CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 221

I libri più letti e commentati del mese

Eccoci al consueto appuntamento con i libri più letti e commentati dalla  community del  gruppo FB della più grande community di lettori in lingua italiana nel mese di marzo.

Al primo posto il nuovo libro di Antonella Lattanzi, Cose Che Non Si Raccontano, una lunga riflessione sul  delicato argomento della maternità e sul ruolo delle madri nel nostro complicato presente; al secondo posto Storia di Un Boxer Latino, l’ultimo libro pubblicato dal compianto Gianni Minà; terzo posto per una nuova uscita  La Malnata, di Beatrice Salvioni, una dura storia di sentimenti negati e lotta per l’affermazione di se’.

 

Incontri con gli autori

Abbiamo intervistato per voi Gigi Paoli, l’autore delle Cronache di Gotham  pubblicate da Giunti, gialli giudiziari ambientati a Firenze che lo hanno reso uno dei giallisti più amati della nuova generazione; abbiamo incontrato Simona Borgatti l’autrice di Maestre (Scatole Parlanti), un romanzo nel quale racconta uno spaccato di vita quotidiana in una scuola elementare di un immaginario paesino della pianura Padana; vi proponiamo anche un’intervista con Scilla Salvi che esordisce in libreria con Fiori Recisi-Storia di Un’Aspirante Suicida (Scatole Parlanti, 2023).

 

Speciale Premio Strega 2023

 

Volete conoscere i titoli e gli autori di tutti i dodici candidati Premio Strega di quest’anno: QUI potete trovarli

Per questo mese è tutto. Vi invitiamo a seguire Il Passaparola dei libri sui nostri canali social e a  a venirci a trovare sul nostro sito ufficiale per rimanere sempre aggiornati sul mondo dei libri e della lettura! unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

 

Il torinese Gabriele Taurisano sbarca su Netflix

Un ragazzo pieno di talento il piemontese Gabriele Taurisano, classe 2006, che vive a Torino.

Non è nuovo nell’ambiente cinematografico; già da piccolissimo aveva partecipato a due puntate della fiction Rai “Non uccidere” a fianco di Miriam Leone. E poi, il suo ultimo successo: il film Al di là del mare, del regista Carlo Alberto Biazzi, che vedremo da settembre sulla piattaforma Chili e Chili UK, anche qui affiancato da grandi attori del calibro di Eros Pagni e Serena Grandi.

Ora, la sua nuova grande sfida sarà la seconda stagione di Diari (Di4ri, come scritto nel titolo originale), una serie tv targata Netflix.

La seconda stagione potrebbe seguire il gruppo di giovani protagonisti di Marina Piccola, un paesino su un’isola italiana, alle prese con le sfide della terza media, e le decisioni sul loro futuro mentre si accingono ad affrontare il cambiamento rappresentato dalla scuola superiore.

Considerato che la prima stagione di Di4ri è stata girata tra agosto e dicembre 2021, mentre le nuove puntate entrano in produzione a febbraio 2023, ci aspettiamo di vederle arrivare su Netflix entro la fine dell’anno

Studenti all’Opera

IL MIGLIOR PUBBLICO PER L’OPERA LIRICA SONO I RAGAZZI”

Circa 300 alunni dell’Istituto Gino Strada vedranno “Opera Pop – Il Barbiere di Siviglia”, l’ultimo spettacolo di Casa Fools nell’ambito del progetto che divulga in modo semplice e potente il melodramma.
Lunedì 3 e martedì 4 aprile dodici classi si recheranno nel teatro di via Bava 39 per scoprire l’opera buffa
di Rossini in cui non ci si annoia mai

Lunedì 3 e martedì 4 aprile andranno in scena due repliche speciali di “Opera Pop Live – Il Barbiere di Siviglia”: in platea ci saranno infatti 300 studenti dell’Istituto Gino Strada che per la prima volta si recheranno a Casa Fools per scoprire il capolavoro di Rossini. Le classi assisteranno a uno spettacolo che, sfruttando i principi del teatro di narrazione e del teatro di figura, crea un mix unico a metà tra lo stile della giullarata e quello del teatro musicale.

Lidea di portare Opera Pop nelle scuole è nata dall’incontro con l’Istituto Gino Strada (ex Ricasoli) che si distingue per l’attenzione alle attività teatrali e musicali. Nel 2021 le due realtà si sono conosciute all’interno del Comitato di quartiere Vanchiglia e da allora è nata la collaborazione che è proseguita negli anni con una serie di laboratori-spettacolo di divulgazione sui grandi classici dell’opera e della letteratura, realizzati nelle classi da Casa Fools e di cui Opera Pop Live – Il Barbiere di Siviglia è l’ultimo tassello.

I bambini e i ragazzi sono il pubblico migliore per l’Opera Lirica, perché non hanno pregiudizi su questo genere – esordisce Luigi Orfeo, autore e interprete di Opera Pop – “narrerò agli studenti la storia del Barbiere di Siviglia a partire dalla musica, perché è per la sua struttura musicale che continuiamo ad ascoltare quest’opera ancora oggi. È una commedia brillantissima dove gli incidenti e i travestimenti esplodono come dei fuochi d’artificio che abbagliano per un’ora il pubblico”.

Non appena Casa Fools ci ha proposto di realizzare spettacoli-didattici abbiamo subito aderitoprosegue Oscar Maroni, preside dell’Istituto Gino StradaInsegnare attraverso esperienze dirette è uno degli obiettivi dell’Istituto Gino Strada e in questo senso Opera Pop Live permette agli alunni di scoprire e approfondire conoscenze musicali e letterarie in modo appassionante e divertente. Crediamo molto nell’approfondimento dei linguaggi artistico-espressivi. Da diversi anni abbiamo integrato la proposta didattica con laboratori di canto, danza, teatro, cinema e fotografia”.

Lo spettacolo ricalca lo stile dell’omonimo podcast, un lavoro di contaminazione tra parola e musica in grado di far parlare questo genere in modo più attuale e comprensibile. Opera Pop Live rientra infatti nell’ambito di un progetto più ampio di Casa Fools di avvicinamento al melodramma che si compone del podcast Opera Pop che in due stagioni ha appassionato tantissime persone in tutta Italia che non avevano mai visto l’Opera e delle anteprime nei Teatri Lirici, brevi presentazioni in musica per introdurre il pubblico, soprattutto i più giovani, all’opera che sta per andare in scena, restituendo le chiavi di lettura per comprendere ciò che accadsul palco. Da quest’anno si aggiunge il percorso didattico per far nascere la passione per il melodramma tra i banchi di scuola.

Opera Pop è un progetto sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese e con il contributo di +Risorse e Fondazione Sviluppo e Crescita CRT.

I Fools in numeri:

Più di 150 gli allievi che partecipano ai 6 laboratori di Casa Fools: Bimbi, Original, Play, Sing, Ciak, Comunicare ad Arte;

Circa 200 i bambini coinvolti nei progetti dentro e fuori Casa Fools;

Un podcast “Opera Pop” per divulgare l’Opera Lirica in modo innovativo e coinvolgente;

Oltre 30 abitanti del quartiere compongono il Cartellone Condiviso: una giuria che seleziona gli spettacoli della nuova stagione, un gruppo eterogeneo che porta il dibattito teatrale fra chi non è professionista del settore

la newsletter di filosofia teatrale “La Lettera” per guardare e ragionare sul presente attraverso il teatro

2 appuntamenti per le famiglie: i “Sabati da favola”, lettura animate e laboratori creativi in collaborazione con la libreria “La Barchetta di Carta” e la “Locanda Leggera” e le “Domeniche Spettacolari”, le giornate dedicate al teatro per l’infanzia con magia, burattini e storie mirabolanti accompagnate da golose merende

“…le sorprese mi fanno capire che lei ci tiene tanto a me”

Music Tales, la rubrica musicale 

“A notte tarda vieni a casa

il lavoro e’ stressante, lo so

mi ha lasciato delle rose sulle scale

le sorprese mi fanno capire che lei ci tiene tanto a me”

Il rock vince sempre su tutto. Su tutto. Anche sulle donne, che pure sono una delle ragioni per cui si comincia a fare rock, per cui si mette su una band.

Mark Allan Hoppus è una specie di nomade, cambia continuamente casa per colpa del lavoro di suo padre, un ingegnere specializzato nella progettazione di armi da fuoco.

Forse è anche per questa mancanza di un centro di gravità che è alla ricerca di ragazzi simili a lui Per formare una band.

Sua sorella Ann è buona amica di Tom DeLonge, un tizio piuttosto irrequieto che si è fatto espellere dalla Poway High School per essersi presentato ubriaco ad una partita di basket.

I due si piacciono , cominciano a vedersi nel garage di Mark, dove ognuno fa ascoltare al nuovo amico le proprie canzoni, abbozzi che sono presto destinati ad essere trasformati da una band vera e propria: quella che sognano di metter su.

Assoldano Scott Raynor. Ora sono pronti. Il trio prima si chiama Duck Tape, poi Blink, poi Blink 182.

I tre suonano che è un piacere, hanno trovato una strada, la loro.

Tutto bene quindi? No perchè la fidanzata di Mark, stufa delle poche attenzioni che lui le riserva da quando è nato il gruppo, lo mette di fronte ad un bivio: “o me o la musica”.

Mark è indeciso, adora il rock, ma gli ormoni a quell’età impazziscono come la maionese e, spesso, hanno la meglio.

Mark decide di lasciare la band,

Scott e Tom sono disperati e tentano l’ultima carta.

Tom dice a Mark che ha appena comprato un registratore a quattro piste per registrare un demo.

Mark sorride a 56 denti.

Chiede semplicemente: ”Ok a che ora proviamo?”

E niente, il rock vince sempre.

“Le passioni fanno vivere l’uomo, la saggezza lo fa soltanto vivere a lungo.”

Buon ascolto

https://www.youtube.com/watch?v=9Ht5RZpzPqw&ab_channel=blink182VEVO

CHIARA DE CARLO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Niccolò Ammaniti “La vita intima” -Einaudi- euro 19,00

Ben venga il ritorno alla narrativa di Niccolò Ammaniti che a 7 anni dall’ultimo suo libro “Anna” e l’immersione in sceneggiature e regie per cinema e Tv (complice anche l’isolamento imposto dal Covid) ora ha scritto questo romanzo volato immediatamente in cima alle classifiche dei libri più gettonati.

Protagonista è la splendida 40enne Maria Cristina Palma -acclamata da un sondaggio niente meno che come la donna più bella del mondo- è al secondo matrimonio con il Presidente del Consiglio Italiano, Domenico Mascagni con il quale ha messo al mondo Irene che ha 10 anni.

La sua è un vita costantemente in vetrina ed ha i contorni della perfezione: avvenenza, ricchezza, prestigio e l’attico da sogno a due passi da Piazza Navona, nel cuore di Roma.

Poi a incrinare la sua apparente stabilità ecco l’incontro fortuito con un amico di gioventù, Nicola Sarti, che ha conservato un video decisamente hard in cui lui e Maria Cristina 20enni, erano stati ripresi con dovizia di particolari in un amplesso bollente.

E’ l’inizio di un incubo che fa da traccia a questa sorta di thriller emotivo in cui la corazza che proteggeva Maria Cristina inizia a sfaldarsi. Ammaniti, con una sottigliezza incredibile, ci conduce nei pensieri di questa donna la cui vita rischia di franare nello scandalo, con ripercussioni devastanti sulla carriera del marito e sulla politica nazionale.

La sua patinata e perfetta immagine pubblica entra in rotta di collisione con la sua vita intima, viene messo in discussione tutto il suo mondo, anche affettivo, con un susseguirsi di colpi di scena che tengono alta la tensione per tutto il romanzo.

Una sorta di revenge porn che conduce la penna di Ammaniti nel piccolo inferno personale della protagonista, l’occasione per fare i conti con bilanci anche scomodi.

Maria Cristina è passata attraverso una serie di tragedie, di quelle che lasciano il segno e che hanno affossato in modo ciclico la sua esistenza. Un’ infanzia sfregiata dall’abbandono del padre, la morte prematura della madre, il trasferimento dalla tenuta di famiglia in Maremma a Roma sotto la tutela dei nonni, la misteriosa morte in mare del fratello Alessio quando lei aveva 20 anni (sepolto in uno strepitoso cimitero a bordo acqua).

Poi una carriera da atleta e modella, il primo matrimonio con lo scrittore Andrea Cerri, angosciato e in crisi di ispirazione; fino a quando i suoi tormenti non finiscono bruciati nel rogo dell’incidente d’auto che lo carbonizza e lascia sul corpo di Maria Cristina cicatrici da ustioni a ricordarle per sempre la tragedia.

Una escalation di disgrazie e la stampa malevola l’aveva ribattezzata Maria Tristina; poi il secondo matrimonio con l’avvocato di grande successo che si butta in politica e diventa Premier. Sembra che Maria Cristina abbia così una seconda chance, anche se è più che altro una moglie –trofeo, con scarsa autostima e un marito assorbito nel suo ruolo, distante quanto basta per farla sentire vuota e sola.

Ammaniti è superlativo nell’immedesimarsi nell’universo femminile, in una donna esposta mediaticamente e sempre in affanno per restare giovane, perfetta, iconica e con il difficile ruolo di first lady. A curare la sua immagine pubblica (dicendole come vestirsi, truccarsi, comportarsi) è un guru dei social, abile stratega che ha creato l’immagine della donna perfetta…ma che fatica per Maria Cristina. A incasinare tanta apparente sicurezza ecco allora il passato che ritorna e la costringe a reagire….e vedrete come.

 

Honorée Fanonne Jeffers “I canti d’amore di Wood Place” -Guanda- euro 22,00

E’ monumentale e bellissimo il primo romanzo della poetessa 55enne afroamericana Honorée Fannone Jeffers, autrice di 5 raccolte poetiche. Ora pubblica “I canti d’amore di Wood Place” dalla lunga gestazione; 10 anni per la stesura, un anno e mezzo per l’editing.

La storia spazia tra i primi decenni del Settecento e la fine del XX secolo.

Da un lato è il racconto della formazione di Ailey Pearl Garfield, nata alla fine degli anni Sessanta del Novecento in una famiglia dell’élite afroamericana. Dottoranda in Storia impegnata in un’ambiziosa tesi, narra anche la sua personalissima storia di formazione, l’educazione sentimentale e soprattutto il trauma degli abusi sessuali subiti in famiglia. Ci sono i suoi buchi neri, ma anche grandi sogni ed ambizioni.

Il romanzo racchiude anche la storia degli antenati di Ailey che, aiutata dall’adorato zio Root, ripercorre all’indietro il suo albero genealogico, in Georgia, a Chicasetta dove i suoi lontani parenti arrivarono in catene come schiavi.

Un’ampia saga generazionale che ripercorre le pagine del colonialismo britannico dal 1773, la diaspora afro-amerindiana, le barbarie della discriminazione. Chicasetta è un nome fittizio e sta ad indicare un villaggio rurale nel cuore della Georgia che un tempo era la terra dei nativi Creek (che vennero spazzati via) poi la piantagione di Wood Place negli anni spietati dello schiavismo.

Il romanzo è giocato sull’alternanza tra capitoli ambientati nel presente e altri che invece rendono voce agli antenati, i cui canti restano eco lontane nelle sepolture dimenticate e nella testa di Ailey.

Su di lei e le donne della famiglia aleggia un segreto terribile. Sono tre sorelle: la maggiore Lydia finirà per soccombere alle droghe, la seconda Coco lascerà la Georgia per inseguire la sua vera identità sessuale, mentre Ailey è quella che resta, profondamente radicata alle sue origini

Abbandona gli studi di medicina e guidata dallo zio intraprende un viaggio anche doloroso nel passato della sua famiglia, che è un incrocio di nativi americani, neri schiavi, neri liberati, padroni bianchi e bianchi miserevoli. Impara ad accettare il suo retaggio che è intriso anche di oppressione e resistenza, schiavitù e aneliti d’indipendenza, tanta crudeltà ma anche grandi esempi di coraggio. Di fatto sono le tappe della storia americana.

Ailey si dedica anima e corpo alla sua tesi di dottorato sul riscatto di due schiave georgiane (Adeline Ruth Hutchinson Routledge e Judith Naomi Hutchinson) fuggite da Wood Place nel 1859 e poi fondatrici del Routledge College, un Istituto femminile per l’istruzione delle giovani ragazze nere.

 

Michael McDowell “Blackwather. La Piena” -Neri Pozza Beat- euro 9,90

La riscoperta e pubblicazione dell’opera “Blackwather” di Michael McDowell (uno dei grandi sceneggiatori di Hollywood, morto nel 1999) è curiosa ed annoverabile tra quei colpi di genio che fanno venire alla luce libri- tesori nascosti. E’ stato un piccolo editore francese di grande qualità che un anno fa ha deciso di tradurre dall’americano, in sei volumi, l’opera che McDowell aveva scritto nel 1983. Ed è stato un immediato e strepitoso successo in Francia.

Definire l’opera non è facile, ognuno la leggerà a modo suo, possiamo provare a lanciare qualche idea: romanzo gotico, fantastico sudista, saga familiare fantasy….

Blackwather è il nome del fiume che attraversa la cittadina Perdido in Alalabama, profondo sud degli Stati Uniti d’America. La saga prende l’avvio nel 1919 quando il fiume straripa e provoca una devastante alluvione che tutto sommerge fino a cancellare quasi completamente la cittadina e i suoi abitanti.

A solcare le acque del fiume -limaccioso e pieno di ratti- che ha affogato la vita di Perdido, è una barca a remi guidata da Ray, lavorante di colore alle dipendenze di Oscar Caskey, erede di una delle famiglie più importanti della città. Remando tra le case sommerse e un silenzio di tomba vanno alla ricerca di superstiti.

Quando intravedono alla finestra dell’hotel cittadino una donna, il primo istinto di Ray, superstizioso e memorie delle leggende sinistre che circolano sulle creature di fiume (metà donne e metà mangiatrici di carne umana) è quello di allontanarsi velocemente. Invece Oscar gli ordina di avvicinare la barca e salvare quella misteriosa fanciulla dai capelli rossi.

Dice di chiamarsi Elinor, una maestra che ha perso tutto, documenti compresi, nell’alluvione.

E’ solo l’inizio di accadimenti che danno vita a tutta la saga.

I cittadini superstiti si divideranno in due fazioni: quelli che adorano Elinor e quelli che invece la odiano.

La fanciulla è sicuramente particolare: pallidissima, si bagna nel fiume al chiaro di luna ed è capace di far crescere dall’acqua querce mai viste prima. Non mangia quasi nulla, ma quando un bimbo di colore perde la vita risucchiato dai vortici del fiume, lei riappare pasciuta e di nuovo con le gote rosse.

Chi è Elinor? Misteriosa e imperscrutabile…. Lo scopriremo leggendo i successivi 5 volumi che concluderanno la vicenda nel 1958.

 

Cristiano Bussola “Una fetta di sorriso” -Paola Caramella Editrice- euro 18,00

Una biografia costruita intorno alle testimonianze di oltre 40 intervistati – tra comici, operatori, truccatrice, e tutti quelli che fecero un tratto di strada professionale con lui, dai più famosi ai più sconosciuti- che ricordano un personaggio epico. E’ Renzo Villa, colui che negli anni 70 inventò e creò la Tv commerciale italiana.

La storia di un sogno al limite dell’azzardo, perseguito con passione, lungimiranza e grandi doti manageriali; dietro questa magia fatta di duro lavoro, tenacia e un pizzico di fortuna, c’era Renzo Villa, nato nel 1941 a Luino.

Dopo la terza media inizia a lavorare: mansioni umili come il lavapiatti e le più disparate, dal radiotecnico all’assicuratore. Però ha un sogno grande come una casa, vuole cantare e recitare; ma a Roma scopre ben presto di non avere le doti necessarie per emergere.

Torna a casa e diventa dipendente del Dazio, ma questo lavoro gli va stretto e resta quel sogno irrealizzato. Allora decide di creare dal nulla il suo palcoscenico, una sua televisione.

Sostenuto dall’imprenditore Giuseppe Mancini che finanzia l’impresa, insieme a Enzo Tortora, dal 1975-76, anima la prima televisione via etere d’Italia, TeleAltoMilanese, ed è anche l’avvio di un sodalizio che reggerà nel tempo, tra glorie e disfatte.

Insieme a Tortora, a Legnano, nel 1977, fonda Antenna 3 Lombardia ed il clamoroso successo è dietro l’angolo.

Inventore e conduttore del fortunato programma in diretta per 4 ore “Il Bingo”, un tombolone musicale a premi rivolto alle famiglie, che gli fruttò l’ambito premio Telegatto come quarto conduttore (dopo Mike Bongiorno, Pippo Baudo e Corrado). Di lì in poi una messe di idee brillanti, innovative e successi via uno sotto un altro.

Inoltre fu un incredibile talent scout con un intuito eccezionale nello scovare artisti sconosciuti ma dalle potenzialità enormi; è lui che scoprì talenti che oggi sono famosissimi come Massimo Boldi.

Dalle testimonianze raccolte da Cristiano Bussola emerge a tutto tondo la statura di un grande uomo dalle grandi capacità manageriali e genialità da inventore.

A detta di tutti quelli che hanno lavorato lui, era un uomo sensibile, un capo amico e carismatico che lasciava libertà di espressione, attento alle esigenze e alle vite dei suoi collaboratori, rispettoso e sempre disponibile. Insomma una grande uomo anche umanamente parlando, un puro e un sognatore che concretizzava i suoi sogni, capace di veleggiare attraverso le difficoltà. Morto prematuramente, stroncato nel 2010 da un tumore, ma sulla breccia fino all’ultimo, fino a quando le forze glielo hanno consentito, in tv e a disposizione del suo amato pubblico.

Il giornalista Cristiano Bussola, nato nel 1967 ad Alessandria, era un bambino all’epoca in cui Renzo Villa spopolava sul piccolo schermo; ne seguiva le trasmissioni e si appassionava a sua volta, tanto che i primi passi professionali li ha fatti proprio nelle emittenti private.

Bussola, è un giornalista di razza e questo libro costruito in modo magistrale, scorrevole come un romanzo, ma documentatissimo, ne è la prova.

Ha iniziato la sua avventura professionale come giornalista televisivo e collaboratore di periodici, ha costruito un carriera come responsabile dei servizi giornalistici e conduttore di tg e programmi di approfondimento politico e di attualità.

Una passione per la politica che l’ha condotto ad essere portavoce del presidente della Giunta Regionale piemontese e poi Vicepresidente della Commissione Cultura della Regione Piemonte, ed oggi è il direttore del quotidiano online “Il Torinese” da lui fondato.

Se poi volete fare un salto indietro nella memoria e rivedere la storia di Antenna 3 raccontata da chi c’era e l’ha vissuta, è bellissimo il docufilm che potete trovare a https.//viaperbusto15.it. Una full immersion negli anni gloriosi dell’emittente con filmati dell’epoca e spezzoni di programmi animati da grandi personaggi.

 

Rock jazz e dintorni a Torino: Max Manfredi e i Colla Zio

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedì. Al Cafè Des Arts Le Voci del Tempo conducono un viaggio musicale sulle pagine di Grazia Deledda. All’Hiroshima Mon Amour si esibiscono i Colla Zio.

Martedì. Al Cap 10100 suonano i Fuera. Al Teatro Colosseo è di scena l’ensemble corale Perpetuum Jazzile.

Mercoledì. Al Jazz Club blues con Andrea Pastraro e Fast Frank. All’Osteria Rabezzana si celebra Emily DiCkinson a cura della vocalist Sonia Schiavone. Al Lambic si esibisce Max Manfredi.

Giovedì. Al Jazz Club suonano i Magazzino San Salvario. All’Archivio di Stato si inaugura la mostra fotografica “Queen Experience”, tributo al gruppo di Freddie Mercury. Al Museo d’Arte Orientale suona il duo sudcoreano Salamanda per la mostra “Buddha10”. Allo Spazio 211 si esibiscono i Pellerossa, Mutonia e Wood Gast. Al Blah Blah si esibiscono i Frenzenfiuks. All’Hiroshima Mpon Amour è di scena N.A.I.P

Venerdì. Allo Zac di Ivrea suonano gli Al Doum & The Faryds. Al Folk Club è di scena il quartetto Zirobop. Al Magazzino sul Po si esibisce Fonzie & La Massa Critica. Al Jazz Club suona il Nefertiti Trio. Al Blah Blah sono di scena gli The Sade e gli Alix. Allo Ziggy suonano gli Esperimento del Dr.K e gli Tear Me Down. Allo Spazio 211 sono di scena i Boschi Bruciano e i Botanici.

Sabato. Al Cap 10100 si esibisce il rapper Gènèral Valsèro. Al Jazz Club è di scena il trio della cantante Irene Robbins. Allo Ziggy si esibiscono i Bone Machine. All’Off Topic è di scena Nicolò Protto. Al Blah Blah suonano i Flatmates. Al Magazzino sul Po si esibiscono Le Tre Sorelle. Al Maffei è di scena Rossella Cangini.

Pier Luigi Fuggetta

Lirica a Corte nella Palazzina di Caccia di Stupinigi con Turandot

Domenica 2 aprile, ore 19

Opera incompiuta di Giacomo Puccini, Turandot (Milano, Teatro alla Scala, 1926) rappresenta la trasformazione della favola di Carlo Gozzi, da cui è tratta, in un dramma psicologico di straordinaria modernità. La rabbiosa principessa Turandot – che vendica la violenza subita dalla sua antenata sui pretendenti alla sua mano, ai quali propone tre enigmi indecifrabili da risolvere, facendo tagliare la testa a quanti non riescono a farlo – è l’emblema di un Novecento turbato e disturbante che fa il suo ingresso nella società del secolo breve, sconvolgendo le convenzioni musicali e teatrali della più tradizionale delle forme del teatro musicale, l’opera lirica.

INTERPRETI

Dario Prola, Calaf

Raffaella Angeletti, Turandot

Eugenia Braynova, Liù

Achille Lampo, pianista

Roberto Tagliani, guida al concerto

 

PROGRAMMA

Signore, ascolta!… Non piangere Liù! (Liù, Calaf)

In questa reggia (Turandot)

Straniero, ascolta! (Turandot, Calaf)

Nessun dorma (Calaf)

Sia lasciata!… Parla!… No!… piuttosto morrò!… Tu che di gel sei cinta (Turandot, Liù)

Principessa di morte! Principessa di gelo!(versione Alfano 1926; Calaf, Turandot)

 

Lirica a Corte è organizzata dal Teatro Superga in collaborazione con STM e Fondazione Ordine Mauriziano.

INFO E BIGLIETTI

Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino

Posto unico: 35 euro.

Info e prenotazioni: 011.6279789biglietteria@teatrosuperga.it

www.teatrosuperga.itbiglietteria@teatrosuperga.it

IG + FB: teatrosuperga

Telegram: https://t.me/tsnteatrosuperga

Note di Classica: Ning Feng, Giovanni Sollima e Alexandre Kantorow, le “Stelle” di aprile

GLI EVENTI MUSICALI DEL MESE

Sabato primo aprile alle 20, al teatro Vittoria per l’Unione Musicale, il Trio Amatis eseguirà musiche di Schubert e Enescu. Lunedì 3 alle 20 sempre al teatro Vittoria, Alena Dantcheva soprano e Michele Pasotti liuto, eseguiranno musiche di Merula, Cavalli, Frescobaldi e D’India. Mercoledì 5 alle 20.30 all’Auditorium del Lingotto, l’Orchestra da Camera di Mantova con Carlo Fabiano violino concertatore e Giovanni Sollima violoncello, eseguirà musiche di Sollima, Haydn e Mozart.


Sempre mercoledì 5 alle 20.30, al Conservatorio per l’Unione Musicale, Pietro De Maria al pianoforte, prosegue nell’esecuzione delle sonate per pianoforte  di Beethoven. Giovedì 6 alle 20.30 presso l’Auditorium Toscanini, “Concerto di Pasqua” . L’Orchestra Rai  diretta da Fabio Luisi e con Gun-Brit Barkmin soprano, eseguirà musiche di Wagner. Martedì 18 alle 20.30 all’Auditorium del Lingotto, Alexandra Dovgan al pianoforte eseguirà musiche di Schubert, Schumann e Brahms. Sempre martedì 18 alle 20 al teatro Vittoria, per l’Unione Musicale, i Sentieri Selvaggi diretti da Carlo Boccadoro, eseguiranno musiche di Nyman, Ferrero, Boccadoro, Montalbetti, Bryars, Lang, Antonioni, Daugherty. Mercoledì 19 alle 20.30 al Conservatorio, il Quartetto E’bène eseguirà musiche di Mozart, Dubugnon e Bartòk. Giovedì 20 alle 20.30 e venerdì 21 alle 20, all’Auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Thomas Guggies e con Alexandre Kantorow al pianoforte, eseguirà musiche di Kodàly, Rachmaninov e Bèla Bartòk. Mercoledì 26 alle 20.30 al Conservatorio, per l’Unione Musicale, Ning Feng violino eseguirà i 24 capricci di Paganini. Giovedì 27 alle 20.30 e venerdì 28 alle 20, all’Auditorium Toscanini,  l’Orchestra Rai diretta da Robert Trevino e con Antoine Tamestit viola, eseguirà musiche di Stravinskij e Schnittke.

Pier Luigi Fuggetta

I tulipani dei Crociati

E’ facile arrivarci, si lascia l’auto in paese e si percorrono a piedi poche centinaia di metri, poi si prende un sentiero sterrato che, tra vigneti, noccioli e tanta poesia, sale sulla sommità di una collinetta dove si trova una chiesetta campestre con vista sulla Valle Versa, nell’astigiano.
Qui la sorpresa si spalanca davanti ai nostri occhi, un tappeto di tulipani rossi circonda una parte della cappella, non tulipani normali ma tulipani arrivati dalla Terra Santa, dalla Palestina, che nascono qui spontaneamente forse dai tempi remoti delle Crociate, come si dice da queste parti. Accade nei dintorni di Corsione d’Asti, attorno alla chiesetta della Madonna dell’Aniceto, eretta alla fine del Duecento ma più volte ristrutturata, una sorta di mistero. Eppure anche quest’anno, nonostante la penuria d’acqua, i tulipani sono fioriti ugualmente, più forti della siccità, e ora in paese li chiamano i tulipani dei Crociati. In condizioni climatiche più favorevoli questi fiori creano uno scenario ancora più suggestivo ma quel che vediamo in questi giorni ci appaga lo stesso. Un mistero, si mormora in questo piccolo paese di 200 corsionesi, perché nessuno ha mai seminato quei bulbi che appartengono alla famiglia dei “tulipa agenensis”, tulipani perenni di origine mediorientale. Pare che ci fossero già prima del 1500, forse portati da qualche crociato al ritorno dalla Terra Santa.
Su questo colle, tra infiniti silenzi, si aspetta invano che passi qualche cavaliere venuto dall’Oriente a sciogliere ogni dubbio ma è decisamente più probabile che il mistero continui a vivere per sempre. In paese comunque parlano con orgoglio di questa bella storiella condita di leggenda. E non è l’unica perché il fazzoletto di terra che da Corsione porta a Tonco d’Asti profuma di terre lontane e di vicende che legano questo territorio ai Paesi del Vicino Oriente. A pochi chilometri di distanza, su un’altra collina, si trova il paese di Tonco d’Asti da dove sembra provenisse il nobile cavaliere Gerardo il quale, seguendo gli ideali cavallereschi, partì per la Terra Santa a combattere per il Santo Sepolcro. Gerardo di Tonco, secondo alcuni studiosi, fu il primo Gran Maestro dell’Ordine Ospitaliero di San Giovanni in Gerusalemme, poi di Rodi, divenuto infine Sovrano Ordine Militare di Malta. Vissuto nell’XI secolo Fra Gerardo sarebbe nato proprio a Tonco d’Asti e mille anni fa avrebbe creato il più antico degli Ordini cavallereschi.
Gerardo si trasferì a Gerusalemme per dare una mano ai pellegrini cristiani tornati nella Città Santa liberata dopo la Prima Crociata ma secondo altri storici la verità è un’altra. Il vero nome del fondatore dell’Ordine sarebbe Fra Gerardo Sasso nato ad Amalfi. Da questa città intorno al 1050 partirono i primi mercanti diretti in Terra Santa per costruire una chiesa e un ospedale e Fra Gerardo divenne il responsabile dell’Ospizio per i pellegrini a Gerusalemme. I misteri ora sono due nelle terre del basso Monferrato astigiano.
Infine è importante far sapere che “questi tulipani sono protetti e non si possono raccogliere per evitare i saccheggi che si sono verificati negli scorsi anni”, come sottolinea Marco Rosso, guida Naturalistica Regionale e responsabile dell’Associazione culturale e turistica “Quattro passi a nord ovest”.
                           Filippo  Re
nelle foto
tulipani intorno alla chiesetta campestre
la chiesa della Madonna dell’Aniceto a Corsione d’Asti
Fra Gerardo Sasso, fondatore dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme

Angelo Barile, le opere recenti in mostra alla galleria Spazio 44

 Fino al 28 aprile prossimo

 

Inaugura il 31 marzo, aperta fino al 28 aprile prossimo, la mostra che lo Spazio 44 dedica a Angelo Barile, dal titolo “Visioni, illusioni, allucinazioni”.

Il vernissage, previsto per venerdì 31 marzo alle 18.30, prevede la presenza, oltre all’artista, anche del curatore Edoardo di Mauro, vice direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.

Spazio 44, la galleria fondata nel centro storico da Angela Calcagni e Claudia Converso, ha rivolto lo sguardo alla ricerca underground e a proposte artistiche originali.

Angelo Barile è nato a Torino nel maggio 1960 e, dopo gli studi tecnici, ha deciso di dedicarsi pienamente all’arte, disegnando fumetti e dipingendo a partire dagli anni Novanta.

Ha incarnato la ridefinizione del linguaggio della pittura, che ha caratterizzato la stagione del post modernismo, dimostrando la costante attualità di questa nuova disciplina, dai Nuovi Nuovi al “Medialismo”, degli anni Ottanta e Novanta.

Nel corso del tempo, affinando via via la tecnica e l’intensità creativa, è poi approdato, partendo dai “Nuovi nuovi” e dal mondialismo, alla neo pop e alla street art. È diventato uno degli artisti più stimati della corrente del pop Surrealismo, indagando sul mondo interiore degli adulti, estrapolandolo e portandolo sulle tele. La “lowbrow” art è anche conosciuta come il Surrealismo pop, e rappresenta un movimento artistico nato negli anni Settanta nell’area di Los Angeles, in quegli ambienti che ruotano intorno alle riviste di fumetti underground, alla musica punk e a altre culture e sottoculture californiane.

Il termine lowbrow nacque in contrapposizione con “highbrow” che, in inglese colloquiale, significa “intellettuale” o “cultura alta”.

In mostra sono presentati i risultati delle recenti ricerche dell’artista. Sarà possibile ammirare gli “Arcangeli”, figure che rappresentano i mitici difensori della fede, al confine tra dogma e leggenda, calati nelle vesti di personaggi dell’immaginario attuale e rappresentati come eroi ironici di una contemporanea epopea, passando poi per le damigelle aristocratiche stravolte nelle loro anatomia da nuvole che ne svelano il volto e con indosso abiti sfarzosi, tanto sfarzosi quanto complicati da indossare.

In esposizione sono anche presenti opere bidimensionali e tridimensionali della serie definita come “Rabbit il male di vivere”, elaborata dall’artista durante la fase più oscura della pandemia, in cui il coniglio assume la veste simbolica dell’angoscia e dell’incertezza, ma rappresenta anche la chiave di volta per l’uscita da una situazione che pare priva di sbocchi.

Barile vanta un curriculum di partecipazioni a mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati, tra cui il MAU, Museo di Arte Urbana di Torino, il Musee Adzak di Parigi, il Museo Diocesano di Ancona, e il Museo di Arte Contemporanea di Parma. La Fondazione Casse di Risparmio di Cuneo ha acquistato quindici opere, parte della collezione “People”. Nel 2014, in occasione dell’inaugurazione della UniCredit Tower di Milano, l’Istituto Bancario Unicredit gli commissiona l’opera “I sogni si realizzano”. Negli ultimi anni le sue tele sono state caratterizzate da una visione pittorica gotica, rivisitata e interpretata in un perfetto connubio con i suoi temi artistici.

Mara Martellotta

Galleria Spazio 44

Via Maria Vittoria 44, Torino

Info 0115690068

La mostra rimane aperta dal 31 marzo al 28 aprile

Orari 10.30-19 dal martedì al sabato.