CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 244

Diario delle 8. Aforismi, frasi e pensieri nel nuovo libro di Pier Paolo Segneri

E’ stata un bella presentazione quella del 2 marzo scorso presso la Sala Biblioteca dei Circolo dei Lettori di Torino. L’atmosfera era contemplativa tra tutti i preziosi volumi che abitano gli scaffali delle antiche librerie, ma anche effervescente grazie alle parole, alle analisi, alle letture e alle considerazioni che si sono fatte sul nuovo libro di Pier Paolo Segneri, Diario delle 8, edito da Affiori.

Il libro, scritto con passione e trasporto percepibili pagina dopo pagina, vuole regalare uno sguardo nuovo e alternativo su alcuni argomenti, compagni della nostra quotidianità, tratta diversi temi con la penna privilegiata di chi ha una visione ampia sulla cose della vita grazie alla suo essere poliedrico; Pier Paolo Segneri, infatti, oltre ad essere uno scrittore, è  un regista, un poeta, un autore e un docente, professione a lui molto cara e carica di significato.

La copertina da’ l’incipit a questa lettura creativa attraverso i simboli del numero preferito dall’autore, il numero 8, che è  anche il numero infinito, l’ora in cui per tutti noi, e lo è ancora oggi, suonava la campanella per entrare a scuola, e infine, ricalcando le regole del biliardo, che prevedono che la pallina numero 8 possa andare solo nelle buche laterali, propone una strada alternativa del pensiero e una maniera di concepire diversi temi attraverso una modalità anticonformista, come appunto è  il pensiero laterale.

La bellezza, la poesia, l’alterità, la saggezza, le emozioni, la scuola e la politica, grandi passioni dell’autore, sono raccontate, descritte e auspicate con uno spirito indipendente e libero attraverso frasi, aforismi e pensieri che non sono solo delle affermazioni, ma anche un invito, una chiamata al pensiero, alla parola e conseguentemente all’azione svincolate dal telaio delle omologazioni.

A presentare e celebrare la nascita di questa nuova opera erano con l’autore, Elena D’Ambrogio Navone per i saluti istituzionali, il giornalista Edmondo Bertaina, che ha condotto il dibattito, l’attrice Sara D’Amario che ha letto diversi brani del libro, e due relatori, Giampiero Leo e anche la sottoscritta, felicissima di essere stata invitata a partecipare.

Qualcuno ha detto che quando finiamo di leggere un libro perdiamo un amico e in un certo senso è così perchè lasciamo una storia, dei protagonisti, uno scenario che immaginiamo nella nostra mente mentre scorriamo le sue pagine; però  è altrettanto vero che un libro ci dona la sua amicizia lasciando in noi tracce di sapere, nozioni, emozioni. Questo libro mi ha permesso di legittimare molti dei miei pensieri, di convalidare diverse idee che avevano bisogno di essere supportate da un “amico” e soprattutto mi ha fatto riconoscere quanto sia importante la capacita’ di pensare in maniera libera e indipendente.

MARIA LA BARBERA

Billy Elliot torna al teatro Colosseo

Da giovedì 7 a sabato 9 marzo ore 20.30
domenica 10 marzo ore 16.00
BILLY ELLIOT
giovedì: poltronissima 46,00 / poltrona 38,00 / galleria A 34,00 / galleria B 26,00 /ridotto under 16 31,00
Venerdì, sabato domenica: poltronissima 50,00 / poltrona 41,00 / galleria A 37,00 / galleria B 28,00 / ridotto under 16  33,00
“Io non voglio una qualunque adolescenza. Io voglio diventare un ballerino!”: Billy Elliot torna al #TeatroColosseo. Il musical firmato Massimo Romeo Piparo racconta la vicenda appassionante di Billy, ragazzo pieno di talento pronto a lottare contro chiunque voglia ostacolare il suo unico obiettivo. A vestire i panni di Jackie Elliot, il padre di Billy, il celebre attore Giulio Scarpati. Rossella Brescia dà voce e verve a Mrs. Wilkinson, la maestra di danza che scopre il grande talento di Billy e scommette sul suo futuro nonostante l’acceso conflitto con suo padre. Con le musiche pluripremiate composte da Elton John e un grande cast di oltre 30 artisti uno degli appuntamenti imperdibili della stagione.

Con Rossella Brescia da sx Emiliano Fiasco, Bryan Pedata, Andrea Loconsole

Tutte le informazioni sui  social e sul sito www.teatrocolosseo.it sui profili social del Teatro.

De Rosa decifra “Edipo”, il “suo” sovrano antieroe

Da venerdì 8 a domenica 17 marzo

Seduto al tavolino del vecchio caffè, Andrea De Rosa decifra il “suo” “Edipo re”, sul palcoscenico dell’Astra da venerdì 8 a domenica 17 marzo, accanto a tutti i suoi attori e ai collaboratori che lo hanno coadiuvato nel costruire la tragedia greca, “considerata uno dei testi teatrali più belli di tutti i tempi”, “a ritrovare un senso, il senso di se stessi, delle parole, delle cose”. Guardando con occhi nuovi il testo di Sofocle, “la mia impressione è che Edipo sappia sin dall’inizio di conoscere la verità e quella conoscenza deriva dalle parole – “Sei tu”: sei tu l’assassino, sei tu che hai ucciso tuo padre, sei tu a giacere con tua madre e ad essere allo stesso tempo padre e fratello dei tuoi stessi fratelli – che Tiresia, il dito puntato con decisione, gli pronuncia. Entro immediatamente nella storia, con più immediatezza di quanto normalmente succeda. Come ho affidato ad un unico attore il ruolo di Tiresia e di tutti i messaggeri: non si tratta solo di uno stratagemma registico, ma di mettere in scena un personaggio che, di volta in volta, rappresenti una manifestazione del dio Apollo, della sua voce oscura, dei suoi oracoli. Questo spettacolo sarà per me un proseguimento del lavoro iniziato con “Le baccanti”. Se in quello tutto ruotava intorno alla figura e alla voce di Dioniso, in questo il protagonista nascosto sarà Apollo.”

Sottolineando fortemente come non sia lo spettacolo a inserirsi nei venti e più titoli della stagione del TPE ma al contrario tutto quanto ruoti dalla necessità di impaginare in scena “Edipo” da parte di De Rosa, sei attori stanno al centro dell’adattamento del regista (reduce del successo ottenuto al Regio con il verdiano “Ballo in maschera” diretto da Riccardo Muti) che si è avvalso della traduzione di Fabrizio Sinisi – drammaturgo, poeta e scrittore, collaboratore di De Rosa per il “Processo Galileo” della scorsa stagione e dei maggiori teatri nazionali, del quale vanno almeno ricordati la menzione dell’American Playwrights Project, il Premio Testori per la Letteratura e il Premio Nazionale dei Critici di Teatro -: il protagonista è Marco Foschi, un Edipo antieroico, spaventato dai lati oscuri della vicenda e schiacciato dagli eventi, Frédérique Loliée (già sbalorditiva Elettra e Maria Stuarda e lady Macbeth: “c’è sempre una rilettura, rapportata all’oggi, ci deve essere, sia che tu metta in scena Sofocle o Shakespeare”) assume tutta la disperazione di Giocasta, Roberto Latini è Tiresia, Francesca Cutolo e Francesca Della Monica il coro, Fabio Pasquini Creonte. A Daniele Spanò si devono gli specchi in plexiglas, diversamente ambientati, magari in via di definizione in questi ultimi giorni di prove (“quello realizzato è un allestimento spaziale dal carattere fortemente installativo che dichiara con crudezza la sua funzionalità: dare luce”), di Graziella Pepe i costumi (un tempo) regali che a poco a poco, allorché la verità verrà svelata, perdono la loro ricchezza. Estremamente importanti nella costruzione della tragedia le luci di Pasquale Mari (felicissimo collaboratore di Martone e Moretti, Sorrentino e Bellocchio e Ferzan Ozpeteck), un ruolo fondamentale nel porsi di fronte alle cecità di Edipo, esiliato a Colono e di Tiresia, colpevole d’aver visto la nudità di Athena: entrambi hanno guardato troppo dappresso e si sono confrontati con il dio, con Apollo che “porta vita e conforto agli umani ma può anche annientarli.”

Verità e non verità, annientamento e salvezza, il vedere e il non vedere, colpa e fato, differenti strade s’incrociano in “Edipo”: al regista è questo intersecarsi a interessare maggiormente, anche a costo di mettere in secondo piano il rapporto tragico tra madre e figlio e le teorie freudiane. Si va alla ricerca della “aletheia” che in greco non è soltanto la verità, quanto piuttosto l’atto di togliere il velo da qualcosa per scoprirla: atto di protezione prima, atto di distruzione poi, perché la verità acceca. Ma è della natura umana ricercare, andare addentro a ogni cosa, e Edipo vuole sapere, vuole conoscere: farà di quella conoscenza la propria grandezza ma anche la propria rovina. Ogni azione vissuta nella paura in una città che sta morendo, colpita dalla peste, dalla pandemia ci sarebbe più facile dire oggi, ogni azione mentre si arriva alla lettura e alla scoperta di un passato, che si fa con dolore presente: “Non dite mai di un uomo che è felice, finché non sia arrivato il suo ultimo giorno”, reciterà in ultimo il coro.

A completamento dello spettacolo – continuiamo a definirlo così, ma ci aspettiamo “altro”, lontano dai canoni che siamo abituati a incontrare a teatro -, Daniele Spanò ha inventato “Ultimo movimento”, una installazione visibile nell’Astra Room, “riflessione sulla bulimia odierna di immagini e sulla paradossale indifferenza che ne scaturisce”. Mentre domenica 10 marzo la replica è destinata a spettatori non udenti, tramite l’aiuto di uno speaker che guiderà in cuffia lo spettatore attraverso una descrizione riassuntiva della vicenda.

Elio Rabbione

Immagini delle prove di “Edipo re”

“Antonio Campi a Torre Pallavicina”, ultimi giorni alla Galleria Sabauda

La “Galleria Sabauda” riunisce le quattro pale superstiti di una grande “ancona cristologica” opera del manierista cremonese

Fino al 10 marzo 2024

Fra i più grandi esponenti del nostro Rinascimento, figlio e fratello d’arte, Antonio Campi (Cremona, 1524 – 1587), è ricordato, in vista del prossimo Cinquecentenario della nascita, dalla torinese “Galleria Sabauda – Musei Reali” con l’esposizione, nella Sala del “Tardo Manierismo” e fino a domenica 10 marzo 2024, delle quattro tavole a tema “cristologico” superstiti di un ampio ciclo dipinto dall’artista cremonese (particolarmente caro per i suoi toni drammatici e spettacolari a un “campione della Controriforma”, quale fu il cardinale e arcivescovo metropolita di Milano Carlo Borromeo) negli anni Settanta del Cinquecento. Seconda tappa della “mostra dossier”, aperta dal 19 settembre al 3 dicembre scorsi, al “Museo Diocesano” di Cremona, la mostra torinese “Antonio Campi a Torre Pallavicina” accende i riflettori sull’attività del pittore per l’“Oratorio di Santa Lucia” a Torre Pallavicina, comune nella diocesi di Cremona (oggi in provincia di Bergamo) e presenta ciò che rimane di una grande “ancona”a tema “cristologico” della quale facevano parte i due pannelli con l’“Andata al Calvario” e la “Resurrezione”, già appartenenti alle Collezioni della “Sabauda”, e le due tavole con l’“Orazione nell’orto” e “Cristo davanti a Caifa” proprietà della Galleria “Canesso” di via Borgonuovo, a Milano, che ne ha concesso per l’occasione il prestito. Da notare il  singolare contrasto delle cromie delle due coppie di tavole: accesi e luminosi i colori di quelle torinesi (in un’affollata rappresentazione di personaggi partecipanti in vario modo ed esibizione di sentimenti alla dolorosa salita al Calvario del Cristo e alla sua Resurrezione), tenebrosi ma “squarciati da accensioni luministiche magistrali” i due “notturni Canesso”, espressione di quello “sperimentalismo luministico” che caratterizza la maturità dell’artista e, in certo senso, ne fa il precursore (come già ebbe a sottolineare Roberto Longhi) dei plumbei “notturni” di Caravaggio.

Le due tavole milanesi sono state esposte al pubblico, per la prima volta, nella sede della meneghina Galleria “Canesso” nel 2021, dopo essere state pubblicate nel 1974 dalla storica dell’arte Maria Luisa Ferrari e poi a lungo disperse. Approfondite ricerche d’archivio, dopo il loro recente ritrovamento, hanno potuto stabilire con certezza che i due dipinti appartengono allo stesso ciclo pittorico delle due tavole torinesi, acquisite dallo Stato nel 1957 per le collezioni della “Galleria Sabauda” e riconosciute dallo storico dell’arte cremonese Marco Tanzi come “significative testimonianza della pittura preziosa, elegante e splendente di Antonio Campi”. Oggi sappiamo, dunque, che la Cappella privata voluta da Adalberto Pallavicino era arricchita da almeno quindici pannelli con episodi della “Passione di Cristo”, un caso privo di paragoni nella Lombardia dell’epoca. A nostra conoscenza sono le quattro esposte oggi alla “Galleria Sabauda”. Della sorte delle altre tavole del ciclo di Torre Pallavicina, alcune di certo danneggiate e forse irrimediabilmente distrutte, niente ancora è dato di sapere.

 

Le novità documentarie e le recenti scoperte, corredate da nuove campagne fotografiche, sono pubblicate nel catalogo della mostra a cura di Eleonora Scianna, edito da “Persico Dosimo”nel 2023.

Gianni Milani

“Antonio Campi a Torre Pallavicina”

Galleria Sabauda – Musei Reali, piazzetta Reale 1, Torino; tel. 011/19560449 o www.museireali.beniculturali.it

Fino al 10 marzo 2024

Orari: dal mart. alla dom. 9/19

Nelle foto:

–       Antonio Campi: “Resurrezione di Cristo” e Salita al Calvario” (Crediti Ernani Orcorte)

–       Antonio Campi: “Orazione nell’orto” (Crediti Fotostudio Rapuzzi Brescia per Galleria “Canesso”)

–       Antonio Campi: Cristo davanti a Caifa” (Crediti Fotostudio Rapuzzi Brescia per Galleria “Canesso”)

Al Teatro Baretti “Donne informate sui fatti”

Giovedì 7 e venerdì 8 marzo 2024 ore 20:00

con

la migliore amica: Laura Marinoni

la figlia: Olivia Manescalchi

la giornalista: Pia Lanciotti

la bidella: Paola Roscioli

la volontaria: Valentina Virando

la poliziotta: Paola Benocci

la barista: Francesca Piccolo

e con: Tina Boglione

contrabbassista: Barbara Betti

regia Maria Grazia Solano

luci Alberto Giolitti

ASSOCIAZIONE BARETTI

si ringrazia AMAT Accademia Musica Arte Teatro

A dieci anni dalla morte di Carlo Fruttero, Torino si prepara a ricordare la figura dello scrittore insieme a quella dell’inseparabile Franco Lucentini, con l’intitolazione a loro nome dei Giardini di Piazza Arbarello.

Alla morte dell’amico fraterno, Carlo Fruttero smise di scrivere per un lungo periodo, come testimoniano le figlie Carlotta e Federica, per poi uscire dal silenzio pubblicando il romanzo “Donne informate sui fatti”, un affresco sociale vorticoso e ironico di una Torino alta e bassa raccontata da otto eterogenei personaggi femminili.

L’Associazione Baretti, con il sostegno delle eredi di Carlo Fruttero, produce una performance dedicata al romanzo diretta da Maria Grazia Solano e interpretata da cinque prestigiose attrici tra le più accreditate nel panorama nazionale: Laura Marinoni, Pia Lanciotti, Olivia Manescalchi, Paola Benocci, Paola Roscioli, affiancate da Valentina Virando e Francesca Piccolo.

Nella Torino della buona borghesia si compie un delitto. Otto donne, otto ritratti femminili orbitano intorno al cadavere di una ex prostituta rumena sposata a un ricco banchiere torinese. Ciascuna racconta ciò che ha visto o sentito, ciò che sa o crede di sapere, o non sa di sapere, o finge di non sapere. Otto voci incalzanti, rabbiose, pietose, che si susseguono, si intrecciano, si smentiscono raccontando di: “Milena la bellissima, Milena la santa santissima…”.

“il titolo della stagione contiene la parola regine in minuscolo, a simboleggiare uno status personale di consapevolezza, una regalità che proviene dalla coscienza di sé e non concessa da altri, la virgola e lo spazio vuoto suggeriscono poi un elenco potenzialmente infinito di declinazioni, ruoli, condizioni possibili del genere femminile. Esplorare, sfidare e celebrare il femminino in tutte le sue molteplici sfaccettature: ecco il cuore di questa nuova stagione teatrale, che mi vede nell’inedita veste di direttore artistico.” Sax Nicosia

Una stagione speciale resa possibile grazie alla collaborazione con Piemonte Dal Vivo nell’ambito del bando CortoCircuito, e con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo.

Per avere altre informazioni sulla stagione è sufficiente cliccare qui

BIGLIETTERIA:
INTERO 12€
RIDOTTO 10€ (studenti/over65/anpi)
ABBONAMENTO 5 SPETTACOLI 45€
BIGLIETTERIA ONLINE:
È consigliato l’acquisto dei biglietti online su anyticket.it | L’acquisto prevede il diritto di prevendita di 0,70€. | Non sono possibili prenotazioni telefoniche o via mail.
PREVENDITA IN CASSA:
Qualora fossero ancora disponibili dei posti in sala è possibile acquistare i biglietti degli spettacoli teatrali prima dell’inizio dell’evento.

“Quando qualcosa di così vicino e caro alla vita esplode dentro di te…”

Music Tales, la rubrica musicale 

“Quando qualcosa di così vicino e caro alla vita

Esplode dentro di te, senti che la tua anima è in fiamme

Quando qualcosa di così profondo e così lontano e ampio

Cade accanto alle tue grida possono essere ascoltate

Così forte e chiaro”

I Queen avevano terminato il tour britannico del 1974 il 2 aprile, con un concerto spettacolare al Barbarellas di Birmingham, ravvivato da un fuoriprogramma.

Roger Taylor aveva scommesso una bottiglia di champagne con i roadies e con i Nutz.

Il gruppo spalla, che nessuno di loro avrebbe avuto il coraggio di attraversare nudo il palco durante il concerto dei Queen.

Il cantante dei Nutz e due roadies non avevano invece paura di nulla e attraversando più volte il palcoscenico da una parte all’altra con proprio niente addosso.

Subito dopo, i Queen partirono per l’America, dove insieme agli Aerosmith avrebbero fatto da spalla ai  Mott the Hoople di Ian Hunter.

La prima data era prevista il 1 maggio alla  Farm Arena di Harrisburg, un luogo ameno, un gigantesco recinto che per tutto l’anno conteneva centinaia di mucche.

Le mucche erano state fatte sgombrare il giorno prima e il loro odore si sentiva ancora forte e chiaro. In aggiunta, gli organizzatori non erano riusciti ad eliminare tutti i bisogni corporali delle mucche, che facevano dunque bella mostra di sé in tutto il campo.

A poche ore dall’inizio, non era ancora stato deciso l’ordine di apparizione delle band di apertura: prima gli Aerosmith o prima i Queen?

I due management cominciarono a litigare furiosamente.

Brian May e Joe Perry si guardarono, decisero che ne avevano abbastanza di parole gridate, dissero che a loro non fregava un beneamato cavolo di chi si sarebbe esibito per primo.

Joe tirò fuori una bottiglia di Jack Daniel’s e cominciarono a bere. E a bere. E a bere.

Salirono entrambi sul palco completamente ubriachi.

Alla data successiva, si incontrarono nuovamente e  Joe Perry chiese: “ma alla fine chi ha suonato per primo? “

Ho trovato un piccolo gioiello di Freddie, di cui mi ero dimenticata.  È meravigliosa. In realtà, è stata una vera scoperta. Viene dalle ‘Miracle Sessions’.

Si nascondeva in bella vista, mi piace, spero piaccia anche a voi.

«Siamo i campioni, amici miei, e continueremo a combattere, fino alla fine.»

Buon ascolto

https://www.youtube.com/watch?v=_yJBd99tLdU

CHIARA DE CARLO

 

 

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

 

EXPOSED Torino Foto Festival, il grande Festival Internazionale di Fotografia di Torino

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Dal 2 maggio al 2 giugno 2024 il capoluogo piemontese ospita la prima edizione di EXPOSED Torino Foto Festival, il nuovo Festival Internazionale di Fotografia di Torino. Rifacendosi a uno degli argomenti centrali nella tradizione fotografica italiana, per il 2024 il Festival è dedicato al tema New Landscapes – Nuovi Paesaggi, e propone una riflessione sull’evoluzione odierna del medium fotografico e delle principali sfide e innovazioni del mondo dell’immagine, attraverso un cartellone di mostre temporaneeincontritalk ed eventi nelle sedi delle principali istituzioni culturali torinesi.

 

Promosso da Città di Torino, Regione PiemonteCamera di commercio di Torino, Intesa Sanpaolo, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT su delega della Fondazione CRT e organizzato da Fondazione per la Cultura TorinoEXPOSED nasce dalla volontà di sottolineare, ancora una volta, la vocazione culturale e artistica della città, che vede nelle iniziative incentrate su creatività e innovazione alcuni tra i principali motori di sviluppo e fattori di crescita, non solo turistica, del territorio.

 

La Direzione Artistica, selezionata attraverso una procedura internazionale ad evidenza pubblica, è affidata a Menno Liauw e Salvatore Vitale, rispettivamente Direttore e Direttore Artistico di FUTURES – piattaforma internazionale che comprende 19 importanti istituzioni artistiche europee con impatto e influenza nel mondo della fotografia.

 

“Vogliamo concentrarci su un approccio innovativo e inclusivo per attrarre un pubblico eterogeneo, sia locale che internazionale, attraverso un programma diversificato che comprende diversi approcci alla fotografia: da quella classica a quella contemporanea, cross-media, installativa e performativa. La collaborazione e la collettività sono aspetti chiave – sostiene Menno Liauw – e sottolineano la natura multidisciplinare e caleidoscopica di EXPOSED. Visioni, approcci, idee e progetti diversi rendono il festival  e di conseguenza la città di Torino  un punto d’incontro inclusivo e aperto al mondo.”

 

“Presentiamo progetti che spesso sono il risultato di una ricerca a lungo termine sugli sviluppi sociali delle comunità. Progetti che vanno oltre l’estetica, ma avviano dialoghi, sensibilizzano e ispirano cambiamenti sociali. Attraverso la lente di diversi artisti, ci proponiamo di mostrare l’impatto che l’arte può avere sulla nostra percezione del mondo, dalle comunità locali alle questioni globali.”  Sottolinea Salvatore Vitale

 

Il programma della prima edizione di EXPOSED propone più di 20 mostre temporanee, una committenza artisticadue giorni di talk, una piattaforma didattica, un salone di editoria indipendente, incontri, screening, letture portfolio e altri eventi, tutti realizzati grazie al coinvolgimento nella progettazione e produzione delle principali istituzioni torinesi, delle realtà indipendenti e di attori della scena artistica cittadina e internazionale.

Il progetto della Palazzina di Caccia di Stupinigi è tra i 20 finalisti di Art Bonus 2024

Il progetto di ripristino e valorizzazione dei parterres antistanti la Palazzina di Caccia di Stupinigi, un perfetto connubio tra conservazione e rivalutazione nel rispetto della sostenibilità ambientale e della gestione manutentiva, è tra i 20 progetti finalisti al concorso Art Bonus 2024. Dopo aver superato la prima fase, con 1.229 voti, il progetto della Palazzina è entrato nella fase II, la finale a suon di likes: dalle ore 12 di lunedì 4 marzo alle 12 del 18 marzo sarà possibile votare sui canali social Facebook e Instagram di Art Bonus i 40 progetti finalisti (20 per ciascuna categoria: Beni e Luoghi della Cultura, Spettacolo dal Vivo) dell’ottava edizione del concorso. Al termine delle votazioni saranno sommati i voti della prima e della seconda fase per costruire la classifica finale.

Il progetto di valorizzazione dei parterres ha conservato il disegno storico-architettonico originale dell’atrio verde di ingresso alla Palazzina e perseguito la sostenibilità ambientale, in termini di ridotto o nullo utilizzo di fitofarmaci, risparmio idrico e mantenimento della biodiversità, e gestionale e manutentiva con un razionale impiego delle risorse umane e tecniche-operative.

 

IL PROGETTO

Il progetto di riqualificazione dei parterres si è diversificato in due zone.

Nel cortile d’onore, tra la Palazzina e la cancellata, è stato mantenuto il giardino formale di alta rappresentanza con la formazione di una nuova siepe di Ilex crenata invece di Buxus sempervirens. La scelta di Ilex crenata, anche noto come agrifoglio giapponese, è motivata soprattutto dall’attuale difficile gestione delle malattie del bosso, malattie per le quali, soprattutto per il patogeno fungino, non sono ancora disponibili efficaci e risolutive soluzioni. Inoltre, l’arbusto selezionato è molto simile al bosso e, per il momento, non soggetto a gravi fitopatologie.

Nella piccola esedra, tra il cancello d’onore e le citroniere, una zona ad alta fruizione pubblica, si è pensato di rimodulare la sobrietà dei parterresintroducendo qualche nota di colore così da far risaltare la loro forma e offrire al visitatore una maggiore percezione e sensibilità del giardino come ambiente aulico ma, anche, naturale ed ecologicamente sostenibile. Pertanto, in alcune aiuole sono state messe a dimora delle specie perenni erbacee tappezzanti, sempre di minima altezza, con fioriture scalari, quali Phlox spp., Verbena spp., Erigeron spp., Achillea e Lippia spp. Le piante tappezzanti hanno ridotte esigenze agronomiche e riescono a ricoprire il terreno formando un “cuscino” di notevole pregio ornamentale.

Il progetto è stato cofinanziato con Art Bonusdalla società di sviluppo immobiliare Vailog SEGRO, per un importo complessivo di 120mila euro, dei quali 80mila interamente finanziati.

Patrizia Conte La voce femminile del jazz italiano

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 6 marzo, ore 21.30

 

Tarantina di origine e milanese di adozione, Patrizia Conte è riconosciuta come una delle più belle voci del panorama jazzistico italiano. In più di 25 anni di carriera ha collaborato con musicisti italiani e stranieri di grande spessore, quali Lee Konitz, Cedar Wolton, Bill Higgins, Mark Murphy, Jimmy Owens, Bobby Durham, Nuccy Guerra, Massimo Moriconi, Guido Manusardi, Bobby Watson, Jay Rodriguez, Victor Louis, Nando de Luca, Dado Moroni, Carlo Atti, Mario Rusca. Sul fronte del jazz italiano spicca il lungo sodalizio con Tullio De Piscopo. È stata inoltre vocalist stabile nella Jazz Studio Orchestra diretta dal Maestro Paolo Lepore.

Nel 1999 Patrizia Conte ha debuttato ne “L’opera da tre soldi” di Kurt Weill nel ruolo di Frau Peachum, con Glauco Onorato e la Jazz Studio Orchestra diretta da Paolo Lepore. Nel 1998 ha partecipato a un “Omaggio a Max Roach” con Tullio De Piscopo, organizzato dall’Associazione Culturale 2° Maggio presso l’Auditorium della Camera del Lavoro di Milano. Nel 1997 ha cantato l’inno di apertura dei Giochi del Mediterraneo accompagnata dall’Orchestra Sinfonica di Bari. Nell’ambito del Festival Internazionale delle vocalist nel 1989 si è esibita con il Brass Group di Palermo. Nel 1988 ha tenuto un concerto al Teatro Olimpico di Roma in omaggio a Nino Rota dedicato a Fellini.

Formazione

Patrizia Conte, voce

Davide Calvi, pianoforte

Giorgio Allara, contrabbasso

Giorgio “doc” Diaferia, batteria

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

Silvia Mezzanotte e Carlo Marrale cantano i Matia Bazar ad Alessandria

Giovedì 14 marzo alle ore 21.00 al ‘Teatro Alessandrino’ il grande show  con tutte le hits più famose della storica band italiana.

Riparte dal Piemonte, e più precisamente Giovedì 14 Marzo alle ore 21.00 al Teatro Alessandrino di Alessandria, il tour celebrativo dei 40 anni di ‘Vacanze Romane’ impareggiabile capolavoro dei Matia Bazar.

Una canzone senza tempo che nel 2023 ha visto sbocciare una nuova e altrettanto raffinata versione a opera di due fra i più noti e amati membri storici della band nata nel 1975 a Genova: la voce di Silvia Mezzanotte e il canto e la chitarra di Carlo Marrale, tra i fondatori del gruppo nonchè coautore di tutte le loro hit più famose.

Uno spettacolo rodato e coinvolgente in cui i due musicisti, per la prima volta sul palco insieme proprio perché hanno fatto parte dei Matia Bazar in formazioni diverse, rivelano una sorprendente affinità artistica e umana insieme come se avessero cantato insieme da sempre.

Scorrono così, audaci e affascinanti come sempre, melodie indimenticabili e sperimentazioni pop-rock nuove e di gran classe che rispondono al nome anche di Stasera che sera, Per un’ora d’amore, Solo tu, Mister Mandarino, C’è tutto un mondo intorno, Che male fa, E Volo anch’io, Ti sento, Dedicato a Te e Brivido caldo.

Arrivando sino a Messaggio d’amore che ha visto i Matia Bazar con la voce di Silvia Mezzanotte trionfare per la seconda volta al Festival di Sanremo nel 2002, mentre Carlo Marrale lo vinse con loro nel 1978 con E dirsi ciao.

«Io e Carlo – conferma Silvia Mezzanotte – abbiamo vissuto il mondo Matia Bazar in modo parallelo, in tempi diversi. Ma quando abbiamo cominciato a cantare insieme ci siamo riconosciuti, come chi ha già fatto un pezzo di strada mano nella mano».

Uno show ricco di note, sorrisi, aneddoti ed emozioni capace di conquistare il pubblico dal primo all’ultimo istante, prodotto come sempre in esclusiva da ‘Baldrini Produzioni’ in collaborazione con ‘Vie Musicali Eood’.

Biglietti ancora disponibili in prevendita sul circuito www.ticketone.it, sul sito www.teatroalessandrino.it e alla cassa del Teatro Alessandrino in Via Giuseppe Verdi, 12 ad Alessandria tutti i giorni, domenica esclusa, dalle 17.00 alle 19.00.

Per informazioni, tel. 0131 252644.