CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 326

Forse non tutti sanno che il Medioevo…

Forse non tutti sanno che il Medioevo è stato tutt’altro che un’epoca buia e oscura.

Si parla infatti di fase storica in cui dominavano magia e superstizione, le guerre distruggevano città e villaggi, le malattie e la peste sterminavano interi popoli e i sovrani dominavano i sudditi con il pugno di ferro.

Certamente il Medioevo è stato tutto questo ma anche molto di più e da alcuni anni viene studiato e presentato in un modo diverso, sotto un’altra ottica. Non è qui il caso di ricordare che nella Spagna dei cosiddetti secoli “bui” arabi, cristiani ed ebrei vivevano insieme ma forse non tutti sanno che nel Medioevo Roma viene saccheggiata sei volte, viene scritto il Corpus iuris civilis o Codice giustinianeo, si andava già a scuola, ci sono state una ventina di Crociate, è vissuta una donna che scriveva bestseller e ci sono stati tre Papi contemporaneamente. Ed è in questo periodo che vengono raggiunti importanti risultati nell’arte, nella scienza, nella filosofia e nella politica. Insomma, dai grandi avvenimenti alla vita quotidiana, nel libro “Forse non tutti sanno che il Medioevo…”, Newton Compton editori, la studiosa medievista Giulia Boccardi guida i lettori attraverso tutte le sfaccettature del Medioevo passando attraverso le fasi più violente e quelle più prosperose, dalla vita di tutti giorni degli uomini medioevali alle leggende e alle storie più famose. Un vero e proprio tuffo nell’ “Età di Mezzo”, un viaggio interessante e coinvolgente alla scoperta dei segreti di una delle epoche più affascinanti della storia. Ecco alcune storie curiose riportate nel libro. Forse non tutti sanno che… il simbolo del bluetooth sul nostro cellulare nasce proprio nel Medioevo e fa riferimento a un re di Danimarca vissuto nel decimo secolo soprannominato “dente blu” perché colorava i denti in battaglia per spaventare i nemici o forse perchè mangiava troppi mirtilli o forse non tutti sanno che dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente troviamo nel Medioevo ben tre altre civiltà, l’Impero bizantino, l’impero arabo-islamico e il Sacro Romano Impero. Ecco che allora il Medioevo non ci appare più così buio ma un mosaico di culture che finirono talvolta per mescolarsi. Nel Medioevo inoltre c’era una donna che scriveva bestseller. Si chiamava Christine de Pizan poetessa veneziana e scrittrice di corte che nel Quattrocento si trasferì in Francia. Nei suoi libri difese le donne e le loro virtù, quasi una femminista dell’epoca! Nel Basso Medioevo erano già in vigore forme di pedaggio, si pagava una tassa per attraversare una strada e, in cambio dell’imposta, si garantiva sicurezza a viandanti e commercianti. E che dire dei cosiddetti “re fannulloni” che in realtà erano tutt’altro che fannulloni? Per re fannulloni si designano gli ultimi re della dinastia merovingia dei Franchi poiché, si è sempre sostenuto, il potere del regno era in realtà nelle mani dei loro maestri di palazzo che guidavano anche l’esercito. Re solo di facciata mentre i maggiore gerdomi portavano avanti il lavoro? No, per niente, è un falso mito, avverte l’autrice, gli ultimi merovingi non erano dei buoni a nulla, fu una mossa politica dei Carolingi (il più famoso dei quali fu Carlo Magno) per screditare e gettare fango sulla precedente dinastia.
Ma il Medioevo è poi un’epoca di leggende, la stessa parola Medioevo evoca qualcosa di leggendario, di misterioso, dalla leggenda del Sacro Graal alle leggende di re Artù, dalla papessa Giovanna a Robin Hood. Nel Medioevo viene reintrodotto l’uso della moneta, il Papa aumenta il suo potere, i vescovi hanno anche autorità politica e militare, un’imperatrice bizantina, Irene d’Atene, sta per sposare Carlo Magno, è la culla del feudalesimo, i cavalieri galoppano alla ricerca del Santo Graal, spiccano donne con brillanti capacità politiche come Matilde di Canossa, è un’epoca assai superstiziosa, si festeggia il Carnevale, ci sono papi e antipapi. L’età di mezzo termina nel 1492 e nasce l’uomo moderno. Si potrebbe continuare ancora a lungo e, sottolinea la Boccardi, forse non tutti sanno che il termine Medioevo è un’invenzione degli uomini moderni, fu proprio nel Rinascimento che si scelse di definire i mille anni circa che andavano dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente (476) fino alla scoperta dell’America nel 1492, un periodo di mezzo tra l’Antichità e la Modernità. E tra le tante invenzioni risalenti al Medioevo una riguarda anche il Natale o meglio Babbo Natale. Anche il vecchio signore con barba bianca e vestito rosso che porta i regali ai bambini proviene dall’Età di mezzo. Era San Nicola, un vescovo del IV secolo che, non a caso, adorava i bambini.
              Filippo Re

Festività natalizie alla Reggia di Venaria

Sere di Natale e Concerto di Capodanno alla Reggia

In occasione delle festività natalizie, dal 26 dicembre all’8 gennaio (escluso il 31 dicembre) la Reggia di Venaria apre anche in orario serale a una tariffa speciale, per vivere l’atmosfera magica del Natale nell’incanto dei suoi ambienti barocchi, elegantemente allestiti per le festività.

Oltre alla suggestiva proiezione luminosa che anima la Torre dell’Orologio all’ingresso della Reggia, le eleganti architetture settecentesche ospitano a partire dalle 17.30 momenti musicali e animazioni teatrali legati al tema del Natale.

La sera di domenica 1° gennaio 2023 La Venaria Reale celebra il nuovo anno con il Concerto di Capodanno alla Reggia, un concerto corale di musica Gospel curato dal noto jazz club Blue Note Milano e ospitato nella Cappella di Sant’Uberto, che vedrà esibirsi Eric Waddell & The Abundant Life Gospel Singers: una formazione di voci e timbri dalle sfumature profonde e potenti, che raccoglie i migliori talenti della città di Baltimora negli Stati Uniti.

L’Imperatore e la contessina astigiana

Favola natalizia, leggenda, storia romanzata?

Nulla di tutto ciò, la storia è vera ma poco conosciuta. Il celebre Federico II, imperatore, re di Sicilia e amante dell’Italia, si innamorò perdutamente di una giovane nobildonna astigiana che si chiamava Bianca Lancia o Bianca d’Agliano. Un amore a prima vista che scoppiò ad Agliano Terme, appena i due si videro davanti al castello della famiglia Lancia. Non si poterono sposare perché lei apparteneva solo alla piccola borghesia ma il loro fu comunque un grande amore semi-segreto. O forse è stata l’ultima moglie dell’imperatore che egli sposò in punto di morte. Fra le tante donne di Federico, tra mogli e amanti, lo svevo-jesino scelse Bianca. Oggi Agliano d’Asti, piccolo paese di 1500 abitanti, è più noto per le terme e il suo barbera che per il passaggio dell’imperatore svevo. L’antico castello non c’è più, distrutto nel Seicento durante le guerre tra i Savoia e gli spagnoli, ma la torre è sopravvissuta, c’è ancora, è lì a ricordare l’incontro storico tra Federico e Bianca intorno al 1225. Fu un colpo di fulmine per entrambi. Ma cosa ci faceva il grande Federico II in un piccolo borgo a 20 chilometri da Asti? I Lancia erano conti piemontesi e hanno sempre avuto stretti legami con il casato svevo degli Hohenstaufen. Il capostipite della famiglia Lancia, il nobile Manfredi, aveva ottimi rapporti con il Barbarossa, nonno di Federico II. Sia i Lancia sia gli Agliano erano aristocratiche famiglie ghibelline del Piemonte, tra loro imparentati, e proprietari di castelli, palazzi, tenute e interi paesi del Monferrato. Un tal giorno Bonifacio di Agliano, cognato di Manfredi Lancia e vassallo dell’imperatore, ricevette un giovane Federico II che, in visita in Piemonte, tornava da una battuta di caccia e gli presentò la sua famiglia. Tra Bianca, appena sedicenne, e il trentenne Federico, fu subito grande amore. La castellana, secondo le fonti storiche, era molto bella, snella, bionda, elegante, una bellezza mozzafiato che fulminò Federico. Se ne innamorò alla follia e, nonostante fosse già sposato, la portò con sé nei suoi tanti castelli che ancora oggi si possono ammirare in Italia e da lei ebbe tre figli, Costanza, Manfredi, re di Sicilia, e Violante. Fu tuttavia una relazione semi-clandestina e secondo una leggenda, durante la gravidanza di uno dei figli, Federico, forse per gelosia, tenne chiusa l’amante in una torre del castello di Gioia del Colle nel quale erano soliti trascorrere lunghi periodi. Fu molto generoso con Bianca e le assegnò terre e proprietà. E bravo il nostro Federico, nostro perché in fondo è più italiano che straniero: nato a Jesi, morto in Puglia, sepolto a Palermo. Ma il racconto non finisce qui anche perché la storia di Bianca Lancia è circondata dal mistero. I due personaggi forse si sposarono nell’ultimo istante della loro vita. Federico fu costretto, per esigenze reali, a sposarsi per la terza volta e di conseguenza la bella amante fu allontanata. Ma non sparì mai dalla sua vita e si sostiene che il matrimonio fu fatto in punto di morte al capezzale di Federico nel 1250 o a quello di Bianca ma fu in qualche modo celebrato. Bianca fu l’unica donna che conquistò davvero il cuore di Federico II di Svevia. Né con le mogli legittime né con le amanti Federico ebbe mai una relazione così intensa e lunga. Pensando a Oria (Brindisi) dove ogni anno, pandemia permettendo, si rievocano con un corteo storico i fasti del matrimonio tra Federico II e Jolanda di Brienne, la seconda moglie, chissà se un giorno anche ad Agliano d’Asti sarà possibile organizzare qualcosa di simile, come si vede nel dipinto, per ricordare il grande amore tra Federico e Bianca?
                                                             Filippo Re

Spazio 44 for art lovers

Si è inaugurata a Torino ai primi di dicembre una nuova galleria d’arte nel quartiere di Borgo Nuovo, dal nome “Spazio 44 for art lovers”

È nato un nuovo luogo creativo nel centro storico torinese. Si tratta della galleria Spazio 44, pensato per l’arte e i suoi linguaggi. Si presenta in una dimensione accogliente e informale, nata in uno dei palazzi più caratteristici del quartiere Borgo Nuovo, cuore pulsante della vita culturale e sociale torinese.
Spazio 44, inaugurato venerdì 2 dicembre scorso, ha recuperato un locale da tempo inutilizzato con l’intenzione di rivitalizzare l’ambiente artistico torinese e le sue dinamiche, proponendosi come un salotto d’altri tempi che ospiterà esponenti dell’arte contemporanea riconosciuta sia a livello nazionale sia internazionale, promuovendo anche talenti e realtà emergenti e favorendo la circolazione di idee e dialogo fra gli artisti. Alla base di tutto questo vi è la profonda convinzione che l’arte possa contribuire a migliorare la qualità della vita, diffondendo sensazioni, riflessioni e spazi per uno sguardo nuovo.
Claudia e Angela dello Spazio 44 sono state felici di accogliere Edoardo Di Mauro, Direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, che è intervenuto in occasione della presentazione della prima mostra ospitata nella galleria, e dedicata all’artista Bruno Zanichelli.
La sua prolifica e promettente carriera artistica è stata tragicamente interrotta, ma ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario di chi lo ha conosciuto. Bruno Zanichelli ha rappresentato una delle figure di maggior spicco nella pratica artistica negli anni Ottanta, grazie alla sua capacità di azzerare, all’apparenza, ogni differenza tra gli elementi culturali cosiddetti “alti” e quelli “bassi”, dal fumetto all’illustrazione, fino alla pubblicità, sullo sfondo della seconda fase della postmodernità. Il suo primo periodo artistico si è sviluppato tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, un momento nel quale si andava esaurendo la carica propulsiva dell’avanguardia novecentesca e, dopo l’azzeramento linguistico del concettuale, gli artisti si impossessavano nuovamente di strumenti e tecniche tradizionali, in primo luogo in campo pittorico.
La seconda fase dell’opera artistica di Bruno Zanichelli si colloca tra la metà degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, espressione di un eclettismo stilistico in cui convivono pittura, fotografia, installazioni e video, in un confronto continuo tra la tecnologia e i miti della creatività giovanile. Emergono in particolar modo la scena postpunk e new wave.
A partire dal 1986, l’artista ha dato corpo a una svolta stilistica repentina, caratterizzata da una sopraggiunta maturità. Nulla viene rinnegato delle fasi artistiche precedenti, ma le immagini assumono un rilievo a tutto tondo. La vivacità coloristica e la capacità di cogliere il dettaglio si mutano in una dimensione poetica, calando le immagini della comunicazione di massa su scenari senza tempo, pregni di un’atmosfera magica. Bruno Zanichelli, conscio della sua fine prematura a causa di una malattia incurabile, negli ultimi anni della vita si dedicò febbrilmente all’attività produttiva, volendo lasciare una traccia di sé il più possibile significativa.
La mostra in corso presso la galleria Spazio 44 presenta anche lavori inediti, dalle prime sperimentazioni al confine tra arte e illustrazione fino alle opere successive che raramente vennero esposte, fino a approdare ai lavori precedenti alla prematura scomparsa, avvenuta nei primi mesi del 1990.

Concerto di Natale “esperienziale” al Castello di Miradolo

Domenica 25 dicembre, ore 21.15

L’attesa

Le musiche di Arvo Pärt tra le opere di Christo e Jeanne-Claude per un coinvolgimento sensoriale totale e unico

Dopo l’esperienza del Concerto da Casa del 2020 e del Concerto nella corte rustica del 2021, torna il Concerto di Natale nelle sale espositive del Castello di Miradolo. Il concerto, a cura del progetto Avant-dernière pensée, indagherà quest’anno il tema della musica come sospensione del tempo, come spazio offerto all’ascolto: da qui, il suo titolo, L’attesa.
Nelle sale gli esecutori, tra le opere della mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects eseguiranno  le musiche di Arvo Pärt senza vedersi, dialogando con l’architettura e tra loro, grazie a un inedito ed esclusivo sistema di ripresa e diffusione del suono in quadrifonia: il pubblico potrà muoversi attraverso l’esecuzione, scegliere punti di osservazione unici e personali, camminare nello spazio tra le grandi scenografie video, trasformandolo in un luogo, personale, di ascolto. Per citare le parole di Arvo Pärt: “Tutto ciò che è superfluo deve essere lasciato da parte per concentrarsi su ogni singolo suono, così ogni filo d’erba sarà importante come un fiore”. In scena, l’esecuzione ma, soprattutto, la partecipazione attiva degli spettatori all’esecuzione stessa: due prospettive, come due voci, una melodica e l’altra costituita sulle note della triade di un accordo, inscindibili come nello stile tintinnabuli (tintinnabulum, campana), che oscillano tra consonanza e dissonanza, componendo una monade in cui “uno più uno è uguale a uno”.
L’attesa contraddistingue il rapporto con la musica di Arvo Pärt ed è un tema racchiuso anche nei progetti di Christo e Jeanne-Claude, che nascono nei collages, nei disegni, negli appunti di un processo che si fa collettivo, partecipato, condiviso, reale o che, talvolta, resta sospeso, soltanto immaginato. Una partitura, come nei progetti della coppia, non è la musica, è il progetto di una possibile esecuzione: le note, i segni sono il pensiero di un’architettura, che occorre possa e sappia trasformarsi in suono, in gesto, in respiro e, soprattutto, in ascolto. “Un compositore deve spesso aspettare a lungo per la sua musica, è come un’anticipazione sublime”, scrive Arvo Pärt quando, dopo un silenzio durato oltre un anno, scopre il proprio stile compositivo, coniugando purezza e spiritualità. “Prima che si dica qualcosa, forse è meglio non dire nulla. La mia musica è emersa solo dopo che sono stato muto per un po’ di tempo, letteralmente muto”.
Prima del concerto, alle ore 20, è in programma una guida all’ascolto curata da Roberto Galimberti, ideatore del progetto artistico.
Dalle ore 15 alle ore 18.30 è visitabile la mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects che espone disegni, collages, fotografie e video delle loro opere più famose, insieme ad opere di alcuni artisti del Nouveau Réalisme e della Land Art che hanno influenzato la loro produzione artistica e il loro pensiero. Curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard, la mostra, realizzata grazie alla collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation di New York, presenta circa sessanta opere accompagnate da un’ampia sezione fotografica e dalla proiezione dei video che documentano la realizzazione delle monumentali installazioni artistiche.

Gli esecutori
Roberto Galimberti, violino e direzione
Laura Vattano, pianoforte
Marco Pennacchio, violoncello
I tecnici
Marco Ventriglia, audio e supervisione tecnica
Edoardo Pezzuto, luci
Allestimento e scenografia 
Avant-dernière pensée

INFO
Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (TO)
Prenotazione obbligatoria: 0121 502761 prenotazioni@fondazionecosso.it
www.fondazionecosso.com
Biglietti:
Intero euro 25, ridotto under 30 euro 15, ridotto possessori Abbonamento Musei 22 euro, gratuito bambini fino a 6 anni

Frida, la voce del Piemonte allo Zecchino d’oro

Il 22, 23 e 24 dicembre su Rai1 con FRANCESCA FIALDINI e PAOLO CONTICINI

Gran Finale la Vigilia di Natale con CARLO CONTI

22 dicembre 2022

Si chiama Frida e ha 8 anni la bambina di Moncalieri (TO) che parteciperà alla 65ª edizione dello Zecchino d’Oro, in onda su Rai1 giovedì 22 dicembre e venerdì 23 dicembre alle ore 17.05e sabato 24 dicembre alle ore 17.

Con il brano Mambo Rimambo, con testo e musica diGianfranco Grottoli, Andrea Vaschetti e Andrea Casamento, Frida ci insegna che, con un po’ di ingegno e allenamento, tutti possono imparare a cantare con le rime e a giocare con le parole.

A condurre le prime due puntate della trasmissione, dopo il successo dello scorso anno, tornano Francesca Fialdini e Paolo Conticini.

Per la finale, il pomeriggio della Vigilia di Natale, il padrone di casa sarà invece Carlo Conti, direttore artistico di Zecchino d’Oro. La regia è di Maurizio Pagnussat.

I conduttori non saranno soli sul palco dell’Antoniano, con loro:gli youtuber Ninna e Matti, che guideranno la Giuria dei Piccoli, giuria ufficiale dello Zecchino d’Oro composta da 20 bambini, e divertiranno grandi e piccoli; Cristina D’Avena che farà parte della Giuria dei Grandi durante la finale e porterà sul palco la sua musica; il Grande Mago, Alessandro Politi, con i suoi spiritositrucchi di magia; gli immancabili Buffycats della serie “44 gatti”.

Ospiti della prima puntata anche Giulia Ghiretti, nuotatriceparalimpica, Giorgio Minisini, atleta nuoto sincronizzato, Francesco Bocciardo, nuotatore paralimpico, campioni delle Fiamme Oro della Polizia di Stato, che canteranno il brano “Ognuno è campione” con il Piccolo Coro dell’Antoniano.

Protagonista assoluta la gara tra le canzoni:

giovedì 22 dicembre, ore 17.05 si inizia con l’ascolto delle prime 7 canzoni;

venerdì 23 dicembre, sempre alle 17.05 si prosegue con l’ascolto delle altre 7 canzoni;

sabato 24 dicembre, ore 17 gran finale con il riascolto di tutti i 14 brani e la proclamazione del brano vincitore.

Le 14 canzoni, interpretate da 17 bambini provenienti da 11 diverse regioni italiane insieme al Piccolo Coro dell’Antoniano diretto da Sabrina Simoni, cantano temi importanti e attuali: l’ambiente, la diversità, la famiglia. A firmarle 30 autori di musiche e testi, tra cui Checco Zalone, Enrico Ruggeri, Cesareo di Elio e le Storie Tese insieme a Filippo Pax Pascuzzi, Margherita Vicario, Eugenio Cesaro degli Eugenio In Via Di Gioia, Deborah Iurato e Virginio.

Tutti i brani sono già disponibili su tutte le piattaforme digitali e nei negozi di dischi all’interno della compilation del 65° Zecchino d’Oro, realizzata da Antoniano con la direzione musicale e artistica del Maestro Lucio Fabbri e distribuito da Sony Music Italia.

L’edizione numero 65 di Zecchino d’Oro sarà un’edizione speciale: in onda nei giorni dell’anno più amati dai piccoli, per ribadire il diritto di qualunque bambino di vivere i suoi anni più belli con gioia, serenità e spensieratezza. L’edizione 2022 di Zecchino d’Oro si intitolerà, infatti, Semplicemente bambino.

Torna anche quest’anno il gioco web per individuare la canzone preferita dalla rete: ognuno potrà esprimere la propria preferenza e provare a far vincere la propria canzone del cuore su www.zecchinodoro.org/il-mio-zecchino-2022/.

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Come da tradizione, lo Zecchino d’Oro si fa portavoce di Operazione Pane, la campagna di Antoniano che supporta 18 mense francescane in Italia e 5 nel mondo (in Ucraina, Romaniae Siria). Operazione Pane, con le sue storie, sarà protagonista delle tre puntate di Zecchino d’Oro e, durante la finale, potremo tutti sostenere le mense francescane con un sms o una chiamata da rete fissa al 45588.

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Quest’anno lo Zecchino d’Oro sarà non solo accessibile, ma veramente inclusivo grazie all’impegno di Rai Pubblica Utilità e alla pubblicazione in esclusiva su RaiPlay.

Tutte le puntate saranno come sempre sottotitolate su Rai UNO alla pagina 777 di Televideo, e la puntata finale di sabato 24 dicembre anche audio descritta per permettere proprio a tutti, di percepire ogni elemento visivo in grado di trasmettere al meglio l’atmosfera ed il clima della manifestazione – luci, colori, movimenti, sguardi – e di conoscere ogni minimo dettaglio in onda – dalla scenografia, agli abiti.  

Inoltre, per la prima volta, in virtù di un accordo di collaborazione tra Rai Pubblica Utilità e L’ISTITUTO STATALE PER SORDI DI ROMA ANTONIO MAGAROTTO, oltre 30 bambini – sordi e udenti, allievi dell’Istituto – interpreteranno in LIS, come solisti e in piccoli cori, ricreando le emozioni ed il ritmo dei piccoli cantanti e del Piccolo Coro dell’Antoniano, le 14 canzoni in gara dello Zecchino d’Oro 2022, dando vita a 14 emozionanti clip accessibili anche con i sottotitoli, e pubblicate in esclusiva su Rai Play.

Un progetto che ha impegnato a pieno ritmo sia Rai Pubblica Utilità, in particolare la Struttura Accessibilità, che l’Istituto Magarotto con mesi di prove, e che ha permesso alla manifestazione canora di diventare veramente non solo PER TUTTI, MA DI TUTTI.

Per conoscere i solisti, sempre in esclusiva su Rai Play, saranno inoltre disponibili delle brevi clip complete di sottotitoli, grazie alle quali ciascun bambino si presenterà nella Lingua dei segni italiana.

Un significativo passo in avanti verso una vera inclusione dedicata, questa volta, al mondo dei più piccoli.

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I bimbi del Piccolo Coro dell’Antoniano e i solisti vestono abiti Miss Grant, Paolo Pecora e Meilisa Bai, marchi di Follie’sGroup ed indossano scarpe Atlantic Stars.

Sabrina Simoni veste Angela Mele Milano.

Per ulteriori informazioni: www.zecchinodoro.org

Labar, la nostalgia del mare

Tra i tanti temi e soggetti trattati da Labar, geniale artista siciliano da molti anni residente in Monferrato a Villadeati in un palazzo secentesco in cui si dedica con la stessa passione e bravura a pittura, scultura ed incisioni, il mare si fa protagonista della prestigiosa mostra nel Museo Montanari di Moncalvo.

La nostalgia della terra natale, pur alleviata dallo splendore del paesaggio collinare che gli offre infinite nuove sollecitazioni, gli resta costantemente nel cuore suscitando l’esigenza di trasferirne il ricordo in immagini di un realismo che non è veridicità bensì vagheggiamento del vero ampliato in aspetti ancor più belli in quanto sognati come aspirazione al miglior mondo possibile.

Ogni particolare preciso, purificato e avvolto in un clima atemporale e universale va oltre la contingenza raggiungendo una perfezione assoluta che si può trovare solo nel sogno, se è vero che questo è realizzazione di un desiderio come afferma la psicanalisi.

Il desiderio di Labar è il raggiungimento e la comunicazione della Bellezza attraverso un percorso mitico-simbolico che tiene viva la nostra tradizione millenaria riservando l’unione di forma e Idea tradotta in immagine.

Fedele al genere figurativo non si assoggetta a mode aniconiche e a leggi di mercato procedendo attraverso immagini cariche di significati simbolici convinto che occorra far dialogare l’interiorità dell’artista con l’esteriorità che gli sta intorno.

Bellezza è sinonimo di armonia ed equilibrio, il mare è reso con pennellate levigate, purissime e sublimate nell’azzurro, mai sconvolto da romantiche procelle bensì simbolo di approdo sicuro; i sassi, tersi e vellutati invitano a camminarvi sopra; il cormorano sta dall’alto immobile vedetta e custode dell’armonia; l’agave si erge come sacrale oggetto totemico a creare ancestrali vincoli di appartenenza alla terra e al mare.

Sempre affiora il mito, la sua Messina, adagiata sulle rive marine della Magna Graecia, viene rievocata, nella pittura, al pari della Zacinto di Foscolo, in poesia, distesa sulle sponde del “Greco mar” da cui era nata Venere dea della bellezza.

Al modus operandi, accanto allo slancio intuitivo dell’immaginazione, concorre il mestiere, il lavoro faticoso che lo rende abilissimo artigiano nel costruire l’opera in modo lento, assiduo e scrupoloso facendo tesoro delle esperienze dei grandi del passato.

La gestione del lavoro può durare giorni e giorni finché non ottiene il risultato che ritiene sia la consacrazione del compito che si è assunto.

Le marine, esposte in mostra, sono una dichiarazione d’amore per la natura facendo uscire il senso del divino che c’è in essa poiché fare arte è qualcosa di sacrale, unificante il bello e il buono, il famoso kalòs kai agathos greco.

Sono anche dimostrazione di come in esse riaffiorino suggestioni dei grandi maestri del passato: “L’acquitrino e le ninfee” accolgono la teoria di Leonardo sulla applicazione dei colori primari e secondari al fine di ottenere il rilievo; “Acqua chiara”, con la distesa dei sassi, rivela la precisione fiamminga del dettaglio “La spiaggia” del 2019 è un capolavoro di Labar che, essendo anche un matematico, conosce perfettamente le regole della prospettiva attenendosi al trattato di Luca Pacioli “De divina proportione”.

Una particolare attenzione è rivolta alla scelta di materiali, utensili, tele e colori che devono essere i migliori per concorrere al risultato.

La stessa attenzione è rivolta all’incisione, che esercita personalmente nelle sale della sua dimora, adibite a questa disciplina, dove troneggiano rari torchi litografici e calcografici del 700 e dell 800 che ricreano la seducente atmosfera respirata nelle botteghe di Colmar e di Norimberga.

Gli stessi strumenti, bulini, inchiostratori, rotelle, sgorbi, tagliacarte, scovati avventurosamente in mercatini e botteghe antiquarie, sprigionano il fascino del pensiero di tante mani di artisti sconosciuti, e forse importanti, che li hanno usati.

Tra tanto rigore è singolare e desta emozione” La barchetta di carta va al mare”, nostalgico ritorno all’infanzia quando di fronte al mare sentiva il desiderio di avventurarsi tra le onde.

Il sogno si è poi avverato navigando tanti anni come skipper esperto e al tempo stesso trovando meravigliose suggestioni per la propria arte.

Giuliana Romano Bussola

“Il Tempo sospeso”, ecco la seconda edizione

Il libro di Mara Martellotta e Andrea Granchi, edito dalla Gian Giacomo Della Porta Editore,  unisce la scrittura alla pittura, è  giunto alla sua seconda edizione 

Il libro dal titolo “Il tempo sospeso”, scritto dalla giornalista torinese Mara Martellotta (nella foto)  insieme all’artista fiorentino Andrea Granchi, a un anno dalla sua pubblicazione, ritorna in vendita sotto una nuova veste editoriale per la sua seconda edizione, in cui sono stati aggiunti altri articoli e opere pittoriche dell’artista Presidente della Classe di Pittura dell’Accademia del Disegno di Firenze.

L’arte pittorica e la scrittura, un binomio che potrebbe sembrare apparentemente lontano, mostrano, invece, un sottile fil rouge nel potere salvifico che entrambe possiedono di fronte a eventi epocali quale è stata la pandemia da Covid 19. Alla luce di ciò, il volume intitolato “Il Tempo Sospeso”, edito da Gian Giacomo Della Porta Editore, accosta le riflessioni elaborate in questi due ultimi anni dalla giornalista Mara Martellotta alle opere pittoriche dell’artista fiorentino Andrea Granchi, nato a Firenze nel ’47, già docente presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, vincitore del premio Stibbert per la pittura nel ‘71 e proveniente da una famiglia di antica tradizione nel campo del restauro. L’amore per l’arte proviene ad Andrea Granchi da una solida tradizione familiare, essendo stato il padre un abile pittore e restauratore, chiamato nel 1934 dallo storico dell’arte Ugo Procacci a far parte del Gabinetto Restauri della Soprintendenza alle Gallerie Fiorentine.

La contemporaneità dei temi trattati, quali il cambiamento della società e dei rapporti interpersonali, la comparsa di nuove angosce e dubbi, hanno trovato un perfetto parallelismo sia nella scrittura dell’autrice, sia nella pittura di Andrea Granchi, indicando e tracciando una possibile via di ancoraggio e salvezza, in questo “tempo sospeso”, nell’arte.

“Agli scritti di Mara Martellotta – spiega il professor Pier Franco Quaglieni, che ha scritto la prefazione del libro – ci rivelano che nel grande naufragio c’è gente che ha salvato la propria anima attraverso la cultura, l’arte e la fiducia in una vita animata da valori che sembravano appannati. Questi scritti sono destinati a testimoniare il coraggio e l’intelligenza di chi ha saputo passare attraverso il fuoco senza bruciarsi, come diceva il mio amicoMario Soldati”.

Fondazione Cascina Roccafranca: un Natale Solidale di libri! Ultimi appuntamenti


L’iniziativa solidale di quest’anno è all’insegna della promozione della lettura per i più piccoli. Libri sospesi, donazioni e letture ad alta voce per tutto dicembre.

Anche quest’anno la Fondazione Cascina Roccafranca ha deciso di organizzare un’iniziativa solidale per il Natale, nell’ambito del progetto Mirafiori Quartieri Solidali.

 

Dopo il successo dell’edizione 2021, che ci aveva permesso di raccogliere beni di prima necessità per le famiglie in difficoltà del quartiere e la campagna per la raccolta di materiale scolastico dello scorso settembre, per questo NATALE SOLIDALE 2022 abbiamo pensato di dare continuità ai percorsi avviati e alla rete territoriale creata organizzando un’iniziativa solidale all’insegna della promozione della lettura per i più piccoli.

 

E dunque è nato, in collaborazione con le Biblioteche civiche, alcune librerie e cartolerie della zona di Mirafiori Nord e lo Spazio infanzia La Rocca Incantata, un progetto che ha l’obiettivo di promuovere e facilitare l’accesso alla lettura per bambine e bambini da 0 a 6 anni, consentendo anche a chi non ha la possibilità  di investire denaro in libri e di partecipare a letture ad alta voce di poter  entrare in questo meraviglioso mondo.

 

Cosa faremo? L’idea è quella di lavorare su due fronti: da un lato una campagna di raccolta fondi per acquistare dei libri da destinare a due Scuole dell’Infanzia del quartiere, dall’altro il coordinamento di momenti di lettura gratuiti destinati principalmente alla fascia di età 3-6 anni.

Partecipare alla nostra iniziativa è molto semplice e si può fare per tutto il mese di dicembre lasciando una DONAZIONE o un LIBRO SOSPESO presso questi negozi:

 

Libreria Essai, via Filadelfia 229
Libreria Gulliver, via Boston 30/B
Cartoleria La Mina, via Gaidano 168
Cartolibreria Millecolori, via Gaidano 67
Fotocartoleria, via G. Reni 96 int. 22
Cartoleria Il Dado, via Filadelfia 261/A

 

 

 

I libri sospesi  e quelli acquistati grazie ai  contributi raccolti saranno donati alle biblioteche delle Scuole dell’Infanzia Mago di Oz, di via Collino 12,  e Brunella, di via Romita 19, per permettere a tutti i bambini del quartiere di poterne usufruire nel corso degli anni.

 

In aggiunta, le donazioni raccolte nelle cartolerie saranno utilizzate per acquistare, presso le cartolerie stesse, materiali che verranno utilizzati nei laboratori di lettura.  

Ecco luoghi e date dei laboratori di lettura ad alta voce:

22 Dicembre ore 17.00
Biblioteca Civica A. Passerin d’Entréves Via Guido Reni 96/15-102, TO
Un viaggio natalizio tra i libri
Letture ad alta voce per bambine e bambini dai 3 ai 10 anni e le loro famiglie con le volontarie del Servizio Civile Universale.

 22 Dicembre ore 17.00
Biblioteca Amoretti c.so Orbassano 200, TO
Gelida l’aria ma non il cuore …

Letture ad alta voce per bambini e bambine dai 3 ai 6 anni e le loro famiglie. A cura del personale della biblioteca e delle volontarie del Servizio Civile Universale.

 

“Abbiamo pensato di lavorare sulla promozione della lettura per l’infanzia perché in questo momento storico ci sembra sempre più importante che la cultura sia inclusiva e accessibile e la nostra iniziativa va proprio in questa direzione – spiega Marta Belotti, operatrice della Fondazione Cascina Roccafranca che si occupa del settore welfare – Inoltre volevamo puntare sulla fascia di età 0-6 perché crediamo che la promozione della lettura e di iniziative culturali sia fondamentale già dai primi anni di vita ”.

 

In questa idea ci hanno creduto in molti perché l’iniziativa si regge sulla sinergia tra diversi attori che ritengono importante investire insieme sul territorio e sulla solidarietà. “Crediamo molto nell’importanza di lavorare insieme e mettere in rete diverse realtà del territorio, ci sembra una strategia vincente” – dice Marta Belotti, che aggiunge – “Cerchiamo di proporre una cultura sociale che fondi le sue consapevolezze dal basso e che parli di solidarietà, di mutualismo con un’attenzione particolare alle difficoltà e alle fragilità; che sviluppi una cultura della relazione, del creare reti, dell’aiutarsi reciprocamente per trovare risposte comuni a bisogni collettivi. Allo stesso tempo cerchiamo di lavorare affinché il sociale possa accedere liberamente alle risorse del territorio e venga incluso nelle sue proposte culturali”.

 

Il Natale Solidale è un progetto di Fondazione Cascina Roccafranca e Fondazione della Comunità Mirafiori.

Con il patrocinio della Circoscrizione 2 e nell’ambito del PON METRO REACT EU Torino – Asse 7 – Misura TO 7.1.1.a – Sviluppo delle Reti di Comunità per l’inclusione, finanziato attraverso le risorse dell’Unione Europea per la pandemia COVID-19.

In collaborazione con le Biblioteche Civiche Torinesi, le librerie Gulliver ed Essai, le cartolerie che partecipano alla Spesa Sospesa La Mina, Il Dado, Fotocartoleria e Millecolori, la cooperativa Educazione Progetto e lo Spazio Infanzia La Rocca Incantata.

L’iniziativa nasce all’interno di Mirafiori Quartieri Solidali, un progetto che permette di intercettare collettivamente i bisogni del territorio, aumentare la capacità di intervento su situazioni di fragilità,rendere sostenibile nel tempo gli interventi attraverso la creazione di esperienze virtuose di aiuto dal basso. Tutto con iniziative di sostegno alimentare (ad esempio la Spesa Sospesa con 30 negozi del quartiere che hanno aderito), inclusione, educazione e aggregazione, cura e benessere, segretariato sociale, per rendere Mirafiori un QUARTIERE sempre più SOLIDALE!

Tutte le azioni si svolgono con il supporto di volontari e in sinergia con Fondazione della Comunità Mirafiori. Il progetto Mirafiori Quartieri Solidali è sostenuto dalla Circoscrizione 2 e sul territorio di Mirafiori Nord include una rete di: 4 parrocchie (Santissimo Nome di Maria, Ascensione del Signore, Pentecoste e Gesù Redentore), 30 negozi locali, il GAS Roccafranca, la Cooperativa il Punto – Coabitazione Solidale via Poma Scarsellini.

(https://www.cascinaroccafranca.it/mirafiori-quartieri-solidali/)

INFO
Cascina Roccafranca – via Rubino 45 – 10137 Torino – tel. 011.01136250
e-mail: inforoccafranca@comune.torino.it / sito internet: www.cascinaroccafranca.it

“E così questo è il Natale (la guerra è finita)”

Music Tales, la rubrica musicale 

“E così questo è il Natale (la guerra è finita)

per i deboli e per i forti (se lo vuoi)

per i ricchi e per i poveri (la guerra è finita)

il mondo è così sbagliato (se lo vuoi)

e così buon Natale (la guerra è finita)

per i neri e per i bianchi (se lo vuoi)

per i gialli e per i neri (la guerra è finita)

fermiamo tutte le guerre (adesso)”

Oggi, ad un passo dal Natale, vorrei parlarvi di qualche curiosità sulla festa!

Perché Babbo Natale è vestito di rosso?

Originariamente il suo abito era verde, poi la Coca Cola l’ha colorato con il suo colore-manifesto per una pubblicità natalizia et volià: Babbo Natale da allora ha un guardaroba total red.

Perché ci si bacia sotto il vischio?

Nella mitologia nordica, il vischio è la pianta sacra di Frigg (o Freya), la dea dell’amore.

Questa dea aveva due figli: Balder, buono e generoso, e Loki, cattivo e invidioso, così gramo da volere uccidere il fratello. Quando la madre scoprì il terribile piano di Loki, chiese a tutte le creature animali e vegetali di proteggere Balder. Ma si dimenticò di una sola specie: il vischio.

E Loki usò proprio questa pianta per fabbricare una freccia letale per Balder.

La dea Frigg trovò il cadavere del figlio e scoppiò a piangere. Le sua lacrime si trasformarono magicamente in bacche bianche e quando toccarono il corpo di Balder lo riportarono in vita.

Impazzita dalla gioia, la dea Frigg cominciò a baciare chiunque passasse sotto l’albero sul quale cresce il vischio (di solito si tratta di pioppi, olmi e tigli).

Il suo bacio divenne un portafortuna e una protezione contro il male, motivo per cui oggi si usa scambiarsi baci sotto il vischio.

Qual è il primato di Jingle Bells?

Jingle Bells ha come primato non solo quello di essere la melodia più martellante di fine novembre-inizio gennaio ma anche quello di essere stata la prima canzone cantata nello spazio.

Il 16 dicembre del 1965 due astronauti statunitensi di nome Schirra Jr. e Thomas P. Stafford, a bordo della navicella Gemini 6, si attraccarono per la prima volta nella storia a un’altra navicella, la Gemini 7.

In quell’occasione intonarono proprio Jingle Bells.

Da dove nasce il bastoncino di zucchero?

La leggenda del candy cane, il bastoncino di zucchero a strisce rosse e bianche, racconta che questo dolciume tipicamente natalizio è stato inventato a inizio Novecento da un pasticciere molto religioso.

Il bastoncino vorrebbe omaggiare Gesù, di cui richiamerebbe l’iniziale

(la J di Jesus) se si capovolge il bastone.

Ma io, se penso al Natale, penso a questo brano sempre solo ad un brano e ve lo voglio proporre dalla voce incantevole di Kaylee Bergin. Una versione che mi fa tremare ogni volta.

Non c’è nulla di più triste a questo mondo, che svegliarsi la mattina di Natale e non essere un bambino.”

https://www.youtube.com/watch?v=t-wdei96z40&ab_channel=KayleeBergin

CHIARA DE CARLO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!