In mostra al Museo Archeologico Regionale di Aosta
Il Museo archeologico regionale di Aosta dedica un’importante retrospettiva a Felice Casorati e alle generazioni di artisti e artiste che egli ha formato.
Il titolo della bella mostra ospitata dal Museo Archeologico Regionale di Aosta si intitola “Felice Casorati. Pittura che nasce dall’interno” e comprende oltre cento opere di uno degli artisti italiani più affascinanti della prima parte del Novecento.
Felice Casorati è stato uno degli artisti più importanti del Novecento in Italia e uno dei più longevi della sua epoca, avendo attraversato il periodo delle avanguardie, il ritorno all’ordine, il periodo del fascismo fino ad approdare al dopoguerra. Felice Casorati nacque a Novara nel 1883 da un ufficiale in servizio permanente, Francesco, e da Caterina Borgarelli. A causa del mestiere del padre, la famiglia si trasferisce frequentemente e Felice si trova a vivere a Padova, dove compie gli studi laureandosi in legge. Tuttavia, mentre sembra essere avviato ad una carriera nel settore giuridico, maturò una profonda passione per le arti, per la musica in particolare, dilettandosi come pittore. Nel 1907 provò a inviare alcune opere alla VII Biennale di Venezia, tra cui il Ritratto della signora Elvira, oggi in collezione privata, che fu accettato.
La critica era convinta di trovarsi di fronte a un giovane molto puomettente, che aveva solo 24 anni. Tra il 1908 e il 1911 si trasferisce a Napoli, spostandosi poi a Verona, dove fondava la rivista La via lattea, per la quale eseguiva anche degli schizzi e illustrazioni in stile art nouveau. Nel1912 partecipa all’IX biennale di Venezia ed espone 41 opere alla mostra di Ca’ Pesaro, che diventerà per lui più importante tanto da indurlo a rifiutare un invito alla Biennale nel 1920.
Casorati dapprima si avvicinò al simbolismo, con uno sguardo aperto sugli scenari internazionali e fu, in particolare, affascinato dalla secessione viennese dei vari Gustav Klimt, Oskar Kokoschka e colleghi, ma guardò anche a Cézanne e fu molto vicino ai principali critici e collezionisti del suo tempo, da Piero Gobetti a Lionello Venturi, da Antonio Casella a Riccardo Gualino. In particolare Casorati strinse una profonda amicizia con Riccardo Gualino, che gli commissionò opere, tra cui la decorazione del suo teatrino privato e fece sviluppare in lui l’interesse per le arti applicate. Nel capoluogo piemontese è stato il maestro più influente dell’Accademia di Belle Arti, ma ha anche avuto una sua scuola privata in cui sono cresciute interessanti figure, tra le quali la moglie Dafne Maugham e parecchie altre artiste, in controtendenza con un’Italia profondamente maschilista, come la scrittrice Lalla Romano, Marisa Mori e Nella Marchesini. Alla fine del percorso della mostra è proposta una piccola scelta di opere di sue adepte.
Le opere in mostra illustrano cronologicamente tutto il cammino dell’artista e arrivano da collezioni pubbliche e private, come “Le Sorelle” o “Le ereditiere”, provenienti dal Mart di Rovereto del 1908, in cui emerge la bravura del pittore nell’utilizzo del nero. Nell’opera intitolata “Le due sorelle” è possibile cogliere il legame profondo dell’artista con la pittura di Piero della Francesca, in particolare, che Roberto Longhi aveva riletto nel suo primo saggio a lui dedicato sette anni prima. Accanto ai ritratti, molto interessanti in quanto appartenenti a collezioni private, si ricordano le opere di paesaggio degli anni Dieci, come “La bianca e nera città turrita”, una tempera su cartone che proviene da una collezione privata. Sono anche parecchie le sculture in mostra come “Maschera rossa” e “Maschera nera” del 1914, altre meno note come “L’attesa” o il “Viso di donna”, rispettivamente terra cotta e terra cruda, realizzate una prima volta alla fine degli anni Dieci.
Di interesse anche i bozzetti che Casorati realizzò per il teatro alla Scala, che ci presentano un artista più gioioso.
Mara Martellotta
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Cruda la storia raccontata in prima persona dal protagonista. L’anziano Tollak, rude, scontroso e solitario, che vive isolato sulle alture del Sørfjellet e, sentendo approssimarsi la morte, decide di svelare il terribile segreto che gli rode l’anima.
Questo è uno dei libri più belli letti ultimamente, dedicato a Mildred Harnack, animatrice di una rete di resistenza antinazista, che finì sulla ghigliottina per ordine diretto di Hitler.
Una bellissima e struggente storia scritta dalla giovane Valeria Provenzano, nata nel 1992 a Cumaná nei Caraibi Venezuelani; oggi trapiantata a Torino, dopo aver vissuto in vari luoghi e sempre in movimento.
Hannah Rotschild è un’aristocratica dama inglese, prima donna presidente del Cda della National Gallery, autrice di romanzi in cui mette sotto la lente d’ingrandimento vizi e vezzi
Progetto della biellese “BI-Box – APS” (Associazione di promozione socio-culturale), a cura di Irene Finiguerra e Barbara Masoni, ritorna a Biella, dal 27 al 29 settembre prossimi, il Festival “ContemporaneA. Parole e storie di donne”, alla sua quinta edizione e con il titolo e tema prescelto di “Voci in capitolo”. In attesa dell’avvio della manifestazione, se ne proporrà un breve ma interessantissimo preludio o anteprima speciale al “Circolo dei Lettori” di Torino, con appuntamento per sabato 6 aprile, a partire dalle ore 15, in un pomeriggio che vede in programma ben sei incontri e tredici illustri ospiti. Al centro dell’incontro, quello che è il tema generale del “Festival”, che vuole essere, fin dalla sua nascita, ricordano le organizzatrici, “un modo per ribadire la necessità di dare maggiore spazio alla voce delle donne, prestando ascolto alle storie e alle parole delle protagoniste della letteratura e della società di ieri e di oggi”.
associata di Letteratura Italiana presso la “University of Toronto”), dialogano sulla finora poco esplorata narrazione del paterno insieme alle scrittrici Francesca Manfredi (“Bestiario parentale”), Francesca Scotti (“Scintille”) e Giusi Marchetta (“Quella è la porta”). Immancabile un incontro dedicato alle storie cosiddette “scritte a voce”, come quelle contenute nel podcast di “Storielibere” a cura di Mapi Danna, “Scatenate”. “Molti gli ostacoli che impediscono alle donne di vivere in piena libertà il proprio corpo, i propri sogni e talenti, il proprio futuro. Ma esistono anche donne, non eroiche, non perfette e non irraggiungibili, che sono state capaci di trasformare le proprie ferite da muri in orizzonti, in nuovi mondi possibili”: su questi temi l’autrice si confronterà con Rossana De Michele, fondatrice di “Storielibere.fm.”. A seguire Anna Toscano, fotografa, autrice, giornalista, insegnante presso l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia presenterà le straordinarie storie della fotografa genovese Lisetta Carmi (1924 – 2022) e della scrittrice ed attrice catanese Goliarda Sapienza (1924 – 1996) a cent’anni dalla loro nascita. L’incontro si svilupperà a partire dai suoi libri “Con amore e con amicizia” e “Il calendario non mi segue”,
entrambi editi da “Electa” nella collana “Oilà”, curata da Chiara Alessi, all’interno della quale si presentano per l’appunto storie di protagoniste del Novecento: figure femminili che, nel panorama creativo italiano e internazionale, si sono distinte in rapporto a discipline e mestieri ritenuti da sempre appannaggio dell’universo maschile.