CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 22

Arte, una collettiva per i 60 anni della cioccolateria Gobino

Inaugurazione della mostra d’arte collettiva in occasione dei 60 anni della cioccolateria artigiana Guido Gobino

Giunge alla sua fase finale il progetto culturale GugArt3, promosso da Guido Gobino in occasione del sessantesimo anniversario della Cioccolateria artigiana.

Dopo la performance live dei musicisti e la presentazione dei racconti dei giovani scrittori al Salone del Libro, mercoledì 30 ottobre sarà la volta degli artisti visivi, cge esporranno le proprie opere in una mostra dedicata. L’appuntamento è alle ore 17.30 in via Modena 62, nei pressi della fabbrica di Cioccolato, per l’inaugurazione della mostra d’arte collettiva. Protagoniste saranno le opere realizzate da Marta Ciolkowska, Lorenzo Gnata e Chiara Nicoletti che verranno valutate da Marinella Senatore, artista multidisciplinare formatasi nel campo della musica, delle belle arti e del cinema. Ogni artista ha reinterpretato in modo personale l’esperienza vissuta durante la settimana di residenza.

L’accesso all’inaugurazione è libero previa registrazione al link https://tinyurl.com/2s43bpx7

La mostra sarà visitabile fino a sabato 2 novembre tutti i giorni, dalle 16.30 alle 19.30

 

Mara Martellotta

“I grandi industriali del Piemonte. I pionieri”

Al “Circolo dei Lettori” di Torino, la presentazione del nuovo libro di Gianni Oliva, edito da “Capricorno

Giovedì 31 ottobre, ore 18

Dal mondo dei motori e delle auto a quello del caffè, dalle lampadine alle macchine da scrivere, dal settore tessile al cinema per arrivare fino all’aeronautica: il libro (160 pagine, 14 Euro) edito da “Capricorno”, ripercorre le storie di coloro che, proprio a Torino e in Piemonte, hanno rivoluzionato questi settori e l’industria italiana tutta. Storie torinesi e piemontesi. Analizzate, attentamente indagate e raccontate da Gianni Oliva, giornalista, docente (insegnante e Preside per anni in vari Licei subalpini, attualmente è docente di “Storia delle istituzioni militari” alla “Scuola di Applicazione d’Arma” di Torino e dal 2022 “Presidente” del “Conservatorio Giuseppe Verdi” di Torino), nonché storico torinese fra i più stimati e prestigiosi del Novecento italiano.

 “I grandi industriali del Piemonte” è il titolo del suo ultimo libro. Sottotitolo “I pionieri”, primo volume. E la presentazione si terrà giovedì 31 ottobrealle 18, presso il “Circolo dei Lettori”, in via Bogino 9, a Torino.

Il periodo su si concentra il lavoro di Oliva è quello compreso tra fine Ottocento e inizi Novecento, con l’obiettivo tutto puntato su una Città e una Regione (le sue) in quegli anni in piena evoluzione.

Dopo la perdita del ruolo di capitale politica, Torino getta, infatti, in quel preciso periodo storico, le basi per un decollo industriale tumultuoso. E la regione non è da meno. “Grazie alla lungimiranza – si sottolinea – di alcuni amministratori pubblici, in particolare dei sindaci torinesi Secondo Frola e Teofilo Rossi, che pongono le basi infrastrutturali per lo sviluppo, e soprattutto al coraggio e alle risorse messe in campo dall’imprenditoria privata, Torino ed il Piemonte mutano pelle, ponendosi all’avanguardia dell’industrializzazione nazionale ed ergendosi al livello delle più avanzate realtà europee e mondiali”.

Qui si affermano alcune delle più importanti figure di industriali di importanza nazionale, come Pietro Sella (padre a Valle Mosso del “primo lanificio italiano” a lavorazione meccanica), Giovanni Agnelli (Senatore del Regno e fra i fondatori della FIAT nel 1899) e Vincenzo Lancia, detto “Censin” (pilota automobilistico e anche lui fondatore nel 1906 dell’omonima “Casa Automobilistica”); pionieri che hanno scoperto settori nuovi come Arturo Ambrosio con il Cinema o Giuseppe Lavazza con la produzione del caffè; uomini geniali e anticipatori come Alessandro Cruto, detto “Tasso”, di Piossasco (inventore nel 1880 della “lampada ad incandescenza” cinque mesi dopo Thomas Edison, cui però occorsero altri otto anni per ottenere un prodotto commercialmente valido) o i fratelli Ceirano (fondatori nel 1898 dell’accomandita “Ceirano GB & C”, storica “azienda automobilistica” il cui marchio verrà ceduto nel 1923 alla “SCAT”, altra società di Giovanni Ceirano); imprenditori attenti al benessere dei lavoratori come lo svizzero, naturalizzato italiano Napoleone Leumann (attivo nel settore tessile, fondatore dell’omonimo cotonificio e dell’attiguo villaggio per i suoi operai) o che hanno saputo coniugare la produzione, la modernità tecnologica e la politica come Camillo e Adriano Olivetti, padre e figlio, imprenditori illuminati e fondatori, della prima azienda del mondo (fra il 1896 e i primi del ‘900) nel settore dei prodotti d’ufficio, di cui Adriano diventò presidente nel 1938.

Nel suo libro Gianni Oliva traccia l’affascinante e articolato profilo di queste e altre emblematiche figure imprenditoriali piemontesi protagoniste di quegli anni eroici: le origini familiari, il retroterra tecnico e culturale, la capacità di vedere lontano, di rischiare in proprio e talvolta anche di cambiare settore d’intervento, la creatività e la visione di lungo periodo.

Il testo è corredato da un prezioso apparato iconografico.

Al volume sui “pionieri”, Oliva e “Capricorno Edizioni” faranno seguire, nel 2025, un secondo volume dedicato all’“età dell’oro” dell’industria piemontese e ai suoi protagonisti, che tratterà del periodo che dagli anni Venti-Trenta arriva al “boom economico” del secondo dopoguerra.

Per info: “Capricorno Edizioni”, corso Francia 325, Torino; tel. 011/385.36.56 o www.edizionidelcapricorno.com

g.m.

Nelle foto: Cover libro e Gianni Oliva

Flashback Art Fair dedicata all’“equilibrio”

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Con la partecipazione di importanti Gallerie nazionali e internazionali, la XII edizione della “Fiera” torinese

Dal 31 ottobre al 3 novembre

“L’uomo, dignitosamente vestito, cammina in punta di piedi su una fune ricercando l’equilibrio. Riuscirà a raggiungere il suo traguardo?”. Dove, per “traguardo” intendesi la capacità di “restare in bilico” (e anche trovare una qualche parvenza di “logica” e “convivenza”)  fra le molte diseguaglianze e precarietà del vivere quotidiano. Sforzo non da poco cui fa riferimento quest’anno l’immagine guida, “Italians no longer have work”, realizzata dall’artista leccese Sandro Mele per accompagnare il tema “Equilibrium?” su cui si articola la XII edizione di “Flashback Art Fair”, che si terrà da giovedì 31 ottobre a domenica 3 novembre negli spazi di “Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee” di corso Giovanni Lanza 75, a Torino. Una quarantina le Gallerie, internazionali e nazionali, partecipanti su una superficie di 20mila metri quadrati, un tempo brefotrofio e dal 2022 diventati, sotto la direzione di Alessandro Bulgini, luogo di ricerca e sperimentazione fra i più interessanti e innovativi per la città.

 “Questa dodicesima edizione della ‘Fiera’ – spiegano in proposito le direttrici Ginevra Pucci e Stefania Poddighe – non vuole dare risposte, ma sollevare domande”. Tenendo ben presente che “in ambito artistico, la presenza del disequilibrio sembra inevitabile, tanto da suggerire che nella dialettica dell’arte, così come nella vita, l’instabilità è parte integrante dell’esperienza umana”. Concetto con cui, per l’appunto, s’hanno oggi da fare i conti “vagolando” lungo i corridoi di “Flashback Habitat”, dove nelle opere esposte scopri mondi e linguaggi “simili” e altri in totale intrigante “antinomia”. Una ragione in più per accostare la totalità del mondo artistico d’ogni tempo e luogo. Scene di vita e di morte: da un lato“La Danza nuziale” (1566), caotica e gioiosa di Pieter Bruegel il Vecchio (De Jonckheere Gallery – Ginevra), dall’altro, il “Trionfo della Morte” (1944) di Franco Gentilin(Aleandri Arte Moderna – Roma) personificata da uno scheletro che marcia al ritmo della festa.

Non meno diversa l’interpretazione della donna: dalle novecentesche opere di Emilia Palomba e Maria Lai (Mancaspazio – Nuoro), con figure maestose e monumentali pur immerse nel lavoro e nella vita quotidiana dei vicoli sardi, alla magnificenza e sontuosità della seicentesca “Maddalena in estasi” di Franco Guerrieri (Galleria Giamblanco – Torino), fino all’erotica e sensuale immagine dell’“Odalisca” (1865-’70) di Hayez (Bottegantica – Milano) ed all’inedito gruppo scultoreo della “Madonna seduta in trono con il Bambino” (Flavio Pozzallo – Oulx Torino). Dissonanze e ancora dissonanze. Anche sul tema della “circolarità della forma” che vede contrapposti i “Tondi e altri” (1985-’87) di Emilio Vedova e il “Cemento” di grande formato creato appositamente per la Fiera da Arcangelo Sassolino, classe ’67, origini vicentine.

E ancora, “L’Arte contro i tiranni” (Galleria Aleandri Arte Moderna – Roma) con tre disegni antinazisti di Renato Guttuso, di cui due pubblicati sulla prima pagina de “L’Unità” ed un altro raffigurante partigiani della “Brigata Garibaldi” di un giovanissimo Pietro Consagra. In questo lungo percorso artistico, dove il visitatore è chiamato a riflettere sul concetto di “equilibrio”, emerge in modo distinto il contrapporsi della visione bucolica e serena del “Rinascimento” e del “Cinquecento Fiammingo” con la prospettiva dinamica e frammentata del “Futurismo” di Giacomo Balla; così come del gusto per l’ordinata “geometria” di Giulio Paolini (Galleria In Arco – Torino) con gli impulsi primordiali di Giuseppe Pisani (Galleria Carlo Orsi –Milano) e di Cristiano Carotti (Contemporary Cluster – Roma). E infine l’iperrealismo “dalle tinte oniriche” di Alfredo Serri in “Armonica e Ocarina” (Galleria Open Art – Prato) dialogante con l’astrattismo della “Natura morta” di Lucio Fontana (NP Art Lab – Padova). E, per rimescolare ancora di più le carte, in rassegna troviamo anche  preziosi e antichi tappeti persiani (Mirco Cattai Fine Art & Antique Rugs – Milano) e gli “anti-tessili” di Sadley (Małgorzata Ciacek Gallery – Varsavia), “feticci” fatti di reti intrecciate con legno e metallo, d’ispirazione “totemica e magica”. Il Bianco e il Nero. Il Tutto e il Contrario di Tutto. Appunto “Equilibrium?”“Equilibrio e disequilibrio – concludono gli organizzatori- sono concetti fondamentali che possono arricchire o depauperare la vita di ognuno: l’arte ha il potere di risvegliare e sensibilizzare gli animi”.

Gianni Milani

“Flashback Art Fair”

Flashback Habitat, corso Giovanni Lanza 75, Torino; tel.339/6455301 o www.flashback.to.it

Fino al 3 novembre

Orari: giov. 18/22 – dal ven. alla dom. 11/22

Nelle foto: Sandro Mele “Equilibrium?”; Pieter Brueghel “La Danza nuziale”, 1556; Renato Guttuso “China su carta con appunti a matita”, 1944; Giulio Paolini “Senza titolo”, 2015

Anteprima esclusiva della XIII edizione di The Others Art Fair

Fino a mercoledì 30 ottobre 2024 va in scena l’anteprima esclusiva della XIII edizione di The Others Art Fair con un evento speciale che vedrà protagonista le opere dell’artista Felicija Dudoit, nata nel 1999, vincitrice lo scorso anno del Premio di residenza ‘Amore e Colore’ proposto dal Comitato Piero D’Amore.

 

Due opere dell’artista lituana, frutto della sua permanenza a Torino e della residenza vinta grazie al Premio Piero D’Amore nel mese di luglio, saranno infatti esposte in anteprima assoluta all’interno di uno spazio esclusivo del centro città: lo store Camper di via Teofilo Rossi di Montelera, 3/E a Torino, visitabile a partire da venerdì 25 fino a mercoledì 30 ottobre 2024.

 

Al centro dei suoi dipinti, fontane e giochi d’acqua di un parco giochi della Città che l’hanno profondamente ispirata durante la residenza torinese e che saranno inoltre esposti a The Others 2024 dal 31 ottobre al 3 novembre.

 

«Quando ho iniziato la residenza artistica, volevo prima esplorare la Città, viverla e trovare motivi per dipingere proprio qui, a Torino. Ciò che ha attirato la mia attenzione è stato un parco giochi all’interno del parco Di Vittorio, in una delle aree residenziali di Torino sud, strutturato con vari elementi colorati che fungono da fontane per rinfrescarsi e che si attivano quando qualcuno passa nelle vicinanze – racconta l’artista Felicija Dudoit – Ho scelto di lavorare su una serie di dipinti che hanno come oggetto questo parco giochi perché mi attraeva la sua natura artificiale e innaturale. Si distingue dagli edifici e dall’ambiente circostante, ma è anche un luogo anonimo che potrebbe trovarsi in qualsiasi altra città o forse essere frutto dell’immaginazione di qualcuno. Questo progetto di residenza artistica ha anche un legame con i miei lavori precedenti, che sono infatti incentrati sulle rappresentazioni dell’acqua e delle aree ricreative».

 

Il Premio proposto dal Comitato in memoria di Piero D’Amore, artista torinese scomparso a gennaio del 2022, intende infatti esaltare l’artista per continuità, coerenza e serietà del proprio lavoro, nonché per l’uso del colore, la sperimentazione di diverse tecniche artistiche e la freschezza del soggetto. Giunto alla terza edizione, propone una residenza di un mese a Torino ad un artista partecipante alla Fiera di età inferiore a 35 anni e l’esposizione a The Others dell’anno successivo del progetto realizzato durante la residenza.

 

BIOGRAFIA FELICIJA DUDOIT

Felicija Dudoit è nata nel 1999 a Vilnius, in Lituania. Si è laureata in Belle Arti presso l’Accademia delle Arti di Vilnius nel 2023, conseguendo sia la laurea che il master. L’artista partecipa attivamente a diverse mostre dal 2018. Nel 2023 le sue opere hanno fatto parte delle mostre collettive “Vilnius Vibes” all’Angermuseum (Erfurt, Germania) e alla 7ª Biennale di Pittura (Zagabria, Croazia). Nel 2024 Contour Art Gallery ha presentato le sue opere alla fiera d’arte EXPO Chicago (Chicago, USA). I dipinti di Felicija Dudoit fanno parte delle collezioni del MO Museum (Vilnius, Lituania) e di collezioni private in Europa e negli Stati Uniti.

I mostri e la Grande Bellezza della Napoli di Sorrentino

Il controverso “Parthenope” con Celeste Dalla Porta, bellissima e intrigante

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Si snoda, tra colori e zone d’ombra, l’arco pressoché intero della vita di Parthenope, nata nell’acqua del mare come la sirena che le ha dato il nome, quel mare azzurro (il primo nome che mi viene in mente, in questo inizio, è quello di Raffaele La Capria, e del suo “Ferito a morte”) che è nascita e vita ma che può anche accogliere il suicidio del fratello (un convincente Daniele Rienzo) della bellissima protagonista, innamorato di lei e geloso di quel Sandrino (Dario Aita) che con lei avrà il primo rapporto sessuale: in una mescolanza di consapevolezza della sconfitta e di gelosia, in uno sguardo convinto e convincente ai “Dreamers” di Bertolucci. “Pathenope” di Paolo Sorrentino, presentato a Cannes con esiti opposti, è favola e realtà, è elegia volta allo scorrere del tempo, un ampio mosaico che potrebbe non avere confini, luccicanti bellezze e un insieme di atrocità abnormi, un attraversamento dei gironi della città come attraverso la Roma della “Grande Bellezza” poteva passeggiare il disincanto di Jep Gampardella. Sotto gli sguardi di tutti (perché non ritrovarci dalle parti di “Malena” di Tornatore?), sotto il desiderio di tutti. Il sole, il mare, i panorami di luce a lungo ripresi ma non è la felicità perché “non si può essere felici nella città più bella del mondo”. “Parthenope” è il mistero, la giovinezza, anzi l’illusione della giovinezza, una giovinezza dove anche è venuto a mancare un abbraccio paterno, perché “è stato meraviglioso, ragazzi, è durato poco”, dirà la Parthenope matura di Stefania Sandrelli, che se n’è andata, scappata a fare la professora ordinaria a Trento, per poi ritornare, senza rimpianti, con un sorriso finale. Lungo i 138’ è passata più di una volta, al centro di una colonna sonora bellissima, “Era già tutto previsto” di Riccardo Cocciante.

Se prima avevamo visto – e preferito – con “È stata la mano di Dio” il Sorrentino più intimo e personale, adesso guardiamo al fuori, all’altro, a quel destino che ha continue giravolte e incontri, speranze e disillusioni, a volte ogni cosa fatta di vera commozione, tutta femminile. Lunga settant’anni e poco più, tra il 1950 e il ’73 per assaporare tutta la gioia dello scudetto al Napoli, dentro una trama che trama non è, come poteva essere “Roma” felliniana, una storia zigzagante che racconta amori giovanili, il nume di Achille Lauro – l’armatore, per carità, non il cantante! – che nel suo abito bianco regge un’intera città e sforna protezioni e lunghe tavolate e dona, direttamente da Versailles, una carrozza d’oro, che sarà letto per la principessa appena nata; la scelta universitaria poi degli studi d’antropologia (“l’antropologia è vedere” sarà la grande verità forgiata per lei dal mentore ormai pensionabile e in odore di tramandare la cattedra: e “vedere” è così difficile, troppo facile il “guardare”) interrotta momentaneamente da qualche press agent in avanscoperta che vorrebbe portarla sui sentieri del cinema, previa consultazione di una Isabella Ferrari da viso perennemente ricoperto, a nascondere un intervento non del tutto riuscito. Ed è anche: il corteggiamento da bordo di un elicottero di un giovane boss della camorra che prima ti offre frutti di mare per accompagnarti poi tra i vicoli di Rione Sanità a dispensare quattrini e a sbirciare tra i bassi, tra i cumuli di miseria, tra le donne sfatte e i femminielli in attesa, a far calar giù dai balconi certi azzurrati panierini (uno dei momenti più suggestivi del film) per essere riempiti, là dove dinanzi a quello che è un pubblico teatrino due ragazzi concepiranno il figlio che metterà pace tra due opposte famiglie.

Le feste nei grandi palazzi che sostituiscono la fragorosa terrazza romana della “Grande Bellezza” – e qui davvero di “grande bellezza” non ce n’è più, maggiore è il degrado, la corruzione, la nostalgia che prende a rotolare tra i vicoli, la povertà, la religiosità ostentata e camuffata; l’apparizione della grande attrice, che è emblema e cornice tutta della città, metti – certo non per assurdo – una Loren che ha le sembianze perfette di Luisa Ranieri, che dopo la zia Patrizia di “È stata la mano di Dio” diviene il cameo d’obbligo e insuperato del regista – nella sua grande parrucca posta a nascondere la calvizie, la sua parure di smeraldi, e la sua bocca che vomita roventi rimproveri e disillusioni (“ve ne andate a braccetto con l’orrore e non lo sapete, siete solo trasandati e folcloristici, con l’abitudine di piangervi addosso, sempre”), pagata con una miseria in luogo dell’assegno ben maggiore pattuito, ma con altro esito; è l’urticante religioso Tesorone che Beppe Lanzetta incarna, ripugnante nel proprio eros che alterna al miracolo di San Gennaro, in una celebrazione che accomuna superstizione e realtà e truffa, è il percorso universitario, composto e svolto sotto la guida del professor Marotta (altro aggancio a Napoli, un sempre più straordinario Silvio Orlando), l’unico dallo sguardo e dall’abbraccio innocente e disinteressato, portatore della tragedia di quel figlio mostro “fatto di acqua e sale”, biancastro, lattiginoso, un sorriso perso nell’enormità del corpo e nelle vene che gli si disegnano addosso, uno di quei “mostri” ancora una volta che Napoli genera. Forse anche qui una pagina che confina con il fellinismo, un essere informe arenato sulla spiaggia della “Dolce vita”.

È questo e altro ancora “Parthenope” di Sorrentino, nella splendida fotografia di Daria D’Antonio, il suo primo film al femminile, dallo e attraverso lo sguardo di una donna, un film spezzato nelle tante sue parti, che hanno è vero un centro nella protagonista ma che troppo spesso si sciolgono negli episodi che si susseguono, taluni scritti per poter vivere di vita propria, di poter correre a far parte di un altro film, episodi inconclusi di cui non si sente alcuna necessità, come potrebbe essere la presenza vuota di Gary Oldman e del suo poeta John Cheever. Mentre sono piene di luci cinefile le memorie cinematografiche (anche un piccolo omaggio a De Sica, con il funerale di Riccardo, prima che divampi il colera: ancora un mostro), convincenti certe annotazioni di costume, non soddisfano l’eccessivo ricorso al ralenti, il traboccare che è sempre in agguato, taluni vuoti di scrittura, le troppe frasi a effetto, la mancanza di quella trama che abbiamo capito a Sorrentino non interessa. Restano complete la bellezza e la bravura della protagonista Celeste Dalla Porta, intrigante ad ogni inquadratura, capace di sopportarla benissimo, di fronteggiare l’obiettivo con sicurezza, di porsi vestita dei gioielli del Tesoro o in striminzito bikini con la stessa padronanza di autentica attrice, sempre credibile nella costruzione del personaggio, che è ricco di ogni sfumatura e di una tangibile crescita. E allora, come Parthenope, in un rimando continuo, Sorrentino ci suggerisce Napoli bella e per molti impossibile, illusoria, frutto del caos, accogliente o da respingere: forse anche il cinema di Sorrentino è così. Però esci dal cinema e cominci a discuterne. Anche questo è il bello, l’amore convincente del Cinema.

Galleria Raffaella De Chirico, temporary space studio Legale Manfredi con Maria Lai

Durante la settimana dell’arte torinese, dal 30 ottobre al 2 novembre prossimo, la Galleria Raffaella De Chirico ripropone dal 30 ottobre al 2 novembre il format del temporary space, sperimentato già lo scorso anno e recepito con entusiasmo dal pubblico. Questa volta all’interno di uno studio legale torinese, lo studio Legale Manfredi, in via della Misericordia 3 al secondo piano, verrà esposta un’opera inedita dell’artista Maria Lai (1919 Ulassai-2013 Cardedu).

La mostra ruota intorno ad una singola opera di grandi dimensioni, una coperta realizzata di 227×227 cm negli anni Ottanta, oggetto che trasla dalla sua dimensione quotidiana e privata a quella collettiva, concedendo al pubblico di avvicinarsi alla sfera più intima dell’artista.

Nata nel paese di Ulassai, neĺl’Ogliastra, figlia di un veterinario, Maria Lai era di salute cagionevole e durante l’infanzia trascorreva i mesi invernali presso gli zii contadini, tanto da non poter ricevere una adeguata istruzione elementare. In lei nacque, nel completo isolamento, l’attitudine per il disegno. Usando il carbone del camino disegnava forme sulle pareti. Nel 1939 si iscrisse al Liceo Artistico Ripetta di Roma, dove ebbe come maestri anche Renato Marino Mazzacurati. Dal 1943 al ’45 frequentò a Venezia, presso l’Accademia di Belle Arti, il corso di scultura tenuto dall’artista Arturo Martini e da Alberto Viani.Lo scultore Antonio Martini tenne lezioni sul vuoto, sulle ombre, sul volume del sasso, influenzando il suo modo di produrre e vedere l’arte. Nel 1945, fuggita precipitosamente da Venezia, approdata a Verona per un breve periodo, fu poi di ritorno in Sardegna, dove nel ’47 conobbe gli artisti Fossò Fois e Giuseppe Dessi.

Ritornata a Roma nel 1954, nel 1957 tenne la sua prima personale nella galleria l’Obelisco di Irene Brin, dove espose disegni a matita realizzati tra il 1941 e il 1954. Nel frattempo aprì un piccolo studio d’arte. Seguì poi un periodo di profondo silenzio, dove per circa a dieci anni si ritirò e decise di non esporre più per concentrarsi su nuove sperimentazioni, passando dal figurativo all’informale, dove i suoi segni si fanno più essenziali. In questa fase di silenzio iniziò a produrre opere oggi a noi tra le più note, quali “Tele e libri cuciti”, “Pani” e “Telai”. Grazie allo scrittore Giuseppe Dessi scoprì il vero valore della sua Ferra natia, cogliendo il senso del mito e della leggenda, mentre visitando il Canada con Marcello Venturoli entrò in contatto con l’arte primitiva a cui si ispirò per la realizzazione delle sue maschere in ceramica. Nel 1971 tornò in scena con una mostra personale alla galleria Schneider di Roma, dove espose i telai ispirati fortemente all’arte povera. Sono gli anni più significativi per la sua carriera artistica, durante i quali produsse opere polimateriche e con materiali spogli come i ready-made di telai o sculture di pani, che ricordano le antiche tradizioni della sua Sardegna. Nel 1975 espone la sua mostra personale “Tele e collage” presso la galleria Art du Champ, e nel 1977 presso la galleria Il Brandale di Savona organizza la mostra “I pani di Maria Lai”, che ebbe tale successo da essere proposta alla Biennale di Venezia, in una esposizione esclusiva dedicata alla produzione artistica di sole donne. Agli anni Ottanta risale la serie di opere “Geografie e Libri Cuciti”, agli anni Novanta risale una stretta connessione con le opere precedenti, che vendono protagonisti i segni e disegni che vanno ad unirsi ai fili del telaio e alle produzioni dette “Geografie”. Maria Lai trascorre gli ultimi anni della sua vita a Cardedu, un paesino della Sardegna.

 

Studio Legale Manfredi, via della Misericordia

30 ottobre- 2 novembre 2024 h 14-20 su appuntamento.

 

Mara Martellotta

Il ritorno di Artissima a Torino per esplorare il panorama dell’arte contemporanea

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Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino torna dall’ 1 al 3 novembre all’Oval Lingotto Fiere. Unica fiera in Italia dedicata esclusivamente al contemporaneo, si distingue per il suo approccio innovativo e sperimentale che la rende uno degli appuntamenti più attesi a livello internazionale.

Le quattro sezioni consolidate della fiera – Main SectionNew EntriesMonologue/Dialogue e Art Spaces & Editions – e le tre sezioni curate – DisegniPresent Future e Back to the Future – ospitate anche sulla piattaforma digitale Artissima Voice Over.
L’edizione 2024 di Artissima vede complessivamente la partecipazione di 189 gallerie italiane e internazionali, di cui 66 presentano progetti monografici.

Il tema di questa edizione è The Era of Daydreaming, incentrato sul daydreaming come manifestazione centrale del pensiero spontaneo e strumento di creazione proiettato verso il futuro.

 

Artissima e dintorni

In linea con la propria vocazione dinamica e sperimentale, Artissima anche quest’anno affianca ad una offerta di mercato di alto livello, un’ampia proposta di progetti speciali, in città e in fiera, frutto di collaborazione con partner d’eccezione e prestigiose istituzioni culturali, per esplorare e ridefinire il panorama dell’arte contemporanea.

The Underground Cinema

 

La collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Artissima prosegue con la terza edizione della rassegna di film e video d’artista ospitata negli spazi di Gallerie d’Italia – Torino. La mostra The Underground Cinema è a cura di Irene Calderoni, curatrice indipendente, e consiste in una rassegna di opere video di artisti rappresentati dalle gallerie partecipanti ad Artissima, molte delle quali esposte per la prima volta in Italia. Gli artisti presentati sono: Pauline Boudry & Renate Lorenz (Ellen de Bruijne Projects, Amsterdam), Alice Bucknell (IMPORT EXPORT, Varsavia), Stephanie Comilang (ChertLüdde, Berlino), Pauline Curnier Jardin (ChertLüdde, Berlino), Valentina Furian (UNA, Piacenza), Lungiswa Gqunta (WHATIFTHEWORLD, Cape Town), Beatrice Marchi (Federico Vavassori, Milano), Lili Reynaud Dewar (Layr, Vienna) e Silvia Rivas (Rolf Art, Buenos Aires).

DOVE: Gallerie d’Italia – Torino (Piazza San Carlo, 156)
QUANDO: 1–3 NOV
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Objects in Mirror Might Be Closer Than They Appear

 

Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, in collaborazione con e con la curatela di Artissima, presenta l’installazione Objects in Mirror Might Be Closer Than They Appear, di Julian Charrière e Julius von Bismarck (Sies + Höke, Düsseldorf). L’opera attiva un dialogo inedito tra Artissima e il Museo, settore della Direzione Cultura e Commercio della Regione Piemonte, affrontando in modo innovativo, grazie al linguaggio dell’arte contemporanea, temi cruciali del nostro tempo già presenti nel percorso di visita del Museo grazie alle sue straordinarie collezioni.

DOVE: Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (Via Accademia Albertina, 15)
QUANDO: 30 OTT–4 NOV
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Raised in the Dust

 

Artissima presenta in collaborazione con la Città di Torino il progetto Raised in the Dustdell’artista Andro Eradze (SpazioA, Pistoia) presso lEx Giardino Zoologico – Parco Michelotti di Torino. Muovendo una forte critica alle azioni umane che risultano in questi casi tossiche e fatali per la fauna selvatica, il film di Eradze riposiziona i fuochi d’artificio come un punto di accesso al lato oscuro e mitologico della foresta, un mondo popolato di piante, animali e fantasmi.

DOVE: Ex Giardino Zoologico – Parco Michelotti (Corso Casale, 43)
QUANDO: 29 OTT–4 NOV
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Euridome

 

Artissima cura la produzione di Euridome, l’installazione luminosa promossa daConsulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino e Unione Industriali Torino e a firma di Erik Saglia(Thomas Brambilla, Bergamo). L’opera entra a far parte di Costellazione, sezione collaterale di Luci d’Artista. Con questo intervento, i promotori celebrano l’assegnazione a Torino del titolo di Capitale della Cultura d’Impresa 2024 offrendo al territorio e alla comunità un segno tangibile del riconoscimento conseguito.

DOVE: Unione Industriali Torino (Via Manfredo Fanti, 17)
QUANDO: DAL 25 OTT
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Afasia 1

 

Grazie al rinnovato dialogo tra Artissima e UNA Esperienze, brand di Gruppo UNA, il Salone delle Feste dello storicohotel Principi di Piemonte | UNA Esperienze nel centro di Torino ospita, per la quinta volta in collaborazione con Artissima, un progetto espositivo d’arte contemporanea. Nel 2024 viene presentato Afasia 1 di Arcangelo Sassolino(Galleria Continua, San Gimignano, Beijing, Les Moulins, Havana, Roma, Sao Paulo, Paris), uno dei primi lavori in cui l’artista applica la fisica alla scultura indagando sul concetto di velocità.

DOVE: Hotel Principi di Piemonte | UNA Esperienze (Via Piero Gobetti, 15)
QUANDO: 31 OTT–3 NOV
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Hearsay. Premio illy Present Future 2023

 

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengoospita Hearsay, la mostra personale di Bekhbaatar Enkhtur (Matèria, Roma), vincitore dell’edizione 2023 del Premio illy Present Future. La mostra presenta una nuova serie di opere di Enkhtur che indagano il potenziale simbolico e metonimico degli animali e degli esseri umani per esplorare il rapporto tra rappresentazione visiva e linguistica.

DOVE: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Via Modane, 16)
QUANDO: 31 OTT 2024–5 GEN 2025
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EMBRACE. VANNI occhiali #artistroom

 

VANNI lancia in esclusiva EMBRACE, la capsule-collection di occhiali d’artista realizzati su progetto di Elisa Alberti, vincitrice del premio VANNI #artistroom ad Artissima 2023. La collezione si ispira alle caratteristiche distintive delle opere di Elisa Alberti: uso mirato del colore, gioco con le forme, composizione spaziale e l’attenzione alla materialità sensoriale delle superfici.

DOVE: Showroom VANNI occhiali (Piazza Carlo Emanuele II, 15)
QUANDO: 31 OTT–23 NOV
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Le vedute urbane di Olivo Barbieri nelle collezioni d’arte di Intesa Sanpaolo

 

Il dialogo tra Intesa Sanpaolo e Artissima prosegue anche in fiera con la presentazione di un progetto espositivo originale che conferma il valore della partnership. Presso lo stand Intesa Sanpaolo l’esposizione di un nucleo di opere fotografiche di Olivo Barbieri anticiperà la mostra del fotografo in programma a febbraio 2025 nell’ambito della rassegna La Grande Fotografia Italiana presso Gallerie d’Italia —Torino. Le fotografie di Barbieri, entrate a far parte delle collezioni di Intesa Sanpaolo, saranno in dialogo con tre dipinti dalle collezioni d’arte del Gruppo.

DOVE: Artissima (OVAL | Torino)
QUANDO: 1–3 NOV
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Direzione Generale Creatività Contemporanea — Ministero della Cultura

 

La Direzione Generale Creatività Contemporanea (DGCC) del Ministero della Cultura è presente in fiera con un proprio spazio istituzionale, dedicato alla presentazione di tutte le iniziative attivate a sostegno del sistema dell’arte contemporanea italiana e dei giovani artisti, in ambito nazionale e internazionale. Artissima, insieme a Fondazione Torino Musei, è lieta di poter avviare un dialogo progettuale che enfatizzi la ricerca e l’internazionalizzazione, temi strategici e condivisi dalle tre istituzioni coinvolte, in una logica di sistema.

DOVE: Artissima (OVAL | Torino)
QUANDO: 1–3 NOV

IDENTITY 2024 | WoW — Worlds of Words

 

Artissima, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo – da sempre partner della fiera nella creazione di progetti e contenuti con propositi di valorizzazione e innovazione – presenta in fiera il progettoWoW – Worlds of Words, secondo capitolo del percorso triennale IDENTITY.  WoW offre un focus speciale sul mondo dei magazine e dei progetti editoriali italiani e internazionali e lo fa attraverso 3 spazi:

– TALKING MAGAZINES by Jaguar. Daydreaming with words | un palinsesto di talk a cura di Reading Room, per esplorare le connessioni dell’arte contemporanea con moda e design. Con la partecipazione di: ARCHIVIO, As a Journal, C41 Magazine, Cactus Magazine, Chiaromonte, Cap74024, Cose Journal, CURA., Epoch Review, Flash Art, King Kong, magazine II, MOUSSE, Middle Plane, Tank magazine e Urbano.

– EDICOLA | una vera e propria edicola a cura di Reading Room, con una selezione esclusiva di importanti titoli dell’editoria italiana e internazionale.

– EDITORIAL AREA | un nucleo di spazi creati ad hoc riservati a riviste e editori, tra cui: Arte – Cairo Editore, Artribune, CURA, exibart, Flash Art e MOUSSE.

DOVE: Artissima (OVAL | Torino)
QUANDO: 1–3 NOV
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sognare di lato, di qua, di là — Artissima Junior

 

Un progetto di Artissima e Juventus pensato per i giovani visitatori della fiera, tra i 6 e gli 11 anni. Quest’anno Artissima Junior vede l’artista Sara Enrico (Vistamare, Milano, Pescara) guidare la creazione dell’opera corale sognare di lato, di qua, di là, nata come invito a vivere un’esperienza empatica e di condivisione per aprire i confini della soggettività, guardare “oltre” e proiettarsi dentro un sogno collettivo vagando con la mente. Lo stand di Artissima Junior ospiterà anche Il tappeto verde, cortometraggio dell’artista e regista Yuri Ancarani (Isabella Bortolozzi, Berlino e ZERO…, Milano), ambientato all’Allianz Stadium e dedicato ai sogni dell’infanzia, presentato in anteprima al Giffoni Film Festival e alla 81.Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Nello stand sarà anche possibile vedere l’episodio speciale della serie animata Team Jay che racchiude i sogni disegnati e raccontati dai bambini del Giffoni Film Festival.

DOVE: Artissima (OVAL | Torino)
QUANDO: 1–3 NOV
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MADE IN

 

MADE IN è un progetto di residenza d’artista realizzato da Artissima con il sostegno di Camera di commercio di Torino, nato dal desiderio di attivare un dialogo tra l’arte contemporanea e il florido tessuto aziendale torinese con la curatela di Sonia Belfiore, founder di Ultravioletto Arte + Impresa.

Uno stand dedicato presenta in fiera le opere prodotte dai vincitori della seconda edizione, scelti in collaborazione con le quattro gallerie madrine del progetto: Lorena Bucur per Kristina Ti (Galleria Franco Noero), Christian Offman per Guido Gobino (Luce Gallery), Jacopo Naccarato per Dott.Gallina (Simóndi Gallery) e Giulia Poppi per Pininfarina Architecture (galleria Mazzoleni). In occasione di Artissima 2024 un talk al Meeting Point (domenica 3 novembre alle ore 14.30) sarà l’occasione per lanciare la terza edizione del progetto con nuovi partner d’eccezione: Azimut YachtsManifattura Tessile DINOLE®Sabelt, Xerjoff che accoglieranno nelle proprie aziende i nuovi artisti a partire da inizio 2025.

DOVE: Artissima (OVAL | Torino)
QUANDO: 1–3 NOV
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Le AudioGuide

 

Pensate per accompagnare il pubblico di Artissima in una visita autonoma e personale della fiera, anche quest’anno leAudioGuidesaranno disponibili in qualsiasi momento durante la fiera sulla piattaformaartissima.art. Collegandosi al sito di Artissima con il proprio smartphone, sarà possibile scegliere una delle visite guidata, iniziando il proprio percorso in fiera secondo la narrazione proposta dalla viva voce dei mediatori professionisti di Arteco. Sono previsti cinque percorsi in lingua italiana e uno in lingua inglese, affiancati da una trascrizione con traduzione. Il progetto, promosso daLauretana, rientra negli sviluppi di Artissima Digital powered by Fondazione Compagnia di San Paolo.

DOVE: Artissima (OVAL | Torino) e ONLINE
QUANDO: 1–3 NOV
Online dal 1 novembre QUI

Info: https://www.turismotorino.org/it/esperienze/eventi/artissima-internazionale-darte-contemporanea

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Lura Goria

 

Karin Tuil “L’incoscienza” -La Tartaruga- euro 22,00

Politica, terrorismo, tradimenti, amore e passioni travolgenti. Sono queste le colonne portanti del romanzo intricato e intrigante che può essere letto anche come spaccato della società francese contemporanea. E’ stato ispirato alla Tuil dall’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre, che ha cambiato il mondo, e dai rischi dei soldati francesi in Afghanistan.

E’ proprio dall’Afghanistan che è ritornato il tenente Romain Roller, segnato nell’anima e devastato psicologicamente. Non riesce a superare gli orrori di cui è stato testimone ed è consumato dai sensi di colpa per i commilitoni che non è riuscito a salvare. Poi incontra la giornalista Marion Decker e le cose cambiano.

Lei è giovane, bella in modo intrigante, sposata con il ricchissimo e potente François Vely, amministratore delegato dell’omonimo gruppo di telecomunicazioni. Un matrimonio in bilico, sul quale pesa come un macigno il suicidio della prima moglie di François, che non aveva retto alla separazione.

L’incontro tra Marion e Roman mescola le carte, tra i due è passione a mille e l’inizio di una serie di complicazioni non solo con i rispettivi coniugi. Poi, gli eventi precipitano.

Vely viene travolto dall’accusa di razzismo, e si intrecciano tematiche attuali per la Francia che riguardano anche l’antisemitismo, il femminismo e il sessismo. A difenderlo è l’amico Osman Diboula, figlio di immigrati ivoriani, cresciuto nelle banlieu, diventato un politico di successo.

Ma ad attendere François c’è un destino che modificherà ancora una volta le traiettorie dei protagonisti. E terrà il lettore sulla corda fino all’ultima riga del romanzo.

 

 

Roberto Cicala “Andare per i luoghi dell’editoria” -Il Mulino- euro 14,00

Roberto Cicala è lui stesso editore con il marchio Interlinea, critico letterario e filologo; da esperto del settore in questo volume delinea un’interessante geografia dell’editoria italiana. Poco meno di 200 pagine che scorrono come un romanzo, e sono un atto d’amore in cui ripercorre le vicende dei grandi patron dell’editoria nel nostro paese e ci svela l’affascinante lavoro che c’è dietro ogni pubblicazione.

Racconta le case dove nascono i libri, dove sono, come e chi ci lavora. Gli editori italiani sono circa 3000 e ovviamente qui è stata compiuta una selezione. Dall’Einaudi di Torino con Pavese e le tante riunioni di redazione con i massimi intellettuali, al Mulino di Firenze, poi il rivoluzionario Feltrinelli, le scommesse di Mondadori e Rizzoli…e via così lungo tutto l’italico stivale.

Un libro che ci racconta aneddoti, fatiche, decisioni complesse, personaggi che hanno fatto la storia del settore e della cultura. Un lavoro che è frutto di grande esperienza, oltre 20 anni di appunti, ricerche e studi, che ci portano dritti nelle stanze dove i libri nascono.

 

John Grisham “I fantasmi dell’isola” -Mondadori- euro 23,00

Questo è il capitolo finale di una trilogia che il maestro del thriller procedurale ha iniziato nel 2017, ed è il suo 50esimo romanzo.

La storia ruota intorno a Dark Island, minuscola isola disabitata al largo della Florida; un’oasi di natura incontaminata che fa gola ad una società immobiliare che ne vede il potenziale come sede di un lussuoso Resort con Casinò annesso e introiti a palate.

Però se in quel paradiso terrestre non c’è anima viva è per una ragione. Il problema è che intorno all’isola aleggiano inquietanti leggende con al centro storie di annegamenti, fantasmi, riti vudù ed inspiegabili sparizioni.

Il personaggio centrale è l’incredibile Lovely. Arzilla 85enne, depositaria di un passato che spiega molte cose intorno alla storia di: schiavitù, segregazione, suprematismo bianco, deportazione degli schiavi, (spesso periti in misteriosi naufragi) e tragedie varie.

Lovely custodisce parecchi segreti che però non ha voglia di raccontare. Invece a insistere perché sveli tutto quello che sa è la tenace scrittrice 30enne Mercer.

Il romanzo prende sempre più quota nel confronto tra due posizioni opposte: da un lato la voglia di non rinvangare il passato e dall’altra una divorante voglia di scoprire. Il tutto con comparsa di altri personaggi indimenticabili e sullo sfondo sdrucciolevole di corruzione, illegalità e ingiustizie.

 

Cherie Dimaline “Canzoni funebri per ragazze quasi morte” -Bompiani- euro 18,00

L’autrice è nata in Canada nel 1975, ha pubblicato 12 romanzi e una raccolta di racconti, scrive anche per cinema e teatro, e questo suo libro -uno Young Adult fuori dai soliti canoni del genere- è il primo ad essere tradotto in italiano.

E’ la storia della 16enne Winifred, figlia di Thomas che lavora come operatore del crematorio del cimitero di Winterson, e vive con la figlia e un cane sovrappeso nella casa che affaccia sul recinto di tombe.

La madre di Win, Mary, una giovane Métis (uno dei tre gruppi di comunità indigene riconosciute in Canada) invece è morta nel dare alla luce la bambina.

Ma non pensiate che Winifred sia infelice; anzi è perfettamente a suo agio tra le lapidi che sono un po’ il suo giardino. Conosce ogni tomba, le piace camminare tra le scritte dei defunti e questa prossimità con la morte è la dimensione in cui si sente più vicina alla madre che non ha mai conosciuto. Unico neo è che questo pedigree di morte è alla base dell’emarginazione da parte dei suoi coetanei, che la fanno sentire “diversa”.

L’altra protagonista invece è uno spettro che appare a Win. E’ Philomene, detta Phil, ed era una giovanissima indigena lesbica scappata a Toronto nella speranza di trovare un’ambiente più aperto. Invece l’avevano schiantata la disillusione, le droghe e infine la morte.

Poi c’è un momento difficile perché il camposanto ha problemi di bilancio, ed il servizio di cremazioni rischia di essere appaltato altrove. Thomas è sul punto di perdere lavoro e casa. Forse a salvare la situazione potrebbe essere lo stratagemma dell’apparizione di un fantasma per attirare tour turistici.

Questo e molto altro nelle pagine che si concentrano sulla difficoltà di staccarsi da lutti antichi ed avere la forza di imprimere una svolta nuova alla propria vita. Molto più che un libro per giovani adulti.

Rock Jazz e dintorni a Torino: Motta e MadMan

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Alle OGR si esibisce Motta.

Martedì. Al Jazz Club suona il Max Ilardo Trio. Al Blah Blah sono di scena i Gravery.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana si esibiscono i Bubbles and Berries. Al Jazz Club serata dal titolo “The Chicago Blues Jam!”. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Rhove. Al Blah Blah si esibiscono i Pointed Sticks.

Giovedì. Alla Divina Commedia suona la Lady’s Soul Band. Al Cafè Neruda SOS (tributo agli Abba).

Venerdì. Al Blah Blah suonano i Varsovie. All Hiroshima Mon Amour sono di scena i 3 Sud Est.

Sabato. Al Teatro Concordia di Nichelino si esibisce MadMan. Al Circolo della Musica di Rivoli sono di scena Ellie Cottino & Sista  Sofi. Al Blah Blah suonano Thrash Assault- Lilith Legacy+Blake’s Vengeance.

Pier Luigi Fuggetta

A Carla Tolomeo, “Signora delle Sedie-Scultura”, il Premio Alfredo d’Andrade

Torino si prepara a diventare la capitale dell’arte con una settimana intensa di fiere ed eventi. Lunedì, nella splendida cornice del Circolo dei Lettori presso Palazzo Graneri della Roccia, l’Associazione Europea Alfredo d’Andrade per la Cultura del Bello assegnerà il prestigioso Premio alla Carriera Alfredo d’Andrade a Carla Tolomeo, celebre artista di fama internazionale, nota per le sue iconiche sedie-scultura. Questo riconoscimento, assegnato in passato a rinomati architetti e artisti come Michele De Lucchi, Franco Mazzucchelli e Fulvio Morella, celebra il contributo di Tolomeo all’arte e al design. Un appuntamento imperdibile che esalta l’arte e la cultura nel cuore della città sabauda.

Il Comitato d’onore 2024 ha accolto la proposta del curatore e direttore di Cramum Sabino Maria Frassà, riconoscendo a Carla Tolomeo i suoi straordinari meriti artistici, oltre alla sua capacità di innovare e reinventarsi con coerenza e passione. L’artista ha saputo dar vita a un’arte evocativa e complessa, in cui rimandi letterari si intrecciano con concetti profondi, anticipando e influenzando l’evoluzione del design contemporaneo. Conosciuta a livello internazionale come la “Signora dell’arte delle sedie-scultura”, Carla Tolomeo ha unito empatia e visione, ispirando gli spettatori attraverso opere che trasmettono un messaggio universale di bellezza e riflessione.

Il premio, un fregio in ceramica realizzato dal Maestro ceramista Brenno Pesci di Castellamonte, si ispira ai decori artistici presenti nel Castello di Pavone Canavese. Questo edificio storico, ristrutturato e abitato da Alfredo d’Andrade, rappresenta un simbolo del suo impegno nella tutela del patrimonio culturale. È proprio qui che d’Andrade riposa, insieme alla moglie Costanza Brocchi, rendendo il premio un omaggio non solo all’arte ma anche alla preservazione della memoria e del valore del patrimonio artistico italiano.

Come racconta l’artista Carla Tolomeo in merito al premio: “Sono onorata di questo riconoscimento, che valorizza la mia storia personale e artistica, e mi sprona ancora di più a guardare al mio tempo preferito: il futuro. I nuovi progetti mi tengono in vita, ma nascono dal passato, di cui ho piena consapevolezza. L’arte è una sintesi del tutto, un rifugio emotivo e intimo che condivido con gli altri.”

Biografia dell’artista

Nata nel 1941, Carla Tolomeo è universalmente riconosciuta come la “Signora dell’arte delle sedie”. Proveniente da una famiglia piemontese di alto lignaggio, ha trascorso la sua vita immersa in un ambiente intellettuale di grande rilievo, coltivando amicizie con personalità come Jorge Luis Borges, Giorgio De Chirico e Marta Marzotto. Nel 1969 si è sposata con il critico letterario Giancarlo Vigorelli, al quale è rimasta legata fino alla sua scomparsa nel 2005.

Dopo una lunga carriera nella pittura, Tolomeo ha rivoluzionato la sua pratica artistica negli anni Settanta, dedicandosi alla creazione delle celebri sedie-scultura, presentate per la prima volta alla Galleria Ca’ d’Oro di Roma. Queste opere hanno rapidamente catturato l’attenzione internazionale, con esposizioni in tutto il mondo, da Tel Aviv a Parigi, da Mosca a New York. A conferire ulteriore notorietà a Tolomeo è stata la collaborazione con il marchio Hermes per le sue vetrine parigine.

Tra le sue collaborazioni recenti spicca il progetto per il teatro del “Palace of Arts – Madlena” a Belgrado, trasformato in una straordinaria opera d’arte grazie al supporto della famiglia Zepter. Le sue sedie-scultura, realizzate con materiali preziosi come velluti, marmi e alluminio, non sono solo elementi di design, ma vere e proprie sculture tessili che, come afferma l’artista stessa, “sono luoghi per accarezzarsi l’anima, anche se sono scomodissime, come lo è la vita”.

Le opere di Carla Tolomeo nascono da un processo creativo fortemente intuitivo, e la loro forza risiede nell’esplorazione di archetipi universali e concetti come la metamorfosi. Sedie e divani si trasformano in farfalle, fiori e lune, incarnando il passaggio continuo tra stati esistenziali e invitando lo spettatore a un’intima riflessione.