Al Centro Pannunzio un incontro su Mary de Rachewiltz, figlia del grande poeta statunitense
Giovedì 31 gennaio, presso la sala conferenze del Centro Pannunzio di via Maria Vittoria 35h, a Torino, si è svolto l’incontro di presentazione del libro “Processo in verso – Tutte le poesie italiane”(Bertoni, 2024) , un volume unico che contiene tutte le poesie italiane di Mary de Rachewiltz, figlia illegittima di Ezra Pound, curatrice e divulgatrice in Italia dell’opera dello straordinario poeta statunitense. L’evento, introdotto dal poeta e scrittore Loris Maria Marchetti, ha avuto come relatori Luca Borrione, docente di Italiano, Storia e Filosofia al Liceo Salesiano Valsalice, lettore e studioso di Ezra Pound, e Daniele Gigli, archivista documentalista, poeta e studioso di T.S.Eliot, di cui ha tradotto gli Ariel Poems, The Hollow Men e Ash-Wednesday.

Borrione e Gigli, partendo da un’affermazione che stimola alla riflessione – “ Mary non è solo la figlia di Pound”- hanno evidenziato l’importanza che Mary de Rachewiltz ha avuto come traduttrice e curatrice in Italia dell’opera del padre, facendo pubblicare nel 1985 la traduzione integrale dei “Cantos” in italiano e, contemporaneamente, come poetessa e saggista indipendente e abbastanza forte da emanciparsi dalla figura paterna. Il percorso tracciato dai due relatori, biografico e letterario, ha messo in luce le fasi principali della vita di Mary de Rachewiltz, nata nel 1925, a Bressanone, da una relazione tra Ezra Pound e la violinista Olga Rudge. La sua condizione di figlia inizialmente non riconosciuta la costrinse a spostarsi dalla Val Pusteria, dove venne affidata a una famiglia di contadini tirolesi, a Firenze, fino a Sant’Ambrogio, sopra a Rapallo. All’età di 14 anni entrò in contatto con il mondo della poesia e dalla traduzione grazie al padre Ezra, che le affidò come “esercizio” alcune traduzioni di sue poesie. Un mondo che la vide protagonista non solo come curatrice e traduttrice dell’opera del padre, ma anche come firma di importanti traduzioni italiani di poeti americani come Edward Estlin Cummings, Robinson Jeffers, Ronald Duncan e Denise Levertov, oltre a essere a sua volta poetessa e autrice di raccolte tradotte in Italia e in altri Paesi. Il memoriale “Discrezioni. Storia di un’educazione” (1973), di cui Luca Borrione ha letto diversi passaggi, è considerata dai critici la sua opera più importante. Nel 1946 sposò l’egittologo Boris de Rachewiltz, dal quale ereditò il cognome, e si stabilì a Castel Fontana, una frazione di Tirolo, dove custodisce oggi l’archivio paterno.
“Mary ha assorbito l’ombra del padre in modo da trasformarla in una forza e non in un’oppressione – ha dichiarato il relatore Daniele Gigli – e questo è evidente in molti suoi testi e traduzioni, in cui accanto a un’ispirazione letteraria paterna vivono dei versi intensi, indipendenti”.
Il volume “Processo in verso – Tutte le poesie italiane”, curato dal Professor Massimo Bacigalupo, è acquistabile in tutte le librerie, presso il sito dell’editore Bertoni e sulle principali piattaforme online.
Gian Giacomo Della Porta




LETTERE 


L’assetto strutturale di Torino è ormai gerarchico, esso rispecchia l’ordine sociale secondo cui il potere si acquisisce per nascita, come testimonia la corte nobiliare che si accerchia sempre più intorno alla figura del monarca. È opportuno tuttavia sottolineare come in realtà i sovrani non fossero dei veri “desposti”, essi a loro volta dovevano comunque sottostare alle leggi dello Stato, perseguendo l’alto e specifico obiettivo di amministrare la giustizia, perseguendo il difficile scopo di mantenere l’ordine sociale, anche tenendo in considerazione i principi divini.
Nello specifico, la Reggia di Venaria, tuttora considerata un capolavoro d’architettura, si presenta come un’imponente struttura circondata da ampi giardini, ricchi di aiuole, fiori, piante, vanta numerosi esempi d’arte barocca, quali la Sala di Diana, la Galleria Grande, la Cappella di Sant’Uberto, le Scuderie Juvarriane, la Fontana del Cervo e le numerose decorazioni presenti in tutta la struttura. L’edifico è parte del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO dal 1997.

Quello che non è riuscito ad ottenere il fascismo, ossia un teatro di massa, riesce a raggiungerlo il teatro di varietà che, con le scene pompose, le musiche irruenti, le ballerine ammiccanti e le irriverenti battute dei comici, ottiene la partecipazione del grande pubblico. Caratteristica del varietà è la sua nota estemporanea, il copione si adatta all’attualità e agli avvenimenti politici, rendendo impossibile un controllo censorio sull’agire degli attori; non solo, il varietà comporta il trionfo dell’uso del dialetto, come ben esemplificano le farse di De Filippo.

