CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 389

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Michel Houellebecq “Annientare” -La nave di Teseo- euro 23,00

Il famoso scrittore francese ha condensato più tematiche in oltre 700 pagine: malattia, politica, rapporti familiari, l’amore che sembra essere l’unica ancora di salvezza, attentati e stragi, il travaglio interiore di un uomo di fronte agli sbarramenti della vita.
Tantissima carne al fuoco, con pagine a tratti più lente e ingarbugliate, ma altre di una potenza narrativa eccezionale. Di fatto non c’è un preciso baricentro, piuttosto un corollario di uomini, donne e svariate situazioni.
L’incipit è comunque fulminante, con la divulgazione di video agghiaccianti che gettano nel panico il mondo della politica francese. La storia poi si avvolge però intorno ad un personaggio che risulta centrale.
E’ Paul Raison, uomo di mezza età, consigliere di Bruno Juge che è il ministro dell’Economia, delle Finanze e del Bilancio, possibile candidato alle future elezioni presidenziali.
Il clima generale è in stato di allerta per i messaggi criptati che anticipano spaventosi atti terroristici.
Il più straziante è il siluramento di una barca piena della disperazione dei migranti. Gli attentatori filmano e mettono in rete scene di panico, orrore e morte; quella di 500 persone, tra uomini, donne e bambini che annegano di fronte agli occhi del mondo.
Houellebecq per l’occasione mette a fuoco anche le reazioni della politica, e sembra riflettere sui grandi temi dei nostri tempi.

Ma è soprattutto su Paul Raison che si concentra maggiormente, raccontandoci molto di lui e della sua famiglia. Il matrimonio con Prudence sembra quello di due separati in casa…anche se poi le cose cambieranno decisamente.
A sconvolgere la vita di Paul dapprima è l’ictus che riduce suo padre in coma e poi allo stato di larva; anziano non autosufficiente da gestire, tra ospedale, Rsa e continua assistenza infermieristica. A prendere in mano la situazione saranno soprattutto la figlia Cecile e la compagna del malato (della quale conosceremo la famiglia e il legame con Paul).
Mentre sullo sfondo rimane il loro fratello minore Aurelien, particolarmente fragile e problematico, sposato con una donna insopportabile che lo umilia continuamente. E anche qui ci saranno sviluppi….

Ma la tragedia più grande che investe Paul è la diagnosi infausta di un tumore gravissimo. Sono le pagine più emozionanti del romanzo. Scopriremo come l’uomo affronterà la situazione, le scelte per quanto riguarda la possibile devastante prospettiva chirurgica e le cure altamente debilitanti. Come si prepara Paul? Chi gli starà più accanto? Come andrà a finire?……

 

Jokha Alharthi “Corpi celesti” -Bompiani- euro 18,00

Decisamente interessante questa scrittrice che ha raggiunto una serie di primati: è la prima autrice dell’Oman ad aver ottenuto successo oltre confine e diventata un caso letterario, la prima di lingua araba ad aver vinto l’International Booker Prize nel 2019 proprio con “Corpi celesti”.

Jokha Alharthi, nata nel 1978, vanta un curriculum di tutto rispetto. Ha studiato nel suo paese e poi a Edimburgo dove ha conseguito un dottorato di ricerca in letteratura araba. E’ autrice di saggi, libri per ragazzi, di questo romanzo e di altri due ancora inediti in Occidente. Oggi è tornata nel suo paese dove insegna alla Sultan Qaboos University, vicina alla capitale Mascate. Ma è nella scrittura che c’è la sua anima più profonda.
“Corpi celesti” l’ha scritto mentre ad Edimburgo viveva in una manciata di metri quadrati insieme al marito e al figlio di 8 mesi. Chapeau, perché nel frattempo studiava anche come una forsennata per il dottorato.

Il romanzo narra le vite, le scelte, le aspirazioni e le frustrazioni di tre sorelle che abitano in un villaggio rurale dell’Oman. Di fatto le pagine raccontano quel paese fortemente patriarcale, basato su rigide gerarchie e maschilista, nel quale la schiavitù fu legale fino al 1970.
Nel decennio tra 1970/1980 si svolgono i fatti narrati che testimoniano anche una serie di cambiamenti nel paese.

Le protagoniste sono Mayya, tutta presa a sognare un uomo che studia a Londra; ma accetta di sposare il pretendente al quale il padre l’ha promessa. E’ Abdallah, figlio di un ex mercante di schiavi, ragazzo in vista che l’amerà con tutto il cuore, e soffrirà per la distanza emotiva di lei che il suo cuore se lo tiene ben stretto. La loro figlia femmina -che Mayya ha chiamato London (suscitando sdegno e scalpore per un nome che non tiene conto della tradizione) diventerà medico e donna autonoma che sa cosa vuole.

Poi c’è Asma’, romantica sognatrice che ama leggere e accetta di buon grado il matrimonio con un artista assorbito solo dai suoi dipinti; non lo ama ma si adegua.

L’unica a impuntarsi è Khawla, la più bella delle sorelle, che rifiuta qualsiasi pretendente. Per lei esiste solo l’amore per Nasir, emigrato in Canada.
Lui laggiù convive con una fidanzata; dopo 5 anni torna per l’eredità che la madre gli ha lasciato, ma solo a patto che sposi Khawla. Ecco in che termini nasce quel matrimonio; poi riparte subito e torna dalla ragazza canadese, alla quale si dimentica di dire che nel frattempo si è sposato.
E Khawla lo aspetterà per 10 anni; lui tornerà ogni due, per vedere il figlio nato mentre era via, e per rimettere incinta la moglie. E il finale è tutto da scoprire.

 

Sandra Petrignani “Leggere gli uomini” -Laterza- euro 18,00
Questo libro apre le pagine della grande letteratura e suggerisce spunti di pensiero e analisi su scrittori uomini, leggendo i quali si sono formate le donne.
La forma è quella del memoir -intelligente, acuto, introspettivo e colto- in cui la giornalista e scrittrice Sandra Petrignani adotta una prospettiva inedita e parecchio interessante.
Per secoli sono stati gli uomini gli unici ad avere avuto il privilegio di una stanza “tutta per sé”; quello studio privato e tranquillo in cui poterono scrivere in santa pace capolavori assoluti. Le donne dunque lessero solo opere maschili e su quelle si sono formate. La Petrignani compie un volo a 360 gradi e riannoda suggestioni, brani e significati dei libri che l’hanno accompagnata nella sua formazione.
Dalla sua approfondita analisi emergono tantissimi dati. Tanto per cominciare: gli scrittori, pur parlando spesso di donne, le hanno evocate, inventate, descritte, sguinzagliate nelle loro pagine, ma senza conoscerle davvero, poichè raramente era possibile leggere libri scritti dal gentil sesso. Risultato romanzi bellissimi ma magari incompleti.
Petrignani ha riletto i libri che hanno segnato la sua vita ed ha rilevato aspetti che magari non aveva notato alla prima lettura. Ha sottolineato i vari caratteri maschili, le loro ossessioni e manie, il loro sguardo sul mondo femminile.
Una curiosità: nella letteratura maschile ricorre il gioco degli scacchi (assente invece da quella femminile), e la Petrignani lo interpreta sul piano simbolico. Lo scacco al re, ovvero la tendenza degli uomini a sostituire il padre.
Altra costante è l’ossessione del doppio, l’ansia della scissione in due personalità diverse.
Questa è l’occasione per una carrellata attraverso gli autori più amati dall’autrice: uno stuolo di nomi tutelari della letteratura mondiale, oltre 330 romanzi che ha letto e sui quali ha meditato.
Impossibile citarli tutti, però è consigliato riscoprirli attraverso questo libro che è un affascinante omaggio alla letteratura.

Camilla Lackberg – Henrik Fexeus “Il codice dell’illusionista” -Marsilio- euro 22,00

Questa volta la regina del “crime svedese” si lancia in una nuova impresa, che si preannuncia avvincente ed è l’assaggio di una nuova serie. Mette in campo un personaggio del tutto nuovo. E’ Vincent, di professione mentalista, al quale si rivolge Mina, poliziotta di un’unità specializzata in crimini violenti di Stoccolma.
Le prime pagine afferrano immediatamente il lettore con un omicidio raccontato nei minimi particolari e agghiacciante.

Una giovane donna viene trovata morta in una “sword box”, quelle usate per i numeri di magia in cui l’illusionista finge di trafiggerla ripetutamente. Solo che questa volta dentro c’è una vittima letteralmente squarciata da ripetuti colpi di spada.
La polizia non sa da dove iniziare. Mina contatta il famoso mentalista Vincent e gli propone un incarico di consulenza. Lui oltreché psicologo è un profondo conoscitore del mondo dell’illusionismo: è capace di leggere e decodificare il linguaggio del corpo, di entrare nella mente altrui studiando sguardi e toni di voce.

Due personaggi che la Lackberg ci racconta mettendo a nudo le loro personalità, rendendo il loro spessore umano, il loro vissuto e i loro punti nevralgici.
Mina Dabiri soffre di un disturbo ossessivo compulsivo per cui vive nel terrore dello sporco e dei germi; al punto che indossa i guanti anche per prendere i vasetti di yogurt dal frigo.
Vincent Walter ha una vita decisamente ingarbugliata: sposato due volte con due sorelle che, ovviamente, si odiano.
I figli della prima moglie non riconoscono l’autorità della zia-matrigna e gli equilibri saltano spesso. Vincent ha seri problemi di comunicazione con la seconda consorte; donna razionale e dalla mente matematica, gelosissima del marito, sospettosa all’eccesso e totalmente priva di sense of humor.

I due lavorano con il gruppo investigativo che annovera altri soggetti interessanti.
La capa Julia, alla ricerca della maternità; l’anziano detective Chester apparentemente disilluso, che scopriamo invece empatico; il giovane Peter neo padre stravolto da notti insonni.
Ecco il team che insegue un killer seriale, un mago che si diletta ad ammazzare le donne e che va fermato. Aspettatevi colpi di scena a raffica e un epilogo soprendente.

 

Rock Jazz e dintorni Giovanni Allevi e i Subsonica

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Magazzino sul Po si esibisce Sonosem. Al Jazz Club suona il duo Sunay &Meloni. All’Otium Pea Club è di scena il quartetto del trombonista Luca Begonia.

Mercoledì. Al Jazz Club si esibisce il cantante e chitarrista Fabio Giua. Al Cafè Neruda suona il trio di Nico Di Battista.

Giovedì. Al Dash si esibiscono i Sucker Punch. Al Jazz Club è di scena Chelo e Les2Clochards. Al Cafè Neruda suona il quartetto di Riccardo Zegna e Sandro Gibellini.

Venerdì. Al Magazzino di Gilgamesh si esibiscono i Black Coffee. Al Concordia di Venaria prima di tre serate consecutive per i Subsonica con il tour “Microchip Temporale”.All’Otium Pea Club è di scena Didie Caria. Alla Suoneria di Settimo si esibisce Cristina Donà.  Al Blah Blah suona il gruppo punk rock Slaughter &Punch. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Generic Animal con Marco Fracasia. All’Arteficio suona il quartetto del batterista Mel Contino.  Al Molo di Lilith si esibisce il duo Giorgianni & Perego.

Sabato. Al Capolinea 8 è di scena il chitarrista Barry Finnerty.Al Teatro Civico di Vercelli arriva Claudio Baglioni. Al Folk Club si esibisce Maggie McInnes con il figlio Calum Park.Ad Alessandria è di scena Davide Van De Sfroos. Allo Spazio 211 suona il quartetto indie rock Cara Calma. Allo Ziggy si esibiscono i Necrodeath con il trio Mindsnare.

Domenica. Al Cap 10100 suona il trio Dudu Folk Experience di Davide Morandi dei Modena City Ramblers. Al Teatro Colosseo si esibisce Giovanni Allevi. Allo Ziggy è di scena il supergruppo Il Senato. Al Bunker suonano i Duma.

Pier Luigi Fuggetta

Le Giornate FAI compiono trenta primavere

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Evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi sabato 26 e domenica 27 marzo 2022

Una festa, ma non solo: l’occasione per rinsaldare i valori del vivere civile testimoniati dal patrimonio culturale
In programma visite a contributo libero in oltre 700 luoghi inaccessibili o poco conosciuti in 400 città.

Elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it
Sabato 26 e domenica 27 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al
patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Oltre 700 luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti in
400 città saranno visitabili a contributo libero, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, grazie ai volontari
di 350 Delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione consultabili
su www.giornatefai.it; per molti luoghi, soprattutto nelle grandi città, è consigliata la prenotazione online perché garantisce
l’accesso alla visita).

Le Giornate FAI quest’anno compiono “trenta primavere”: dal 1993 a oggi, 14.090 luoghi di storia, arte e natura aperti in
tutta Italia, visitati da oltre 11.600.000 di cittadini, grazie a 145.500 volontari e 330.000 studenti “Apprendisti Ciceroni”.
Un traguardo esaltante, che tuttavia non potrà essere solo una festa. Nel pieno di una guerra che segna tragicamente la
storia europea, non è il momento di festeggiare, né di invitare gli italiani a distrarsi nel puro godimento delle meraviglie del
nostro Paese, ma piuttosto a concentrarsi sul significato e sul ruolo del patrimonio culturale che riflette la nostra identità,
testimonia la nostra storia e rinsalda i valori del vivere civile. In cos’altro si incarna, del resto, l’identità di un popolo se
non nella sua storia, nella cultura e nella tradizione? I monumenti, il paesaggio, le opere d’arte raccontano chi siamo a chi non
ci conosce e alle generazioni presenti e future: il patrimonio culturale è come il patrimonio genetico di un popolo, che
conserva a perenne memoria un codice di esperienze e valori condivisi su cui si fonda la nostra umanità.

Mai come quest’anno, allora, le Giornate FAI mostrano il loro più autentico spirito civico ed educativo, che è nella
missione del FAI: visitare gli oltre 700 luoghi eccezionalmente aperti dai volontari del FAI sarà l’occasione per conoscere la
nostra storia e riflettere su quanto può insegnarci per affrontare il presente e il futuro, perché ciò che siamo e che
abbiamo non sia dato per scontato, ma sia compreso e apprezzato come esito di lunghi e talvolta drammatici trascorsi che ci
accomunano come italiani, europei, e con l’umanità tutta. Proteggere, conservare e valorizzare il patrimonio culturale,
aprendolo al pubblico e invitando tutti gli italiani a conoscerlo e frequentarlo: questa è la missione del FAI, che proprio in
questi tempi bui, in queste Giornate FAI, trova un senso ancor più profondo e una funzione ancor più necessaria e
urgente.

Il FAI, come istituzione della Repubblica, ha scelto di esprimere in maniera esplicita la vicinanza e la solidarietà con il popolo
ucraino esponendo i colori della sua bandiera in tutta la comunicazione e nei Beni, ma la Fondazione vuole dare un
contributo concreto e perciò si impegna oggi formalmente a finanziare il recupero di un’opera d’arte del patrimonio
culturale ucraino che sarà individuato non appena cesserà la guerra e sarà avviata la ricostruzione del Paese.

Chi deciderà di prendere parte alle Giornate FAI potrà offrire un contributo per sostenere la Fondazione. Ai partecipanti
verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro e la donazione online su www.giornatefai.it consentirà,
a chi lo volesse, di prenotare la propria visita; per molti luoghi, soprattutto nelle grandi città, la prenotazione online è
consigliata per garantirsi l’accesso alla visita. Chi lo vorrà, potrà sostenere ulteriormente il FAI con contributi di importo
maggiore oppureconl’iscrizione annuale, sottoscrivibile onlineo in piazza in occasione dell’evento(boxinfondoper dettagli).
Un weekend per riconnetterci alla storia e alla cultura dell’Italia, che permetterà ai visitatori di sentirsi parte dei territori in cui
vivono e di cui spesso non conoscono appieno la bellezza e il valore. Verranno aperti ville e palazzi storici, aree
archeologiche, chiese di grande valore architettonico o storico-artistico, esempi di archeologia industriale, castelli,
biblioteche, collezioni d’arte e musei. Non mancheranno itinerari nei borghi alla scoperta di angoli meno noti del paesaggio
italiano, dove si conservano tesori nascosti e si tramandano antiche tradizioni, e visite didattiche in parchi urbani, orti
botanici, giardini storici e cortili, che nascono dall’impegno messo in campo dalla Fondazione per la diffusione di una più
ampia “cultura della natura”.

Ecco alcune delle aperture più interessanti in PIEMONTE:
– a Stresa il Grand Hotel Des Iles Borromèes a cura della Delegazione FAI del Verbano-Cusio-Ossola
– a Chianocco l’antica cava di marmo e a Bussoleno l’antica cava di pietra a cura della Delegazione FAI della Valle di
Susa
– a Quarona la Maison Claire a cura della Delegazione FAI della Valsesia
– ad Alessandria la Casa del Mutilato a cura della Delegazione FAI di Alessandria
– ad Asti il percorso dei teatri presenti e scomparsi: Teatro Alfieri, Casa del Teatro 3, Spazio Kor, il Teatro Politeama a cura
della Delegazione FAI di Asti
– a Mosso la Casa Regis a cura della Delegazione FAI di Biella
– a Casale Monferrato il Palazzo Ottavi a cura della Delegazione FAI di Casale Monferrato
– a Cuneo il palazzo della Banca d’Italia e il percorso nel Liberty e nell’eclettismo a cura della Delegazione FAI di Cuneo
– a Settimo Vittone il Castello di Montestrutto a cura della Delegazione FAI di Ivrea e Canavese
– a Galliate la Chiesa di Sant’Orsola a cura della Delegazione FAI di Novara
– a Novi Ligure il Palazzo Negrone Pavese a cura della Delegazione FAI di Novi Ligure
– a Busca l’Eremo a cura della Delegazione FAI di Saluzzo
– a Torino il Palazzo del Rettorato dell’Unito, il laboratorio di realtà virtuale e aumentata e il laboratorio di fabbricazione
additiva e stampa 3d del Politecnico, la chiesa ed ex Convento di Santa Croce dell’Unito, l’ex regio Istituto di Riposo per la
Vecchiaia dell’Unito a cura della Delegazione FAI di Torino
– a Vercelli l’Antica Biblioteca capitolare e le sculture di Francesco Messina e Cappella Pettenati a cura della Delegazione
FAI di Vercelli
– a Pella lo showroom Fantini e a San Maurizio di Opaglio il Museo del Rubinetto a cura del Gruppo FAI del Lago d’OrtaCusio
– a Montecastello il Castello a cura del Gruppo FAI della Bassa Val Tanaro
– a Ovada il parco e la villa Gabrielli a cura del Gruppo FAI di Ovada
– a Villarbasse la villa D’Anges a cura del Gruppo FAI Valsangone.

Dal 17 marzo elenco dei luoghi aperti, modalità di partecipazione e prenotazioni su
https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/i-luoghi-aperti/?regione=PIEMONTE
Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3,
lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo non
obbligatorio a partire da 3 euro, utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione.
La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita. Per molti luoghi, soprattutto nelle grandi città, la
prenotazione online è consigliata perché garantisce l’accesso alla visita.

Sarà inoltre possibile sostenere ulteriormente la Fondazione con contributi di importo maggiore oppure con l’iscrizione
annuale, online o in piazza in occasione dell’evento, un gesto concreto in difesa del patrimonio d’arte e natura italiano che
permette di godere di vantaggi dedicati. In occasione delle Giornate di Primavera, gli iscritti FAI potranno beneficiare di aperture
e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.

Le visite si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19 vigenti, l’accesso è consentito alle sole persone in
possesso di Green Pass Rafforzato ed è obbligatorio l’utilizzo di mascherine FFP2. Il Green Pass non è obbligatorio per i bambini
al di sotto dei 12 anni e per i soggetti esenti in base a idonea certificazione medica.

Le Giornate FAI di Primavera chiudono la Settimana Rai di sensibilizzazione dedicata ai beni culturali in collaborazione
con il FAI. Dal 21 al 27 marzo, come ormai da oltre 10 anni, la Rai sarà infatti in prima linea al fianco del FAI con tutti i
canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la
sostenibilità del nostro patrimonio artistico e paesaggistico. Rai è Main Media Partner del FAI per sensibilizzare tutti gli
italiani alla cura e valorizzazione del nostro Paese e supporta in particolare le Giornate FAI di Primavera 2022, anche
attraverso la collaborazione di Rai per il Sociale.

Le Giornate FAI di Primavera 2022 sono possibili grazie al prezioso contributo di importanti aziende illuminate:
Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, da undici anni prezioso sostenitore dell’iniziativa
presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE) nella lista dei luoghi visitabili e impegnata insieme alla Fondazione in
importanti attività di sensibilizzazione sul corretto riciclo del materiale plastico.

Fineco, una delle più importanti realtà FinTech in Europa e fra le principali reti di consulenza in Italia, crede fermamente che
la cura e il valore del patrimonio artistico e culturale siano un asset strategico per lo sviluppo del Paese e per questo è il
prestigioso Main Sponsor dell’evento.
Un grazie particolare a Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine, costituita da Leonardo nel 2018 per promuovere la
cultura industriale e valorizzare il proprio patrimonio museale che quest’anno, in occasione dell’evento, apre al pubblico
anche il Museo del Centro Spaziale del Fucino – Telespazio e il Museo WASS di Livorno; a Edison, azienda storicamente
vicina al FAI, da sempre impegnata nel miglioramento del profilo di sostenibilità ambientale dei luoghi e dei beni di interesse
culturale e sociale del nostro Paese, presente in questa edizione anche con l’apertura delle Centrali Idroelettriche “Carlo
Esterle” e “Angelo Bertini” (MB) e lo storico Palazzo Edison di Milano.
Si ringrazia inoltre DHL Express Italy, che riconferma il suo contributo all’iniziativa in qualità di Logistic Partner.
Si ringrazia per la collaborazione la Commissione europea, da alcuni anni partner delle Giornate FAI attraverso l’Ufficio di
Rappresentanza a Milano, con la quale verranno proposte aperture speciali a tema europeo.
L’evento si svolge con il Patrocinio del Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della Cultura, di Regione
Piemonte, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane.
Grazie di cuore alle 131 Delegazioni, 109 Gruppi FAI, 98 Gruppi FAI Giovani e 7 Gruppi FAI Ponte tra culture, e a tutti
i volontari attivi in Italia. Ad affiancarli ci saranno gli Apprendisti Ciceroni, studenti che desiderano attuare con i propri
docenti un’esperienza sul campo come percorso formativo per le competenze trasversali e l’orientamento, o che hanno scelto
autonomamente di mettersi in gioco per vivere un’esperienza di cittadinanza attiva coinvolgente e memorabile.
Un ringraziamento particolare per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri per
il contributo alla sicurezza dell’evento e alla Croce Rossa Italiana per una partnership ormai consolidata negli anni, a
prezioso supporto in questo periodo di emergenza sanitaria.
Grazie al Fondo Edifici di Culto, amministrato dal Ministero dell’Interno, per averci concesso le aperture della Chiesa di S.
Ignazio all’Olivella e dell’Oratorio di S. Filippo Neri a Palermo.
Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le
amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.

Moncalieri legge: libri, musica, cinema al castello

Domenica 27 marzo 2022

Premiazione del 42° Premio Letterario Città di Moncalieri per la sezione Romanzo Edito

 

Moncalieri, ore 16

Castello Reale

 

Verrà assegnato domenica 27 marzo il Premio letterario “Città di Moncalieri”. Giunto alla 42esima edizione, curato dal circolo culturale Saturnio, il concorso celebra la propria cerimonia conclusiva al Castello Reale di Moncalieri a partire dalle 16, con un momento musicale affidato ad Annastella e Donatella Gibboni per un concerto per violino a quattro mani e con il contributo di Patrizia Scianca, che leggerà brani dalle tre opere finaliste, e della presentatrice Alessandra Comazzi (confermare la propria partecipazione a saturnio@saturnio.ito al tel. 3898303466). Cresce l’attesa per il conteggio dei voti popolari, che avverrà in presa diretta durante la cerimonia, decretando a quale dei romanzi della terna finalista andrà il premio, patrocinato da Regione Piemonte, Consiglio regionale, Città Metropolitana e Città di Moncalieri. In lizza ci sono Io e Mr Wilder di Jonathan Coe, Io sono Gesù di Giosuè Calaciura e Complice la notte di Giuseppina Manin.

Io e Mr Wilder è un delicato romanzo di formazione che ha come protagonista Calista Frangopoulou, basato sull’incontro casuale con Billy Wilder, che le cambia la vita. Un’occasione fortuita che la porterà a lavorare come interprete dal greco sul set di un film del grande regista, determinando la sua scelta di diventare compositrice di colonne sonore.

Io sono Gesù narra le vicende di un giovanissimo viandante in un cammino pieno di sorprese, passioni e tradimenti, dolcezza e violenza. Calaciura immagina per il giovane Gesù una vita fatta di lavoro, di divertimento e di passioni e ne restituisce un ritratto intimo e umanissimo.

Complice la notte racconta la storia di una donna appassionata e ribelle, una monaca in scarpe da ginnastica innamorata di Dio e di Bach. Maria Judina, virtuosa del pianismo russo novecentesco, osò sfidare Stalin donandone il denaro ai poveri e rimanendo sempre scopertamente leale e amica di dissidenti e invisi al potere.

 

Come e più che nelle passate edizioni, la qualità dei tre finalisti è anche quest’anno elevatissima, per cui la suspence, e il dispiacere per chi non vincerà, ci sono tutticommenta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Ringrazio il Centro culturale Saturnio, cui vanno riconosciute costanza e dedizione alla vita culturale della città, sia con le tante iniziative rientranti in Moncalieri Legge, sia per quelle collegate allo European Music Competition (che quest’anno saranno arricchite da una serie di concerti, inaugurata al Matteotti giusto lo scorso weekend)”.

Piemonte Musei rilancia l’arte sul territorio

Il punto di vista / Le interviste di Maria La Barbera

A SAVIGLIANO LA MOSTRA DI DANIELE FISSORE

Il 5 marzo si è inaugurata a Savigliano, a Palazzo Muratori Cravetta, la mostra dedicata a Daniele Fissore. Sono moltissime le opere esposte in questa bellissima location piemontese, in provincia di Cuneo, che ripercorrono i 50 anni di carriera del pittore iperrealista.

La mostra è gratuita per favorire la “democratizzazione” dell’arte e vuole promuovere, inoltre, la valenza del progetto culturale dell’Associazione BeLocal e di Piemonte Musei insieme alla cittàdi Savigliano.  Un ringraziamento particolare va al sostegno di Banca CRS, Fondazione CRS e Fondazione CRC. L’esposizione, curata dallo storico dell’arte Francesco Poli, è composta da molteopere che ripercorrono l’intera produzione dell’artista segnata da una costante ricerca sul linguaggio della pittura e sulle sue possibili interazioni con la fotografia. La mostra è arricchita, inoltre, dall’ animazione di un dipinto realizzata da Phantasia, azienda specializzata negli effetti speciali multimediali e da una esperienza sensoriale, con le suggestioni olfattive proposte da Muses Accademia Europea delle Essenze. Per chi lo desidera saràdisponibile un video anch’esso inedito, da scaricare sul proprio cellulare realizzato nel 2016 dalla videomaker Federica Borgato,per seguire la narrazione di questo artista che si racconta in prima persona. Uno splendido catalogo in edizione limitata è acquistabile presso il bookshop  per tutta la durata della mostra. 

Stefano Gribaldo, ideatore e organizzatore della mostra per Piemonte Musei, di cui è Presidente, ci racconta la genesi di questo importante evento culturale e i progetti futuri.

Come è nata  l’idea di organizzare questa mostra dedicata all’artista Fissore?

Sono sempre stato affascinato dai lavori di Daniele e in passato abbiamo avuto delle collaborazioni molto interessanti.  Dopo la sua scomparsa incontrando Miresi , la moglie, in un modo molto semplice abbiamo pensato di organizzare questa mostra che conta cinquanta opere che ripercorrono tutta la sua vita, con tutti suoi momenti, quelli colorati e quelli  grigi.  Invito tutti a venire a visitarla perché raccontiamo un artista unico nel suo genere.

Ci può dire qualcosa su Piemonte Musei?

Piemonte Musei nasce da una mia visione del brand nel 2018. Ho lavorato per circa 20 anni in aziende e agenzie di comunicazione dove ho avuto la fortuna di essere formato. Ho collaborato con artisti, grafici, designer, architetti, giornalisti, musicisti e stilisti. Un pool di esperti e visionari che è riuscito a rendermi oggi quello che professionalmente sono.

Quali sono i prossimi progetti a cui si sta dedicando?

La novità degli ultimi giorni e che la mostra  di Daniele Fissore verrà prolungata a Torino all’Archivio di Stato, grazie allintervento del Presidente Quaglia della Fondazione CRT. Nel 2023 sono già in cantiere due mostre di grande interesse, che presto saranno svelate al pubblico, progettate e costruite con uno storytelling evoluto, supportato dalla tecnologia, che consentiranno la fruizione dei contenuti della mostra in una modalità innovativa e divertente. Inoltre è nato ed è in via di evoluzione un magazine che abbiamo chiamato “LINKED”, un vero e proprio “collegamento” tra diversi mondi: quello del food, del design, dell’arte e  del territorio, come richiama il nome stesso della rivista. Posso assicurare che è un progetto innovativo che rivoluzionerà il settore della distribuzione delle riviste.

“Invito a Pompei”: Palazzo Madama, lo svelamento di due capolavori dell’ormai prossima mostra

 

Un piccolo, ma prezioso, anticipo. Un “assaggio”, tanto per rendere più frizzantina l’attesa. In occasione, infatti, della grande mostra “Invito a Pompei” che Palazzo Madama, in collaborazione con il “Parco Archeologico di Pompei”, ospiterà nella maestosa seicentesca Sala del Senato, dal prossimo 8 aprile fino al 22 agosto, questa mattina (venerdì 25 marzo) nel Museo Civico d’Arte Antica di piazza Castello si sono aperte le porte alle prime due casse contenenti le prime due opere da collocarsi nel formidabile percorso espositivo che, a breve, ci condurrà negli ambienti più rappresentativi delle più lussuose case della Pompei del I secolo d. C. Quali, dunque, i capolavori che, alla presenza delle varie autorità sono arrivati in anteprima sotto la Mole? Meraviglia delle meraviglie, un “Mosaico con delfino di ambiente termale (tepidarium)”, risalente al 50-79 d. C appartenente alla “villa della Pisanella” di Boscoreale e una “Parete affrescata con pittura da giardino” del 25-50 d.C. in arrivo dalla “Casa del Bracciale d’oro” di Pompei.

Il quartiere termale della “villa della Pisanella”, una delle più note dell’area vesuviana grazie al prezioso servizio di argenteria (oggi al Louvre), aveva tre ambienti decorati in opus tessellatum bianco/nero con animali marini, secondo una moda diffusa dalla metà del I sec d.C. Il delfino è un animale spesso raffigurato in ambienti termali e rientra nel tiaso marino. Il corpo allungato, quasi serpentiforme, mostra una commistione tra l’ambiente marino e quello palustre.

L’affresco con pittura da giardino, proveniente dalla “Casa del Bracciale d’oro” è invece la parete di fondo dell’ “oecus”, il grande salone da ricevimento di una casa dell’élite pompeiana. Il giardino lussureggiante con diversi tipi di piante e uccelli, che in natura non potrebbero coesistere, è una rappresentazione immaginaria, che risponde alla moda nata a Roma nella sala ipogea della “Villa di Livia”. L’origine è da cercare nelle correnti paesistiche della pittura alessandrina diffuse in Lazio e Campania da botteghe di pittori, che in età augustea avevano lavorato per la committenza imperiale.


Con la mostra “Invito a Pompei” la  “domus romana”, per la prima volta a Torino, accoglierà i visitatori nell’intimità domestica, mostrando la normalità della vita quotidiana alle pendici del Vesuvio. Un tuffo nel passato, per aggirarsi negli ambienti in cui l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. spense d’un colpo la vita dei suoi abitanti. “La Pompei di oggi non è che lo scheletro della città antica, prosciugata di ogni forma di vita dalla calamità naturale e svuotata di quegli oggetti che consentirebbero di immaginarla così com’era”. Esposti in Palazzo Madama sarà possibile ammirare una ricca selezione di oltre 120 opere (fra arredi, statue, gioielli, bronzi, vetri e apparati decorativi) presentate in un itinerario tra gli spazi domestici (l’atrio, il triclinio, il peristilio con il giardino, le stanze da letto), che termina con i drammatici calchi di alcune vittime.

g.m.

Nelle foto:

–       Lo svelamento delle prime due opere; Ph. Perottino

–       “Pavimento con delfino di ambiente termale (Tepidarium)”, Mosaico, villa della Pisanella, Boscoreale, 50-79 d. C.

–       “Parete con pittura da giardino”, Affresco, Casa del Bracciale d’oro, Pompei VI 17, 42, 25-50 d. C.

La grande tavola imbandita con gli argenti di Carlo Alberto

L’elegante allestimento sarà visitabile a Palazzo Reale sino al 17 luglio

Per l’intero Settecento, e oltre, l’ambiente fu occupato da due camere, la camera da
letto e la stanza per la toeletta del sovrano, a far parte dell’Appartamento d’Estate
commissionato da Vittorio Amedeo II, a fine Seicento, e in seguito rinnovato da Juvarra
e da Benedetto Alfieri. Nel 1837, le due camere vennero da Carlo Alberto affidate alle
cure di Pelagio Palagi che, abbattendo il muro divisorio, creò la nuova sala da pranzo.
Il pavimento dell’antica camera da letto (su cui ancora oggi il visitatore posa il piede
con il rito di ogni precauzione), realizzato da Giovanni Tamietti nel 1732 in legno di
noce, carpino, acero e mogano, venne allora ampliato dall’ebanista Gabriele Capello. A
completare la bellezza della sala, ci pensò Francesco Gonin con un grande affresco
nella parte centrale del soffitto a rappresentare un successo militare di Umberto
Biancamano e ai lati le tele di Ferdinando Cavalleri e di Massimo d’Azeglio, di
quest’ultimo sei tele ospitate oggi al secondo piano dello stesso Palazzo Reale. Dal
1886, durante il regno di Umberto I e Margherita, mutati le scelte e gli imperativi
d’ambiente, l’architetto Emilio Stramucci si rivolse ad una ricostruzione in stile
neorococò, facendo sistemare sulla volta i due ovali con “Rinaldo e Armida” del
viennese Daniel Seiter e “Bacco e Arianna” del bolognese Marcantonio Franceschini,
mentre trovarono posto, nella parete opposta alle finestre, gli arazzi settecenteschi
dovuti ai bozzetti del Beaumont, soggetti le imprese di Cesare e Annibale.
La sontuosa Sala da pranzo ospiterà sino al 17 luglio, a celebrazione del 161°
anniversario dell’Unità d’Italia e a ricordo degli stretti legami che ancora uniscono le
due capitali, Torino e Roma, un elegante allestimento – per “soli” dodici commensali e
per un complessivo di 164 pezzi – del fastoso corredo da tavola in argento realizzato a
Parigi nel 1833 (e trasferito al Quirinale tra il 1873 e il 1874, comprende oggi 1832
elementi) per il re Carlo Alberto dall’orafo Charles-Nicolas Odiot, figlio di quel Jean-
Baptiste che, con la sua fiorente bottega, sul finire del Settecento e l’inizio
dell’Ottocento, era solito servire l’aristocrazia francese e che tra i propri committenti
poteva citare il nome dello stesso Bonaparte. La ricostruzione del servizio la si deve
alle ricerche di Bertrand de Royère, che ha altresì rintracciato i disegni preparatori dei
tanti pezzi, dispersi in aste recenti.
Prestatore quindi il Quirinale, sulla tavola così riccamente ed elegantemente
imbandita trovano posto la posateria per i dodici commensali, una grande zuppiera
ovale, legumiere, salsiere e oliere, saliere e mostardiere, cucchiai per la senape,
sottobottiglie, piatti da portata, “cloches”, vassoi, zuccherriere e caffettiere, teiere e
lattiere e una “fontaine à eau chaude” con il proprio fornello, unitamente ad esempi di
“casseroles à entremets”. Chiaramente, il tutto impreziosito da cristalli e porcellane
delle collezioni dei Musei Reali: “popolata” la sala da quattro manichini ai lati del
tavolo, in abiti maschili e femminili di fine Ottocento e inizio Novecento, un
allestimento dovuto alla scenografa Claudia Boasso e alla collaborazione della
Fondazione Teatro Regio di Torino. In parallelo alla visita della grande sala, altre tavole
potranno essere ammirate ma soltanto su prenotazione. Non dimenticando l’apporto
del Soroptimist Club Torino che ha finanziato l’acquisto di nuove tovaglie che oggi si
possono vedere lungo il percorso di visita, si potrà accedere, al piano terra,
all’Appartamento della regina Elena, con la Sala da Pranzo ornata dai vasi
settecenteschi a motivo “palla di neve” e dal servizio “Uccelli e insetti” della
manifattura di Meissen (1896), il Salotto con servizio da caffè e cioccolata, la Sala del
Piano con servizio da tè realizzato a Berlino (1895) e la Sala della piglia con gli armadi
storici che contengono prestigiosi servizi di porcellana e cristallo di produzione
europea. Al primo piano, l’Appartamento dei Principi forestieri, con una tavola di gusto
orientale riservata agli ospiti, e l’Appartamento della regina Maria Teresa con lo
splendido servizio a motivi floreali dipinti in tonalità porpora dalla manifattura di
Berlino (1894) e “biscuit” centrotavola francesi nella Sala delle Cameriste, oltre a una
selezione del pregiato servizio da dessert parigino detto delle ”Donne più celebri
d’Europa di tutti i tempi”, del 1852, sovrane e figure leggendarie, eroine e letterate,
realizzato dall’Atelier di Boyer. La visita si conclude nella Sala del Lavaggio con la
collezione di porcellane orientali che trovano posto negli armadi storici del Palazzo
Reale.
Elio Rabbione

“Le avventure dei fratelli Spark e il tesoro di Teotihuacan”, a sostegno dell’Ucraina

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Va in scena sul palco delle OGR, venerdì 25 marzo alle ore 21, la prima nazionale della nuova opera show “Le avventure dei fratelli Spark e il tesoro di Teotihuacan”, a sostegno dell’Ucraina. L’intero incasso della serata verrà infatti devoluto al Sermig per l’accoglienza e l’acquisto di cibo e beni di prima necessità a favore delle bambine e dei bambini in fuga dalla guerra.

 

Lo spettacolo, che unisce musica lirica, canto, danza e prosa, è realizzato nell’ambito del Progetto Diderot della Fondazione CRT. La regia è di Mario Acampa, autore, conduttore e regista, cui è affidata la stagione Concerti per Bambini del Teatro alla Scala di Milano e la stagione di Invito alla Scala. La produzione è della Fondazione Accademia Perosi. L’Orchestra Talenti Musicali, diretta da Marco Alibrando, eseguirà brani di Richard Wagner, Igor Stravinsky, Gioachino Rossini, George Gershwin, Georg Friedrich Haendel.

 

Le coreografie sono di Raphael Bianco per i danzatori della Compagnia Egri Bianco Danza.

 

I biglietti si possono acquistare al seguente link: https://bit.ly/3IXDG4B

Omaggio a Jules Verne

Amiens inaugura  il percorso letterario dedicato al grande narratore

Giovedì 24 marzo, nel 117° anniversario della morte, la città francese di Amiens inaugurerà un percorso letterario, turistico e culturale dedicato a Jules Verne. L’itinerario porterà il nome di Aronnax, professore del Museo di Storia Naturale di Parigi e personaggio narratore di Ventimila leghe sotto i mari , e si svilupperà in sedici tappe per poco più di due chilometri e mezzo dove dei totem interattivi consentiranno di ricreare il mondo fantastico di Verne nella ccittà dove scelse di vivere e dove è sepolto. I codici Qr installati sulle scrivanie multilingue (tradotti in 7 lingue, tra cui l’italiano) permetteranno ai visitatori di accedere a video, estratti di romanzi letti dall’attore Jean-Michel Noirey e quiz per i più piccoli. E su pareti d’acqua alte 4 metri, sarà proiettato un video mapping con le incisioni originali di cinque grandi romanzi di Verne.

Un più che necessario omaggio ad un autore che ha fatto sognare intere generazioni a occhi aperti, viaggiando con la fantasia in fondo al mare, a bordo del Nautilus, in giro per il mondo per ottanta giorni o nel cosmo con un razzo verso la luna. Jules Verne è stato un grande della letteratura e sostare davanti alla sua tomba nel cimitero di Amiens provoca una profonda emozione. Tra i cinque autori più tradotti al mondo, lo scrittore che di fatto inventò la letteratura di fantascienza con i suoi romanzi era nato l’ 8 febbraio 1828 a Nantes, città portuale francese, e  morì di diabete all’età di 77 anni il 24 marzo 1905 ad Amiens, in quello che un tempo era il capoluogo della Piccardia ed oggi del dipartimento della Somme. Il cimitero in cui riposano le sue spoglie mortali è quello della Madeleine, a nord-ovest della città, all’estremità occidentale de quartiere di Saint-Maurice. Nel parco alberato di diciotto ettari colpisce la scultura realizzata da Albert Roze, intitolata Vers l’Immortalité et l’Eternelle Jeunesse (Verso l’Immortalità e l’Eterna Giovinezza) collocata due anni dopo la morte dello scrittore sulla sua lapide. La statua, utilizzando la reale maschera di morte di Verne, ne rappresenta la figura che rompe la propria lapide emergendo dalla tomba con il braccio teso verso il cielo, simboleggiandone la resurrezione. Abbandonata prestissimo la carriera giuridica, dopo aver portato a termine gli studi di giurisprudenza, Verne frequentò a Parigi gli ambienti letterari, scrivendo testi per il teatro e svolgendo attività impiegatizie. Dal 1863, compiuti trentacinque anni, iniziò la carriera di scrittore che continuò fino alla morte e oltre, con la pubblicazione postuma di molti suoi lavori: sessantadue romanzi e diciassette racconti. Il suo successo si dovette in gran parte all’editore Pierre-Jules Hetzel (nato a Chartres nel 1814 e morto a Montecarlo nel 1886, sepolto nel cimitero parigino di Montparnasse) il quale, dopo aver pubblicato proprio nel 1863 il primo volume di racconti Cinque settimane in pallone, propose a Verne un contratto ventennale con l’impegno di pubblicarne tre all’anno, consentendo all’autore di abbandonare l’impiego di agente di cambio e dedicarsi completamente alle sue opere. Nel 1870, per meriti letterari, gli viene conferita la Lègion d’Honneur e viene nominato per due volte ente dell’Académie des Sciences, des Lettres et des Arts. Collaborò inoltre con la Societé de Géographie, alla redazione della Géographie Illustrée de la France. Il suo primo romanzo fu il Viaggio al centro della Terra (1864), dove accompagnò i protagonisti, attraverso il cratere di un vulcano spento, fino alle viscere del pianeta. L’anno successivo, con Dalla Terra alla Luna, immaginò la conquista dello spazio con dei primi astronauti in orbita attorno al pallido astro lunare a bordo di un proiettile sparato da un enorme cannone. Una storia che trovò seguito cinque anni più tardi ( nel 1870) con la pubblicazione del romanzo Intorno alla Luna  dove si scoprirà che l’equipaggio, dopo aver osservato il nostro pianeta  dal cosmo, rientrerà nell’orbita terrestre grazie ai razzi di bordo terminando la sua corsa tra le onde dell’Oceano Pacifico, esattamente come accadde cent’anni dopo, nel luglio del 1969, con la missione spaziale statunitense dell’ Apollo 11 che portò i primi uomini sulla Luna, gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Qualche tempo prima Verne aveva pubblicato l’avventura marinara I figli del capitano Grant mentre è datato 1870 quello che molti considerano il suo capolavoro, collocandolo tra i capisaldi della letteratura d’avventura: Ventimila leghe sotto i mari.

Un viaggio incredibile nel profondo degli abissi oceanici a bordo  del Nautilus, il sottomarino costruito e comandato dal capitano Nemo. La lunga serie dei suoi  libri conta decine di titoli ma è utile ricordare anche la sfida de Il giro del mondo in ottanta giorni ( datato 1873), con  Phileas Fogg e il fedele domestico Passepartout che tra continui colpi di scena si trovano per scommessa impegnati a compiere il giro del globo avvalendosi di ogni possibile mezzo di trasporto, tra mille problemi, ostacoli e disavventure. Spulciando tra cronache e ricordi è interessante e curioso che, quando scrisse Parigi nel XX secolo ( era il 1863, ai tempi degli esordi) il testo venne rifiutato da Hetzel e passarono ben 131 anni prima di vederlo pubblicato, nel 1994. Un pronipote dello scrittore aveva fatto aprire una vecchia cassaforte della quale si erano perse le chiavi scoprendovi all’interno il manoscritto dell’opera che l’editore Hachette pubblicò, a dire il vero, con scarsa convinzione. In pochi giorni ne vennero vendute duecento mila copie, costringendo la prima casa editrice di Francia a ricredersi, prendendo atto dell’immutato fascino dei romanzi di Jules Verne. Nel centro di Amiens, al numero due di Rue Charles Dubois c’è la casa in cui Jules Verne visse per diciotto anni e che oggi, trasformata in museo, accoglie i visitatori svelando davanti ai loro occhi il fantastico mondo dello scrittore. Attraverso numerosi oggetti e documenti, la casa-museo racconta la vita e le opere dello scrittore. Costruita in mattoni rossi dal notaio Jean-Baptiste Gustave Riquier nel 1854 e conosciuta come la “casa della Torre”, fu la dimora di Jules Verne dal 1882 al 1900. Restaurata nel 2006 fa oggi  parte del circuito  delle case degli scrittori francesi aperte al pubblico. Dal piano terra alla soffitta, su quattro piani, attraverso arredi, libri e oggetti che hanno rappresentato alcune delle sue fonti d’ispirazione , si respira l’atmosfera del tempo. Di grande interesse le carte geografiche, le mappe dei viaggi, alcuni dei giocattoli  e dei modellini realizzati dallo stesso Verne. Un’occasione straordinaria per fare un viaggio nel tempo, rinverdire ricordi delle letture giovanili e delle emozioni evocate dalle sue opere che facevano sognare avventure e sconfinamenti nel futuro. Forse risiede proprio in questa capacità di emozionare l’intramontabile fascino dei racconti e delle storie che il padre della fantascienza moderna ha saputo narrare a intere generazioni.

 Marco Travaglini

 

Note d’autore al Folk Club

VENERDÌ 25 MARZO ORE 21.30
Ingresso Intero 25 € | Ridotto Under 30 13 € | Live Streaming 5 €
Roberto Taufic (BRA), Fausto Beccalossi, Carlos “El Tero” Buschini (ARG)
TRES MUNDOS
Un fantastico trio che miscela e interpreta idee, culture, sonorità e ritmi propri dei luoghi di origine: Italia, Brasile e Argentina. Un sound eminentemente acustico dove l’accordeon, la chitarra e il basso acustico restituiscono con la forza e personalità dei singoli interpreti le vibrazioni della cultura popolare con il piglio più elegante del jazz, l’incontro di tre meravigliosi artisti che si misurano con profondità e semplicità, con la voglia di rimettere al centro della musica il suo essere plurale, la sua naturale propensione a farci ‘sentire insieme’.
Qui il comunicato stampa completo.

 

SABATO 26 MARZO ORE 21.30
Ingresso Intero 20 € Live Streaming 6 €
Alicia Marquez & Ramon Martinez, Mercedes Cortez, Jordi Flores
TABLAO D’AUTORE

Torna il miglior Flamenco!
Tablao d’Autore: la più attesa, la più prestigiosa, la più autentica rassegna di Flamenco, con grandissimi artisti che -eccezionalmente- si potranno ammirare nella più intima e raccolta delle situazioni: è possibile solo al FolkClub!
Qui il comunicato stampa completo.

Informazioni e prenotazioni
www.folkclub.it+39 011 19215162folkclub@folkclub.it