CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 271

A ottobre al via la 28esima edizione del Festival delle Colline Torinesi

È giunto alla sua ventottesima edizione il Festival delle Colline Torinesi, nuovamente organizzato da TPE Teatro Astra, che mantiene la sua identità di Festival d’autunno.

Tema di questa edizione del Festival è quello dei confini-sconfinamenti, con un’attenzione particolare rivolta alle vite dei migranti, del passato, come Hanna Arendt o Benjamin, o del presente e le contaminazioni linguistiche tra arte e teatro, che fanno parte di un progetto condiviso con la Fondazione Merz.

A carattere internazionale il Festival, sempre attento alla creazione contemporanea, ha eletto il Libano a nazione ospite. La sua realtà artistico culturale viene esplorata in ambito teatrale, performativo, cinematografico sia da appuntamenti del cartellone, a partire dal 14 ottobre, sia da un’anteprima molto ricca, che partirà dal 10 ottobre prossimo. La monografia d’artista è dedicata a due performer di Beirut. Il Festival delle Colline 28 ribadisce la sua collaborazione con il Teatro Stabile di Torino, con Torinodanza, con la Fondazione Piemonte Vivo e il Museo Nazionale del Cinema.

Si impegna per promuovere nuove iniziative per l’accessibilità.

MARA MARTELLOTTA

La Grande Guerra a Torino nell’opera della Croce Rossa e non solo…

LA NOSTRA STORIA, IL NOSTRO TERRITORIO

 

Incontro con Franco Lucia

Mercoledì 3 maggio 2023
Ore 17,30

Moncalieri, Biblioteca civica Arduino, via Cavour 31
Pagina facebook @bibliomonc

Un libro per rievocare, attraverso la ricostruzione dell’operatività della Croce Rossa e di altre pubbliche istituzioni in quegli anni, il periodo della Grande Guerra ‘15/’18 a Torino. Nel suo La Grande Guerra a Torino Franco Lucia mette a fuoco, attraverso l’attenta lettura ed analisi delle singole strutture coinvolte e delle iniziative condotte da ciascuna, l’immediata ed efficace risposta che una città come Torino, già dotata di una consistente presenza ospedaliera, felicemente collegata da una capillare rete tranviaria e ferroviaria, seppe esprimere al meglio. Il libro viene presentato a Moncalieri nel prossimo incontro del ciclo La nostra storia, il nostro territorio, mercoledì 3 maggio alle 17,30 alla biblioteca civica Arduino (via Cavour 31). Torino seppe far fronte egregiamente non solo a un’immensa quantità di feriti e malati provenienti dal fronte, ma anche alla grande ondata di profughi a seguito della battaglia e della ritirata di Caporetto, nella valle dell’Isonzo dell’attuale Slovenia. Che si trattasse di residenze reali, ospedali cittadini e territoriali CRI, caserme, scuole, stabilimenti industriali, ambulatori farmaceutici, centri riabilitativi e di convalescenza, asili, manicomi, cucine e ricoveri notturni, in ogni ambito, uomini e donne con i loro mezzi e materiali, fecero la loro parte, a volte non senza sacrificare anche la propria vita. Introducono Laura Pompeo, assessore alla Cultura e Giuseppe Messina, assessore all’Istruzione e al Patrimonio. Interventi di Angelo Toppino, Romina Lauretta, Andrea Carnino e Marco Margrita. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti e diretta facebook.

Diamo con piacere la parola a Franco Lucia nell’ambito della nostra pagina di storia del territorio – commenta Laura Pompeo, assessore alla Cultura – Un autore che conosce a fondo la storia della Croce Rossa, tanto in qualità di studioso quanto in quella di volontario nel Comitato di Torino da ben 40 anni.

Franco Lucia

Volontario della Croce Rossa Italiana nel Comitato di Torino da quarant’anni, molti dei quali impegnati in servizio presso il Corpo Militare C.R.I. come Ufficiale Commissario, è stato presente ed attivo in molti degli interventi operativi, che hanno richiesto il coinvolgimento del volontariato torinese dai primi anni ’80, fino alla recente pandemia dovuta al Covid-19.
Da una decina d’anni, conciliando i suoi precedenti studi in materia di Scienze Turistiche e le sue competenze ed esperienze di guida turistica della Regione Piemonte e di pubblicista iscritto all’Ordine Nazionale Giornalisti, nonché di appassionato per le divulgazioni di carattere storico, (oltre ad aver fondato nell’ambito della sua professione ferroviaria il Museo della Stazione F.S. di Torino Porta Nuova), si è dedicato sempre più meticolosamente nel tempo, alla preservazione e valorizzazione del patrimonio documentale e dei cimeli d’epoca appartenenti al Comitato subalpino.
Già Istruttore di Diritto Internazionale Umanitario e Cultore Italiano di Storia della Croce Rossa Internazionale, è stato nominato dal Consiglio Direttivo del Comitato C.R.I. torinese, Delegato Tecnico “Principi e Valori”, anche con mansioni di Referente del rinnovato Ufficio Storico, proseguendo con consueta passione ed entusiasmo, il suo impegno didattico d’aula, sia nei corsi d’accesso, che in occasione di seminari tematici riguardanti la storia del Movimento. Non ultimo, sempre collaborando con il Consiglio Direttivo, è alla guida anche di uno staff molto motivato, nel far sorgere un’esposizione museale permanente, all’attenzione della collettività torinese e non solo, per far apprezzare pubblicamente l’infaticabile e preziosa opera della Croce Rossa da 160 anni a questa parte.

TJF 2023, concerti sold out per un festival diffuso che ha entusiasmato il pubblico

 

Un Torino Jazz Festival di grandi numeri quello del 2023, sold out praticamente tutti i concerti, sia i main, diffusi nei vari luoghi della città, sia i club collocati sul territorio.

Risultato entusiasmante per i 9 giorni di programmazione – dal 22 al 30 aprile 2023 – durante i quali si sono tenuti ben 93 appuntamenti organizzati in 62 luoghi sparsi in città, con artisti provenienti da ogni parte del mondo che hanno offerto un ampio panorama di tutti i linguaggi del jazz.

L’affluenza per i 17 concerti principali è stata di 12.513 persone mentre nei 32 club si è registrato un dato di 3.200 ingressi. Ai 34 Jazz Blitz hanno partecipato in 2.000 e in 717 hanno seguito i Talk e gli Special. Il TJF 2023 ha totalizza 18.430 ingressi. Il 29% in più rispetto allo scorso anno.

Da segnalare la presenza ai concerti di spettatori provenienti da ogni parte d’Italia e da tutto il mondo alcuni dei quali giunti appositamente a Torino per seguire il TJF durante i ponti del 25 aprile e 1 maggio.

Il 2023 è stato l’anno delle sorprese – dichiara il Direttore del TJ Festival, Stefano Zenni –Siamo stati sorpresi dall’incredibile affluenza di pubblico e dall’entusiasmo scatenato da tutti i concerti; dalla reazione dei musicisti di mezzo mondo che, felici dell’accoglienza degli ascoltatori, hanno dato letteralmente il meglio si sé; dalla straordinaria risposta organizzativa e artistica dei club, dalla contentezza che ha accompagnato i Jazz Blitz in luoghi spesso di sofferenza; dall’interesse vivace per i Jazz Talks e le iniziative speciali. Forse non dovremmo sorprenderci per l’armonia che da tempo si è stabilita tra il festival e tutta la città, ma non si può non rimanere sorpresi dall’intensità dell’abbraccio reciproco. Tutto questo ha lasciato un segno durevole che ci guiderà fino alla prossima edizione”.

“È stato un Festival straordinario che ha messo d’accordo tutti, gli appassionati e la critica, i torinesi e i numerosi turisti in città per i ponti di fine aprile, gli spazi del centro con quelli dei quartieri cittadini – dichiara il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, -. Abbiamo chiuso l’XI edizione di una rassegna che sia per la qualità che ha saputo offrire sia per il profilo che ha assunto ha conquistato passione e partecipazione di tantissime persone”.

“Sono molto felice. Questa edizione del Torino Jazz Festival ha saputo interpretare perfettamente lo spirito culturale della Città e in particolare dell’Amministrazione – dichiara l’Assessora alla Cultura, Rosanna Purchia -. Il jazz ha invaso Torino coinvolgendo tutti. Dai club collocati nelle diverse circoscrizioni, che da sempre ne accolgono il ritmo, al centro che ha ospitato molti concerti del programma main. Dai luoghi di assistenza, accoglienza e incontro, ai mercati e agli edifici simbolo come la Scuola di Applicazione e Palazzo Cisterna. Abbiamo cercato di unire lo spirito sociale e civile radicato nella nostra città con la cultura e di proseguire con una particolare attenzione alle nuove generazioni. Indicazioni, queste, che il direttore artistico ha saputo declinare alla perfezione”.

Dopo la seguitissima esibizione della Marching Band JST Jazz Parade sabato 22 aprile, la produzione originale di Peppe Servillo & TJF All Stars ‘Natura morta con custodia di sax’ ha ufficialmente aperto l’XI edizione del festival, con una straordinaria partecipazione di pubblico che anche nelle giornate successive ha riempito tutti gli spazi scelti per ospitare i concerti.

Cristina Zavalloni con l’Orchestra del Conservatorio di Torino; Kenny Barron Trio; Federica Michisanti trio con ospite Louis Sclavis; Shabaka Hutchings, Majid Bekkas e Hamid Drake; Hamid Drake con ‘Turiya’; Steve Coleman and Five Elements; Furio Di Castri; Roberto Ottaviano; Paal Nilssen-Love; Francesco Diodati insieme ai ‘tellKujira’; Craig Taborn; Eva Risser; Sarathy Korwar, hanno regalato momenti indimenticabili di grande musica sottolineati da lunghissimi applausi e standing ovation.

È stato Stefano Bollani, domenica 30 aprile, Giornata Internazionale Unesco del Jazz, con il suo doppio appuntamento all’Auditorium del Lingotto a chiudere il Festival, con quasi 4mila spettatori entusiasti.

Il Torino Jazz Festival 2023 è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino con il sostegno del Ministero della Cultura, Main Partner Intesa Sanpaolo e IREN, con il contributo di ANCoS e Confartigianato Imprese Torino, e in collaborazione con Fondazione CRT e OGR Torino.

La musica jazz prosegue in regione con il Torino Jazz Festival Piemonte che a partire dal mese di giugno renderà omaggio al jazz con oltre 20 appuntamenti, diffusi in tutte le province, secondo un modello peculiare e originale. Un cartellone diffuso per portare il meglio delle produzioni jazz contemporanee in Piemonte e che questa estate ospiterà – tra gli altri – il chitarrista statunitense Stanley Jordan, il pianista jazz francese Jacky Terrasson e Boosta, pseudonimo di Davide Dileo co-fondatore dei Subsonica. Il programma sarà presto online su piemontedalvivo.it.

Il festival nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Piemonte dal Vivo e la Città di Torino con il suo Torino Jazz Festival in collaborazione con la Fondazione per la Cultura Torino e il Consorzio Piemonte Jazz.

Foto Alessandro Bosio

“Questa non è la fine E amerai ancora”

Music Tales, la rubrica musicale 

“Questa non è la fine

 E amerai ancora”

La sindrome della persona rigida colpisce il sistema nervoso centrale ma provoca rigidità muscolare progressiva, rigidità e spasmi, principalmente nel tronco e nell’addome.

Celine Dion è affetta da questa rara patologia e per il momento non potrà più cantare. Lo ha rivelato la stessa pop star canadese, 54 anni, in un video pubblicato sul proprio profilo Instagram.

Classe ‘68 la cantante canadese emerge come cantante negli anni ottanta, ottenendo i primi riconoscimenti internazionali con la vittoria al Festival mondiale della canzone popolare del 1982 e all’Eurovision Song Contest del 1988, dove rappresentò la Svizzera. Dopo aver migliorato la conoscenza dell’inglese, firmò un contratto discografico con la Epic Records e nel 1990 pubblicò il suo primo album in inglese, Unison.

Durante gli anni novanta Céline raggiunse la fama dopo aver pubblicato diversi album tra cui Falling Into You (1996) e Let’s Talk About Love (1997), entrambi certificati dischi di diamante negli Stati Uniti, mentre D’eux (1995) divenne l’album in lingua francese più venduto di tutti i tempi. Dion ottenne il successo internazionale anche con diversi singoli come The Power of Love, Think Twice, Because You Loved Me, My Heart Will Go On (cantata per il film Titanic ed i cui autori del testo furono premiati con il Premio Oscar alla miglior canzone) e I’m Your Angel (cantata insieme a R. Kelly).

Nel 1999 Dion annuncia una pausa dalle scene sia per il desiderio di maternità sia per restare accanto al marito René Angélil durante la cura di un cancro faringeo. Nel 2002 torna ai fasti dello star-system con un nuovo album, A New Day Has Come e con un residency show, A New Day…, tenutosi presso il Caesars Palace di Las Vegas tra il 2003 e il 2007.

La sua musica è stata influenzata da generi che spaziano dal rock all’R&B, dal gospel alla musica classica. Canta principalmente in francese e inglese, ma ha anche interpretato brani in giapponese, italiano, latino, napoletano, spagnolo, tedesco e mandarino. Nonostante i suoi dischi abbiano spesso ricevuto pareri contrastanti da parte della critica, è considerata una delle cantanti più influenti della musica pop ed è fra le artiste femminili che hanno venduto di più negli Stati Uniti durante l’era Nielsen SoundScan. Nel 2003 è stata premiata dalla Federazione Internazionale dell’Industria Fonografica (IFPI) per aver venduto oltre 50 milioni di copie in Europa e nel 2016, durante la cerimonia dei Billboards Music Award, è stata riconosciuta con l’Icon Award, rimanendo l’artista musicale canadese con le maggiori vendite, circa 200 milioni di copie in tutto il mondo.

Oggi il suo corpo le lancia dei segnali,ma quando accadono delle coincidenze particolari facciamo fatica a credere che “sia stato solo un caso” perché il destino sembra volerci comunicare qualcosa.

Nella vita di noi tutti arrivano dei momenti in cui tocca imbatterci con delle situazioni dure e complicate, davanti alle quali bisogna trovare la forza di reagire per riuscire a superarle.

Per questo, mentre ascoltate il suo ultimo brano, per favorem sognate come se doveste vivere per sempre, e vivete come se doveste morire domani.

“Il miglior premio che la vita ha da offrire è di gran lunga la possibilità di lavorare sodo per un lavoro che vale la pena fare.”

Buon ascolto

Céline Dion – Love Again (from the Motion Picture Soundtrack) (Official Lyric Video)

CHIARA DE CARLO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Affetti Collaterali insegna e divulga l’arte teatrale

VIAGGIO TRA LE ASSOCIAZIONI TORINESI

L’Associazione di promozione sociale e compagnia teatrale  Affetti Collaterali  è stata costituita il  3marzo 1999.

Ha conseguito il 1.o PREMIO NAZIONALE ASSOLUTO “CULTURA E SOCIETA’ – SEZ. TEATRO”
MEDAGLIA DELLA PRESIDENZA DELLA CAMERA

Questi gli scopi istituzionali:
Promuovere attività di carattere socio-culturale volte a divulgare l’arte teatrale e il suo
insegnamento, favorire l’integrazione sociale delle persone disabili, proporre laboratori e
stages rivolti ad attività socio/culturali, collaborare con Associazioni aventi scopi
umanitari.

Vengono proposte attività di vario tipo:

spettacoli per tutte le età

(al momento disponibili: KATACLISMA – commedia brillante, BANCA DI RIPOSO – commedia brillante, IL PICCOLO PRINCIPE tratto dall’omonimo libro, MIRIAM QUELLO CHE I VANGELI NON DICONO – reading drammatizzato tratto dall’omonimo libro di Patrizio Righero)

sketch, cabaret, magia, Letture drammatizzate di testi letture (con musicista) laboratori, crazy teatre, gioca teatro, lettura interpretata e uso della voce, il corpo e il gesto ecc…

La Compagnia informa che le attività, possono essere orientate anche alle persone con disabilità fornendo importanti momenti di integrazione.

FB: Compagnia Teatrale Affetti Collaterali

Antifascismo, anticomunismo, antitotalitarismi

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Gian Luca Favetto su “Repubblica” ha scritto un articolo dal titolo  “Il 25 aprile: un verso di passione, colori, memorie e profumi “ in cui ad un certo punto ha  scritto quanto segue:  “Il 25 aprile deve sventolare fiero contro tutti i fascismi, nazismi, totalitarismi“. Nunzio dell’Erba mi ha segnalato l’articolo che mi era sfuggito.
In tutto il suo appassionato pezzo, che rivela il  valore del critico letterario capace, ma non certo dello storico, non compare mai la parola anticomunismo. A Fratelli d’Italia si imputa la colpa di non voler mai pronunciare la parola antifascismo, ma Favetto e tanti militanti e dirigenti della Sinistra non  si dicono mai  anticomunisti, commettendo  un identico errore. Il comunismo non è stato da meno del Nazismo, anzi dal 1917 al crollo del Muro di Berlino ha seminato milioni di morti, per non parlare della Cina  maoista e post maoista. Non basta prendere le distanze dallo stalinismo perché Krusciov che era antistalinista, invase l’Ungheria. C’è nel comunismo un’anima totalitaria che lo collega al giacobinismo della Rivoluzione francese, inasprito dalla visione marxista – leninista. Nella  ideologia totalitaria di Lenin ed anche di Trotsky c’è  il naturale ricorso alla violenza e al terrore  come armi di conquista e di mantenimento del potere. Stalin non fu una degenerazione di Lenin, ma la necessaria conseguenza, la normalizzazione di un regime che non poteva vivere in una “rivoluzione permanente“. Portare il socialismo in Russia stravolse tutti gli schemi utopistici di Marx che comunque, come colse subito  molto bene Mazzini, portava in sé una carica anche prussiana  di autoritarismo negatore di ogni  libertà individuale. Come vide Croce, non era possibile passare dalla dittatura del proletariato  del socialismo alla libertà del comunismo.
Dopo l’ esperienza dei dissidenti russi, da Solzeniskcin  a Sacharov, che hanno scoperchiato il vaso di Pandora del comunismo, non è più possibile non dirsi anticomunisti. Girare attorno a questo tema come fanno molti ex missini con l’ antifascismo è un atto di ipocrisia intellettuale e politica. Certo basterebbe una  chiara condanna comune nei confronti dei totalitarismi del Novecento, purché non sia un modo elegante per occultarne una parte come fa Favetto. Riccardo Lombardi arrivo’ a teorizzare l’acomunismo, prendendosi la severa critica filosofica  di Nicola Abbagnano; ci sono intellettuali novecenteschi che vennero accusati di afascismo, mentre molti  loro colleghi si fecero comprare dal regime e ne cantarono le lodi , salvo poi diventare comunisti dopo il 25 aprile 1945. L’ elenco sarebbe lungo. A tanti anni dalla caduta del regime forse anche definirsi afascisti potrebbe avere un senso, ma oggi la polemica politica incandescente richiede chiarezza assoluta. In ogni caso non devono essere i politici a scrivere o a riscrivere la storia, ma debbono essere gli storici. E se ci mettiamo su un piano storico il discorso non  appare  più riguardare il presente, ma il passato. E in questa dimensione può essere collocato anche il discorso di una possibile riconciliazione nazionale come sul terrorismo degli anni di piombo in parte si è realizzato.

Adriano Padovani presenta: POLVERE. Alla Cavallerizza Reale

In occasione di LIQUIDA PHOTOFESTIVAL 2023 PARATISSIMA

Progetto selezionato per

LIQUIDA EXHIBITION

dal 4 al 7 maggio

presso la Cavallerizza Reale di Torino

piazzetta Accademia Militare, 3

https://www.paratissima.it/liquida-exhibition2023/

https://www.paratissima.it/x/adriano-padovani/

https://adrianopadovani.format.com

POLVERE

Firenze 2018 2022

Adriano Padovani

Può capitare che attraversando un sottopassaggio buio e trafficato, lo sguardo si soffermi su due grandi cornici nere abbandonate all’indifferenza di chi ogni giorno percorre quel luogo. Spazi per l’affissione di manifesti pubblicitari non più utilizzati sui quali il tempo, lo smog e il passaggio continuo di automezzi hanno lasciato il loro segno cambiandoli completamente. All’interno di quegli spazi incorniciati sono rimasti dettagli, frammenti di carta, segni, che trasformano quasi completamente le immagini originali e il significato per il quale sono state create e affisse. La sovrapposizione e la trasformazione date dal tempo e dagli agenti atmosferici, hanno aggiunto nuovi elementi a quei manifesti, li hanno resi diversi, nuovi, come dipinti da una mano nera, folle e incontrollabile.

Può capitare che l’occhio attento ne percepisca una bellezza nascosta e la mente, la fantasia li trasformi ulteriormente. Compaiono così improvvisamente angeli, frammenti di messaggi, segni primordiali, macchie di colore. E in quel momento, quelle immagini create dal tempo diventano altro, prendono nuova vita, si trasformano e come in un processo continuo diventando nuovi racconti.

Le opere originali rimarranno in quel luogo, continueranno la loro naturale mutazione come un’esposizione permanente accessibile a tutti. Le loro immagini diventeranno nuove opere, si trasformeranno ulteriormente, prima fotografie, poi ricomposte, rimodellate per altri muri e altre superfici. Si arricchiranno di nuovi significati dall’intervento, dal gesto creativo dell’artista come in un ciclo infinito di creazione e trasformazione restituendo a quei manifesti, la loro primordiale funzione: trasmettere messaggi.

Una trasformazione che non si fermerà, le nuove immagini saranno condivise con altri artisti: scrittori, musicisti, videomaker, i quali aggiungeranno la loro creatività integrando strato dopo strato nuovi significati in un ciclo continuo di trasformazione.

 

 

 

 

 

 

Adriano Padovani

Grafico, designer, da sempre mi occupo di consulenze nel campo della comunicazione collaborando soprattutto con aziende nel settore dell’abbigliamento. Nel tempo ho integrato la fotografia alla mia professione sia come direttore artistico per campagne pubblicitarie e cataloghi di moda sia con progetti su commissione.

 

Negli ultimi anni ho affiancato alla professione un personale lavoro di ricerca fotografica.

 

 

 

 

 

Fluida, inafferrabile, ubiqua, potente e fugace: l’immagine dell’ipermodernità ci abita e da questa siamo pervasi in ogni momento della nostra esistenza. In quella che Zygmunt Bauman ha definito “modernità liquida”, anche la fotografia si adegua a una malleabilità di forma e contenuto resa possibile non solo dalla tecnologia, ma da un nuovo approccio della società all’immagine stessa.

Ogni individuo è oggi produttore e consumatore di immagini attraverso le quali si relaziona agli altri, attribuendo alla fotografia il valore di linguaggio universale. Si è ben presto passati a una “fotografia liquida” di fontcubertiana memoria, effimera e malleabile, sempre più simile a un’immagine mentale che a una fotografia oggetto.

In questo panorama i cui futuri sviluppi si giocano sempre più su paradigmi digitali e intangibili, “Liquida Photofestival” vuole essere un riferimento per restituire, quanto più possibile, lo stato della ricerca fotografica nelle sue diverse forme d’espressione e dello stato dell’immagine nel momento preciso della sua manifestazione, cercando di di dare voce ai nuovi talenti della fotografia contemporanea, non solo dal punto di vista della produzione autoriale, ma anche della riflessione fotografica, coinvolgendo addetti ai lavori che oggi iniziano il proprio percorso in questo cosmo in continuo divenire.

Un festival in cui l’immagine scorre, assecondando il sentiero di un fiume a volte impetuoso, a volte docile, ma mai uguale a se stesso.

Direzione Artistica di Laura Tota

BETTER DAYS WILL COME.

Il peggio è passato, la tempesta è alle nostre spalle. Nuovi scenari si aprono di fronte a noi, pronti per essere esplorati.

E se il prossimo futuro potrà essere ricordato come un raggiante sole o un terribile diluvio, dipenderà solo da ognuno di noi. Il monito è a perseverare e a non arrendersi all’incontrollabile, l’invito è a costruire orizzonti ospitali e accoglienti. “Better Days Will Come”, concept della seconda edizione di Liquida Photofestival, vuole essere un tentativo di disegnare il futuro mondo possibile, attraverso linee di indagine positive che ne evidenzino i potenziali esiti e sviluppi: una sorta di “guida” per orientarsi nell’intricato universo dell’imperscrutabile. Messaggi di Speranza, Bellezza, Condivisione, Coesistenza, Resilienza e Amore: questo è quello che Liquida racconterà attraverso la narrazione fotografica e non solo. Contaminazioni tra immagini in movimento, tecnologia, vecchi e nuovi linguaggi legati all’immagine contemporanea per contribuire a restituire una visione positiva dell’Oggi e del Domani.

BENTORNATI NEL NOSTRO MONDO LIQUIDO.

A cura di Laura Tota

Fluidity, declinazioni della critica d’arte contemporanea

L’evento internazionale si svolgerà dal 5 al 6 maggio in modalità ibrida (presenza e
remoto) dalle ore 10.00 alle ore 17.00 per entrambe le giornate seminariali, presso il Salone
d’Onore all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e sarà un evento totalmente
gratuito così come previsto nei principii dello statuto italiano, per garantire a sua volta con
tale manifestazione un coinvolgimento attivo e partecipativo dei vari professionisti di
settore che insieme ai vari docenti e studenti potranno, inoltre, sondare le dinamiche
evolutive dello stato attuale della critica d’arte con approfondite analisi sulle opere e sugli
artisti nello specifico dei contenuti culturali che riguardano le arti visive in tutte le
diramazioni che coinvolgono la scultura, la pittura, T’architettura, le arti generative, la
Street Art, l’Arte Pubblica. Il dibattito del convegno avrà infatti l’interesse critico e
scientifico di individuare “nuove chiavi di lettura” per poter esplorare i nuovi fenomeni
espressivi della contemporaneità artistica bilanciando in forma democratica le nuove
esigenze espressive dell’arte e degli artisti tra le tematiche fluide che riguardano la
“conservazione del bene” e le conseguenti dinamiche per la valorizzazione dello stesso,
ragionando sull’etica dei linguaggi espressivi e sulle problematiche culturali e sociali che
portano alla nascita di un determinato concept visivo.
Nella giornata del 5 maggio durante la prima sessione del convegno si consegnerà il
riconoscimento della “Menzione alla Carriera”, alla storica e critica d’arte, nonché
curatrice Maria Teresa Benedetti, Past President di AICA Italia.

Tra gli interventi degli ospiti istituzionali e i relatori si segnalano:
Renato Barilli (Presidente Onorario di AICA Italia, Professore Emerito dell’Alma Mater
Studiorum, Università di Bologna)
Henry Meyric Hughes (Co-fondatore di Manifesta e Presidente Onorario di AICA
International, Paris e Past President di AICA UK)
Lisbeth Rebollo Goçalves (Presidente di AICA International, Paris)
Paola Gribaudo (Presidente dell’Accademia Albertina di Belle
Arti di Torino)
Salvo Bitonti (Direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino)
Gabriele Romeo (Presidente di AICA Italia, Docente di Fenomenologia delle arti
contemporanee Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria)
Carolyn Christov-Bakargiev (scrittore, storico dell’arte e curatore, Direttore del Castello di
Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e della Fondazione Francesco Federico Cerruti
“di Rivoli- Torino)
Freddy Paul Grunert (Membro del European Joint Research Center Ispra, curatore allo
ZKM, Zentrum für Art und Medien di Karlsruhe)
Cristina Trivellin (Vice-Presidente del Comitato Scientifico di AICA Italia)
Roberto Mastroianni (Presidente del Museo Diffuso della Resistenza di Torino, professore
di antropologia culturale e di antropologia dell’arte)
Maria Teresa Benedetti (critica d’arte, curatrice, Past President di AICA Italia)
Andrea Balzola (Docente di Teoria e metodo dei mass media presso l’Accademia Albertina
di Belle Arti di Torino)
Lorella Giudici (saggista, critica d’arte e Docente di Storia dell’Arte Contemporanea
all’Accademia di Belle Arti di Brera)
Pier Luigi Capucci (Presidente del Web-Magazine NOEMA e docente presso l’Accademia
di Belle Arti di Urbino)
Malgorzata Kazmierczak (Ph.D in Storia, ricercatrice d’arte contemporanea, VicePresidente di AICA International, VicePresidente di AICA Polonia)
Gian Maria Tossati (Direttore Artistico della Fondazione La
Quadriennale di Roma, artista rappresentante l’Italia nel rispettivo Padiglione alla 59ª
Biennale Internazionale d’Arte di Venezia)
Gabriele Perretta (critico d’arte, Docente all’Accademia di Belle
Arti di Brera)
Liliana Iadeluca (Docente di Scenotecnica all’Accademia di Belle
Arti di Palermo)
Edoardo Di Mauro (curatore, docente di storia e metodologia della critica d’arte, Direttore
del Museo di Arte Urbana, Torino)
Alfredo Cramerotti (Direttore del Mostyn Contemporary Art Museum & Co-Direttore del
IAM Infinity Art Museum. Presidente dell’IKT International Association of Curators of
Contemporary Art, Chair Digital Strategies committee AICA International, Advisor UK
Government art collection & British Council Art Collection).
Matilde De Feo (film-maker, docente di Progettazione multimediale, Accademia di Belle
Arti di Reggio Calabria)
Fiat Arapoglu (Vicepresidente di AICA International, Past
President di AICA Turchia, Asst. Prof. Dr. di storia dell’arte, Altinbas University, IstanbulTurkey)
Rosita Commisso (Docente di Fenomenologia dei media all’Accademia di Belle Arti di
Catanzaro)
Matthew Kangas (Membro AICA USA, editore corrispondente per Art in America and
Sculture magazine. Ha scritto per numerose pubblicazioni per Seattle Times, Artweek,
Preview and
Art Ltd)
Francesca Adamo (storica della fotografia e autrice)
loannis Melanitis (Docente ASFA, Athens School of Fine Arts)
——————————
Modererà gli interventi:
Anselmo Villata (Vice- Presidente e Presidente del Comitato Elettorale EMC di AICA
International)
——————————
Relazioni Istituzionali:
Marilena Vita (Vice-Presidente alle Relazioni Istituzionali di AICA Italia)
PER PARTECIPARE:
Per la partecipazione all’evento, gli utenti da remoto potranno collegarsi alla pagina
dedicata all’evento cliccando sul link http://www.aica-italia.org/category/news/ per
guardare lo streaming.
Quanti volessero assistere alle sessioni della conferenza in presenza dovranno registrarsi
sul modello disponibile alla pagina http://www.aica-italia.org/category/news/, sotto
l’icona Attend The Conference, e formalizzare la propria iscrizione gratuita entro il 30
Aprile c.m.
Coordinatori scientifici e tecnici alla curatela e alle manifestazioni:
Sara Liuzzi
Gerardo De Pasquale
Per maggiori informazioni:
Coordinatori per la Comunicazione e la Stampa di AICA Italia:
Angelo Mistrangelo
Diego Repetto
convegnofluidity.aicaitalia@gmail.com
www.aica-italia.org

“L’importante è che sia illibata e di sani principi”, applausi a Bardonecchia

Sold out e tanti applausi, domenica 30 aprile, al Palazzo delle Feste di Bardonecchia, dove è andato in scena lo spettacolo “L’importante è che sia illibata e di sani principi” con la Compagnia “I Dilettanti all’opera”, diretta da Eugenio Ingribelli.

Ingribelli, nato e cresciuto a Bardonecchia, vive ora a Velletri, vicino a Roma, dove lavora. L’amore per Bardonecchia e la passione per il teatro sono però rimasti intatti. Affetto ampiamente contraccambiato, come hanno dimostrato i tanti amici e compagni di scuola, che hanno voluto essere presenti.


In sala anche il sindaco di Bardonecchia Chiara Rossetti e l’assessore Maria Teresa Vivino, che hanno sottolineato la numerosa partecipazione del pubblico dicendo:” momenti come questi, che rivedono insieme compagni di classe uniti dopo tanti anni per riabbracciare un amico che torna da lontano possono rappresentare un faro per I nostri giovani, per il legame che crea il bello ed il senso di comunità”.

Presenti con gli amministratori bardonecchiesi e dei paesi limitrofi anche rappresentanti dell’Amministrazione di Velletri.

Il ricavato della serata, ad offerta libera, 2141,77 euro, sarà devoluto alla Caritas di Bardonecchia.

L’Amministrazione Comunale ringrazia ” per la grandissima partecipazione la cittadinanza e chi è venuto da lontano”.