CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 288

L’innocenza racchiusa in un carcere

“La lunga corsa” di Andrea Magnani, unico italiano al TFF

Andrea Magnani è un cinquantenne regista riminese, all’attivo ha un’opera prima di notevole spessore e di successo, “Easy – un viaggio facile facile”, preso in considerazione per premi e ai festival. Al 40° TFF presenta il tenue “La lunga corsa”, unico titolo italiano in concorso, che sta da tutt’altra parte rispetto alle generali asprezze, alla rabbia e alla crudeltà, ai suicidi (o ai tentativi di) e agli affetti estremi che stiamo vedendo sullo schermo in questi giorni. L’ingenuità e la spensieratezza, l’aspirazione continua ad un bene assoluto la fanno da padroni.

L’innocente protagonista è Giacinto, nome ad esprimere animi sensibili e pieni di grazia, impegnati a respingere la crudezza del mondo di cui forse neppure si rendono conto. Figlio di due detenuti, abbandonato dal padre sul sedile dell’auto il giorno della nascita, alla perenne ricerca di una madre che lo ha rifiutato, il piccolo e il ragazzo poi ha scelto da sempre come proprio rifugio il carcere e il capo delle guardie Jack come affettuosa figura di riferimento, paterna, burbera e comprensiva. Gioca e corre per quei corridoi, veloce passa attraverso le sbarre che non gli fanno paura, con un sorriso che lo accompagna di giorno in giorno, diventa un diciottenne che spegne le candeline della torta e vorrebbe affrontare le strade di fuori ma ne ha paura. Quel carcere Magnani, nel racconto di una favola che potrebbe essere ambientata nei giorni che viviamo o in un tempo diverso, lo trasfigura nell’immobilità come pure nel desiderio d’evasione che è in ognuno di noi, lo idealizza come contenitore delle scelte che molti hanno il terrore di essere obbligati a compiere. Dice che l’idea del film gli è venuta già anni fa ripensando ai tanti che nel luogo dove lui stesso è cresciuto, un grumo di terra che sentiva “molto piccolo e sempre immobile”, alle “persone che nascevano, vivevano la loro vita e morivano nello stesso posto: mai, o di rado, si avventuravano al di fuori del mondo”. Respiravano l’aria del litorale adriatico e qui Fellini docet.

Adriano Tardiolo (già visto in “Lazzaro felice” di Alice Rohrwacher) ha il viso, la voce e i movimenti giusti, anche la goffaggine per far sì che il mondo gli scivoli accanto, tra divertimento e pensieri che lasciano il segno. Forse il film pecca a tratti di una eccessiva semplicità e delle proprie radici favolistiche che poco si traducono in una  pretesa robustezza, ma il clima surreale e sospeso viene alla fine ad imporsi e a convincere sulla riuscita. Tra gli altri interpreti Barbora Bobulova e Giovanni Calcagno soprattutto, faccia teatrale non dimenticata nell’”Ifigenia/Oreste” della scorsa stagione, con la regia di Valerio Binasco, per la stagione dello Stabile torinese.

Elio Rabbione

Dalle marionette ai burattini, un progetto della Compagnia Grilli

Una realtà torinese riconosciuta dal Mic teatro di figura e immagine 

 

GIORNI DI FESTA

La stagione 2022/2023 all’Alfa Teatro

 

Sogno di una notte di mezza estate, il 1 dicembre, prima nazionale della riduzione per marionette della celebre commedia di W. Shakespeare, con la regia di Augusto Grilli

programma

 

Continua “Giorni di festa” la stagione 2022/2023 all’Alfa Teatro, a cura della Compagnia Marionette Grilli, fondata nel 1978 da Augusto Grilli, che festeggia quest’anno la 33° stagione.

Fino a marzo 2023, la sala teatrale Alfa Teatro (via Casalborgone 16/1, Torino), ospita una ricca programmazione con 21 titoli, con più di 50 repliche e spettacoli proposti da 7 Compagnie teatrali provenienti da tutta Italia.

 

In prima nazionale, dall’1 dicembre va in scena, con 10 repliche, lo spettacolo di marionette a filo “Sogno di una notte di mezza estate” la nuova produzione della Compagnia Marionette Grilli, una riduzione per marionette della celebre commedia di W. Shakespeare, con la regia di Augusto Grilli.

“Sogno di una notte di mezza estate” è uno spettacolo tra tradizione e innovazione, tra linguaggi nuovi e arcaici, consigliato per i bambini dai 6 anni. Un’opera letteraria che ripercorre le tre storie d’amore che si intrecciano in un’unica vicenda, permeate di magia in una notte d’estate dove, all’interno di un bosco, tutto assume un alone di mistero e di fantastico. Dopo il vagare dei vari personaggi nella notte, finalmente, all’alba, tutto si chiarirà e con una farsa fi nale ogni storia andrà a buon fine con la vittoria dell’Amore.

 

L’Alfa Teatro è anche per la stagione 2022/2023 un luogo di incontro e di condivisione della passione per il teatro, per le famiglie, per i più piccoli, e non solo. La Compagnia Marionette Grilli è l’unica realtà riconosciuta dal Ministero per il teatro di figura e di immagine presente sul territorio piemontese e con una proposta teatrale per bambini dai 3 ai 10 anni, riconosciuta e sovvenzionata dalla Regione Piemonte con il Progetto Teatro dei burattini e marionette.

 

Inoltre, ogni lunedì, dalle h 17.00 alle h 19.00, da ottobre a marzo, l’Alfa Teatro ospita il corso di teatro, a cura della Compagnia Marionette Grilli, per bambini dai 6 ai 12 anni. L’esperienza teatrale è uno strumento in grado di divertire e sostenere lo sviluppo intellettivo, emotivo e relazionale del bambino. Con attività di improvvisazione, giochi teatrali, espressione corporea, recitazione e lettura, il corso coinvolge fino alla primavera e si conclude con uno strage.

La prima lezione di prova è gratuita. Per informazioni sul corso di teatro: tel. 334.2617947, segreteria@alfateatro.it

 

Trame e prossimi spettacoli

 

Sogno di una notte di mezza estate

Nuova produzione 2022

Compagnia Marionette Grilli (TO)

Per bambini dai 6 anni

 

GIOVEDÌ 1/12 – h 20.30

VENERDÌ 2/12 – h 20.30

SABATO 3/12 – h 17.00 e h 20.30

DOMENICA 4/12 – h 17.00

GIOVEDÌ 8/12 – h 17.00

VENERDÌ 9/12 – h 20.30

SABATO 10/12 – h 17.00 e h 20.30

DOMENICA 11/12 – h 17.00

 

Riduzione per marionette a filo della celebre commedia di W. Shakespeare, con la regia di Augusto Grilli.

Trama. Uno spettacolo tra tradizione e innovazione, tra linguaggi nuovi e arcaici. Un’opera letteraria che ripercorre le tre storie d’amore che si intrecciano in un’unica vicenda, permeate di magia in una notte d’estate dove, all’interno di un bosco, tutto assume un alone di mistero e di fantastico. Dopo il vagare dei vari personaggi nella notte, finalmente, all’alba, tutto si chiarirà e con una farsa finale ogni storia andrà a buon fine con la vittoria dell’Amore.

 

Quando arriva il Natale?

Stilema Unoteatro (TO)

Per bambini dai 3 anni

SABATO 17/12 – h 17.00

DOMENICA 18/12 – h 17.00

 

Una storia semplice, che permetterà ai bambini di sperimentare ricordi, profumi e climi dell’evento

più atteso dell’anno. Uno spettacolo sull’attesa. Tecnica Spettacolo di narrazione

con oggetti e musica.

Trama. In mezzo alla scena c’è un albero di Natale ancora spoglio. Arriva un personaggio con uno scatolone e si lamenta che “tutti gli anni tocca a lui addobbare l’albero”, “che tutti dicono di volerlo aiutare ma quando è il momento di farlo non c’è mai nessuno”, “che lui ha un mucchio di altre cose da fare”. Apre lo scatolone per prendere palline e festoni, ma lo scatolone è vuoto. Contiene solo un mandarino. Forse dimenticato lì, forse un ricordo. Il nostro personaggio ricorda improvvisamente di quando era piccolo e dicembre profumava di mandarino. Lo sbuccia, lo assaggia e, come per magia, si ritrova, bambino, ad attendere il Natale chiedendo a tutti ‘Quando arriva Natale? Il nostro personaggio-bambino arriverà poco alla volta a pensare e a sperare che il Natale non arriva quando ci saranno tutti i festoni e tutti i regali, ma, forse, quando riuscirà a provare una piccola, autentica emozione.

 

Il Natale di Gianduja

Compagnia Marionette Grilli (TO)

Per bambini dai 3 anni

SABATO 24/12 – h 17.00

DOMENICA 25/12 – h 17.00

LUNEDÌ 26/12 – h 17.00

 

Spettacolo di burattini tradizionali piemontesi con protagonista Gianduja.

Trama. Classico spettacolo di burattini tradizionali con Gianduja protagonista di una storia molto particolare: il perfido Belzebù ha rapito Babbo Natale! Non sopporta la gioia e l’allegria di questo giorno e decide quindi di privare il Natale del suo vero significato trasformandolo in una festa consumista in cui l’egoismo e l’avidità rendono tutti più tristi e più soli. Ma grazie al saggio Gianduja, aiutato dai bambini presenti in sala, Babbo Natale verrà liberato e tutti potranno festeggiare un Natale pieno di allegria e serenità con le persone a cui vogliono bene!

 

Gianduja e i libri magici

Compagnia Marionette Grilli (TO)

Per bambini dai 3 anni

VENERDÌ 6/1

SABATO 7/1 – h 17.00

DOMENICA 8/1 – h 17.00

 

Spettacolo di tradizione per marionette a filo.

Trama. Gianduja e Pietro fanno naufragio e si salvano su un’isola dove trovano una

caverna. Da questa esce uno scheletro che chiede di essere vendicato per essere stato così

ridotto da una Maga. Come aiuto dona a Gianduja tre libri magici che potranno servirgli in momenti

difficili. La strada che Gianduja e Pietro dovranno intraprendere sarà lunga e piena di

perigli e si verificheranno incontri a sorpresa con Giacometta e Brighella passando

da ville meravigliose ad orride prigioni, ma , alla fine, grazie alle magie dei libri,

tutto si risolverà per il meglio.

 

Il Re Leone e l’elefante

Compagnia Marionette Grilli (TO)

Per bambini dai 3 anni

SABATO 14/1 – h 17.00

DOMENICA 15/1 – h 17.00

 

Una favola moderna che insegna l’importanza dell’amicizia, della gratitudine e del rispetto al di là

delle differenze. Tecnica Teatro d’attore e pupazzi

Trama. Solo al mondo, piccolo, pieno di coraggio eppure timido, un elefantino incontra il grande re degli animali, sua maestà il leone. Il re grande per autorevolezza e il piccolo pieno di umiltà e rispetto. Il re lo istruirà alla vita fino a condurlo alla soglia della maturità.

L’elefante, divenuto grande in tutti i sensi, affronterà da solo il mondo e non perderà mai la consapevolezza della propria condizione. Anzi farà trionfare bontà e fierezza soccorrendo proprio il re, ormai vecchio e decaduto.

 

Biglietteria

Prezzi:

intero € 10

formula family: 3 ingressi € 28*

formula family: 4 ingressi € 32*

carnet 6 spettacoli € 52*

 

Online su Vivaticket posto unico € 10 per tutti

Biglietti su www.marionettegrilli.it o Vivaticket

 

* Solo presso la biglietteria del teatro

 

Informazioni sugli spettacoli

Alfa Teatro – Marionette Grilli

via Casalborgone 16/1, Torino

tel. 334.2617947

prenotazioni@alfateatro.it

www.alfateatro.it

Dal Piemonte riparte la rassegna nazionale di Uto Ughi per i giovani

Concerti, incontri e prove a porte aperte stanno per prendere il via, con il Maestro Uto Ughi e tanti altri grandi interpreti, proposti ai giovani, per salvaguardare la cultura musicale e per donare alla comunità la gioia della grande musica.

Uto Ughi, tra i maggiori violinisti del nostro tempo, è protagonista per il secondo anno consecutivo della rassegna nazionale che porta il suo nome ”Uto Ughi per i giovani”  con partenza dal Piemonte, precisamente dalla città di Alba, e con tappe previste in tutta Italia.

Dopo il successo, il festival “La Santità Sconosciuta” dell’Associazione culturale Arturo Toscanini di Savigliano di Ivane Natascia Chiarlo, che per 14 edizioni ha portato ad esibirsi in Piemonte interpreti di altissimo livello artistico facendo incontrare in varie forme, musica e spiritualità, si è trasformato, mantenendo la sua identità, in un progetto dedicato ai giovani.

I Concerti e le masterclass dedicati ai giovani, saranno a ingresso libero e gratuito “….perchè l’arte è un bene prezioso e spirituale  a cui tutti devono poter accedere…”come ha sottolineato il Maestro Uto Ughi.

In un momento in cui le nuove generazioni hanno subito un grave impoverimento formativo e culturale a causa della pandemia, nel 2021 La Santità Sconosciuta d’intesa con il Maestro Uto Ughi e la Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, la cui presidente è Maria Franca Ferrero, ha elaborato un programma ricco di interpreti affermati, talenti virtuosi e momenti musicali eccellenti per far vivere al pubblico l’emozione della grande musica.

Sono in programma incontri con i giovani di tutte le scuole di ogni ordine e grado per trasmettere alle nuove generazioni l’amore, la sensibilità verso la musica e, in generale verso la cultura, mediante conversazioni aperte tra i ragazzi, il Maestro Ughi e gli interpreti coinvolti.

Questo tipo di divulgazione ha il merito di catturare l’attenzione dei ragazzi, trasmettendo loro messaggi positivi da applicare alla quotidianità.

Attraverso una programmazione di concerti, la musica viene spiegata in modo semplice e diretto, sollecitando un’attiva partecipazione da parte del pubblico.

La tappa 2022 del Festival che si realizza nel mese di dicembre e gennaio, parte dal Piemonte, precisamente dalla città di Alba, in provincia di Cuneo, per poi raggiungere Savigliano e altre città del Piemonte e non, come Taranto e Venezia.

Il Concerto inaugurale, che vedrà protagonista il Maestro Ughi, si svolgerà nell’Auditorium della Fondazione Ferrero di Alba  e i concerti successivi in vari luoghi della città di Alba e di Savigliano, con dibattiti con personaggi molto conosciuti del panorama culturale italiano, concerti e prove aperte.

Il Maestro Ughi, con l’Orchestra “Uto Ughi and friends”, sarà anche a Taranto i prossimi 15 e 16 dicembre, sostenuto da Eni conil patrocinio del Comune di Taranto.

Più in dettaglio giovedì 15 dicembre, alle ore 21, al Teatro Orfeodi Taranto eseguirà le Quattro stagioni di Antonio Vivaldi, la più nota delle composizioni del “Prete Rosso”. Il maestro Ughi leggerà e commenterà i sonetti originali vivaldiani che precedono l’esecuzione di ogni concerto, per restituire al testo tutta la sua poeticità, facendo apprezzare la musicalità dei versi e quella delle note del suo violino. Si potrà seguire il testo sul programma di sala per una maggiore e affascinante comprensione, come se fosse una lezione-concerto.

Questa famosissima composizione barocca vertice assoluto della creatività italiana di ogni tempo, rappresenta simbolicamente l’esaltazione della vita, di ogni suo momento di cui Vivaldi mostra la bellezza, inserendola nell’armonia del ciclo del tempo.

Con “Prove a porte aperte: dialoghi con la musica, suoni e parole”, giovedì 15 dicembre, alle ore 10.30, sempre al Teatro Orfeo di Tarantoil progetto prevede un incontro dedicato e riservato ai giovani delle scuole, di ogni ordine e grado, in forma di conversazione sulla musica. 

I giovani sono invitati alla prova generale che precede il concerto e sarà data loro la possibilità di interagire attraverso quesiti e scambi, instaurando un sincero e spontaneo dialogo con i musicisti. 

“Lo scopo – è stato spiegato – è trasmettere l’amore, la sensibilità verso la musica e la cultura nelle nuove generazioni mediante una conversazione aperta tra i ragazzi, il maestro e gli interpreti che aderiscono a questo progetto. Dall’esperienza proposta si auspica possano scaturire ed emergere, attraverso l’universale linguaggio della musica, suggestioni, approfondimenti, aspetti emozionali e valoriali sconosciuti o dimenticati. La musica spiegata, in modo semplice e diretto, ed i messaggi ad essa riconducibili compongono l’immagine della bellezza in senso lato, quale caratteristica imprescindibile che deve nutrire le giovani sensibilità”.

Infine, unitamente alla prova a porte aperte, l’Associazione Toscanini propone e organizza venerdì 16 dicembre, alle ore 16, una masterclass di alto perfezionamento musicale gratuita per i giovani studenti del Conservatorio di Taranto. Un’opportunità per i giovani talenti che possono studiare sotto la guida del maestro Uto Ughi.

“Con la proposta “Masterclass a porte aperte” – spiegano i promotori – si vuole promuovere un incontro basato sull’ascolto della musica orientato a soddisfare le curiosità del giovane uditorio tramite dialoghi e scambi di opinione tra docenti e studenti, al fine di creare un’atmosfera favorevole allo sviluppo della sensibilità e della comunicazione dell’idea musicale”.

Vito Piepoli

 

PROGRAMMA CONCERTI PRESSO  AUDITORIUMFONDAZIONE FERRERO – ALBA:

– MARTEDI 6 DICEMBRE 2022 h. 21.00

Italian Saxophone Quartet

Da Bach a Piazzolla -Quartetto fondato da Federico Mondelci sassofonista di fama mondiale

– MARTEDI 13 DICEMBRE  2022 h. 21.00

Uto Ughi e Leonardo Bartelloni

Note d’Europa: 7 Nazioni in musica

Pezzi emblematici dalla grande tradizione violinistica- Recital per Violino e Pianoforte

-VENERDI 27 GENNAIO 2023 h. 21.00

Convegno con UTO UGHI: I giovani e la musica. La parola di un Maestro

Conversazione con Uto Ughi

 

PROGRAMMA CONCERTI PRESSO  CHIESA DI SAN DOMENICO – ALBA

– VENERDI 9 DICEMBRE ORE 21.00

I NERI PER CASO

-Natale per Caso -Canti natalizi tradizionali

La formazione del collettivo a cappella più amato d’Italia

– SABATO 10 DICEMBRE ORE 21.00

UTO UGHI E L’ORCHESTRA UTO UGHI AND FRIENDS

Da Bach a Paganini- La musica spiegata da Uto Ughi-come una lezione concerto.

– DOMENICA 11 DICEMBRE ORE 21.00

Quintetto d’archi dei Berliner Philharmoniker

Classica e virtuosismo

PROGRAMMA CONCERTI PRESSO  TEATRO ORFEO – TARANTO

GIOVEDI’ !5 DICEMBRE ORE 10.30

Il programma musicale inizierà con “Prove a porte aperte: dialoghi con la musica, suoni e parole”, dedicate e riservate agli studenti delle scuole

GIOVEDI’ !5 DICEMBRE ORE 21.00  

Il maestro Uto Ughi, insieme alla sua orchestra, eseguirà e racconterà in una lezione-concerto dedicata a tutto il pubblico le “Quattro stagioni” di Antonio Vivaldi

MASTERCLASS PRESSO  CONSERVATORIO PAISIELLO – TARANTO

VENERDI’ 16 DICEMBRE ORE 16.00

Il maestro Ughi terrà una masterclass di alto perfezionamento musicale destinata agli studenti del Conservatorio Paisiello di Taranto.

CONCERTO PRESSO TEATRO MILANOLLO DI SAVIGLIANO:

GIOVEDI 26 GENNAIO 2023 ORE 21.00

Uto Ughi e i virtuosi italiani per Savigliano

La magia del suono

TUTTI I CONCERTI PER I GIOVANI SONO A INGRESSO GRATUITO SU PRENOTAZIONE

n.340 6856173- 347 8072022

Per prenotazioni dei concerti in Fondazione Ferrero -Alba- 0173 295259

Il Festival Uto Ughi per i giovani -da La Santità Sconosciuta è

organizzato da Associazione culturale Arturo Toscanini di Savigliano

e realizzata grazie al   sostegno e la collaborazione di Fondazione Ferrero.

Con il contributo di :

FONDAZIONE FERRERO-REGIONE PIEMONTE-COMUNE DI ALBA-COMUNE DI SAVIGLIANO-FONDAZIONE CRC-FONDAZIONE CRT-BANCA CRS-BANCA D’ALBA-EGEA-SISCOM-EUROTEC

“La luna che uccide verrà troppo presto. Il destino va contro la tua volontà”

MUSIC TALES LA RUBRICA MUSICALE

 

“la luna che uccide

verrà troppo presto

Il destino va contro la tua volontà”

L’immagine che racconta meglio la vita di Pete the Freitas è il videoclip di Chinatown di Julian Cope del 1989: un motociclista misterioso che arriva in città, conquista una ragazza e fugge con lei.

Pete è l’eroe maledetto del rock inglese anni 80, non ho mai amato questi anni musicalmente parlando, ma quando si parla di lui si parla di un batterista senza freni appassionato di motori che finisce la sua corsa in sella la sua Ducati in un terribile incidente, mentre corre verso uno studio di registrazione di Liverpool.

Quindi mi sembrava doveroso ricordarlo.

Prima di questo tragico epilogo, il ragazzo è stato l’anima di una delle band che hanno creato un genere musicale diventato sinonimo di un sentimento, il dark.

Loro si chiamano Echo & the Bunnymen.

Nascono sul palco dell’Eric’s club di Liverpool nel 1978 ed il nome viene scelto (dai fondatori che sono cantante e chitarrista n.d.r.) perché all’inizio suonano con una drum machine che hanno battezzato “Echo”.

Nel 1978 nella formazione entra il bassista e la band pubblica con un’etichetta indipendente il primo singolo: “The Picture on my Wall”.

Ed è soltanto nel 1980 che decidono di abbandonare la drum machine per arruolare Pete.

Il ragazzo si dimostra subito molto più di un semplice batterista diventa così la spina dorsale delle canzoni eleganti era rarefatte dell’album “Crocodiles”.

Album che esce il 18 luglio del 1980 e che porta il gruppo nella top di inglese.

Ma solo nel momento di massimo successo Pete lascia la band e si rifugia per due anni a New Orleans dove tenta di lanciare il suo nuovo gruppo “The Sex Gods”.

Come prevedibile finisce travolto dai suoi eccessi dopo aver distrutto due macchine, due moto e aver segnato alcuni record dello stile di vita sfrenato rock’n’roll (si dice che sia rimasto sveglio per 18 giorni consecutivi n.d.r.), il ragazzo torna a Liverpool senza soldi e in cerca di una seconda opportunità.

Gli Echo, che nel frattempo hanno registrato un disco omonimo con l’ex batterista degli ABC, lo riprendono nella formazione come session man a contratto, e risuonano tutto l’album che esce nel 1987 arrivando al numero quattro della classifica inglese.

Nel 1988 però la storia della band finisce perché il cantante se ne va.

Il resto dei componenti cerca di andare avanti come trio fino all’ultima corsa in moto ed ad un tragico incidente che porta via uno dei migliori batteristi della sua generazione.

Le cose devono arrivare a un punto di estremismo per poter rinascere, così che possiamo di nuovo apprezzare le piccole cose della vita: la droga, il sesso e il rock’n’roll.”

MARILYN MANSON

[droga, eccesso, rock, sesso]”

Chiara De Carlo

Ascoltate il brano che ho scelto per voi oggi e restate sintonizzati!

https://www.youtube.com/watch?v=LWz0JC7afNQ&ab_channel=Echo%26theBunnymen

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

La Sirena di Giorgia Sanlorenzo al Sagittario di Ponzano

In occasione di una visita ad Ettore Cascioli, geniale interprete della tecnica di fotopittura che si avvale di una sapiente elaborazione dei colori, del tratto cromatico e della modifica di luci e prospettive, ho ammirato, nel giardino della settecentesca dimora “Al Sagittario” di Ponzano, l’interessante installazione contemporanea di Giorgia Sanlorenzo.

“La Sirena” è una bella scultura dalla linea essenziale ed avvolgente, in ferro secondo la tradizione dell’arte povera, che porta avanti in senso innovativo un soggetto trattato da poeti, pittori, scultori, con significati polivalenti a seconda delle epoche.

Protagonista di ancestrali miti, allegoria medioevale di profane tentazioni, espressione della femme fatale che porta l’uomo alla perdizione come per Aristide Sartorio ed i simbolisti, leggiadra apparizione che introduce il turista a Copenhaghen.

Con la Sanlorenzo la sirena diventa, come tutti gli altri soggetti esclusivamente marini, l’occasione di riallacciare il presente al passato guardando, attraverso il suo progetto artistico TerrEmerse, alla promozione turistica del Monferrato, che nella memoria dei tempi era sommerso dalle onde del mare.

Cascioli ha voluto così commentare l’opera che ha recentemente acquistato.

D.​​Qual è la sua valutazione complessiva dell’opera che ha voluto installare nel suo giardino?

R.​​L’opera, nel suo complesso, mi è molto piaciuta, sia per lo stile originale dell’artista, che per la tipologia del materiale impiegato (il ferro) e per la caratteristica delle forme realizzate.

​​L’unico aspetto che mi ha lasciato non dico deluso, ma quantomeno perplesso, è l’uso dei colori. Non per i colori prescelti, condivisi fin dall’inizio con l’artista, quanto piuttosto dai problemi di colorimetria, completamente sottovalutati dall’artista.

​​Per capirci meglio esemplifichiamo il problema. Secondo la scelta iniziale dei colori, il risultato della scultura avrebbe dovuto apparire  più o meno così:

​​Quello che vede invece l’osservatore nella collocazione definitiva dell’opera è più o meno questo:

​​Qual è la causa di una così vistosa differenza? Un problema di colorimetria, cioè il fatto che l’artista non abbia tenuto conto della temperatura luce del contesto in cui l’opera veniva collocata (decisamente e costantemente in ombra).

​​La prima immagine è stata ottenuta dalla seconda semplicemente aumentando la luminosità in Photoshop, così da simulare come sarebbe apparsa l’opera se collocata in pieno sole.

​​In effetti generalmente le opere di Giorgia Sanlorenzo sono collocate ad esempio in mezzo alle vigne, quindi in pieno sole.

​​(Si veda al riguardo il progetto Terre Emerse,link: Terremerse (terremersemonferrato.it, con la mappa delle principali collocazioni delle opere dell’artista in questione).

Per la Sirena destinata Al Sagittario non si è dato alcun peso alla diversa natura della luce dominante nel luogo di collocazione, per cui al sole compare nei suoi colori corretti previsti a progetto, ma nell’ombra della sua definitiva dimora  appare quasi monocromatica.

D.​​Quale suggerimento potrebbe dare all’artista per evitare in futuro simili “incidenti di percorso”? Lei ha una certa esperienza di fotopittura, quindi ha una certa conoscenza sul trattamento dei colori.

R.​​Non suggerirei di certo un percorso “scientifico”, basato sull’uso di colorimetri e quant’altro, quanto piuttosto un semplice metodo empirico, di sicura efficacia.

​​Una volta stabiliti i colori definitivi che dovranno caratterizzare un’opera, la nostra artista si dovrebbe munire di pennelli ed accessori connessi, di campioni dei colori prescelti più una disponibilità di bianco e di nero? (non sono un esperto di pittura) per eventualmente schiarire o scurire i colori prescelti, una lastra del ferro del tipo che utilizza per realizzare le sue sculture ed un seggiolino pieghevole. Dopo di che raggiunge la location per cui sta lavorando, scegliendo un giorno di luce favorevole (pieno sole?) e lì sul posto prova i colori che ha a corredo, fino ad ottenere sulla lastra campione i colori che vorrebbe risultassero ad opera finita.

​​A questo punto, tornata in laboratorio, potrà applicare all’opera in esecuzione i colori così come li “vede” sulla lasta campione. Potranno apparire diversi da come li aveva formulati sulla lastra campione, probabilmente più scuri, ma quelli saranno i colori da applicare all’opera. Quando poi, alla fine, la collocherà nel luogo di destinazione finale, i colori torneranno ad esplodere nelle gradazioni che si era immaginata fin dall’inizio.

GIULIANA ROMANO BUSSOLA

LINK:

 

Incontro con Caravaggio in mostra ad Alba

Un viaggio per conoscere il geniale artista partendo dalla fine della tormentata vita del maestro lombardo.

La mostra ruota intorno all’esposizione del “San Giovannino Giacente” ed è ideata e organizzata da Piemonte Musei in collaborazione con l’Ordine dei Cavalieri delle Langhe e l’Associazione Insieme di Cuneo e curata da Roberta Lapucci, storica dell’arte e restauratrice fiorentina. L’iniziativa è stata realizzata grazie al sostegno dell’Associazione Be Local.

L’idea della mostra è quella di raccontare la vita di Caravaggio attraverso una delle opere meno conosciute dell’artista ma dal profondo valore simbolico. Intorno ad essa è stato creato un progetto multimediale e interattivo volto ad offrire una visita multisensoriale in cui i visitatori possano sentirsi parte dello vita e delle opere del maestro. L’esposizione prevede un tour composto da proiezioni, tavoli interattivi, video informativi e ricostruzioni tridimensionali ed olografiche.


Informazioni utili ℹ

ORARI: da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00
Sabato e Domenica e Festivi dalle 10.00 alle 18.00.
Chiuso il Lunedì
Aperture straordinarie: 8, 26 dicembre 2022 (orario festivo dalle 10.00 alle 18.00); 31 dicembre 2022 (orario festivo dalle 10.00 alle 18.00) 6 gennaio 2023 (orario festivo dalle 10.00 alle 18.00).
Chiusure programmate: 5 dicembre 2022 – 1 gennaio 2023

COSTO DEL BIGLIETTO: OPEN 12 euro, INTERO 10 euro, RIDOTTO 8 euro, SCUOLE 5 euro (Gratuito per gli insegnanti che accompagnano le classi); GRUPPI 6 euro (da 10 a 25 persone) – GRATUITA’ Bambini fino a 6 anni non compiuti e cittadini diversamente abili

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 350 5550166

E-MAIL INFO: info@piemontemesuei.it

SITO UFFICIALE: http://www.piemontemusei.it

“Vitamine Jazz Festival” La musica che cura

Sabato 3 dicembre, alle ore 17.15 al Teatro Juvarra di Torino, corso Palestro 14, prima edizione del Vitamine
Jazz Festival, curato da Raimondo Cesa, con una rappresentanza dei musicisti che volontariamente, da cinque
anni, donano la loro arte nei reparti dell’Ospedale S. Anna per rispondere all’appello della Fondazione
Medicina a Misura di Donna. Il ricavato della serata sarà destinato ai progetti di ricerca per la cura
dell’emicrania della donna.

Nel corso del concerto saranno rievocate le musiche che hanno caratterizzato “Vitamine Jazz”. Le sonorità
jazzistiche daranno il loro colore a motivi classici, mediterranei e sudamericani.

Nell’ottobre 2017 è scesa in campo la Comunità Jazz di Torino arricchendo con le Vitamine Jazz il progetto
Vitamine musicali, attivo dal 2016 e nato per portare la musica dal vivo all’interno dell’Ospedale S. Anna.

Oltre 290 jazzisti di fama nazionale e internazionale, che hanno ricevuto l’attenzione di quotidiani e riviste,
fra cui citiamo la prestigiosa “Musica Jazz”, si sono alternati in questi anni con 325 appuntamenti, per portare
il benvenuto alla vita nei reparti maternità, accompagnare le cure oncologiche durante le chemioterapie e
dare valore al tempo dell’attesa nelle sale d’aspetto e al pronto soccorso.

Il percorso è stato valutato “benefico per le pazienti e per gli operatori sanitari, nel sistema delle relazioni”
nel corso dei focus group condotti da Catterina Seia, Responsabile progetto “Cultura e Salute” della
Fondazione, insieme ai ricercatori di Pier Luigi Sacco, Economista della Cultura, con infermieri e medici
esposti ogni giorno alla sofferenza.

“La musica è conversazione, comunicazione in armonia. Il jazz in particolare è condivisione continua.
Dall’interazione fra musicista e spettatore nascono le successive improvvisazioni”, afferma con orgoglio
Raimondo Cesa – regista teatrale ed esperto in arti performative – che cura la rassegna e presidia ogni
incontro, durante i quali è frequente vedere le pazienti unirsi nel canto, leggere lo stupore sul volto dei
neonati.

“Attendiamo gli appuntamenti con curiosità e meraviglia. Siamo ogni giorno parte di una lotta. La musica ci
stimola. Ci ha aperto personalmente nuovi mondi. Le note rimangono nelle stanze, con le pazienti, anche dopo
il saluto dei musicisti” affermano le infermiere intervistate segnalando anche il cambiamento e la crescita del
loro consumo culturale nel tempo libero.

Un rapporto biunivoco. Gli stessi musicisti definiscono l’ospedale “un grembo armonico” e considerano che
l’esperienza dell’esecuzione ad personam generi un arricchimento personale e professionale.

Le “Vitamine Jazz”, che sono diventate il più articolato, ampio e longevo programma al mondo di esecuzioni
di jazz realizzate in un ospedale. riprenderanno a breve dal vivo all’Ospedale S. Anna per la sesta stagione
consecutiva.

Il progetto si colloca nel percorso strategico sull’alleanza virtuosa tra “Cultura e Salute” varato dalla
Fondazione nel 2011.

“Oggi esistono strumenti di ricerca che consentono di studiare gli effetti di diversi stimoli sensoriali su
specifiche aree del cervello e sui meccanismi psiconeuroendocrini che influenzano la capacità di relazionarci
con noi stessi e l’ambiente che ci circonda. Noi ci muoviamo su questi principi, cercando di umanizzare i luoghi
di cura, secondo il desiderio delle pazienti e del personale” considera la Prof.ssa Chiara Benedetto, Presidente
della Fondazione Medicina a Misura di Donna.

con il patrocinio di Fondazione Medicina a Misura di Donna ONLUS
Sede Operativa: Struttura Complessa a Direzione Universitaria Ginecologia e Ostetricia 1
Ospedale Sant’Anna – Via Ventimiglia 3, 10126 Torino, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino
info@medicinamisuradidonna.it – www.medicinamisuradidonna.it

Le donazioni ricevute saranno destinate al contrasto e la gestione delle cefalee femminili, uno degli assi di
impegno della Fondazione Medicina a Misura di Donna, che sostiene borse di ricerca e servizi di medicina
integrativa, con attenzione al periodo della gravidanza.
Per partecipare, prenotare ai numeri 339.4307283 e 335.1320634
Donazione minima 25 euro. Modalità di versamento: sul sito www.medicinamisuradidonna.it tasto DONA
IBAN IT64 G030 6909 60610000 0062 768 Intesa San Paolo causale: Concerto di Natale

 

Teatro Juvarra
c.so Palestro 14
sabato 3 dicembre ore 17,15
Vitamine Jazz
Festival

La musica che cura
Dopo aver accompagnato per cinque anni le pazienti, familiari e personale dell’Ospedale Sant’Anna,
riempiendo le corsie con le loro note, in occasione del Natale alcuni musicisti di “Vitamine Jazz”si
presentano al pubblico per questa prima rassegna al Teatro Juvarra organizzata dalla
Fondazione Medicina a Misura di Donna onlus

Partecipano

20 Strings
Maurizio Mazzeo, Roberto Cannillo,
Alberto Palazzi, Andrea Garombo
Young Piano Player
Andrea Capocefalo
BEAT in 2
Carola Cora, Francesco Tringali
Ugo Viola

Emanuele Francesconi, Fulvio Chiara
Michele Anelli, Antonio Stizzoli
3 Chic
Marinella Locantore, Martha Umana,
Serena Guarnero
Massimiliano Brizio, Riccardo Chiara,
Emanuele Olivetti, Alex Sorel

Brasil
Gilson Silveira, Sabrina Mogentale,
Lucio Costa, Fabrizio Forte Max Gallo Quartet
Max Gallo, Massimo Artiglia,
Roberto Celio, Mel Contino

Giulia Firpo
Fabrizio Fortunato
Isabella Stabio
Emanuele Sartoris
Piano a 4 mani
Emanuele Sartoris &Federica Bertot
Federica Riva
Donato Riva
Felice Reggio
Emanuele Sartoris Caterina Accorsi
Emanuele Sartoris

Emanuele Cisi
Massimo Artiglia, Veronica Perego,
Antonio Stizzoli
DipintiDiBlues
Yelewna Babu,Claudio Bertuol,
Marcello Bianco, Luciano Devietti,
Francesco Peinetti

Presenta
Marco Basso

Direzione artistica
Raimondo Cesa

I proventi del Concerto saranno destinati a sostenere i Progetti di Ricerca della Fondazione
per la cura dell’emicrania della donna

Partecipazione con prenotazioni ai numeri: 339.4307283 e 335.1320634
Donazione minima 25€. a persona.Modalità di versamento tramite:
1)bonifico bancario IBAN IT64 G030 6909 6061 0000 0062768 – causale : concerto di Natale
2)tasto dona subito sito www.medicinamisuradidonna.it– Qr code

Parcheggio consigliato APCOA via Bertola 68

 

 

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APPROFONDIMENTI sulle CEFALEE della DONNA
La Fondazione Medicina a Misura di Donna collabora con il Centro Cefalee dell’Ospedale S. Anna
sostenendone diversi progetti. Il Centro Cefalee della Donna è attivo in molti campi della ricerca sulle cefalee
primarie, con una elevata produzione di letteratura scientifica internazionale in merito, e partecipa a
numerosi studi multicentrici nazionali e internazionali allo scopo di introdurre terapie innovative per la lotta
al dolore emicranico.

Nel 2022 è uscito sulla rivista Neurological Science un articolo sull’efficacia e la sicurezza dell’agopuntura per
la prevenzione dell’emicrania durante la gravidanza, sostenuto dalla Fondazione
Inoltre a novembre 2022 la Presidente della Fondazione, Prof.ssa Benedetto, ha rilasciato una intervista su
RaiNews 24 (https://www.rainews.it/rubriche/bastalasalute/video/2022/11/Basta-la-salute-del-02112022-
7a847a69-6b9b-466a-9b5e-351015f7d5bf.html) in cui si conferma l’impegno nel contrasto alle cefalee della
donna, con ricerca e servizi.

Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus
Chiara Benedetto – Presidente Fondazione Medicina a Misura di Donna e Direttore della Struttura Complessa
Universitaria – Ginecologia e Ostetricia 1, Presidio Ospedaliero S. Anna, Via Ventimiglia 1, 10126 Torino
presidente.fondazionemamd@gmail.com
Raimondo Cesa – curatore della rassegna Vitamine Jazz – ray.world@libero.it
Catterina Seia, Co-founder e Vice-Presidente Fondazione Medicina a Misura di Donna, Responsabile progetto
“Cultura e Salute” presidenza@culturalwelfare.center

Alla scoperta delle Gipsoteche del Piemonte

A riscattare le gipsoteche dal lungo periodo in cui i gessi sono stati sottovalutati, una graduale rivalutazione ha fatto comprendere come le opere preparatorie siano indispensabili per illustrare la genesi delle sculture tradotte in marmo e bronzo.

Il Piemonte possiede 5 gipsoteche che favoriscono il confronto tra scultori vissuti tra metà ottocento primo novecento ognuno con proprio stile seppure col gusto della moda dell’epoca.

Famosa la gipsoteca Leonardo Bistolfi a Casale Monferrato con gessi e terrecotte, del tutto simili al risultato finale, toccati unicamente dalle mani del più importante scultore simbolista italiano la cui poetica si fonda su scienza positivista, pseudo scienza e ideismo, assertore della morte come terreno fertile di vita poiché lo spirito è immortale.

Dal naturalismo de “il boaro” si passa al “bacio” di sentore scapigliato e ai monumenti funebri; stupenda la cappella sepolcrale Hierschel de Minerbi col funerale della vergine influenzato dallo stiacciato Donatelliano.

A Bistagno la gipsoteca Giulio Monteverde formatosi nella bottega di Giovanni Bistolfi, padre di Leonardo, contiene gessi realisti col tema sociale del lavoro oltre ai classicheggianti per monumenti funebri.

A Rima la casa museo di Pietro Della Vedova possiede gessi provenienti dallo studio di Torino con predilezione per gli angeli, affascinante la Cleopatra orientaleggiante.
A Savigliano la gipsoteca di Davide Calandra, allievo come Bistolfi, di Odoardo Tabacchi con bozzetti veristi di destinazione domestica e gessi liberty oltre a gessi per monumenti funebri tra cui quello per il principe Amedeo di Savoia inaugurato a Torino nel 1902.

A Verbania la gipsoteca Paolo Troubetzkoy propone gessi, terrecotte, bronzi, marmi antiaccademici scapigliati e impressionisti, in particolare figure muliebri e animali dal singolare aspetto picchiettato e sfaldato.

Giuliana Romano Bussola

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

Elizabeth Day “La gazza” -Neri Pozza- euro 19,00
La maternità è la grande protagonista di questo romanzo-thriller psicologico della scrittrice e giornalista inglese Elizabeth Day che ammanta la vicenda con il tocco dell’esperienza personale. Lei per 10 anni ha provato inutilmente ad avere un figlio, ha attraversato il dolore di 4 aborti spontanei, l’ultimo nel 2020 all’inizio del lockdown; ed è lì che è scattata la gestazione di “La gazza” dove la scrittrice mette nero su bianco il significato e l’impatto emotivo di anni di tentativi faticosi e stremanti dagli esiti fallimentari.
Al centro della vicenda ci sono il complesso concetto di maternità surrogata e i dubbi che pone, l’infertilità della coppia e quanto si è disposti a fare ed accettare pur di avere un figlio.
Le protagoniste sono due donne, Marisa e Kate. La Day ha concepito questo bellissimo romanzo in due parti che corrispondono alle loro divergenti versioni dei fatti.

Margaret è una giovane scrittrice e illustratrice di libri per bambini con un passato doloroso alle spalle. E’ stata abbandonata dalla madre quando aveva 7 anni, cresciuta in collegio, diventata adolescente era scappata per andare alla ricerca della donna che l’aveva messa al mondo, ma era finita ubriaca vittima di un predatore che l’aveva violentata.
Ora pare che le cose stiano marciando nella direzione giusta perché ha incontrato Jake che incarna tutto quello che desidera: è affidabile, equilibrato, ha un buon lavoro, la ama e lei aspetta un figlio da lui.
A incrinare l’idillio arriva la loro inquilina Kate, la cui presenza scivola velocemente nell’invadenza e finisce per essere ingombrante agli occhi di Marisa. Kate e Jake sembrano avere un’intesa che travalica il consueto rapporto tra padrone di casa e affittuaria. Tutto precipita quando Marisa scopre i messaggi tra i due.

Ed ecco il colpo di scena magistrale che ribalta tutto e sorprende il lettore presentandogli un’altra versione della vicenda e una coppia ben diversa.
A stare insieme da 7 anni sono Kate e Jake, si amano, ma lei non è riuscita a dargli l’agognato figlio. Ha attraversato l’inferno delle inseminazioni artificiali, le terapie ormonali, i ripetuti aborti spontanei e le continue delusioni.
Poi la decisione di ricorrere a un’altra donna che sia disposta a portare in grembo l’embrione creato in vitro, ovvero la maternità surrogata.

Ed ecco entrare in scena Marisa che però ha qualche problema con la realtà e una patologia ben precisa… e non voglio anticiparvi troppo perché il gusto di questo libro sta anche nella progressiva scoperta e nel ribaltamento della prospettiva iniziale. Chi è la gazza del titolo? Ladra e foriera di sventura?

Un romanzo scritto sulla propria pelle dalla Day che pone spunti di riflessione notevoli.
Cosa spinge una donna a fare di tutto pur di avere un figlio; perché un’altra si presta a portare avanti una gravidanza sapendo che dopo il parto la genitorialità legale verrà trasferita a una coppia che neanche conosce; chi è la vera madre di quella creatura tanto desiderata e messa al mondo da una terza persona.

 

Tessa Hadley “L’arte del matrimonio” -Bompiani- euro 18,00
E’ un’intrigante storia di incroci affettivi-amorosi questo romanzo della scrittrice inglese (nata a Bristol nel 1956) che racconta le dinamiche di un quartetto di coniugi-amanti-amici le cui esistenze vengono stravolte da un evento tragico che li spinge a cercare nuovi equilibri.
E’ il secondo romanzo pubblicato in Italia di questa autrice abilissima e fuori dalle mode che ha esordito a 46 anni e da allora ha al suo attivo 8 romanzi e 3 raccolte di racconti.
Protagoniste sono due coppie mature formate da Zachary e Lydia, Alex e Christine; la prima più upper class, mentre la seconda arranca con difficoltà per arrivare a fine mese. Si conoscono, sono amici stretti e si frequentano da quando avevano 20 anni; ora ne hanno più di 50 e le loro storie si sono intrecciate, scomposte e riannodate nel corso del tempo.
Il brillante e generoso Zach (il più risolto dei quattro) per 30 anni ha fatto da àncora di salvezza agli altri e
quando viene stroncato da un infarto, nella sua prestigiosa galleria londinese, getta nel caos le vite del gruppo.
A partire dalla pigra e indolente moglie Lydia che si ritrova sola e disperata; l’amica Christine artista insicura che Zach aveva sostenuto fin da subito come mercante d’arte; l’ombroso Alex, poeta in cerca di fama, ma di scarso successo, che aveva ripiegato sull’insegnamento.

Il lutto inaspettato di colui che era la struttura portante del quartetto scaraventa i superstiti in un mix di dolore, senso di vuoto, ricordi di viaggi e crisi superate a fatica. E’ la storia di due amiche del cuore e due amici altrettanto legati le cui vite si erano intersecate nel passato. Da giovani studentesse entrambe le ragazze si erano invaghite di Alex, nonostante fosse già sposato e con un figlio, e si erano offerte alla coppia come babysitter.
Poi Alex aveva presentato loro il suo ricco amico Zachary che dopo un flirt (poco convinto) con Christine, aveva finito per sposare l’intraprendente Lydia, ossessionato dalla sua bellezza.
Invece Alex aveva divorziato dalla moglie ed era convolato a nozze con Christine.
Ed ecco lo scambio delle coppie che in questa formazione procedono nella vita tra nascite dei figli, interessi artistici comuni, gite a Venezia e amicizia cementata negli anni.

Ma la morte di Zach risconvolge gli equilibri e le cose precipiteranno quando l’inconsolabile e seduttiva neo vedova Lydia si trasferisce a casa – e letteralmente, nel letto- di Christine e Alex.
Grazie alla bravura di Tessa Hadley, che miscela sapientemente continui flashback, vi addentrerete nelle dinamiche emotive dei protagonisti, svelate e descritte con spietata lucidità.

 

Lauren Elkin “Flaneuse” – Einaudi- euro 19,95

“Flâneuse” è il corrispettivo femminile del termine “Flâneur” che nell’800 indicava la figura affascinante, un po’ esteta e un po’ vagabondo, che amava vagare per le vie cittadine.
Delle avventurose Flâneuse in gonnella ci parla la studiosa, traduttrice e saggista americana Lauren Elkin, nata e cresciuta a New York ma che ha trascorso 20 anni a Parigi, con incursioni a Tokyo, Venezia e Hong Kong, prima di fermarsi a Londra dove vive attualmente.
Scrive proprio con un intrinseco spirito da Flâneuse, lei che è l’emblema di una donna libera che ama macinare chilometri camminando alla scoperta dei luoghi che attraversa e senza una precisa meta.
In questo libro tra romanzo e saggio ricostruisce le vite di alcune donne del passato che incarnarono perfettamente lo spirito delle Flâneuses.

Con le sue ricerche è risalita a quella che può essere considerata l’antesignana del genere. Pioniera sarebbe stata la pittrice Marie Bashkirtseff, giovane aristocratica russa e pittrice di talento che attraversò in lungo e in largo Parigi e ne scrisse nel 1879 (in uno degli 8 volumi del suo diario) prima di morire di tubercolosi a soli 25 anni. All’epoca era rivoluzionario per una donna uscire dalla sicurezza delle mura domestiche e andare alla scoperta della città, dei suoi anfratti e delle vite che erano passate per gli stessi viottoli in passato. Marie sapeva di avere poco tempo da vivere e quindi nulla da perdere a sembrare quasi trasgressiva.

La Elkin ripercorre anche le camminate di altre donne famose o meno; dalla scrittrice di origine caraibica Jean Rhys che si inoltrò nella Ville Lumière e creò protagoniste che come lei amavano avventurarsi senza destinazione, osservando e pensando, vivendo e scoprendo.
Chi invece risolse il problema di eventuali molestie mentre si avventurava da Flâneuse fu George Sand che usciva vestita da uomo. E come non citare anche Virgina Woolf che scrisse un saggio sullo “street haunting” ovvero l’arte di mettere in relazione quello che si incontra per strada con i fantasmi della nostra immaginazione.

Ad arricchire il libro ci sono anche i resoconti della Elkin che la vita ha portato in varie città del mondo; ci racconta le sue esperienze personali di Flâneuse che si avventura mossa da inarrestabile intelligente curiosità per le strade di Parigi, Tokio e New York, fantastica esploratrice urbana.

 

Maurizio Vanelli “Flâneries. Passeggiate Parigine” -Mattioli 1885- euro 12,00

Ci si perde nella bellezza delle strade meno battute della Ville Lumiere in questo piccolo e prezioso libriccino di Maurizio Vannelli -medico, professore e giornalista- che ama Parigi e condivide con noi lettori le sue suggestioni.
Diciamo che queste pagine torneranno utili soprattutto a chi ha in mente di scoprire una città diversa da quella dei soliti tour turistici; qui c’è un tocco di raffinatezza che ci fa vivere Parigi con un’attenzione volta a piccoli dettagli, a odori, fragranze, colori, alle mille anime della città vissuta con passione da amanti.
Vannelli è l’emblema del Flâneur, camminatore che non conosce stanchezza e procede scoprendo ad ogni passo sempre qualcosa di nuovo.
La Parigi che vediamo attraverso i suoi occhi si ammanta di aneddoti, dettagli architettonici, storia passata e vite che l’hanno attraversata.
Dai suoi infiniti appunti scritti su iconici Moleskine (che fanno subito scoperta e viaggio come ci ha insegnato Bruce Chatwin) alla fine emerge una Parigi caleidoscopica inedita. Tante riflessioni e suggestioni che ha annotato mentre aspettava il métro o passeggiando lungo gli argini della Senna, alzando gli occhi verso edifici, o avventurandosi tra parchi, boulevard, fontane, viottoli e anfratti tutti da scoprire.
Un libro da mettere in valigia se pensate ad un viaggio a Parigi, per vederla con occhi nuovi e con una guida eccezionale in tasca….e magari assaggiando le bontà tipiche delle pâtisseries, delle épiceries e dei bistrots che caratterizzano Parigi.

 

Il Premio Pannunzio a Ugo Nespolo

A TORINO LA CONSEGNA DEL RICONOSCIMENTO 
MERCOLEDI’ 30 NOVEMBRE dopo un incontro conviviale, iI V. Presidente Anna RICOTTI consegnerà il Premio “Pannunzio” 2022 a Ugo NESPOLO, artista di fama internazionale.
Ingresso su inviti.
Il Premio, nato nel 1982, che consiste in una artistica incisione in argento di Mino Maccari, viene conferito ogni anno a personalità italiane della cultura, del giornalismo, dell’arte che si siano distinte per il loro spirito libero. Sono stati premiati, tra gli altri, Piero e Alberto Angela, Enzo Bettiza, Claudio Magris, Indro Montanelli, Enrico Paulucci, Alberto Ronchey, Giovanni Spadolini, Gianfranco Ravasi.
UGO NESPOLO
Nasce a Mosso Santa Maria, in provincia di Biella, il 29 agosto 1941. Si diploma all’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, sotto la guida di Enrico Paulucci, e si laurea in Lettere Moderne all’Università di Torino. Si dedica all’insegnamento dell’arte e contemporaneamente alla pittura con il risultato di organizzare, tra le altre, una mostra personale a New York. Partecipa al movimento “Arte povera” e realizza il suo primo film, “Grazie, mamma Kodak”. Negli Stati Uniti si dedica al disegno di scenografie e costumi teatrali ed in seguito si occupa di design industriale nei settori della ceramica e del vetro. L’artista Ugo Nespolo unisce un insaziabile appetito artistico e intellettuale alla grinta di chi fa le cose a modo suo. “L’artista non si deve porre limiti”, afferma. “Amo ciò che faccio e mi piace impiegare tecniche e materiali diversi”.