CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 212

Opera Viva Barriera di Milano il Manifesto: Pierluigi Pusole

Quinto appuntamento

9° edizione intitolata Opera Viva, Luigi l’addetto alle affissioni

 

AMICO

Lunedì 25 settembre 2023

ore 18.30

Torino, Barriera di Milano, Piazza Bottesini

E’ l’artista Pierluigi Pusole con l’opera Amico (2018) a inaugurare il 25 di settembre alle ore 18.30 il quinto appuntamento dell’anno di Opera Viva Barriera di Milano, Il Manifesto.

Per questo quinto appuntamento l’artista Pierluigi Pusole presenta AMICO (2018), particolare di una composizione più grande appartenente alla serie EXPERIMENTS che, a sua volta, rientra nel progetto I.S.D. / IO SONO DIO.

Nel progetto l’artista riscrive una dimensione in cui si combinano naturale e artificiale.

La ricerca di Pusole in questa serie si caratterizza per la presenza della figura umana nel contesto del paesaggio, figura a volte modificata, raddoppiata, aumentata o diminuita nelle dimensioni. Nel caso di AMICO l’artista ne sceglie una visione poco rassicurante: un paesaggio in cui un uomo avanza mentre tiene in mano una motosega, un paesaggio in cui la forza del colore sembra essere la struttura portante della raffigurazione, quella stessa forza che trasforma l’opera in un “esperimento divino”.

 

E poiché anche l’opera di Pusole subisce il cambiamento e si ritrova ribaltata da Luigi, l’addetto alle affissioni: quali nuovi significati assume?

Le caratteristiche dell’opera ne escono potenziate ed enfatizzate dal rovesciamento che sembra connotarsi ancor di più come un esperimento del Dio/artista.

Il progetto/opera di arte pubblica ideato nel 2015 da Alessandro Bulgini negli anni ha ospitato più di 50 artisti italiani e stranieri, interpreti dello spazio pubblico di 6×3 metri di Piazza Bottesini a Torino.

L’edizione 2023, intitolata “Opera Viva, Luigi l’addetto alle affissioni” si concentra sul concetto di ribaltamento: nessuna figura curatoriale, soltanto gli artisti e Luigi, l’addetto alle affissioni, che appenderà tutte le immagini capovolte.

Vivono e lavorano a Torino gli artisti selezionati per l’edizione 2023, per sottolineare ancora una volta l’importanza del tessuto culturale e artistico della città di Torino.

Sergio Cascavilla, Gianluca e Massimiliano De Serio, Luigi Gariglio, Turi Rapisarda, Pierluigi Pusole e Alessandro Bulgini.

Pierluigi Pusole Torino, 1963

Pusole è tra le voci più innovative e originali della nuova pittura italiana, in costante confronto con i nuovi mezzi di produzione di immagini. Dalla fine degli anni Ottanta partecipa a importanti collettive e personali in Italia, Spagna, Germania, Belgio e Argentina, tra cui la Biennale di Venezia del 1991, Dodici Pittori Italiani nel 1995 e Cambio di Guardia nel 1996. La sua pittura è caratterizzata dal celere, evocando la rapidità dei mezzi di comunicazione e la produzione di immagini. Come tutti quelli della sua generazione non aveva vissuto i segni del reale, la sua è una pittura che si sofferma in figure utopiche e visioni alternative. Successivamente la figurazione viene abbandonata, concepita dall’artista come trappola formale e si avvicina ad una pittura che l’artista definisce “antinaturale”, priva di qualsiasi segno del reale e capace di creare un’esperienza, senza mai trascurare il paesaggio.

Rock Jazz e dintorni a Torino: Martin Craig e Paolo Benvegnu.

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Lambic Morgan replica per 2 sere consecutive.

Martedì. Al Blah Blah suonano gli svedesi Baby Jesus. Per il festival “To Listen To” a Villa della Regina è di scena Jèrome Noetinger.

Mercoledì. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Paolo Benvegnu. All’Osteria Rabezzana suona Martin Craig & The Black City.

Giovedì. All’Hiroshima è di scena Giuliano Dottori. Per “To Listen To” al Conservatorio suona la The Orchestra Of Futurist Noise Intoners diretta da Luciano Chessa.

Venerdì. Al Circolo della Musica Rivoli si esibisce il cantautore Gnut. Al Museo Storico Reale Mutua suonano Giorgio Li Calzi e Paolo Dellapiana. All’Hiroshima è di scena la cantante Lidiya Koyccheva e la Balkan Orchestra. Al Cap 10100 per “La Postura del consenso” si esibiscono le Bambole di Pezza.  Al Conservatorio per “To Listen To”suonano: l’Ensemble Elettroacustico SMET, Tomoko Sauvage e i percussionisti Stanislas Pili, Nicholas Remondino, Sebastiano De Gennaro in duo con Andrew Quinn.

Sabato. Al teatro Colosseo sono di scena gli Scott Bradlee. Al Magazzino sul Po suonano i Xiu Xiu. Al Cap 10100 sono di scena Elasi e I’m Not a Blinde. All’Imbarchino si esibiscono Monopoly  Child Star Searchers con i Wow. Allo Ziggy suonano i The Foreign Resort. Al Conservatorio conclusione di “To Listen To” con James Dashow e il chitarrista Paolo Angeli. Al Blah Blah si esibiscono gli Hollywood Killerz.

Domenica. Alla bocciofila Rami Secchi è di scena Amantes Del Futuro. Al Bunker  “Krisma Tv Day” con Andy dei Bluvertigo, Johnson Righeira e Milano 84.

Pier Luigi Fuggetta

Stefano Berardino, l’artista dei motori

STEFANO BERARDINO PER IL FESTIVAL CAR 2023

Live painting dell’Artista dei Motori con protagonista la storica FIAT 508S Balilla Coppa d’Oro. L’opera realizzata diventa primo premio del Concorso d’Eleganza.

Domenica 24 settembre 2023 | Revigliasco Torinese

Dopo il successo della prima edizione torna, domenica 24 settembre a Revigliasco Torinese, il Festival Car 2023, dedicato a tutti gli appassionati di vetture storiche.

Un appuntamento a cui non poteva mancare Stefano Berardino, il giovane pittore ortese conosciuto come l’artista dei motori  che proprio delle automobili, sua più grande passione, ha fatto il soggetto principale della propria produzione pittorica.

L’artista sarà infatti protagonista di un live painting dedicato proprio al Festival Car 2023: durante la giornata Berardino, armato di colore, spatole e pennelli, dipingerà una FIAT 508S Balilla Coppa d’Oro.

La celebre vettura storica, tra le più ricercate dai collezionisti, datata 1933 e ispirata alle spider inglesi dell’epoca, prenderà forma sulla tela in tutte le sue caratteristiche e peculiarità uniche, grazie all’occhio attento e la mano ferma dell’artista, abituato a riprodurre i soggetti delle sue composizioni in modo accurato e preciso. Dalla coda affusolata ai parafanghi di tipo motociclistico, la FIAT 508S Balilla Coppa d’Oro sarà rappresentata, su spesso sfondo materico impreziosito da sabbia e polvere di quarzo, in stile realistico che strizza l’occhio alla Pop Art.

Al termine del live painting l’opera verrà consegnata come primo premio al vincitore del Concorso d’Eleganza, il cuore di Festival Car 2023, una “passerella” con oltre 100 tra le più belle auto d’interesse storico e collezionistico che regaleranno una panoramica emozionante della storia dell’auto e che, novità di quest’anno, saranno coinvolte in un’emozionante parata che dallo scenografico Castello di Moncalieri arriverà nel centro storico di Revigliasco, sulla collina Torinese.

Dalla strada alla tela, Stefano Berardino porterà al Festival Car 2023 anche con un’opera rappresentante una Alfa Romeo Tonale di Stellantis&You Torino.

www.stefanoberardino.com

25 luglio-8 settembre 1943: i 45 giorni che sconvolsero l’Italia

IL CONVEGNO DEL CENTRO PANNUNZIO

In Italia, scrive Ennio Flaiano, “la linea più breve tra due punti è l’arabesco. Viviamo in una rete d’arabeschi” e suggerisce di invitare alle tavole rotonde anche storici dell’arte per conoscere, in una forse vana, per l’Italia, ricerca della verità, “quale influenza può avere avuto il barocco sulla nostra psicologia”. Le parole, amare, di Flaiano sono state lo spunto di apertura del convegno organizzato dal Centro Pannunzio presso il collegio San Giuseppe lo scorso 21 settembre per rievocare quei drammatici 45 giorni e per incoraggiare, al contrario, una lettura degli avvenimenti basata su un doveroso apporto di chiarezza di analisi e di riflessione critica, grazie alla partecipazione di studiosi eminenti: il prof Gianni Oliva e il prof Pier Franco Quaglieni, direttore del Centro Pannunzio. Il previsto collegamento con la prof.ssa Carla Sodini dell’università di Firenze, è stato sospeso per problemi tecnici.

A 80 anni da quei cruciali avvenimenti, si sono ripercorse le tappe convulse che portarono, a causa della colpevole inerzia delle istituzioni di allora, dopo la caduta di Mussolini e del regime fascista, alle decisioni adottate dalla corona e dal governo Badoglio nelle trattativa con gli Alleati per giungere alla firma dell’armistizio reso pubblico l’8 settembre 1943, alla fuga da Roma del re e degli Alti comandi, e al tragico destino dei militari e dei civili nei due successivi, sanguinosi anni di guerra e di guerra civile.

Si è adottata una formula innovativa, così da valorizzare la lettura delle testimonianze dirette dei protagonisti di allora, accanto alle interpretazioni critiche di alcuni tra i più apprezzati studiosi del periodo e alle opere narrative che la letteratura di riferimento ha messo a nostra disposizione, alternate agli interventi degli storici. E’ stata pertanto proposta ad un pubblico attento e interessato una coinvolgente rievocazione di quei tragici avvenimenti che le voci dei lettori Maria Grazia Gotro e Mario Piazza hanno reso con particolare intensità. Si sono ripercorse le ore drammatiche della seduta del Gran Consiglio, le trame e le decisioni che portarono all’arresto del Duce, i timori e le posizioni contrastanti dei gerarchi, gli equivoci e le indecisioni degli Alti Comandi militari nella conduzione delle trattative che portarono all’armistizio di Cassibile e alla sua proclamazione l’8 settembre ‘43. Particolarmente efficaci sono risultate le investigazioni di storici quali Renzo De Felice ed Emilio Gentile, i dati tratti dalla memorialistica dell’epoca, tra cui i diari di Dino Grandi e di Giuseppe Bottai, le testimonianze dirette di protagonisti quali Mario Pannunzio e Arrigo Benedetti, le narrazioni di scrittori, da Beppe Fenoglio a Curzio Malaparte, le memorie di chi, giovane allora, come Vittorio Bachelet, assistette con costernazione allo sfacelo dell’esercito e al dissolvimento dello Stato Maggiore, e i resoconti tragici, di chi, di fronte all’intimazione del nemico di cedere le armi, decise di anteporre il senso del dovere e l’onore della bandiera alla vita propria e dei propri sottoposti, come accadde a Cefalonia al generale Antonio Gandin e ai suoi 186 ufficiali, tutti con lui passati per le armi.

L’impegnativo lavoro di attenta documentazione, di ricerca e selezione delle fonti è stato condotto e coordinato dalla giornalista Maria Luisa Alberico a nome del Centro Pannunzio ed ha contribuito, accanto alle considerazioni e ai commenti dei relatori, a far emergere un denso e variegato quadro di verità storiche, sollecitando memorie , interrogativi ed emozioni, in un clima, a detta di molti partecipanti, di indiscutibile suggestione.

Dal prof. Quaglieni sono state rievocate la controversa figura del maresciallo Badoglio e le responsabilità del governo militare- tecnico da lui composto subito dopo la caduta di Mussolini, in continuo bilico tra necessità di adottare una strategia di uscita dal conflitto in accordo con gli Alleati, il costante timore della inevitabile reazione tedesca e la sproporzione tra la propria azione di comando militare e la carenza, in quei frangenti, di una efficace azione politica. Ed è stato sottolineato dal relatore il significato storico che, a posteriori, la nascita del Regno del Sud ed il secondo governo Badoglio, ebbero sul rapporto tra Italia e Alleati, un intreccio di diffidenze reciproche prima di giungere ad una cobelligeranza tesa a superare i limiti umilianti della resa incondizionata. Nel suo intervento lo storico prof. Oliva ha ripercorso lo sbandamento conseguente all’8 settembre in tutte le armi e nelle varie zone di guerra, in Italia e all’estero, risultato di una totale mancanza di coordinamento e di visione strategica tra i vertici degli Alti Comandi cui corrispose una ingiustificata condanna del ruolo di tutto l’esercito, una acritica, e purtroppo per tanti versi perdurante, sottovalutazione dell’azione fondamentale dei militari, sia nella formazione di un vero e proprio esercito nelle regioni meridionali non sottoposte all’oppressione tedesca, sia nella genesi delle nascenti formazioni che daranno vita alla Resistenza. Non è pertanto eccessivo indicare sconvolgenti quei 45 giorni come il travaglio di un popolo che se da un lato condusse, tra indicibili sofferenze, all’acquisizione di una coscienza nazionale in grado di ripudiare la guerra, produsse, a causa di equivoci, tradimenti, sopraffazioni e lutti una frattura dolorosa nella popolazione che ancor oggi impedisce di riconoscerci unitariamente parte di una nazione. Compito dei componenti di una nazione democratica dovrebbe essere, questo il portato del convegno, un serio lavoro che consenta di fare i conti con il nostro passato, con la maturità critica e il necessario distacco che un tempo così remoto può consentire. Forse in questo modo l’”arabesco” che confonde può trasformarsi nella complessità che cerca di palesarsi.

Maria Luisa Alberico

 

“Pierino e il lupo”, con testi e voce di Dario Fo al Teatro Concordia

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

Pierino e il lupo 

Domenica 24 settembre, ore 16

 

 

“Pierino e il lupo”, liberamente ispirato alla favola musicale di Sergej Prokofiev, con testi e voce di Dario Fo e scene di Emanuele Luzzati, è il primo appuntamento di “Favole a merenda”, il programma delle domeniche pomeriggio a teatro con le proposte teatrali dedicate ai più piccoli a prezzi popolari.

Tre attori pasticcioni mettono in scena, o per meglio dire cercano di farlo, la ben nota favola musicale “Pierino e il lupo” di Sergej Prokofiev. Già dal nome complicato iniziano i primi problemi, perché i tre non hanno proprio studiato e sono costretti a improvvisare ed inventare idee strampalate, cercando la complicità del pubblico, per orientarsi fra gatti, papere, lupi, corni e clarinetti. Per fortuna su di loro regna indiscussa la figura del Grande Narratore che, con la sua voce, li guida sicuro lungo il percorso della fiaba. Ma i tre attori, un po’ clown un po’ comici dell’arte, sono talmente distratti e confusionari che non seguono bene il racconto, provano a fare previsioni azzardate sui destini dei protagonisti della fiaba e spesso dovranno chiedere aiuto ai bambini per capire meglio la storia e permettere al Grande Narratore di proseguire. Come bimbi curiosi, i tre attori, proveranno a reinventare i personaggi: “Come cambierà il carattere del lupo se invece di affidarlo ai corni lo facciamo suonare agli archi?” e giocando insieme con il pubblico in una orchestra immaginaria, in un libero gioco di associazioni, scopriranno che in “Pierino e il lupo” la cosa importante è che la storia inventata faccia i conti con la musica e con i suoi vari momenti espressivi. Prokofiev ha scritto la sua fiaba musicale con un preciso scopo educativo: far conoscere ai bambini (e ai grandi) i principali strumenti dell’orchestra, il loro suono, il loro carattere espressivo. Per questo ha associato ad ogni strumento un personaggio e un particolare motivo musicale.

La voce narrante dello spettacolo, “il Grande Narratore “, è la voce di Dario Fo che, con il suo genio teatrale, rivisita la fiaba originale ridonandole una nuova giovinezza.

Sulla scena i tre attori utilizzano lazzi e gags per costruire un ponte fra la storia e il pubblico. La loro confusione diviene pretesto per puntualizzare e sottolineare passaggi didattici importanti. Il meccanismo di complicità con il pubblico fa in modo che, a volte, siano i bambini stessi a spiegare, impersonificando il ruolo di insegnante per questi tre alunni poco studiosi. Ogni piccolo spettatore può quindi, nei momenti di interazione, dare aiuto, chiarificazioni e suggerimenti, divenendo così protagonista di un percorso di apprendimento.

 

Domenica 24 settembre, ore 16

Pierino e il lupo

Età consigliata: 4-10 anni

Produzione: Fondazione Aida ets

Adattamento teatrale e regia: Nicoletta Vicentini

Con: Enrico Ferrari, Rossella Terragnoli e Annachiara Zanoli

Musiche: Sergej Prokofiev registrate dall’Orchestra Verdi di Milano per gentile concessione della rivista Amadeus

Scene: Emanuele Luzzati

Costumi: Maria Bellesini

Illustrazioni: Emanuele Luzzati

Tecnico audio e luci: Riccardo Carbone

Biglietti: adulto 10 euro – bambino 7 euro

Castello di Miradolo: Italo Calvino. Immagini e note a piè di pagina

“Gru Kids Festival” nella Piazza Centrale di “Le Gru”

Quattro fine settimana di “educational games” per tutti i ragazzi under 14

Dal 23 settembre al 15 ottobre

Grugliasco (Torino)

In tutto 12 appuntamenti. Tutti gratuiti. Quattro weekend tematici, tra laboratori, incontri giochi, letture e spettacoli pensati appositamente per aiutare i più giovani (under 14) a interrogarsi su temi di stretta attualità, come l’ambiente, l’uso consapevole della tecnologia, l’espressione artistica, i viaggi, i mondi lontani e vicini, avvicinandoli alla creatività e alle più diverse discipline espressive. Tutto questo è “Gru Kids Festival” che, alla sua seconda edizione, si terrà da sabato 23 settembre a domenica 15 ottobre, nell’area esterna coperta di Piazza Centrale, al primo piano di “Le Gru”. Il programma, anche quest’anno e ancora di più quest’anno, propone il meglio della “cultura” per l’infanzia, considerando il fatto che il “Mall” avveniristico di Grugliasco (via Crea, 10) – inaugurato nel ’94 ed oggi il più grande del Piemonte – è entrato proprio quest’anno a far parte dell’“Agenda della Disabilità”, un progetto realizzato dalla “Consulta per le Persone in Difficoltà” con la “Fondazione CRT”, che coinvolge più di 270 soggetti locali “profit” e “no profit”, volto alla sensibilizzazione su disabilità, inclusione e sviluppo sostenibile. “Gru Kids Festival” sarà quindi completamente accessibile a tutti i bambini e ragazzi. Quali i contenuti? Ogni fine settimana “Gru Kids” presenterà un tema diverso, una proposta che andrà a ripetersi sia il sabato sia la domenica, così da permettere la massima partecipazione.

Si inizia sabato 23 settembre, con il weekend dedicato ai “Videogiochi!” e i laboratori di “Merende Digitali”associazione torinese che si occupa di corsi di informatica e robotica educativa nelle scuole. Durante il workshop i bambini avranno la possibilità di creare il proprio videogioco e di usare in modo critico la tecnologia e la rete. I laboratori saranno due: uno dalle 14 alle 16 rivolto ai bambini dai 6 agli 8 anni, e uno dalle 16 alle 18 con fascia di età dai 9 agli 11 anniFra le 18 e le 19, spazio alla fantasia musicale con Luca Morino: il celebre musicista, compositore e scrittore torinese guiderà i ragazzi dai 9 agli 11 anni nella produzione di una vera e propria “colonna sonora” di un videogioco, un appassionante viaggio artistico attraverso i suoni per immagini.

L’ “Ambiente” sarà invece al centro del fine settimana 30 settembre – domenica 1° ottobre. Con la “Scuola Internazionale di Comics”, si terrà (ore 15bambini dai 7 ai 10 anni) un laboratorio artistico per creare un “pop-up” su diversi habitat naturali. Attenzione! Con materiale riutilizzabile e riciclabile. Alle 16,30, con le Associazioni “Restarters Torino” e “Soluzioni InformEtiche”, i ragazzi dai 10 ai 13 anni si impegneranno in “Cosa c’è nel tuo smartphone”, smontando e rimontando dei telefoni cellulari imparando quali sono i componenti, da dove vengono i materiali “critici” e perché “riparare” viene prima di “riciclare”. Alle 18, Carola Benedetto e Luciana Ciliento proporranno una “presentazione-gioco” legata al loro libro “I viaggi di Mia – alla scoperta dell’acqua” pubblicato per “Tre60/Tea”. Attraverso quiz divertenti e storie del regno animale, le autrici porteranno i bambini alla scoperta del pianeta e di ciò che serve per la sua salvaguardia.

Il terzo weekend, sabato 7 e domenica 8 ottobre (fasce di età 11 – 14 anni) vedrà come protagonisti i “Manga” e il “Giappone”, con un  “mercatino”, dove i ragazzi appassionati di fumetti avranno la possibilità di scambiare i propri “anime” e i propri “manga”, mentre, alle 15, la “Scuola Internazionale di Comics” proporrà il laboratorio artistico “Crea il tuo personaggio manga”Alle 17,15 spazio al “Giappone” con Martina Folena – La Cantastorie. Partendo dal libro “Yahho Nippon!” (edizioni “Ippocampo”) l’artista proporrà un “laboratorio creativo” con “lettura animata” che porterà i bambini alla scoperta della “Terra del Sol Levante” e dei suoi più strabilianti personaggi, ma soprattutto, i più piccoli potranno inventare gadget bizzarri come Kodomo, l’artista tokyota specializzata in arte chindogu. Il pomeriggio si concluderà alle 18,15 con “J-POP”, uno dei principali editori di Manga in Italia, dove richiama oltre 10milioni di lettori.

In chiusura, sabato 14 e domenica 15 ottobre, sarà la volta de “I Mondi e i Viaggi”. Si parte alle 15 con lo “spettacolo animato” di pupazzi con Caterina Paolinelli che vedrà protagonista la Pimpa, la cagnolina giramondo nata, quasi cinquant’anni fa, dal genio di Altan. “Le avventure di Pimpa e Olivia Paperina” verrà replicato alle 15,45Dalle 16 alle 17 e dalle 17 alle 18, l’ “Associazione Feliz” proporrà un “laboratorio” per scoprire la tecnica del film d’animazione in “stop motion” e i bambini potranno creare una propria cartolina digitale animata da spedire agli amici!

Tutti i laboratori e gli incontri di “Gru Kids Festival” sono a ingresso gratuito e su prenotazione al “Box info Le Gru” o via mail all’indirizzo: boxinnfo@legru.it .  Ogni laboratorio ha una fascia di età e una capienza specifica comunicate sul programma completo consultabile su www.legru.it

g.m.

Nelle foto: Logo Festival; Luca Morino; Caterina Paolinelli

Incontro con Luca Scarlini alla gam

LA GAM PER “LA CULTURA DIETRO L’ANGOLO” Feste d’Autunno

L’apparenza inganna: un viaggio tra immagini dell’altrove alla GAM

Venerdì 22 settembre alle 18:00

BEEOZANAM, Madonna di Campagna,

via Foligno, 14 Torino

ingresso libero

     

Le collezioni di un museo sono evidenti e allo stesso tempo segrete, il luogo stesso è evidente e misterioso, perché è impossibile padroneggiarlo in tutti gli angoli, a ogni svolta e corridoio. Non per caso i musei sono spesso ambientazione di film gotici o thriller.

Luca Scarlini disegna un racconto tra opere che esplorano luoghi dell’altrove nelle collezioni torinesi.

Per La cultura dietro l’angolo la GAM ha invitato tre intellettuali a interrogarsi sulle ragioni per le quali varcare, magari per la prima volta, la soglia di un museo d’arte moderna e contemporanea come la GAM di Torino e scoprirne le collezioni e le esposizioni. Questa seconda conversazione pensata per le “Feste d’autunno” vede protagonista Luca Scarlini, scrittore, drammaturgo, performance artist.

Raccontatore d’arte, collabora con numerosi musei e insegna tecniche narrative presso la Scuola Holden di Torino, IED e ha collaborato con numerose istituzioni teatrali italiane e europee, tra cui il National Theatre di Londra, la compagnia Lod a Ghent, il Festival Opera XXI a Anversa, La Batie e il theatre amstramgram a Ginevra. Da sempre crea racconti per spazi museali.

GUARDA IL VIDEO

Seguirà un momento musicale a cura di Mito per la Città con il quartetto di sassofoni Kosobate Quartet: Micaela Stroffolino, sassofono soprano, Mariagrazia Massanova, sassofono contralto, Sofia Ferraro, sassofono tenore, Eugenio Enria, sassofono baritono (scuola di sassofono di Pietro Marchetti). Musiche di Johann Sebastian Bach, Edward Elgar, Jean Baptiste Singelée, Pedro Iturralde, John Kander, John Williams, Jean Matitia.

Le Feste d’autunno di La cultura dietro l’angolo si svolgono a Torino da giovedì 21 a sabato 23 settembre 2023. Le case del quartiere, le biblioteche civiche e i presidi del territorio si animeranno di spettacoli teatrali, performance artistiche, incontri, letture, appuntamenti di divulgazione scientifica e molto altro ancora. Tra le novità di questa edizione, vi è la sinergia con Mito per la Città che arricchirà le feste con alcuni momenti musicali: le melodie di Bach, Wagner ed Ennio Morricone accompagneranno il pubblico in un viaggio musicale e si incontreranno nei quartieri con l’arte contemporanea, la fotografia, la storia egizia e i classici della poesia.

La cultura dietro l’angolo è un programma della Fondazione Compagnia di San Paolo realizzato con la collaborazione della Città di Torino e propone attività ed eventi diffusi nelle circoscrizioni della città. Da maggio a dicembre la cultura sarà a poca distanza da casa, ovunque si abiti, con nuove occasioni di relazione, condivisione e partecipazione.

ULTIMO GIORNO – “Florilegium”. Segni e colori per raccontare la magia della natura

In mostra alla “Precettoria” di Sant’Antonio di Ranverso, le immagini “floreali” di Ines Daniela Bertolino

Dal 22 luglio al 24 settembre

Buttigliera Alta (Torino)

Acrilici e acquerelli sono i grandi “alleati” della pittura di Ines Daniela Bertolino. Tecniche, l’acquerello in particolare, di assai difficile gestazione, in cui la pittrice torinese riesce a dare tutto il meglio – e di più – di sé, nel campo di una procedura artistica dov’è ben difficile bleffare, dove il mestiere ti impone di muoverti seguendo certe regole in vista di determinati risultati che non lasciano margini a sotterfugi. O ad attenuanti. E allora il mestiere o ce l’hai o non te lo puoi inventare.

Se ce l’hai, è lì ben evidente davanti a tutti. Ma se non ce l’hai è un disastro, che (ahinoi!) è comunque e sempre lì davanti a tutti. Non capita per la Bertolino. Artista vera, non improvvisata, per  la quale fare arte non significa voler sbalordire a tutti i costi con le più strane interpretazioni del “raccontare per segni e colori”. Fare arte significa poggiare ben bene, e mai dimenticarlo, su solide basi accademiche per poi permettersi di seguire voli fantastici e improvvisazioni emotive che liberano il “soggetto” dagli stretti vincoli terreni per dargli ali capaci di portarlo a rappresentare sogni, fantasie e giochi di poesia che sono manna vitale per la vera opera artistica. In questi spazi si colloca la pittura della Bertolino, forte di studi ben assimilati (dopo il  Liceo Artistico”) all’“Accademia di Belle Arti” di Torino, a “Scuole di grafica pubblicitaria” (che la portano, fra l’altro, a lavorare presso studi pubblicitari, serigrafici e laboratori di ceramica) fino al “Corso Internazionale per l’incisione artistica” presso l’“ISIA-Istituto Superiore per le Industrie Artistiche” di Urbino. Un lungo serio tirocinio che emerge con piena evidenzia nella rassegna a lei dedicata presso l’antica (ultimi anni del XII secolo) “Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso”, a Buttigliera Alta, fino a domenica 24 settembre.

Rinascimentale il titolo della mostra“Florilegium”, vuole subito indicarci che trattasi di una ben accurata raccolta antologica (una ventina di acrilici su tela e tavola) delle tantissime opere dedicate dall’artista alla natura, alle “sue” piante, ai “suoi” fiori, a paesaggi che guardano al cielo, in un connubio di “naturale” e “spirituale” che contraddistingue sempre la poetica delicatezza della sua cifra stilistica e della sua narrativa. Dove la perfezione delle forme lascia, pur anche, spazio a certa piacevolissima immediata informalità compositiva e alla trasparenza di dettati cromatici che inducono a oniriche fantasiose o immaginifiche interpretazioni dei soggetti. Che bello quel “Trittico” di piante – sovrani e maestosi guardiani del bosco – che si ergono verso l’alto in tutta la loro maestosità, quasi sospese da terra e lasciate andare in volo verso l’azzurro intenso del cielo. Pochi colori. Sempre (spesso) l’azzurro o il blu raccolto in tutte le sue più variegate sfumature, da quelle più intense a quelle più diluite. Alla Bertolino piace, è stato fatto notare, il blu, fra i colori primari più usati fin dall’antichità: dall’arte bizantina, a quella egizia fino al Medioevo, a Giotto (pensiamo all’inimitabile volta della patavina “Cappella degli Scrovegni”, oggi “Patrimonio Mondiale Unesco”), via via fino agli impressionisti a Renoir a Matisse (“un certo blu penetra nella tua anima”), al blu “oltremare profondo” di Klein. Van Goghdiceva che il blu “è un colore divino e non c’è nulla di così bello per mettere l’atmosfera intorno alle cose”; per la moderna Psicologia, il blu è il colore dell’affidabilità e consegna all’uomo sicurezza interiore e fiducia in sé. Non fu così per il grande Picasso che, nel famoso “periodo blu” lo usava affiancato spesso al verde per esprimere un profondo stato di malinconia e sofferenza, dopo il suicidio del  caro amico Carlos Casagemas.

Certo, nell’antologica alla “Precettoria”, Ines Daniela Bertolino dà prova di una rara sapienza nell’uso di cromie in cui, se blu e azzurro necessariamente compaiono a far da quinta celeste alle sue composizioni floreali, pur non tralasciano ricche variazioni sul tema fra grovigli di rosso, rosa, verde e blu (“Le rose di Rocco”) o fra l’arancio e il rosso della peruviana “Nastruzio” così come fra le varie sfumature di rosa, bianco e rosso delle più semplici “Pratoline” o delle tenere “Primule”che fanno capolino al primo svanir della  neve. Magnifico quel piccolo nido “Tra i filari nascosti”, fra informali intrecci di arbusti, che fanno da riparo a vite nascenti osservate, fra luci e ombre, da un cielo azzurro che ispira pace, serenità e vicinanza umana. Che meraviglia! E il cielo sa quanto ne abbiamo, oggi più che mai, bisogno!

Per info e prenotazioni: “Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso”, Località Sant’Antonio di Ranverso, Buttigliera Alta (Torino); tel. 011/9367450 (da mercoledì a domenica) o ranverso@biglietteria.ordinemauriziano.it

Gianni Milani

Nelle foto:

–       “Trittico”

–       “Le rose di Rocco”

–       “Nasturzio”

–       “Tra i filari nascosti”