Mercoledì 11 alle 20 e giovedì 12 alle 20.30, all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Daniele Gatti eseguirà musiche di Mendelssohn. Sabato 14 alle 18 al teatro Vittoria, quarto episodio di “E ora chi comanda?” con l’ensemble barocco Le Rossignol con Antonio Valentino.

Domenica 15 alle 16.30 al teatro Vittoria, per l’Unione Musicale, gli 8 violoncelli di Torino con Piergiorgio Rosso violino eseguiranno musiche di Beethoven, Handel, Conte, Williams, Sostakovic, Morricone, Glass, Rota, Joplin, Gade, Piazzolla. Lunedì 16 alle 20.30, all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Daniele Gatti eseguirà musiche di Mendelssohn. Martedì 17 alle 20, al teatro Vittoria per l’Unione Musicale, Javier Comesana al violino e Matteo Giuliani Diez al pianoforte, eseguiranno musiche di Bach, Mendelssohn e Dietrich-Schumann-Brahms. Mercoledì 18 alle 20.30, al Conservatorio per l’Unione Musicale, Gautier Capucon violoncello e Nikolai Lugansky al pianofort, eseguiranno musiche di Debussy, Sostakovic, Rachmaninov. Giovedì 19 alle 20.30 e venerdi 20 alle 20 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Daniele Gatti eseguirà musiche di Mendelssohn. Lunedì 23 alle 20 al teatro Vittoria per l’Unione Musicale, l’Astrèe con Stèphanie Varnerin soprano eseguirà musiche di Handel. Martedì 24 alle 20 al teatro Regio, debutto della stagione d’Opera con “Il Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini. Melodramma buffo in 2 atti.

L’Orchestra del teatro Regio sarà diretta da Diego Fasolis. Repliche fino al 5 febbraio. Mercoledì 25 alle 20.30 al Conservatorio per l’Unione Musicale, il Trio Jean Paul eseguirà musiche di Beethoven, Brahms, Mendelssohn. Giovedì 26 alle 2030 e venerdì 27 alle 20 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Fabio Luisi, eseguirà musiche di Schonberg e Mahler.
Pier Luigi Fuggetta.





LUNEDÌ 9 GENNAIO ALLE ORE 17,30 presso la sede del Centro Pannunzio di via Maria Vittoria 35h a Torino verrà consegnato il Premio “Ennio Flaiano cultura” alle scrittrici Marina ROTA e Patrizia VALPIANI, il Premio “Mario Soldati” all’architetto Donatella D’ANGELO e il Premio “Francesco de Sanctis” alla dott. Simonetta Pagano, direttore amministrativo di Azienda Zero, vera eccellenza della sanità pubblica che si è distinta nella lotta contro il Covid.
Per rispetto a questa scena venne ordinato di non abbattere la Basilica. Come paralizzato da ciò che aveva appena visto (il mosaico è purtroppo andato perduto) Cosroe bloccò subito l’attacco e le torce incendiarie furono spente. La basilica di Giustiniano sopravvisse, e più tardi fu risparmiata anche dagli arabi che la rispettarono perché dedicata alla “beatissima Vergine Maria, madre del profeta Gesù”. Più tardi, anche Omar ibn al Khattab, il secondo califfo dell’islam, non la violò e consentì ai cristiani di recarsi a pregare in chiesa. Il tempio si salvò anche dalle distruzioni messe in atto in Terrasanta dal feroce califfo d’Egitto Al Hakim nell’anno 1009 così come dai violenti scontri che seguirono l’arrivo dei Crociati di Goffredo di Buglione nel 1099. Il luogo di culto, rispettato anche da Saladino, accoglie ancora oggi folle di pellegrini che si recano nei luoghi santi per trascorrere il Natale. L’episodio del “miracolo” è stato rievocato in questi giorni, prossimi all’Epifania, dal cardinale Gianfranco Ravasi in un articolo sulla “Domenica del Sole 24 Ore” in cui il noto teologo e biblista ha raccontato il suo “viaggio” nelle grotte dove è nato Gesù. Un’esperienza da cui nel 1987 nacque il libro “Pellegrini in Terrasanta”, edizioni Paoline, scritto da Ravasi insieme a Luigi Santucci, poeta e scrittore milanese. La basilica che vediamo oggi a Betlemme è quella di Giustiniano che nel 531 ristrutturò totalmente la prima chiesa edificata nel 325 da Elena, madre di Costantino. Nella chiesa, nuovamente restaurata dopo il 2010, si aprono due scalinate parallele che portano alla Grotta della Natività di Cristo. Al suo interno spiccano due zone ben distinte: in una parte della grotta, di proprietà della chiesa greco-ortodossa, c’è una stella d’argento che indica il punto dove sarebbe nato il Bambino e nell’altra zona c’è la Grotta in cui si trovava la mangiatoia, affidata ai padri Francescani, custodi della Terra Santa, e
simbolicamente assegnata ai Re Magi venuti da Oriente, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Chi furono costoro? Secondo gli studiosi si tratta di astronomi o astrologi babilonesi, carovanieri commercianti di spezie e di aromi, forse fedeli zoroastriani persiani….sta di fatto che, alcuni secoli dopo, salvarono la Basilica della Natività dalla furia dei nemici guadagnandosi un posto di primo piano nel presepe e nella storia. La guida di Ravasi, ristampata negli anni Novanta e ancora molto attuale, è suddivisa in quattro tappe che corrispondono ai momenti salienti di un pellegrinaggio in Israele:la Galilea a nord, con i primi atti di Gesù, la centrale Samaria, la meridionale Giudea e, al centro della Terrasanta e di tutta la Bibbia, Gerusalemme, la città santa delle tre religioni monoteiste, l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam. In ognuna di queste tappe si toccano le località più importanti, tradizionali mete dei pellegrini, con un quadro generale su storia, archeologia, dati biblici, tradizioni giudaiche, cristiane e musulmane. “Compiere un pellegrinaggio, sostiene Ravasi, significa riacquistare il senso della vita come movimento, conquista e speranza. L’itinerario in Israele diventa allora la riscoperta delle radici della vita cristiana e di quelle storiche della fede biblica”. Si va così dalla basilica della Natività a Betlemme ai mille monumenti di Gerusalemme ma anche all’intera storia di Israele, dalle tracce della vita quotidiana di Maria, Giuseppe e Gesù a Nazaret fino alle sponde del lago di Tiberiade con le rovine di Cafarnao, da Gerusalemme al Mar Morto e fino a Gerico, la città più antica del mondo. “Le memorie della Terrasanta, sottolinea il teologo, non sono smorti ricordi del passato ma voci ancora risonanti che parlano al cuore e alla vita del credente”. Filippo Re
