il primo festival in presenza. “Finalmente siamo di nuovo in sala. Bisogna andare al cinema, vedere i film con altre persone”,  commenta Ghigo.

Sugli schermi “Il potere del cane” e “The French Dispatch”

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Il western antimachismo di Jane Campion, le pagine bianche della rivista di Wes Anderson

(From L-R): Elisabeth Moss, Owen Wilson, Tilda Swinton, Fisher Stevens and Griffin Dunne in the film THE FRENCH DISPATCH. Photo Courtesy of Searchlight Pictures. © 2020 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved

Nel Montana a metà degli anni Venti (ritrovato tra le terre e le alture della Nuova Zelanda di oggi), due fratelli diversissimi tra loro. Phil s’impone con la vilenza e incute paura, George è di animo buono e remissivo, taciturno e impacciato, lontano da tutto e da tutti, ambedue proprietari del più grande ranch che ci sia nella zona. Un bel giorno George sposa Rose, una vedova ancora certo piacente che fa andare avanti una cucina e quei pochi tavoli del locale e la porta con sé, a casa, nel ranch di famiglia, insieme a suo figlio Peter, ragazzo disadattato, introverso come nessuno, la solitudine e la timidezza fatte persona, aiuta sua madre a servire, mentre coltiva curiosità verso la medicina e intanto ritaglia nella carta dei fiori dai diversi colori. Appena entrati nella casa, Phil inizia a prendersi gioco di loro, a inveire: sembrerebbe gelosia, la lotta tra due fratelli per la donna che è venuta a occupare un posto ben preciso nella casa, e Jane Campion in questo suo stupendo “Potere del cane” – il titolo è tratto da un salmo della Bibbia, il potere del più forte sul più debole – che giunge con un Leone d’Argento dalla Mostra di Venezia a 12 anni dall’ultimo “Bright Star”, per un po’ ce lo lascia credere.

Ma nascosti tra la neve che cade e forma soffici tappeti bianchi sul terreno, tra le mandrie che corrono e alzano sipari di polvere, tra il fango e le nuvole che s’addensano in lontananza quasi a nascondere i monti dello spoglio paesaggio, tra sguardi e silenzi improvvisi, nascosti ci sono le colpe, i sentimenti e i vizi che nessuno vuole confessare, i tormenti covati in solitudine: Rose che nasconde bottiglie dappertutto e appena può ci si attacca, Phil che cura il proprio corpo e prende il bagno nel fiume, che sparge la propria mascolina sensualità, che allaccia con il ragazzo un rapporto nuovo tra chiacchiere e occhiate che sembrerebbero andare verso altre tormentate psicologie, dopo che ha accompagnato i fischi dei tanti mandriani al passaggio del ragazzo. Il film (tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Savage, del 1967, e che l’autrice ha suddiviso in cinque capitoli) avanza lucidamente nel racconto dei personaggi, nello scavare al loro interno (anche a George, un ottimo Jesse Plemons, a cui non è dedicato troppo spazio, bastano parole e gesti ridotti per trovare una precisa e alta dimensione), si tiene lontano da quell’estetismo che tante volte in passato è stato rimproverato alla Campion, le asprezze di tutti affondano in quelle del paesaggio, che diventa un altro personaggio, angoscioso, cupo e onnipresente. Benedict Cumberbatch dà una prova vigorosa di machismo turbato alle fondamenta, ben lontano da quegli uomini della prateria che abbiamo conosciuto nei tanti western della storia del cinema, Kirsten Kunst sembra imporsi a tratti sui due colleghi e il giovane Kodi Smit-McPhee è Peter, capace di ritagliarsi uno spazio tutto suo, con precisa autorevolezza.

Un angolo di Francia, nella piccola città di Ennui-sur-Blasé (il nome la dice lunga sulle intenzioni o sui risultati finali del film: qualcosa del tipo “noia sull’indifferente a tutto, annoiato”), ricalcata su quella realissima di Angoulême, lavora la redazione di “The French Dispatch” – una sorta di “The New Yorker” tanto caro all’autore -, supplemento settimanale del quotidiano statunitense “Evening Sun”, stampato a Liberty in Kansas, un bel sfogliare di cultura varia, letteratura, arte e alta cucina. È diretto dal venerato proprietario, Arthur Howitzer jr: quando il venerato muore, la redazione decide di pubblicare i migliori articoli comparsi negli ultimi anni. Si leggerà quindi del reporter che ama addentrarsi in bicicletta nei quartieri più malfamati della città, regno di papponi e puttane, di delinquenti e di assassini; del pittore rinchiuso in carcere, dei suoi quadri e della sua musa che altri non è se non la sua guardia carceraria, dei mercanti d’arte che con vera e propria ingordigia pretendono le sue opere; della rivolta studentesca sessantottina; di un rapimento sventato e portato a buon esito da un eccellente chef.

Wes Anderson costruisce, passando indifferentemente dai suoi amati colori pastello al bianco e nero, un film dove ha allineato un vero e proprio presepe dei suoi attori più amati (Bill Murray in primis, è il suo attore feticcio, e poi Tilda Swinton, Owen Wilson, Frances McDormand, Jason Schwartzman, Saoirse Ronan, Edward Norton, Adrien Brody, Mathieu Amalric, Willem Defoe e poi ancora gli ultimi acquisti entrati nella scuderia, Timothée Chalamet, Léa Seydoux, Benicio del Toro, Kate Winslet, Christoph Waltz e via discorrendo), qualcuno in veste di protagonista di questo o quell’episodio, altri soltanto per un attimo, apparizioni fugaci a ispessire il panorama. Irreale, surreale, pretenzioso, ambiziosamente vuoto, “una lettera d’amore ai giornalisti” definisce Anderson il suo “French Dispatch”, presentato a Cannes 2021 quando era già stato prenotato per Cannes 2020: ma pare piuttosto un grosso dispetto, il resoconto di una banda completamente sfatta, malamente decorativa e presa per i fondelli. Si affida ai décor e alle pareti, ai siparietti che in studio vistosamente entrano e spariscono, si affida alla camera fissa e agli sghembi e claustrofobici ambienti per riempirli di dialoghi serrati e disperatamente (per lo spettatore) copiosi, si affida ad un puzzle che non troverà mai un suo punto centrale e una costruzione perfetta, dove gli incastri lasciano parecchio a desiderare e dove le troppe tessere scricchiolano. Chi scrive non ha nemmeno visto quell’originalità da molti sbandierata, anche perché nella zoppicante fattura ci aggiriamo per le medesime strade già percorse da Anderson più e più volte, l’ispirazione e un qualcosa che non assomigli troppo alla battuta d’effetto o al divertissement pretenzioso mi pare stano decisamente assenti. Si fatica a seguire, ci si annoia, si rischia di alzarsi veloci dalla poltrona e di scappar via dalla sala, si va a tentoni nel ricercare una narrazione con al proprio interno un che pronto a somigliare alla concretezza e che non lasci unicamente ogni spazio alle soluzioni formali.

L’hai falo per amor!

Sabato 27 novembre 2021

XXXIII RASSEGNA TEATRALE DIALETTALE
L’hai falo per amor!

Moncalieri, ore 21 Teatro Matteotti, via Matteotti 1

Sabato sera 27 novembre, alle ore 21, una commedia di Secondino Trivero apre la 33a Rassegna teatrale in lingua piemontese. L’appuntamento è alle ore 21 al Teatro Matteotti per ridere insieme con “L’hai falo per amor”, storia del ricco industriale Giovanni che ospita nella propria villa un fratello scapestrato e la vedova di un suo vecchio compagno di lavoro. Tra l’industriale e la vedova nasce del tenero, intrecciato però a un intrigo d’affari… con ampi innesti di scenette comiche di vita quotidiana orchestrate dai vecchi compagni di lavoro di Giovanni, dal parentado e dall’immancabile maggiordomo furbo e scaltro.

Dalla compagne Gruppi Amici di San Pietro, Siparietto di San Matteo e J’Amis del Borg, con il patrocinio della Città di Moncalieri e il sostegno della Pro Loco Moncalieri.

La nostra rassegna della commedia in lingua piemontese al Matteotti è da 33 anni uno degli appuntamenti fissi più amati anche ben oltre i confini di Moncalieri – commenta soddisfatta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Ed è un’iniziativa che sosteniamo convintamente, nell’ottica di valorizzare quel che Moncalieri ha di peculiare, gli echi più profondi e caratterizzanti della sua storia. Ben lungi dal rimanere ancorati al passato, l’obiettivo è prima di tutto far vivere e diffondere, grazie all’intenso, metodico lavoro di rete con le compagnie del territorio, quanto c’è di più vivo nella cultura e nell’identità moncalierese”.

Abbonamento a 8 spettacoli: € 50,00

Biglietto singolo: € 8,00 (ridotto per under 12: € 6,00)

Info e prenotazioni: tel. 328.6894390 dalle ore 15,30 alle 19 Mail: annafalconieri50@gmail.com

Weekend ai Musei Reali tra visite speciali e mostre da scoprire

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Prosegue la ricca proposta di attività e di eventi ai Musei Reali: ecco tutte le iniziative per riscoprire la meraviglia dei grandi ambienti aulici e del vasto polmone verde nel cuore della città.

 

Sabato 27 novembre alle ore 11 domenica 28 novembre alle ore 15.30, le guide di CoopCulture accompagneranno il pubblico alla scoperta della mostra Cipro. Crocevia delle civiltà . Un percorso emozionante alla scoperta del fascino millenario dell’isola, raccontato attraverso le collezioni del Museo di Antichità, che costituiscono un nucleo pressoché unico nel panorama dei grandi musei europei, arricchito da prestiti provenienti da illustri istituzioni straniere tra cui il British Museum di Londra e il Metropolitan Museum of Art di New York. Il costo dell’attività è di € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto in mostra.

Biglietti online su www.coopculture.it – e-mail info.torino@coopculture.it.

 

Sabato 27 novembre alle ore 15.30 e domenica 28 novembre alle ore 11, le guide e gli storici dell’arte di CoopCulture condurranno inoltre la visita  Benvenuto a Palazzo lungo le sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale e dell’Armeria, un percorso per scoprire o riscoprire la storia e la magnificenza della prima reggia d’Italia. Il costo della visita è di € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (€ 13 ordinario, € 2 da 18 a 25 anni, gratuito under 18).

Biglietti online su www.coopculture.it – e-mail info.torino@coopculture.it.

 

Fino al 31 marzo 2022 è possibile prenotare una visita ai percorsi speciali dei Musei Reali.

Mercoledì 24 e sabato 27 novembre Collezionisti a Confronto: Riccardo Gualino e il Principe Eugenio di Savoia Soisson. Un ricco percorso alla scoperta di due grandi personaggi accomunati dalla passione per l’arte, un itinerario affascinante tra il secondo e il terzo piano della Galleria Sabauda tra capolavori indiscussi per comprendere meglio l’evoluzione del collezionismo tra Sette e Novecento.

Inoltre, ogni martedì e venerdì, il pubblico potrà visitare i magnifici appartamenti al piano terreno di Palazzo Reale, abitati da principesse, principi, sovrani tra la fine del Seicento e la prima metà del Novecento, e le suggestive Cucine Reali per rivivere gli antichi usi di Corte.

Ogni giovedì e domenica  sarà possibile approfondire le vicende storico-artistiche legate alla costruzione della Cappella della Sindone e ammirare i tesori conservati nella Sacrestia e nella Cappella Regia.

Costo delle attività: € 20 (€ 13 per Abbonamento Musei). Biglietti online su www.coopculture.it – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Intorno a Cipro

Per il ciclo Intorno a Cipro. Attività e approfondimenti sulla grande mostra archeologica, lunedì 29 novembre alle ore 17 Patrizia Petitti e Cristina Stalteri intervengono al Museo di Antichità per la conferenza Prima e dopo Afrodite. L’isola al femminile. Partecipazione gratuita in presenza o da remoto. Per informazioni e iscrizioni: mr-to.edu@beniculturali.it

 

Ciprotour. Oltre il confine

Fino al 29 gennaio 2022 il pubblico potrà godere di una mostra diffusa che unisce i Musei Reali e le Biblioteche civiche di Torino. Il progetto, che mira a promuovere sul territorio la mostra internazionale Cipro. Crocevia delle civiltà , prevede una serie di piccole esposizioni in alcune biblioteche torinesi: narrazioni da Cipro e su Cipro entreranno nelle sale della Biblioteca Civica Centrale, alla Biblioteca civica Musicale Della Corte si parlerà di musica cipriota, al Mausoleo della Bela Rosin e alla Biblioteca civica Villa Amoretti si racconterà dell’isola sacra ad Afrodite e dei profumi della dea, alla Biblioteca civica Cesare Pavese di commerci e genti, di lingue e culture alla Biblioteca civica Primo Levi. E ancora, alla Biblioteca civica Don Milani, si terranno incontri su Cipro, porto e ponte del Mediterraneo. Il Bibliobus, inoltre, diffonderà in città le informazioni sugli eventi e sulla mostra. Domenica 28 novembre, tra le 14.30 alle 17.30 presso il Mausoleo della Bela Rosin sarà possibile effettuare le visite esperienziali I profumi di Afrodite.

 

Primo Disegno Reale – Il viaggio

Fino a domenica 28 novembre, nella Corte d’onore di Palazzo Reale, le classi del Primo Liceo Artistico di Torino presentano al pubblico i lavori e i progetti elaborati nell’ambito dell’esperienza di alternanza scuola-lavoro condotta nel 2021, con una mostra dedicata al tema del viaggio. Un ponte ideale collega le creazioni dei ragazzi e delle ragazze impegnate nel progetto, che ha coinvolto tutti gli indirizzi del liceo e alcune classi degli I.C. Carlo Alberto Dalla Chiesa di San Mauro e Giovanni Falcone di Mappano , con uno scambio a distanza di cartoline illustrate dai partecipanti, ispirandosi al patrimonio artistico dei Musei Reali. Visita libera.

 

Le mostre in corso

Nell’ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, fino al 12 dicembre  i Musei Reali ospitano nelle Sale dei Maestri Caravaggeschi, al primo piano della Galleria Sabauda, l’opera di Orazio Gentileschi Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. L’evento espositivo è una straordinaria opportunità di confronto con l’Annunciazione , capolavoro dello stesso artista, celebre seguace di Caravaggio, custodito dai Musei Reali. Il confronto tra queste due opere permette di accostarsi al metodo di lavoro del pittore, che consiste nel riutilizzo di cartoni o di lucidi per comporre singole figure o intere scene.  Il volto di Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, dipinto tra il 1615 e 1620 ritorna  con attitudine simile in quello della Vergine nell’Annunciazione di Torino, donata dallo stesso Gentileschi al duca Carlo Emanuele I di Savoia nel 1623 e oggi esposta nella Galleria Sabauda.

 

Il fascino millenario di Cipro, cuore del Mediterraneo e ponte tra Oriente e Occidente, è protagonista della mostra internazionale  Cipro. Crocevia delle civiltà, che si terrà fino al 9 gennaio 2022 nelle Sale Chiablese, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino  e curata da Luca Bombardieri, docente di Archeologia cipriota, ed Elisa Panero, curatrice delle collezioni archeologiche dei Musei Reali. Si tratta di un’occasione unica per lasciarsi conquistare da una delle isole mediterranee più misteriose, il cui incanto è a tutt’oggi immutato: mitica culla di Afrodite, che nasce dalla spuma del mare cipriota, l’isola è crocevia di scambi commerciali e approdo di culture differenti in cui si forma la moderna concezione del mondo mediterraneo. La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18). I biglietti possono essere acquistati su  www.coopculture.it.

 

Fino al 9 gennaio 2022 i Musei Reali ospitano In Between, la prima mostra a Torino dedicata allo scultore piemontese Fabio Viale che ha conquistato notorietà internazionale grazie alle sue statue tatuate  e alle straordinarie finzioni in marmo. Cinque opere monumentali allestite in Piazzetta Reale e un percorso curato da Filippo Masino e Roberto Mastroianni all’interno di Palazzo Reale testimoniano i campi di ricerca e presentano opere inedite, svelate al pubblico negli spazi della residenza sabauda. Realizzata in collaborazione con la Galleria Poggiali di Firenze, la mostra è compresa nel biglietto di ingresso ai Musei Reali.

 

La Biblioteca Reale

La Sala Lettura della Biblioteca Reale è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 15,15 ed è chiusa il sabato. Le consultazioni dovranno essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it, indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta.

Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina Orari e modalità di apertura della Biblioteca Reale – Musei Reali Torino (beniculturali.it)

 

Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino , ospitato in una ambientazione unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

Modifica percorsi e orari

Per assicurare una visita confortevole nei mesi più freddi, a Palazzo Reale sono in corso lavorazioni finalizzate all’allestimento di pedane riscaldanti: i percorsi sono modificati per consentire le visite anche in ambienti normalmente chiusi al pubblico. Con il biglietto ordinario dei Musei Reali dal 20 novembre al 3 dicembre , il percorso proseguirà nell’appartamento della Regina Maria Teresa, con il Gabinetto del Segreto Maneggio degli Affari di Stato finemente intarsiato dall’ebanista Pietro Piffetti, e nell’appartamento dei Principi Forestieri, tra i più preziosi e meno noti della residenza.

Le antiche ville sulla collina di Torino

A cura di Torino Storia

A pochi passi dal centro città, le residenze «di campagna» di due fra i più potenti e decisivi personaggi di Casa Savoia: il Cardinale Maurizio e Cristina di Francia

Sulla sponda collinare del Po, proprio di fronte al Castello del Valentino, sorgeva nel seicento la villa di campagna di Madama Reale, Cristina diFrancia, di cui si conserva solo il nucleo centrale, che coincide con l’attuale Villa Abegg…

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Deabate e Urbano per Librinvalle

DOPPIO APPUNTAMENTO PER LIBRINVALLE A VALENZA E MOMBELLO MONFERRATO IL 26 E 27 NOVEMBRE

CON PATRIZIA DEABATE E LINDA URBANO

LibrInValle, rassegna letteraria itinerante dell’Unione dei Comuni della Valcerrina – Area Cultura si appresta ad un doppio appuntamento fuori e dentro la Valcerrina.

Venerdì 26 novembre, alle ore 16, a Valenza, presso la Biblioteca Civica, verrà ospitata la presentazione de libro di Patrizia Deabate ‘Il misterioso caso di Benjamin Button da Torino ad Hollywood, con il parallelo tra le opere ed il pensiero di Francis Scott Fitzgerald, autore di libri celeberrimi della cosiddetta ‘Eta del Jazz’ degli anni Venti del Novento (tra cui ‘Il Grande Gatsby’) e Nino Oxilia, scrittore e regista torinese, partito volontario per la Grande Guerra e morto nel 1916 sul Monte Tomba, vittime dell’inutile strage.

Il libro ha anche un radicamento con Valenza, citando più volte la figura di Sandro Camasio, giornalista, scrittore e regista di famiglia valenzana, morto prematuramente nel 1913 a Torino, ma sepolto a Valenza accanto alla’amata sorella. Camasio raggiunse la fama come regista di ‘Addio Giovinezza’.

Patrizia Deabate, premio Acqui Storia nel 2019 nella sezione Inediti, è stata recentemente insignita a Nizza Monferrato del prestigioso premio ‘N’Amis del me Pais’ e nella motivazione sono citati proprio gli studi su Camasio, Oxilia e Scott Fitzgerald.

L’autrice è stata protagonista della terza puntata di LibrInValle a Piancerreto, frazione di Cerrina ed ora ripropone la sua opera a Valenza, in virtù del protocollo d’intessa tra l’Unione dei Comuni della Valcerrina e il Comune di Valenza., L’incontro si svolge in collaborazione con l’l’Università della Terza Età di Valenza, grazie all’interessamento della presidente Elisabetta Cassola.

Patrizia Deabate verrà introdotta dall’Assessore ai Beni Culturali del Comune di Valenza, Alessia Zaio e dal consigliere delegato alla Cultura dell’Unione Valcerrina, Massimo Iaretti.

L’incontro si svolgerà nel pieno rispetto della normativa emergenziale anti Covid-19.

Sabato 27 novembre, alle ore 16.30, invece la sala del consiglio comunale di Mombello Monferrato ospiterà il nono incontro di LibrInValle. Si tratta della presentazione di ‘The Dark Mirror’, romanzo fantasy – horror, sullo stile di Steven King (ma in realtà è una elaborazione assolutamente originale) di una giovane scrittrice valcerrinese. Linda Urbano, di Mombello Monferrato è un’autrice giovane, piena di vita e dedita al volontariato in Aib Valcerrina ‘Aldo Visca’. Il suo primo lavoro è frutto di un’elaborazione durata 3 anni e con la sua realizzazione, Linda, appassionata di scrittura sin da bambina, ha raggiunto un suo sogno di sempre. Dopo il diploma si è iscritta all’Accademia Lizard di Fontanetto Po, dove frequenta il corso di chitarra elettrica, teoria musicale e solfeggio.

L’incontro  – che avverrà nel pieno rispetto delle norme a contrasto del Covid-19 – sarà introdotto dal Sindaco di Mombello Monferrato, Augusto Cavallo, poi l’autrice dialogherà con il consigliere delegato alla cultura dell’Unione Valcerrina, Massimo Iaretti e lo scrittore Edoardo Sarasso Innocenti.