CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 335

Moncalieri. Ogni passo, una scoperta

10 giugno – 23 luglio 2022

 

Dall’after event diffuso di Eurovision alla Eno Week, dalla scuola di magia di Hogwarts al Real Collegio al Club Silencio nel Giardino delle Rose

 

 

Nove eventi, più di 50 artisti, 20 giorni, dal 10 giugno al 23 luglio: “Moncalieri. Ogni passo, una scoperta” è un viaggio tra cultura, musica e gusto nei luoghi simbolo del cuore storico della città, dal Real Collegio Carlo Alberto al Castello Reale, dal Giardino delle Rose a piazza Vittorio Emanuele II.

Ad inaugurare il palinsesto dell’intera rassegna, la prima edizione della ENO WEEK che trasforma la città nella capitale del vino: nel weekend dell’11 e 12 giugno, il Giardino delle Rose del Castello di Moncalieri ospita oltre 80 produttori vinicoli da tutta Italia, in un percorso tra grandi vini e specialità gastronomiche del territorio. Tra gli appuntamenti in programma, la cena diffusa di venerdì 10 giugno in ristoranti, enoteche, osterie e trattorie che porta al centro della tavola il rapporto tra cibo e vino e poi, dal 14 al 16 giugno, in giro per la città, racconti sul vermouth, sull’importanza del sakè nella cultura giapponese e nei manga con Jacopo Buranelli e Chicca Vancini e approfondimenti sul rapporto tra vino e viaggi.

Con FUORI CAMPOl’after event diffuso di Eurovision Village, il 17-18 giugno, Moncalieri ricrea l’atmosfera di Montmartre durante la Belle Époque con concerti, degustazioni e incontri. Ribaltando il concetto degli aftershow, Fuori Campo crea un appuntamento aperto a tutti con gli artisti dell’Eurovision Village: oltre 18 concerti e appuntamenti in 7 diverse location con più di 50 artisti coinvolti, come Bianco, Fellow, Cecilia Harp, The Spell of Ducks, Ava Hangar, Filo Q, Gianni Denitto, Luce Clandestina, Stella Marasciulo, The Sweet Life Society con il progetto Oltre le Barre, Alberto Gallo (Discomoderni), con postazioni di bartending al Giardino delle Rose e performance di barman acrobatici. Fuori Campo è diretto da Francesco Astore, già responsabile della programmazione culturale dell’Eurovision Village di Torino; il regista è Stefano Pesca e Asya Benedini è la coordinatrice dei gruppi emergenti.

Moncalieri diventa una città tutta da scoprire: le tante e differenti location di “Moncalieri. Ogni passo, una scoperta” che offrono scorci sempre diversi, testimoniano la sua lunga e ricca storia, quando Moncalieri era sede dell’Università, ricovero del Templari e antica roccaforte medievale adibita a Residenza Reale.

Un’occasione in più per conoscere la storia è sabato 25 giugno, quando è in programma, per la prima volta, la CACCIA AL TESORO a tappe nel centro storico: dieci itinerari per viaggiare nel tempo e nello spazio alla ricerca dell’anima profonda della città.

Il Real Collegio Carlo Alberto diventa Hogwarts l’8-9 luglio con A SCUOLA DI MAGIA. All’interno di quella che un tempo fu la scuola di eccellenza della nobiltà piemontese, con le camerate che ricordano le “case” della saga di Harry Potter, si incontreranno personaggi insoliti, esemplari di rapaci come la civetta bianca dell’Himalaya, allocchi o barbagianni e si scopriranno la sala delle bacchette magiche e quella degli animali fantastici.

Sabato 16 luglio con UNA NOTTE AL CASTELLO Club Silencio apre per la prima volta le porte del Castello, con percorsi di visita guidati tematici, attività di gamification, audience engagement e illuminazione architetturale del Giardino delle Rose trasformato per l’occasione in un cocktail bar.

Nel centro storico, shopping sotto le stelle il 2 luglio per la NOTTE BIANCA DEI SALDI in compagnia delle marching band, e il 23 luglio MUSICA DAL BALCONE: un’esibizione di musica classica dalla balconata del Palazzo Comunale, a cura dell’associazione culturale Saturnio.

E infine, per scoprire gli angoli più segreti della città, l’associazione Amici del Real Castello e del Parco di Moncalieri organizza visite guidate nel centro storico e al Real Collegio Carlo Alberto, chiuso dal 1998, per rivelare la storia e gli ambienti di una delle più significative istituzioni del Piemonte sabaudo, che conserva ancora le collezioni naturalistiche e degli strumenti scientifici e l’osservatorio meteorologico nel suggestivo studio di Padre Francesco Denza. Sempre visitabile, dal venerdì alla domenica, il meraviglioso Castello Reale, una delle più antiche residenze sabaude, “luogo di delizie” tra le dimore preferite di Vittorio Emanuele II.

 

“Moncalieri. Ogni passo una scoperta” è anche l’occasione per riscoprire le eccellenze gastronomiche moncalieresi: il salame di trippa, ravanello tabasso, lardo e salsiccia saranno i protagonisti di EDIGAMl’evento diffuso gastronomico in programma il 25-26 giugno, 2-3 luglio, 9-10 luglio in più di 20 locali. Il 16 giugno partono anche le CENE SABAUDE al Castello: un’esperienza di degustazione e intrattenimento dal gusto Ottocentesco per riscoprire le mode dell’epoca, rivivere i fasti della Corte e gustare un menù ispirato ai grandi pranzi risorgimentali curato dagli chef Marco Albano, Ugo Fontanone, Enzo Gola, Giorgio Picco.

 

“Con questo ricco calendario di eventi vogliamo offrire ai moncalieresi e ai turisti un’occasione in più per vivere l’estate – commenta il Sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna – “La meravigliosa cornice del nostro centro storico accompagna un’offerta dedicata alle famiglie e ai giovani per tutti i weekend di giugno e luglio”.

 

“Ogni passo, una scoperta” è un progetto della Città di Moncalieri in collaborazione con 1° Reggimento Carabinieri Piemonte, Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, MoncalieriGiovane, ProLoco, Balletto di Moncalieri, Circolo culturale Saturnio, Casa Zoe, Amici del Real Castello e del Parco di Moncalieri, Diecicento, Ordine Religioso dei Padri Barnabiti, Reverse.

 

Info

www.mymoncalieri.it

Facebook, Instagram: My Moncalieri

Musei Reali capofila di SYNOPSIS

 

 Per individuare la nuova figura professionale dello storyteller-fundraiser culturale

 

 

Nel Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale, i Musei Reali presentano i risultati di SYNOPSIS – Storytelling and Fundraising for Cultural Heritage professionals, il progetto europeo di formazione del quale sono capofila.

 

Inserito nel più ampio programma Erasmus +Synopsis mira a definire una nuova figura professionale in ambito culturale, quella dello storyteller-fundraiser, ancora assente nel panorama europeo ma fondamentale per attrarre nuovi pubblici, fidelizzare quelli esistenti e contribuire alla sostenibilità economica delle realtà culturali.

Storytelling e fundraising hanno un ruolo fondamentale nel connettere il passato con il futuro: raccontare il patrimonio culturale significa creare storie e narrazioni che consentono di instaurare una relazione empatica con le comunità, coinvolgendo i cittadini nei processi di conoscenza e di tutela propri dei musei.

La presentazione odierna è quindi l’occasione per disseminare i risultati del percorso iniziato il 2 dicembre 2019 e il cui termine è fissato a luglio 2022.

«I Musei Reali credono fortemente nel ruolo strategico del fundraising legato a una nuova narrazione del patrimonio culturale – dichiara Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali – come leva per garantire che il sistema della cultura possa rispondere alle sfide che ha davanti: essere un asset  primario di sviluppo e una risorsa di crescita a disposizione di tutta la comunità. Questo lo spirito che ha improntato i lavori di Synopsis, e la riuscita si deve al confronto con le buone pratiche, territoriali e nazionali, e alla collaborazione costante con i partner provenienti da Italia, Belgio, Grecia e Spagna».

I partner europei che hanno contribuito alla progettazione del corso di formazione per Storyteller-Fundraiser sono realtà di alto profilo nei diversi campi di competenza, unite per creare un modello virtuoso di professionalità, capace di rispondere alle nuove sfide del mercato culturale contemporaneo:

ITALIA – FONDAZIONE ENTE VILLE VESUVIANE di Ercolano e SINEGLOSSA di Ancona;

BELGIO – COOPÉRATION BANCAIRE POUR L’EUROPE di Bruxelles e EUROGEO-european association of geographers di Wardamme;

SPAGNA – EOLAS di Badajoz;

GRECIA – IDEC del Pireo.

 

Gli obiettivi di partenza del progetto possono essere così schematizzati: definire un nuovo ruolo professionale nell’ambito del patrimonio culturale; sviluppare un’opportunità di formazione creativa e innovativa; incrementare le opportunità di lavoro per i giovani laureati in discipline umanistiche; incrementare la competitività delle organizzazioni culturali europee in termini di gestione innovativa del patrimonio.

Il partenariato ha lavorato sui tre Intellectual Output fondamentali previsti:

Raccolta di esempi di Best Practice europee negli ambiti dello storytelling e del fundraising culturali quali modelli virtuosi a cui ispirarsi;

Definizione di soft e hard skills necessarie alla nuova figura professionale del “narratore culturale”;

Creazione di un corso di formazione online, fruibile gratuitamente, rivolto ai professionisti per l’attività di storytelling e fundraising presso enti culturali e museali che intendano introdurre una strategia di comunicazione specifica per attivare proprie campagne di raccolta fondi.

 

Per il primo output, i Musei Reali tre buone pratiche nazionali di grande valore, oggi illustrate dai rappresentanti dei relativi Enti:

Acquista con noi un pezzo di storia per Torino, campagna di crowdfunding digitale realizzata nel 2013 da Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, conclusasi con l’acquisto collettivo del servizio in porcellana di Meissen appartenuto alla famiglia Taparelli d’Azeglio, capolavoro di straordinario interesse storico e artistico per il museo e tornato fruibile per la città;

Donizetti Revolution, innovativa e coinvolgente campagna di membership tesa a fidelizzare il pubblico del Teatro e del Festival Donizetti e ad attrarne di nuovo, realizzata da Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo;

Museo senza barriere: porte aperte. Occhi aperti. Mente aperta, progetto volto a migliorare l’accessibilità museale e a favorire la fruizione del patrimonio culturale per il maggior numero possibile di persone, specialmente con difficoltà, realizzato dal Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno.

 

Completa la panoramica sulla situazione attuale del fundraising e dello storytelling culturali in Italia il contributo di Luigi Somenzari, Responsabile dell’Area Ricerca e Istruzione della Fondazione CRT, per illustrare le tecniche e le strategie applicate nel Corso di Alta Formazione “Talenti per il Fundraising”, promosso e finanziato dalla stessa Fondazione.

Abilità nell’utilizzo dei social network e delle tecnologie digitali, la conoscenza di strategie e di tecniche narrative mirate a intercettare nuove risorse finanziarie con modalità innovative e accattivanti, sono soltanto alcune delle competenze che lo storyteller-fundraiser culturale deve possedere, argomenti presenti nei moduli del corso di formazione accessibile online e gratuitamente sul sito cultural-storytelling.eu/, presentato oggi ufficialmente per la prima volta in questa sede.

 

Morena Stories. Luoghi da raccontare

Oltre il tempo e l’immaginazione, le storie del territorio dell’“Anfiteatro Morenico”, ad un passo da Ivrea

Dal 5 al 17 luglio

Ivrea (Torino)

Ideato e sviluppato da “TO LOCALS (APOLIDE Festival)”, “Morena Ovest”, “Compagnia Tecnologia Filosofica (Morenica NET)”, “Fondazione di Comunità del Canavese”, “Associazione Liberi di Scegliere (La grande invasione)”, il “Castello Ducale di Agliè” e “IVREATRONIC”, prende il via domenica prossima 5 giugno “Morena Stories”, il nuovo progetto di turismo culturale in cui le storie originali e sconosciute del territorio diventano protagoniste dei percorsi di visita. Fino al 17 luglioogni domenica sono in programma trekking guidati, visite e performance artistiche accessibili a tutti, alla scoperta di sette cittadine dell’“Anfiteatro Morenico” di Ivrea: AglièSan MartinoSan GiorgioBairoCastellamonteTorre Canavese e Vialfré. Dicono gli organizzatori: “Il progetto rappresenta una nuova modalità di vivere il turismo, adatto ai visitatori alla ricerca di itinerari insoliti al di fuori dei percorsi già noti e ai semplici curiosi che vogliono approfondire la storia del territorio:ogni appuntamento di Morena Stories è un momento unico, non solo una visita, ma una vera e propria esperienza di conoscenza”. Protagonisti saranno i luoghi e le loro storie, che emergeranno dal racconto delle guide e degli artisti: ad Aglié (in apertura, domenica 5 giugno) l’ex stabilimento “Olivetti”, dove veniva prodottala mitica “Lettera 22”, la macchina da scrivere che ha segnato l’identità italiana; il canale di Caluso di Bairo, reso ancora più suggestivo dalla visita nelle prime ore del mattino; a Castellamonte lo scaricatore e la vecchia stazione ferroviaria, dove partivano i treni carichi di ceramica, famosa in tutto il mondo; “Cortereggio” a San Giorgio, luogo di nascita di Antonio Michela Zucco (inventore della “Michela”, la macchina per la stenografia a tasti che rivoluzionò il sistema di scrittura veloce e che vediamo spesso utilizzata in Parlamento) e territorio della coltivazione della “Piattella” bianca (presidio “Slow Food”); il “Santuario della SS. Trinità” a San Martino;la chiesa di “San Giacomo” e “Casa dell’Eremita” a TorreCanavese e lo storico “Carnevale” di Vialfrè“Ogni itinerario – si sottolinea – nasce da una storia reale, frutto di un lavoro di incontro con gli abitanti del territorio, i cui racconti sono stati raccolti e successivamente rielaborati in una serie di residenze artistiche per l’ideazione delle performance”.

 

 Le storie saranno raccontate con tanti linguaggi, i più diversi, come la musica, con pezzi originali scritti appositamente per ogni luogo da Enea Pascal di “IVREATRONIC”,  le performance teatrali, con la “Compagnia Tecnologia Filosofica” e la drammaturgia originale realizzata da Stefano Pandolfini. I percorsi di “Morena Stories”, inoltre, sono strutturati in più momenti: la passeggiata immersi nella natura in compagnia di guide professioniste, che permetteranno di scoprire il territorio e la storia del luogo della settimana; l’arrivo nel luogo della “Stories”, accolti da un assaggio di snack del territorio; la performance site specific. Si può scegliere di partecipare a tutti i momenti o assistere solo alla performance.

Il progetto proseguirà in autunno, con la posa di “QRcode” che permetteranno l’accesso ai file podcast delle visite.

BIGLIETTI:

Passeggiata +performance: 10Euro

Performance: 5Euro

Gratuito per i bambini fino ai 14 anni, i residenti del comune di Vialfrè  e le persone che hanno raccontato la loro storia sul “Carnevale”

Nel biglietto passeggiata +performance è compreso un assaggio di vino e snack del territorio

Nel biglietto performance l’assaggio non è compreso.

È necessaria la prenotazione. Per ulteriori info su programmi, date e orari: tel.339/8201037 o www.tolocals.com/morena-stories o morenastories@tolocals.com

g.m.

Credit Foto: Alessandro Aimonetto

Una vera grande invasione a Ivrea

MIGLIAIA E MIGLIAIA DI PERSONE PER LA DECIMA EDIZIONE

IL FESTIVAL DELLA LETTURA DI IVREA

Pubblico de La grande invasione in attesa dell’inizio della lezione di Nicola Lagioia – ©Luisa Romussi

Nell’anno di Ivrea Capitale italiana del libro 2022, La grande invasione ha letteralmente invaso Ivrea con migliaia di persone che dal 2 al 5 giugno hanno ascoltato gli oltre cento ospiti dal mondo della letteratura, del giornalismo, dell’illustrazione, del teatro, presenti nei 120 incontri, 8 mostre, 45 lezioni.

 

Curata da Marco Cassini e Gianmario Pilo, con Lucia Panzieri e Silvia Trabalza per la Piccola invasione dedicata ai lettori più giovani, questa edizione ha segnato un anniversario importante, impreziosito dal titolo di Capitale italiana del libro 2022 per la città di Ivrea.

 

I lettori e le lettrici di questa edizione hanno composto un pubblico trasversale, con rappresentanti di ogni fascia d’età, formato da famiglie e giovani lettori e lettrici, adolescenti cresciuti con il festival, più di mille alunni coinvolti nelle scuole, professionisti del libro, appassionati, lettrici, lettori e semplici curiosi. La scelta di un programma di qualità e capace di parlare a pubblici differenti, rende il festival della lettura di Ivrea l’occasione giusta per avvicinarsi ai libri, offrendo un’occasione di scoperta anche ai non lettori. Un gesto concreto in favore della promozione della lettura a cui il pubblico ha risposto con entusiasmo, come testimoniano i moltissimi incontri sold out e le lunghe code di pubblico in paziente attesa degli interventi.

 

Gli appuntamenti più attesi e seguiti sono stati quelli di Nicola Lagioia e Roberto Saviano, che hanno segnato rispettivamente l’apertura e la chiusura del festival, e di Stefania Auci, una delle autrici di maggior successo dell’ultimo decennio, stabilmente in cima alle classifiche con il suo racconto della saga dei Florio. Applauditissimi gli appuntamenti di Bruno Tognolini, uno dei più importanti autori contemporanei per bambini e ragazzi e Gek Tessaro, che ha portatoall’Invasione il suo teatro disegnato.

In particolare Lagioia, amico della Grande invasione da sempre e reduce dallo straordinario successo del Salone internazionale del Libro di Torino, ha tenuto un’applauditissima lezione sul ruolo della letteratura, sottolineando come possa essere un mezzo per conoscere sé stessi e il mondo e per porsi delle domande più che ricevere delle risposte.

 

Il festival è stato possibile grazie al sostegno di partner e sponsor: la Città di Ivrea e la Regione Piemonte, Intesa Sanpaolo e Fondazione Compagnia di San Paolo, AEG Cooperativa, Azimut, Icas, Scuola del libro, Scuola Holden, Carbomech, Aircom, Progind, Matrix Mechatronics, Core Informatica, Osai, Message, Sirio Assicura, Dirivet.

 

Appuntamento con La grande invasione 2023 dal 1 al 4 giugno e, nell’attesa, con gli eventi di #invasionetuttolanno.

 

www.lagrandeinvasione.it

Twitter: grandeinvasione
Instagram: grandeinvasione
Facebook: facebook.com/invasionefestival

#invasione22

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Lura Goria

Mazo de la Roche “Il padrone di Jalna” -Fazi- euro 18,00
Ecco il quarto capitolo della saga di Jalna, di Mazo de la Roche, (dopo “Jalna”, “Il gioco della vita” e “La fortuna dei Finch”) in cui la scrittrice canadese -di enorme successo negli anni Trenta- ha narrato la storia della famiglia Whiteoak proprietaria della vasta tenuta in Canada. Una delle saghe più famose della letteratura del 900.
Ora, dopo la morte della matriarca Adeline, la famiglia rischia di perdere tutto.
A dirigere il clan è Renny che ha preso in mano le redini della famiglia e della tenuta, nella quale vivono i 3 zii anziani, fratelli e sorelle con le rispettive famiglie. Un bel guazzabuglio di personalità diverse da gestire, tra rancori vecchi e nuovi, intrighi….insomma la commedia umana sciorinata in una delle saghe più intriganti di tutti i tempi.
Renny si trova a fronteggiare, prima di tutto, la penuria di denaro; poi a tormentarlo c’è la decisione dell’amministrazione locale che, per ampliare la strada, ha deciso di abbattere le querce secolari al confine della tenuta. Quegli alberi sono il simbolo di Jalna e Renny intende proteggerli a qualsiasi costo.
Ma i problemi non si limitano a questo. La sua natura di donnaiolo sta mettendo parecchio in crisi il suo rapporto con Alayne; per di più si scontrano sull’educazione della figlia Adeline. La ragazza ha ereditato la tempra dell’omonima nonna e dà parecchio filo da torcere.
Ma queste solo alcune delle questioni che vi coinvolgeranno in una lettura appassionante.

Roy Jacobsen “Gli invisibili. Saga dei Barrøy” -Iperborea- euro 18,00
E’ il primo volume della quadrilogia che il pluripremiato scrittore norvegese ha dedicato alla storia di una famiglia di pescatori che vivono su un’isola minuscola a sud delle Lofoten.
Jacobsen, che è anche sceneggiatore e autore di libri per bambini, è uno dei più importanti scrittori norvegesi contemporanei ed è stato in lizza tra i finalisti dell’International Booker Prize nel 2017.
La saga narra la storia di tre generazioni di una famiglia di pescatori alle prese con la vita difficile e la sopravvivenza, a partire dall’inizio del secolo scorso. Vivono su una sperduta, minuscola isola, una delle migliaia che spuntano dal mare al largo delle coste norvegesi dello Helegeland, a sud delle isole Lofoten.
E’ su quell’impervio fazzoletto di terra brulla che vivono i Barrøy: hanno lo stesso nome dell’isola e sono gli unici abitanti di quello spazio.
Ci sono il vecchio Martin e la moglie Maria –donna inquieta che arriva da un’altra isola e rimane sempre un po’ estranea-. I figli Hans e Barbro, folle e coraggiosa, l’unica a fuggire davvero. E poi la piccola Ingrid che cresce in questa realtà, dove scorrazza impavida alla scoperta delle meraviglie possibili su una lastra di ghiaccio, incurante del pericolo in agguato.

Un microcosmo di creature la cui vita è poco più che sussistenza: poca terra coltivabile, esigui pascoli per il bestiame, la pesca solo quando le tormente, gli uragani e le tempeste di neve e ghiaccio lo consentono.
Un nucleo in cui i ruoli sono precisi e ben definiti: gli uomini a pescare, le donne, Maria e Barbro, invece riparano le reti da pesca, raccolgono le uova di edredone, cucinano il poco che hanno.

E’ la natura gigantesca e potente che qui fa da sovrana, domina le loro esistenze e non fa sconti. Orizzonte sconfinato, silenzio, paesaggi che mutano con il volgere delle stagioni scandiscono vita e occupazione dei Barrøy. E balza agli occhi il fortissimo contrasto tra uomo e natura.
Eppure il legame della famiglia con l’isolotto è simbiotico, un cosmo in miniatura dove la lotta per la sopravvivenza non concede tregua. I personaggi nutrono l’inconfessabile desiderio di andarsene verso lidi più ospitali; l’idea della fuga però resta un sogno, perché il legame con l’isolotto è più forte di tutto il resto, una sorta di idillio che nulla può scalfire.

Ayesha Harruna Attah “Zainad conquista New York” -Marcos Y Marcos- euro 18,00
E’ il terzo romanzo della scrittrice ghanese Ayesha Harruna Hattah, una delle voci più interessanti della narrativa africana contemporanea. Racconta le peripezie di una giovanissima immigrata di colore, appena 20 anni e tanti sogni nel cassetto.
Vuole diventare disegnatrice di fumetti e dare vita ad una propria graphic novel a New York, città che la fa sentire al centro della vita. Mentre la sua famiglia rimasta in Ghana vorrebbe per lei un percorso più tradizionale, Zainad ha deciso di seguire uno stage estivo in America, per poi frequentare i corsi alla School of Visual Arts di New York. Così plana nella sfolgorante Big Apple…..dove non tutto luccica come potrebbe sembrare.
Allora seguiamo Zainab che vaga alla ricerca di una casa. Impresa complessa, che si scontra subito con un materasso pulcioso nella stanza che avrebbe dovuto affittare per ben 500 dollari, e dalla quale fugge con una scusa prima ancora di aver disfatto il bagaglio.
Il sogno americano si rivela piuttosto complicato da realizzare e le difficoltà intralciano continuamente il suo cammino.
Le case in affitto non sono quelle promesse dalle agenzie, lo stage è più noioso di quello che pensava e, poiché siamo nel 2006, la tragedia delle Torri Gemelli ha accentuato il clima di sospetto nei confronti degli stranieri. Ma Zainab non molla e passa da una sistemazione all’altra, a partire dall’ospitalità angusta di parenti nel Bronx.
La bellezza del romanzo alberga soprattutto nel continuo dialogo interiore tra Zainab e le voci di tre sue antenate che sente rimbombare nella testa e l’accompagnano nell’avventura.
Sono la trisnonna Jamila, la bisnonna Zeina e la nonna Mma Fati, che le parlano, la consigliano, la guidano, la sgridano all’occorrenza e soprattutto la ispirano continuamente. Tre voci potenti che si avvicendano nella sua testa fin dai primi passi sul suolo straniero.
E al di là degli incontri, delle soluzioni, e delle amicizie che stringerà Zainab, il romanzo diventa un affascinante spaccato di vita della giovane; arricchito dalle voci del passato che ci danno la misura della potenza della tradizione, ma anche del cammino verso l’emancipazione. Voci ancestrali che ricompattano storia familiare, nostalgie, malinconie e tanto altro ancora.

Julia Chapman “Appuntamento con la morte” -Neri Pozza- euro
Julia Chapman è lo pseudonimo di Julia Stagg, conosciuta autrice britannica di romanzi gialli; questo è il primo capitolo della serie poliziesca “The Dales Detective Series”, articolata in 7 volumi, ambientata nelle verdi e apparentemente tranquille colline dello Yorkshire, nel cuore dell’Inghilterra.
La storia si svolge nel villaggio di Bruncliffe, che in realtà non esiste; l’autrice ha volutamente inserito uno spicchio di finzione nel mezzo di una vera mappa, perché il mondo in cui è ambientato il giallo è reale.
Il piccolo paese ha un passato di prosperità industriale, ma ora le fabbriche sono dismesse e parecchi posti di lavoro andati in fumo. La comunità si è rinserrata in se stessa, tutti sanno tutto degli altri, le notizie corrono veloci di bocca in bocca, nulla sfugge e si guarda sempre con sospetto chi non ne fa parte.
Su questo sfondo si dipana la trama gialla, con morti sospette e un’improbabile coppia di detective a svolgere le indagini.

Lì vive e si arrabatta come può Delilah Metcalfe, esperta informatica che cerca di guadagnarsi da vivere con un’agenzia di appuntamenti online, “La Dales Dating Agency” DDA. Però gli affari non vanno per niente bene e lei è sempre a contrattare con la banca per ottenere dilazioni nei pagamenti. Non le resta che affittare un piano del caseggiato, così da ricavare almeno un’entrata fissa.

Ed ecco che a scuotere la sonnolenta cittadina arriva su una moto rombante una sorta di figliol prodigo, è Samson O’Brien, cresciuto a Bruncliffe, con alle spalle un passato turbolento e un padre alcolizzato.
Samson aveva lasciato la cittadina oltre 10 anni prima, ora è un ex agente di Scotland Yard sotto copertura, ma sospeso dal servizio e in attesa di sapere se può tornare alla sua vita londinese oppure se deve reimpostare il suo futuro.
Nel frattempo ha deciso di tornare a casa ed aprire un’agenzia investigativa. Quando Delilah scopre che il suo affittuario è lui, la cosa non le aggrada per nulla. I due si conoscono da sempre, sono cresciuti insieme, ma tra loro non correva buon sangue ed anche ora abbondano incomprensioni e battibecchi.
Fin qui la parte più divertente, ma la morte è al centro della trama. Viene scoperto il corpo senza vita di Richard Hargreaves, falciato da un treno sotto il quale sembra si sia buttato di sua volontà. Suicidio o meno, era un cliente della DDA, dunque pessima pubblicità per gli affari di Delilah.
Poi, in fondo a Gordale Scar viene trovato anche il cadavere di Martin Foster, altro cliente della ragazza. E un terzo morto è in arrivo. Tutti e tre avevano partecipato alla stessa serata di speed-date….quali donne avevano scelto?
A Delilah non resta che chiedere l’aiuto di Samson e vedremo dove li condurranno le indagini….in pagine intriganti, ma senza troppo orrore e nel solco della migliore tradizione del giallo inglese.

 

La bicicletta di Oreste, la pelliccia di Clitennestra

Alle Fonderie Limone “Ifigenia” e “Oreste” di Euripide, finale di stagione per lo Stabile torinese

 

In finale di stagione, Valerio Binasco mette in scena alle Fonderie Limone due tragedie di Euripide, “Ifigenia” (in Aulide, rappresentata nel 405 a. C.) e “Oreste” (del 408), in una consequenzialità d’accadimenti, 80’ ciascuna, ne prosciuga la scrittura, via il coro, via il deus ex machina ovvero gli interventi d’Apollo o di Diana o di qualsiasi altro celeste considerandoli un espediente teatrale legato ad un’epoca, ne prosciuga il luogo – lo spazio dell’azione ai lati del quale siamo allineati è mutato in un ampio e lungo corridoio, uno spazio lungo il quale camminare e correre, tra gioie e affetti traditi e disperazione, al limite del quale rintanarsi imbrattati di sangue entro un cerchio di terriccio – e gli oggetti. In “Ifigenia” è lo stallo sulle coste della Beozia delle navi che dovrebbero salpare per la piana di Troia, i venti contrari, la dea offesa che esige un sacrificio. La vittima dovrà essere la figlia di Agamennone, il comandante della spedizione, cullato nell’ambizione e vittima della sua ambiguità, pronto a guardare ai suoi doveri di soldato come ai suoi sentimenti di padre. Ma in quel momento, nel fondo della propria coscienza, forse consapevole di non riuscire ad essere né comandante né padre. Tra l’altro ha promesso Ifigenia in sposa ad un ignaro Achille: e all’arrivo della ragazza, con la madre Clitennestra e il giovanissimo fratello Oreste, i diversi pensieri s’incrociano, gli uni contro gli altri, le intenzioni e le speranze e l’infelice sì di una ragazza che avrebbe tutto il diritto di vivere e al contrario accetta il destino che altri hanno imposto. Il bagagliaio di una macchina la inghiotte, con una bella idea di regia Binasco la pone modernamente in salvo, come affascinano il divertimento in bicicletta di Oreste mentre la tragedia incombe tutt’intorno o quel lento fruscìo sul pavimento delle macchinine con cui ancora il ragazzino gioca nel finale, mentre si spengono piano piano le luci.

Più chiusa, più tetra, più ricolma d’orrore e di sangue, più statica nel disegno che Binasco ce ne offre, “Oreste”, “la tragedia dei fallimenti”. Più di vent’anni sono trascorsi da quei primi accadimenti, ora è la storia di un figlio che vendica la morte del padre, tornato a casa vincitore ma nella stessa casa tradito, assassinando la propria madre e il suo amante e facendosi giudice con la sorella Elettra e l’amico Pilade. Binasco non s’affida e non squaderna gli interventi celesti, prima Diana e Apollo poi, li chiama con un temine di oggi – “voglio assumermi tutte le responsabilità nel tutelare questa sensibilità contemporanea” -, la coscienza di ognuno, con una caterva di tormenti, molti e profondi, “non c’è nessun Apollo cui dare la colpa”. La strage che i tre ragazzi compiono, di fronte al pubblico, apertamente (anche Elena, la moglie di Menelao, ne sarà vittima, sporca di sangue, trucidata sul fondo della scena), non vuole affidarsi alla “ananke”, alla “necessità”, ma è opera del tutto loro, decidono da soli, freddamente consapevoli, non ci sarà un dio a portare un lieto fine, non ci saranno nozze finali o Elena portata in cielo, sarà una vendetta che sa di personale sentenza, decisa, finale, irrevocabile. Non c’è nulla di antico, nulla che sappia di favola e di macchinazioni, che mantenga quel tanto o poco, vera o di comodo che di religiosità c’è in Euripide, c’è la realtà contemporanea, spogliata di ogni accomodamento. Tutti i personaggi, giovani e adulti, sono chiusi al termine dentro quel cerchio, senza nessuna via d’uscita.

All’ottimo esito della serata (io ho assistito allo sviluppo unico delle due tragedie; repliche sino a domenica 12 maggio, dal martedì al venerdì a sere alterne, il sabato e la domenica la messa in scena consecutiva dei due spettacoli), alla felice, personale impronta che Valerio Binasco (il regista ha altresì ritagliato per sé l’immagine di un combattuto, altalenante Agamennone) ha impresso al discorso euripideo, concorre un eccellente gruppo d’attori. Con Giovanni Anzaldo, Giovanni Calcagno, Jurij Ferrini, Nicola Pannelli, Letizia Russo e il giovanissimo Matteo Liverano, Giordana Faggiano è una convincente Ifigenia, Giovanni Drago un sanguinario quanto determinato Oreste, Sara Bertelà una Elena che per pochi attimi lascia il segno, soprattutto Arianna Scommegna, che fa di Clitennestra, tutta pelliccia gioielli occhialoni frivolezza incredulità e disperazione, un piccolo capolavoro.

 

Elio Rabbione

 

Le immagini dello spettacolo sono di Luigi De Palma

AL Museo Diocesano la Bolla di Papa Leone X per l’Istituzione dell’Arcidiocesi di Torino

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Rimarrà aperta fino al 6 giugno l’esposizione straordinaria nel Museo Diocesano della Bolla di Papa Leone X per l’Istituzione dell’Arcidiocesi di Torino “Cum Illius”, per ringraziare monsignor Cesare Nosiglia e dare il benvenuto al nuovo arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole.

L’esposizione si pone l’obiettivo di rappresentare l’importanza della realtà della Diocesi, ossia della Chiesa locale e viene, per l’occasione, esposta la bolla papale di Papa Leone X per l’istituzione dell’Arcidiocesi di Torino datata 21 maggio 1515. Il salotto, opera settecentesca di Paolo Antonio Paroletto, raffigura il miracolo eucaristico avvenuto a Torino il 6 giugno 1453, ritraendone il vescovo del tempo, Lodovico da Romagnano, proveniente da Carignano, che accolse in un calice l’ostia sottratta alla chiesa di Exilles e libratasi poi in alto, nello stupore generale del popolo.

Di questo vescovo viene esposta anche una pagina del suo breviario, il libro della preghiera quotidiana. Risale al secolo successivo la cinquecentina esposta e aperta in una delle pagine riguardanti la consacrazione di un Vescovo.

La bolla o lettera solenne proviene dalla Cancelleria pontificia di papa Leone X e sancisce la Costituzione del Vescovo di Torino in Arcivescovo in seguito all’erezione dell’Arcidiocesi, smembrata dalla sede metropolitana di Milano, e porta la data del dodicesimo giorno prima delle calende di giugno ( 21 maggio), del 1515. La pergamena è priva di sigillo plumbeo e si trova in condizioni discrete.

Di particolare interesse anche il paramento d’altare d’argento, attualmente collocato all’interno del Museo Diocesano di Torino, opera realizzata dalla bottega dell’argentiere Paolo Antonio Paroletto negli anni 1740/41. Si tratta, molto probabilmente, di un paliotto d’altare posizionato in origine all’interno della cattedrale ei San Giovanni Battista e che, in un secondo momento, dopo il 1797, venne spostato.

Pare ampiamente attestabile dalle documentazioni storiche come un grave incendio, verificatosi all’interno della Sacrestia del Duomo nel 1797, sia stato la causa delle vicende del depauperamento che hanno interessato il tesoro degli argenti, di cui faceva parte anche il paramento d’altare.

La scena rappresenta il cosiddetto “miracolo di Torino” del 6 giugno 1453, con il Vescovo  Ludovico da Romagnano che accolse in un calice l’ostia consacrata trafugata, inserita tra due imponenti volute che presentano fori a testimonianza dell’esistenza, in epoca antica, di importanti decori decurtati.

Nella parte centrale inferiore della scena emerge un putto alato, che si distingue da quest’ultima come elemento indipendente. La base risulta semplice e liscia, con un motivo decorativo a rosette, fissate mediante chiodi in ferro. Una piccola curiosità: per due volte ha scampato la fusione Zecca.

MARA MARTELLOTTA

Orario: venerdì, sabato, domenica, lunedì ore 11-18.

Ultimo ingresso alle 18.15

Museo Diocesano di Torino

Al Festival delle Migrazioni un murales contro la violenza di genere

Al Festival delle Migrazioni, Sabato 4 Giugno ore 17.30 presso il Cecchi Point (Via Cecchi 17 – Torino) vi sarà l’inaugurazione del Murales Contro la Violenza di Genere realizzato dall’artista Alice Arduino. Un percorso di educazione e sensibilizzazione svolto insieme al collettivo femminista “Yepp è Fica” che ha portato dopo diverse riunioni e incontri di consapevolezza alla realizzazione di un’opera muraria sul tema del Consenso.
A seguire dibattito pubblico e performance teatrale Pièce Fica, a cura della compagnia triosegreto (con Nadia Cretier e Serena Miceli, per la regia di Matteo Allasia) e liberamente tratta dai Monologhi della vagina di Eve Ensler e Tutta casa letto e chiesa di Franca Rame).

Appuntamento in giardino con il Fai

Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano aderisce all’iniziativa di APGI – Associazione Parchi e Giardini d’Italia

 

APPUNTAMENTO IN GIARDINO

sabato 4 e domenica 5 giugno 2022

 

Nei Beni FAI in Piemonte, interessanti iniziative per celebrare la ricchezza ambientale e culturale

del parco del Castello di Masino a Caravino (TO) e del Castello della Manta (CN)

 

Sabato 4 e domenica 5 giugno 2022 torna “Appuntamento in Giardino”la manifestazione promossa da APGI – Associazione Parchi e Giardini d’Italia nata in accordo con l’iniziativa “Rendez-vous aux jardins”, che si svolgerà in contemporanea in numerosi Paesi europei. Un’autentica festa del verde, pensata per invogliare il grande pubblico a vivere i parchi e i giardini del nostro Paese e a scoprire la straordinaria ricchezza storica, artistica, botanica e paesaggistica che li caratterizza, grazie al racconto di esperti e a interessanti attività a tema. Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano aderisce all’iniziativa con dodici suoi Beni aperti al pubblico, tra cui anche due in Piemonte: il Castello di Masino a Caravino (TO) e il Castello della Manta (CN).

“Doveri dell’uomo” di Mazzini su Facebook con il “Pannunzio”

Martedì 7 giugno alle ore 18,30 sulla pagina Facebook del Centro “Pannunzio”, Pier Franco Quaglieni, curatore, ed Ennio Pedrini, editore, presenteranno,  in dialogo con Valeria Fantino, la nuova edizione di “Doveri dell’uomo” di Giuseppe Mazzini, in cui si riassume il magistero morale e civile più alto di uno dei grandi protagonisti del Risorgimento italiano insieme con Cavour, Garibaldi e Vittorio Emanuele II. Il libro esce per i 150 anni dalla sua morte ed è impreziosito da un inedito su Mazzini di Renzo De Felice e dalla copertina di Ugo Nespolo.