CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 212

“Questa non è la fine E amerai ancora”

Music Tales, la rubrica musicale 

“Questa non è la fine

 E amerai ancora”

La sindrome della persona rigida colpisce il sistema nervoso centrale ma provoca rigidità muscolare progressiva, rigidità e spasmi, principalmente nel tronco e nell’addome.

Celine Dion è affetta da questa rara patologia e per il momento non potrà più cantare. Lo ha rivelato la stessa pop star canadese, 54 anni, in un video pubblicato sul proprio profilo Instagram.

Classe ‘68 la cantante canadese emerge come cantante negli anni ottanta, ottenendo i primi riconoscimenti internazionali con la vittoria al Festival mondiale della canzone popolare del 1982 e all’Eurovision Song Contest del 1988, dove rappresentò la Svizzera. Dopo aver migliorato la conoscenza dell’inglese, firmò un contratto discografico con la Epic Records e nel 1990 pubblicò il suo primo album in inglese, Unison.

Durante gli anni novanta Céline raggiunse la fama dopo aver pubblicato diversi album tra cui Falling Into You (1996) e Let’s Talk About Love (1997), entrambi certificati dischi di diamante negli Stati Uniti, mentre D’eux (1995) divenne l’album in lingua francese più venduto di tutti i tempi. Dion ottenne il successo internazionale anche con diversi singoli come The Power of Love, Think Twice, Because You Loved Me, My Heart Will Go On (cantata per il film Titanic ed i cui autori del testo furono premiati con il Premio Oscar alla miglior canzone) e I’m Your Angel (cantata insieme a R. Kelly).

Nel 1999 Dion annuncia una pausa dalle scene sia per il desiderio di maternità sia per restare accanto al marito René Angélil durante la cura di un cancro faringeo. Nel 2002 torna ai fasti dello star-system con un nuovo album, A New Day Has Come e con un residency show, A New Day…, tenutosi presso il Caesars Palace di Las Vegas tra il 2003 e il 2007.

La sua musica è stata influenzata da generi che spaziano dal rock all’R&B, dal gospel alla musica classica. Canta principalmente in francese e inglese, ma ha anche interpretato brani in giapponese, italiano, latino, napoletano, spagnolo, tedesco e mandarino. Nonostante i suoi dischi abbiano spesso ricevuto pareri contrastanti da parte della critica, è considerata una delle cantanti più influenti della musica pop ed è fra le artiste femminili che hanno venduto di più negli Stati Uniti durante l’era Nielsen SoundScan. Nel 2003 è stata premiata dalla Federazione Internazionale dell’Industria Fonografica (IFPI) per aver venduto oltre 50 milioni di copie in Europa e nel 2016, durante la cerimonia dei Billboards Music Award, è stata riconosciuta con l’Icon Award, rimanendo l’artista musicale canadese con le maggiori vendite, circa 200 milioni di copie in tutto il mondo.

Oggi il suo corpo le lancia dei segnali,ma quando accadono delle coincidenze particolari facciamo fatica a credere che “sia stato solo un caso” perché il destino sembra volerci comunicare qualcosa.

Nella vita di noi tutti arrivano dei momenti in cui tocca imbatterci con delle situazioni dure e complicate, davanti alle quali bisogna trovare la forza di reagire per riuscire a superarle.

Per questo, mentre ascoltate il suo ultimo brano, per favorem sognate come se doveste vivere per sempre, e vivete come se doveste morire domani.

“Il miglior premio che la vita ha da offrire è di gran lunga la possibilità di lavorare sodo per un lavoro che vale la pena fare.”

Buon ascolto

Céline Dion – Love Again (from the Motion Picture Soundtrack) (Official Lyric Video)

CHIARA DE CARLO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Affetti Collaterali insegna e divulga l’arte teatrale

VIAGGIO TRA LE ASSOCIAZIONI TORINESI

L’Associazione di promozione sociale e compagnia teatrale  Affetti Collaterali  è stata costituita il  3marzo 1999.

Ha conseguito il 1.o PREMIO NAZIONALE ASSOLUTO “CULTURA E SOCIETA’ – SEZ. TEATRO”
MEDAGLIA DELLA PRESIDENZA DELLA CAMERA

Questi gli scopi istituzionali:
Promuovere attività di carattere socio-culturale volte a divulgare l’arte teatrale e il suo
insegnamento, favorire l’integrazione sociale delle persone disabili, proporre laboratori e
stages rivolti ad attività socio/culturali, collaborare con Associazioni aventi scopi
umanitari.

Vengono proposte attività di vario tipo:

spettacoli per tutte le età

(al momento disponibili: KATACLISMA – commedia brillante, BANCA DI RIPOSO – commedia brillante, IL PICCOLO PRINCIPE tratto dall’omonimo libro, MIRIAM QUELLO CHE I VANGELI NON DICONO – reading drammatizzato tratto dall’omonimo libro di Patrizio Righero)

sketch, cabaret, magia, Letture drammatizzate di testi letture (con musicista) laboratori, crazy teatre, gioca teatro, lettura interpretata e uso della voce, il corpo e il gesto ecc…

La Compagnia informa che le attività, possono essere orientate anche alle persone con disabilità fornendo importanti momenti di integrazione.

FB: Compagnia Teatrale Affetti Collaterali

Antifascismo, anticomunismo, antitotalitarismi

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Gian Luca Favetto su “Repubblica” ha scritto un articolo dal titolo  “Il 25 aprile: un verso di passione, colori, memorie e profumi “ in cui ad un certo punto ha  scritto quanto segue:  “Il 25 aprile deve sventolare fiero contro tutti i fascismi, nazismi, totalitarismi“. Nunzio dell’Erba mi ha segnalato l’articolo che mi era sfuggito.
In tutto il suo appassionato pezzo, che rivela il  valore del critico letterario capace, ma non certo dello storico, non compare mai la parola anticomunismo. A Fratelli d’Italia si imputa la colpa di non voler mai pronunciare la parola antifascismo, ma Favetto e tanti militanti e dirigenti della Sinistra non  si dicono mai  anticomunisti, commettendo  un identico errore. Il comunismo non è stato da meno del Nazismo, anzi dal 1917 al crollo del Muro di Berlino ha seminato milioni di morti, per non parlare della Cina  maoista e post maoista. Non basta prendere le distanze dallo stalinismo perché Krusciov che era antistalinista, invase l’Ungheria. C’è nel comunismo un’anima totalitaria che lo collega al giacobinismo della Rivoluzione francese, inasprito dalla visione marxista – leninista. Nella  ideologia totalitaria di Lenin ed anche di Trotsky c’è  il naturale ricorso alla violenza e al terrore  come armi di conquista e di mantenimento del potere. Stalin non fu una degenerazione di Lenin, ma la necessaria conseguenza, la normalizzazione di un regime che non poteva vivere in una “rivoluzione permanente“. Portare il socialismo in Russia stravolse tutti gli schemi utopistici di Marx che comunque, come colse subito  molto bene Mazzini, portava in sé una carica anche prussiana  di autoritarismo negatore di ogni  libertà individuale. Come vide Croce, non era possibile passare dalla dittatura del proletariato  del socialismo alla libertà del comunismo.
Dopo l’ esperienza dei dissidenti russi, da Solzeniskcin  a Sacharov, che hanno scoperchiato il vaso di Pandora del comunismo, non è più possibile non dirsi anticomunisti. Girare attorno a questo tema come fanno molti ex missini con l’ antifascismo è un atto di ipocrisia intellettuale e politica. Certo basterebbe una  chiara condanna comune nei confronti dei totalitarismi del Novecento, purché non sia un modo elegante per occultarne una parte come fa Favetto. Riccardo Lombardi arrivo’ a teorizzare l’acomunismo, prendendosi la severa critica filosofica  di Nicola Abbagnano; ci sono intellettuali novecenteschi che vennero accusati di afascismo, mentre molti  loro colleghi si fecero comprare dal regime e ne cantarono le lodi , salvo poi diventare comunisti dopo il 25 aprile 1945. L’ elenco sarebbe lungo. A tanti anni dalla caduta del regime forse anche definirsi afascisti potrebbe avere un senso, ma oggi la polemica politica incandescente richiede chiarezza assoluta. In ogni caso non devono essere i politici a scrivere o a riscrivere la storia, ma debbono essere gli storici. E se ci mettiamo su un piano storico il discorso non  appare  più riguardare il presente, ma il passato. E in questa dimensione può essere collocato anche il discorso di una possibile riconciliazione nazionale come sul terrorismo degli anni di piombo in parte si è realizzato.

Adriano Padovani presenta: POLVERE. Alla Cavallerizza Reale

In occasione di LIQUIDA PHOTOFESTIVAL 2023 PARATISSIMA

Progetto selezionato per

LIQUIDA EXHIBITION

dal 4 al 7 maggio

presso la Cavallerizza Reale di Torino

piazzetta Accademia Militare, 3

https://www.paratissima.it/liquida-exhibition2023/

https://www.paratissima.it/x/adriano-padovani/

https://adrianopadovani.format.com

POLVERE

Firenze 2018 2022

Adriano Padovani

Può capitare che attraversando un sottopassaggio buio e trafficato, lo sguardo si soffermi su due grandi cornici nere abbandonate all’indifferenza di chi ogni giorno percorre quel luogo. Spazi per l’affissione di manifesti pubblicitari non più utilizzati sui quali il tempo, lo smog e il passaggio continuo di automezzi hanno lasciato il loro segno cambiandoli completamente. All’interno di quegli spazi incorniciati sono rimasti dettagli, frammenti di carta, segni, che trasformano quasi completamente le immagini originali e il significato per il quale sono state create e affisse. La sovrapposizione e la trasformazione date dal tempo e dagli agenti atmosferici, hanno aggiunto nuovi elementi a quei manifesti, li hanno resi diversi, nuovi, come dipinti da una mano nera, folle e incontrollabile.

Può capitare che l’occhio attento ne percepisca una bellezza nascosta e la mente, la fantasia li trasformi ulteriormente. Compaiono così improvvisamente angeli, frammenti di messaggi, segni primordiali, macchie di colore. E in quel momento, quelle immagini create dal tempo diventano altro, prendono nuova vita, si trasformano e come in un processo continuo diventando nuovi racconti.

Le opere originali rimarranno in quel luogo, continueranno la loro naturale mutazione come un’esposizione permanente accessibile a tutti. Le loro immagini diventeranno nuove opere, si trasformeranno ulteriormente, prima fotografie, poi ricomposte, rimodellate per altri muri e altre superfici. Si arricchiranno di nuovi significati dall’intervento, dal gesto creativo dell’artista come in un ciclo infinito di creazione e trasformazione restituendo a quei manifesti, la loro primordiale funzione: trasmettere messaggi.

Una trasformazione che non si fermerà, le nuove immagini saranno condivise con altri artisti: scrittori, musicisti, videomaker, i quali aggiungeranno la loro creatività integrando strato dopo strato nuovi significati in un ciclo continuo di trasformazione.

 

 

 

 

 

 

Adriano Padovani

Grafico, designer, da sempre mi occupo di consulenze nel campo della comunicazione collaborando soprattutto con aziende nel settore dell’abbigliamento. Nel tempo ho integrato la fotografia alla mia professione sia come direttore artistico per campagne pubblicitarie e cataloghi di moda sia con progetti su commissione.

 

Negli ultimi anni ho affiancato alla professione un personale lavoro di ricerca fotografica.

 

 

 

 

 

Fluida, inafferrabile, ubiqua, potente e fugace: l’immagine dell’ipermodernità ci abita e da questa siamo pervasi in ogni momento della nostra esistenza. In quella che Zygmunt Bauman ha definito “modernità liquida”, anche la fotografia si adegua a una malleabilità di forma e contenuto resa possibile non solo dalla tecnologia, ma da un nuovo approccio della società all’immagine stessa.

Ogni individuo è oggi produttore e consumatore di immagini attraverso le quali si relaziona agli altri, attribuendo alla fotografia il valore di linguaggio universale. Si è ben presto passati a una “fotografia liquida” di fontcubertiana memoria, effimera e malleabile, sempre più simile a un’immagine mentale che a una fotografia oggetto.

In questo panorama i cui futuri sviluppi si giocano sempre più su paradigmi digitali e intangibili, “Liquida Photofestival” vuole essere un riferimento per restituire, quanto più possibile, lo stato della ricerca fotografica nelle sue diverse forme d’espressione e dello stato dell’immagine nel momento preciso della sua manifestazione, cercando di di dare voce ai nuovi talenti della fotografia contemporanea, non solo dal punto di vista della produzione autoriale, ma anche della riflessione fotografica, coinvolgendo addetti ai lavori che oggi iniziano il proprio percorso in questo cosmo in continuo divenire.

Un festival in cui l’immagine scorre, assecondando il sentiero di un fiume a volte impetuoso, a volte docile, ma mai uguale a se stesso.

Direzione Artistica di Laura Tota

BETTER DAYS WILL COME.

Il peggio è passato, la tempesta è alle nostre spalle. Nuovi scenari si aprono di fronte a noi, pronti per essere esplorati.

E se il prossimo futuro potrà essere ricordato come un raggiante sole o un terribile diluvio, dipenderà solo da ognuno di noi. Il monito è a perseverare e a non arrendersi all’incontrollabile, l’invito è a costruire orizzonti ospitali e accoglienti. “Better Days Will Come”, concept della seconda edizione di Liquida Photofestival, vuole essere un tentativo di disegnare il futuro mondo possibile, attraverso linee di indagine positive che ne evidenzino i potenziali esiti e sviluppi: una sorta di “guida” per orientarsi nell’intricato universo dell’imperscrutabile. Messaggi di Speranza, Bellezza, Condivisione, Coesistenza, Resilienza e Amore: questo è quello che Liquida racconterà attraverso la narrazione fotografica e non solo. Contaminazioni tra immagini in movimento, tecnologia, vecchi e nuovi linguaggi legati all’immagine contemporanea per contribuire a restituire una visione positiva dell’Oggi e del Domani.

BENTORNATI NEL NOSTRO MONDO LIQUIDO.

A cura di Laura Tota

Fluidity, declinazioni della critica d’arte contemporanea

L’evento internazionale si svolgerà dal 5 al 6 maggio in modalità ibrida (presenza e
remoto) dalle ore 10.00 alle ore 17.00 per entrambe le giornate seminariali, presso il Salone
d’Onore all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e sarà un evento totalmente
gratuito così come previsto nei principii dello statuto italiano, per garantire a sua volta con
tale manifestazione un coinvolgimento attivo e partecipativo dei vari professionisti di
settore che insieme ai vari docenti e studenti potranno, inoltre, sondare le dinamiche
evolutive dello stato attuale della critica d’arte con approfondite analisi sulle opere e sugli
artisti nello specifico dei contenuti culturali che riguardano le arti visive in tutte le
diramazioni che coinvolgono la scultura, la pittura, T’architettura, le arti generative, la
Street Art, l’Arte Pubblica. Il dibattito del convegno avrà infatti l’interesse critico e
scientifico di individuare “nuove chiavi di lettura” per poter esplorare i nuovi fenomeni
espressivi della contemporaneità artistica bilanciando in forma democratica le nuove
esigenze espressive dell’arte e degli artisti tra le tematiche fluide che riguardano la
“conservazione del bene” e le conseguenti dinamiche per la valorizzazione dello stesso,
ragionando sull’etica dei linguaggi espressivi e sulle problematiche culturali e sociali che
portano alla nascita di un determinato concept visivo.
Nella giornata del 5 maggio durante la prima sessione del convegno si consegnerà il
riconoscimento della “Menzione alla Carriera”, alla storica e critica d’arte, nonché
curatrice Maria Teresa Benedetti, Past President di AICA Italia.

Tra gli interventi degli ospiti istituzionali e i relatori si segnalano:
Renato Barilli (Presidente Onorario di AICA Italia, Professore Emerito dell’Alma Mater
Studiorum, Università di Bologna)
Henry Meyric Hughes (Co-fondatore di Manifesta e Presidente Onorario di AICA
International, Paris e Past President di AICA UK)
Lisbeth Rebollo Goçalves (Presidente di AICA International, Paris)
Paola Gribaudo (Presidente dell’Accademia Albertina di Belle
Arti di Torino)
Salvo Bitonti (Direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino)
Gabriele Romeo (Presidente di AICA Italia, Docente di Fenomenologia delle arti
contemporanee Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria)
Carolyn Christov-Bakargiev (scrittore, storico dell’arte e curatore, Direttore del Castello di
Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e della Fondazione Francesco Federico Cerruti
“di Rivoli- Torino)
Freddy Paul Grunert (Membro del European Joint Research Center Ispra, curatore allo
ZKM, Zentrum für Art und Medien di Karlsruhe)
Cristina Trivellin (Vice-Presidente del Comitato Scientifico di AICA Italia)
Roberto Mastroianni (Presidente del Museo Diffuso della Resistenza di Torino, professore
di antropologia culturale e di antropologia dell’arte)
Maria Teresa Benedetti (critica d’arte, curatrice, Past President di AICA Italia)
Andrea Balzola (Docente di Teoria e metodo dei mass media presso l’Accademia Albertina
di Belle Arti di Torino)
Lorella Giudici (saggista, critica d’arte e Docente di Storia dell’Arte Contemporanea
all’Accademia di Belle Arti di Brera)
Pier Luigi Capucci (Presidente del Web-Magazine NOEMA e docente presso l’Accademia
di Belle Arti di Urbino)
Malgorzata Kazmierczak (Ph.D in Storia, ricercatrice d’arte contemporanea, VicePresidente di AICA International, VicePresidente di AICA Polonia)
Gian Maria Tossati (Direttore Artistico della Fondazione La
Quadriennale di Roma, artista rappresentante l’Italia nel rispettivo Padiglione alla 59ª
Biennale Internazionale d’Arte di Venezia)
Gabriele Perretta (critico d’arte, Docente all’Accademia di Belle
Arti di Brera)
Liliana Iadeluca (Docente di Scenotecnica all’Accademia di Belle
Arti di Palermo)
Edoardo Di Mauro (curatore, docente di storia e metodologia della critica d’arte, Direttore
del Museo di Arte Urbana, Torino)
Alfredo Cramerotti (Direttore del Mostyn Contemporary Art Museum & Co-Direttore del
IAM Infinity Art Museum. Presidente dell’IKT International Association of Curators of
Contemporary Art, Chair Digital Strategies committee AICA International, Advisor UK
Government art collection & British Council Art Collection).
Matilde De Feo (film-maker, docente di Progettazione multimediale, Accademia di Belle
Arti di Reggio Calabria)
Fiat Arapoglu (Vicepresidente di AICA International, Past
President di AICA Turchia, Asst. Prof. Dr. di storia dell’arte, Altinbas University, IstanbulTurkey)
Rosita Commisso (Docente di Fenomenologia dei media all’Accademia di Belle Arti di
Catanzaro)
Matthew Kangas (Membro AICA USA, editore corrispondente per Art in America and
Sculture magazine. Ha scritto per numerose pubblicazioni per Seattle Times, Artweek,
Preview and
Art Ltd)
Francesca Adamo (storica della fotografia e autrice)
loannis Melanitis (Docente ASFA, Athens School of Fine Arts)
——————————
Modererà gli interventi:
Anselmo Villata (Vice- Presidente e Presidente del Comitato Elettorale EMC di AICA
International)
——————————
Relazioni Istituzionali:
Marilena Vita (Vice-Presidente alle Relazioni Istituzionali di AICA Italia)
PER PARTECIPARE:
Per la partecipazione all’evento, gli utenti da remoto potranno collegarsi alla pagina
dedicata all’evento cliccando sul link http://www.aica-italia.org/category/news/ per
guardare lo streaming.
Quanti volessero assistere alle sessioni della conferenza in presenza dovranno registrarsi
sul modello disponibile alla pagina http://www.aica-italia.org/category/news/, sotto
l’icona Attend The Conference, e formalizzare la propria iscrizione gratuita entro il 30
Aprile c.m.
Coordinatori scientifici e tecnici alla curatela e alle manifestazioni:
Sara Liuzzi
Gerardo De Pasquale
Per maggiori informazioni:
Coordinatori per la Comunicazione e la Stampa di AICA Italia:
Angelo Mistrangelo
Diego Repetto
convegnofluidity.aicaitalia@gmail.com
www.aica-italia.org

“L’importante è che sia illibata e di sani principi”, applausi a Bardonecchia

Sold out e tanti applausi, domenica 30 aprile, al Palazzo delle Feste di Bardonecchia, dove è andato in scena lo spettacolo “L’importante è che sia illibata e di sani principi” con la Compagnia “I Dilettanti all’opera”, diretta da Eugenio Ingribelli.

Ingribelli, nato e cresciuto a Bardonecchia, vive ora a Velletri, vicino a Roma, dove lavora. L’amore per Bardonecchia e la passione per il teatro sono però rimasti intatti. Affetto ampiamente contraccambiato, come hanno dimostrato i tanti amici e compagni di scuola, che hanno voluto essere presenti.


In sala anche il sindaco di Bardonecchia Chiara Rossetti e l’assessore Maria Teresa Vivino, che hanno sottolineato la numerosa partecipazione del pubblico dicendo:” momenti come questi, che rivedono insieme compagni di classe uniti dopo tanti anni per riabbracciare un amico che torna da lontano possono rappresentare un faro per I nostri giovani, per il legame che crea il bello ed il senso di comunità”.

Presenti con gli amministratori bardonecchiesi e dei paesi limitrofi anche rappresentanti dell’Amministrazione di Velletri.

Il ricavato della serata, ad offerta libera, 2141,77 euro, sarà devoluto alla Caritas di Bardonecchia.

L’Amministrazione Comunale ringrazia ” per la grandissima partecipazione la cittadinanza e chi è venuto da lontano”.

Note di Classica: Petrenko, Sol Gabetta e Vadym Kholodenko, le “stelle” di Maggio

Martedì 2 alle 20 al teatro Vittoria, per l’Unione Musicale, Vadym Kholodenko al pianoforte eseguirà musiche di Beethoven e Rzewski. Mercoledì 3 alle 20.30 al Conservatorio, per l’Unione Musicale, il Trio di Parma eseguirà musiche di Schubert e Schumann. Domenica 7 alle 16.30 al teatro Vittoria per l’Unione Musicale, l’Orchestra da Camera dell’Accademia di Musica di Pinerolo, con Francesco Manara al violino, eseguirà musiche di Vivaldi e Piazzolla.

Lunedì 8 per Polincontri Musica, nell’aula magna del Politecnico, Anna Giulia Alvandi al pianoforte, eseguirà musiche di Rameau, Debussy, Medtner e Ravel. Mercoledì 10 alle 20.30 al conservatorio, l’Orchestra Leonore diretta da Daniele Giorgi, eseguirà musiche di Brahms e Schumann. Giovedì 11 alle 20.30 e venerdì 12 alle 20, all’auditorium Toscanini l’orchestra Rai diretta da Robert Trevino, eseguirà la sinfonia n. 6 di Mahler. Sabato 13 alle 20 al teatro Regio, per la stagione d’opera, debutto de “La Figlia del Reggimento” di Gaetano Doninzetti. Opèra -comique in 2 atti. L’Orchestra del Regio sarà diretta da Evelino Pidò. Repliche fino al 23 maggio.   Martedì 16 alle 20.20 all’auditorium G. Agnelli per LingottoMusica, la Die Deutsche Kammerphilharmonie Bremen diretta da Paavo Jarvi e con Sol Gabetta al violoncello, eseguirà musiche di Haydn, Schumann. Mercoledì 17 alle 20.30 al conservatorio per l’Unione Musicale, Pietro De Maria al pianoforte, eseguirà nel settimo concerto le sonate di Beethoven. Giovedì 18 alle 20.30 e venerdì 19 alle 20 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Leonidas Kavakos e con Mao Fujita al pianoforte, eseguirà musiche di Mozart e Prokofev. Lunedì 22 per Polincontri Musica al Politecnico, Antonello Pasini relatore e l’Aire Duo suoneranno e parleranno  con il tema “sulle tematiche del clima”.

 Mercoledì 24 alle 20.30 al conservatorio per l’Unione Musicale, il Quintetto di fiati dell’Accademia di Santa Cecilia e della Royal Concertgebouw Orkest, eseguirà musiche di Rossini, Briccialdi, Rota e Gershwin. Sempre mercoledì 24 alle 20.00 e giovedì 25 alle 20.30 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Kirill Petrenko, eseguirà musiche di Berg e Sibelius.

Pier Luigi Fuggetta

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Amelie Nothomb “Il libro delle sorelle” -Voland- euro 16,00

Segue il filone autobiografico questo 31esimo romanzo della prolifica scrittrice belga Amélie Nothomb (ne pubblica uno all’anno); e viene dopo quello dedicato alla figura paterna (“Primo sangue” Premio Strega europeo e strepitosa ricostruzione della vita del padre).

Anche questa volta la narrazione è in ambito familiare. Non è quello dell’autrice, ma di spunti dalla sua esperienza personale ne ha presi sicuramente parecchi. Perché qui il focus è sul rapporto simbiotico tra due sorelle, e sappiamo che la Nothomb ha un legame fortissimo con la sorella maggiore Juliette, tanto che, da adolescenti, hanno condiviso anche una fase anoressica.

Il romanzo racconta l’unione tra due sorelle, Tristan e Laetitia, figlie di Florent e Nora, genitori innamorati pazzi e parecchio distratti nei confronti della prole.

Le sorelle sono Tristan, la primogenita: matura, responsabile ed autosufficiente. Però ha patito parecchio il sentirsi esclusa dal bozzolo del rapporto di coppia dei genitori. Lei è cresciuta prima del tempo, intelligente sopra la media ed eccellente in tutto, ma con il tarlo di essere insignificante e invisibile per chi l’ha messa al mondo.

Quando nasce la sorellina Laetitia, per Tristane è amore puro fin dal primo sguardo, e poco importa che i genitori continuino a costituire una loro inespugnabile fortezza. La sorella maggiore diventa un tutt’uno con quella minore e crescono più unite che mai.

Nella storia un ruolo importante è giocato anche dalla sorella della madre Nora, la sconclusionata zia Babette, che vive allegramente di sussidi ed ha 4 rampolli di ascendenze paterne incerte, ma chi se ne importa.

Tristane stravede per quella zia e se ne occupa con la maturità che la contraddistingue. Nel romanzo si contrappongono due coppie antitetiche: Nora – Babette sorelle diametralmente opposte e incomprensibili l’una per l’altra, e Tristane – Laetitia coppia simbiotica.

Vedrete poi come la storia si evolverà e le direzioni che prenderanno le sorelle; inclusa una tragedia e un legame fortissimo tra Tristane e chi non c’è più. Questo è un romanzo in cui si parla molto con i morti, con lo stile apparentemente leggero della Nothomb, raffinato, profondo, ma leggibilissimo.

 

Gian Marco Grilli “Ferrovie del Messico” -Laurana Editore Milano- euro 22,00

Pochi esordi letterari sono stati fortunati come questo dell’astigiano Gian Marco Grilli che con il suo monumentale romanzo “Ferrovie del Messico” ha fatto incetta di premi e si ritrova in lizza per lo Strega.

Il 46enne autore di mestiere fa tutt’altro; è direttore del Margara Golf Club di Fubine, tra Asti e Alessandria, e prima aveva scritto solo qualche racconto.

Galeotto fu il lockdown durante il quale tutti i giorni si piazza davanti al computer, per 8-9 ore, e scrive più di 2000 pagine. Davvero troppe, così rivede tutto e alla fine ne rimangono 800, stampate da un editore coraggioso e lungimirante. Prima tiratura di poco meno di 200 copie che però le librerie snobbavano. E’ stato lo storico Alessandro Barbero a dare il là a questo romanzo colto ed ambizioso.

Protagonista è il soldato repubblichino Cesco Magetti, nato nel 1921 (come il nonno dello scrittore) ad Asti. Quando viene occupata dalla Wehrmacht il giovane si arruola (più per necessità che per convinzione) nella Guardia Nazione Ferroviaria. All’epoca il Führer credeva che la chiave per la vittoria fosse dalle parti del Messico.

Ed ecco che al povero Cesco viene affibbiato il compito di tracciare di corsa, nel giro di appena una settimana, una mappa aggiornata delle ferrovie messicane. Pare che l’ordine arrivi dall’alto, dai vertici del Reich, forse da Hitler in persona.

La richiesta ha del surreale, ma non si discute, ed inizia così la rocambolesca avventura di Cesco, che interseca la vita di decine, centinaia, di personaggi anche parecchio bizzarri.

Un libro imponente dosato con ironia, scrittura alta e citazioni colte, forte di un linguaggio semplice e ricco di neologismi legati alla terra d’origine del protagonista che, scopriremo, non sa bene come muoversi.

 

Rosella Postorino “Mi limitavo ad amare te” -Feltrinelli- euro 19,00

Dopo la vittoria del Campiello con “Le assaggiatrici” nel 2018, ora la scrittrice racconta un’altra storia ispirata a un fatto vero, durante l’assedio di Sarajevo.

Sullo sfondo di quella guerra nel cuore dell’Europa durata 10 anni nell’ex Jugoslavia, la capitale della Bosnia, Sarajevo, fu assediata per 1425 giorni (da aprile 1992 a febbraio 1996) e la Postorino ne scrive riportando tutto l’orrore del “viale dei cecchini” dove i tiratori vigliacchi sparavano a chiunque passava.

Una mattina di luglio 1992 dalla città martoriata parte un convoglio umanitario con a bordo anche 46 bambini provenienti dall’orfanotrofio di Bjelave. Un viaggio verso la salvezza, in Italia.

Alcuni di loro non sono orfani, ma solo poverissimi e affidati dai genitori a quella struttura nella speranza di salvarli, garantirgli un tetto di protezione e pasti caldi.

Destinazione del pullman è dapprima una colonia sull’Adriatico, poi un istituto di suore, lontano da padri, madri e fratelli che non ne seppero più nulla, e adottati da famiglie solidali e caritatevoli che decisero di accudirli.

Sullo sfondo di questa immane tragedia seguiamo le vicende di tre bambini.

Omar ha 10 anni ed è ossessionato dall’ansiosa attesa che la madre ritorni; Nada detta “moncherino” perché le manca un anulare, gli è vicina con la dolcezza dei suoi occhi celesti e la mano stretta per non farlo sentire solo. Strada facendo, incontrano l’adolescente Danilo che una famiglia ce l’ha.

Ognuno di loro avrà reazioni diverse rispetto al destino che gli viene riservato. A partire da Omar che non si rassegna all’idea di avere un’altra madre, mentre l’assenza di quella biologica sarà una spina per sempre dolente nella sua anima. Tutti i protagonisti vivono sospesi tra due alternative: adeguarsi alla nuova vita in salvo in terra straniera e tagliare il cordone ombelicale con il passato, oppure tornare a Sarajevo.

 

Ildefonso Falcones “Schiava della libertà” -Longanesi- euro 24,00

E’ la prima volta che il re del romanzo storico spagnolo racconta il passato coloniale, intriso di razzismo, spiritualità afrocubana, realismo magico, amore, vendetta, tra l’Ottocento e la Madrid odierna. Dunque la new entry di un’incursione nel presente, focalizzata soprattutto nel quartiere di Salamanca, tra lussuose ville e banche poco etiche.

Il romanzo viaggia su due piani temporali che si alternano: la Cuba schiavista e coloniale del 1856 e la Madrid moderna della finanza.

Due le eroine. La schiava Kaweka, rapita in Guinea e arrivata in catene sulla spiaggia di Jibacoa insieme ad altre centinaia di ragazzine. Kaweka è una yoruba di appena 11 anni, obbligata a lavorare 20 ore al giorno sotto le frustate, usata come schiava sessuale per farla ingravidare così da sfornare altri futuri schiavi.

L’altra protagonista è María Regla Blasco, detta Lita, manager nella banca dei marchesi Santadona e figlia della domestica Concepción, da sempre al servizio della ricca famiglia di banchieri.

Lita ha la pelle color caffelatte e su di lei pesa l’ombra delle origini schiaviste dei suoi avi. E’ piena di talento coltivato con gli studi, che le hanno aperto le porte di una carriera in ascesa.

Due autentiche lottatrici, spiriti liberi, come è sintetizzato perfettamente dall’ossimoro del titolo “Schiave della libertà”. Ricordiamo che la Spagna è stata l’ultima nazione ad abolire lo schiavismo nel 1880, e le giovani schiave avevano 4 opzioni per difendersi dalla crudeltà dei bianchi. L’aborto, la fuga, il suicidio e il più importante di tutti: la religione che consentiva di tornare alle origini, specie il rapporto con la religione yoruba e i suoi santi, gli orishas.

Addentrandoci nelle pagine del romanzo, Falcones ci conduce nell’inferno della schiavitù, attraverso il sentire di Kaweka, il suo modo di affrontare quello che il destino le ha scagliato addosso, in una narrazione che mescola storia, magia e realismo magico.

Rock Jazz e dintorni a Torino. I Baustelle e i Modà

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Pala Alpitour il compositore Hans Zimmer propone i suoi classici cinematografici da “Dunkirk” a “Il re leone” accompagnato dalla band e l’orchestra.

Mercoledì. Al Jazz Club blues con Fast Frank e Andrea Scagliarini. All’Osteria Rabezzana suona il pianista Emanuele Sartoris in duo con il contrabbassista Marco Bellafiore per un omaggio a Baudelaire. Al Lambic si esibisce il cantautore Peppe Voltarelli.

Giovedì. Al Dash è di scena Martin Craig. Al teatro Colosseo si esibisce Fabrizio Moro. Al Maffei sono di scena Federico Pianciola e Andrea Marazzi. Al Concordia di Venaria si esibisce il rapper Mostro. Al Blah Blah punk con i Forty Winks.

Venerdì. All’Istituto Musicale di Rivoli suona il trio Quartocolore. I Modà si esibiscono al teatro Colosseo per 2 sere consecutive. Al Vertigo di Pianezza è di scena Max Forleo. Al Cap 10100 suona il chitarrista Matteo Mancuso. Allo Ziggy arriva il veterano del rock Pino Scotto. Al Folk Club si esibisce la cantautrice Rachel Croft. All’Hiroshima Mon Amour suona il quintetto Bull Brigade con Medusa e Frammenti. Al Blah Blah si esibisce il quartetto Rosegarden Funeral Party.

Sabato. Al Bunker suonano gli Instambul Ghetto Club. Al Concordia di Venaria “sold out” per i Baustelle che presentano in tour il nuovo album “Elvis”. Al Blah Blah suonano i Fulci.

Domenica. Al Jazz Club si esibiscono gli Sweet Soul Singer mentre al Magazzino sul Po è di scena Deian.

Pier Luigi Fuggetta

“Nati per leggere”, ecco i finalisti

NOMINATI I FINALISTI DELLA SEZIONE NASCERE CON I LIBRI

 

 

Il Premio nazionale Nati per Leggere, giunto alla sua XIV edizione, anche quest’anno ha lavorato con slancio ed entusiasmo a sostegno delle eccellenze editoriali dedicate ai più piccoli. Forte dell’esperienza positiva delle edizioni precedenti, il concorso, che premia la migliore produzione editoriale per l’infanzia, i progetti bibliotecari per la promozione della lettura condivisa e il lavoro dei pediatri per incentivare la lettura in famiglia, ha mantenuto l’istituzione dei finalisti per i libri partecipanti nelle categorie 6-18 mesi, 18-36 mesi e 3-6 anni della sezione Nascere con i libri.

 

La sezione Nascere con i libri premia i migliori libri editi o inediti in Italia ed è suddivisa in tre diverse categorie,

corrispondenti a tre diverse fasce di età e di sviluppo del bambino: “Il primo libro” per libri che risultino adatti alle capacità manipolative, percettive e cognitive di bambini tra i 6 e i 18 mesi di età; libri o albi illustrati per bambini di età compresa tra i 18 e i 36 mesi e libri o albi illustrati per bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni.

Il Premio non perde la sua forza, ma come ogni edizione la rinnova e la moltiplica: negli anni il numero di candidature presentate cresce a ritmo costante e le proposte editoriali presentano sempre maggiore qualità, segnale di un’editoria viva, pulsante e molto aperta al cambiamento. Per questa edizione le candidature pervenute sono state 173.

 

La giuria della XIV edizione del Premio è presieduta da Rita Valentino Merletti, scrittrice e studiosa di letteratura per l’infanzia, e da Luigi Paladin, psicologo, bibliotecario ed esperto di letteratura per l’infanzia. Insieme ai Presidenti altri dieci membri con professionalità e competenze trasversali (la Vicepresidente Katia Rossi, Amalia Maria Amendola, Domenico Bartolini, Valter Baruzzi, Egizia Cecchi, Antonella Danusso, Danilo Di Camillo, Silvia Ranzetti, Rossana Sisti, Lucia Tubaldi) sono stati chiamati a esprimere la propria valutazione su una rosa di 173 libri candidati.

 

Di seguito i titoli finalisti e le motivazioni espresse dalla giuria:

 

FASCIA D’ETÀ 6-18 MESI

Lo sai chi siamo? di Tana Hoban, Editoriale Scienza

Naso nasino di Cristina Petit ed Elisa Mazzoli, Pulce edizioni
Oh di Giovanna Zoboli e Massimo Caccia, Topipittori

 

FASCIA D’ETÀ 18-36 MESI

Piccola pantera di Chiara Raineri, Camelozampa
Il libro dell’orsetto di Anthony Browne, Vanvere edizioni
Bimba gatto acqua papera di Daniela Martagón, Ellen Duthie, Logos

 

FASCIA D’ETÀ 3-6 ANNI

Nella foresta silenziosa e misteriosa di Delphine Bournay, Babalibri
Il saggio di pianoforte di Akiko Miyakoshi, Nomos
Ora di nanna di Kjersti Annesdatter Skomsvold e Mari Kanstad Johnsen, Beisler editore

 

I vincitori della sezione Nascere con i libri e delle altre sezioni del Premio – Crescere con i libri, Reti di libri e Pasquale Causaverranno annunciati durante la cerimonia di premiazione in programma alla XXXV edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino lunedì 22 maggio alle 15.30 in Sala Blu.